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Associazioni di categoria - page 20

8 marzo: ricavi in calo per le imprese femminili bresciane

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Donne e lavoro, foto generica da Pixabay

«Nessuna ripresa dopo l’anno anno nero segnato dal Covid per le “imprese in rosa” nonstante il più generale contesto di crescita nel 2021. Eppure, esaminando le risposte delle imprenditrici emerge, oltre la fatica, tutta la volontà e la resilienza tipica artigiana». Sintetizza così il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti i risultati della Survey curata dell’Osservatorio di Confartigianato Lombardia e realizzata in occasione dell’8 marzo. Due parole chiave emergono dallo studio: fatica e resilienza.

Fatica, perché nonostante il 2021 sia stato l’anno della ripartenza, le MPI e imprese artigiane femminili bresciane non sono state in grado di recuperare i livelli di fatturato precrisi e hanno registrato una variazione media dei ricavi, nel 2021 rispetto al 2019, negativa del -9,7%, più pesante rispetto al -6,1% del totale. Tale risultato trova spiegazione nella maggior presenza di artigianato capitanato da donne in alcuni dei settori più colpiti dalla crisi Covid-19 come quello della moda e del benessere.

Resilienza, perché anche se più colpite dalle conseguenze della pandemia le imprenditrici artigiane bresciane si dimostrano più combattive e pronte a reagire adottando, o esprimendo l’intenzione di adottare nel prossimo futuro, una o più azioni di sviluppo per riuscire a restare sul mercato incrementando la propria capacità competitiva, come dichiarato dal 72,5% di loro, quota superiore al 59,1% totale. Le azioni per ripartire maggiormente intraprese dalle donne a capo d’impresa sono: il miglioramento della qualità del personale attraverso la formazione o nuove assunzioni e il cambiamento dell’organizzazione interna all’impresa. La scelta ad indirizzarsi principalmente verso questi due ambiti di sviluppo da evidenza di come le donne, più degli uomini, vogliono ripartire e recuperare il terreno perso partendo in primis dalle persone e non dall’integrare modifiche che riguardano prettamente l’organizzazione del business dell’azienda intervenendo su produzione, canali di vendita o clienti. La maggior fatica e il grado sempre più elevato di complessità che caratterizza il contesto in cui le imprese operano fa si che siano proprio le imprenditrici quelle per cui si rileva una quota maggiore di incerte rispetto alla capacità di recuperare quanto perso a causa della volatilità odierna e futura che caratterizza, e caratterizzerà in futuro, il mercato (60% > 57,9% totale). Seppur molto incerte le donne che gestiscono imprese artigiane interrogate rispetto alla volontà di voler investire nel 2022 rispondono in modo affermativo nel 71,8% dei casi (> 64,7% del totale). Come per le azioni di sviluppo anche rispetto alle aree di investimento si osserva una predisposizione maggiore della platea femminile a voler puntare su capitale umano e formazione.

LE IMPRESE FEMMINILI ARTIGIANE A BRESCIA. A tutti il 2021 a Brescia sono 5.423 le imprese registrate artigiane guidate da donne che operano per lo più nei settori dei servizi alla persona, dei servizi di pulizia, della moda e delle attività di ristorazione. Più di un’impresa su cinque delle imprese femminili che popolano la nostra provincia (22,3%) opera nel comparto artigiano. Nello specifico di queste 5.423 imprese 832 sono gestite da giovani donne under 35 (28% del totale imprese femminili giovanili e il 15,3% del totale imprese femminili artigiane) e 829 sono gestite da imprenditrice straniera (24,7% del totale imprese femminili straniere e 15,3% del totale imprese femminili artigiane). Confrontando i numeri riferiti all’imprenditoria femminile artigiana del 2021 con quelli del 2019 (anno pre crisi) – tenendo conto che tra le imprese registrate viene conteggiata anche la platea nascosta di imprese cessate, che in attesa di ristori, non hanno ancora chiuso – si nota una difficoltà maggiore nel recuperare i numeri pre Covid-19 per la platea di giovani donne, per quelle di nazionalità italiana e per quelle che operano nel settore della manifattura.

UOMINI E DONNE A CONFRONTO. «Persistono le medesime disparità tra uomo e donna raccontate un anno fa, dopo un anno di pandemia, così, se non peggio rispetto agli anni precedenti. Le donne seppur fanno meglio degli uomini sul fronte istruzione e formazione, scontano gap rilevanti a loro sfavore sul fronte lavoro, conciliazione e benessere soggettivo: è fondamentale dare risposte adeguate e supporto nelle facilitazioni fiscali, nell’assistenziali per la conciliazione lavoro-famiglia e far si che possano tornare a dare il loro impulso positivo e di stimolo ad una nuova ripresa sociale ed economica» aggiunge il presidente Massetti.

