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Clima, nel Bresciano sono 81mila le imprese interessate

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Economia/Tendenze by
Clima, le aziende coinvolte a Brescia sono numerose

Sono circa 2 milioni in Italia, 240 mila in Lombardia e 81mila a Brescia le imprese attive nei settori interessati direttamente dall’azione climatica, secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi sui dati del registro delle imprese al secondo trimestre 2017 e 2016 relativi ai settori individuati dalla Commissione Europea (agricoltura, silvicoltura, acquacoltura, infrastrutture ed edifici, energia, assicurazioni e turismo). Imprese con un forte impatto occupazionale, 3,6 milioni gli addetti nel Paese e 618 mila in Lombardia, e di fatturato, con rispettivamente circa 500 miliardi e 114 miliardi di euro all’anno. I dati sono stati diffusi in occasione di Climathon, l’hackathon di 24 ore sui cambiamenti climatici organizzato insieme all’innovation hub di Lomazzo, ComoNExT, al Politecnico di Milano fino a domani e in contemporanea con altre 111 città di 44 paesi in tutto il mondo.

I settori interessati dall’azione climatica in Lombardia. Sono 240 mila imprese e 618 mila addetti nei settori connessi o vulnerabili a fronte di episodi e cambiamenti climatici, tra edilizia, agricoltura, energia, turismo e settore assicurativo. Pesano il 13% delle imprese nazionali e il 17% degli addetti e producono un fatturato di 114 miliardi all’anno. I lavori di costruzione specializzati sono i più rilevanti con oltre 90 mila imprese attive e 180 mila addetti, seguiti dal turismo con complessivamente circa 60 mila imprese e dall’agricoltura con 45 mila. Circa 2 mila le imprese del settore energetico. Tra i territori Milano è prima con 66 mila imprese e 256 mila addetti, seguita da Brescia (36 mila imprese e 81 mila addetti), Bergamo (29 mila imprese e 71 mila addetti), Varese (18 mila imprese e 36 mila addetti ) e Pavia (17 mila imprese e 26 mila addetti).

I settori interessati dall’azione climatica in Italia. Sono quasi 2 milioni le imprese e 3,6 milioni gli occupati per un fatturato che è di circa 500 miliardi di euro. Prevale il settore agricolo con 723 mila imprese attive, poi i lavori di costruzioni specializzati con circa mezzo milione di attività e il turismo con quasi 400 mila. Tra le regioni dopo la Lombardia, che è prima, vengono il Veneto (164 mila imprese, 330 mila addetti e 30 miliardi di fatturato), il Lazio (160 mila imprese, 363 mila addetti e 170 miliardi di fatturato), la Campania (158 mila imprese, 226 mila addetti e 11 miliardi) e l’Emilia Romagna (156 mila imprese, 354 mila addetti e 43 miliardi). Tra le province prime Roma (100 mila imprese, 277 mila addetti e 167 miliardi di fatturato), Milano (66 mila imprese, 256 mila addetti, 90 miliardi), Torino (58 mila, 114 mila e 26,4 miliardi) e Napoli (57 mila, 104 mila e 6,3 miliardi).

SCARICA I DATI DELLE AZIENDE INTERESSATE DALLE VICENDE CLIMATICHE

Autostrada Valtrompia, Pasini da Del Rio: cantieri al via entro l’anno

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Infrastrutture by

Questa mattina una delegazione di Associazione Industriale Bresciana, guidata dal presidente Giuseppe Pasini e dal direttore Marco Nicolai, insieme a una rappresentanza di imprenditori della Valle Trompia, ha incontrato il Ministro Graziano Delrio, il Presidente di ANAS, dr. Gian Vittorio Armani e il suo staff tecnico e giuridico nella sede del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per un confronto volto ad assumere garanzie sul progetto del raccordo autostradale della Valle Trompia.

In tale occasione è stato sottolineato come il territorio sia a forte vocazione manifatturiera, che trova nella viabilità un requisito funzionale e indispensabile per continuare a trasformare le potenzialità in risultati concreti. La Valle Trompia conta oltre 8.000 unità locali per un totale di 32.700 addetti, corrispondenti a più del 7% del totale sia delle imprese che degli addetti della provincia di Brescia. Le unità locali del manifatturiero sono quasi 2mila (il 13,3% del totale delle unità locali manifatturiere bresciane) e danno lavoro a quasi 18mila addetti (il 12,5% del totale degli occupati).

