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#IoPagoIFornitori: la campagna di Aib a quota 530 adesioni

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Una risposta significativa, per numero di adesioni e rappresentatività. A 8 mesi dal lancio, la campagna #iopagoifornitori – promossa da Confindustria Brescia e ideata da Alfredo Rabaiotti, titolare di Becom S.r.l. – ha raccolto l’adesione di 530 realtà.

Insieme a Confindustria Brescia, promuovono l’iniziativa numerosi partner istituzionali: Anima, UCIMU Sistemi per produrre, Confindustria Lombardia, ACB – Associazione Comuni Bresciani, Comuni di Castelmella e Pontoglio, Apindustria, F.A.I. Brescia, Camera di Commercio di Brescia, Associazione Artigiani, Confartigianato Brescia e Lombardia Orientale, CNA Brescia, Ordine dei Commercialisti e Revisori Contabili di Brescia.

Per effettuare un primo bilancio della campagna, si terrà domani, mercoledì 25 novembre, alle ore 17.00 un webinar intitolato “L’etica non va in lockdown”. Nel corso dell’appuntamento online saranno illustrati azioni, numeri e testimonianze di un modello virtuoso a chiamata delle istituzioni e delle imprese che condividono la necessità di fare rete.

L’evento permetterà, inoltre, di delineare ulteriormente le finalità del manifesto, grazie alla testimonianza delle associazioni e di alcuni imprenditori che hanno sposato l’operazione. Sarà anche un momento importante per condividere il modello sviluppato sul territorio bresciano, come esempio nel trasmettere la responsabilità di filiera, con l’obiettivo che #iopagoifornitori diventi quanto prima un manifesto nazionale.

L’obiettivo dell’iniziativa e del Manifesto, delineato già a marzo, è infatti quello di sensibilizzare e stimolare le imprese del sistema economico che possiedono “valori” etici eche ritengono dunque di aderire volontariamente all’iniziativa, a rispettare i termini di pagamento pattuiti con i fornitori nonostante tutte le problematicità legate all’emergenza del Coronavirus e, in caso di effettiva difficoltà di liquidità, ad adottare soluzioni e comportamenti etici, trasparenti ed efficienti.

Il Manifesto intende inoltre richiamare l’attenzione anche della Pubblica Amministrazione, sollecitandola a maggior ragione in questa fase di straordinaria criticità, ad onorare i pagamenti verso tutti i propri fornitori.

Il progetto vede Brescia come punto di riferimento di un messaggio di valore e responsabilità. Migliaia di aziende hanno già adottato il marchio in tutto il territorio nazionale.

L’iniziativa #iopagoifornitori si inserisce in un contesto nazionale che vede l’Italia al 26° posto su 29 Paesi analizzati a livello europeo per quanto riguarda i pagamenti (fonte: European Payment Report 2019), con 48 giorni di media nel B2B, contro i 40 giorni continentali; un ritardo che si aggrava nella Pubblica Amministrazione, con una media nazionale di 67 giorni contro i 42 europei, al 27° posto nella graduatoria; in questo caso il trend ha comunque segnato un netto miglioramento nel corso degli ultimi anni (la media italiana era di 131 giorni nel 2016).

A livello bresciano, l’Osservatorio Pagamenti – coordinato dal Centro Studi di Confindustria Brescia – ha invece visto l’adesione, tra luglio e settembre, di 365 imprese associate, per un valore complessivo di 9,3 miliardi di fatturato e oltre 22 mila addetti. Tale Osservatorio, nato all’interno dell’iniziativa #iopagoifornitori, ha come obiettivo il monitoraggio dei pagamenti B2B e della PA in questa delicata fase congiunturale.

Alla domanda se l’azienda stesse riscontrando in questi mesi ritardi nei pagamenti da parte delle imprese clienti, ha risposto sì il 51% del campione, e no il 49%.

Tuttavia, tra le realtà che hanno risposto all’indagine, ben il 95% dichiara di pagare i propri fornitori senza ritardi rispetto a quanto concordato nelle clausole contrattuali, un evidente segnale del capitale sociale che da sempre contraddistingue il territorio bresciano.

Per iscriversi al webinar dell’iniziativa #iopagoifornitori, “L’etica non va in lockdown”, è sufficiente registrarsi sul sito www.confindustriabrescia.it, nella sezione Prossimi Appuntamenti.

Imprese: su la produzione (+21,2%), ma i livelli sono ancora inferiori a quelli dello scorso anno (-5,2%)

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“Nel terzo trimestre, come previsto, la ripresa delle attività ha permesso al settore manifatturiero lombardo un significativo recupero dei livelli produttivi” – dichiara il Presidentedi Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio. “L’incremento congiunturale dell’indice della produzione per l’industria e per l’artigianato supera il +20% rispetto al trimestre precedente. Questa crescita congiunturale interessa sia la domanda interna che quella estera e anche il fatturato si allinea alle altre variabili: l’aumento rispetto al trimestre precedente è del +20,7 % per le aziende industriali e del +23,4% per l’artigianato. Ciò nonostante le previsioni degli imprenditori per il trimestre invernale sono improntate ad un cauto pessimismo e su base tendenziale i dati rimangono ancora negativi.”

