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Differenziata, la Cgil chiede più garanzie per i lavoratori

in A2A/Cgil/Economia/Evidenza/Partecipate e controllate/Sindacati by

“Raccolta differenziata del vetro: a quando il nuovo bando che garantisce migliori condizioni per i lavoratori e le lavoratrici?”. E’ questo il titolo della nota congiunta inviata da Oriella Savoldi (segreteria Camera del Lavoro di Brescia) e Marco Drera (segretario Fp Cgil Brescia), in cui si chiede al più presto un bando che preveda l’applicazione del contratto Federambiente per i lavoratori delle cooperative impegnati nella raccolta.

DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE

Il nuovo sistema di raccolta porta a porta deciso e avviato dall’attuale Amministrazione sta dando primi risultati significativi ed è auspicabile che, una volta perfezionato ed esteso a tutta la città, il sistema stesso possa portare la raccolta differenziata a percentuali finalmente in linea con la gran parte delle città italiane ed europee che da anni stanno sperimentando con successo tale modalità con risultati positivi in termini di riduzione dei rifiuti e benefici economici derivanti dalla valorizzazione e commercializzazione del differenziato.

Tra le cose da perfezionare in tempi rapidi vi è senz’altro la raccolta differenziata nei condomini, talvolta troppo gravosa per gli addetti alla raccolta, e del vetro. Per quest’ultimo il servizio è appaltato in questo momento a cooperative sociali ed era stato previsto, anche in ambito di confronto con le organizzazioni sindacali, che il bando di assegnazione prevedesse l’applicazione del contratto Federambiente per i lavoratori e le lavoratrici impegnati nella raccolta. Ciò premesso in applicazione del principio che a parità di prestazioni debba corrispondere parità di trattamento. Purtroppo, a distanza di mesi dall’avvio del nuovo sistema di raccolta e a pochi mesi dall’estensione dello stesso a tutta la città, il bando di gara non è stato ancora perfezionato. Il risultato è che a rimetterci sono i lavoratori e le lavoratrici delle cooperative, costretti a condizioni economiche e normative peggiori rispetto a quanto spetterebbe invece loro e rispetto agli impegni presi dall’Amministrazione e dall’Azienda che gestisce il servizio nel suo insieme. La richiesta è che questa situazione possa essere al più presto sanata perché un buon sistema di raccolta è tale solo se buone sono anche le condizioni di chi vi lavora per renderlo tale.

Lgh-A2A, trovato anche il nuovo accordo fra i soci

in A2A/Cogeme/Economia/Energia/Evidenza/Istituzioni/Partecipate e controllate by

In data odierna A2A, AEM Cremona, ASM Pavia, ASTEM Lodi, Cogeme e SCS Crema hanno perfezionato l’operazione di partnership industriale prevista dal contratto sottoscritto il 4 marzo 2016, mediante l’acquisto, da parte di A2A, di una quota pari al 51% del capitale sociale di LGH. L’accordo è stato perfezionato a valle dell’avverarsi di tutte le condizioni sospensive, tra cui, in particolare, l’autorizzazione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in data 28 luglio 2016 subordinatamente al rispetto di alcuni impegni e misure correttive, di cui si è data comunicazione con il comunicato stampa del 29 luglio u.s. e della sottoscrizione ed asseverazione del piano di risanamento di AEM Cremona predisposto ai sensi dell’articolo 67, comma 3, lettera d) della Legge Fallimentare avvenuta in data odierna. Il prezzo di acquisto, corrisposto per il 58% in denaro e per il 42% in azioni A2A, è stato pari a euro 113 milioni, parte dei quali saranno corrisposti a tre anni dalla data odierna, in funzione dell’effettiva realizzazione di alcuni progetti di sviluppo in corso.

LGH è la principale multi-utility della Lombardia dopo A2A, con ricavi per oltre 550 milioni di euro e un EBITDA di circa 80 milioni di euro. La società ha una presenza significativa nelle attività ambientali, nella distribuzione e vendita di energia elettrica e gas. A2A e i soci di LGH concordano sulla valenza strategica della partnership per entrambe le società, prima realizzazione concreta del modello della “Multi-utility dei territori”.