L’incontro di oggi aveva come obiettivo verificare con il Ministro ostacoli e problematiche che ancora si frappongono con l’inizio dei lavori, per capire insieme quali iniziative intraprendere per risolverli e garantire alla comunità la realizzazione del raccordo autostradale.

AIB, nel corso degli ultimi 20 anni, ha seguito in prima linea l’andamento di questa interminabile vicenda, spendendosi per la sua risoluzione e monitorando la situazione grazie anche ad appositi studi come quello commissionato ad ottobre 2016 al Gruppo CLAS, che ha consentito di poter supportare le richieste avanzate alle Istituzioni con dati puntuali. Dallo studio risulta, tra l’altro, che dal punto di vista dei tempi di percorrenza, la realizzazione completa dell’infrastruttura comporterebbe un risparmio monetizzato, tra veicoli passeggeri e veicoli pesanti, di 1,5 miliardi di euro in 30 anni. Dal punto di vista ambientale, con riferimento alle sole emissioni nocive, il risparmio complessivo in 30 anni di esercizio ammonterebbe a 48 milioni di euro, in termini di minori esternalità negative.

La Valle Trompia ha sempre avuto una forte caratterizzazione industriale: l’indice di specializzazione manifatturiera rispetto alla provincia, già pari a 1,50 nel 2001, è cresciuto a 1,56 nel 2007 e, nonostante la crisi, ha raggiunto il valore di 1,59 nel 2014. Nonostante le difficoltà logistiche, il manifatturiero ha quindi costantemente rafforzato il proprio peso nell’economia della Valle, anche se la situazione è ormai critica per le imprese e per gli abitanti.

Nell’incontro, occasione di confronto anche sui recenti pronunciamenti del TAR, preso atto che le ragioni del momentaneo stallo afferiscono al contenzioso in corso, si sono raccolte le assicurazioni del Ministro ad una azione volta a garantire la realizzazione del progetto e la contrattualizzazione dell’appalto in tempi veloci per permettere l’apertura dei cantieri.

Al termine dei lavori, il Ministro Delrio ha dichiarato: “Considero l’opera strategica per il territorio e, seppur il complesso di ricorsi e pronunciamenti abbia scatenato una “tempesta perfetta”, confido che la soluzione su cui Anas sta lavorando possa perfezionarsi al più tardi per dicembre”.

Il Presidente di Anas, Gian Vittorio Armani ha ribadito: “Anas è assolutamente risoluta a procedere alla contrattualizzazione dell’opera seppur nelle more di un pronunciamento del Consiglio di Stato infatti ciò che è in discussione è il risarcimento del danno che spetterebbe a Salini e non chi debba fare l’opera. E’ questo l’impegno che abbiamo preso e procederemo in tal senso”.

Conclude Giuseppe Pasini, Presidente di AIB: “Oggi, la disponibilità del Ministro Delrio e le parole del dr. Armani, Presidente di Anas, ci hanno confermato la volontà che l’opera sia cantierizzata, formalizzando gli impegni contrattuali entro fine ottobre o al più tardi entro il pronunciamento del Consiglio di Stato del 14 dicembre. E’ stata ribadita l’importanza strategica che il raccordo autostradale riveste per tutta la Valle e in ultima istanza per tutto il territorio bresciano. Confido quindi, come ipotizzato, che si possa inaugurare l’anno con la tanto attesa apertura dei cantieri”.