Qui i dati sono a livello lombardo: la quota di donne con almeno un diploma si attesta al 69% superando di 6,8 punti quella rilevata per gli uomini (62,2%), quella di donne laureate si attesta al 38,3% superando di 10,8 punti quella rilevata per gli uomini (27,5%). Mentre la quota di coloro che partecipano alla formazione continua eguaglia quella degli uomini (pari al 7,9% in entrambi i casi). C’è però un ambito dell’istruzione in cui le donne scontano un gap a loro sfavore rispetto agli uomini, quello del digitale: per quota di donne con competenze digitali elevate (per le donne si registra una quota del 23,4% inferiore di 6,3 punti a quella degli uomini di 29,7%) e per quota di laureate in discipline scientifiche e tecnologiche, dove per le donne si rileva una quota del 10,3% inferiore 7,5 punti quella degli uomini di 17,8%. La platea femminile lombarda inoltre sconta condizioni peggiori degli uomini in tutti gli ambiti del lavoro e conciliazione con quote superiore a quelle dei colleghi maschi di 4,4 punti per il tasso di mancata partecipazione al lavoro (pari al 12,9% per le donne> dell’8,5% degli uomini), di 3,8 punti per dipendenti con bassa paga (pari all’8,9% per le donne > del 5,1% degli uomini), di 1,4 punti per occupati sovra istruiti (pari al 22,8% per le donne >del 21,4% degli uomini) e di 12,2 punti per part time involontario (pari al 16,7% per le donne> del 4,5% degli uomini). Tutto ciò comporta una disparità uomo donna anche sul fronte della soddisfazione per il proprio tempo libero: le donne che esprimono livelli elevati di soddisfazione sono il 69,8% quota inferiore di 3,3 punti rispetto a quella rilevata per gli uomini (73,1%).

Persiste inoltre una disparità del 31,1% tra la retribuzione media percepita dalle dipendenti donne rispetto a quella percepita dagli uomini, tale differenza sul territorio lombardo è più accentuata nelle province di Sondrio (-37,9%), di Lecco (-37,6%), di Bergamo (-36,2%) e a Brescia (-35,5%) con 17.335 euro annui contro i 26.887 degli uomini (media annua lavoratori dipendenti provincia di Brescia).

Per la presidente del Movimento Donne Impresa di Confartigianato Brescia Iolanda Pasini: «Le donne imprenditrici vogliono che il loro ruolo venga maggiormente riconosciuto, chiedono una reale integrazione, di essere valutate sulla base del merito, delle capacità e delle competenze. Ci auguriamo che le donne bresciane riescano in tempi brevi a conquistare ciò che per loro è più caro, come: autonomia, rispetto, cambiamento culturale, fiducia, considerazione, condivisione del tempo di cura, libertà di scelta, tutele, opportunità, sicurezza, più tempo e tranquillità. Crediamo sia necessario ripartire da una considerazione: per raggiungere la parità nel mondo del lavoro, dovremmo creare le condizioni perché ci sia reale condivisione anche nel lavoro di cura. I dati a disposizione ci permettono di illustrare l’importanza e la centralità di alcune leve fondamentali per un contesto a ‘favore di donna’ come l’istruzione e la diffusione capillare sui territori di servizi di assistenza negli ambiti della conciliazione (come i servizi per l’infanzia, asili nido), leve su cui poter e dover fare forza per incentivare una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Difatti, si osservano tassi di occupazione femminili più elevati proprio nelle realtà in cui c’è una maggiore diffusione di bambini che frequentano gli asili nido e di donne che hanno titoli di studio elevati (laurea e post-laurea)».

Beretta (Confindustria Bs): con attuali costi energia produzione italiana a rischio

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A seguito dei recenti sviluppi della crisi russo-ucraina, e dei conseguenti rialzi del costo dell’energia (PUN attestato ieri a 362,73 €/MWh, gas a 165 €/MWh), riportiamo un comunicato stampa di Franco Gussalli Beretta, Presidente di Confindustria Brescia, rilanciato dal quotidiano Brescia news.