L’operazione assume un significato rilevante come esempio positivo di un processo virtuoso per tutti gli stakeholder coinvolti: i benefici attesi di natura industriale e finanziaria si accompagnano infatti ad una piena valorizzazione della presenza della società nei territori di riferimento, con obiettivi di ulteriore sviluppo industriale, miglioramento dell’efficienza operativa e innalzamento degli standard di qualità. La partnership tra A2A e LGH si inquadra nell’ambito delle linee guida strategiche del Piano Industriale di A2A. I capisaldi posti a fondamento del Piano Industriale congiunto di LGH, che verrà presentato nel mese di settembre, sono la valorizzazione dei territori, la salvaguardia dell’ambiente, il continuo miglioramento della qualità dei servizi offerti, l’applicazione di innovazioni tecnologiche e digitali.

In ogni area di business sono state individuate significative opportunità di generazione di valore, attraverso l’ottimizzazione degli investimenti nei territori contigui, migliori condizioni di approvvigionamento, il miglioramento dell’efficacia commerciale, l’internalizzazione di alcune attività oggi affidate a terzi, l’ottimizzazione logistica e la condivisione delle best practices. “A2A e LGH costituiscono un esempio virtuoso di visione strategica – ha commentato Valerio Camerano, Amministratore Delegato del Gruppo A2A – Insieme saranno in grado di far crescere la capacità competitiva comune, affrontare più efficacemente le sfide industriali e rilanciare gli investimenti per lo sviluppo futuro. Siamo entusiasti di lavorare insieme”.

“Siamo molto soddisfatti per la chiusura di questa operazione – ha dichiarato Giovanni Valotti Presidente del Gruppo A2A – Si tratta del primo importante esempio di un modello nuovo di aggregazione che, basandosi sul rispetto dell’identità delle aziende esistenti, potrà assicurare un percorso di crescita di LGH a beneficio dei territori e dei cittadini”.

Anche i Presidenti Dario Lazzaroni (Cogeme), Massimo Siboni (AEM), Duccio Bianchi (ASM), Cristiano Galletti (Astem) e Pietro Moro (SCS), rappresentanti dei soci storici di LGH, hanno espresso soddisfazione per la realizzazione di questa importante partnership industriale in grado di garantire opportunità di crescita e miglioramento della qualità dei servizi offerti ai cittadini nei territori di riferimento.

Antonio Vivenzi (Pd) è il nuovo presidente di Lgh

in Economia/Nomine by

Antonio Vivenzi è nuovo il presidente di Lgh. A nominarlo è stato pochi minuti fa – la decisione è stata presa, anche se non ancora verbalizzata – il consiglio di amministrazione della maxiutility lombarda in corso di acquisizione da parte di A2A, dopo che poche ore prima si erano riuniti i vertici di Cogeme.

Vivenzi l’ha spuntata a sorpresa (il suo nome era uscito soltanto nelle scorse ore), superando le fortissime resistenze di Rovato e Cazzago, storici azionisti di Cogeme che gli imputavano la regia del blitz che aveva portato al ribaltone nell’utility rovatese.

Una mossa che si giustifica anche con il consenso “politico” degli altri soci di Lgh (Cremona, Crema, Pavia e Lodi) verso l’esponente del Pd e con il rischio che un eventuale ostinazione del fronte franciacortino su una soluzione diversa (a Rovato era girato il nome del forzista Conter, già presidente di Lgh) favorisse l’assegnazione della presidenza a una figura non bresciana.

Turismo, boom di passaggi negli Infopoint rispetto al 2015

in Economia/Evidenza/Tendenze/Turismo by

I due Infopoint cittadini fanno registrare, nei primi 7 mesi dell’anno, un + 45.6% di accessi di turisti rispetto al pari periodo 2015. Il totale delle presenze, infatti, sale da 19.083 tra gennaio e luglio 2015 a 27.800 negli stessi mesi del 2016: un incremento di 8.717 unità.

“Numeri – si legge in una nota – che confermano l’apprezzamento per un sistema che, facendo perno su due location strategiche nel centro della città (l’una collocata in via Trieste 1, di fronte a piazza Paolo VI, e l’altra situata in viale della Stazione 47), è in grado di soddisfare la numerosa e crescente presenza di turisti italiani e stranieri in città grazie a un servizio di assistenza e informazione multilingue, aperto 7 giorni su 7, dal lunedì alla domenica, dalle ore 9 alle 19 senza interruzioni”.

