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Aib - page 10

Confindustria, nel consiglio nazionale Beretta, Pasini, Bonometti, Turati, Franceschetti e Mazzoncini

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Con i 20 componenti generali eletti dall’Assemblea dei delegati in rappresentanza di medie imprese, grandi imprese, multinazionali estere e imprese a rete con convenzione nazionale, si completa la composizione del Consiglio Generale per il mandato 2021-2023. Il Consiglio Generale è inoltre composto da 100 seggi assegnati alle Associazioni territoriali e di categoria, 16 componenti in rappresentanza della Piccola Industria, 6 componenti in rappresentanza del Gruppo Giovani Imprenditori e 7 seggi premiali assegnati alle Associazioni che hanno effettuato processi di aggregazione.

Del Consiglio Generale fanno parte i componenti del Consiglio di Presidenza, i Past President della Confederazione e i componenti di diritto.

I 6 imprenditori bresciani presenti nel Consiglio Generale di Confindustria sono:

Giuseppe Pasini (Feralpi) – designato da Confindustria Brescia

Franco Gussalli Beretta (Fabbrica d’Armi Pietro Beretta) – designato da Confindustria Brescia

Renato Mazzoncini (A2A) – designato da Confindustria Brescia

Maria Chiara Franceschetti (Gefran) – designato da Confindustria Brescia

Marco Bonometti (Officine Meccaniche Rezzatesi) – in quota Confindustria Lombardia

Giancarlo Turati (Fasternet) – in quota Piccola Industria Confindustria

Brescia, a inizio 2021 risale la fiducia del settore Terziario

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Nel primo trimestre del 2021, il clima di fiducia delle imprese bresciane attive nel settore dei servizi si attesta a 133, in deciso aumento rispetto al livello registrato nel periodo precedente (102), posizionandosi molto al di sopra di quanto rilevato nello stesso trimestre del 2020 (27) e attestandosi ai massimi dal 2018.

A evidenziarlo è la tradizionale indagine congiunturale del Centro Studi, che dal 1° trimestre 2021 si amplia presentando singoli focus sugli andamenti per comparto (Consulenza alle imprese, ICT&Digitale, Servizi alle imprese).

Le condizioni operative delle imprese intervistate hanno beneficiato della fase di consolidamento dell’attività produttiva nell’industria e delle buone prospettive per i mesi a venire, grazie al forte legame che intercorre tra il comparto secondario e quello terziario oggetto della rilevazione. 

“La luce del post pandemia – commenta Fabrizio Senici, Presidente del Settore Terziario di Confindustria Brescia – si comincia a vedere e i dati rilevati sono significativi. Abbiamo voluto far evolvere la nostra indagine congiunturale trimestrale coinvolgendo un panel stabile di aziende, in rappresentanza dei tre macro gruppi più numerosi tra gli associati del nostro settore, proprio per scendere ancor più in profondità per avvicinare sempre più l’Associazione alle proprie aziende. L’obiettivo è far crescere la presenza e la partecipazione di un settore strategico come quello che rappresento all’interno del mondo confindustriale.”

Nel dettaglio, per quanto riguarda i giudizi espressi dalle imprese sui tre mesi precedenti:

  • il fatturato è aumentato per il 54% delle imprese, con un saldo positivo del 30% tra coloro che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione;
  • gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +29% e a +18%);
  • i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione leggermente positiva (saldo netto pari a +5%), a conferma della presenza di deboli pressioni inflattive.

Per quanto riguarda le prospettive per i mesi a venire:

  • il fatturato è atteso in crescita dal 54% degli intervistati, con un saldo positivo del 43% a favore degli ottimisti rispetto ai pessimisti;
  • i saldi riferiti al portafoglio ordini (+43%) e all’occupazione (+25%) descrivono uno scenario di possibile rafforzamento dell’attività;
  • i prezzi dei servizi offerti manifestano un saldo positivo del 3%.

Le opinioni delle imprese in merito alle prospettive sulla tendenza generale dell’economia italiana risultano positive, sostenute dall’entrata a regime della campagna vaccinale di massa e dal prossimo avvio del piano NG-EU: il 40% degli imprenditori ha un orientamento ottimistico, a fronte del 46% che prevede stazionarietà e del 14% che ha una visione sfavorevole.

