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Cna - page 4

Rifiuti, Cna: basta richieste illegittime alle imprese

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Eleonora Rigotti, Cna

Troppe le differenze tra i diversi territori: Cna Brescia, anche con una comunicazione destinata ai sindaci, torna a chiedere che siano escluse dal calcolo della tariffa le aree dove vengono prodotti rifiuti speciali, nell’attesa del decreto di assimilazione che porrebbe fine alla duplicazione dei costi 

Nell’applicazione della Tari per le imprese serve uniformità, almeno a livello provinciale: è inaccettabile che il metodo di calcolo della tassa cambi da comune a comune. Nella gestione dei propri scarti, oggi le aziende sono costrette a far fronte ad una ingiustificata e dannosa duplicazione dei costi: in quanto produttrici di rifiuti speciali devono sostenere le spese per la loro raccolta e smaltimento, ma allo stesso tempo devono saldare la tassa comunale su quegli stessi rifiuti.

Ne è convinta la Cna di Brescia, che chiede che in tutti i regolamenti comunali vengano escluse dal calcolo per la definizione della tariffa della Tari le aree dove vengono prodotti in via continuativa e prevalente rifiuti speciali, per i quali le imprese già sostengono in proprio i costi di smaltimento.

Per questo Cna Brescia, per la seconda volta in due anni, si prepara ad inviare una comunicazione ai sindaci bresciani per chiedere che siano recepite le indicazioni della nota del Ministero dell’Economia che già nel 2014 aveva chiarito l’obbligo di «considerare intassabili le aree sulle quali si svolgono le lavorazioni industriali e artigianali poiché per loro natura sono generalmente produttive in via prevalente di rifiuti speciali» e che quindi venga «opportunamente aggiornato il regolamento di applicazione della Tari là dove necessario».

«Sulla Tari c’è una discrepanza tra normativa nazionale e locale – ricorda la presidente di Cna Brescia, Eleonora Rigotti -. La prima prevede che le aree che producono rifiuti speciali non assimilabili, per i quali le imprese già pagano lo smaltimento, non siano assoggettate alla Tari. Ma non tutti i comuni l’hanno recepita nei propri regolamenti». «Serve uniformità di applicazione della norma – invoca la presidente -, per non penalizzare ingiustamente alcune attività, che si trovano a pagare per due volte».

«Anche in questa partita Cna è vicina alle imprese» ribadisce la presidente Rigotti, ricordando che «l’associazione resta aperta al dialogo ed al confronto non solo con gli imprenditori, ma anche con le amministrazioni, al fine di giungere ad un sistema di gestione dei rifiuti che non penalizzi nessuno degli attori in esso coinvolti, sia pubblici che privati».

A livello nazionale, inoltre, Cna ha chiesto al Ministero dell’Ambiente di emanare il decreto di assimilazione previsto dal Codice ambientale e atteso da molti anni, con il quale determinare i criteri qualitativi e quantitativi per l’assimilazione dei rifiuti delle imprese a quelli delle famiglie. In assenza di tale decreto, i comuni hanno fatto un utilizzo improprio del principio di assimilazione, riportando quanto più possibile dentro la gestione pubblica i rifiuti speciali prodotti dalle imprese e applicando a questi la Tari. Così si è arrivati ad avere una situazione a macchia di leopardo, in cui i criteri di assimilabilità e le tariffe variano da comune a comune, a seconda dei regolamenti adottati.

 

Cna, dopo la transizione arriva “l’anno dell’azione”

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Eleonora Rigotti, Cna Brescia

Il 2015 e il 2016 per Cna Brescia sono stati anni di transizione, con la scelta del nuovo management direzionale: presidente e direttore sono cambiati a pochi mesi di distanza. Lo scorso è stato anche un anno di avvio al cambiamento, soprattutto nell’interpretare e rielaborare una nuova relazione tra associazione ed associati.

Il 2017 si annuncia ora come l’anno dell’azione. L’uscita da anni di crisi sembra lontana e le imprese stanno ancora soffrendo; per questo Cna con forza si schiera al loro fianco, in un gioco di squadra per evolvere e creare lavoro, in un’alleanza che consenta alle imprese di stare sul mercato smarcandosi da adempimenti, nuove normative, burocrazia che incalza, tempi dei pagamenti dilatati, commesse confermate sempre più sotto data, accesso al credito limitato e privato del rapporto diretto con le banche.

«Cna si candida a diventare, fianco a fianco con gli imprenditori, promotore di azioni che permettano alle aziende di adattarsi ad un contesto economico in continuo mutamento, per semplificare e restituire serenità – dichiara Eleonora Rigotti, presidente di Cna Brescia -. Insieme possiamo diventare propulsori di crescita. Se si investe, significa che si è tornati a pensare, a fare».

Formazione e innovazione sono le aree in cui investimenti anche modesti possono generare alto valore aggiunto, potenziando quella capacità di adattamento e flessibilità che è propria delle imprese artigiane e del tessuto imprenditoriale bresciano.