Giovedì 26 ottobre alle 18 seminario gratuito di edilizia in Confartigianato

in Economia/Edilizia/Eventi/Infrastrutture by

Tra ottobre 2010 e luglio 2017 le famiglie italiane hanno speso 169,1 miliardi di euro, pari ad una media di 24,7 miliardi l’anno, per ristrutturare casa e per renderla più efficiente dal punto di vista energetico. In crescita soprattutto la richiesta di incentivi per gli interventi di risparmio ed efficienza energetica nel 2016 sono state presentate 408.032 domande, per un spesa complessiva di 3,4 miliardi di euro, con un aumento del 21,5% del numero di domande rispetto al 2015. Questi i recenti dati di uno studio di Confartigianato che stima in 2.771.000 i proprietari di immobili intenzionati ad effettuare nei prossimi 12 mesi un intervento di manutenzione sulla propria abitazione. Una strada, quella del risparmio energetico, che anche i costruttori hanno cominciato a percorrere, seguendo nuove linee costruttive di performance, sicurezza sismica, efficienza energetica, resistenza al fuoco e qualità acustica e che verranno presentate nel seminario formativo gratuito e aperto a tutti gli addetti del settore, organizzato da Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale, giovedì 26 ottobre, alle ore 18, presso la sede centrale di via Orzinuovi 28 a Brescia. Al seminario intitolato: “Soluzioni costruttive per edifici sismo-resistenti ad elevato risparmio energetico interverrà, dopo i saluti del presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti e del presidente della categoria Edilizia di Confartigianato Brescia Pierangelo Landi, Marco Manganello Ceo di Ecosism. La partecipazione è gratuita. Per confermare la propria presenza si invita a compilare la scheda di iscrizione via email a area.categorie@ confartigianato.bs.it oppure telefoncando al numero 030/3745283, oppure visitando il sito www.confartigianto.bs.it o scaricando l’apposita App di Confartigianato.

 

Infertilità, articolo scientifico certifica il test della bresciana I-Vitae

in Economia/Startup by
Infertilità, la bresciana I-Vitae ha preparato un test
E’ possibile valutare l’infertilità inspiegata attraverso un test diagnostico, partendo dal presupposto che il 40 per cento delle gravidanze mancate ha una spiegazione nel sistema immunitario. A dirlo è un articolo appena pubblicato sulla rivista scientifica Minerva Ginecologica, che “certifica” la bontà del testo messo sul mercato da I-Vitae, società con base tra Varese e Brescia già premiata a Berlino.
“Il test – come scrive l’Ansa – si esegue con un semplice prelievo di sangue e in dieci giorni si può sapere se il proprio sistema immunitario è in grado di supportare la gravidanza. In caso positivo, si possono prendere provvedimenti consapevoli, del tutto naturali, per riequilibrare i valori”.
L’indagine pubblicata è stata condotta su 2.200 donne, e nel 2016 è stata testata nell’ambito di uno studio clinico, e ha dimostrato che le donne positive hanno solo il 2,9% di probabilità di concepire, rispetto al 36,6% di quelle negative.

Iran, gli scambi con la Lombardia valgono 100 milioni al mese

in Economia/Export by

“Business in Iran”, ecco il percorso

per 25 aziende lombarde

In tre anni già assistite 300 imprese

600 milioni l’import-export Lombardia-Iran in sei mesi

+68% in un anno. Prima PaviaMilano e Monza

Export di macchinari e chimica, import di greggio e gas

 

 

 

Gli scambi lombardi con l’Iran valgono 600 milioni di euro nei primi sei mesi del 2017. Sono 318 milioni di export e 276 milioni di import. L’interscambio lombardo pesa il 24,8% del totale italiano con il Paese mediorientale, pari a 2,4 miliardi, e cresce del 68% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Aumentano del 19% le esportazioni e del 219% l’import. Pavia è prima per interscambio con 245 milioni di euro, contro i 4 milioni dell’anno scorso, di cui 238 milioni di import, seguita da Milano con 147 milioni di euro, di cui 135 milioni di export e Monza e Brianza con 46 milioni. La Lombardia esporta in particolare macchinari, 180 milioni in sei mesi, provenienti soprattutto da Milano e Monza e Brianza, e sostanze e prodotti chimici (35 milioni) mentre importa petrolio greggio e gas naturale (238 milioni). Lodi esporta soprattutto apparecchi elettrici, per 1,3 milioni. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi su dati Istat al secondo trimestre 2017 e 2016.

La scossa delle energie rinnovabili, se ne parla martedì a Confartigianato

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Energia/Eugenio Massetti/Personaggi by

Tutto è pronto per l’avvio della Settimana per l’Energia, manifestazione ideata da Confartigianato Imprese Bergamo e giunta alla sua nona edizione, in programma dal 23 al 28 ottobre, quest’anno con rilevanza regionale, grazie al coinvolgimento dell’intero sistema lombardo di Confartigianato. Sei giornate di appuntamenti, convegni e iniziative culturali, destinati a imprenditori, professionisti, studenti e famiglie per approfondire i temi della sharing economy e dell’economia circolare, due sistemi economici innovativi che propongono cambiamenti e opportunità in ottica di sostenibilità economica, ambientale e sociale. Saranno 16 gli eventi che per sei giorni seguiranno il fil rouge definito dal titolo della manifestazione: “Economia circolare e sharing economy: il Presente per un Futuro sostenibile”. Tematiche di estrema attualità, la sharing economy e l’economia circolare, rappresentano due sistemi economici innovativi che propongono alle imprese, ai professionisti, ma anche ai cittadini e alle istituzioni, dei profondi cambiamenti del proprio modo di essere e di operare e sono portatori di interessanti opportunità di business in un’ottica di sostenibilità ecologica, economica e sociale.