L’andamento per comparto

  • Consulenza alle imprese

Il clima di fiducia delle imprese attive nel comparto della consulenza alle imprese, nel primo trimestre 2021, si attesta a 141, al di sopra del valore dell’indice medio. I giudizi espressi sui tre mesi precedenti segnalano che: il fatturato è aumentato per il 56% delle imprese, con un saldo positivo del 31%; gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +42% e a +13%); i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione debolmente negativa (saldo netto pari a -3%). Sulle prospettive a breve termine: il fatturato è atteso in crescita dal 58% degli intervistati, con un saldo positivo del 50%; i saldi riferiti al portafoglio ordini (+50%) e all’occupazione (+16%) descrivono uno scenario di possibile rafforzamento dell’attività; i prezzi dei servizi offerti manifestano un saldo negativo (-6%). Le opinioni delle imprese in merito alla tendenza generale dell’economia italiana risultano positive: il 42% degli imprenditori ha un orientamento ottimistico, il 47% prevede stazionarietà e l’11% ha una visione sfavorevole.    

  • ICT & digitale

Il clima di fiducia delle imprese attive nel comparto ICT & digitale, nel primo trimestre 2021, si attesta a 128, leggermente inferiore al valore medio. In merito ai giudizi espressi sui tre mesi precedenti: il fatturato è aumentato per il 59% delle imprese, con un saldo positivo del 37% tra variazioni in aumento e in diminuzione; gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +18% e a +26%); i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione positiva (saldo netto pari a +11%). Riguardo alle prospettive a breve termine: il fatturato è atteso in crescita dal 59% degli intervistati, con un saldo positivo del 48%; i saldi riferiti al portafoglio ordini e all’occupazione risultano positivi (rispettivamente pari a +44% e a +33%); i prezzi dei servizi offerti registrano un saldo positivo (+11%). Le opinioni delle imprese in merito alle prospettive sulla tendenza generale dell’economia italiana risultano favorevoli: il 37% degli imprenditori ha un orientamento positivo, il 48% prevede stazionarietà e il 15% ha una visione negativa.

  • Servizi alle imprese

Il clima di fiducia delle imprese attive nel comparto servizi alle imprese, nel primo trimestre 2021, si attesta a 135, in linea con il valore dell’indice medio. Riguardo ai giudizi espressi sui tre mesi precedenti: il fatturato è aumentato per il 54% delle imprese, con un saldo positivo del 39%; gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +38% e a +23%); i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione positiva (saldo netto pari a +15%). In merito alle prospettive a breve termine: il fatturato è atteso in crescita dal 38% degli intervistati, con un saldo positivo del 23%; i saldi riferiti al portafoglio ordini (+30%) e all’occupazione (+38%) descrivono uno scenario di possibile rafforzamento dell’attività; i prezzi dei servizi offerti si contraddistinguono per un saldo positivo del 15%. Le opinioni delle imprese in merito alle prospettive sulla tendenza generale dell’economia italiana risultano positive: il 46% degli imprenditori ha un orientamento ottimistico, il 46% prevede stazionarietà e l’8% ha una visione sfavorevole.

Brescia, nasce il Club delle startup innovative di Confindustria

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È nato in Confindustria Brescia il Club delle Start-up innovative, al quale hanno già aderito 35 realtà.

L’obiettivo principale dell’iniziativa è quello di fare sistema tra il mondo industriale e giovani realtà aziendali che presentano un’importante componente innovativa, permettendo a queste ultime di avere un supporto concreto per esprimere al meglio le proprie potenzialità di crescita.

L’adesione al Club è riservata alle start-up cosiddette “innovative”, ossia quelle che per la normativa nazionale sono “imprese giovani, ad alto contenuto tecnologico, con forti potenzialità di crescita” e che rispettano alcuni requisiti:

La decisione di costituire il Club delle Start-up innovative nasce, in particolare, a partire dalla convinzione – da parte di Confindustria Brescia – del valore di un sistema fondato sulla sempre più stretta collaborazione tra università, attori della ricerca, grandi imprese, PMI e Start-up innovative.

Gli obiettivi che Confindustria Brescia si è posta, attraverso il Club, sono quelli di consentire una contaminazione e una più stretta collaborazione e confronto con il mondo industriale, cercando anche di aggregare le istanze e le sfide che ogni giorno le Start-up devono affrontare, rafforzando la capacità di proposizione sui temi della ricerca e dell’innovazione, e provando ad essere supporto nella creazione di valore aziendale.

Il Club, inoltre, mira ad essere un ulteriore elemento di monitoraggio delle tendenze e delle prospettive in ambito Ricerca & Sviluppo in provincia.