Permarrà anche nel 2017 «l’apertura e la volontà di lavorare insieme alle altre associazioni artigiane del territorio. Fare sistema, seppur complesso, porta a risultati positivi. Lo scorso anno abbiamo lanciato l’idea di lavorare insieme su progetti specifici, un primo riscontro è stato Makers Hub Brescia “Mo.Ca”» ricorda la presidente Rigotti. Per arrivare all’unità tra associazioni ci sarebbe bisogno del passaggio «da volontà annunciate ad una scelta politica forte. Noi siamo pronti al confronto, oltre che a realizzare future iniziative nelle quali coinvolgeremo le altre associazioni».

Legge di Stabilità 2017 – Le novità introdotte dalla nuova Legge di Bilancio e dal Collegato alla Legge di Bilancio saranno oggetto di una puntuale presentazione ad artigiani e imprenditori nell’arco delle serate che Cna ha organizzato nei propri uffici di zona.

Tuttavia la strada verso semplificazione e pressione fiscale sostenibile è ancora lunga. Basti ricordare che nel 2016 a Brescia le imprese hanno lavorato 220 giorni per pagare tasse ed imposte, secondo l’Osservatorio permanente Cna sulla tassazione. Il fisco comunale, regionale e nazionale pesa sulle pmi di Brescia il 60,1%.

Burocrazia ed imposizione fiscale – La nuova scadenza trimestrale, non più annuale, delle comunicazioni per fatture e liquidazioni Iva dello spesometro ha causato un aumento sensibile della burocrazia, che svantaggia i piccoli e chi lavora onestamente. Per questo continuerà decisa l’azione di Cna per semplificare e liberare risorse per le imprese.

Impresa 4.0 – Nel 2016 è stato avviato un percorso di confronto con gli imprenditori; sono stati messi loro a disposizione esperti, consulenti e percorsi di formazione. L’obiettivo è sfruttare appieno gli strumenti del Superammortamento del 140% e dal 2017 dell’Iperammortamento al 250%  per gli investimenti digitali.

Non ci si può chiamare fuori dalla trasformazione a cui il mondo produttivo sta andando incontro, quella dell’Industria 4.0. Cna preferisce chiamarla “Impresa 4.0”, perché la quarta rivoluzione industriale deve essere a misura di piccola impresa, portando vantaggi concreti e crescita inclusiva.

Un percorso che Cna ha cominciato anche lanciando il contest “Cambiamenti”, che ha premiato e valorizzato le start up che fanno innovazione, non tralasciando però di coinvolgere il tessuto produttivo del territorio ed il legame con la tradizione tipico del lavoro artigianale. Migliore start up dell’anno a livello nazionale è stata proprio un’impresa che ha partecipato alla fase bresciana del concorso, selezionata dalla Cna territoriale di Brescia: la T°RED, con un LabStore a Desenzano del Garda.

Nuovo Statuto, mentre si lavora su rinnovi e mission – L’anno si è chiuso con l’approvazione del nuovo Statuto di Cna Brescia. Il livello base dell’associazione, quello provinciale, ha acquistato la denominazione di territoriale, svincolandosi dal concetto di “provincia” e preparandosi a rispondere con maggiore agilità ai bisogni delle imprese. Lo snellimento degli organismi dirigenti ha portato alla fusione di assemblea e direzione nel Consiglio, che nominerà la nuova presidenza.

A metà maggio, infatti, si aprirà per Cna Brescia la fase dei rinnovi associativi con l’applicazione del nuovo Statuto. Nelle nuove nomine sarà tenuto in considerazione anche il ricambio generazionale, perché si introducano innovazione e spunti per il cambiamento.

Tesseramento – Nel 2016 è rimasta solida la base associativa. I nuovi iscritti (140, vedasi il documento con i dati tecnici) hanno confermato la tenuta di settori propri del Bresciano, quindi manifattura, costruzioni ed impiantisti. In totale gli associati sono 4132, per il 61% ditte individuali (inclusi i liberi professionisti).

Sistri, Cna Brescia: accolta la nostra richiesta di proroga, ma non è sufficiente

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La proroga del Sistri, il sistema di tracciabilità elettronica dei rifiuti speciali, era necessaria, ma non è sufficiente per risolvere i problemi che da anni tormentano gli operatori. È quanto sistiene la Cna di Brescia, dopo che con il decreto Milleproroghe è

stato confermato, fino al subentro del nuovo concessionario (non oltre il 31 dicembre 2017), il rinvio dell’applicabilità delle sanzioni per la violazione delle regole di funzionamento del sistema.

Restano, però, sottolinea Cna, quelle per l’omessa iscrizione e l’omesso pagamento del contributo, come previsto da aprile 2015: le sanzioni vengono solo ridotte del 50%, fino al 31 dicembre 2017 o al subentro del nuovo concessionario (iter al momento congelato per un ricorso al Tar).