Il terzo trimestre 2020 registra un rimbalzo congiunturale consistente della produzioneindustriale (variazione congiunturale destagionalizzata +21,2%) e un’attenuazione della contrazione tendenziale (la variazione tendenziale è contenuta al -5,2%). Andamento simile anche per la produzione delle aziende artigiane manifatturiere:+25,2%la variazione congiunturale destagionalizzata e -5,3%la corrispondente variazione tendenziale.

INDUSTRIA: L’indice della produzione industriale si riporta oltre quota 100 (106,3dato destagionalizzato)ma non raggiunge ancora il livello di fine 2019 (111,1).

ARTIGIANATO: Per leaziende artigiane l’indice della produzione risale a quota 93,8(dato destagionalizzato, base anno 2010=100), lontano dal livello di riferimento dell’anno base.

LE DINAMICHE SETTORIALI

Rispetto allo stesso trimestre del 2019 nell’industria virano in positivo Minerali non metalliferi(+1,5%) e Legno-mobilio (+1,1%), settori legati al comparto edilizio che potrebbero beneficiare degli incentivi per le ristrutturazioni ed efficientemente energetico. Tiene il compartoAlimentare (-0,4%) con un tasso di utilizzo degli impianti superiore al 75% e domanda estera in crescita del 3,9%. Registrano contrazioni inferiori alla media Gomma-plastica(-3,0%), Chimica(-3,1%) e Meccanica (-3,9%). Quest’ultimo risultato è importante vista la specializzazione produttiva della nostra regione. In più forte contrazione si trovano i settori delle Manifatturiere varie (-6,5%), della Siderurgia(-6,9%), della Carta-stampa (-7,4%) e dei Mezzi di trasporto (-8,6%). Prosegue, invece, la contrazione dei livelli produttivi a due cifre per i settori legati al comparto moda: Abbigliamento -12,5%, Pelli-calzature -14,4% e Tessile -21,2%. Il fatturato cresce per il Legno-mobilio (+3,2% tendenziale), i Minerali non metalliferi(+2,3%) e le Industrie varie (+0,4%), che sono riusciti anche a smaltire parte delle scorte accumulate. Il Pelli-calzature registra una fortissima contrazione del fatturato (-30,8%) e le scorte sono ancora in eccedenza (+12,5% il saldo esuberanti-scarse). Sul versante della domanda interna sono ancora i Minerali non metalliferie le Industrie varie (+3,1% tendenziale entrambi) a registrare i maggiori incrementi, ma sono positivi anche il Legno-mobilio (+1,6%) e la Chimica(+1,3%). La domanda estera cresce solo per Minerali non metalliferi (+3,9% tendenziale) oltre agli alimentari (+3,9%), ma è ancora negativa per settori molto esposti sui mercati esteri, quali:Pelli-calzature (-24,8%); Abbigliamento (-10,2%);Siderurgia (-9,9%);Chimica(-7,7%);Meccanica (-2,4%). I Mezzi di trasporto, che presentano la maggior quota di fatturato estero (61,6%), registrano ordini dall’estero pressoché stabili (-0,2%).

in collaborazione con le Associazioni regionali dell’Artigianato: Confartigianato, CNA, Casartigiani e CLAAIComunicato stampa UCL n. 31/2020 – 18 novembre 20202/3fatturato (-30,8%) e le scorte sono ancora in eccedenza (+12,5% il saldo esuberanti-scarse). Sul versante della domanda interna sono ancora i Minerali non metalliferie le Industrie varie (+3,1% tendenziale entrambi) a registrare i maggiori incrementi, ma sono positivi anche il Legno-mobilio (+1,6%) e la Chimica(+1,3%). La domanda estera cresce solo per Minerali non metalliferi (+3,9% tendenziale) oltre agli alimentari (+3,9%), ma è ancora negativa per settori molto esposti sui mercati esteri, quali:Pelli-calzature (-24,8%); Abbigliamento (-10,2%);Siderurgia (-9,9%);Chimica(-7,7%);Meccanica (-2,4%). I Mezzi di trasporto, che presentano la maggior quota di fatturato estero (61,6%), registrano ordini dall’estero pressoché stabili (-0,2%). Il quadro settoriale dell’artigianato mostra solo i Minerali non metalliferiin significativo recupero dei livelli produttivi (+2,2% tendenziale). Flessioni limitate si registrano per la Gomma-plastica(-1,6%) e gli Alimentari(-1,8%), mentre diminuzioni tendenzialicomprese tra il -3% e il -5% caratterizzano la Siderurgia (-3,6%), la Meccanica(-4,2%) e il Legno-mobilio (-5,2%). Ancora gravi le perdite per Tessile (-7,8%), Carta-stampa (-8,5%), Manifatturiere varie (-9%) e Abbigliamento (-11,7%), fino ad arrivare al crollo registrato dalle Pelli-calzature (-32%). Il dato medio generale nasconde andamenti disomogenei non solo a livello settoriale ma anche tra le stesse imprese:le aziende industriali che segnalano una forte contrazione produttiva scendono al 47% (erano il 71% lo scorso trimestre)mentre quelle che indicano incrementi di produzione superiori al 5%salgono al 28%(erano il 16 % lo scorso trimestre). L’andamento per l’artigianato è simile, con la quota di aziende in forte contrazione che scende al 46 % e quelle in crescita che passano dal 17 % al 31%.

