Dopo tre trimestri di significative cadute della domanda di lavoratori in somministrazione, nell’ultimo periodo dell’anno le richieste hanno evidenziato una variazione di poco negativa (-4%) rispetto allo stesso trimestre del 2019 (tendenziale). Il dato rifletterebbe la ripresa dell’attività dell’industria manifatturiera sperimentata nei mesi scorsi, i cui livelli produttivi si attesterebbero, nel complesso, poco al di sotto della “normalità” pre-Covid, a fronte delle forti contrazioni nell’ambito delle attività legate al commercio e alla ristorazione, penalizzate anche dalle nuove misure restrittive adottate nell’ultima parte del 2020.
A evidenziarlo è il tradizionale Osservatorio Confindustria Brescia – Agenzie per il Lavoro, a cura del Centro Studi di Confindustria Brescia.
“I dati del quarto trimestre 2020 segnano una ripresa per quanto riguarda il lavoro in somministrazione a Brescia, ma la pandemia da Covid-19 ci ha confermato come occorra cambiare il nostro approccio al mercato del lavoro, superando la logica del posto di lavoro per parlare di occupabilità – commenta Roberto Zini, Vice Presidente di Confindustria Brescia con delega a Lavoro, Relazioni Industriali e Welfare –. Bisogna cioè prendersi cura delle persone che lavorano o che vogliono lavorare e spostare l’attenzione sui loro percorsi di educazione, istruzione e formazione professionale”.
La variazione complessiva è la sintesi di andamenti particolarmente differenziati tra i singoli profili. Conduttori d’impianti (+35%) e operai specializzati (+9%) sono in forte crescita, sulla scia del recupero dell’attività nell’industria. Tecnici (+4%), personale non qualificato (-2%) si caratterizzano per un’evoluzione complessivamente piatta, mentre per gli impiegati esecutivi (-25%) e per gli addetti al commercio (-62%) si rilevano le contrazioni più intense.
Nell’intero 2020 la pandemia ha provocato una profonda modifica della composizione strutturale della domanda di lavoratori in somministrazione. Rispetto all’anno precedente è aumentata la quota dei conduttori d’impianti (passati dal 34% al 37%), del personale non qualificato (dal 21% al 24%) e dei tecnici (dal 5% al 7%), a fronte di un significativo ridimensionamento degli addetti al commercio, le cui richieste, alla luce delle forti limitazioni imposte con l’obiettivo di contenere i contagi, sono di fatto dimezzate (dal 20% all’11%).
Grazie all’elevato livello di dettaglio disponibile, l’Osservatorio offre inoltre una particolareggiata fotografia sull’evoluzione delle richieste di professionalità legate all’utilizzo delle nuove tecnologie, in una fase di evoluzione dell’industria manifatturiera caratterizzata dall’automazione e dalla digitalizzazione dei processi produttivi. Tali figure non sembrano risentire della crisi: nel 2020 la loro domanda ha intercettato ben il 23,9% delle richieste complessive, in leggero incremento rispetto a quanto rilevato nel 2019 (21,9%) e in forte accelerazione nei confronti del 2018 (8,5%), a certificazione che il processo di digitalizzazione delle imprese industriali bresciane è oramai avviato e non sembra essere stato scalfito dalle problematiche rilevate nel 2020.