«Bene la proroga, ma è da anni che Cna chiede semplificazione e riduzione dei costi di gestione e tracciabilità dei rifiuti speciali – dichiara la presidente della Confederazione bresciana, Eleonora Rigotti -. Le aziende sono costrette a pagare per un sistema che di fatto non c’è. Serve un intervento deciso sulle procedure, nell’attesa che venga individuato il concessionario».

Così Cna Brescia si unisce alla richiesta che a livello nazionale la Confederazione ha indirizzato al governo: l’apertura immediata di un tavolo con le associazioni di imprese che negli anni hanno prodotto proposte operative sulla funzionalità del Sistri, per evitare che tra dodici mesi ci si ritrovi nella stessa situazione odierna.

Rigotti (Cna): non è obbligatorio il pagamento dei bollettini Haccp

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La presidente di Confederazione nazionale artigianato Eleonora Rigotti

Nelle scorse settimane numerose aziende alimentari in tutta Italia hanno ricevuto bollettini di conto corrente postale intestati al “Registro italiano operatori Haccp”. Cna sottolinea che si tratta di un registro che non è gestito dalla pubblica amministrazione e che l’iscrizione non è soggetta ad alcun obbligo di legge. Le aziende del settore, insomma, non sono tenute al pagamento del bollettino. Se intendessero versare la somma richiesta, chiarisce Cna, si tratterebbe di una loro libera ed autonoma decisione di aderire alla proposta commerciale di una società privata che ha sede a Sirmione.

Cna Alimentare a livello nazionale ha annunciato che segnalerà l’accaduto all’Autorità garante della concorrenza e del mercato per un eventuale intervento sanzionatorio, perché alla richiesta di pagamento non corrisponde nessun obbligo di legge e la proposta commerciale appare poco chiara e trasparente. Cna Brescia è disponibile a raccogliere eventuali segnalazioni via telefono allo 030/3519511, oppure via mail a info@cnabrescia.it.

«Quello alimentare è un settore sottoposto a rigidi controlli e ad un incessante aggiornamento delle normative. Nonostante eventuali difficoltà, si conferma sempre molto alta e contribuisce alla creazione dell’alto valore aggiunto del made in Italy l’attenzione delle nostre imprese al rispetto delle regole. Proprio per questo – dichiara la presidente di Cna Brescia, Eleonora Rigotti – è comprensibile che la ricezione di una comunicazione così poco chiara possa portare a credere di dover pagare per non incorrere in sanzioni».

«Nulla vieta alle aziende di aderire a iniziative private. Il compito di Cna – continua la presidente Rigotti – è però quello di fornire alle imprese tutte le informazioni perché possano cogliere occasioni o evitare sprechi. In questo caso, questo vuol dire ribadire che non si tratta di un pagamento obbligatorio, ma di un’operazione a soli fini commerciali».

Tavolo 4.0, Apindustria: avvio positivo

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Comprendere appieno e nelle sue diverse sfaccettature il processo in corso, lavorare in sinergia portando un contributo in relazione alle rispettive competenze, portare avanti azioni concrete con l’obiettivo comune di una ricaduta utile per tutto il territorio bresciano. Sono i principali punti condivisi dai partecipanti al primo incontro, che si è tenuto lunedì alla Camera di Commercio, del tavolo istituzionale legato al Comitato Industria 4.0 Brescia.

Promosso da Apindustria Brescia, il tavolo ha raccolto ad oggi l’adesione di Prefettura, Provincia, Comune, Camera di Commercio, Università degli Studi di Brescia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Accademia di Belle arti SantaGiulia – Gruppo Foppa, Afgp – Agenzia Formazione Giovanni Piamarta, Csmt, Aqm, Cgil, Cisl, Uil, Acli bresciane, Cna, Ascab, Coldiretti, Ordine degli Ingegneri, Ordine dei Dottori Commercialisti, Giornale di Brescia. In rappresentanza di tali realtà, hanno preso parte al primo incontro convocato, insieme a Douglas Sivieri, presidente di Apindustria, il prefetto Valerio Valenti, Raffaele Gareri (Dirigente Area Risorse e Sviluppo della Provincia), Massimo Ziletti (segretario generale della Camera di Commercio), Rodolfo Faglia (Delegato del Rettore ai rapporti con l’industria e promozione dell’innovazione, Università degli Sudi di Brescia), Giovanni Panzeri ed Erica Cabrioli (rispettivamente direttore dell’Università Cattolica e responsabile della Formazione Permanente), Riccardo Romagnoli (direttore SantaGiulia), Giuseppe Raineri (direttore AFGP), Riccardo Trichilo e Gabriele Ceselin (rispettivamente presidente di Csmt e Aqm e direttore generale di Csmt e a.d. di Aqm), Damiano Galletti (segretario provinciale Cgil), Mario Bailo (segretario provinciale Uil), Fabrizio Molteni (vice presidente Acli), Mauro Savoldi (Cna), Piera Taglietti (segretario Ascab), Marco Belardi (presidente Ordine degli Ingegneri) e Michele De Tavonatti (Presidente Ordine dei Dottori Commercialisti).

