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Confartigianato - page 8

Massetti (Confartigianato): e-commerce sì, ma di prossimità

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Tech/Web e digitale by

Il presidente Massetti: «A Natale, sul web e non solo, compriamo artigiano»

Compra artigiano. È l’appello a sostenere e acquistare direttamente dai piccoli produttori, dalle attività artigianali e commerciali attualmente penalizzate e costrette a chiudere o a resistere, ma sopratutto a reinventarsi. «Quello che ci attende sarà un Natale diverso e difficile. Auspicando che nel mese di dicembre si allentino alcune restrizioni e si mettano artigiani e commercianti nella condizione di lavorare senza perdere questo prezioso momento, vogliamo lanciare un appello: regalate prodotti del nostro artigianato. Quella che sosteniamo non è una campagna contro qualcuno. È un appello a fare più attenzione a dove spendere i propri soldi. Per chi può permetterselo, meglio un prodotto di qualità in più che due scadenti. Meglio perdere un po’ di tempo per fare uno shopping mirato anche on line: la stragrande maggioranza delle attività artigianali e commerciali in questi mesi ha adottato servizi di vendita on line, così come la consegna in delivery per favorirne la distribuzione. Evitiamo di alimentare i cosidetti giganti dell’web, piattaforme come Amazon, che in questi mesi hanno incrementato enormemente i loro affari anche a scapito delle attività artigianali e commerciali locali che stanno soffrendo e rischiano di perdere l’appuntamento clou del Natale». Cosi il presidente di Confartigianato Brescia a e Lombardia Eugenio Massetti che prosegue: «Non è vero che l’emergenza sanitaria impone sacrifici a tutti: secondo un recente studio circa la metà delle imposte dei giganti del web, da Amazon a Google, passando per Apple e Microsoft, fino a aziende cinesi e del software va in Paesi con fiscalità agevolata nonostante nell’ultimo quinquiennio abbiano più che raddoppiato il fatturato a un ritmo 10 volte superiore a quello delle grandi aziende manifatturiere. È ora di cambiare rotta. Da quando la pandemia è scoppiata nel nostro Paese, alle categorie produttive è stato chiesto un grande sforzo di responsabilità: abbiamo chiuso le nostre attività per tre mesi, abbiamo investito per mettere in sicurezza luoghi di produzione e di vendita, abbiamo nuovamente richiuso. Questa volta siamo noi a chiedere un’assunzione di responsabilità: comprate prodotti dell’artigianato locale e se non è possibile farlo di persona, i canali per il loro acquisto non mancano. La svolta digitale che stanno compiendo le imprese bresciane impegnate e coinvolte in questa transizione, anche obbligata per via della pandemia, vede oltre il 60% delle nostre imprese implementare canali web, sistemi di vendita e distribuzione on line, aggiornamento software, rendendo questi servizi possibile. Anche Confartigianato ha realizzato un suo portale: “ComprArtigiano”, uno store virtuale ma che ha una sua prima sede fisica nella capitale e che presenta e vende tutto 100 per cento made in Italy. Il ricorso a negozi locali o all’economia circolare per i regali delle prossime festività non è solo un invito a non ordinare su Amazon, è anche una petizione positiva a beneficio dei commercianti locali e di un e-commerce “più sostenibile”. I nostri artigiani lì ci sono già: dalla pasticceria, bevande, a tutto l’alimentare in genere, libri e poi cravatte, vestiti e prodotti sartoriali, prodotti per la casa, l’ufficio, la “casa-ufficio”, complementi d’arredo e artigianato locale. E poi è sempre possibile sostenere le attività locali, commerciali, acquistando abbonamenti per attività che ci si augura riapriranno presto: piscine, palestre, centri estetici e poi cene e colazioni presso bar e ristoranti di fiducia che con il rischio che le restrizioni anti-Covid e in vista degli acquisti di natale a favore del gigante dell’e-commerce rischiano tutto. Dobbiamo tutti fare uno sforzo e salvare l’intera filiera dei negozi di quartiere, identità dei nostri territori, patrimonio di cultura e saper fare, ma soprattutto posti di lavoro che non verranno rimpiazzati» conclude il presidente Massetti.

Coronavirus, ecco il manifesto delle categorie imprenditoriali della Provincia di Brescia

in Aib/Api/Associazione Artigiani/Associazioni di categoria/Camera di commercio/Cdo/Cna/Confagricoltura/Confartigianato/Confesercenti/Economia/Salute by

LE ASSOCIAZIONI IMPRENDITORIALI BRESCIANE HANNO SOTTOSCRITTO UN MANIFESTO UNITARIO PER PRENDERE POSIZIONE SUL CORONAVIRUS E CHIEDERE AZIONI CONCRETE A GOVERNO E REGIONE. LO PUBBLICHIAMO IN MANIERA INTEGRALE:

La salute e la tutela sanitaria della comunità locale oggi sono e devono restare la priorità dell’agire quotidiano.

Ne sentiamo la responsabilità; come nei mesi scorsi, intendiamo contribuire alla salvaguardia e alla tutela delle persone, rispettando le indicazioni contenute nel DPCM del 4 novembre.

Invitiamo tutti a fare altrettanto: rispettiamo scrupolosamente le prescrizioni previste dal DPCM perché questo contribuirà a limitare la diffusione del virus.

