Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Aprile 2022

Mutui, nel 2022 a Brescia l’importo medio è di 140.000 euro

in Banche/Economia/Edilizia by

Secondo l’analisi di Facile punto it e Mutui punto it, nel primo trimestre 2022 l’importo medio richiesto per un mutuo in provincia di Brescia è aumentatodell’1,2% rispetto al medesimo periodo del 2021, arrivando a 140.028 euro.

Se a livello regionale gli aspiranti mutuatari hanno cercato di ottenere, in media, 156.210 euro, in leggero aumento rispetto allo scorso anno (+1,8%), guardando i dati a livello provinciale emerge che l’area che ha registrato la crescita più importante è quella di Pavia (+11,5%, 129.791 euro)seguita da Lecco (+5,1%, 134.396 euro), Varese (+1,9%, 143.942 euro) e Monza e Brianza (+1,8%, 145.415 euro).Continuando a scorrere la graduatoria lombarda si posizionano Bergamo (+1,7%, 138.037 euro), Cremona (+1,4%, 125.419 euro) e le province di Milano e Brescia, dove l’importo medio richiesto nel primo trimestre 2022 è aumentato, in entrambe, dell’1,2%, raggiungendo, rispettivamente, 173.912 euro e 140.028 euro.

Chiudono la classifica Lodi (+0,1%, 123.675 euro) e Como, unica area lombarda che ha registrato un calo rispetto al 2021 (-2,5%, 159.322 euro).

Sempre a livello regionale, il trimestre è stato caratterizzato dal calo dell’età media degli aspiranti mutuatari che in Lombardia è scesa a 36 anni e mezzo (era circa 40 anni appena 12 mesi fa) e dall’aumento delle richieste di mutui per la prima casa che, nella regione, arrivano al 79% delle domande di finanziamento totali (+17 punti percentuali).

Sul fronte dei tassi si registra l’aumento di quelli fissi e oggi, secondo le simulazioni di Facile.it, un mutuo medio può costare 12.300 euro in più rispetto a dodici mesi fa.

ProvinciaImporto medio richiesto Primo trimestre 2022Differenza importo medio Primo trimestre 22 vs Primo trimestre 21
Bergamo138.037 €1,7%
Brescia140.028 €1,2%
Como159.322 €-2,5%
Cremona125.419 €1,4%
Lecco134.396 €5,1%
Lodi123.675 €0,1%
Mantova131.646 €n.d
Milano173.912 €1,2%
Monza e Brianza145.415 €1,8%
Pavia129.791 €11,5%
Sondrio142.674 €n.d
Varese143.942 €1,9%
Lombardia156.210 €1,8%
Italia141.021 €3,0%

Sperando che la notizia sia di vostro interesse e possa trovare spazio sulla testata, rimaniamo a disposizione per ogni ulteriore necessità di approfondimento. Le immagini allegate possono essere utilizzate citando il nome dell’autore.

Lombardia, sostegni per 22 milioni alle imprese artigiane | Massetti: segnale importante

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Energia/Istituzioni/Regione by

Regione Lombardia ha varato il nuovo pacchetto economico, dal valore di 64 milioni di euro, destinato alle imprese artigiane, ai commercianti e agli impianti sportivi natatori e del ghiaccio. Gli interventi regionali sono volti alla concessione di contributi a fondo perduto per interventi in tema di efficientamento energetico. Alle imprese artigiane sono destinati 22,3 milioni di euro come contributi a fondo perduto fino al 50% della spesa per progetti di ammontare minimo di 15mila euro, nel limite massimo di 50mila. Per il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti: «Apprezziamo lo sforzo di Regione Lombardia, le risorse stanziate non risolveranno il problema ma sono il segnale dell’attenzione dell’Assessorato per gli artigiani e le PMI. L’aspetto fondamentale sul quale dobbiamo concentrare ogni attenzione è quello della competitività delle nostre imprese sul mercato internazionale – spiega Massetti – Le bollette bollenti rischiano di rappresentare una pesante palla al piede che di fatto già sbilancia una competizione che ha orizzonti sempre più ampi. Per quanto le aziende potranno produrre in perdita? Quasi il 30% dichiara di farlo. La marginalità è essenziale alla loro sopravvivenza, alla capacità di investire in capitale umano e innovazione perché lo sguardo al futuro non è un’opzione».