“Si può parlare di era 4.0 più che di industria – ha suggerito Riccardo Trichilo, presidente del Csmt -, trattandosi di un tema anche culturale e con ampie ricadute sulla popolazione”. Un’osservazione condivisa da tutti i presenti, unitamente alla necessità di una visione di lungo periodo. L’incontro di lunedì ha rappresentato l’occasione per porre le basi circa una condivisione di intenti e per tratteggiare le attività che ciascuna realtà sta portando avanti in ambito 4.0. Il prossimo passaggio sarà un approfondimento sul processo in corso, per poi svolgere un lavoro più mirato, che avrà valenze formative e culturali oltre che strettamente tecniche. Due i tavoli che lavoreranno a partire dall’inizio del 2017: uno, tecnico, con l’obiettivo di offrire risposte concrete alle imprese; il secondo, di carattere istituzionale, avrà invece una funzione di indirizzo e quindi il compito di analizzare il fenomeno e le sue ricadute a livello sociale e sul mondo del lavoro, portando avanti studi e attività formative.

Considerata la trasversalità del fenomeno, Api ha fatto richiesta formale alla Camera di Commercio affinché coordini il tavolo istituzionale. Il prossimo incontro sarà programmato nella seconda metà di gennaio e si auspica un allargamento della partecipazione associativa, indipendentemente dai singoli progetti avviati. “Spero in un consenso ampio attorno al progetto, a partire dalla presenza di tutte le istituzioni” ha sottolineato il prefetto Valerio Valenti.

Nuove regole e nuovi obiettivi: Cna Brescia modifica il proprio Statuto

in Associazioni di categoria/Cna/Economia/Eleonora Rigotti/Evidenza by

Nella riunione di ieri sera, lunedì 19 dicembre, l’assemblea generale di Cna Brescia ha approvato il nuovo Statuto, dicendo sì alle modifiche introdotte nei sette titoli del documento che ne norma regole e scopi.

Il livello base di Cna Brescia acquista la denominazione di territoriale, aprendo l’associazione ad una relazione con le imprese sempre più di prossimità, che superi il tema dell’isomorfismo istituzionale. Vuol dire ci si svincola dal concetto di “provincia”, allargando la propria visione per meglio adattarsi ai bisogni delle aziende legate a territori diversi, seppur contigui, ispirandosi al concetto di area metropolitana. Si riafferma anche con convinzione il limite di massimo due mandati per gli incarichi nei ruoli da dirigenti assunti dagli imprenditori, rimettendo al centro il mestiere nelle sue molteplici espressioni. Dagli organismi che compongono l’associazione sono stati eliminati assemblea e direzione, sostituiti dal Consiglio, massimo organo deliberativo eletto dall’assemblea generale dei soci ogni 4 anni.

Le modifiche apportate allo Statuto lo hanno semplificato. È stata inserita la possibilità di istituire sedi di rappresentanza all’estero; di collaborare con altre organizzazioni di micro, piccole e medie imprese, operanti anche in altri settori economici. Anche nel 2017 la Confederazione lavorerà per la creazione di occasioni di crescita, di confronto, di innovazione. In un movimento generale verso la digitalizzazione e la sharing economy, si promuoveranno consulenze mirate,  partnership e relazioni con e tra gli imprenditori.

Tra gli obiettivi delle modifiche dello Statuo c’è «la volontà di creare un ambiente di confronto sempre più assiduo con chi fa vivere l’impresa, customizzato sulla singola realtà aziendale, nella soluzione dei suoi problemi e nel soddisfacimento dei suoi bisogni, anche grazie alla forte relazione con il mondo istituzionale» ha chiarito il direttore di Cna Brescia, Laura Buscarini.

«In un contesto di cambiamenti, cambia anche Cna. La Confederazione c’era quando è nato il sistema produttivo e quando si è trasformato sotto i colpi della crisi economica. Continuerà ad esserci – ha garantito la presidente di Cna Brescia, Eleonora Rigotti -, impegnata a vigilare sull’approvazione e sull’attuazione delle riforme e ad agire quale facilitatore della competitività delle imprese, vicina alla loro vita ed ai loro luoghi. Per questo Cna Brescia si è dotata di un nuovo Statuto, per meglio rispondere alle esigenze di un territorio in mutamento».

Innovazione e coraggio di fare impresa: ecco le tre startup premiate da Cna

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Sono T°RED Srl, Melo srl e Easy holidays srl le start up bresciane che hanno vinto il contest “Cambiamenti 2016”, ciascuna nella propria categoria. Si è trattato della prima edizione del premio al pensiero innovativo riservato alle nuove imprese targato Cna, pensato per celebrare i 70 anni di attività dell’associazione e promuovere le aziende neonate che sanno integrare tradizione artigiana e innovazione.