“Siamo consapevoli della drammaticità della situazione che stiamo vivendo. Purtroppo, però, le conseguenze non sono solo di tipo umanitario: con gli attuali costi dell’energia, legati appunto alla crisi russo-ucraina, è a rischio la produzione del nostro Paese, e di conseguenza numerosi posti di lavoro – spiega Gussalli Beretta –. Il PUN, in particolare, ha toccato livelli mai raggiunti prima. Il problema è che, rispetto alle precedenti tensioni energetiche, siamo entrati in una fase nuova, legata a un conflitto e quindi dagli sviluppi ancor meno prevedibili.”

“Per questo motivo, è necessario adottare alternative in grado di guardare oltre alla fase emergenziale e di costruire un nuovo modello energetico nazionale e comunitario – prosegue il Presidente di Confindustria Brescia –. Come Confindustria, ne abbiamo discusso e, dal confronto, sono emerse alcune importanti linee guida”.

“Diventa fondamentale aumentare drasticamente nei prossimi anni la quota di GNL liquido via mare, diversificandone al massimo i Paesi di provenienza, e con impianti offshore di arrivo – precisa Gussalli Beretta –. Va inoltre potenziata la quota strutturale di energia da rinnovabili riservata alle imprese e, allo stesso, è auspicabile una sburocratizzazione per velocizzare tale processo, con cui si può generare una quota rilevante di fabbisogno energetico in sostituzione al gas. In più, serve arrivare a un forte aumento dell’estrazione delle riserve nazionali di gas che superi il limite di 2 miliardi di metri cubi annui attualmente definiti dal Governo. Il tutto va infine integrato con la nascita di un vero mercato europeo dell’energia, come sottolineato pochi giorni fa anche dal nostro Presidente nazionale Carlo Bonomi.”

Confindustria, venerdì un incontro online per parlare della questione Russia-Ucraina

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Confindustria Brescia, Confindustria Verona e Confindustria Trento organizzano il webinar “Suggerimenti operativi alle imprese che operano in Russia, Bielorussia e Ucraina”, in programma venerdì 4 marzo dalle ore 10.30 alle ore 12.30, su piattaforma GoToWebinar.

L’evento online – fortemente voluto dalle tre territoriali di Confindustria – è organizzato con lo Studio Legale Padovan (specializzato in diritto internazionale ed esperto di sanzioni economiche internazionali) per delineare il quadro in cui gli operatori commerciali devono muoversi, alla luce delle misure restrittive adottate dall’UE e dagli USA.

L’invasione militare dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, oltre al drammatico impatto sulle popolazioni, sta determinando uno stravolgimento degli equilibri sia in ambito politico-economico sia nei rapporti commerciali tra imprese. Molti sono i quesiti da parte delle aziende che lavorano con clienti o fornitori in Ucraina, Bielorussia o Russia.

Interverranno:

Marco PadovanMarco Zinzani e Francesco Candeago, Studio Legale Padovan.

L’appuntamento è aperto a tutte le aziende interessate. Le realtà associate a Confindustria Brescia possono iscriversi sul sito www.confindustriabrescia.it, nella sezione Prossimi appuntamenti; le imprese non associate possono inviare una mail all’indirizzo estero@confindustriabrescia.it.

Esportazioni bresciane in Russia e Ucraina: il conto è di 372 milioni di euro all’anno

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Le forze russe hanno invaso l’Ucraina e stanno assediando Kiev. «Il pensiero va prima di tutto alla popolazione ucraina che si è svegliata già ieri con un’alba di guerra. Il nostro appello è uno: lavoriamo per gli interessi comuni e per salvare vite umane. Bisogna fermarsi subito perché le conseguenze umanitarie ed economiche di un conflitto del genere sono drammatiche» commenta il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia, Eugenio Massetti.

Nel teatro di guerra – Russia e Ucraina – il complesso delle esportazioni bresciane nei due paesi negli ultimi 12 mesi ammontano a 372 milioni di euro, l’81% diretto verso la Russia, mentre l’import raggiunge i 102 milioni di euro determinando un saldo positivo per 270 milioni. Nel complesso le esportazioni lombarde ammontano a 2.614 milioni di euro mentre l’import raggiunge i 1.623 milioni di euro determinando un saldo positivo per 991 milioni. Sono i dati diffusi dall’Osservatorio di Confartigianato Lombardia che sottolinea il rischio che ora si ripeta quanto già avvenuto in Russia a seguito del precedente conflito russo-ucraino di otto anni fa con le consueguenze interamente scaricate sulle esportazioni verso la Russia dove abbiamo venduto prodotti per un valore di 2.121 milioni di euro negli ultimi 12 mesi (IV trimestre 2020-III trimestre 2021), con una crescita nei primi nove mesi del 2021 del 17% rispetto al 2020, ma ancora inferiore dell’1,4% rispetto ai livelli pre-pandemia del 2019. Nella sola provincia di Brescia le imprese hanno esportato in Russia negli ultimi 12 mesi prodotti e materiali per 301 milioni di euro ora, a rischio.