Testimoniamo con i fatti, quindi con i comportamenti e i dati sanitari, che Brescia non può e non deve essere individuata tra le zone rosse del Paese.

Per questo abbiamo preso atto, responsabilmente seppur con stupore, della decisione Governativa di classificare la provincia di Brescia all’interno della zona rossa lombarda.

Lo abbiamo fatto nonostante siamo pienamente consapevoli dell’impatto che una simile decisione determinerà in generale sul sistema delle imprese locali, già duramente provate dal precedente lockdown e dall’innegabile crollo dei consumi.

Lo facciamo perché siamo consapevoli che non ci potranno essere occupazione e lavoro, benessere e consumi, se non si tornerà ad una situazione sanitaria sicura e stabile, tale da ridare fiducia alla gente, consentendole di tornare ad una vita normale, senza limitazioni di mobilità, orari e socializzazione.

Siamo seriamente preoccupati per le conseguenze sociali, economiche, per il crescente disagio sociale che giorno dopo giorno registriamo in un territorio già profondamente ferito dal lockdown di inizio anno.

La nuova ondata della crisi Coronavirus, infatti, sta producendo un ulteriore shock sul benessere sociale e sulle attività economiche della nostra provincia, spesso in modo irrimediabile.

Chiediamo al Signor Ministro della Salute e al Governatore della Regione di condividere sin d’ora i 21 elementi che determinano la scelta per la zonizzazione del territorio, al fine di poter spiegare a tutti i nostri interlocutori lo stato di fatto.

Chiediamo anche che si passi dalla zonizzazione di perimetro regionale ad una con criterio provinciale, laddove i 21 indici sanitari dimostrino che l’area bresciana non si caratterizza con lo stato di crisi sanitaria di massima gravità.

Pretendiamo altresì che dalle parole si passi ai fatti, traducendo le promesse fatte dal Governo e dal Presidente del Consiglio in veri, tangibili ed automatici ristori per tutti coloro i quali oggi devono abbassare le serrande senza certezze per il futuro, per le filiere collegate e per chi lavora in tali attività. Ci aspettiamo che le possibili soluzioni arrivino in tempi brevi, considerate la gravità della situazione e l’importanza di fornire alle imprese risposte chiare ed immediate.

Parimenti ci attendiamo che tutti gli Enti Locali sospendano l’esazione di tutti i tributi locali a carico delle imprese nuovamente fermate dal lock down e di tutte quelle che, essendo in filiere di queste, vedono le loro attività ridursi drasticamente.

Specificatamente e con vigore chiediamo all’Amministrazione finanziaria di permettere a tutte le attività lese dall’ultimo decreto, di derogare i termini del versamento degli acconti di tutte le imposte nazionali posticipandoli ad aprile 2021, come già concesso dal cosiddetto “Decreto agosto” per le attività colpite dalla prima ondata.

Parimenti, chiediamo con fermezza che la Pubblica Amministrazione rispetti i tempi di pagamento verso il privato e limiti al massimo le disfunzioni burocratiche derivanti da una non corretta modalità di accesso agli uffici e di organizzazione dello smart working.

Auspichiamo inoltre che il Sistema bancario sia alleato dell’impresa locale, assicurandole liquidità e flessibilità nella gestione della gestione dei flussi finanziari

Se non ci sarà l’impegnò di tutti, Istituzioni e sistema bancario in primis, assisteremo alla scomparsa di una parte significativa del sistema bresciano d’impresa.

A tutti, in questo momento, spetta il dovere di sostenere la filiera d’impresa locale, attivando ogni iniziativa che possa difendere questo patrimonio, per traghettarlo aldilà di questa fase di grande incertezza, proiettandolo verso una nuova dimensione di sviluppo economico-sociale.

ANCE – COLLEGIO COSTRUTTORI EDILI
APINDUSTRIA
ASCOM – ASSOCIAZIONE COMMERCIANTI – CONFCOMMERCIO
ASSOCIAZIONE ARTIGIANI
ASSOPADANA
CIA – CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI EST LOMBARDIA
CNA – CONFEDERAZIONE NAZIONALE DELL’ARTIGIANATO 
COLDIRETTI BRESCIA – FEDERAZIONE PROVINCIALE COLDIRETTI BRESCIA
CONFAGRICOLTURA – UNIONE PROVINCIALE AGRICOLTORI
CONFARTIGIANATO IMPRESE BRESCIA E LOMBARDIA ORIENTALE
CONFCOOPERATIVE BRESCIA
CONFESERCENTI DELLA LOMBARDIA ORIENTALE CONFINDUSTRIA BRESCIA
FAI – FEDERAZIONE AUTOTRASPORTATORI ITALIANA

Massetti (Confartigianato): non possiamo permetterci un secondo lockdown

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Salute by

«I numeri confermano quanto i nostri imprenditori ci ripetono da giorni: non possiamo permetterci un secondo lockdown. Questa seconda ondata e le necessarie restrizioni avranno un impatto già molto duro sull’economia lombarda e dunque bresciana, che diventerebbe tragico di fronte a una chiusura generalizzata come quella della scorsa primavera». Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia lo ha sostenuto di fronte agli altri attori economici ed istituzionali lombardi nel corso degli ultimi Stati Generali del Patto per lo Sviluppo di Regione Lombardia, e lo ribadisce commentando i dati appena elaborati dall’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia. L’Osservatorio ha stimato, alla luce della nuova ondata di Covid-19 in corso, quale potrebbe essere l’impatto economico sulle imprese lombarde, che si concretizzerebbe in una minore crescita tra 2020 e 2021 di 19,9 miliardi di euro, ovvero 1.977 euro per abitante. Sulla base dei rispettivi pesi del valore aggiunto e delle esportazioni si sono calcolate le stime provinciali. Per Brescia una minore crescita nel 2020 di 616 milioni di euro e 1.679 milioni per il 2021: un totale di 2.291 milioni.