FATTURATO E ORDINATIVI

Il fatturato a prezzi correntiper l’industria riduce le perdite al -4,4% su base tendenziale approssimandosi ai livelli del 2019 (l’indice destagionalizzato si attesta a 124,6). Per le imprese artigiane il fatturato soffre maggiormente (-5,5% tendenziale) ma l’indice di Unioncamere Lombardia (94,8) si avvicina nuovamente al livello dell’anno base (2010=100) dopo aver toccato il livello minimo storico lo scorso trimestre (76,8). Gli ordinativi dell’industriaregistrano risultati su base tendenziale simili sia dall’interno (-4,1%) che dall’estero (-4,4%), recuperando rispetto allo scorso trimestre. Per l’artigianato i risultati si differenziano per i due mercati, con una maggior sofferenza per il mercato interno (-8,1%) e minore per l’estero (-5,1%). La quota del fatturato estero sul totale rimane elevata per le impreseindustriali (3 8,9%)ed è ancora poco rilevante per le impreseartigiane (7,4%).

OCCUPAZIONE

L’occupazione presenta un saldo negativo per l’industria (-0, 4%) ancora contenuto dato l’ irrigidimento generale del mercato del lavoro dovuto ai provvedimenti nazionali, con il tasso d’uscita all’1,8% e il tasso di ingresso all’1,4% entrambi in crescita. Si fa evidente la ripresa delle attività nel ricorso alla CIG che diminuisceconsiderevolmente: la quota di aziende che dichiara di aver utilizzato ore di cassa integrazione scende dal 71% al 39% e la quota sul monte ore torna al 4,1%.Saldo occupazionale negativo (-0, 3%) anche per l’artigianato – con tassi d’ingresso (1,5%) e uscita (1,8%) in aumento rispetto al trimestre precedente ma ancora in linea con i valori minimi storici. Cala fortemente il ricorso alla CIG con il 32% delle aziende che dichiara di aver utilizzato ore di cassa integrazione; la quota sul monte ore scende al 4,3%.Le aspettative sull’occupazione sono ancora in miglioramento, ma in questo caso, la quota di imprenditori che non prevede variazioni di rilievo sale al 79%. Il dato è fortemente influenzato dal blocco dei licenziamenti e dalla possibilità di ricorrere alla CIG, per cui l’impatto effettivo sui livelli occupazionali sta slittando in avanti. Perl’artigianato le aspettativesull’occupazione mostrano una dinamica simile e, in questo caso, chi non si aspetta variazioni di rilievo è pari all’83%. I dati presentati derivano dall’indagine congiunturale realizzata da Unioncamere Lombardia relativa al terzo trimestre 2020 nell’ambito del progetto Focus Imprese che ha riguardato un campione di più di 2.600 aziende manifatturiere, suddivise in imprese industriali (più di 1.500 imprese) e artigiane (più di 1.100 imprese

Pmi Day: oltre 4.500 studenti coinvolti nell’edizione 2020

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Formazione by

Sono oltre 4.500 gli studenti degli istituti scolastici secondari di secondo grado bresciani sono stati “convocati” per l’undicesima edizione del PMI DAY “Industriamoci”, promosso dalla Piccola Industria di Confindustria Brescia in collaborazione con Confagricoltura Brescia.

L’iniziativa – a causa delle restrizioni imposte dai DPCM governativi – si è tenuta online, con una tavola rotonda digitale interamente dedicata all’incontro e al dialogo virtuale tra scuole e imprese.

Durante l’appuntamento, sono state adottate modalità interattive per confrontarsi con gli studenti iscritti, condividendo progetti e proposte. L’incontro è stato moderato dal sociologo ed economista Stefano Laffi, dell’Agenzia sociale “Codici” di Milano, che ha dialogato in diretta con alcuni relatori in rappresentanza degli imprenditori, degli studenti e dei dirigenti scolastici.

Le riflessioni emerse dalla mattinata di lavori serviranno a concretizzare successive azioni di supporto alle aziende da parte delle imprese, con video tutorial, visite virtuali e altre iniziative per dare continuità all’iniziativa.

Dal 2010 al 2019, il PMI DAY ha coinvolto in totale a Brescia 608 aziende e 34.900 studenti.