Tra i prodotti lombardi più apprezzati a Mosca vi sono macchinari e apparecchiature: nel 2021 ne abbiamo esportati dalla Lombardia per un valore di 527 milioni di euro (pari al 33,1% del made in Lombardia in Russia). Seguono i prodotti chimici per 237 milioni di euro (14,8%) e gli articoli di abbigliamento per 182 milioni di euro (11,4%). I settori dove c’è una maggiore presenza di micro e piccole imprese: alimentari, moda, mobili, legno, metalli. Con particolare riferimento al trend dell’export manifatturiero in Russia dal I al III trimestre del 2021 la provincia di Brescia ha esportato per 222 milioni di euro (il 14% dei 1.589 milioni di euro di export totale lombardo), valore in flessione negativa del 13,8% se paragonato tra il periodo 2013 e il 2021.

Le imprese bresciane guardano… al Messico

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia/Eventi/Export by

La Camera di Commercio di Brescia, in collaborazione con il Rotary Club Brescia Vittoria Alata, l’Azienda Speciale Pro Brixia e #SomosIbero Italia, ha organizzato oggi un incontro con l’Ambasciatore del Messico, Sig. Carlos Eugenio Garcia de Alba Zepeda, nell’ambito della sua visita a Brescia.

Nel corso dell’incontro, al quale hanno partecipato il Presidente dell’Ente camerale, Roberto Saccone, il Presidente del Rotary Club Brescia Vittoria Alata, Patrizio Campana,  e Pilar Moreno, Presidente di #SomosIbero sono state presentate, a 75  aziende bresciane, le opportunità offerte dal mercato messicano.

Le relazioni economiche tra Italia e Messico sono solide. L’Italia e’ il 13° fornitore del Messico e il suo secondo socio commerciale europeo, dopo la Germania. La quota di mercato attuale dell’Italia è del 1,2%. Le aziende italiane presenti in Messico in modo strutturato (inclusa la sola presenza commerciale) sono circa 350.

In particolare, nel 2020 (ultimo dato ufficiale rilevato), il valore delle esportazioni bresciane in Messico ammonta a 100.056.613 di euro, mentre il valore dell’import ammonta ad euro 9.082.658.

“Nel quadro complessivo del processo di internazionalizzazione delle nostre PMI – commenta il Presidente della Camera di Commercio, Ing. Roberto Saccone – il Messico, anche alla luce del nuovo Accordo con Unione Europea, è un Paese in grado oggi di offrire opportunità molto interessanti, con particolare riferimento a settori produttivi, quali  il manifatturiero e il metallurgico che stanno già riscuotendo ampio successo su quel mercato. La prospettiva per le nostre PMI, oltre che di operare esclusivamente in termini di esportazioni dei propri prodotti,  è anche quella di presidiare il territorio messicano con proprie unità produttive e commerciali, così da essere più vicini ai bisogni di quel mercato e rispondere più velocemente alle sue aspettative.”

“Sono orgoglioso di aver contribuito alla visita di SE L’ambasciatore nella nostra bellissima città, per rinforzare il rapporto di amicizia e di collaborazione culturale, economica ed istituzionale con il Messico – ha dichiarato il Dott. Patrizio Campana presidente del Rotary Club Brescia Vittoria Alata – L’iniziativa si colloca nei festeggiamenti del trentennale del nostro club. Un particolare ringraziamento va a Pilar Moreno per il valido e propositivo contributo organizzativo e per l’amicizia”.

Camera di commercio di Brescia, ecco i nuovi eventi

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Città e Hinterland/Economia/Zone by

Pubblichiamo di seguito, come di consueto, gli eventi settimanali promossi dalla Camera di commercio di Brescia e provincia.

18/22 – INCONTRI INFORMATIVI CON L’UTENZA DEL REGISTRO DELLE IMPRESE, 24 FEBBRAIO 2022

Giovedì 24 febbraio alle ore 14.30 si terrà il primo degli incontri informativi dedicati all’utenza del Registro Imprese programmati per l’anno 2022, nel corso del quale la Dirigente dell’Area Anagrafica illustrerà, tra l’altro, i seguenti argomenti all’ordine del giorno: strumenti per l’utenza, domicilio digitale e cassetto digitale, Runts (avvio), composizione negoziata della crisi d’impresa (impatti sul registro delle imprese). La partecipazione è libera e gratuita e sarà gestita da remoto, tramite piattaforma ZOOM.