Appuntamento bresciano martedì 24 ottobre alle ore 19.00 con la presentazione del libro “Civiltà solare: l’estinzione fossile e la scossa delle energie rinnovabili” organizzato da Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale alla presenza del presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti, dell’autore Gianluca Ruggieri, coordinati da Carlo Piccinato, segretario generale Confartigianato Brescia.
Per il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti: “La nostra società, anche a seguito della crisi che ci ha investito per lunghi anni, si è trovata a dover affrontare un importante cambio di paradigma che sta interessando tutti: il passaggio dall’attuale modello di “economia lineare”, caratterizzata dalla produzione di “scarti” e rifiuti, ad un nuovo modello di “economia circolare”, che prevede il riuso e il riciclo di beni, risorse e avanzi di lavorazione. Un sistema che, oltre ad essere “amico dell’ambiente”, può apportare importanti benefici economici grazie ad un uso più efficiente delle risorse disponibili. Questo nuovo modello ben si coniuga con la sharing economy, la nuova forma di economia collaborativa che sta venendo avanti anche nel nostro Paese e che propone forme di consumo basate sulla condivisione e sull’utilizzo in comune di beni e risorse anziché sulla proprietà. Ne sono un esempio le piattaforme per l’uso temporaneo di beni o servizi. L’obiettivo è come sempre approfondire i temi per promuovere la diffusione della cultura e delle buone prassi e individuare opportunità di incontro e qualificazione professionale per le imprese e per i giovani”.
Una manifestazione che vede il patrocinio di Regione Lombardia, Provincia e Comune di Bergamo, Confartigianato Imprese Bergamo, ANCE Bergamo, Confcooperative, l’Ordine degli Architetti, l’Ordine degli Ingegneri, Imprese & Territorio, la Camera di Commercio con l’Azienda Speciale Bergamo Sviluppo, l’Ufficio Scolastico Territoriale, l’Università, l’Associazione Cetri Tires ed UBI Banca. La novità di quest’anno è l’allargamento dei confini della Settimana per l’Energia che fa acquisire alla manifestazione una portata regionale: è stata infatti coinvolta anche Confartigianato Lombardia, la federazione regionale di Confartigianato, con sede a Milano, in collaborazione con la quale verrà organizzato l’evento di apertura che si terrà proprio nel capoluogo lombardo. Inoltre l’intero Sistema regionale delle Associazioni aderenti a Confartigianato Lombardia collabora con la Settimana per l’Energia: saranno infatti 7 gli eventi organizzati in altre province grazie all’impegno delle Confartigianato di Milano-Monza, Brescia, Varese, Lodi, Lecco e Como, compreso un evento fuori regione organizzato a Novara da Confartigianato Imprese Piemonte Orientale.
Tutti gli incontri della Settimana per l’Energia sono a ingresso libero e gratuito; sul sito www.settimanaenergia.it, è possibile consultare il programma dettagliato, in continua evoluzione, e la rassegna stampa della Settimana e registrarsi agli eventi d’interesse. È possibile seguire la Settimana per l’Energia anche su Facebook: https://www.facebook.com/ Settimanaenergia/

Carnevali, 100 famiglie a rischio. La Loggia: serve una soluzione

in Abbigliamento/Comune di Brescia/Crisi/Economia/Evidenza/Fallimenti/Istituzioni by
La sede di Carnevali Abbigliamento a Brescia

Dopo quasi 80 anni di storia volge al termine la storia del Gruppo Carnevali abbigliamento. Le società che fanno riferimento ai fratelli Federico e Francesco Bani, infatti – come anticipato nelle scorse settimane – sono state sciolte con la loro conseguente messa in liquidazione lo scorso 25 settembre.