LE EVIDENZE AVVISAGLIE NEL PRE-GUERRA

L’Osservatorio di Confartigianato Lombardia evidenzia come l’elevato prezzo delle componenti energetiche rappresentava già una criticità rilevante per oltre il 60% delle imprese artigiane, quota che si attestava a livelli maggiori per le manifatturiere. Tale condizione – il balzo dei prezzi delle commodities energetiche – portava pre-guerra la maggior parte dell’artigianato lombardo (54,4%) ad assorbire i maggiori costi per lo più riducendo i margini e scaricando una parte sul cliente finale, aumentando spesso solo parzialmente i listini. Prima di arrivare a questo passo, molti indicano l’adozione di azioni di ottimizzazione e di riduzione al minimo degli sprechi e dei consumi: nel 28,7% dei casi lavorano in perdita, nel 14,3% dei casi riducono o modificano l’orario di lavoro e nel 6,3% dei casi scelgono di non adempiere a contratti in essere.

PERIMETRO IMPRESE ARTIGIANE MAGGIORMENTE COINVOLTE DA CONFLITTO UCRAINO E CARO BOLLETTE

Nelle prime linee della guerra dei prezzi e dei mercati sconvolti dal conflitto sono compresi più di un quarto (26,2%) degli occupati del sistema produttivo lombardo: si tratta di 156 mila imprese, la quasi totalità con meno di 50 addetti (98,1%), con 1 milione e 98 mila addetti, oltre la metà (54,3%) occupati in micro e piccole imprese (MPI). Nel dettaglio si collocano nella trincea avanzata i settori con una maggiore intensità energetica: dalla metallurgia alla petrolchimica, dalla carta al vetro, dalla ceramica ai trasporti. Nei comparti manifatturieri energy intensive sono sempre più numerosi i casi in cui il divario tra costi e ricavi diventa insostenibile, costringendo al fermo dell’attività: a due anni dal lockdown sanitario siamo arrivati al rischio di lockdown energetico per 4.781 MPI, tra cui figurano le artigiane, con 42.124 addetti.

IMPATTO SU TUTTE LE IMPRESE ITALIANE E LE FAMIGLIE

Le differenti matrici di generazione elettrica dei Paesi europei e le loro evoluzioni nella crisi, determinano un divergente andamento dai prezzi dell’elettricità al consumo. Secondo i dati Eurostat pubblicati giovedì scorso, il prezzo dell’energia elettrica sale dell’82,3% in Italia, un ritmo doppio della media dell’Eurozona, a fronte di un più limitato dinamismo in Germania, dove i prezzi salgono del 17,6%, e in Francia, dove l’aumento si ferma al 6%. Sulla base dell’evoluzione dei prezzi, a parità di consumo, le famiglie italiane nell’ultimo anno hanno speso per l’energia elettrica 5,4 miliardi di euro in più rispetto ai dodici mesi precedenti, pari allo 0,33% del PIL. In chiave territoriale, l’incremento di spesa più elevato lo si rileva in Lombardia con 939 milioni in più, pari allo 0,26 del PIL. L’estensione di queste tendenze sul mercato elettrico delle imprese determinerebbe una perdita di competitività, aggravando la già fragile posizione precedente all’inasprirsi della crisi energetica: nel primo semestre del 2021 una piccola impresa italiana pagava un prezzo dell’elettricità del 12,9% superiore rispetto alla media dell’Eurozona.

Centro Padane Srl, conti in utile e ricavi in forte crescita (+38%)

in Bilanci/Economia/Nomine by

BRESCIA-CREMONA – Si chiude ancora con una forte crescita dei ricavi, e in utile, il bilancio di Centro Padane Srl, la società nata nel 2018 con l’obiettivo di supportare le amministrazioni locali nella gestione e pianificazione di opere stradali e di edilizia pubblica, nella manutenzione straordinaria delle strade e nella definizione di progetti di smart road.

Nel tardo pomeriggio di ieri l’assemblea dei soci della Srl – controllata in maniera paritaria dalle Province di Cremona e Brescia, con la presenza di una decina di Comuni nel capitale sociale – ha approvato all’unanimità i conti del 2021: l’ultimo anno di Fabrizio Scuri, che  nell’occasione ha anche ufficializzato l’intenzione di lasciare l’incarico per dedicarsi a tempo pieno all’attività di sindaco.