«Ora l’unico modo per sostenere il coraggio delle imprese è una forte assunzione di responsabilità da parte di tutti; ognuno faccia la sua parte, istituzioni, imprese e cittadini. Solo con il gioco di squadra e un impegno consapevole potremo riuscire a salvaguardare insieme salute ed economia, arginando il più possibile le conseguenze della pandemia di Covid-19» conclude il presidente Eugenio Massetti.

Il bresciano Sarnico rieletto alla presidenza di Confartigianato Legno

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Nomine by

Giovanni Battista Sarnico, 49 anni, socio della “Sarnico Falegnameria di Sarnico Vincenzo Sas” di Ospitaletto e sindaco del medesimo Comune, è stato confermato presidente nazionale della categoria di Confartigianato Legno per il prossimo quadriennio. Affiancheranno il presidente Sarnico nel Consiglio direttivo di Confartigianato Legno: Bruno Mazzariol in rappresentanza del Veneto, Tullio Polo per il Trentino, Samuele Broglio per il Piemonte e Leonardo Fabbroni per la Toscana. In Confartigianato gli imprenditori artigiani del legno-arredo sono organizzati in 3 Associazioni di mestiere: Arredo, Legno, Tappezzeria. Il totale delle imprese operanti in questi settori sono a livello nazionale 67.690 di cui 44.779 artigiane. Nel 2019 il nostro Paese ha esportato legno e mobili per un valore di 11,8 miliardi di euro risultando il terzo paese nell’Unione Europea dopo la Germania e la Polonia.

Soddisfazione espressa dal presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti: «Un ottimo risultato, che conferma la grande considerazione che gode Confartigianato Brescia a livello nazionale nel campo del lavoro e dell’operato di Confartigianato in rappresentanza dell’impresa e in particolare del settore della lavorazione del legno: rivestimenti, mobili e complementi d’arredo “made in Italy” che entrano nelle case e negli uffici di tutti noi sono da sempre protagonisti della storia del design e apprezzati per stile in tutto il mondo insieme al cibo e alla moda».

«La federazione di categoria alla quale appartengo è stata costituita allo scopo di tutelare e promuovere gli interessi specifici dell’intero comparto artigiano del legno e dell’arredo. La bottega si è evoluta con tecnologie nuove e la progettazione digitale, ma il legno mantiene sempre una giovinezza nel solco della tradizione. Un settore con un futuro: il legno rimane un materiale sempre “nuovo”, capace di inserirsi appieno nel processo della circolarità e della sostenibilità. Tra gli indirizzi di mandato ci sarà forte attenzione alla normativa tecnica dei prodotti della filiera; la semplificazione dei procedimenti per le detrazioni d’imposta per interventi di ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica; le intese con istituti per la certificazione e le prove nel settore legno; il rilancio della formazione professionale e il rafforzamento del presidio di tutti gli ambiti istituzionali e di rappresentanza in cui Confartigianato legno è presente» ha testimoniato il presidente nazionale della categoria Giovanni Battista Sarnico.

Artigiani Welfare Index Pmi 2020: premiata la Galvanica Sata Srl di Castenedolo

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia by

«Le nostre imprese a valore artigiano hanno da sempre una dimensione sociale legata alle persone, alle famiglie e al territorio. Investire nel benessere di chi lavora in azienda e delle rispettive famiglie fa crescere l’impresa stessa, le famiglie e le comunità ed è nel dna delle imprese artigiane stesse. Attraverso il sostegno al welfare aziendale, crescente in questa difficile fase condizionata dalla pandemia, le nostre imprese si sono dimostrate sensibili e ancora più attente a questo fondamentale aspetto. Il premio ricevuto dalla Galvanica Sata Srl di Castenenedolo ne è la conferma. Le congratulazioni di tutta la grande famiglia di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale per questo prestigioso riconoscimento nazionale, a conferma che è la strada giusta per affrontare le sfide dell’impresa di domani» così il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti a seguito del riconoscimento Premio Welfare Index Pmi nella categoria artigianato per le loro iniziative di welfare aziendale e i progetti per la tutela della sicurezza e del benessere dei dipendenti consegnato (nella foto il titolare Alessandro Savoldi, ndr) nei giorni scorsi a Roma alla presenza del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Tra le motivazioni che hanno permesso di ottenere il premio alla Galvanica Sata, durante l’emergenza, l’adesione alle campagne sul territorio “AiutiAMO Brescia” e “Io pago i fornitori” con bonifici celeri per prevenire insoluti e favorire la ripresa delle attività. La Galvanica Sata srl, che si occupa di trattamenti superficiali dei metalli per conto terzi, per i dipendenti ha continuamente aggiornato i protocolli di prevenzione e di emergenza, sottoscrivendo anche una polizza assicurativa durante il periodo di emergenza Covid-19 a tutela dei dipendenti. Un altro intervento di welfare significativo è stato l’inserimento di una persona che si occupa proprio della gestione del personale, della sua formazione, preparazione e crescita professionale e che tiene aggiornati i dipendenti in merito a tutte le iniziative di welfare sul territorio. E poi smart working, sostegno alla maternità con bonus e orario agevolato. Grande attenzione a 360°: la ditta ha organizzato un corso esterno con l’ausilio di un fisioterapista per lezioni teoriche e pratiche sulla corretta movimentazione dei carichi.