I lavoratori coinvolti dal crac sono circa un centinaio. L’Amministrazione comunale, con una nota, “esprime vicinanza ai lavoratori e alla proprietà del gruppo Bani Carnevali e della sua controllata Carnevali Spa, messe in liquidazione dopo il rigetto del concordato preventivo”.

“L’azienda, nata a Brescia nel 1940, ha contribuito allo sviluppo commerciale della città vestendo generazioni di bresciani. – si legge ancora – La scomparsa di questo storico brand, messo in difficoltà dalla pesante crisi del comparto abbigliamento, rappresenterebbe una perdita grave per l’intero tessuto economico cittadino. L’Amministrazione comunale – conclude il testo – si augura quindi che, in questa fase critica, possa essere trovata presto una soluzione affinché non scompaia un pezzo importante della storia imprenditoriale bresciana”.

Brescia, volano gli scambi con lo Sri Lanka: + 151 per cento in un anno

in Economia/Export/Tendenze by
Scambi Brescia-Sri Lanka

Lo Sri Lanka vale per la Lombardia circa 50 milioni di scambi nei primi sei mesi del 2017: ammontano infatti a circa 17 milioni le importazioni e 32 milioni le esportazioni. Interscambio in crescita: +18,1% in un anno, in particolare l’export (+24,4%). Milano da sola supera i 16 milioni. Seguono Bergamo (8,5 milioni, +77%), Brescia (6,4 milioni, +151%), Mantova (6 milioni, +18,4%) e Varese (5,2 milioni, +36%). Tra i settori che pesano di più in Lombardia negli scambi con lo Sri Lanka troviamo i prodotti delle attività manifatturiere (14,5 milioni di import e 31,1 di export) e i prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (2,2 milioni di import). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi su dati Istat al secondo trimestre 2017 e 2016, sui primi sei mesi dei due anni.

Principali settori di scambio. Sono nel manifatturiero: chimica (11,6 milioni di export, 1,3 milioni di import), macchinari (9,8 milioni di export), articoli in gomma (5,2 milioni di import), moda e tessile (4,2 milioni di import e 3,9 milioni di export).

In Italia per regione. Scambi per 303 milioni nei primi sei mesi del 2017. Primo il Veneto con 165 milioni di scambi, poi la Lombardia con 49 milioni, l’Emilia Romagna con 32 milioni, il Piemonte con 18.

Lo Sri Lanka rappresenta un’economia in crescita, con disponibilità di manodopera a costi competitivi, un piano ambizioso di sviluppo del settore delle infrastrutture, oltre che di rapporti commerciali sviluppati con i principali mercati asiatici, tale da svolgere sempre di più il ruolo di porta d’ingresso per i mercati dell’Asia meridionale. La costituzione delle Free Trade Zone rappresenta poi il presupposto per favorire investimenti esteri, secondo la prospettiva perseguita dal Paese di rappresentare un hub manifatturiero per i mercati asiatici. Oltre la manifattura tessile, abbigliamento, calzature e l’alimentare che hanno registrato sino ad oggi i principali investimenti italiani, la meccatronica, la cantieristica navale, soprattutto di imbarcazioni e yacht, così come il turismo rappresentano i settori prioritari richiamati dal Ministro nell’ambito dei quali dovrebbe essere intensificata la collaborazione bilaterale.

Easytech: come proteggersi dagli attacchi informatici, rispettando la normativa Gdpr | INNOVATION CLUB

in Economia/Evidenza/Innovation club/Rubriche/Tech/Web e digitale by
Cybersecurity

Il tema della sicurezza informatica si è imposto sulla scena pubblica sempre di più negli ultimi mesi, complici attacchi di scala internazionale in continuo aumento. Il concetto di cyber security ricopre perciò un ruolo chiave all’interno delle aziende ed è necessario prendere coscienza dei rischi e delle conseguenze di un attacco informatico, per scegliere le più adeguate soluzioni di prevenzione e protezione.

Il dati del Rapporto 2017 Clusit, l’associazione italiana per la sicurezza informatica, parlano chiaro: gli attacchi hacker con lo scopo di estorcere denaro o informazioni sono in costante aumento, sono cresciuti gli attacchi diretti a realtà europee, aumentano anche le tecniche di attacco sconosciute e i malware comuni a livello globale rappresentano circa il 50% degli attacchi.

