Natale in tavola: ecco tutte le tendenze del momento per settore

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Natale in tavola elegante grazie alle candele in tavola per il 52% e agli alberi di Natale monocolore per il 43%, classico col panettone come simbolo per il 73%, con i tortellini in brodo per il 44%, alternativo con lasagne vegetariane per il 33%. È il quadro che emerge dall’indagine promossa dalla Camera commercio di Milano Monza Brianza Lodi in collaborazione con Confcommercio Milano, Bit, Homi e Tuttofood e realizzata da Digicamere,  in prevalenza su Milano e Lombardia, che ha devoluto 1.000 euro a “Save the children”.

Novità per lo stile sulla tavola di Natale, per il 52% le candele, per il 24% le decorazioni commestibili, per il 22% le corone natalizie.

Per la casa a Natale  i trend sono gli alberi di Natale monocolore per il 43% e il presepio illuminato per il 38%, ma anche addobbi sospesi per il 32%.

Cibi classici, sulla tavola di Natale non possono mancare panettone (73%) e tortellini in brodo (44%), ma anche pandoro (33%), cappone (16%).

Cibi alternativi, sulla tavola di Natale non possono mancare lasagne vegetariane per il 33.%

Alberi di Natale, frutta, ortaggi ma anche carni suine e fiori in colture protette: sono tra i settori agricoli legati alle feste che crescono di più in Lombardia. In totale sono quasi 8 mila le imprese in regione su 193 mila in Italia e danno lavoro a 15 mila addetti su 276 mila nazionali. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro imprese al terzo trimestre 2019, 2018 e 2014. Prime Brescia e Pavia con quasi duemila imprese, seguono Bergamo e Mantova con circa mille. Il maggior incremento in un anno a Cremona (+4,7%) e in cinque anni a Mantova (+19,6%), Milano, Varese e Bergamo (+15%). Donne protagoniste a Sondrio con 141 imprese su 407, il 35%. Stranieri a Mantova con 57 su 835, il 7%.

 “Panettone tipico della tradizione artigianale milanese”. Sono circa 150 imprese diffuse tra Milano Monza Brianza Lodi, raccolte intorno alla ricetta tradizionale.

Alberi di Natale a Milano e Como, vini e spumanti a Pavia, a Brescia frutta anche secca e esotica e fiori per le decorazioni, carni suine per lo zampone a Mantova. Per gli alberi di Natale, sono 60 rispetto alle 53 dello scorso anno e alle 12 del 2014 le imprese specializzate per questo periodo dell’anno, di cui 17 a Milano e 12 a Como. Al centro dei festeggiamenti vini e spumanti, nel settore agricolo legato all’uva ci sono 2.956 imprese, di cui 1.426 a Pavia. Protagonista in tavola la frutta, che vede 512 imprese attive in regione rispetto alle 454 del 2018 e alle 230 del 2014, di cui 127 a Brescia e 102 a Bergamo, a cui si aggiungono 32 di agrumi e 8 di frutta tropicale. Sono poi 1.240 le imprese di ortaggi freschi regionali, in aumento rispetto alle 1.205 del 2018 e alle 980 del 2014. Per ornare tavola e casa, 906 le attività che coltivano fiori e piante all’aria aperta, di cui oltre cento a Brescia, Como, Bergamo, Varese e Milano, 192 con fiori in colture protette (erano 177 nel 2018 e 150 nel 2014) di cui 63 a Brescia. Circa 1500 le imprese legate alle carni, che non mancano in tavola secondo le ricette tradizionali. In particolare i suini (577 attività rispetto alle 575 e 560 di uno e cinque anni fa), con lo zampone che sarà protagonista a Capodanno, sono più presenti nel mantovano (174) mentre nel pollame prevale il bresciano (207) e nei bovini la bergamasca (118).

In Italia prime Catania, Trapani, Treviso. Giovani protagonisti a Nuoro, donne ad Avellino e stranieri a Ragusa. Prime in Italia per totale imprese dei settori sono Catania, Trapani con oltre 8 mila imprese, Treviso con oltre 7.546 (+17,9%), Cuneo con 6 mila (+16,9%), Bari con 5.736 (+22,1%), Verona con 5.725 (+14,9%). Superano le 5 mila anche Salerno, Foggia e Ragusa.

Prime in Italia per peso percentuale dei giovani nei settori agricoli delle feste sono Nuoro con una impresa su quattro, seguita da Avellino e Potenza, Belluno e Enna tutte con oltre il 20%. Le imprese femminili raggiungono quasi la metà del totale ad Avellino (45%) e Frosinone (44%). Un’attività su dieci circa è invece straniera a Ragusa (9,4%) e Prato (8,7%).

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