Il bilancio segna per Centro Padane ricavi in crescita del 38 per cento (da 1,3 milioni a 1,9), con la progettazione che resta oggi l’attività più rilevante (74 per cento). Inoltre la società – che continua a non pesare direttamente sui conti dei soci – si è confermata in utile (15.641 euro), con un Ebitda del 4,2 per cento, e ha inserito nell’organico una decina di nuovi tecnici. Tra i principali interventi effettuati o in corso d’opera si segnalano per Brescia il nuovo ponte di Palazzolo, il prolungamento della ciclabile del Garda verso Limone, la tangenziale di Bagnolo, l’ampliamento della Orzinuovi-Roccafranca, mentre per Cremona la realizzazione o la messa in sicurezza di istituti scolastici (Einaudi di Cremona, Munari di Cremona, Racchetti di Crema), il nuovo ponte di Isola Dovarese ed interventi sulla tangenziale di Cremona.

“Il periodo storico non è certamente tra i più facili”, sottolinea Scuri, “ma lascio una società più matura, con i conti in ordine, ricavi in continua crescita e una compagine sociale rafforzata dall’ingresso tra i soci di una decina di Comuni delle province di Brescia e Bergamo. Come annunciato”, continua, “il mio impegno pubblico proseguirà ora nel Comune di Cazzago: i cittadini mi hanno dato fiducia e voglio fare del mio meglio per non deluderli. A Centro Padane e a chi prenderà il mio posto”, chiosa, “auguro di continuare a crescere, fornendo ai soci un servizio sempre più qualificato ed efficiente nell’interesse di tutti”.

Bcc Agrobresciano, impieghi cresciuti del 4,3%

in Banche/Bcc/Bilanci/Economia by

“Possiamo affermare che la Banca performa positivamente su tutti i fronti: buona patrimonialità, ottimo reddito, basso rischio e una crescita incoraggiante.” In particolare, nel corso del 2021, gli impieghi vivi sono complessivamente cresciuti del 4,63 % mentre la raccolta diretta del +7,7% e quella indiretta di un + 9%, spinta soprattutto dalla crescita a due cifre del comparto del risparmio gestito, +18,2%”. A dirlo, in una nota, è Giuliano Pellegrini, Direttore Generale di BCC Agrobresciano, che sintetizza così i dati di bilancio dell’istituto di credito bresciano.

Continua, inoltre, la riduzione del credito anomalo sceso a 2,1% nel rapporto deteriorato netto su impieghi netti. Il TOTAL Capital Ratio sale al 22,75% mentre il Texas Ratio (dato dal rapporto del credito anomalo netto sul patrimonio) scende ulteriormente al 17,91%. Mentre il cost/income si attesta al 70% con una riduzione del 16% rispetto all’anno precedente (“la Banca predilige una crescita più integra a scapito di extra profitti, collegati però a maggiori rischi, soprattutto in una situazione estremamente complessa e difficile come quella attuale”).  L’indice di redditività complessiva, espresso dal ROE, risulta pari al 7,51%, in aumento rispetto allo scorso esercizio (7,29%).

“Lavorando sempre nella giusta direzione, sostenendo soci e clienti con costanza, competenza e professionalità, BCC Agrobresciano, nonostante tutte le difficoltà di un altro anno critico quale è stato quello appena trascorso, è riuscita a perseguire nella propria mission “sempre al tuo fianco per costruire un futuro migliore” dando continuità al trend di crescita registrato negli ultimi anni.”, aggiunge nel comunicato il presidente Osvaldo Scalvenzi.

Indagine Api, avvio di anno positivo per le Pmi bresciane

in Api/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by

Nel primo trimestre 2022 la maggioranza delle PMI bresciane ha continuato il trend positivo dei mesi precedenti crescendo per fatturato, ordinativi e produzione. Buoni segnali arrivano anche dall’occupazione, mentre i costi di produzione restano l’elemento più critico.
A osservarlo è l’analisi congiunturale del Centro Studi Apindustria Confapi Brescia, realizzata analizzando un campione di cento imprese, in prevalenza metalmeccaniche, rappresentative del tessuto delle PMI associate. Nel dettaglio, il fatturato cresce per il 63% delle intervistate, la produzione per il 61% e gli ordini per il 56%L’occupazione è in crescita per un’impresa su quattro, mentre per il 71% è stabile.

