Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Novembre 2016 - page 5

Prima neve a Montecampione: MSA si aggiudica l’asta per gli impianti

in Economia/Turismo/Valcamonica/Zone by

L’11 novembre, nello studio del curatore fallimentare dott. Filippo Brunori si è svolta la procedura per l’aggiudicazione degli impianti dell’intero comprensorio sciistico che si è conclusa con assegnazione provvisoria degli stessi alla società MSA. La compagine societaria, rappresentata in asta da Stefano Iorio, si dichiara con una nota “completamente soddisfatta per il grande risultato raggiunto e ringrazia tutti i soci, tutti gli Enti Pubblici e tutto lo staff di supporto”. “Siamo già in pista per far ripartire il prima possibile gli impianti”, aggiunge nel comunicato Stefano Iorio, presidente di MSA.

Indagine di Aib: il terziario bresciano consolida la crescita

in Aib/Associazioni di categoria/Economia by

Si conferma nel complesso positivo il quadro congiunturale riferito al settore terziario in provincia di Brescia nel terzo trimestre 2016: le opinioni raccolte su un panel di operatori associati ad AIB attestano l’apprezzabile stato di salute del comparto.

Nel dettaglio, in termini di giudizi sui tre mesi precedenti: il fatturato è cresciuto per il 46% delle imprese, con un saldo positivo del 33% fra coloro che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione; gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +36% e a +25%); i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano invece per un’ulteriore contrazione (saldo netto -10%).

Le prospettive per i prossimi mesi si mantengono positive, nonostante il clima di perdurante incertezza che caratterizza l’economia nazionale e internazionale.

Per il fatturato, il saldo fra risposte in aumento e in diminuzione è ampiamente positivo (+29%); i saldi riferiti al portafoglio ordini (+29%) e all’occupazione (+8%) evidenziano risultati tutto sommato analoghi. Le previsioni riferite ai prezzi dei servizi offerti (saldo -8%) indicherebbero le persistenti scarse pressioni al rialzo derivanti dalla domanda.

In tale contesto, le prospettive in merito alla tendenza generale dell’economia italiana risultano moderatamente negative: il 15% degli intervistati si è espresso in modo favorevole, contro il 18% che è orientato verso un futuro indebolimento (il rimanente 67% ha indicato stazionarietà).

A seguito delle dinamiche sopra descritte, l’indice sul clima di fiducia nelle imprese bresciane operanti nel settore terziario si è attestato a 120,7, in modesto arretramento rispetto a quanto registrato nel periodo precedente (124,3), ma superiore all’ideale valore di 100 riferito al primo trimestre dell’anno.

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L’Ori Martin fa shopping a Milano: acquisita la Novacciai Spa

in Acciaio/Economia/Evidenza by

Con atto firmato questa mattina a Milano, Ori Martin Spa ha acquisito il 100% di Novacciai Spa. Situata a San Pietro Mosezzo (No), Novacciai è stata fondata nel 1984 da Ambrogio Brambilla e dal 2012 è di proprietà del Gruppo Roda.

L’azienda novarese è un’azienda specializzata nella lavorazione a freddo di acciaio in barre pelate, trafilate e rettificate, sia in acciai legati che inox, prevalentemente per il mercato dell’automotive e della meccanica.

Il nuovo consiglio di amministrazione nominato dall’assemblea è composto da: Roberto de Miranda Presidente, Giovanni Marinoni Vice Presidente, Piero Bettinzoli Amministratore delegato, Andrea Agnelli e Stefano Crivelli Consiglieri.

Ori Martin ha così commentato l’operazione: “Il deal si colloca nella strategia del gruppo Ori in un’ottica di integrazione verticale. Ci auguriamo che non si tratti di un passaggio isolato, ma sia l’inizio di un percorso che possa continuare nell’ottica di sviluppo e consolidamento.