Maggiori informazioni sul sito www.bs.camcom.it

19/22 – GIORNATA FOCUS PAESE OPPORTUNITA’ COMMERCIALI IN MESSICO, 25 FEBBRAIO 2022


Pro Brixia, Azienda speciale della Camera di Commercio di Brescia, in collaborazione con la Camera di Commercio di Brescia, organizza una giornata Paese con focus Messico, che si terrà venerdì 25 febbraio 2022 dalle ore 9.30 alle ore 11.30. All’incontro sarà presente l’ambasciatore del Messico Sig. Carlos Eugenio Garcia de Alba Zepeda, per illustrare le attuali opportunità commerciali ed economiche del Messico.

Maggiori informazioni alla pagina “Formazione per l’estero” sul sito www.bs.camcom.it

Indagine Confartigianato: un’azienda su quattro produce in perdita per i rincari

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Energia by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

Più di una Mpi bresciana su quattro (il 27,6%) sta producendo in perdita a causa del balzo dei prezzi delle commodities energetiche. È una delle tante evidenze significative che emerge dalla 7a edizione della Survey “Effetti del Coronavirus sulle Mpi lombarde” realizzata dall’Osservatorio di Confartigianato Lombardia alla quale hanno partecipato 380 micro e piccole imprese e imprese artigiane bresciane su un totale di 1.880 lombarde ascoltate.

«Sembra la tempesta perfetta: il costo delle materie prime è schizzato, la loro reperibilità è complessa, la bolletta ci propone cifre fuori controllo e gli imprenditori si trovano nella difficoltà di aggiornare i listini senza perdere ordini. Più in generale, guardando i dati che emergono, e considerando l’attuale situazione, notiamo un preoccupante raffreddamento del clima di fiducia in particolare per l’artigianato manifatturiero, con un aumento delle preoccupazioni e dei malumori che gli artigiani associati ci manifestano». Spiega il presidente di Confartigianato Brescia Lombardia Eugenio Massetti che prosegue: «Tra i dati che questa survey ci restituisce ce n’è uno positivo che ancora una volta conferma come le nostre imprese mettono coraggio e dedizione nella loro attività: a seguito dello scoppio della crisi il 62,2% delle Mpi bresciane (al di sopra del 55% a livello lombardo) ha messo campo azioni di sviluppo. È tipico dell’imprenditore: davanti alle difficoltà si rimbocca le maniche, cerca nuove strade, non si siede, risponde alle esigenze nuove del mercato affrontando il cambiamento».

Il 2021 ha fatto segnare un incremento importante della domanda rispetto all’anno precedente e le aziende hanno risposto assumendo nuovo personale e innovando processi, prodotti e modalità di approccio al mercato. Ciò che temono le imprese è l’incertezza, provvedimenti a corto raggio che frenano la propensione agli investimenti manifestata dal 64,7% circa degli imprenditori bresciani intervistati (dato al di sopra del 62,9% lombardo). Dati che, in generale, tra le imprese bresciane intervistate, sono più positivi rispetto al dato lombardo, ma negativi e peggiori nelle problematiche: caro energia, caro materie prime e difficoltà reperimento personale pesano di più che nelle altre province.

Nella survey emerge che il fatturato delle Mpi bresciane nel 2021, rispetto all’anno pre crisi 2019, segna un calo del -7% (contro l’8,8% a livello lombardo). Un’impresa bresciana su due (50,2%) nel 2021 segnala un recupero o il superamento dei livelli pre pandemia. Tra i settori in recupero figurano: edilizia, installatori di impianti e servizi di pulizia; mentre ancora in forte difficoltà le imprese dei settori moda, comunicazione con grafici e fotografi, lavanderia e pulitura di articoli tessili e pelliccia, taxi, Ncc e noleggio autobus con conducente.

Rispetto a come evolverà la situazione e a cosa si aspettano le imprese si rileva, rispetto ai risultati delle precedenti survey (l’ultima di settembre 2021), un incremento della quota di Mpi incerte rispetto all’andamento futuro del mercato (57,9% > 39,7% quota rilevata a settembre 2021). Le Mpi bresciane si attendono per i primi sei mesi dell’anno 2022 un trend del fatturato, rispetto ai primi sei mesi del 2021, in discesa del 2,6%. Previsione decisamente peggiore si rileva per le imprese dei servizi (-5,5%). Negativa ma superiore alla media invece la previsione effettuata dalle Mpi del manifatturiero (-1,9%) e in lieve crescita quella delle costruzioni (+0,9%).