Le quotazioni di materie prime e dell’energia sono la fonte di maggior preoccupazione per le PMI. Per oltre il 90% degli intervistati, i prezzi di entrambe le componenti di costo sono cresciuti, per 8 su 10 in modo ‘marcato‘. Inevitabile, a fronte di un così vistoso aumento dei costi di produzione, che ci siano state ricadute sul fronte dei prezzi di vendita. Più di 8 imprese su 10 hanno dovuto, infatti, rivedere al rialzo i propri tariffari. Tali incrementi però, non riflettono appieno le variazioni subite dall’aumento dei costi. Il risultato è, quindi, che, a fronte di un aumento dei fatturati e dei prezzi di vendita, si registra una significativa riduzione dei margini.

A livello geografico, nel primo trimestre 2022 si rileva un leggero peggioramento delle relazioni con i mercati esteri, soprattutto al di fuori della Comunità Europea. L’Italia è il mercato in maggiore espansione, con 6 imprese su 10 che incrementano fatturati e ordinativi. C’è, però, poco meno di un’impresa su 5 (il 18%) che registra difficoltà e contrazioni di mercato. All’estero la situazione è meno rosea: le imprese in crescita sono 4 su dieci, quelle che arretrano sono circa il 30%. Le tensioni internazionali e la guerra in Ucraina, pur non avendo ancora ricadute immediate sui conti del primo trimestre, sono ovviamente una delle maggiori fonti di preoccupazione per le imprese, sia per gli effetti sul fronte costi sia – più in generale – per i timori di arretramento del Pil. Le revisioni al ribasso della crescita prevista per il 2022 fatti da BankitaliaBanca Mondiale e FMI non fanno d’altronde che confermare la fondatezza di tali preoccupazioni.

In tale contesto di incertezza, spicca il numero di imprese – ben 4 su 10 – che lavora con impianti sotto il 70% della capacità produttiva, di cui una discreta fetta (il 13% del totale degli intervistati) ha un tasso di utilizzo inferiore al 50%. Sono numeri che confermano ulteriormente la presenza di un nucleo di imprese – poco meno di una su cinque – in difficoltà da tempo. Entrate fragili nella pandemia, in questi due anni di continui scossoni e imprevisti, non hanno avuto la forza di tornare a una situazione più solida.

Gli investimenti, per due imprese su tre invariati nell’ultimo trimestre, mostrano cenni più positivi in Italia. In generale il mercato interno, negli anni passati quello più in sofferenza, appare oggi come quello più solido per le PMI bresciane.

«I dati del primo trimestre confermano la tenuta del nostro sistema produttivo – commenta Pierluigi Corduapresidente di Apindustria Confapi Brescia -, anche se va fatto un distinguo tra le imprese che, per produzioni e mercati, vanno bene, e altre che, magari perché in produzioni ad alto consumo di energia, sono in sofferenza. Resta la preoccupazione per il futuro, tra aumento dell’inflazione e calo della domanda. L’auspicio è che le nostre imprese facciano il possibile per cogliere tutte le opportunità che possono arrivare dalla finanza agevolata o dal PNRR per dare efficienza ai sistemi produttivi. Le grandi sfide della sostenibilità e della digitalizzazione possono essere una grande occasione per rinnovarsi, pur in una situazione in divenire assai complessa».

Nuova Defim (gruppo Feralpi) rileva la spagnola Saexpa

in Acciaio/Aziende/Economia/Feralpi by

Internazionalizzazione, verticalizzazione, rafforzamento produttivo e commerciale. Sono questi i principali obiettivi che hanno portato Nuova Defim, società di Feralpi Group di Lonato, a rilevare la spagnola Saexpa. A riportarlo è una nota del giornale online BsNews.it.

Con due stabilimenti produttivi, a Barcellona e Ripoll, Saexpa è specializzata nelle soluzioni destinate al mondo della logistica e, più specificatamente, delle scaffalature per magazzini verticali e soluzioni di stoccaggio, settore in forte sviluppo grazie ai crescenti investimenti nella distribuzione moderna e dell’e-commerce. Nata nel 1985, Saexpa – che oggi conta 77 dipendenti – ha registrato un costante rafforzamento delle proprie quote sul mercato europeo, chiudendo il 2021 con un fatturato superiore ai 16 milioni di euro e con marginalità progressivamente crescenti. Fortemente votata all’export, serve clienti in circa 30 Paesi.