Novacciai è un’ottima azienda che vogliamo contribuire a sviluppare. Questo avverrà nella continuità, senza stravolgimenti né tecnici né organizzativi.

Questa operazione conferma la stima, sia personale che professionale, nei confronti delle persone e della qualità del lavoro del gruppo Roda con il quale continuerà la solida collaborazione commerciale in atto da tempo”.

Per gli aspetti legali Ori Martin è stata assistita dall’avv. Enrico Valerio, partner dello studio Biscozzi Nobili, mentre il venditore è stato assistito dagli avvocati Raynaud e Degli Esposti dello Studio Legale Raynaud.

Ubi, il terzo trimestre si chiude “con le attese di Piano industriale”

in Banche/Economia/UBi by

Il terzo trimestre del 2016 si chiude con un utile di 32,5 milioni di euro che si confronta con:

– un utile di 48,1 milioni registrato nei primi 6 mesi del 2016 (al netto dell’impatto della 1

contabilizzazione degli oneri up front di attuazione del Piano Industriale )

– un utile di 37,6 milioni registrato nel terzo trimestre del 2015, che includeva un contributo al Deposit Guarantee Scheme inferiore di circa 10 milioni netti rispetto al

2 3Q2016 .

Complessivamente una trimestrale in miglioramento anno su anno, coerente con le attese di Piano Industriale.

Includendo gli impatti degli oneri previsti per l’attuazione del Piano Industriale contabilizzati

1
“up front” a partire da giugno 2016 (circa 840 milioni netti ), i primi 9 mesi del 2016 si

chiudono con una perdita di 754,5 milioni, in riduzione rispetto alla perdita registrata nel 1° semestre dell’anno (circa 787 milioni) grazie ai buoni risultati del 3° trimestre 2016 sopra descritti.

I primi nove mesi del 2016 confermano tendenze positive già in parte evidenziate in corso d’anno:

1) Si confermano solidi gli indicatori patrimoniali:

  • –  Torna a crescere il CET1 phased in, che si attesta a fine settembre 2016 all’11,68%

    rispetto all’11,43% del giugno 2016, influenzato dalla contabilizzazione up front degli oneri relativi al Piano Industriale. Il CET1 Fully loaded si attesta conseguentemente all’11,28% rispetto all’11,02% del giugno 2016.
    Si rammenta che l’annunciato riacquisto delle minorities presenti nelle Banche Rete, principalmente mediante emissione di azioni UBI, e l’effetto della deducibilità fiscale delle maggiori rettifiche su crediti effettuate porteranno progressivamente un beneficio stimato in circa +70 punti base sul CET1 fully loaded, beneficio non incluso nel dato di settembre.

  • –  Il CET1 include il computo pro-quota di un dividendo almeno pari a quello del 2015
  • –  Total capital ratio “phased in” pari al 14,55% (14,47% al giugno 2016)
  • –  Leverage ratio “phased in” al 5,9% e “fully loaded” al 5,7%
  • –  NSFR e LCR >1

    2) Impieghi medi stabili anno su anno assorbendo l’avvio di un’attività di selezione ed eliminazione delle posizioni a EVA negativo.

    1 Sono inclusi in tale importo le rettifiche su crediti che hanno determinato un corrispondente riassorbimento della shortfall, gli oneri

    per incentivi all’esodo, l’impairment dei marchi e delle spese progettuali correlati al progetto “Banca Unica” (complessivamente

    circa 835 milioni netti a giugno 2016 e circa 5 milioni a settembre 2016).