«Un aspetto da sempre caro a Confartigianato, impegnata ad offrire risposte strutturate alla crescente e diversificata domanda di welfare degli artigiani e delle micro e piccole imprese da oltre 30 anni a favore del benessere dei collaboratori delle aziende con gli strumenti della bilateralità, garantendo interventi efficaci e su misura per il sostegno al reddito, la tutela della salute, la formazione continua, come è avvenuto anche durante la crisi scatenata dalla pandemia da Covid-19. Ora – conclude il presidente Massetti – in questa delicata fase che fa seguito al lockdown della primavera scorsa e di convivenza con il rischio epidemico, il welfare rappresenta per Confartigianato una delle priorità alla quale dedichiamo molteplici iniziative per intercettare e soddisfare le richieste di servizi e assistenza espresse da imprenditori, imprese, persone e famiglie. Significative sono le esperienze avviate sul territorio di welfare di comunità che fa crescere l’impresa, ma soprattutto il Paese».

Nel corso dell’evento è stato presentato il Rapporto sullo stato del welfare nelle piccole medie imprese italiane dal quale emerge che il welfare aziendale esce rafforzato dalla crisi Covid-19 e si afferma come una leva strategica per affrontare l’emergenza e per la ripresa sostenibile del Paese. Nel dettaglio, il Rapporto 2020 ha messo in evidenza come la crisi Covid abbia impresso un salto di qualità al welfare aziendale: per la prima volta le imprese attive superano il 50%, il 78,9% delle imprese ha confermato le iniziative di welfare in corso e il 27,7% ne ha introdotte di nuove o ha potenziato quelle esistenti. Le imprese sono state punto di riferimento per la comunità e quelle con un welfare più maturo hanno avuto una maggiore capacità di reagire all’emergenza. L’80% delle PMI ha dato materiali e fornito informazioni di tipo sanitario ai lavoratori mentre il 12% delle imprese ha attivato canali di supporto e servizi di consulto medico e assistenza sanitaria a distanza. Il 26,4% ha anche attuato iniziative aperte alla comunità esterna e di sostegno al sistema sanitario nazionale. L’esperienza di crisi ha cambiato la cultura di gestione dell’impresa: il 91,6% delle PMI ha infatti dichiarato di avere acquisito maggiore consapevolezza della centralità della salute e della sicurezza dei lavoratori e oltre il 70% ha affermato che in futuro il welfare aziendale avrà maggior rilievo. Infine, il 65% ha dichiarato che l’azienda contribuirà maggiormente alla sostenibilità del territorio in cui opera.

Massetti: mancano gli stranieri, bisogna puntare sul turismo di prossimità

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Turismo by

Il 2020 sarà un anno difficile per il turismo della nostra provincia. Un settore che interessa 3.862 imprese artigiane bresciane che intercettano la domanda dei consumi turistici e che deve far a meno, come minimo, della metà dei visitatori stranieri che rappresentavano sino allo scorso anno i tre quarti dell’intero turismo movimentato nella nostra provincia. Le previsioni, raccolte e stimate dall’Osservatorio di Confartigianato Lombardia, indicano a livello nazionale una flessione del 44% di visitatori internazionali e tenendo conto degli arrivi previsti sui due principali aeroporti regionali è previsto su Milano il -58,5% e su Bergamo il -49,6% di arrivi. Stiamo parlando di milioni di arrivi: 9.725.552 il totale presenze per la nostra provincia del 2019. Solo nel periodo estivo (luglio-agosto 2019) 4.927.388.

«Un dato che preoccupa è e sarà la mancanza di turisti stranieri: da sempre percentuale preminente sul totale delle presenze estive di turisti della nostra provincia rappresentando oltre il 75%. Non possiamo che rilanciare e puntare esclusivamente sull’idea di turismo di prossimità interno e locale. Uno scenario in cui il “saper fare” artigiano diventa una componente essenziale del fattore attrattivo del territorio con le diverse specializzazioni che permetteranno di mettere in rete realtà differenti, in una logica di promozione integrata e flessibile, che contempli sia le imprese della ricettività, sia quelle in grado di elevare il livello di attrattività per specificità produttive, come la moda e design, enogastronomiche, dei servizi e culturali» commenta il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti.