Che cosa ci dicono queste informazioni? Sicuramente che la percezione di queste minacce non è proporzionata alla loro reale incidenza e che i cyber criminali in questo momento hanno vita facile, vista la semplicità con cui nella maggior parte dei casi riescono a raggiungere i loro discutibili obiettivi. Non sono solo i dati a confermalo, Easytech opera quotidianamente con piccole, medie e grandi imprese in settori differenti e conferma, purtroppo, quanto le minacce crescano e di contro la percezione del rischio rimanga bassa.

Perché le minacce crescono? Perché i dispositivi connessi aumentano e di conseguenza i punti di accesso sulla rete per eventuali attacchi informatici. Gli attacchi hacker non sono però l’unico pericolo da considerare quando si tratta di sicurezza informatica. I punti deboli di un’infrastruttura sono dati anche dalle stesse macchine intese in senso fisico (rotture hardware, furti, dispositivi inadeguati) e dalla mancanza di policy interne nonché da un’inadeguata formazione all’utilizzo degli strumenti informatici da parte dei collaboratori .

Come prevenire e proteggersi quindi da attacchi o perdite di dati? Easytech è in prima linea nella ricerca continua e nei test operativi di soluzioni idonee, certificate, semplici e funzionali che assicurino un alto livello di protezione per aziende di qualsiasi dimensione e budget per l’IT.

Comprendere i punti critici della propria infrastruttura e i pericoli derivanti sia dall’interno sia dall’esterno è il primo passo, un audit di sicurezza informatica è quindi lo strumento idoneo per verificare il livello di sicurezza aziendale. Il secondo passo consiste nella formazione e la sensibilizzazione: non è sufficiente che il reparto IT aziendale sia pronto a intervenire in caso di attacco o conosca e abbia messo in funzione gli strumenti necessari per prevenirlo. Ogni collaboratore aziendale deve essere conscio di quali comportamenti scorretti potrebbero minacciare la sicurezza dell’infrastruttura (ad es. l’utilizzo di chiavette usb, l’apertura di email private utilizzando la rete aziendale e via dicendo). Il terzo passo è invece l’applicazione di tutti gli strumenti necessari per prevenire queste minacce: un’infrastruttura deve essere protetta a livello perimetrale (dispositivi firewall UTM e servizi antispam), a livello endpoint (software antivirus e filtri di navigazione), deve utilizzare sistemi operativi aggiornati (per server e client), deve prevedere sistemi hardware ridondati, macchine virtuali e backup (piani di disaster recovery) e quando possibile anche sistemi di crittografia.

Il perché adeguarsi dovrebbe essere chiaro. Un attacco informatico comporta perdite di dati, perdite di tempo, costi informatici di recupero (quando possibile), costi in termini di fermo lavorativo, lesioni dell’immagine aziendale, costi inimmaginabili se il furto di dati ha come scopo il passaggio di informazioni riservate a un concorrente.

Cosa comporta il mancato adeguamento? Se fino ad oggi l’utilizzo di infrastrutture non protette o non completamente adeguate poteva essere considerato semplicemente un azzardo in grado di avere riscontri negativi o di portare ad eventuali fermi lavorativi o perdite di dati anche accettabili per alcuni, oggi la normativa obbliga le aziende ad adeguarsi.

Con l’entrata in vigore dal 25 Maggio 2018 del nuovo GDPR, ovvero il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati, tutte le aziende che raccolgono, memorizzano, elaborano informazioni personali di cittadini dell’Unione Europea, dovranno essere conformi alla normativa o potrebbero essere soggette a sanzioni. Per dato personale in senso lato s’intende qualsiasi informazione che possa essere utilizzata per identificare una persona in modo diretto o indiretto (fotografie, indirizzi email, coordinate bancarie, indirizzi IP..), ogni azienda è quindi potenzialmente interessata dall’obbligo di conformità.

Ma qual è il rapporto tra GDRP e sicurezza informatica? Con la nuova normativa, sarà obbligatorio notificare all’Autorità, entro 72 ore dall’avvenimento, qualsiasi violazioni di dati e informare del problema le persone a cui si riferiscono i dati, dimostrare di aver messo in atto tutti i mezzi possibili per proteggere la propria infrastruttura e per evitare possibili attacchi diventerà fondamentale, pena sanzioni fino a 20 milioni di euro o pari al 4% del fatturato internazionale.

 

Easytech è specializzata nella predisposizione di infrastrutture informatiche sicure.