    2
    Nel 2015, la stima del contributo al Fondo di Risoluzione era stata appostata nel 2° trim2015 per un importo di 22,8 milioni lordi

    (13,2 milioni al netto delle imposte e dei terzi) mentre il contributo semestrale al Deposit Guarantee Scheme, era stato appostato nel 3° trimestre dell’anno per un importo di 11,3 milioni (7,1 al netto di imposte e di terzi). Ambedue gli importi erano stati contabilizzati tra gli “accantonamenti a fondo rischi e oneri”, quindi non tra gli “oneri operativi”.
    Nel 2016, il contributo al Fondo di Risoluzione (pari a 32 milioni lordi e 21,1 netti) è stato contabilizzato tra gli oneri operativi del 1 trimestre, mentre il contributo al Deposit Guarantee Scheme (pari a 26,4 milioni lordi e 17,9 netti) è stato contabilizzato nel 3° trimestre.

1

  1. 3)  La flessione del margine d’interesse è in rallentamento nei 9 mesi al 9% e non include i benefici del TLTRO2. L’inclusione di tali benefici, pari a circa 10 milioni, avrebbe confermato il margine d’interesse del 3 trim 2016 allo stesso livello del 2trim2016.
  2. 4)  Prosegue la crescita progressiva del risparmio gestito e della raccolta assicurativa, che segnano rispettivamente +7,7% e +11,6% rispetto a fine dicembre 2015 (+4,2% e +2,9% rispetto a giugno 2016), totalizzando rispettivamente a 36,7 e 16,1 miliardi di euro.
  3. 5)  Grazie alla significativa evoluzione della raccolta indiretta, le commissioni salgono del 2% rispetto ai 9M2015, a 989 milioni. Nel 3trim2016 le commissioni segnano +7% rispetto al 3trim2015, attestandosi a 321 milioni.
  4. 6)  Prosegue il controllo degli oneri operativi, pari a 1.553 milioni nei 9 mesi, cresciuti di soli 11 milioni (+0,7%) a/a, riuscendo ad assorbire pressoché tutto l’aggravio di 58,4 milioni dovuto ai contributi ordinari al Fondo di Risoluzione e al Deposit Guarantee

    2 Scheme, non presenti nel 2015 nella stessa voce .

    Scende il costo del personale dell’1,9% a/a e dell’1,4% rispetto al 2trim2016.

    • –  Nonostante la quasi assenza di cessioni , a fine settembre 2016 lo stock di crediti deteriorati lordi totali si riduce ulteriormente a 13.231 milioni (-1,5% vs dicembre 2015), contribuendo, assieme alle maggiori rettifiche, alla riduzione dello stock totale di crediti deteriorati netti a 8.333 milioni (-14% vs dicembre 2015)
    • –  Si riduce ulteriormente la formazione di nuovi crediti deteriorati: i flussi da crediti in bonis a deteriorati risultano in contrazione del 51% rispetto ai primi 9M2015. Rispetto al picco storico dei primi nove mesi del 2013, i flussi da bonis a deteriorati risultano ridotti del 70% circa.

7) Prosegue il miglioramento fisiologico della qualità del credito 3

– Si alzano ulteriormente le coperture dei crediti deteriorati totali, che raggiungono, 4

inclusi gli stralci , il 45,1% (44,3% a giugno 2016 e 37,2% a dicembre 2015) mentre le sofferenze risultano coperte al 58,55% (58,25% a giugno 2016 e 52,25% a dicembre 2015).

8) Si mantiene elevato il flusso di depositi a vista (lo stock ammonta a settembre 2016 a 50,3 miliardi rispetto ai 49,1 di giugno 2016 e ai 47,7 del dicembre 2015)

***

9M2016 vs 9M2015:

  • Margine d’interesse in diminuzione del 9% a 1.133,1 milioni per effetto della riduzione e

    ricomposizione del portafoglio titoli, della significativa riduzione delle inadempienze probabili (-34,9 milioni di euro di interessi attivi a/a) e per l’ulteriore discesa dei tassi di mercato. Non include i benefici del TLTRO2.