La premiazione si è tenuta nel tardo pomeriggio di oggi, nel salone Vanvitelliano di palazzo Loggia, a chiusura dell’Edison Innovation Days Festival della Crescita, nell’ambito di Supernova, festival della creatività e dell’innovazione.

Vincitrice categoria “Made in Italy e tradizione”: T°RED Srl

Il suo slogan è “Design magic made real”. Si tratta di una start up innovativa con sede legale a Piacenza ma con un LabStore a Desenzano del Garda, attiva nel settore della ricerca applicata al design (home, urban e cycling). Nata a luglio 2013, ha come mission lo sviluppo di progetti nel segno della sperimentazione nei campi di architettura 2.0, design urbano e domestico e mobilità sostenibile per instaurare nuovi “bisogni” in un settore caratterizzato da assenza di nuove idee. T°Red è un laboratorio di progettazione, ricerca e sperimentazione capace di portare “direttamente” al pubblico e al mercato gli esiti del proprio percorso.

La giuria l’ha scelta perché ha apportato «un contributo originale nella realizzazione di prodotti nel settore del design e dell’arredamento, interpretato in chiave innovativa elementi della tradizione italiana e ibridato la manifattura tradizionale con tecnologie innovative».

Vincitrice categoria “Innovazione e tecnologia”: Melo srl

Melo è una start up formata da giovani imprenditori bresciani che, attraverso la ricerca e la sostenibilità, si impegnano a creare innovazione del settore dell’igiene e della salute della persona. Il suo principale obiettivo è lo studio approfondito delle funzionalità dei prodotti di uso quotidiano per migliorarli, o se necessario sostituirli, inventandone di nuovi, creando nuove nicchie di mercato e usando materiali e design innovativi. Nata a giugno 2015, l’azienda ha sede a Brescia in via Aldo Moro. Uno dei suoi prodotti, Iko, lo spazzolino senz’acqua, è stato testato dalla NASA e giudicato adatto a far parte della dotazione degli astronauti.

La giuria l’ha scelta perché «impegnata nella realizzazione di prodotti a carattere innovativo, analizzando esigenze di mercato e bisogni di una particolare comunità. Presenta tutte le potenzialità per crescere e affermarsi».

Vincitrice categoria “Promozione dell’Italia”: Easy Holidays srl

Easy Holidays s.l.r. è una start up di Palazzolo sull’Oglio che si occupa di turismo. Fa parte dell’incubatore di imprese Enne3 dell’Università del Piemonte Orientale con sede a Novara. Vuole mettere il territorio al centro del sistema turismo: con le sue pagine web crea flussi di persone che hanno interesse a visitare una località per le bellezze e le particolarità che offre. L’utente invia una richiesta di soggiorno, compilando un formulario che viene reindirizzato alle strutture che hanno le caratteristiche scelte dall’utente sulla base di un algoritmo logico matematico elaborato in 10 anni di lavoro. Il sistema é operativo da 3 anni; solo nel 2015 ha vagliato 10.500 richieste.

La giuria l’ha scelta perché «realizza servizi di sviluppo culturale e creativo a supporto della promozione del patrimonio storico-artistico-paesaggistico, enogastronomico e di valorizzazione delle tradizioni e della cultura di un territorio. Già funzionante, ha potenziale di crescita».

Le imprese sono state selezionate da una giuria di esperti, presieduta da Nicola Vernaglione, autore del libro “Startupper 10 e lode, 10 errori da evitare, 10 segreti da conoscere” e di cui hanno fatto parte Laura Buscarini, direttore Cna Brescia; Davide Giacomini, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Economia e Management Università degli Studi di Brescia, e Nicola Ghislanzoni, dell’agenzia di comunicazione Akòmi.

Al contest si sono candidate 22 start up. Un successo per la Cna bresciana, seconda solo a Milano in Lombardia per numero di iscritti, quarta a livello nazionale.

Le tre premiate hanno ricevuto un voucher in servizi del valore di 4mila euro:

– servizi di consulenza Cna e 2 anni di adesione al sistema Cna

– 6 ore di consulenza di Akòmi su comunicazione e marketing

– fino a 2 mesi di utilizzo di una postazione di lavoro a Talent Garden

– corsia preferenziale per l’accesso al credito con le garanzie di Sviluppo Artigiano (intermediario finanziario vigilato dalla Banca d’Italia).

A tutte le imprese candidate è stato consegnato un piccolo riconoscimento. Tutti i partecipanti, poi, non solo i tre premiati, sono stati segnalati alla Cna nazionale, che eleggerà a vincitrice un’impresa per categoria e sceglierà la migliore start up dell’anno. Tra i premi ci sono, per esempio, 20mila euro e una giornata di consulenze a Dublino nelle sedi di Google e di Facebook.