“Il PMI DAY si conferma un’iniziativa sentita e, soprattutto, richiesta: i numeri raccolti anche in questa edizione online sono molto importanti, a testimonianza della bontà del lavoro svolto sin qui – commenta Elisa Torchiani, Presidente della Piccola Industria di Confindustria Brescia –. Il nostro obiettivo non cambia: mettere in dialogo il mondo della scuola e quello del lavoro. Sotto questo punto di vista non posso che ringraziare le numerose aziende che, anche quest’anno, hanno dato la loro disponibilità, e in particolare i nostri imprenditori Laura Iacci, Giuliano Baglioni e Francesco Franceschetti, che rappresentano tre diversi settori e sono stati scelti, per questa prima parte del progetto, all’interno del consiglio della Piccola Industria, che come sempre si è mostrato disponibile e in prima linea. Oltre a Confagricoltura Brescia, da anni partner dell’evento, e ovviamente, tutti gli studenti e docenti che hanno scelto di partecipare, anche a distanza.”

“Il senso dell’iniziativa di quest’anno è stato quello di non interrompere il PMI DAY. In un momento di forte incertezza, dove abbiamo capito da subito che la possibilità di andare nelle aziende sarebbe stata interdetta, vogliamo trasmettere un messaggio importante al mondo della scuola – aggiunge Cristina Volpi, Vicepresidente della Piccola Industria di Confindustria Brescia –. Nonostante le difficoltà, i nostri imprenditori ci sono, e continuano a essere disponibili e aperti verso i giovani, anche sperimentando nuove forme di relazione. Il webinar di domani sarà un confronto in diretta su esperienze concrete, un modo nuovo per indagare aspettative, desideri e timori dei nostri giovani, attraverso sondaggi che li coinvolgeranno, e a cui poi daremo un seguito importante, che sveleremo nella mattinata di lavori.”

“È un’occasione di fondamentale crescita – afferma Giovanni Garbelli, Presidente di Confagricoltura Brescia – per tutti gli studenti che avranno l’opportunità di vivere questo appuntamento. Anche in un periodo così complesso, Confindustria e Confagricoltura partecipano allo stesso obiettivo, ossia quello di far conoscere il mondo delle imprese per supportare i giovani nel loro ingresso nel mondo del lavoro. Il nostro settore è chiamato a sfide appassionanti sul fronte della sostenibilità e dell’innovazione tecnologica: l’agricoltura avrà quindi sempre più necessità di giovani entusiasti, capaci e competenti. Siamo fieri di contribuire al workshop grazie alla testimonianza di Alessandro Marinoni, giovane imprenditore dell’innovativo settore delle verdure confezionate. Il Pmi Day, a cui Confagricoltura partecipa dall’avvio ed arrivato alla undicesima edizione, rappresenta ormai un format di successo, capace di coinvolgere imprenditori e giovani in un dialogo sui grandi temi della nostra società”.

Bonometti (Confindustria) al Wmf2020: investire su poche priorità di lungo periodo

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Manifatturiero by

Intervenendo al forum mondiale delle aziende manifatturiere (Wmf) di Cernobbio, il presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti ha indicato la strada che la politica italiana deve imboccare per sostenere le imprese del settore. Riportiamo il testo integrale del suo discorso, inoltrato ai giornali.

IL TESTO INTEGRALE DELL’INTERVENTO DI BONOMETTI

Il futuro dell’industria italiana dipenderà dalle scelte che faremo in questi mesi. L’industria manifatturiera è stata colpita da un duplice shock indotto dalla pandemia, che ha colpito sia la domanda che l’offerta. La conferma viene dal calo dei fatturati e della perdita di produzione, che subiranno nel 2020 una contrazione a doppia cifra.

Le industrie italiane hanno saputo resistere prima e stanno reagendo ora, confermando come il manifatturiero sia il traino per l’intera economia e unica leva per creare sviluppo e occupazione. Vanno create le condizioni per ridare fiducia alle imprese. C’è quindi bisogno di una politica industriale concentrata su poche priorità di lungo periodo, per sostenere l’industria ad affrontare la competizione mondiale, favorendo l’adattamento verso i megatrend della manifattura del futuro a livello globale.

Dobbiamo rafforzare la capacità delle aziende di consolidare la propria posizione nelle catene globali del valore, di accedere alle nuove tecnologie e di stare sui mercati internazionali.

La fase di crisi accelererà alcuni processi di innovazione che erano già avviati verso la transizione al 4.0 e che si tradurranno in investimenti in automazione, nella gestione degli stabilimenti produttivi e della logistica, in incremento della digitalizzazione, in investimenti green e in nuove infrastrutture per la mobilità.

Saranno necessari grandi investimenti anche sui nuovi prodotti con innovazioni tecnologiche e soluzioni sostenibili, per soddisfare la richiesta del mercato globale.

In questa epoca di incertezza e disorientamento, la visione e i progetti della World Manufacturing Foundation – di cui Confindustria Lombardia è uno dei fondatori – indicano la via da seguire.

Le risorse messe a disposizione dal Recovery Fund non dovrebbero essere spese per preservare l’esistente, ma dovrebbero favorire una vera e propria rivoluzione dell’assetto produttivo del paese.