“L’innovazione è nel DNA delle imprese bresciane e della nostra provincia, terra ricca di imprenditori di successo. – commenta Giuseppe Pasini, Presidente di Confindustria Brescia –. La nascita del Club in Confindustria Brescia si inserisce proprio in questo solco, nella convinzione che innovazione e digitalizzazione siano fattori di successo del Made in Brescia, pertanto vadano sempre più coniugate con la grande tradizione manifatturiera che caratterizza il nostro territorio.

I promotori del progetto sono i Giovani Imprenditori di Confindustria Brescia, che nelle parole della Presidente Anna Tripoli, dichiarano: “Il nostro territorio ha una forte vocazione all’innovazione: basta pensare che ad oggi, a Brescia e provincia, sono oltre 250 le start-up iscritte nel registro delle Start-up innovative. Come Giovani Imprenditori abbiamo deciso di continuare a sostenere e ad incentivare lo sviluppo di queste realtà, degli startupper, non solo perché testimoniano la presenza di una forte componente di imprenditoria giovanile, ma anche perché possono essere dei facilitatori per le imprese, soprattutto Pmi, nella transizione digitale e nello sviluppo di processi con focus sulla sostenibilità. Lo Start-Up club, che rafforza e completa le nostre iniziative a sostegno delle start-up, rappresenta infatti lo sbocco naturale del nostro master Isup – realizzato con il sostegno di Banca Intesa –, i cui partecipanti sono di diritto invitati allo start-up Club.”

Numerose saranno le iniziative in capo al Club nel corso dell’anno come anticipa Filippo Schittone, Direttore Generale di Confindustria Brescia: “Il Club vuole essere un contesto accogliente ed informale per gli startupper, luogo ideale dove confrontarsi e condividere i problemi quotidiani nello sviluppo e nel consolidamento del progetto aziendale. Faciliterà la loro crescita affinché nel tempo diventino imprenditori a tutto tondo, di valore. Il Club offrirà loro occasioni di incontro con gli associati, momenti di crescita manageriale, oltre alla possibilità di farsi conoscere e promuovere le idee da cui prendono corpo le Start Up. In sostanza, intendiamo fare del Club il posto migliore per promuovere le idee industriali e conoscere imprenditori esperti, capaci di suggerire “trucchi del mestiere” per meglio gestire il business.”

Il prossimo 14 maggio alle ore 18.00 si terrà il primo incontro del Club. Per informazioni, le startup interessate ad aderire al Club possono rivolgersi ai seguenti contatti: telefono 030/2292.279, mail clubstartup@confindustriabrescia.it

Piccola Industria Aib, Marco Capitanio è il nuovo presidente

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Marco Capitanio (Automazioni Industriali Capitanio Srl) è il nuovo presidente della Piccola Industria di Confindustria Brescia per il quadriennio 2021-2025. L’elezione è avvenuta oggi pomeriggio nell’Assemblea della Piccola Industria, tenuta in modalità online, e intitolata “La sfida della formazione professionale: una leva per la ripartenza?”.

Insieme al nuovo Presidente, che sostituisce nel ruolo Elisa Torchiani, è stato eletto anche il Consiglio Direttivo, che sarà composto da: Mariabenedetta Bergomi (vice presidente, Bergomi Spa), Giancarlo Turati (vice presidente, Fasternet Srl), Laura Iacci (consigliere, Skill Risorse Umane Srl), Massimiliano Pasini (consigliere, Fleming Tecna Srl), Diego Pezzotti (consigliere, Isam Snc), Cristina Volpi (consigliere, Kore Snc), Barbara Ulcelli (consigliere supplente, IMG Srl), ai quali si aggiungono i componenti eletti del Consiglio Generale in quota Piccola Industria: Luigi Matteo Meroni (Mega Italia Media Spa), Silvia Mangiavini (Raffineria Metalli Guizzi Spa), Fabio Astori (Luxor Spa) e Francesco Franceschetti (Marfran Srl).

“Vogliamo dare continuità alle iniziative lanciate negli ultimi 4 anni, e per questo colgo l’occasione di ringraziare la Presidente Elisa Torchiani e il suo Consiglio Direttivo per l’impegno profuso. Il nostro consiglio vuole diventare l’antenna dell’associazione, antenna che trasferisce nozioni e competenze, ma anche riceve stimoli tanto dagli associati quanto dal territorio – commenta Marco Capitanio, neoeletto Presidente della Piccola Industria di Confindustria Brescia –. Proprio il territorio rappresenta, e dovrà farlo sempre di più, un riferimento imprescindibile delle nostre azioni. Siamo tutti chiamati ad evitare il depauperamento industriale e culturale e lo spopolamento delle nostre aree periferiche, la cui attività rimane strategica per le filiere manifatturiere di Brescia.”