Le imprese artigiane che operano in attività economiche a vocazione turistica alla fine del II trimestre 2020 sono in Lombardia 32.388 (erano 31.994 nello stesso periodo di un anno fa), pari al 13,3% dell’artigianato lombardo. A Brescia sono 3.862 (erano 3.966 nello stesso periodo di un’anno fa) le imprese potenzialmente interessate da attività turistiche, l’11,6% sul totale dell’artigianato e che occupa 13.419 addetti. Di queste, 947 attività si occupano di abbigliamento e calzature, 884 manifatturiere e dei servizi (comparto prezioso che comprende attività dell’artigianato nella fotografia, cornici, gioielleria e bigiotteria, ceramica e vetro, lavorazioni artistiche del marmo, del ferro, del rame e dei metalli, cure per animali domestici, centri benessere e palestre). Sono invece 947 quelle si occupano di abbigliamento e calzature, 626 di agroalimentare, 311 di bar, caffè, pasticcerie, 680 ristoranti e pizzerie, 402 di trasporti.

La rilevazione dell’Osservatorio di Confartigianato Lombardia di fine maggio 2020 su oltre 400 imprese bresciane aveva evidenziato nel bimestre aprile-maggio un calo del fatturato più ampio di 8,5 punti (-61,3% vs -52,7%) rispetto alla media per le MPI che intercettano una significativa domanda turistica. I settori con una maggiore presenza di MPI che intercettano a domanda turistica sono trasporto persone (88,5%), Alimentari (47,2%), Comunicazione: grafici e fotografi (41,5%), Rosticcerie/cibi da asporto e ristorazione (40,0%), Lavanderia e pulitura di articoli tessili e pelliccia (35,0%), Moda – tessile, abbigliamento, calzature, occhiali e gioielleria (27,5%) e Legno-arredo (20,0%).

Se a livello provinciale più alte incidenze dell’artigianato nei settori a vocazione turistica sul totale dell’artigianato provinciale si rintracciano per Milano (18,5%) e Mantova (13,8%), Varese (12,3%) è Brescia al primo posto per presenza nel periodo estivo (luglio-agosto 2019) con 4.927.388 turisti, davanti anche a Milano (3.971.811 turisti) ma con una quota di presenze estive di turisti italiani sul totale che si attesta solo al 23,3%.

«Ci auguriamo che, nonostante le evidenti difficoltà, le nostre imprese sapranno mettere a sistema le loro competenze e la loro esperienza per continuare a fare di Brescia e della Lombardia una meta turistica attraente ed attrattiva. Ne va di una fetta importante dell’economia del nostro territorio, di posti di lavoro, di tradizioni e capacità artigiane uniche che rischiano di andare perse» conclude il presidente di Confartigianato Eugenio Massetti.

Superbonus 110% e cessione del credito: giovedì il webinar di Confartigianato

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Nel Decreto Rilancio convertito in legge e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 luglio, è stato rafforzato il cosiddetto superbonus 110% per realizzare interventi di efficienza energetica e misure antisismiche sugli edifici effettuati dal 1° luglio 2020 fino al 31 dicembre 2021. La misura, già prevista per le prime case e in condominio anche per le seconde case, è stata estesa alle seconde case composte da una o più unità immobiliari dello stesso proprietario e può essere applicata anche agli interventi di demolizione e ricostruzione. Confermata altresì la possibilità di cessione del credito alle banche e ad altri istituti di credito.

Per presentare tutte i vantaggi di questo provvedimento Confartigianato ha in programma per giovedì 6 agosto, in diretta streaming, a partire dalle ore 17 l’incontro: “Superbonus 110% e cessione del credito”. Durante il webinar esperti presenteranno nel dettaglio tutte le opportunità che il superbonus offre alle imprese e gli strumenti di partenariato che Confartigianato sta mettendo in campo per consentire agli imprenditori di sfruttare al meglio le opportunità offerte dal superbonus. Per seguire la diretta dell’incontro è necessaria l’iscrizione online. La conclusione dell’incontro, riservato agli associati di Confartigianato, è prevista per le 19.

Per informazioni e chiarimenti contattare l’Area Sviluppo Associativo di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale ai numeri 030.37.45.324/284/283 oppure scrivendo a: area.categorie@confartigianato.bs.it

Imprese e credito, Massetti (Confartigianato): quasi un’impresa su due ha fame di liquidità

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Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

Il crollo dei ricavi a seguito dell’interruzione dell’attività produttiva durante l’emergenza sanitaria ha generato un fabbisogno di liquidità eccezionale e il 75,9% delle imprese lombarde ha fatto ricorso ad uno o più strumenti per contrastare la crisi di liquidità e, tramite le misure di sostegno come le garanzie pubbliche previste dal Decreto ‘Liquidità’, il 40,5% delle imprese con 3 addetti e più ha indicato di aver dovuto ricorrere a nuovo credito bancario. In pratica, la garanzia pubblica del Fondo sostituisce le costose garanzie normalmente chieste per ottenere un finanziamento e Brescia non si sottrae a questa logica, anzi: si colloca al secondo posto solo dopo Milano e prima di Bergamo per domande al Fondo di garanzia e importi finanziati. Lo studio, diffuso dall’Osservatorio di Confartigianato Lombardia su dati pubblicati dal Fondo di Garanzia, mostra come al 6 luglio le domande arrivate e relative alle misure introdotte con i decreti ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’ nella sola provincia di Brescia siano state 20.454 totali, di cui 17.274 per operazioni fino a 30 mila euro (l’84,5%) e 3.180 sopra i 30 mila euro. «Credito destinato solo per restare in piedi e quel che è peggio è che al momento non si vedono certo finanziamenti per investimenti, perché ora le imprese hanno necessità di finanziare l’attivo circolante. Il peggio sarà in autunno quando vedremo un aumento ulteriore dei finanziamenti al termine del periodo previsto di moratoria» ha commentato il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti leggendo in dati diffusi.