Gb Merigo

in Personaggi by

Gb Merigo (classe 1952) è uno dei “brand” più noti del settore nel turismo Bresciano. E non solo.

La passione per i viaggi nasce da giovanissimo. E da subito si traduce in azioni concrete sul piano organizzativo. Nel 1978 è già presidente del Gab, Gruppo Autonomo di Base di Brescia, del. Centro Turistico Studentesco e Giovanile (incarico che mantiene fino al 1989). Nel frattempo studia e si mantiene insegnando Inglese in diversi istituti privati. Nel 1984 si laurea in Lingue e Letterature Straniere all’Università “Carlo Bo” di Urbino con una tesi su “Lingua e Letteratura Americana, con interesse particolare alla Poesia Americana della Beat Generation”.

Nel 1984 la svolta: fonda Amerigo Viaggi Gruppo (www.amerigoviaggi.it), che nel periodo di massima espansione conta ben sei agenzie. E nel 2004 crea anche una “divisione” tunisina, che nel cinque anni dopo cede al corrispondente locale in quanto i flussi turistici verso il Nord Africa avevano iniziato ad espandersi enormemente verso nuove località emergenti. Ma prima (1989), con la Amerigo Viaggi, aveva partecipato a un’altra esperienza importante, aderendo – fra i primi dieci in Italia – al progetto di un innovativo network nazionale di agenzie viaggi, denominato “Buon Viaggio Con…”. Una rete, successivamente denominata “Buon Viaggio Network”, che arriverà ad affiliare nel corso di pochi anni oltre 330 delle agenzie viaggi e a fatturare oltre 300 miliardi di vecchie lire.

Ma il progetto di “aggregazione” di Merigo non si ferma qui. Nel 2003 fonda il Gbt, Gruppo bresciano turismo, che raccoglie in pochi mesi 40 agenzie: l’embrione da cui nel 2005 nascerà il network di Bravo Net, il cui scopo principale è quello di aggregare le agenzie viaggi del Nord Est Italia operanti attorno agli aeroporti di Bergamo, Verona, Treviso e Venezia, in modo da creare una garanzia di vendita a tutti i tour operator che programmano voli charter in partenza da quegli aeroporti. Merigo ne è vicepresidente fino al 2011, quando la società (860 agenzie affiliate) si fonde con H.P. Vacanze, dando vita così al più grande network italiano (1.640 agenzie affiliate). La nuova società, denominata Geo Spa viene poi ceduta ad Alpitour e a Costa Crociere, i due maggiori tour operator italiani, che ne hanno acquistato in quote paritetiche la maggioranza.

Anche in virtù della sua grande esperienza, tra il 2008 e il 2010, Merigo viene indicato come membro della giunta di Confindustria-Assotravel. Dopo aver guidato per anni la società Terramica, quindi, nel 2014 si lancia in una nuova avventura, assumendo la presidenza di Italy Incoming Terramica Network: la sfida è quella di diventare nei prossimi anni uno dei principali player del mercato incoming italiano. Un traguardo che inizia a concretizzarsi con la nascita del consorzio Brescia Incoming 2.0 Scarl, di cui è presidente.

Merigo è impegnato da anni anche nel campo del volontariato. Nel 2010 fonda la Tibet House Foundation Italy, associazione che ha come scopo principale quello di raccogliere fondi in Italia per sostenere i bambini del Tibetan Children’s Villages e progetti di aiuto per il popolo tibetano in esilio.

Metalmeccanici, 81 le aziende in crisi nella provincia di Brescia

in Cisl/Economia/Lavoro/Meccanica/Sindacati/Tendenze by

Ben 81 aziende in crisi e circa 3.500 lavoratori coinvolti su un totale di 3.931 occupati nelle stesse, è questo il triste bilancio del settore metalmeccanico bresciano secondo il 41esimo rapporto Fim-Cisl, diffuso nei giorni scorsi. Da gennaio a giugno sono ben 2.594 i lavoratori bresciani coinvolti nella cassa integrazione ordinari, mentre 878 quelli hanno ricevuto la “straordinaria” e 30 sono stati inseriti nelle liste di mobilità: anticamera dei licenziamenti. Sette (607 lavoratori), inoltre, le aziende che hanno deciso di sottoscrivere i contratti di solidarietà. Da aprile ad oggi, con il nuovo sistema di dimissioni on line, sono ben 400 i lavoratori del settore che si sono rivolti agli uffici della Fim Cisl per la pratica di dimissioni.