“Lascio il ruolo di Presidente della Piccola Industria con un sentimento di grande soddisfazione per i risultati raggiunti in questi 4 anni all’insegna del networking, il tema centrale del nostro mandato. Per questo non posso che ringraziare il mio consiglio direttivo e la struttura di Confindustria per il supporto ricevuto – aggiunge Elisa Torchiani, Presidente uscente della Piccola Industria –. Al nuovo Presidente Marco Capitanio e alla sua squadra vanno i miei auguri di buon lavoro, per le numerose sfide che li attendono. Le PMI continueranno a essere il cuore del sistema imprenditoriale bresciano, e per questo mi sento di chiudere con un auspicio, che potrebbe diventare una proposta concreta: l’istituzione di un’apposita delega, da parte della Presidenza, rivolta proprio alla Piccola Industria, per rendere l’Associazione ancora più vicina alle piccole e medie imprese.”

Nel pomeriggio di lavori – moderati dalla giornalista Jole Saggese (Capo redattore CLASS CNBC) e organizzati in collaborazione con The European House Ambrosetti – sono intervenuti Carlo Robiglio, presidente nazionale della Piccola Industria di Confindustria, Giuseppe Pasini, presidente di Confindustria Brescia, Melania De Nichilo Rizzoli, assessore alla Formazione e Lavoro di Regione Lombardia, Loretta Forelli, presidente di Fondazione A.I.B., Lorenzo Tavazzi, partner European House, Chiara Riondino, Head of Vocational Education and Training apprenticeships and adult learning Unit della Commissione Europea, Sabrina Castellani, Training, Recruiting & Development Director – Robert Bosch S.p.A. e Managing Director Bosch TEC, Daniele Bertoni, Organization & Deputy General Manager Fabbrica d’Armi Pietro Beretta S.p.A.

Nel corso del confronto, si è approfondito, in particolare, il tema del distacco tra il sistema formativo italiano e le nuove esigenze del mondo del lavoro, ma anche di quali talenti, competenze e formazione tecnica sono oggi richieste dal sistema produttivo, con un approfondimento sulle best practice in uso in Italia e in Europa, insieme alle possibili proposte d’azione.

“Il ritardo formativo del nostro sistema di istruzione mostrava tutti i suoi limiti già prima del Covid – ha sottolineato Carlo Robiglio, presidente nazionale della Piccola Industria –. Ora, però, la centralità della formazione nell’agenda del Paese è ormai indiscussa.  Come imprenditori ne abbiamo assoluta consapevolezza, e non da oggi. Il paradosso italiano di un’elevata disoccupazione giovanile, da un lato, e la difficoltà delle imprese di trovare i profili professionali di cui ha bisogno, dall’altro, è la fotografia di un sistema che fatica a fornire ai giovani gli strumenti per costruire il loro futuro. Ogni anno le imprese cercano 20mila diplomati provenienti dagli Istituti Tecnici Superiori, ma ne trovano solo 5 mila. Questo territorio è in prima linea nella positiva esperienza degli ITS, tuttavia gli iscritti sono ancora pochi. Le linee guida del Recovery Fund mettono tra i primi driver proprio la formazione e l’occupazione giovanile e il PNRR ha destinato 1,5 mld in 5 anni agli ITS. Non possiamo permetterci di perdere questa occasione per spingere forte sull’orientamento di studenti e famiglie, per far conoscere le opportunità che questi istituti possono offrire per creare occupazione e rispondere al fabbisogno delle imprese”.

“Ringrazio di cuore Elisa Torchiani per i 4 anni trascorsi insieme e per la passione che ha messo nel ruolo. E un augurio a Marco Capitanio e alla sua squadra per il quadriennio che lo attende, con sfide importanti da portare avanti – chiude Giuseppe Pasini, presidente di Confindustria Brescia –. La Piccola è il tessuto portante del sistema bresciano, e bisogna valorizzare quello che sta facendo. Allo stesso modo le grandi imprese dovranno accompagnare le PMI: stiamo uscendo dalla crisi e, a piccoli passi, anche dalla pandemia. Dobbiamo dare continuità a questo processo: con il PNRR bisogna modernizzare questo Paese, attraverso la transizione verde e l’attenzione all’istruzione e alla formazione. Le competenze devono essere messe al centro.”