Con “Cambiamenti 2016”, Cna ha voluto premiare il coraggio di fare impresa e la capacità di porsi sul mercato con idee innovative che non dimentichino le peculiarità di un territorio e di una comunità.

«Da tempo stiamo dicendo che c’è bisogno di rimettere l’impresa al centro. Oggi ne abbiamo dato dimostrazione: abbiamo premiato alcune start up, a prescindere dall’età degli imprenditori, che hanno avuto l’opportunità di raccontarsi e di parlare di come oggi si può fare impresa. Con “Cambiamenti” – ha detto Eleonora Rigotti, presidente di Cna Brescia – si è voluto mettere in relazione le aziende per dare loro nuove opportunità, premiando il talento e la voglia di fare impresa. Anche così Cna vuole fare da ponte tra tradizione e innovazione».

Dopo anni in cui si è parlato solo di crisi, ora si sta avviando una nuova rivoluzione industriale, quella dell’Industria, o meglio dell’Impresa 4.0, a misura di pmi artigiane. Un contesto in cui «le start up innovative, native digitali, rappresentano la nuova generazione. Possono anche essere da stimolo ai contesti tradizionali» ha sottolineato la presidente Rigotti. La nuova parola d’ordine è «condivisione, di idee e di modelli di sviluppo d’impresa». Per questo diventa fondamentale «sapersi raccontare e attirare l’attenzione di soggetti che possono interagire e dare valore aggiunto, di finanziatori pubblici e privati, di risorse umane competenti e talentuose».

A “Cambiamenti 2016” si sono candidate:

Azienda Portavoce Descrizione
Socialmedica srl Michael Frassi Il network medico internazionale via smartphone che giova ai pazienti

Arch-è architectural-engeneering services

Gianbattista Baroni Per una nuova qualità del costruire sostenibile
Netfair srl Maria Luisa Razio Informazioni commerciali e rating per scegliere partner affidabili
Ecoambiente Elia Giosuè Conti Le proprietà delle ceramiche naturali per risparmiare acqua e detergenti
Smart Solutions srl Laura Borgese Smart store”, il device che prepara i campioni per l’analisi chimica elementare
Mirabella & Cremona srl

Gabriele Mirabella

La tecnologia al servizio della moda: il colletto non si sforma

Fitadvisor srls

Graziano Zanetti

Il portale web con motore di ricerca di strutture per gli sportivi
Pcombustion srls Roberto Pedercini Nuovi software e programmi per impianti di produzione di metalli
Dr. One aerial service

Andrea Mochi

Uso dei droni per creare processi innovativi
Salta e gioca sas Monica Ardigò Baby parking e sitting su misura per i nuovi ritmi della città

Green Technology srl

Annibale Temponi

Con il Sistema Ecotemp la produzione di energia pulita
The Energy Audit srls

Giulia Baccarin

La piattaforma software per il “Comprehensive energy management”

Behub srl

Davide Novali

Un nuovo stile di mobilità sostenibile per aziende e cittadini
Isinnova Cesare Calvi, Cristian Fracassi Una banca delle idee che mette in contatto inventori e imprese
Podologia Marchesini

Lorenzo Marchesini

Ai vostri piedi metodi incruenti e innovativi
Techflue srl

Mariangela Colosio Lama

Energia elettrica dale onde del mare con il convertitore EDS
Fa.Ta. snc

Silvia Faverzani, Ivan Tagliani

Alzare la qualità del made in Italy con le proprie mani
Ecosmal srl

Antonini Giacomo

Il nuovo Sistema brevettato per il trasporto e lo stoccaggio in sicurezza dell’amianto
Since 1887 srl

Anna Zilioli

Innovare nella tradizione pasticcera

Da Cna una class action contro il cartello dei produttori di camion

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La Cna Fita, la categoria dell’autotrasporto della confederazione artigiana, promuove una class action contro il cartello dei produttori di autocarri che lo scorso luglio è stato sanzionato dall’Unione Europea.

L’intervento dell’Antitrust – La Commissione Europea ha accertato che, tra il 1997 ed il 2011, alcune case costruttrici hanno preso accordi per mantenere il prezzo di listino dei mezzi al di sopra di quello di mercato (si stima circa il 20% in più) e per scaricare sul consumatore i costi delle nuove tecnologie necessarie a rispettare i più stringenti limiti delle emissioni.

I produttori coinvolti sono Man, Volvo/Renault, Daimler, Iveco e Daf; nove camion di medie e grandi dimensioni su dieci venduti in Europa hanno il loro marchio. In tutto dovranno saldare la sanzione record di 2,9 miliardi di euro. La Man ha evitato una multa da 1,2 miliardi di euro perché ha permesso a Bruxelles di venire a conoscenza dell’esistenza del cartello.