L’acquisizione, siglata lo scorso 19 aprile, rappresenta per Nuova Defim non solo una leva di sviluppo internazionale e di verticalizzazione in questo specifico settore ad alta profittabilità, ma anche una possibilità di valorizzare e ottimizzare il proprio know how industriale in sinergia con le competenze di Saexpa e con la forte personalizzazione di prodotti e servizi che la contraddistinguono.
 
Deloitte Financial Advisory è intervenuta in qualità di Advisor Finanziario nell’ambito dell’operazione, mentre lo studio Buigas è stato l’advisor legale di Feralpi Group.

«Con questa operazione – commenta Giovanni Pasini, consigliere delegato del Gruppo Feralpi e presidente di Nuova Defim – il Gruppo Feralpi rafforza la propria business unit dei prodotti diversificati in linea con il piano industriale che comprende l’ottimizzazione del mix di prodotto e dei segmenti, la massimizzazione della quota di mercato ed il rafforzamento del livello di servizio ai clienti. Grazie all’acquisizione di Saexpa attraverso Nuova Defim, ciascuno di questi tre obiettivi è in pieno target».

«Grazie a Saexpa – sottolinea Alberto Messaggi, amministratore delegato di Nuova Defim – muoviamo un deciso passo avanti verso l’internazionalizzazione nel segno della qualità. Saexpa è una eccellenza nel settore di riferimento – quello della logistica e delle scaffalature – ed è un leader riconosciuto per prodotto e servizio. Non solo: possiamo così ampliare la nostra gamma produttiva e trovare un più forte assetto produttivo in grado di generare anche nuove opportunità commerciali attraverso soluzioni tecniche in risposta alle esigenze dei clienti. Saexpa e Nuova Defim sono affini perché entrambe molto flessibili, lavorano con un alto livello di personalizzazione e possono contare su asset impiantistici complementari, tecnologicamente moderni e ad alta capacità produttiva».

«Per Saexpa questa operazione significa puntare dritti al futuro» sottolineano i fondatori di Saexpa, Jordi Poblet e Gregorio Royo che resteranno nel management della società. «Grazie a Nuova Defim e al Gruppo Feralpi, ora Saexpa è più forte. Il progetto che abbiamo avviato e sviluppato ha ancora più energie per intercettare nuove sfide e continuare a crescere».

Brescia, partite Iva ancora in aumento: +18%

in Economia/Lavoro/Tendenze by
Giovane al lavoro, foto da Pixabay

Nel corso del 2021 in Lombardia sono state aperte 105.610 nuove partite Iva, con un incremento del 37,75 per cento rispetto all’anno precedente. In particolare nella provincia di Brescia sono state registrate 9.980 nuove aperture (+18%).

È quanto emerge dall’Osservatorio sulle Partite Iva del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che evidenzia inoltre come l’incremento a doppia cifra abbia riguardato tutta la penisola: nel corso del 2021 sono state infatti registrate 549.500 partite Iva, in aumento del 18.2% rispetto all’anno precedente, frutto del “rimbalzo” dopo la flessione del 2020.

A riferirlo è il quotidiano online Brescia news.

Brescia, nel quarto trimestre 2021 prestiti all’industria su del 2,6%

in Uncategorized by
accordo prestiti

Nel 4° trimestre del 2021, i prestiti destinati alle imprese industriali bresciane ammontano a 11,4 miliardi di euro, con una crescita del 2,6% su dicembre 2020. Il tasso di variazione tendenziale rimane costante rispetto al trimestre precedente, ma in confronto alla prima metà dell’anno si assiste ad un ridimensionamento, seppure si tratti ancora di una crescita. Le motivazioni nella frenata degli impieghi andrebbero ricercate, in particolar modo, nella minore domanda da parte delle aziende, dopo le ingenti richieste di qualche trimestre fa.

A evidenziarlo – secondo quanto riporta il quotidiano on line Brescia news – è la tredicesima edizione del Booklet Economia a cura del Centro Studi, che contiene i principali indicatori economici della provincia di Brescia.

A dicembre 2021, le sofferenze nell’industria a Brescia, pari a 116 milioni di euro, riguardano l’1,0% del totale dei prestiti, contro il 4,1% nei servizi e il 7,3% nelle costruzioni. La velocità di formazione delle nuove sofferenze a Brescia, a dicembre 2021 (1,3%), si accentua rispetto alla rilevazione del periodo precedente: risulta più elevata della media lombarda (0,8%) e di quella italiana (0,9%). La dinamica complessiva trae beneficio dagli strumenti adottati dalle autorità per sostenere l’accesso al credito, oltre a riflettere il fisiologico ritardo degli effetti del peggioramento dell’attività economica sulla qualità del credito.