Brescia, nelle imprese lo smartworking è passato dal 10 al 75%

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Tra le realtà bresciane, il tasso di diffusione dello smart working (rapporto tra imprese che adottano il lavoro agile sul totale) è passato dal 10% nel 2019 al 75% nel 2020 e, sulla base di quanto prospettato dalle aziende, dovrebbe attestarsi al 38%, una volta superata l’attuale fase legata alla pandemia da Covid-19.

A evidenziarlo sono i dati definitivi della ricerca “Lo smart working nelle imprese bresciane: da fenomeno di nicchia al post emergenza”, a cura del Centro Studi di Confindustria Brescia, che ha completato la ricerca provvisoria già presentata lo scorso 11 febbraio in occasione dell’appuntamento online “Smart working – Il lavoro che cambia”, organizzato dalla Piccola Industria. In particolare, i dati sono stati ottenuto attraverso l’analisi a livello locale di quanto rilevato nell’edizione 2021 dall’Indagine sul Lavoro realizzata dal Sistema Confindustria, focalizzata sugli effetti della pandemia, che ha visto la partecipazione di 290 imprese bresciane, che producono un fatturato pari a 14,4 miliardi di euro, un valore aggiunto di 3,2 miliardi e danno lavoro a oltre 26 mila dipendenti

Il dato complessivo sulla diffusione dello smart working riassume al suo interno, già prima della pandemia, una forte dispersione per settore di attività. Da questa prospettiva, le realtà dei servizi possono essere considerate delle vere e proprie precorritrici nell’adozione del lavoro agile, con un tasso di diffusione del 24%, contro il 7% dell’industria. Tra le classi dimensionali vi è una convergenza maggiore, con una forchetta che va dall’8% delle aziende sotto i 25 dipendenti al 12% per quelle tra 25 e 100.

Con riferimento all’incidenza del fenomeno, ovvero al rapporto tra il numero di lavoratori in smart working sul totale dei dipendenti considerati, prima della pandemia Brescia si attestava complessivamente allo 0,7%, un valore molto basso che suggerisce come il lavoro agile fino al 2019 fosse un fenomeno di nicchia. Tale conclusione è particolarmente vera per l’industria (0,5%), mentre nelle realtà terziarie lo smart working si confermava uno strumento più utilizzato dai lavoratori (5,4%). Tra le classi dimensionali, le aziende sopra i 100 dipendenti emergevano come quelle più in ritardo (0,5%): ciò sarebbe dovuto al fatto che nel contesto bresciano tale cluster è formato quasi esclusivamente da aziende attive nella manifattura.

La situazione è cambiata radicalmente nel momento in cui, nel corso del 2020, l’emergenza causata dalla pandemia ha determinato una forte accelerazione nella diffusione dello smart working, divenuto vero e proprio lavoro da remoto con l’obiettivo principale di ridurre il rischio di contagio sui luoghi di lavoro e nei trasporti pubblici. L’utilizzo del cosiddetto “lavoro agile di emergenza (o semplificato)” è cresciuto in modo esponenziale, arrivando ad interessare a Brescia il 75% delle imprese intervistate. L’emergenza sanitaria ha fortemente diminuito le differenze tra classi dimensionali e settori, anche se grandi aziende e servizi hanno evidenziato una diffusione dello strumento quasi totale (90%).

In questo contesto, il dato lombardo appare fortemente sovrapponibile a quello bresciano (diffusione media al 74%), con picchi tra le imprese sopra i 100 dipendenti (96%) e in quelle del terziario (89%). La motivazione principale di tale convergenza sarebbe imputabile alla forte penetrazione del virus nei territori lombardi, specie, in quel periodo, tra Bergamo e Brescia, con le evidenti implicazioni dal punto di vista delle azioni a tutela della salute della popolazione.

L’indagine ha quindi esaminato la prospettiva che si potrà verosimilmente delineare una volta superata la fase emergenziale. I risultati ottenuti delineerebbero uno scenario in cui i cambiamenti obbligati da questo difficile periodo provocheranno un processo in qualche modo irreversibile, tale da determinare una profonda mutazione nell’organizzazione del lavoro. Più nel dettaglio, il 38% delle imprese bresciane intervistate ha dichiarato che lo smart working sarà adottato anche nel prossimo futuro. Ancora una volta, sarebbe confermato il differenziale tra terziario (68%) e industria (32%); l’estensione sarebbe poi legata alla dimensione aziendale, con le realtà più grandi (sopra i 100 dipendenti) che si caratterizzerebbero per una diffusione del 50%. Nelle PMI, spina dorsale del made in Brescia, la presenza del lavoro agile sarebbe invece più limitata (29% nelle realtà sotto i 25 dipendenti e 36% in quelle tra 25 e 100) e su livelli più bassi di quelli rilevati durante la fase emergenziale, ma comunque significativamente più elevati (in media tre volte maggiori) di quanto sperimentato prima del Coronavirus.

