Fatturazione elettronica

Fatturazione elettronica, nel bresciano otto imprese su dieci la bocciano

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Fatturazione elettronica? No grazie. A poco più di un mese dalla sua entrata in vigore (1 gennaio 2019), l’indagine flash elaborata dal Centro Studi Apindustria Brescia attraverso un questionario on line tra i propri associati fa emergere un diffuso disagio nei confronti del nuovo strumento. Oltre 8 imprese su dieci (83%) ritengono infatti che la fatturazione elettronica «non sia uno strumento adatto alla realtà delle piccole imprese», 6 su dieci «che generi ansia e preoccupazione negli imprenditori» e ancor più negli addetti ai lavori (8 su 10) per l’elevata complessità tecnica (62%) e per una sentita carenza di competenze tecniche pregresse (57%).

Non solo, la formazione per supportare la fatturazione elettronica assorbe troppo tempo e denaro per 7 imprese su 10: il tempo viene quantificato in poco meno di 24 ore di formazione, il costo intorno ai 1.220 euro (ma con punte che superano i 5.000 euro). In oltre la metà dei casi (52%) la fatturazione elettronica impone ulteriori costi, legati al rinnovamento tecnologico (acquisto-aggiornamento della dotazione tecnologica e rafforzamento rete di connessione innanzitutto). Per due intervistati su tre crescerà anche il conto del commercialista mentre il 63% si dice anche certo che si genereranno problematiche relative alla privacy. «La fatturazione elettronica va bene nelle grandi aziende strutturate – afferma Mario Magazza, vicepresidente e tesoriere di Apindustria Brescia -. Per le piccole aziende è in realtà una fonte di disagio che si tradurrà in maggiori costi operativi, dal momento che in molti casi la si risolverà passando la palla al commercialista. Nel medio periodo esiste però un rischio ancora maggiore, legato alla tutela dei dati aziendali che verranno diffusi: prezzi articoli, clienti. Il garante della privacy è intervenuto sulla tutela dei dati personali, ma esiste anche un problema di sicurezza legato a quelli aziendali».

Se costi e privacy sono problemi, a fronte di questa situazione scarsi sono i benefici percepiti: come rileva l’indagine solo 4 imprenditori su 10 credono che il rischio di perdita di documenti si ridurrà e solo il 27% pensa che ci sarà una «semplificazione amministrativa». Esiste anche un nucleo di imprese più strutturate che, al contrario, ritiene che si ridurranno i rischi di perdita dei documenti (42%), ci sarà una semplificazione amministrativa (27%), semplificherà i rapporti con i commercialisti (23%). Un quinto delle imprese usa già fatturazione elettronica, o nel rapporto con i privati o con la Pubblica Amministrazione (obbligatorio).

Le 100 imprese intervistate compongono un campione di riferimento particolarmente rappresentativo di realtà medio piccole, nelle quali trovano mediamente impiego in amministrazione 2 persone, che si occupano di 73 fatture a settimana (con una variabilità però molto elevata, dalle 2-3 del piccolo produttore manifatturiero alle più di 500 dell’impresa del settore alimentare).

 

 

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