“I dati del 2021 sono complessivamente positivi, ma le prospettive per il 2022 sono molto prudenti: riscontriamo infatti una forte preoccupazione in merito allo shock derivante dagli esasperati rialzi dei prezzi degli input energetici – commenta Paolo Streparava, Vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Credito, Finanza, Fisco –. Vi è quindi un diffuso timore che gli NPL possano tornare a crescere a un ritmo sostenuto, sulla scia delle sempre più probabili difficoltà che riguarderanno interi segmenti produttivi colpiti dal «caro energia».”

Per quanto riguarda il numero degli sportelli rilevato in provincia di Brescia, il 2021 ha segnato un nuovo calo. Alla tendenza di lungo periodo, associata alla necessità di razionalizzare i costi connessi con l’esercizio dell’attività bancaria e alla dirompente diffusione delle tecnologie digitali, si aggiunge il recente processo di accorpamento di rilevanti realtà bancarie, che ha caratterizzato, in particolare, il territorio bresciano.

A fine 2021, in provincia si contano 683 sportelli, contro i 972 di fine 2008, con un ridimensionamento del 29,7%. Tali movimenti hanno determinato una minore capillarità territoriale del sistema bancario: a fine 2021 si rilevano 54 sportelli ogni cento mila abitanti, contro i 58 di fine 2020 e gli 81 di fine 2008. Si tratta di un processo che ovviamente nasconde dinamiche diverse da istituto a istituto, ma che è destinato a proseguire anche nel prossimo futuro, vista la rivoluzione portata dal fenomeno FINTECH.

Pasqua e Pasquetta all’insegna del turismo

in Economia/Turismo by

Una Pasqua da vivere viaggiando

La Pasqua di questo 2022 sembra preannunciarsi come un eccellente punto di svolta per il turismo internazionale e nostrano a beneficio del nostro Paese e non solo. Molti italiani hanno difatti scelto di lasciare la propria regione e viaggiare o per l’Italia o verso altri stati in cerca di una pausa dal lavoro e della possibilità di trascorrere al meglio queste vacanze. Scopri i prezzi della nave Barcellona Porto Torres per verificare di persona la possibilità di percorrere un magnifico tratto di mare raggiungendo due delle località più suggestive di Spagna e Sardegna, ambedue tra le mete più agognate di questo ponte pasquale.

L’Italia attira sempre più persone

L’imminente periodo di vacanze pasquali permetterà a numerosi italiani di godersi una sosta dalle attività quotidiane come non avveniva da mesi: pare inoltre che assieme al turismo nostrano quello internazionale sarà in netto aumento. I numeri finora registrati sono molto incoraggianti e ne è stato un esempio Vinitaly, che ha visto la partecipazione di persone provenienti da ben cinquanta paesi, cosa che non avveniva da ben due anni. Le prenotazioni per ristoranti e alberghi sembrano confermare questa tendenza, lasciando pensare che questo ponte si rivelerà particolarmente caratterizzato da un netto aumento di turisti giunti per godersi il nostro Paese! Mete come le isole, le città d’arte e le zone naturali italiane sono difatti tra le più amate dai turisti di tutto il mondo, che giungono da sempre per assaggiare la cucina tipica nelle sue regioni d’origine, passare del tempo a contatto con la natura e vivere la storia, l’arte e le meraviglie dell’Italia.

Le zone calde della Pasqua 2022

Una delle mete più amate per vivere in maniera intensa il periodo della Pasqua è Roma, con le sue numerose iniziative a carattere religioso e la possibilità di visitare Città del Vaticano. La città è un enorme museo a cielo aperto, l’ideale anche per gli amanti della storia e della cultura. Anche Firenze e Napoli risultano essere località estremamente gradite dal turismo nostrano e internazionale, con un aumento delle prenotazioni, dando la possibilità ai turisti di godere di città uniche nel loro genere e circondate da paesaggi naturali ideali per delle gite in mezzo alla natura.

La Puglia è una regione ricca di siti di interesse storico-culturale come ad esempio Castel del Monte fatto costruire da Federico II di Svevia, ad Andria; ma anche ricca di bellezze naturali come le meravigliose Grotte di Castellana.