Gli importi finanziati alle imprese bresciane ammontano complessivamente a 1.641 milioni di euro: quelli erogati per operazioni fino a 30 mila euro ammontano a 358 milioni (21,8%) e quelli erogati per operazioni superiori a 30 mila euro ammontano a 1.283 milioni. Gli importi medi dei finanziamenti alle imprese bresciane sono pari a 80.216 euro per il totale, a 20.706 euro per operazioni fino a 30 mila euro e a 403.480 euro per operazioni superiori a 30 mila euro. Il rapporto tra finanziamenti e valore aggiunto – che fornisce una misura del peso degli interventi in rapporto alla dimensione dell’economia del territorio – è più elevato a Lecco (5,4%), Bergamo (4,4%), Brescia (4,2%) e Como (4,0%).

Il presidente Massetti precisa: «Uno degli strumenti messi in campo dal governo più richiesti dalle micro e piccole imprese che hanno avuto necessità di liquidità per affrontare la ripresa è quello delle moratorie, cioè della sospensione delle rate dei mutui in corso fino al 30 settembre. E anche noi attraverso la nostra Cooperativa Artigiana di Garanzia, braccio operativo di Confartigianato, abbiamo portato avanti circa il 60% di pratiche moratorie sulle nostre operazioni già in essere, per le imprese che lo hanno richiesto usufruendo della moratoria. Ma anche il finanziamento tramite il Fondo di garanzia è stato apprezzato. Basti pensare che come Confartigianato Brescia abbiamo gestito centinaia di richieste di questo tipo, sia consulenziale, sia per supportare la concreta compilazione dei moduli necessari per ottenere gli importi medi, proprio intorno ai 20 mila euro, che le banche mediamente hanno erogato in 20-25 giorni» afferma Massetti che conclude: «Il banco di prova sarà a fine estate quando terminerà il periodo previsto di moratoria, ma già oggi, quel che è peggio è che al momento non si vedono ancora finanziamenti per investimenti ma solo la necessità per le imprese di stare a galla, finanziando l’attivo circolante».

In generale, però, ad aprile si registra un calo dei prestiti alle piccole imprese della nostra regione, in miglioramento rispetto allo stesso mese del 2019 solo per Sondrio (da meno 5,9% a meno 2,1%) e Bergamo (da meno 8% a meno 6,5%) e in peggioramento per le altre province tra cui Brescia: da -5,5%, a -5,9% la variazione della dinamica del prestiti alle piccole imprese tra aprile 2020 e aprile 2019. A livello regionale lo Studio di Confartigianato analizza infine che tra gli strumenti non bancari la modifica delle condizioni e dei termini di pagamento con i fornitori è stata adottata dal 22,9% delle aziendementre il 24,1% è ricorso alle attività liquide presenti nel proprio bilancio. Il 12% ha modificato condizioni e termini di pagamento con i clienti, mentre l’8,6% ha rinegoziato i contratti di locazione degli immobili strumentali.

Bilancio Confartigianato, Massetti: abbiamo messo fieno in cascina per affrontare questi tempi bui

in Associazioni di categoria/Bilanci/Confartigianato/Economia by

L’Assemblea Ordinaria 2020 di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale ha approvato all’unanimità, dopo la relazione del presidente Eugenio Massetti, il bilancio consuntivo 2019. Un’assemblea che, per la prima volta nella storia dell’organizzazione, si è tenuta virtualmente, con gli aventi diritto dell’assemblea collegati in modalità webinar e che ha visto, dopo la relazione del presidente Eugenio Massetti affiancato dal segretario generale Carlo Piccinato, l’esposizione dei risultati di bilancio della gestione 2019 da parte del direttore di Upa Servizi Fulvio Tedoldi che hanno confermato per il 10° anno consecutivo risultati positivi: «Abbiamo messo fieno in cascina per affrontare questi tempi bui e quelli che verranno – ha commentato il presidente Massetti che ha proseguito – stiamo vivendo una situazione straordinaria e gli eventi traumatici che abbiamo tutti sperimentato ci hanno insegnato a guardare al futuro con occhi diversi. Le nostre MPI artigiane sono state chiamate ad adeguarsi ad uno scenario completamente nuovo, dove si è accorciata la catena del valore, dove sono richieste resilienza, velocità ed efficacia nell’agire. Ma hanno anche sperimentato ed implementato positivamente le tecnologie digitali e visto valorizzare il legame che da sempre intrattengono con il territorio».

In sintesi, il presidente Massetti, numero uno anche a livello regionale, ha presentato con soddisfazione un bilancio positivo per il 10° anno consecutivo di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale (12 dipendenti) con ricavi per 1,576 milioni euro e un utile netto d’esercizio di 155.698 euro in crescita rispetto all’utile di 118 mila del 2018. Contestuale l’approvazione del bilancio di Upa Servizi srl, la società di servizi di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale che si occupa dell’erogazione dei principali servizi alle imprese associate (con 128 dipendenti) con uno stato patrimoniale all’attivo al 31.12.2020 di 7,869 milioni di euro e un utile d’esercizio di 87.207 euro in aumento rispetto ai 70.859 euro dello scorso anno.