Oltre a realizzare audit di sicurezza e asset delle infrastrutture informatiche, per predisporne l’adeguamento o la riqualifica, questa realtà informatica della bergamasca nata nel 2006 è formata da tecnici e consulenti specializzati e certificati in soluzioni di sicurezza informatica realizzate dai principali leader del settore su scala internazionale.

La specializzazione in ambito di IT Security è completata dalla collaborazione con professionisti in ambito di consulenza legale, che seguono le aziende clienti nell’adeguamento dal punto di vista procedurale e strettamente legato alla normativa GDPR.

Visitando il sito web www.webeasytech.com è possibile trovare maggiori indicazioni relative a soluzioni, servizi e partner di riferimento.

 

Dott.ssa Susanna Previtali

Resp. Commerciale

Easytech Srl

Via Alessandro Manzoni 27 – Medolago (BG)

info@webeasytech.com

www.webeasytech.com

Vendite a domicilio, in sei mesi fatturati 820 milioni di euro

in Commercio/Economia/Tendenze by
Vendite a domicilio, affari in crescita anche nel Bresciano

Il primo semestre 2017 delle imprese associate Univendita si è chiuso con un fatturato di 820 milioni e 998mila euro, con un incremento del 2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Una crescita che si verifica in un contesto economico in cui, pur essendo presenti importanti segnali che vanno nella direzione della ripresa, permangono ancora elementi di incertezza che condizionano il comportamento delle famiglie nei confronti dei consumi, che stentano a decollare.

«Nonostante questo quadro generale ancora pieno di ombre –afferma il presidente di Univendita Ciro Sinatrala vendita a domicilio registra un risultato migliore rispetto al commercio tradizionale. Il motivo di questa performance va ricercato in quello che è da sempre il punto di forza del nostro modello di vendita: il fattore umano, cioè una forza vendita professionale e motivata, che costruisce quotidianamente un rapporto diretto e di fiducia con i consumatori».

Anche i dati occupazionali fanno registrare un segno più: nel primo semestre 2017 il numero degli addetti alla vendita è cresciuto dell’1,5% rispetto allo stesso periodo del 2016, con oltre 138.000 venditori, di cui il 91,3% donne. Un dato positivo che si inserisce nel quadro di un mercato del lavoro in chiaroscuro, specie per quanto riguarda l’occupazione femminile.

Analizzando i risultati di Univendita nel dettaglio, il comparto più dinamico è stato “alimentari e beni di consumo casa” con un incremento del 2,4%, seguito da “cosmesi e cura del corpo” (+2,2%). La categoria “altri beni e servizi” registra un aumento del 2%, mentre i “beni durevoli casa” chiudono il semestre con un +1,8%; quest’ultimo comparto, con una quota di mercato del 58%, si conferma il più importante nell’ambito della vendita a domicilio.

La vendita a domicilio registra un risultato migliore rispetto al commercio tradizionale. Secondo i dati Istat, nel primo semestre del 2017 il valore delle vendite del commercio fisso al dettaglio è cresciuto dello 0,2% rispetto allo stesso periodo del 2016. In dettaglio, le vendite della grande distribuzione sono aumentate dell’1,3%, mentre quelle dei piccoli esercizi commerciali sono diminuite dello 0,6%. Nel secondo trimestre 2017 il PIL è cresciuto dell’1,5% nei confronti del secondo trimestre 2016, in aumento rispetto all’1,2% registrato nel primo trimestre.

I consumi rimangono un elemento problematico della nostra economia. L’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha registrato a giugno un aumento dello 0,6% su base annua, in un contesto in cui, pur essendo presenti elementi che rafforzano la ripresa e le prospettive di crescita, vi sono ancora fattori di incertezza, come ad esempio le preoccupazioni circa la mancata crescita dell’occupazione, che condizionano l’atteggiamento delle famiglie nei confronti del consumo, nonostante i modesti segnali di miglioramento provenienti dal clima di fiducia dei consumatori. La domanda delle famiglie si muove ancora con prudenza, continuando a mostrare elementi di fragilità e discontinuità. «In questo scenario –conclude Ciro Sinatra– la vendita a domicilio riesce a crescere grazie all’offerta di prodotti di qualità proposti da venditori preparati, in grado di intercettare e soddisfare al meglio le esigenze dei consumatori».

 

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