 

Olimpiadi di Rio, 52 atleti su 129 imbracceranno una Beretta

in Armi/Economia by

Conto alla rovescia sempre più breve per i tiratori delle nazionali di tutto il mondo che fra due giorni scenderanno in campo alle Olimpiadi di Rio, mentre per Beretta qualche primato è già stato conquistato: su 129 atleti impegnati nelle diverse specialità, 52 imbracceranno un prodotto progettato e costruito a Gardone Valtrompia.

Dei nove italiani in gara in Brasile, sette useranno un’arma Beretta in una disciplina – il tiro – che all’Italia ha dato sempre grandi soddisfazioni ed altrettanti successi, dietro ai quali c’è tecnologia, c’è ricerca, c’è innovazione e c’è lavoro.

E soprattutto nulla è lasciato al caso perché, come per altri sport che richiedono l’impiego di un attrezzo, nel tiro al piattello anche il fucile deve “allenarsi” per un’Olimpiade: al Gun Service di Gardone Val Trompia, 27 tecnici super specializzati si sono alternati in questi mesi per assecondare tutte le richieste di fine tuning di ciascun olimpionico.

“Il tiro è sempre stato una polizza assicurativa per il medagliere italiano e sono certo che questa tradizione continuerà – commenta Franco Gussalli Beretta – Ovviamente tutti si sono preparati al meglio per l’appuntamento olimpico e la competizione sarà estremamente agguerrita. Saremo a Rio accanto ai nostri atleti con un pool di esperti a loro disposizione. Soffriremo insieme a loro, li tiferemo in ogni fase, sul campo e da casa, ci emozioneremo e speriamo di poter alla fine con loro gioire”.

Alla edizione 2016 dei giochi, per la squadra azzurra ci sono tanti motivi per sognare: Giovanni Pellielo, tiratore laureato in teologia, riuscirà a conquistare la medaglia d’oro che dopo tre podi olimpici d’argenti e di bronzo e sei partecipazioni finora gli è sfuggita? Jessica Rossi, oggi 24 enne, riuscirà a ripetersi ed a portare a Cento, il suo paese in provincia di Ferrara, un’altra medaglia d’oro? E Chiara Cainero, oro a Pechino 2008, recentemente laureata per la quinta volta campionessa d’Europa sui campi di Lonato del Garda, riuscirà a conquistare una nuova medaglia?

Gabriele Rossetti, figlio d’arte, 21 anni appena compiuti, riuscirà nell’impresa che 4 anni fa fu di Jessica Rossi?

Beretta, oltre che dai sette tiratori azzurri, alla trentunesima edizione dei Giochi Olimpici sarà rappresentata anche da tre australiani, un neo zelandese, un giapponese, oltre che da atleti di Argentina, Giappone, India, Brasile, Cina, Thailandia, Cipro, Polonia, Qatar, Stati Uniti, Russia, Austria, tutti ambasciatori di un prodotto orgogliosamente “made in Brescia”.

Vincent Hancock con i suoi due ori back-to-back, Kimberly Rhode record women del tiro con 5 medaglie olimpiche già al collo e Giovanni Cernogoraz, tutti e tre campioni in carica, sapranno difendere il loro titolo? Alessandra e Arianna Perilli, sorelle che si sfideranno fianco a fianco in pedana, riusciranno a regalare la prima medaglia olimpica al piccolo stato di San Marino.