Coronavirus, ecco il manifesto delle categorie imprenditoriali della Provincia di Brescia

in Aib/Api/Associazione Artigiani/Associazioni di categoria/Camera di commercio/Cdo/Cna/Confagricoltura/Confartigianato/Confesercenti/Economia/Salute by

LE ASSOCIAZIONI IMPRENDITORIALI BRESCIANE HANNO SOTTOSCRITTO UN MANIFESTO UNITARIO PER PRENDERE POSIZIONE SUL CORONAVIRUS E CHIEDERE AZIONI CONCRETE A GOVERNO E REGIONE. LO PUBBLICHIAMO IN MANIERA INTEGRALE:

La salute e la tutela sanitaria della comunità locale oggi sono e devono restare la priorità dell’agire quotidiano.

Ne sentiamo la responsabilità; come nei mesi scorsi, intendiamo contribuire alla salvaguardia e alla tutela delle persone, rispettando le indicazioni contenute nel DPCM del 4 novembre.

Invitiamo tutti a fare altrettanto: rispettiamo scrupolosamente le prescrizioni previste dal DPCM perché questo contribuirà a limitare la diffusione del virus.

Testimoniamo con i fatti, quindi con i comportamenti e i dati sanitari, che Brescia non può e non deve essere individuata tra le zone rosse del Paese.

Per questo abbiamo preso atto, responsabilmente seppur con stupore, della decisione Governativa di classificare la provincia di Brescia all’interno della zona rossa lombarda.

Lo abbiamo fatto nonostante siamo pienamente consapevoli dell’impatto che una simile decisione determinerà in generale sul sistema delle imprese locali, già duramente provate dal precedente lockdown e dall’innegabile crollo dei consumi.

Lo facciamo perché siamo consapevoli che non ci potranno essere occupazione e lavoro, benessere e consumi, se non si tornerà ad una situazione sanitaria sicura e stabile, tale da ridare fiducia alla gente, consentendole di tornare ad una vita normale, senza limitazioni di mobilità, orari e socializzazione.

Siamo seriamente preoccupati per le conseguenze sociali, economiche, per il crescente disagio sociale che giorno dopo giorno registriamo in un territorio già profondamente ferito dal lockdown di inizio anno.

La nuova ondata della crisi Coronavirus, infatti, sta producendo un ulteriore shock sul benessere sociale e sulle attività economiche della nostra provincia, spesso in modo irrimediabile.

Chiediamo al Signor Ministro della Salute e al Governatore della Regione di condividere sin d’ora i 21 elementi che determinano la scelta per la zonizzazione del territorio, al fine di poter spiegare a tutti i nostri interlocutori lo stato di fatto.

Chiediamo anche che si passi dalla zonizzazione di perimetro regionale ad una con criterio provinciale, laddove i 21 indici sanitari dimostrino che l’area bresciana non si caratterizza con lo stato di crisi sanitaria di massima gravità.

Pretendiamo altresì che dalle parole si passi ai fatti, traducendo le promesse fatte dal Governo e dal Presidente del Consiglio in veri, tangibili ed automatici ristori per tutti coloro i quali oggi devono abbassare le serrande senza certezze per il futuro, per le filiere collegate e per chi lavora in tali attività. Ci aspettiamo che le possibili soluzioni arrivino in tempi brevi, considerate la gravità della situazione e l’importanza di fornire alle imprese risposte chiare ed immediate.

Parimenti ci attendiamo che tutti gli Enti Locali sospendano l’esazione di tutti i tributi locali a carico delle imprese nuovamente fermate dal lock down e di tutte quelle che, essendo in filiere di queste, vedono le loro attività ridursi drasticamente.

Specificatamente e con vigore chiediamo all’Amministrazione finanziaria di permettere a tutte le attività lese dall’ultimo decreto, di derogare i termini del versamento degli acconti di tutte le imposte nazionali posticipandoli ad aprile 2021, come già concesso dal cosiddetto “Decreto agosto” per le attività colpite dalla prima ondata.

Parimenti, chiediamo con fermezza che la Pubblica Amministrazione rispetti i tempi di pagamento verso il privato e limiti al massimo le disfunzioni burocratiche derivanti da una non corretta modalità di accesso agli uffici e di organizzazione dello smart working.

Auspichiamo inoltre che il Sistema bancario sia alleato dell’impresa locale, assicurandole liquidità e flessibilità nella gestione della gestione dei flussi finanziari

Se non ci sarà l’impegnò di tutti, Istituzioni e sistema bancario in primis, assisteremo alla scomparsa di una parte significativa del sistema bresciano d’impresa.

A tutti, in questo momento, spetta il dovere di sostenere la filiera d’impresa locale, attivando ogni iniziativa che possa difendere questo patrimonio, per traghettarlo aldilà di questa fase di grande incertezza, proiettandolo verso una nuova dimensione di sviluppo economico-sociale.