«In un mondo tutt’ora scosso dalla brutale pandemia e in un frangente non facile per i processi economici e la tenuta della nostra struttura sociale voglio soffermarmi sulla fiducia – ha sottolineato Massetti nel suo intervento – perché la sua mancanza frena la ripartenza. Fiducia che passa per il consolidamento del binomio imprese-territorio, che tanto ha garantito nel momento dell’emergenza, e che richiede la messa in atto di una serie di azioni per rendere stabile, autorevole, responsabile e puntuali l’impresa e altrettanto performanti i suoi interlocutori. Auspichiamo che la nostra costante presenza e le sollecitazioni portate a tutti i livelli possano essere un valido supporto alla definizione dei prossimi documenti di programmazione economica, che dovranno essere un manifesto della concretezza capace di far espandere l’attualità, fatta di esigenze di ammortizzatori sociali e bisogno di liquidità, verso una prospettiva futura; una visione del Paese dei prossimi anni».

LO STUDIO – Qui, nello specifico, all’Assemblea il presidente Massetti ha presentato i numeri che stanno caratterizzando il tessuto economico imprenditoriale passato dai ultimi lunghi mesi di chiusura e che deve ancora fare i conti con una situazione di difficile ripresa e che teme un ulteriore momento di estrema difficoltà a settembre. Dati emersi e diffusi dallo studio realizzato per l’occasione dall’Osservatorio di Confartigianato Lombardia (che si allega, ndr), sui primi effetti crisi da Covid-19, risultati pre pandemia, dati chiave, confronti tra province lombarde e due driver della ripresa: green e digitale.

La recessione in corso influenza la demografia di impresa, seppur l’analisi degli ultimi dati relativa a maggio 2020 evidenzia un segnale di attenuazione rispetto al trend di marzo e aprile, i due mesi del lockdown. Nella provincia di Brescia, se a marzo 2020 le iscrizioni scendono del 38,1% rispetto a marzo 2019, ad aprile il calo arriva al -71,3% ma a maggio il calo si riduce attestandosi sul -45,6%: nel complesso del trimestre in esame la riduzione è del 50,5%. In provincia di Brescia al I trimestre 2020 si contano complessivamente 33.336 imprese artigiane, pari al 28,5% del totale imprese (116.875). Nel I trimestre del 2020 l’artigianato presenta una dinamica demografica negativa data da 691 iscritte e 932 cessate non d’ufficio con un saldo negativo dunque di 241 unità.

MERCATO DEL LAVORO. L’analisi dei dati mensili dell’Istat, disponibili solo a livello nazionale, evidenzia che ad aprile 2020 si registra una marcata diminuzione dell’occupazione rispetto a marzo. A livello provinciale, poiché disponiamo solo di dati Istat annuali, non è possibile una lettura aggiornata di quanto sta accadendo. I dati più aggiornati sul mercato del lavoro sono quelli delle comunicazioni obbligatorie che si riferiscono al I trimestre dell’anno in corso. Nel valutarli occorre tener conto che essi sono vistosamente influenzati dalle misure assunte dal Governo, prima fra tutte il blocco dei licenziamenti e l’estensione della cassa integrazione. In provincia di Brescia al I trimestre 2020 le attivazioni di contratti di lavoro sono risultate pari a 44.783, in calo del 9,9% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (pari a – 4.928 contratti).

EXPORT MANIFATTURIERO E DEI SETTORI MPI BRESCIA. Ampio calo di domanda estera connessa con il lockdown mondiale: a livello provinciale nel periodo gennaio-marzo diminuisce l’export dei comparti manifatturieri a maggiore concentrazione di Micro e Piccola Impresa – food, moda, legno e mobili, prodotti in metallo, gioielleria e occhialeria – con il -4,6% rispetto al I trimestre 2019. Tale dinamica è migliore rispetto al -7,3% dell’export dell’intero comparto manifatturiero – che rappresenta il 97,5% del totale dell’export – nel periodo e in linea rispetto alla performance del made in Brescia di MPI a fine 2019 che segnava già un -4,0%. I primi 3 prodotti made in Brescia più venduti nel mondo – Macchinari e apparecchiature, Prodotti della metallurgia e Prodotti in metallo – che insieme rappresentano il 58% del valore complessivo delle esportazioni della provincia al I trimestre 2020 registrano tutti dinamiche negative rispetto al I trimestre 2019: il primo del -7,8%, il secondo del -11,9% e il terzo del -7%.

GREEN E DIGITALE: I DRIVER DELLA RIPRESA Per l’economia italiana si intrecciano le sfide di un recupero da una crisi senza precedenti, con quelle associate alla difesa dell’ambiente e alle conseguenze dei cambiamenti climatici. In questa prospettiva è di particolare rilevanza l’orientamento delle imprese alla sostenibilità ambientale. Sul nostro territorio vi sono 17.628 imprese che svolgono una o più azioni finalizzate a ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività. La crisi Covid-19 ha spinto inoltre le imprese ad intensificare l’utilizzo degli strumenti digitali: le MPI presenti nella nostra provincia già si stavano muovendo in questa direzione con lo scopo di mantenere ed incrementare i propri livelli di competitività: il 58,9% tra il 2015 e il 2019 ha effettuato investimenti in sicurezza informatica, il 57,2% in internet alta velocità, cloud, mobile, big data analytics, il 43,3% in Strumenti software per l’acquisizione e la gestione di dati, il 30,1% in IoT (Internet delle cose), tecnologie di comunicazione e machine-to-machine il 23,8% in realtà aumentata e virtuale a supporto dei processi produttivi e il 18,2% in robotica avanzata (stampa 3D, robot interconnessi e programmabili).

