Segna il passo il comparto manifatturiero lombardo nel secondo trimestre 2024. A causa della perdurante debolezza della domanda sia interna (+0,4% rispetto al trimestre precedente) che estera (-0,3%) tutti gli indicatori risultano in leggera flessione: la produzione segna un -0,7% congiunturale per l’industria e +0,1% per l’artigianato (domanda interna -0,2%, estera +0,7) e il fatturato fa registrare +0,2% per il l’industria ma rimane stazionario per l’artigianato.
L’assenza di significativi segnali di rafforzamento dell’attività industriale a livello globale insieme alla mancata accelerazione nella riduzione dell’inflazione e dei tassi d’interesse, influenzano le aspettative dell’industria lombarda, dove il clima per il prossimo trimestre è caratterizzato da grande incertezza. Se la maggior parte degli imprenditori prevede stabilità dei livelli, tra i restanti prevalgono le attese pessimistiche con saldi significativamente negativi per fatturato e domanda interna. I costi dell’energia sono ancora segnalati tra i maggiori fattori di incertezza, mentre c’è attesa di una progressiva riduzione dei tassi di interesse e di un calo dei costi delle materie prime, fattori che potrebbero favorire una ripresa più vigorosa. La tendenza della produzione industriale resta negativa, registrando un -1,2%
rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. La produzione artigiana invece rimane al livello di un anno fa, e la variazione tendenziale è nulla.
A fronte di settori in crescita sensibile come chimica (+3,8%), gomma-plastica (+2,7) e carta-stampa (+2,3%) che ora beneficiano della riduzione dei costi energetici, e minerali non metalliferi (+2,6%) ancora trainati dall’edilizia, in forte contrazione i comparti: pelli-calzature (-11,2%) e tessile (-11,1%). A questi ultimi si associano settori in contrazione più moderata ma comunque significativa: mezzi di trasporto (-3,7%), manifatturiere varie (-3,5%), siderurgia (-2,6%), meccanica (-2,0%), abbigliamento (-1,6%) e legno-mobilio (-1,0%). La crescita dei prezzi si è assestata, ma le piccole imprese e gli artigiani in particolare, lamentano ancora incrementi sensibili sia per le materie prime (+17,3% tendenziale) che per i prodotti finiti (+12,1%). Positivo l’andamento dell’occupazione sia per l’industria che per l’artigianato.
“Secondo la nostra indagine congiunturale il settore manifatturiero lombardo subisce l’andamento negativo del commercio mondiale e la debolezza della domanda interna, restano però ancora positivi i dati occupazionali – ha specificato Gian Domenico Auricchio, Presidente di Unioncamere Lombardia – segnale della lungimiranza delle imprese lombarde che stanno affrontando questo momento di stagnazione guardando e preparandosi al futuro. Questo approccio positivo è anche confermato dalla propensione ad adottare nuove tecnologie. In quest’ultima indagine abbiamo approfondito anche l’intenzione degli imprenditori di adottare tecnologie che impiegano l’Intelligenza Artificiale. E’ emerso che il 23% delle imprese industriali e il 7% di quelle artigiane già la utilizzano o ha in programma di implementarla a breve. Di queste, oltre il 50% la ritiene un fattore determinante per incrementare la redditività; resta tuttavia critica la disponibilità delle figure professionali adeguate per impiegare efficacemente queste nuove tecnologie. Il Sistema Camerale su questo fronte è già attivamente impegnato con Regione Lombardia nel supportare le imprese nella formazione e specializzazione dei lavoratori. Le iniziative messe in campo hanno già riscosso grande successo e saranno certamente rafforzate in futuro”.
“I dati presentati oggi sono dati previsti che confermano ancora una volta la solidità del sistema lombardo; – ha aggiunto Guido Guidesi, Assessore allo sviluppo economico Regione Lombardia – come Regione Lombardia continuiamo a guardare al futuro con ottimismo e in modo propositivo rispetto ai livelli sovraregionali per quel che concerne le tematiche fondamentali che necessitano soluzioni urgenti, penso ad esempio ai costi energetici e all’accesso al credito”.
“Sulla produzione industriale lombarda continua a pesare il contesto globale complesso e instabile, che in questa fase sta facendo emergere tutte le debolezze dell’industria europea. A preoccupare gli imprenditori lombardi è soprattutto la crisi strutturale tedesca: è evidente che, persa la leva garantita dall’approvvigionamento di gas a basso costo, i margini di competitività si sono ridotti drasticamente – ha detto Francesco Buzzella, Presidente di Confindustria Lombardia – Questo errore, unito alla scelta di abbracciare ideologicamente le politiche green regolamentando e vietando senza dare alternative tecnologiche e non prevedendo le conseguenze di tali scelte nei confronti di imprese, cittadini em lavoratori, sta portando alla scomparsa di interi mercati, come l’automotive, che hanno garantito il benessere europeo dal dopoguerra ad oggi. Che l’UE stia perdendo la sfida geopolitica ed economica lo testimoniano le vendite di semiconduttori, uno dei beni essenziali dell’industria moderna: mentre in Cina, nel Sud-Est asiatico e negli Stati Uniti nel 2024 si registrano forti aumenti, in Europa assistiamo a un calo del 12%. Serve invertire la rotta sviluppando politiche a sostegno dell’industria con un rilevante fondo Europeo di investimenti che controbilanci i Piani di investimento Usa e Cina, – come indicato nel
“Piano Draghi” –, politiche energetiche basate su un mix di fonti e riduzione dei tassi di interesse.” “E’ una stabilità nell’incertezza. I fondamentali parametri della crescita vivono un miglioramento relativo rispetto al periodo pandemico, ma siamo dentro l’orizzonte di una crescita indebolita da una serie di numerose incognite geopolitiche e geoeconomiche: il fronte russo-ucraino, le tensioni israelo palestinesi, le instabilità nell’area del canale di Suez – ha concluso Giovanni Bozzini, Presidente C.N.A Lombardia -La manifattura artigiana lombarda non dipende solo dall’export evidentemente, ma in modo diretto ed indiretto subisce questo difficile quadro internazionale. La prudenza della BCE sui tassi è proverbiale e si ripercuote direttamente sul rapporto tra PMI e sistema bancario: continua la flessione dei prestiti alle imprese, specialmente quelle più piccole. La fiducia è complessivamente messa alla prova dall’incertezza. I nostri imprenditori continuano a dare prova di grande resistenza e flessibilità. Ma sono a disagio per una serie di fattori che non riescono a controllare e a padroneggiare. L’Italia ha sempre due leve molto importanti nel PNRR e nei fondi strutturali. Dobbiamo accelerare sul primo terreno e continuare a migliorarci nella spesa dei fondi europei. E’ inoltre fondamentale sorreggere il settore delle PMI e dell’artigianato sul terreno della sostenibilità a tutti i livelli.”