Aib, il nuovo presidente è Beretta

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Franco Gussalli Beretta, alla guida del noto gruppo armiero valtrumplino, è il nuovo presidente di Aib, incarico in cui segue a Giuseppe Pasini (che lo aveva sconfitto nella precedente tornata elettorale tra imprenditori).

A deciderlo sono stati ieri i “grandi elettori” del consiglio generale. L’investitura ufficiale avverrà nell’assemblea di maggio, che sarà presieduta da un consiglio per la ratifica dei nomi e delle deleghe della sua squadra di governo.

Vaccini in azienda, Bonometti: soddisfazione per la svolta

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“Esprimiamo apprezzamento e soddisfazione per l’approvazione del Protocollo nazionale per i vaccini in azienda. Con grande senso di responsabilità a tutela della salute e sicurezza delle persone che lavorano, gli industriali lombardi per primi avevano aperto le fabbriche per vaccinare i propri collaboratori”. A dirlo è, in una nota, il presidente regionale di Confindustria Marco Bonometti.

“Il mondo industriale”, continua il comunicato stampa, “vuole dare il proprio contributo nella campagna di vaccinazione, mettendo a disposizione i propri spazi per vaccinare il maggior numero di persone nel minor tempo possibile. Solo il vaccino”, conclude, “potrà permetterci di ritornare ad una vita normale. Fondamentale sarà ricevere le dosi di vaccino necessarie e rilanciare così la collaborazione tra pubblico e private”.

Confindustria Brescia ospita il roadshow di Intesa Sanpaolo

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  • L’appuntamento online – intitolato “TRANSIZIONE 4.0 Le novità della legge di bilancio 2021 e le soluzioni di Intesa Sanpaolo per gli investimenti in innovazione” – è riservato agli associati e si terrà venerdì 9 aprile alle ore 11.30.
  • Ospiti, tra gli altri, Giuseppe Pasini (Presidente Confindustria Brescia) e Tito Nocentini (Direttore Regionale Lombardia Intesa Sanpaolo).
  • “Motore Italia” è il nuovo programma strategico di Intesa Sanpaolo da 50 miliardi per il rilancio delle PMI.

Confindustria Brescia ospiterà, nella giornata di venerdì 9 aprile, un appuntamento online intitolato “TRANSIZIONE 4.0 Le novità della legge di bilancio 2021 e le soluzioni di Intesa Sanpaolo per gli investimenti in innovazione”, tappa bresciana di un roadshow promosso da Intesa Sanpaolo per presentare “Motore Italia”.

L’incontro, riservato alle aziende associate a Confindustria Brescia, è in programma alle ore 11.30. Intervengono, tra gli altri, Giuseppe Pasini (Presidente Confindustria Brescia), Tito Nocentini (Direttore Regionale Lombardia Intesa Sanpaolo), Giovanni Foresti (Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo) e Stefano Cappellari (Direttore Commerciale Imprese Lombardia Intesa Sanpaolo).

“Motore Italia” è un nuovo programma strategico da 50 miliardi per il rilancio delle PMI promosso da Intesa Sanpaolo. Il progetto si pone, in particolare, l’obiettivo di consentire alle piccole e medie imprese italiane di superare la fase di difficoltà causata dalla crisi pandemica e rilanciarsi attraverso nuovi progetti di sviluppo e crescita. 

Le aziende interessate a partecipare possono trovare approfondimenti e modalità di iscrizione sul sito www.confindustriabrescia.it, nella sezione News ed Eventi – Prossimi Appuntamenti. Info scrivendo a eventi@confindustriabrescia.it.

Brescia, ecco quali sono le due imprese “più affidabili”

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Sono 43 le società di capitali con sede legale in Lombardia – e tra queste due bresciane più competitive per performance gestionali, affidabilità finanziaria e talvolta per sostenibilità insignite dell’Alta onorificenza di bilancio del Premio Industria Felix, in occasione della quinta edizione de “La Lombardia che compete” realizzata in modalità digitale questa mattina. Le aziende sono state selezionate da un qualificato Comitato scientifico dopo un’inchiesta giornalistica condotta su 142mila bilanci. 