“Nella storia del tiro a volo e dell’industria bresciana delle armi sportive, tra pochi giorni verrà scritta una pagina nuova – aggiunge Franco Gussalli Beretta – Il nostro progetto nel tiro ha radici antiche. E’ iniziato con il bisnonno Pietro, è arrivato alle olimpiadi con i miei prozii Carlo e Giuseppe, si è consolidato con mio padre ed oggi vede in campo la mia generazione. Alla base di tutto c’è da sempre una progettualità di lungo termine ed un lavoro di sviluppo a quattro mani in cui gli atleti lavorano accanto ai nostri tecnici. Negli ultimi 60 anni ogni modello di fucile da tiro che abbiamo sviluppato è salito sul podio. In questa XXXI olimpiade debutterà un nuovo fucile Beretta e con la linea di abbigliamento e accessori Uniform Pro, che veste in pedana le nazionali Italiana, Russa, Sanmarinese, Croata, Finlandese e Statunitense. Vedere un pezzo del lavoro di tutti i nostri collaboratori in campo a Rio sarà per la mia famiglia e per loro – che consideriamo la nostra famiglia allargata – ancora una volta una grande emozione e motivo d’orgoglio”.

Per info e aggiornamenti live anche da RIO: luisa.achino@beretta.com

Movida, Brescia settima in Italia per numero di imprese del settore

in Commercio/Economia/Turismo by

Sono 120 mila le imprese in Lombardia legate al settore della movida, tra shopping , ristorazione, alberghi, tempo libero, sport, musica, eventi. Una su otto in Italia. In leggera crescita in un anno (+0,6%). Sono oltre 41 mila a Milano, oltre 17 mila a Brescia, 13 mila a Bergamo, circa 9 mila a Varese, 8 mila a Monza, oltre 6 mila a Pavia e Como. Crescono a Milano (+2%), a Monza e a Sondrio (+1%). A Milano in un anno ci sono circa 800 imprese della movida in più. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese al primo trimestre 2016 e 2015. In questa singolare classifica Brescia è seconda in Lombardia e settima in Italia con 17.063 imprese.

Milano prima per addetti in Italia con 241 mila su 474 mila in Lombardia e 2,6 milioni in Italia, davanti a Roma con circa 200 mila e Napoli con 120 mila.

Movida per locali etnici, prima in Italia Milano col 62% dei locali con titolare italiano, il resto stranieri, poi Prato col 63%, Bologna col 70% e Monza col 72%. Per italianità prime Napoli e Taranto col 97% di titolari del Paese.

In Italia ci sono 933 mila imprese legate alla movida, +0,5% in un anno, oltre 4 mila in più. Ai primi posti per le imprese della movida in Italia: Roma (78 mila, +1,7%, 1.338 imprese in più in un anno), Napoli (60 mila, +0,8%, 460 in più), Milano (42 mila, +2%, circa 800 in più), Torino (32 mila, stabili), Bari (24 mila, +0,5%, 112 in più). Tra le prime 35, crescono di più, dopo Milano e Roma, anche Firenze (+1,4%, 207 in più), Cosenza (+1,4%, 179 in più). A Napoli la maggiore concentrazione, ogni impresa in media serve 52 abitanti, a Roma 57, a Milano e Torino circa 70.

Tra i settori più numerosi: bar e ristoranti (a Milano circa 8 mila imprese ognuno, in Lombardia 25 mila bar e 24 mila ristoranti, in Italia circa 150 mila), abbigliamento (3 mila a Milano, 9 mila in Lombardia e 80 mila in Italia), edicole (2 mila a Milano e 5 mila in Lombardia), tabaccai (circa mille a Milano e 4 mila in Lombardia).

IL PDF CON I DATI COMPLETI – DOWNLOAD QUI

Cambia lavoro e affitta una malga, la Regione ne mette sul mercato otto

in Agricoltura e allevamento/Economia/Istituzioni/Partner by

A inizio 2017, Ersaf – Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste – metterà a bando la concessione di otto malghe distribuite sul territorio lombardo. Una è in Valtellina, una in provincia di Bergamo e sei nel bresciano.

Per fornire agli operatori interessati il maggior numero di informazioni e consentire i necessari sopralluoghi in tempo utile, l’ente regionale ha pubblicato un avviso esplorativo per manifestazione d’interesse. Chi è interessato può farlo sapere all’ente entro il 9 settembre: in tal modo verrà invitato – quando sarà indetta la gara – a presentare la propria offerta secondo le modalità che il bando prevederà.