  • Commissioni nette a 988,8 milioni (+2%)
  • Risultato della finanza a 106,3 milioni (138,9 nei 9M2015)
  • Spese del personale a 953,8 milioni (-2% circa)

• Oneri operativi complessivi a 1.553,2 milioni (inclusi 58,4 milioni di contributi ordinari 5

annuialFondodiRisoluzioneealDepositGuaranteeScheme,nonpresentinel2015 sulla

stessa linea) in leggero incremento dello 0,7% rispetto ai 9M2015
• Costo del credito, al netto degli effetti del Piano Industriale6, a 522,9 milioni rispetto ai

557,6 del 2015

3

4
Gli stralci ammontano circa a 2 miliardi

5
Vedasi nota 2

Le cessioni sono state di circa 25 milioni di euro nei primi 9 mesi 2016

2

• Rettifiche di valore per deterioramento di altre attività per 50,9 milioni (6,4 milioni nel 2015) essenzialmente “una tantum” e riferite al sostanziale azzeramento del rischio di credito residuo legato a strumenti finanziari rivenienti da una posizione di credito deteriorato, contabilizzati nel 2trim2016

3trim2016 vs 2trim2016:

  • Il Margine d’interesse a 368 milioni, -2,8% rispetto ai 378 del 2trim2016, non include i benefici del TLTRO2, stimabili in 10 milioni di euro.
  • Commissioni nette a 321 milioni, in flessione stagionale rispetto ai 330,3 milioni del 2trim2016 ma in crescita del 7% rispetto all’analogo trimestre del 2015
  • Risultato della finanza a 24 milioni (67 milioni nel 2trim2016)
  • Spese del personale a 315 milioni, -1,4% rispetto ai 319,3 milioni nel 2trim2016
  • Oneri operativi complessivi a 515 milioni, sostanzialmente in linea con i 511 milioni del

    2trim 2016 nonostante l’inclusione di 26,4 milioni di contributo ordinario al Deposit

    Guarantee Scheme, non presenti nel 2trim2016

  • Costo del credito a 167 milioni, in flessione rispetto ai 200,1 milioni, al netto degli effetti 6

    ***

    Bergamo, 10 novembre 2016 – Il Consiglio di Gestione di Unione di Banche Italiane Spa (UBI Banca) ha approvato i risultati consolidati dei primi 9 mesi del 2016, che si sono chiusi, dopo la contabilizzazione degli impatti “una tantum” relativi al nuovo Piano Industriale presentato il 27 giugno u.s. (-840 milioni), con un risultato netto di -754,5 milioni, in miglioramento rispetto al risultato di giugno 2016 (-787 milioni) grazie all’utile conseguito nel terzo trimestre dell’anno, pari a 32,5 milioni. Il risultato dei 9 mesi va a raffrontarsi con i 162 milioni conseguiti nei primi nove mesi del 2015.

    Si rammenta che gli impatti derivanti dall’attuazione del Piano Industriale, contabilizzati essenzialmente nel secondo trimestre dell’anno, ammontano complessivamente a circa -840 milioni netti e riguardano, in particolare:

    • l’incremento delle rettifiche su crediti, di cui circa 851 milioni (586 al netto di imposte e di terzi) riconducibili a rettifiche già dedotte dal patrimonio di vigilanza (la cosiddetta “shortfall”), da ricondursi anche all’obiettivo di riduzione del rapporto tra crediti deteriorati netti e patrimonio tangibile (Texas Ratio) in arco di Piano,
    • gli oneri per incentivi all’esodo per 323 milioni (207 al netto di imposte e di terzi) finalizzati alla progressiva riduzione degli organici del Gruppo,
    • l’impairment dei marchi (63 milioni, 38 al netto di imposte e terzi) e parte delle spese progettuali (12 milioni circa, 8 al netto di imposte e terzi contabilizzati nel 2° e 3° trim 2016) correlati al progetto “Banca Unica”.