Due sono in provincia di Brescia: A2A Ambiente, miglior impresa del settore ambiente per performance gestionale e affidabilità finanziaria Cerved con sede legale nella regione Lombardia; Itap, tra le migliori imprese a conduzione under 40 per performance gestionale e affidabilità finanziaria Cerved con sede legale nella regione Lombardia.

L’evento, moderato dal giornalista e vice direttore di Rai 1 Angelo Mellone, è stato organizzato da Industria Felix Magazine, trimestrale diretto da Michele Montemurro in supplemento con Il Sole 24 Ore, in collaborazione con Cerved, Università Luiss Guido Carli, A.C. Industria Felix, con i patrocini di Confindustria, Simest, Confindustria Lombardia, le media partnership de Il Sole 24 Ore e Askanews e le partnership di Banca Mediolanum, Mediolanum Private Banking, Grant Thornton, Lidl Italia, Sustainable Development.

Qui di seguito le 43 imprese premiate distinte per provincia in relazione alla sede legale. Bergamo (1): Bottonificio B.A.P. . Brescia (2): A2A Ambiente, Itap. Como (2): Aerea, IISG. Cremona (3): Avantea, Decal Depositi Costieri Calliope, Linea Green. Lecco (3): Ode, Sacchi Giuseppe, Technoprobe. Lodi (1): Zucchetti Group. Mantova (1): Fin Service. Milano (21): AB Medica Holding (Gruppo AB Medica), Alcantara, Cap Holding, Dompé Farmaceutici, Dompé Holdings, Dyflowing, Epta, Esselunga, Fiore Holding, Fueguia, HCL Technologies Italy, Hisense Italia, KSB Italia (sede operativa Monza-Brianza), Mapei, Off-White Operating, Olon, Orsero, Pirelli & C., Skylabs, Snam, Wiit. Monza/Brianza (5): CHG-Meridian Italia, Sol, Stilscreen, Stmicroelectronics, Tecnoidea Impianti. Pavia (1): Anaf. Sondrio (1): QC Terme e Benessere. Varese (2): Irca,Technical Publications Service. 

«Appuntamenti come Industria Felix sono l’occasione per evidenziare le eccellenze dell’industria lombarda e ricreare quella fiducia necessaria per affrontare con più forza e decisione le sfide che abbiamo di fronte». A dichiararlo è il presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti, intervenuto anche quest’anno all’evento e aggiunge: «Metterci alle spalle il triste capitolo della pandemia per parlare di crescita dell’intero Paese è uno degli obiettivi che abbiamo il dovere di porci. Dobbiamo superare la crisi sanitaria per poter ritornare alla vita normale. L’unica opportunità per farlo è riuscire a vaccinare il maggior numero di persone nel minor tempo possibile. Il recente accordo siglato tra Regione Lombardia, Confindustria Lombardia e Associazione Nazionale dei medici di azienda e competenti per le vaccinazioni dei dipendenti delle imprese va in questa direzione. Dobbiamo ringraziare ancora una volta – conclude Bonometti – gli imprenditori: con grande senso di responsabilità, con determinazione e coraggio, hanno saputo resistere e hanno continuato a lavorare per lo sviluppo e per la crescita dell’intero Paese».

Durante l’evento sono intervenuti anche il vicepresidente di Confindustria e co-portavoce del Comitato scientifico di Industria Felix Vito Grassi, il cco di Cerved Roberto Mancini, l’ad di Simest Mauro Alfonso, il direttore di Askanews Paolo Mazzanti, per Banca Mediolanum il senior manager dell’Investment Banking Marco Gabbiani e la private banker Milena Bardoni(promotrice dell’evento conDiego CuttieGianluca Passerini), il partner e ceo di Grant Thornton Financial Advisory Services Sante Maiolica, l’amministratore unico di Sustainable Development Michele Chieffi, mentre ha concluso i lavori il docente di Economia industriale dell’Università Luiss e co-portavoce del Comitato scientifico di IF Cesare Pozzi.

Brescia, nel 2020 è crollato l’export: -9,3%

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Nel complesso del 2020, le esportazioni bresciane – pari a 14,9 miliardi – diminuiscono del 9,3% rispetto al 2019. Il calo sperimentato nel 2020 è il più intenso dal 2009, quando le vendite all’estero scesero del 30,7% sull’anno precedente. Il valore monetario dell’export rilevato nel 2020 è il più basso dal 2016, quando i flussi commerciali verso l’estero furono pari a 14,5 miliardi. 