In dettaglio, le malghe sono:

a) Malga Pioda-Cameraccio, Foresta Valmasino, Comune di Valmasino (Sondrio)

b) Malga Azzaredo, Foresta Azzaredo Casù, Comune di Mezzoldo (Bergamo)

c) Malga Campolungo, Foresta Valgrigna, Comune di Bienno (Brescia)

d) Malga Cigoleto con Stabile Solato, Foresta Valgrigna (Brescia)

e) Malga Vesta di Cima, Foresta Gardesana (Brescia)

f) Pascolo Glisuner, Foresta Valle di Scalve, Comune di Angolo Terme (Brescia)

g) Pascolo Scandolaro, Foresta Valgrigna, Comune di Esine (Brescia)

h) Pascolo Dos Boscà, Foresta Gardesana, Comune di Valvestino (Brescia)

La descrizione delle malghe è reperibile sul sito ERSAF: www.ersaf.lombardia.it/Alpeggi/<http://www.ersaf.lombardia.it/Alpeggi/>

Le malghe fanno parte del patrimonio che ERSAF gestisce, per conto di Regione Lombardia, nelle 20 foreste regionali. Sono di varia ampiezza e caratteristiche; tramite bando, sono oggetto di concessione, prevalentemente pluriennale, ad aziende agricole. Concessioni che a scadenza vengono rinnovate o messe a bando come è il caso di quelle oggetto di questo avviso.

Recentemente ERSAF ha modificato le regole delle concessioni perché risultino più incentivanti per i giovani allevatori e in genere per le aziende del territorio a conduzione familiare, che mediante la loro attività originano significative ricadute sulla conservazione della biodiversità e del paesaggio e contribuiscono a mantenere viva la montagna.

Per consultare il bando:

www.ersaf.lombardia.it/Bandi_gara

Aci Brescia, telenovela infinita. Il Tar: il Ministero si esprima sul commissario entro 60 giorni

in Economia/Istituzioni/Nomine by

Il ministero ha sessanta giorni di tempo per esprimersi in modo “trasparente” sul commissariamento dell’Aci di Brescia. E nel frattempo deve pagare le spese legali. E’ questa la decisione del Tar di Brescia – presa l’11 maggio e depositata ieri – sull’intricata vicenda dell’Automobil Club di Brescia in seguito al ricorso presentato dal socio Aci Francesco Mucchetti (seguito dall’avvocato Francesco Onofri), che aveva sollecitato inutilmente il dicastero ad esprimersi.

La vicenda aveva preso le mosse dalla mancata approvazione del bilancio 2014 dell’Aci durante l’infuocata assemblea del 30 giugno 2015 (40 voti contro 40), in cui erano state anche verbalizzate “diverse censure riguardanti in particolare l’accordo del 2010 con il gruppo Chopard per l’uso del marchio Freccia Rossa – Mille Miglia”.

In seguito a questi fatti, il Consiglio nazionale di Aci – il 22 luglio – aveva sentito il presidente di Aci Brescia, arrivando alla conclusione che la nomina di un commissario non era necessaria perché il bilancio era in utile. Salvo poi – “visto il permanere della situazione di stallo”, il 29 ottobre – proporre al ministero la nomina di un commissario.

A quel punto Aci Brescia aveva convocato una nuova assemblea (18 dicembre 2015) approvando il bilancio con 164 voti a favore, 13 contrari e 2 astenuti. Ma nel frattempo anche il socio Mucchetti aveva già inviato al ministero una diffida con la richiesta di commissariamento. La risposta non è mai arrivata: da cui il ricorso, a cui si sono opposti Ministero e Aci Brescia.

Ma il tribunale ha dato ragione a Mucchetti, sottolineando che un socio non può proporre al ministero il commissariamento, ma anche che in questo caso la richiesta era legittima perché prima si era espresso il Consiglio generale dell’Aci. Inoltre la successiva approvazione del bilancio “non determina alcuna interruzione della procedura di commissariamento”.

“Il Ministero – si legge nel dispositivo – deve quindi completare la procedura di vigilanza aperta dal Consiglio generale dell’Aci, valutando analiticamente le ragioni all’origine della mancata approvazione del bilancio d’esercizio nei termini, e motivando in modo espresso e trasparente la propria decisione finale, qualunque essa sia (archiviazione o commissariamento)”. Entro 60 giorni dal deposito della sentenza.

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