Anche Sardegna e Sicilia rimangono molto gettonate a livello internazionale. Le due isole offrono difatti dei paesaggi unici, con spiagge meravigliose che si estendono a perdita d’occhio, città turistiche che offrono ogni comfort e soprattutto tradizioni ricche e molto suggestive, con tanto di fiere in cui è possibile gustare i piatti tradizionali.

Le Alpi rimangono tra le mete montane più apprezzate; non solo gli amanti della montagna si dirigeranno lì per festeggiare la Pasqua con amici e famigliari, ma anche tutti coloro che cercano un luogo serafico in cui trascorrere le vacanze, mirando a vasti paesaggi incontaminati e aria pulita.

Che si scelga mare o montagna, città d’arte o manifestazioni religiose, questo ponte Pasquale vedrà indubbiamente un aumento del turismo a favore di numerose località come non accadeva da due anni a questa parte!

Brescia, inflazione di marzo: +1,1% su febbraio, +6,4% sul 2021

in Economia/Tendenze by

Nel mese di MARZO, continua a salire l’inflazione che accelera per il decimo mese consecutivo: la crescita dei prezzi al consumo si attesta a +1,1% a livello congiunturale (rispetto al mese di febbraio) e a +6,4% quella tendenziale (rispetto allo stesso mese dell’anno precedente). A renderlo noto è una nota dell’ufficio statistica del Comune di Brescia, riportata da Brescia News.

A livello di divisione, presentano incrementi congiunturali superiori alla variazione media generale i “Trasporti” (+3,6%, con l’aumento dei Carburanti e lubrificanti per mezzi di trasporto privati), “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (+2,8%, con un elevato incremento dell’Energia elettrica e del Gas). Incrementi sotto la media generale si registrano per le divisioni “Abbigliamento e calzature” (+1,2%, con l’aumento della voce Indumenti), “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+0,6%, in particolare con l’aumento degli Oli e grassi), “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+0,5%, con l’incremento dei Servizi di alloggio) e “Bevande alcoliche e tabacchi” (+0,1%). Diminuiscono le divisioni “Ricreazione, spettacoli e cultura” (-0,6%) e “Comunicazioni” (-0,1%). Nulle le variazioni per “Mobili, articoli e servizi per la casa”, ”Istruzione”, “Altri beni e servizi” e “Servizi sanitari e spese per la salute”.

In termini tendenziali, le divisioni che presentano decisi aumenti sono “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (+28,2%, con alti tassi dell’Energia elettrica e del Gas) e “Trasporti” (+10,1%, con l’accelerazione dei Carburanti). Notevoli aumenti, pur inferiori alla media generale (+6,4%), si sono registrati per i “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+5,5%, con elevati incrementi per la Frutta), “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+5,4% con l’aumento dei Servizi di alloggio e dei Ristoranti, bar e simili), “Mobili, articoli e servizi per la casa” (+3,8%), “Abbigliamento e calzature” (+2,8%, con l’aumento della voce Indumenti), “Altri beni e servizi” (+1,8%), “Servizi sanitari e spese per la salute” (+0,9%), “Ricreazione, spettacoli e cultura” (+0,4%). In discesa, invece, le “Comunicazioni” (-4,2%) e l’“Istruzione” (-0,9%). Analizzando per tipologia di prodotto, a livello congiunturale, si registra un deciso aumento dei “Beni” (+1,7%). Nel dettaglio, sono soprattutto i Beni energetici a subire un deciso incremento (+8,0%) e in particolar modo gli Altri Energetici (+10,2%). I Beni alimentari, sia lavorati e non lavorati, subiscono lievi incrementi (+0,6%). I “Servizi” rimangono piuttosto stabili nel loro complesso (+0,1%), ma presenta un deciso aumento la sottocategoria dei “Servizi relativi ai trasporti” (+0,8%).

Con riferimento alla frequenza di acquisto dei prodotti, presentano decisi aumenti congiunturali e tendenziali le categorie alta e media frequenza: quella alta registra un incremento congiunturale del 1,4% e tendenziale del 6,8%; quella media rispettivamente del 1,1% e del 8,1%. Meno elevati gli incrementi della bassa frequenza d’acquisto (+0,1% e +2,1%). Infine, per la “Core Inflation” 1 , si registrano una lieve variazione congiunturale positiva (+0,3%) e una variazione tendenziale decisamente elevata (+2,0%).

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