Imprese, Massetti lancia l’allarme: dai dati fatturati in picchiata, serve uno scatto

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Tendenze by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

«Fatturato in picchiata, mancanza di ordinativi e di liquidità sono le conferme dalle nostre imprese. La ripartenza è troppo lenta: le imprese non possono più aspettare e serve uno scatto e se non ricominceranno la cassa integrazione non basterà con conseguenze già dopo l’estate che si ripercuoteranno invebitabilmente sull’occupazione» commenta il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti i dati relativi all’indagine dell’Osservatorio di Confartigianato Lombardia “Effetti del coronavirus tra le Mpi lombarde”.

Una crisi pesante per le Mpi che nella terza edizione della survey confermano per il terzo mese consecutivo dall’inizio della crisi innestata dalla pandemia da coronavirus, un netto calo del fatturato: a maggio media giù del 41,5% per le oltre 200 imprese bresciane che hanno risposto all’articolata analisi. Meglio rispetto a marzo (-61,2%) e aprile (-61,6%), in linea con il dato lombardo (-43,8%) e che equivale nel complesso una perdita di fatturato annuale per le imprese lombarde del 14,5%: in valore assoluto, 32 miliardi di mancati ricavi. In testa, nella classifica, spiccano in negativo i settori del benessere, della moda e del legno-arredo.

Tempi del recupero del fatturato pre-covid: rispetto alla capacità delle Mpi bresciane di recuperare i livelli di fatturato pre-covid, oltre la metà (il 55,2%) esprime incertezza rispetto all’andamento futuro del mercato, il 13,9% prevede che saranno necessari oltre 12 mesi, almeno sino a giugno 2021 per poter recuperare i livelli di fatturato pre-emergenza sanitario, mentre il 12,1% conta entro marzo 2021 di poter rialzare la testa.

Una ripartenza gradule, iniziata da 40 giorni tra difficoltà e qualche segnale di resilienza: più di una micro e piccola impresa artigiana bresciana su due (il 52,6% degli intervistati) ha cercato di dare una risposta al proprio business adottando, migliorando e intensificando l’uso di tecnologie digitali durante l’emergenza: con i social network, attivando nuovi canali di vendita, entrando in nuovi mercati e attivando nuove relazioni d’impresa (reti d’impresa e ATI in primis).

La maggior parte delle MPI bresciane intervistate aperte hanno segnalato per lo più difficoltà per l’assenza di nuovi ordini (66,9%), mancanza di liquidità (68%) e riduzione di visite commerciali presso iclienti (56,4%). Tra le problematiche rilevate, il maggior ostacolo: la comprensione di normative e disposizioni, nazionali, regionali e comunali per il 64,4% delle imprese e l’accesso agli uffici degli enti pubblici. In questo contesto, riconosciuto è stato il ruolo associativo di Confartigianato: per il 72,3% delle imprese bresciane coinvolte nella survey, l’associazione con gli uffici e l’web è stata punto di riferimento e supporto durante l’emegenza e per l’87,2% punto di riferimento e supporto.

Tra le note positive: la solidarietà artigiana. Più di una Mpi bresciana su tre (il 39,2%) durante l’emergenza ha contributo ad aiutare la comunità in cui opera e vive. Seppur in situazione di difficoltà, durante l’emergenza le imprese si sono date da fare per supportare la comunità in cui vivono e operano sul fronte sia sociale che economico partecipando a iniziative promosse dall’associazione (raccolta fondi e donazione respiratori agli ospedali) per il 33,8% delle MPI intervistate, confermando, inoltre, l’associazione, quale punto di riferimento e supporto in questa difficile fare per l’87,2% degli intervistati.

«Speravamo in una ripresa più forte, ma le imprese ci confermano una mancanza di fiducia a breve termine ai minimi storici e in particolare per quanto riguarda il mercato interno. Le riaperture a maggio sono state graduali e con scorte di magazzino da smaltire. Due terzi del secondo trimestre potrebbero essere già compromessi per la produzione che mostra quindi aspettative ulteriori di caduta – prosegue il presidente Massetti che conclude – risulta più che mai fondamentale veicolare le risorse per sostenere le imprese, poiché da questo dipende anche la struttura su cui regge il mercato del lavoro e la società tutta. Risorse per aiutare chi è in difficoltà ma anche per permettere alle imprese tutte di reagire mettendosi in gioco sul fronte dell’innovazione, della digitalizzazione e della sostenibilità. Il Decreto Rilancio deve ‘scaricare a terra’ i propri effetti con la massima rapidità, senza intralci burocratici, e con un’intensità di dotazione finanziaria adeguata a consentire la ripresa del sistema produttivo, altrimenti sarà troppo tardi».

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