      6 Tra gli elementi strategici del Piano 2019/2020 del Gruppo vi è l’obiettivo di ridurre il rapporto tra crediti deteriorati netti e patrimonio tangibile (il cd Texas ratio. Per poter conseguire tale risultato, il Gruppo ha deciso di adottare un approccio ulteriormente prudenziale nella gestione dei crediti problematici, incrementando le coperture con maggiori rettifiche, che hanno determinato un conseguente parziale riassorbimento della “shortfall” (851 milioni), già dedotta dal CET1 fully loaded, generando un beneficio stimato sul CET1 di circa 40 punti base aggiuntivi che si manifesterà progressivamente nei prossimi esercizi a partire dal 2017. L’importo relativo al costo del credito è esposto al netto di tale componente.

del Piano Industriale , contabilizzati nel 2trim2016

3

I risultati dei primi 9 mesi del 2016 rispetto ai primi 9 mesi del 2015

I primi 9 mesi dell’anno si sono chiusi con proventi operativi per 2.334 milioni, rispetto ai 2.467 milioni dei primi 9 mesi del 2015, segnati dal minor contributo del margine d’interesse e della finanza, mentre risulta in crescita l’apporto delle commissioni nette.

Nel dettaglio, il margine d’interesse, pari a 1.133 milioni, ha mostrato una flessione rispetto ai 1.246 milioni dell’analogo periodo del 2015, attribuibile in parti pressoché uguali alla riduzione del contributo del portafoglio titoli di proprietà – per il quale è in corso una manovra di riduzione e ricomposizione, come da Piano Industriale – e alla contrazione del risultato dell’intermediazione con la clientela in uno scenario di forte riduzione dei tassi di mercato (l’Euribor a 1 mese è sceso in media nei 9 mesi a -33 punti base dai precedenti -5 punti base).

Nel dettaglio, il portafoglio titoli di proprietà ha generato interessi attivi per circa 172 milioni rispetto ai precedenti 227,8 – in presenza di investimenti in titoli di debito scesi nei 12 mesi di 1,3 miliardi (-3,2 miliardi il portafoglio titoli di stato italiani). Il margine netto prodotto dall’attività di intermediazione con la clientela si è attestato a 966,8 milioni, in flessione rispetto ai precedenti 1.026,5 principalmente per effetto dell’impatto dell’evoluzione dei tassi di mercato, non controbilanciata dall’evoluzione dei volumi di impiego, stabili in termini medi, e dalla progressiva riduzione in corso del costo della raccolta.

L’andamento del margine d’interesse risente inoltre della riduzione degli interessi attivi registrati sulle attività deteriorate, in relazione alla significativa contrazione dei volumi di inadempienze probabili, pari a -34,9 milioni anno su anno.

Le commissioni nette hanno totalizzato 988,8 milioni, +2% rispetto all’analogo periodo del 2015 nonostante la minor presenza di commissioni di performance (-4,6 milioni). Le commissioni relative ai servizi di gestione, intermediazione e consulenza, che rappresentano il 56% circa dell’aggregato commissionale, si sono attestati a 555,3 milioni, in crescita del 7,1% rispetto al 2015; le commissioni correlate all’attività bancaria tradizionale ammontano a 433,5 milioni, e registrano una riduzione del 3,9% rispetto all’anno precedente.

Il risultato dell’attività finanziaria si è posizionato a 106,3 milioni (138,9 milioni di euro nei primi 9 mesi del 2015), e registra i seguenti contributi:

  • –  per 23,5 milioni dall’attività di negoziazione (57,3 milioni nei 9M2015);
  • –  per 89,1 milioni dalla cessione di asset finanziari (70,6 milioni nei 9M2015), principalmente

    riconducibili, come nel periodo precedente, alla cessione di titoli di Stato italiani; la voce comprende inoltre nel 2016 gli introiti riconducibili alle azioni Visa Europe Ltd, per un ammontare complessivo di 15,2 milioni contabilizzati nel 2trim2016;

  • –  per -7,2 milioni dalla valutazione delle attività finanziarie al fair value (+3,8 milioni nei 9M2015);
  • –  per 1 milione dalle attività di copertura (+7,3 milioni nei 9M2015).