Il 54,9% delle Mpi bresciane con dipendenti hanno registrato un incremento dell’attività nel 2021 rispetto all’anno precedente (2020) caratterizzato da lockdown e da limitazioni più stringenti. Quota che si alza al 64,9% per le costruzioni e al 60,5% per il manifatturiero, mentre scende al 47,7% per i servizi. La maggior parte di queste imprese per far fronte all’incremento di domanda ha assunto nuovo personale (45,1%), ha ricorso agli straordinari (37,9%) e ha utilizzato gli strumenti contrattuali di flessibilità (es. banca ore, flessibilità orario di lavoro, ecc.) nel 22,5% dei casi.

Come già più volte evidenziato le Mpi bresciane che hanno registrato migliori performance sono quelle delle costruzioni. Il buon andamento del settore è certamente trainato dai bonus edilizi, tra cui è compreso il superbonus 110%. Nello specifico, del 65% di piccole imprese del settore che lavorano con gli incentivi, il 42,9% lavora prevalentemente con le detrazioni ordinarie (bonus facciate, ristrutturazioni etc.), il 21% con le detrazioni ordinarie e il superbonus e solo l’1,6% in prevalenza unicamente con il superbonus 110%.

Per restare competitive sul mercato il 62,2% delle Mpi bresciane ha adottato, o intende adottare, una o più azioni di sviluppo che determinano metamorfosi più o meno rilevanti nel modo di fare impresa. Tra quelli maggiormente adottati: cambiamento dell’organizzazione interna (smart working, diversificazione turni/orari) nel 21,5% dei casi, miglioramento della qualità del personale nel 21,4% dei casi, diversificazione della produzione (20,1%), ampliamento del numero di committenti (19,1%) e attivazione nuovi canali di vendita (17,2%).

La quota di Mpi che si dice propensa a voler effettuare almeno un investimento nel 2022 si attesta al 64,7%. Queste imprese sono particolarmente orientate a puntare su capitale umano e formazione (68,1%), sostenibilità ambientale e risparmio energetico (53,3%) e capitale fisico (macchinari, capannoni, ecc.) nel 48,3% dei casi. Nei primi sei mesi dell’anno le Mpi che prevedono di introdurre nuovo personale sono il 33,9%.

Sono diverse le difficoltà che mettono a rischio la ripresa, quelle maggiormente subite dalle Mpi bresciane sono: l’elevato prezzo componenti energetiche (elettricità, petrolio, gas, ecc.) indicato come elemento che determina maggiore difficoltà dal 65,8% delle imprese bresciane (al di sopra della media lombarda al 60,2% dei rispondenti) e l’elevato prezzo materie prime (57,6%). Segnalate tra le criticità, da quote inferiori di imprese, anche la difficoltà nel reperire personale e nel trovare le competenze necessarie (32,6%).

Nello specifico, il balzo dei prezzi delle commodities energetiche sta portando la maggior parte delle Mpi bresciane (57,8%) ad assorbire i maggiori costi per lo più riducendo i margini e scaricando, una parte sul cliente finale, aumentando spesso solo parzialmente i listini. Nel 27,6% dei casi lavorano in perdita e nel 6% dei casi scelgono di non adempiere a contratti in essere.

Per il 38,7% delle Mpi bresciane nel 2021 è aumentato il fabbisogno di credito rispetto all’anno precedente. Il 40% dei casi le imprese hanno avanzato almeno una richiesta di credito alle banche nel corso del 2021: nel 44% dei casi per sostenere investimenti, nel 31,9% dei casi per ristrutturare il debito e nel 24,1% dei casi per finanziare il capitale circolante. Queste imprese che si sono rivolte alle banche nel 76,8% dei casi hanno ottenuto le concessioni richieste per lo più a condizioni pari o migliori rispetto al passato, come indicato dal 84,8% degli imprenditori.

SINTESI DATI CHIAVE BRESCIA

Dinamica fatturato Mpi 2019-2021: -7%
Quota Mpi che nel 2021 hanno raggiunto e/o superato i livelli di fatturato pre crisi Covid-9: 50,2%
Quota Mpi incerte rispetto andamento futuro del mercato: 57,9% (quota > al 39,7% settembre 2021)
Previsione trend fatturato nei primi sei mesi 2022 rispetto stesso periodo 2021: -2,6%
Mpi che hanno registrato incremento di domanda nel 2021 rispetto al 2020: 54,9%
Quota Mpi che hanno adottato azioni di sviluppo a seguito dello scoppio della crisi: 62,2%
Mpi propense ad investire nel 2022: 64,7%
Mpi più colpite da caro-commodities NO energy: 57,6%
Mpi più colpite da caro-commodities energy: 65,8%
Mpi più colpite da difficoltà reperimento personale: 32,6%
Balzo dei prezzi delle commodities energetiche determina che le Mpi bresciane nel 27,6% dei casi lavorano in perdita, nel 21,4% dei casi riducono o modificano l’orario di lavoro e nel 6% dei casi scelgono di non adempiere a contratti in essere.
Mpi con fabbisogno di credito in crescita nel 2021 rispetto al 2020: 38,7%