ANCE – COLLEGIO COSTRUTTORI EDILI
APINDUSTRIA
ASCOM – ASSOCIAZIONE COMMERCIANTI – CONFCOMMERCIO
ASSOCIAZIONE ARTIGIANI
ASSOPADANA
CIA – CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI EST LOMBARDIA
CNA – CONFEDERAZIONE NAZIONALE DELL’ARTIGIANATO 
COLDIRETTI BRESCIA – FEDERAZIONE PROVINCIALE COLDIRETTI BRESCIA
CONFAGRICOLTURA – UNIONE PROVINCIALE AGRICOLTORI
CONFARTIGIANATO IMPRESE BRESCIA E LOMBARDIA ORIENTALE
CONFCOOPERATIVE BRESCIA
CONFESERCENTI DELLA LOMBARDIA ORIENTALE CONFINDUSTRIA BRESCIA
FAI – FEDERAZIONE AUTOTRASPORTATORI ITALIANA

Righettini (Aib): aziende dei bus turistici siano inserite tra quelle danneggiate dal lockdown

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A seguito dei recenti sviluppi legati all’emanazione del DPCM 4 novembre e dell’istituzione della zona rossa relativa a tutta la Lombardia, il settore Trasporti di Confindustria Brescia, a cui appartengono anche le aziende di trasporto turistico, denuncia ciò che da mesi il comparto sta soffrendo.

“In Italia ci sono circa 25000 bus turistici che, riempiti al 50% come ha stabilito il CTS, possono trasportare 5 milioni di persone – commenta Julia Righettini, Presidente del Settore Trasporti di Confindustria Brescia –. Il Governo dice di aver messo a disposizione 300 milioni di euro e che le regioni ne hanno spesi 120. Chiediamo, insieme alle aziende bresciane di bus turistici, che le risorse vengano date direttamente alle nostre imprese, non alla lobby trasversale del trasporto pubblico di linea e che vi sia una regia condivisa, non che le cose siano ancora gestite senza una linea precisa”.

“Il progetto deve prevedere tre punti essenziali attraverso cui alleggerire il trasporto pubblico: prenotazioni, incentivi, pullman in coda – prosegue Righettini –. Dobbiamo pensare alle riaperture e non essere nuovamente impreparati, utilizzare  questi mezzi per alleggerire metropolitane, e autobus di linea. A Brescia, come in tutte le altre città d’Italia, gli studenti e i lavoratori viaggiano ammassati quando gli autobus gran turismo, non utilizzati, potrebbero far viaggiare tutti distanziati e in sicurezza. Già da maggio 30 aziende bresciane avevano offerto la disponibilità di quei mezzi, ma la risposta dell’agenzia del trasporto è stata che non ve ne era bisogno. Chiediamo che le aziende dei bus turistici siano riconosciute come aziende danneggiate dal lockdown, in quanto attività chiuse”.

Industria bresciana: nel 2019 calati fatturati e investimenti

in Aib/Associazioni di categoria/Economia by
  • A evidenziarlo è lo studio condotto dal Centro Studi di Confindustria Brescia – in collaborazione con Deloitte – sui risultati al 2019.
  • La ricerca riguarda 80 gruppi industriali bresciani a vocazione manifatturiera, che insieme valgono 14,2 miliardi di fatturato e danno lavoro a 46mila addetti.

I gruppi industriali bresciani confermano, al termine del 2019, la loro ricca dotazione patrimoniale e il ricorso sempre più limitato a fonti di finanziamento esterne; per il 2020, invece, le prospettive in termini di volume d’affari e marginalità industriale lorda sono decisamente negative. Gli indicatori risentono, in particolare della pandemia da Covid-19, e si inseriscono in un contesto di generale flessione che aveva già caratterizzato lo scorso anno.

A evidenziarlo è lo studio condotto dal Centro Studi di Confindustria Brescia – in collaborazione con Deloitte – sui risultati al 2019, riguardante 80 gruppi industriali bresciani a vocazione manifatturiera, che insieme valgono 14,2 miliardi di fatturato e danno lavoro a 46mila addetti (in Italia e all’estero). La ricerca è stata presentata in un webinar tenuto oggi pomeriggio, che ha visto gli interventi di Giuseppe Pasini, Presidente di Confindustria Brescia, Elio Milantoni, Leader Corporate Finance Advisory di Deloitte Central Mediterranean e Financial Advisory Leader di Deloitte Private, Davide Fedreghini, Centro Studi Confindustria Brescia, e Marco Vulpiani, Equity Partner e Responsabile dell’Area Valution e Economic Advisory Deloitte.

Nel dettaglio, per quanto riguarda il 2019, tutti i principali indicatori reddituali e di sviluppo dei gruppi industriali bresciani hanno evidenziato una flessione, in modo coerente con il rallentamento sperimentato dall’economia globale. L’evoluzione dei ricavi complessivi (-0,6%) è la sintesi tra la discesa rilevata nel mercato domestico (-5,4%) e l’incremento di quello estero (+3,2%).  Il MOL è sceso del 6,0%, mentre la sua incidenza sulle vendite si è attestata all’11,4% (12,0% nel 2018).

I bilanci 2019 hanno inoltre certificato la ricca dotazione patrimoniale di tali operatori, con un sempre più limitato ricorso a fonti di finanziamento esterne (indice di indipendenza finanziaria pari a 48,6%, +3,0% sul 2018).