    Dal lato dei costi, nonostante l’inclusione dei contributi ordinari al Fondo di Risoluzione (circa 32

    milioni nel 1trim2016) e al Deposit Guarantee Scheme (26,4 milioni nel 3 trim2016), non presenti 7

    7
    Vedasi nota 2

nel 2015 , gli oneri operativi dei primi 9 mesi dell’anno si sono attestati a 1.553,2 milioni di euro, con un incremento di soli 11,1 milioni rispetto al 2015.
Gli oneri operativi non includono i costi straordinari correlati al nuovo Piano Industriale, che sono stati riclassificati a voci proprie, per consentire la disamina delle tendenze operative ordinarie.

4

Nel dettaglio:
– le spese per il personale hanno registrato un’ulteriore riduzione di 18,9 milioni (-1,9%) rispetto ai

primi 9M2015, totalizzando 953,8 milioni. I risparmi derivano principalmente dalla diminuita forza lavoro media (-285 risorse nei dodici mesi), dal turnover delle risorse incentivate, nonché dai minori esborsi per prestazioni lavorative nelle varie forme previste dagli Accordi sindacali via via sottoscritti, dai congedi straordinari fino all’impatto dei nuovi part-time;

– le altre spese amministrative, pari a 493,4 milioni, includono i 58,4 milioni complessivi relativi ai contributi ordinari al Fondo di Risoluzione e al Deposit Guarantee Scheme di cui sopra, non

8
presenti nel 2015 in questa voce , e si raffrontano con i 454,6 milioni del 2015. Al netto di tali

contributi, le altre spese amministrative risultano in riduzione del 4,3% rispetto al 2015, grazie al

contenimento di pressoché tutte le componenti di costo.
– infine, le rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali hanno totalizzato 106

milioni, registrando una diminuzione di 8,7 milioni rispetto ai primi 9M2015 per effetto di minori ammortamenti in ambito IT e real estate, ma anche di una minor PPA allocata a seguito dell’impairment dei marchi effettuato in sede di attivazione del Piano Industriale.

Nei primi 9 mesi dell’anno sono state contabilizzate rettifiche di valore nette per deterioramento crediti per 1.373,8 milioni (557,6 nei 9M2015). Le maggiori rettifiche annunciate il 27 giugno u.s. quale premessa alle proiezioni di Piano Industriale, hanno comportato il parziale riassorbimento della cosiddetta “shortfall”, ossia della differenza tra la perdita attesa e le rettifiche di valore, già dedotta dal patrimonio di vigilanza, per circa 851 milioni. Al netto di tale importo, le rettifiche di valore del periodo ammontano a circa 522,9 milioni.

Grazie alle rettifiche di valore effettuate, la copertura complessiva dei crediti deteriorati ha segnato un incremento, attestandosi, inclusi gli stralci, al 45,1% (era il 44,3% a giugno 2016 e il 37,2% a dicembre 2015).

Infine, il conto economico dei primi 9 mesi del 2016 registra rettifiche di valore nette per deterioramento di altre attività/passività finanziarie per 50,9 milioni (6,4 nel 2015) essenzialmente riconducibili a un importo una tantum (43,4 milioni lordi) relativo al sostanziale azzeramento del rischio di credito residuo legato a strumenti finanziari rivenienti da una posizione di credito deteriorato.

***

I risultati del 3 trimestre 2016 rispetto al 2 trimestre 2016

Dopo la perdita netta pari a 829 milioni registrata nel 2trim2016 (a seguito della contabilizzazione

nel mese di giugno degli impatti derivanti dall’attuazione del Piano Industriale, descritti sopra, per

9
circa 835 milioni netti e dell’appostamento di rettifiche di valore “una tantum” su strumenti

finanziari rivenienti da una posizione di credito deteriorato per 39,4 milioni netti), il 3trim2016 si è chiuso con un utile pari a 32,5 milioni, molto vicino all’utile di 37,6 milioni conseguito nel 3trim2015, nonostante la contabilizzazione nel 2016 di un maggior importo relativo al contributo ordinario annuo al Deposit Guarantee Scheme per oltre 10 milioni netti incrementali.