Le cinque case costruttrici hanno ammesso la propria responsabilità in cambio di uno sconto o dell’azzeramento della sanzione. Scania, coinvolta nell’indagine antitrust, ha rifiutato di patteggiare ed il procedimento nei suoi confronti è ancora aperto.

La class action – Possono partecipare all’azione risarcitoria tutti i soggetti che hanno acquistato o acquisito con leasing camion di medie (da 6 a 16 tonnellate) e grandi dimensioni (oltre 16 tonnellate) delle marche DAF, Daimler/Mercedes-Benz, Iveco, MAN/Volkswagen, Volvo/Renault e Scania immatricolati tra il 1997 ed il 2011. In caso di successo, lo studio legale riceverà una quota dei proventi dell’azione legale. In caso, invece, di insuccesso, il rischio è a carico dello studio legale.

«È importante sottolineare che la class action non riguarda solo le imprese di autotrasporto, ma anche tutte le ditte iscritte al Registro delle imprese che abbiano un mezzo da oltre 6 tonnellate, per esempio in edilizia e meccanica – precisa Roberto Tagliaferri, responsabile Cna Fita di Brescia -. Le case costruttrici hanno fatto cartello su tutti i mezzi, non solo su quelli venduti agli autotrasportatori».

La prima fase di raccolta delle adesioni termina l’1 novembre 2016. Chi aderirà tardivamente dovrà attendere che si formi un altro gruppo di autotrasportatori, il cui danno subito sia di un valore sufficiente a giustificare l’instaurazione di una seconda azione legale. «Per tale motivo – specifica Abramo Scalvinoni, presidente di Cna Fita di Brescia – è importante aderire all’azione il prima possibile, per non perdere la possibilità di partecipare alla class action. Per farlo basta rivolgersi ai nostri uffici».

«L’attenzione di Cna è rivolta ad aspetti che riguardano le imprese a 360° anche dal punto di vista concreto di tutela legale, nel contesto di un’azione collettiva di questa portata – conclude Eleonora Rigotti, presidente di Cna Brescia -. L’obiettivo dell’associazione, in questo caso, è quello di informare queste imprese e, per chi volesse, procedere all’istruzione della causa di ognuna».

I numeri bresciani – Stando agli ultimi dati disponibili, che fanno riferimento a fine agosto 2016, sono 2.188 le imprese a Brescia e provincia iscritte all’apposito Albo che esercitano attività di trasporto in conto terzi. Quanto ai veicoli, quelli in conto terzi sono 30.298.

L’esempio – Un autotrasportatore che ha acquistato camion delle case costruttrici responsabili dell’illecito anticoncorrenziale per un valore totale di 100mila euro può ottenere come risarcimento tra il 10% ed il 20% del prezzo di acquisto. Si tratterebbe, quindi, di circa 10-20mila euro di risarcimento.

Se uno o più mezzi sono stati successivamente venduti, la percentuale andrà calcolata sulla differenza tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita. Potrebbe essere possibile ottenere un risarcimento anche per mezzi acquistati di seconda mano, perché anche il mercato dell’usato ha subito il contraccolpo dell’illecito sovrapprezzo. Tuttavia in questi casi il risultato appare più incerto.

La documentazione necessaria – Per l’istruzione della causa vanno consegnati a Cna Fita:

a. la documentazione comprovante l’acquisto/leasing dei camion

b. copia di un documento d’identità del legale rappresentante della ditta di autotrasporto

c. una visura della società (se l’attività di autotrasporto è esercitata in forma societaria)

d. la procura alle liti o in alternativa l’atto di cessione del diritto al risarcimento

e. l’eventuale documentazione riguardante la vendita/permuta/rottamazione dei camion.

Nel caso in cui manchino i documenti di cui alle lettere a) ed e), l’autotrasportatore dovrà fornire l’estratto cronologico del camion del PRA, da cui risulti anche il prezzo di acquisto del mezzo, nonché dell’eventuale vendita.

Raccolta differenziata e imprese: in Cna il confronto sul “sistema misto” avviato a Brescia

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Lunedì 26 settembre si parlerà di come sta cambiando la gestione dei rifiuti per le pmi cittadine. All’incontro anche l’assessore all’ambiente della Loggia, Gianluigi Fondra

Brescia, 23 settembre 2016 – Il calendario delle assemblee informative del comune di Brescia sul nuovo sistema di raccolta domiciliare combinata dei rifiuti prevede una tappa anche alla Cna di via Orzinuovi 3. Lunedì 26 settembre alle 18.00 nella sala riunioni è in programma un incontro per parlare di come funziona il “sistema misto” e di quali sono le conseguenze sulla gestione dei rifiuti speciali assimilati agli urbani. Un appuntamento pensato soprattutto per le imprese, in questi mesi chiamate a confrontarsi con un nuovo sistema di smaltimento.