Gli investimenti sono diminuiti a un ritmo più intenso rispetto a quello del fatturato (-4,6%): un’evoluzione figlia degli ingenti sforzi realizzati negli anni passati e della minor fiducia da parte degli imprenditori.

Il Coronavirus ha sconvolto tale scenario: per il 2020 le prospettive in termini di volume d’affari e marginalità industriale lorda sono decisamente negative. Secondo quanto dichiarato da imprenditori, CFO e direttori amministrativi coinvolti nell’indagine condotta dal Centro Studi Confindustria Brescia fra settembre e ottobre, quest’anno il fatturato dei gruppi è previsto diminuire del 12,7%, mentre il MOL del 14,9%. Va sottolineato che si tratta di valori “in divenire”, caratterizzati, tra l’altro, da un’elevata dispersione delle performance individuali, che riflettono le diverse capacità di fronteggiare l’attuale fase critica. Sempre in base a quanto dichiarato dai gruppi coinvolti nell’indagine, le prime valutazioni per il 2021 propendono per una crescita del fatturato e della redditività, ma comunque non sufficiente a recuperare quanto perso quest’anno.

Di fronte allo shock causato dal Covid-19, i gruppi bresciani stanno rispondendo con strategie volte in particolare all’ottimizzazione dei processi interni (76% dei gruppi rispondenti) e all’ampliamento della gamma produttiva (56%). Tutto ciò viene finanziato attraverso i canali più tradizionali, come il ricorso alle attività presenti in bilancio (59%) e, in misura minore, mediante nuovo debito bancario (41%).

“Siamo di fronte a un momento decisivo per l’economia bresciana, nazionale e mondiale – commenta Giuseppe Pasini, Presidente di Confindustria Brescia –. I dati emersi dall’indagine del Centro Studi di Confindustria Brescia e Deloitte riferiti al 2019, per quanto appaiano lontani dopo la pandemia da Covid-19, mostrano come l’industria bresciana sia solida, in particolare a livello di patrimonializzazione. Di fronte alle sfide future, legate in particolare a digitalizzazione e sostenibilità, diventa allora fondamentale investire soprattutto nella formazione: le competenze, infatti, rappresentano il requisito fondamentale per traghettare l’intero sistema imprenditoriale bresciano verso gli ambiziosi obiettivi del 2030 e per immaginare nuovi modelli di sviluppo.”

“Anche in questo momento di grande difficoltà – aggiunge Elio Milantoni, Leader Corporate Finance Advisory di Deloitte Central Mediterranean e Financial Advisory Leader di Deloitte Private – il sistema industriale bresciano si mostra nella sua grande solidità. Una posizione privilegiata da cui si può ripartire avendo il coraggio di pensare ad una nuova gestione dei processi produttivi e industriali, anche grazie alle tecnologie digitali, a nuove forme di collaborazione tra e con operatori industriali e finanziari e ad un ripensamento dei sistemi di governance aziendale, strumenti utili per acquisire le competenze necessarie, espandere le eccellenze e favorire il balzo dimensionale di un sistema tra i più dinamici del nostro paese per competere al meglio con i propri peers internazionali”.

Confindustria Brescia: al via il progetto Brescia Regeneration con Prometeia

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Ha preso il via il progetto “Brescia Regeneration”, promosso da Confindustria Brescia in collaborazione con Prometeia e con la partecipazione dell’Università degli Studi di Brescia.

L’iniziativa mira a delineare un report che definisca i futuri possibili del territorio bresciano all’orizzonte 2030, il modello manifatturiero, economico e sociale che andrà a svilupparsi e le azioni da mettere in campo per realizzarlo, guardando oltre all’attuale fase emergenziale legata alla pandemia da COVID-19.

In particolare, oltre a essere orientato sul lungo periodo, e quindi ad Agenda 2030 e agli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG – Sustainable Development Goals) dell’ONU, il progetto punta a sviluppare un confronto tra Brescia e gli altri territori europei a vocazione manifatturiera, integrando i problemi dello sviluppo economico con quelli della sostenibilità e della qualità della vita.

L’intervento sarà articolato in 3 differenti fasi, a partire dall’analisi desk, in cui verranno affrontati i temi del posizionamento manifatturiero bresciano, l’attività territoriale, lo scenario 2030 e le opportunità e i pericoli che attendono il sistema industriale nei prossimi anni.

All’analisi seguirà quindi la fase di prospettiva strategica, con il coinvolgimento di un panel di 100 imprese bresciane, rappresentative dell’ecosistema manifatturiero provinciale, in termini di settori di specializzazione, classi dimensionali e aree territoriali. Queste aziende saranno chiamate a riflettere sulla costruzione del futuro del manifatturiero (e del territorio) bresciano. Tale riflessione sarà sostenuta dal contributo di un think tank di esperti che, forti di una visione sui trend in atto a livello globale, identificheranno le direttrici di cambiamento (da quelle macroeconomiche, a quelle tecnologiche, dalla demografia ai modelli di business) che impatteranno sulle prospettive di sviluppo di Brescia.