L’allarme di Confartigianato: caro carburanti devastante per l’autostrasporto

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Benzinaio, foto generica da Pixabay

Materia prime, beni energetici e pure i carburanti. In particolare, quest’ultimo pesa sulle imprese di trasporto, riducendone i margini. Ed ora si richiedono ristori. Se durante i periodi neri del lockdown più duro, l’autotrasporto è stato motivo di pubblico interesse e d’attenzione mediatica poiché un inceppamento delle operazioni avrebbe avuto come conseguenza scaffali vuoti nei supermercati e difficoltà di approvvigionamenti ora, quel settore, attraversa un momento particolarmente complesso perché gli aumenti vertiginosi delle materie prime, di luce e gas, riguardano anche il gasolio per autotrazione, che è ancora largamente il carburante più diffuso che fa muovere il trasporto merci in Italia. Il prezzo del diesel alla pompa, infatti, è salito in un anno del + 22,3% e il costo del pieno per un mezzo pesante è conseguentemente cresciuto di 150 euro. Prendendo come riferimento la percorrenza media di un mezzo pesante, il risultato è un aggravio di migliaia di euro l’anno per ogni automezzo.

«A tutela di migliaia di piccole e medie realtà attive in questo settore, chiediamo che si mettano in campo provvedimenti immediati per alleggerire la pressione sulle imprese – spiega il presidente di Confartigianato Lombardia, Eugenio Massetti – È il tempo di restituire parte di quel “tesoretto”, quantificato in un 1 miliardo di euro, incassato dal Fisco a titolo di extragettito derivante dalle accise sul prezzo alla pompa dei carburanti».«La situazione è allarmante perché si sta facendo strada l’ipotesi di spegnere i motori anziché rischiare di viaggiare in perdita – aggiunge il presidente del comparto Trasporto di Confartigianato Brescia, Tiziano Frisoni che prosegue – è importante prevedere crediti d’imposta sia per l’additivo Adblue per i mezzi diesel più moderni che per il gas naturale liquefatto LNG per controbilanciare gli effetti degli aumenti e dare ossigeno agli autotrasportatori, per i quali la voce carburante grava per il 30% dei costi aziendali. Bisogna intervenire subito: se pensiamo come l’aumento del prezzo del gasolio, solo pochi giorni fa sia andato oltre i 1700 euro per mille litri, ossia più del 13 per centro più della settimana precedente, possiamo immaginare dove e come questo extracosto andrà a scaricarsi: prima sulle imprese di trasporto, poi sulle aziende di trasformazione e infine sui consumatori e, quindi, sull’economia».

Camera di commercio di Brescia, ecco gli eventi settimanali

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Di seguito pubblichiamo, come di consueto, gli eventi settimanali della Camera di Commercio di Brescia e provincia.

13/22 – WEBINAR GRATUITI PER IMPRESE E PROFESSIONISTI: WEBINAR DIRE, 10 FEBBRAIO 2022

Prosegue il ciclo di incontri rivolto a imprese e professionisti che offre la possibilità di conoscere e approfondire i nuovi strumenti/software a disposizione degli utenti relativamente alla compilazione dei modelli base e degli adempimenti della piattaforma DIRE.

Gli incontri saranno gestiti in diretta sulla piattaforma ZOOM.

Le iscrizioni al prossimo webinar che si terrà giovedì 10 febbraio 2022 sono aperte.

Programma completo e modalità di partecipazione sono disponibili sul sito www.bs.camcom.it

14/22 – INCONTRI INFORMATIVI CON L’UTENZA DEL REGISTRO DELLE IMPRESE, 24 FEBBRAIO 2022

Giovedì 24 febbraio alle ore 14.30 si terrà il primo degli incontri informativi dedicati all’utenza del Registro Imprese programmati per l’anno 2022, nel corso del quale la Dirigente dell’Area Anagrafica illustrerà, tra l’altro, i seguenti argomenti all’ordine del giorno: strumenti per l’utenza, domicilio digitale e cassetto digitale, Runts (avvio), composizione negoziata della crisi d’impresa (impatti sul registro delle imprese).