Sarà dato spazio al confronto su problemi, soluzioni e opportunità visti con gli occhi delle piccole imprese, anche alla luce dell’esperienza maturata nelle zone cittadine che hanno già adottato il sistema di raccolta combinata. Sistema che è stato avviato ad aprile 2016 e che è già attivo nelle zone gialla e blu; a ottobre partirà nella zona verde, l’area nord-ovest di Brescia.

Interverranno l’assessore all’ambiente del comune di Brescia, Gianluigi Fondra, e i tecnici di Aprica spa che gestisce la raccolta dei rifiuti.

L’incontro è gratuito. Le aziende che volessero parteciparvi possono confermare la propria presenza compilando la scheda di iscrizione disponibile su www.cnabrescia.it .

Furti in casa d’estate? L’antifurto si può detrarre dalle tasse

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Sono stati 689 al giorno gli appartamenti svaligiati nel 2015, 29 all’ora, uno ogni 2 minuti. Lo ha calcolato il Censis. Secondo un’indagine condotta nel maggio scorso da «Lorien Consulting», poi, il 63% degli italiani tra i 30 e i 74 anni teme di subire «invasioni criminali» nella propria abitazione; un pensiero che si affaccia in particolare mentre si è in vacanza.

La paura e la fretta possono però essere cattive consigliere se si vuole tentare di difendere dai ladri le proprie abitazioni. A maggior ragione quando le si vuole proteggere dalle intrusioni quando per giorni o settimane si è lontani da casa, durante il periodo delle ferie.

Ecco quindi i consigli di Cna Installazione e Impianti per difendersi dai ladri. Prima di tutto è necessario analizzare le necessità dell’appartamento da proteggere con l’installazione dell’impianto antifurto. Da questo dipende anche il prezzo, che può andare da poche centinaia a diverse migliaia di euro. Il costo dell’impianto è determinato da più variabili: il numero di componenti da installare (che dipende dalle dimensioni dell’abitazione e dai punti di accesso da proteggere); la funzionalità e le caratteristiche dei singoli componenti; l’installazione; la presenza di animali in casa; il numero di ore e/o di giorni nei quali l’abitazione rimane deserta.

Si può optare per il fai-da-te. Esistono kit da poche centinaia di euro (dai 100 ai 700) composti da una centrale, sensori (contatti magnetici e/o rilevatori a infrarossi), tastiera, sirena e combinatore telefonico, quasi tutti con interfaccia wireless. Ma questa soluzione, avvertono gli esperti di Cna Installazione e Impianti, presenta molti svantaggi. Se l’antifurto non è installato da un impiantista abilitato non può ottenere la cosiddetta dichiarazione di conformità e, di conseguenza, non viene assicurato. Si tratta, poi, di meccanismi delicati e le possibilità che non funzionino sono alte.

C’è un altro aspetto non secondario da tenere in considerazione: rivolgendosi ad un professionista, che rilascia regolari fatture per i materiali acquistati ed il lavoro svolto, da saldare con un bonifico bancario, si avrà la possibilità di usufruire degli sgravi fiscali riconosciuti alle ristrutturazioni edili, pari al 50% della spesa sostenuta.

Si possono applicare, infatti, le detrazioni fiscali per l’installazione di foto o videocamere collegate con centri di vigilanza privati, di apparecchi rilevatori di prevenzione antifurto e relative centraline, di rilevatori di apertura e di effrazione sui serramenti; per il rafforzamento, la sostituzione o l’installazione di cancellate o recinzioni murarie degli edifici; e ancora per l’apposizione di grate sulle finestre o loro sostituzione. Lo spiega la stessa Agenzia delle Entrate.

Il consiglio dei tecnici Cna è quindi quello di rivolgersi a personale specializzato e utilizzare materiale certificato per evitare una spesa che possa rivelarsi superflua alla prima prova anti-crimine. E una brutta delusione al ritorno dalle vacanze.

I numeri – È in aumento il numero degli italiani previdenti: secondo una ricerca Ipsos commissionata dalla Fiera di Milano, in Italia 3 famiglie su 4 hanno installato un sistema antifurto, sia pure una semplice porta blindata.

I furti in appartamento denunciati sono aumentati del 94% tra il 2005 e il 2015. Ma, sempre secondo i dati del Viminale, la crescita si sarebbe arrestata nel 2014 (255.886 casi, +1,8% rispetto al 2013). Nel 2015, infatti, sono scesi a 233.730 (-8,7% sull’anno precedente). Una tendenza confermata nei primi mesi di quest’anno. Tra gennaio e aprile 2016 le denunce di furti in appartamento sono calate del 15,9% rispetto allo stesso periodo del 2015. Questo calo potrebbe essere determinato anche da un senso di frustrazione dei cittadini. Solo il 2,7% dei criminali viene assicurato alla giustizia.

Il calo delle denunce va di pari passo con l’aumento dei sistemi di protezione nelle abitazioni private. Una tendenza già registrata per banche ed esercizi commerciali, diretta conseguenza del timore crescente degli italiani per i furti in appartamento.

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