Questa analisi porterà alla stesura di un Report e all’elaborazione di un piano strategico in cui saranno definite le azioni di accompagnamento che serviranno concretamente a sostenere le aziende bresciane nelle sfide del decennio in arrivo.

Il programma prevede la conclusione del lavoro alla fine di febbraio 2021 e la presentazione ufficiale dei dati raccolti nel maggio 2021.

DICHIARAZIONI

Giuseppe Pasini, Presidente Confindustria Brescia

“Come industriali, vogliamo essere buoni cittadini del nostro territorio, offrendo un contributo alla riflessione sui problemi del prossimo decennio e alla definizione delle strategie di sviluppo sostenibile che vadano oltre alle problematiche strettamente industriali In termini generali, l’obiettivo del progetto è analizzare in profondità ed ampiezza i cambiamenti in corso, legati o meno alla pandemia, e presentare visione e linee di azione del sistema manifatturiero bresciano per il proprio futuro e per quello del proprio territorio”.

Maurizio Tira, Rettore Università degli Studi di Brescia

“Innovazione, sostenibilità, internazionalizzazione: sono queste le parole chiave del progetto Brescia Regeneration. Il traguardo del 2030 è vicino, 10 anni sono pochi per raggiungere gli ambiziosi obiettivi posti dai Sustainable Development Goals dell’ONU, ma allo stesso tempo le potenzialità del nostro territorio sono elevate. Abbiamo davanti un grande lavoro da fare, e sono sicuro che Brescia Regeneration rappresenterà un riferimento importante per il futuro economico della provincia.”

Alessandra Lanza, Senior Partner Prometeia

“Quello che vogliamo realizzare, insieme a Confindustria Brescia e all’Università degli Studi di Brescia, è un lavoro di prospettiva strategica, per immaginare i possibili orizzonti che attendono la manifattura bresciana, e aiutarla a essere pronta alle sfide future attraverso precise azioni strategiche. Vogliamo quindi guardare oltre all’attuale crisi sanitaria, applicando un approccio sistemico ai cambiamenti in atto”.

Aib: Anna Tripoli è la nuova presidente dei giovani

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Anna Tripoli è il nuovo presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Brescia: l’elezione è avvenuta venerdì pomeriggio durante l’annuale assemblea tenuta alla Camera di Commercio di Brescia. L’imprenditrice della N.T.M. Spa succede nel ruolo al presidente uscente Luca Borsoni, e resterà in carica per il triennio 2020-2023.

Nel corso dell’assemblea sono stati designati anche i 4 Vice Presidenti, ognuno dei quali con una specifica delega: Andrea Astori (Luxor Spa) allo Sviluppo Associativo, Anna Fidanza (Condor Trade Srl) alla Comunicazione Istituzionale, Umberto Frigerio (Fonderia di Torbole Srl) alla Diffusione della Cultura d’Impresa e Francesco Veneziani (Conveco Srl) all’Istruzione & Capitale Umano.

Completano la squadra i consiglieri eletti: Mario Bonomi (Rubinetterie Bresciane Bonomi Spa), Roberta Chelotti (Svib  Srl), Giovanni Cherubini (Colorificio Bresciano 1909 Srl), Paolo Coglio (Forelli Pietro Srl), Roberto De Miranda (Ori Martin Spa), Giulia Franceschetti Masini (Francesco Franceschetti Elastomeri Srl), Michela Gallina (El.Com Srl), Matteo Gazzurelli (Duckma Srl), Susanna Ghirardi (La Leonessa Spa), Carlo Grazioli (Dega & Grazioli Srl), Lorenzo Maternini (Talent Garden Brescia Srl), Andrea Moretti (Palazzoli Spa), Alice Palumbo (ASB Comunicazione Srl), Giovanni Pedrini (Cromodora Wheels Spa), Stella Tedoldi (Ingest Srl) e Imer Zanetti (Zanetti Travel Srl). Come invitata permanente figura anche Germana Bergomi (Italian Gasket Spa).

Nel corso dell’assemblea dei Giovani Imprenditori – intitolata “Resilienza & Visione. Giovani e impresa nel dopo Covid-19” e moderata dal giornalista e scrittore Massimo Tedeschi – sono intervenuti, oltre a Luca Borsoni e Anna Tripoli, anche Massimo Lombardo, Direttore Generale ASST Spedali Civili di Brescia, Cristina Fogazzi, CEO di Veralab, e Giuseppe Pasini, Presidente Confindustria Brescia

 

Pacco bomba in azienda: Pasini minacciato e sotto scorta

in Aib/Associazioni di categoria/Economia by

Ancora un brutto episodio di minacce ai danni di imprenditori nel Bresciano. Ieri, infatti, nell’azienda Feralpi di Lonato è arrivato un pacco indirizzato a Giuseppe Pasini – presidente di Aib – contenente polvere da sparo e un innesco rudimentale. La bomba, pare, non era in grado di esplodere, ma l’avvertimento e la paura restano. Pasini è stato messo sotto scorta: le forze dell’ordine indagano sulla pista anarchica e non escludono collegamenti con le minacce ricevute a giugno da Marco Bonometti.

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