Quando si osservano le statistiche, da qualche anno a questa parte, una delle tendenze più diffuse a livello nazionale è relativa proprio agli spostamenti di giovani al di fuori del territorio nazionale. Al giorno d’oggi, l’emigrazione per i ragazzi italiani rappresenta uno step sempre più intrapreso, per ragioni differenti che, di solito, confluiscono tutte nella speranza di trovare una posizione nel mondo migliore, grazie ad opportunità di lavoro e di studio particolarmente preziose ricercabili all’estero. Spesso, si pensa all’emigrazione dei giovani come ad una conseguenza di fattispecie sconfortanti, nonostante le cose non siano sempre esattamente così.
Va anche detto che in alcuni casi l’emigrazione non è legata a stretto giro con condizioni di disagio bensì è motivata dalla ricerca di opportunità di crescita professionale oppure ha a che fare con la formazione universitaria; sono tanti, infatti, i giovani che scelgono di trasferirsi all’estero – e al riguardo segnaliamo l’approfondimento di Lae Educazione Internazionale per sapere come si studia in Australia, meta tra le più ambite per la formazione universitaria – per motivi di studio.
Studi recenti effettuati da ISTAT, comunque, dimostrerebbero come un quarto dei giovani che lasciano il Meridione, oggi, è siciliano, anche se chi tende a partire maggiormente alla volta di nuove destinazioni oltralpe proviene proprio dalla Lombardia. Nel 2019, sono stati dodicimila i siciliani che si sono trasferiti all’estero. Un numero in aumento che ha posto l’isola al secondo posto nella classifica delle regioni con il più alto numero di espatri, raggiungendo una condizione di pareggio con il Veneto.
Con grande sorpresa, però, a conquistare il primo posto in questa peculiare classifica è stata proprio la Lombardia, con un totale di circa 23 mila trasferimenti all’estero. Questi dati offerti dall’istituto nazionale di statistica preoccupano le Istituzioni, tenendo conto del numero crescente di giovani meridionali che si spostano all’estero e, in generale, di una cifra di oltre 120 mila cittadini italiani che emigrano per ragioni, come detto, molto eterogenee.
Il fenomeno dell’emigrazione dall’Italia: il dettaglio sui dati
Come già precedentemente accennato, i dati emersi dalla ricerca non sono i più favorevoli. Al livello nazionale, il tasso di emigrazione dei cittadini italiani è di circa due per mille. Questo valore, però, tende a salire a tre per mille se si prendono in esame regioni come la Sicilia, la Calabria, il Friuli Venezia Giulia, le Marche, il Veneto, il Molise, la Lombardia e l’Abruzzo. Un fenomeno, dunque, che non interessa più soltanto il sud dell’Italia, ma anche il nord, in modo molto considerevole.
Stando a quanto emerso dalle ricerche ISTAT, i flussi maggiori di trasferimento all’estero partirebbero proprio dal nord, trattandosi di circa il 49% degli espatri, sia relativi alla popolazione residente che in termini assoluti. Dal sud, invece, si trasferiscono circa 43 mila italiani, mantenendo una linea nazione di due per mille. Dal centro, invece, nel 2019 sono espatriati circa 19 mila cittadini. A lasciare il Paese, generalmente, sono i giovani di età compresa tra i 25 anni e più, essendo circa 87 mila. Circa un terzo delle persone che emigrano dall’Italia sono in possesso di un titolo di studio universitario.
La mobilità interna tende ad essere particolarmente fervente. Negli ultimi dieci anni, fatta eccezione del periodo interessato dall’emergenza pandemica, sono stati circa un milione e 140 mila le persone uscite dal sud per spostarsi verso il centro e il nord Italia. Sulla rotta inversa, invece, circa 619 mila persone. Si tratta di una perdita di oltre mezzo milione di residenti, ancora una volta, per la maggior parte giovani in età attiva. È nella fascia di età compresa tra i 18 e i 35 anni che questi esodi si manifestano principalmente.