A rilevarlo sono i dati ISTAT elaborati dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

Nel 2020, rispetto al 2019, la dinamica negativa delle esportazioni bresciane (-9,3%) è meno accentuata rispetto a quella rilevata in Lombardia (-10,6%) e in Italia (-9,7%).

Le importazioni complessive (pari a 7,8 miliardi) cedono invece del 13,5% ed evidenziano l’importo più basso dal 2018 (7,1 miliardi).

Nel quarto trimestre 2020 la dinamica delle vendite all’estero, che ammontano a 4,2 miliardi di euro tra ottobre e dicembre 2020, è in aumento del 5,3% rispetto allo stesso periodo del 2019 (4,0 miliardi). Si tratta della variazione tendenziale più alta dal terzo trimestre 2018 (+7,2%). Sul trimestre precedente, le esportazioni crescono invece del 13,7%. Il valore monetario di quanto venduto all’estero negli ultimi tre mesi dell’anno (4,2 miliardi) è il secondo più elevato tra tutti i quarti trimestri della serie storica (dopo i 4,3 del 2018) e il quarto più alto in assoluto (dopo il secondo trimestre 2018 e 2019 e il quarto trimestre 2018).

Le importazioni, pari a 2,1 miliardi di euro tra ottobre e dicembre 2020, aumentano dell’1,2% rispetto allo stesso periodo del 2019 (2,0 miliardi) e del 16,7% rispetto al trimestre precedente.

Il saldo commerciale si riduce, passando da 7,5 miliardi nel 2019 a 7,1 miliardi nel 2020, con una contrazione del 4,3%.

La dinamica del quarto trimestre risente positivamente della ripresa del commercio mondiale che, nel periodo ottobre-dicembre 2020, ha registrato un segno positivo (+4,0% tendenziale), recuperando interamente i livelli pre-Covid. Il 2020 si chiude tuttavia con un calo complessivo degli scambi internazionali del -5,3%, contro il -0,4% del 2019 e il +3,4% del 2018. Le prospettive per inizio 2021 risultano condizionate dall’incertezza sul riacutizzarsi della pandemia e dai tempi di realizzazione della campagna vaccinale.

La forte ripresa dei prezzi delle principali materie prime industriali (alluminio, rame, zinco, rottame ferroso) ha favorito il rigonfiamento dei valori monetari dei beni scambiati. Qualche svantaggio nelle esportazioni extra UE è derivato anche dall’apprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro (+2,0% tendenziale).

Nel complesso del 2020, tra i settori, su base annua, i meno dinamici risultano: mezzi di trasporto (-12,2%), metalli di base e prodotti in metallo (-11,3%), prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-12,4%), macchinari e apparecchi (-9,5%).

Un aumento delle esportazioni riguarda il comparto degli articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (+28,8%) e quello delle sostanze e prodotti chimici (+3,0%).

Tra i mercati di sbocco, diminuiscono le esportazioni verso Germania (-11,6%), Francia (-9,0%), Regno Unito (-16,3%), Spagna (-15,7%), Stati Uniti (-6,0%). Crescono le vendite verso la Cina (+10,8%), il Brasile (+6,4%) e la Turchia (+1,2%). In termini di aree geografiche spiccano le dinamiche negative dell’America Settentrionale (-29,7%), dell’Africa (-24,6%), dell’Asia (-13,5%) e dell’Unione Europea post Brexit (-13,1%).

Per quanto riguarda le importazioni, sono in diminuzione quelle di metalli di base e prodotti in metallo (-16,3%), apparecchi elettrici (-8,9%), macchinari e apparecchi (-11,7%), mezzi di trasporto (-20,0%), sostanze e prodotti chimici (-16,6%).

Risultano in aumento solo gli acquisti nel comparto articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (+5,2%).

Diminuiscono le importazioni da tutti i mercati considerati, con le flessioni più rilevanti da: Stati Uniti (-32,9%), Francia (-7,5%), Germania (-10,9%), Regno Unito (-8,3%), Spagna (-18,2%) e Cina (-9,0%).

Nonostante le difficoltà del 2020, Brescia si conferma al quinto posto nella classifica provinciale per valore delle esportazioni, dopo Milano (39,8 miliardi), Vicenza (16,8), Torino (16,5) e Bologna (15,1).

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