La partecipazione è libera e gratuita e sarà gestita da remoto, tramite piattaforma ZOOM.

Maggiori informazioni sul sito www.bs.camcom.it

15/22 – GIORNATA FOCUS PAESE OPPORTUNITA’ COMMERCIALI IN MESSICO, 25 FEBBRAIO 2022

Pro Brixia, Azienda speciale della Camera di Commercio di Brescia, in collaborazione con la Camera di Commercio di Brescia, organizza una giornata Paese con focus Messico, che si terrà venerdì 25 febbraio 2022 dalle ore 9.30 alle ore 11.30.

All’incontro sarà presente l’ambasciatore del Messico Sig. Carlos Eugenio Garcia de Alba Zepeda, per illustrare le attuali opportunità commerciali ed economiche del Messico.

Maggiori informazioni alla pagina “Formazione per l’estero” sul sito www.bs.camcom.it

Brescia, produzione industriale a +14,8%: recuperati i livelli pre-Covid

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Il 2021 si chiude per il Made in Brescia con una crescita media annua della produzione pari al 14,8%, dopo la pesante caduta del 2020 (-16,2%). La dinamica rilevata nello scorso anno è la più intensa da quando è disponibile la serie storica ed è giustificata dalla vivacità dell’industria locale, che ha saputo velocemente interamente recuperare quanto perduto durante il lockdown nella primavera 2020.

A evidenziarlo è l’indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria Brescia sui dati relativi al 4° trimestre 2021.

Con riferimento al solo periodo tra ottobre e dicembre, l’attività produttiva ha registrato una variazione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (tendenziale) ancora in significativo incremento (+13,0%), che tuttavia è frutto principalmente dei recuperi sperimentati nei primi mesi dell’anno. Nella seconda metà del 2021, il sistema produttivo bresciano è stato protagonista di un movimento più contenuto, giustificato da un fisiologico rallentamento e dall’emergere di alcuni fattori che hanno limitato la produzione, quali la scarsità delle più rilevanti materie prime e semilavorati, nonché gli ingenti rincari del costo dell’energia, che hanno impattato significativamente sui comparti più energivori.

Nel dettaglio, la produzione industriale evidenzia un aumento sul trimestre precedente (congiunturale) di +4,1%, in parte influenzato dalla ripresa dell’attività, dopo la pausa nel mese di agosto. La crescita media annua rilevata nel 2021 è frutto di quanto ereditato dal 2020 (+4,9%) e di una componente propria pari a +9,4%. La variazione trasmessa al 2022 è positiva (+3,2%): ciò sta a indicare che la crescita nell’anno in corso troverà beneficio, dal punto di vista algebrico, dalla dinamica rilevata nel 2021.

“Il recupero nel 2021 dei volumi persi a causa della pandemia è un dato di partenza incoraggiante e le prospettive per il Made in Brescia dal lato della domanda sono positive, aspetto che contribuirà a dare sostegno ai livelli produttivi – commenta Franco Gussalli Beretta, Presidente di Confindustria Brescia –. Tuttavia, i recenti e ingenti rincari degli input energetici rischiano di compromettere questa situazione, determinando una serie di incognite sulla competitività delle nostre imprese per i mesi a venire e incidendo in modo importante sulle marginalità. In questo senso ci stiamo muovendo come associazione per cercare una soluzione comune al problema, pur nella consapevolezza di come la dinamica sia legata a fattori mondiali.”

Le prospettive a breve termine rimangono positive, nonostante le molteplici nubi recentemente addensatesi sullo scenario previsivo: le aziende che stimano un miglioramento della situazione nei prossimi tre mesi sono il 45%. Quelle che prevedono di mantenere i livelli attuali sono il 44%, mentre l’11% stima un calo dell’attività. In tale contesto, i maggiori elementi di incertezza riguardano, tra l’altro, la nuova ondata pandemica (che frena i consumi nei servizi) e la persistente scarsità di commodity industriali e i prezzi abnormi dell’energia (che minano i margini aziendali). È opportuno inoltre ricordare come importanti segmenti dell’industria locale siano a rischio di dover sospendere l’attività per eccesso di costi che vanno a erodere la marginalità, nonostante la forte domanda proveniente dalla clientela. Infine, non vanno dimenticate le inedite pressioni inflattive (che limitano il potere d’acquisto delle famiglie) e le crescenti tensioni geopolitiche nell’ex Unione Sovietica.

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