8

9
Vedasi nota 1

Vedasi nota 2

5

Dal punto di vista dell’operatività ordinaria, il terzo trimestre del 2016 ha registrato i seguenti andamenti:

  • –  il margine d’interesse si è contratto del 2,8% (10,4 milioni) 3trim2016/2trim2016. La riduzione è

    ascrivibile all’ulteriore riduzione del portafoglio titoli (-1,2 miliardi trim/trim), a minori interessi contabilizzati in relazione alla riduzione delle inadempienze probabili, e all’ulteriore riduzione dei tassi di mercato (da una media Euribor a 1 mese di -35 bps nel 2trim2016, a -38 bps nel 3trim2016), che hanno influenzato gli spread clientela. Nel margine d’interesse del periodo non è stato contabilizzato il vantaggio relativo al TLTRO2 (10 milioni), che avrebbe riportato il margine trimestrale ai livelli del 2trim2016.

  • –  Le commissioni nette si sono attestate a 321 milioni, con la consueta stagionalità rispetto ai 330,3 milioni del 2trim2016, ma in crescita del 7% rispetto al dato del 3trim2015 (300 milioni).
  • –  Il risultato dell’attività finanziaria è sceso a 23,8 milioni rispetto ai 66,9 milioni del 2trim2016, principalmente a seguito di minori cessioni di titoli AFS (-53 milioni). Il 2trim2016 includeva inoltre gli introiti riconducibili alle azioni Visa Europe Ltd, per un ammontare complessivo di 15,2 milioni, non più presenti nel 3trim2016.

    Gli oneri operativi si sono complessivamente attestati a 515 milioni, sostanzialmente in linea con il dato del 2trim2016 (510,5 milioni), nonostante l’inclusione di 26,4 milioni di contributo ordinario al Deposit Guarantee Scheme.

In dettaglio, rispetto al precedente trimestre:

  • –  le spese per il personale, pari a 314,7 milioni, si presentano in discesa sia rispetto al 2trim2016

    (319,3) che all’analogo periodo del 2015 (318 milioni), sintetizzando i risparmi conseguenti all’applicazione degli Accordi sindacali tempo per tempo sottoscritti e alla dinamica delle componenti variabili delle retribuzioni (in riduzione dopo le erogazioni una tantum contabilizzate nel secondo trimestre);

  • –  le altre spese amministrative si sono attestate a 166,1 milioni, in crescita di soli 10,6 milioni rispetto al 2trim2016 nonostante l’inclusione di 26,4 milioni di contributo al DGS. Al netto di tale contributo, le altre spese amministrative avrebbero segnato infatti una contrazione di 15,8 milioni;

– le rettifiche di valore su immobilizzazioni materiali e immateriali si sono attestate a 34,3 milioni (-1,4 milioni), per effetto della minore PPA allocata, a seguito della svalutazione dei marchi effettuata tra i costi “una tantum” per l’avvio del Piano Industriale nel mese di giugno.

Nel terzo trimestre dell’anno sono state contabilizzate rettifiche di valore nette per deterioramento crediti per 167,4 milioni, ossia un costo del credito annualizzato dello 0,82%.
Si rammenta che nel 2trim2016 le rettifiche di valore su crediti si sono attestate a 1.051 milioni, includendo le maggiori rettifiche annunciate il 27 giugno u.s. quale premessa alle proiezioni di Piano Industriale, che hanno comportato il parziale riassorbimento della cosiddetta “shortfall”, ossia della differenza tra la perdita attesa e le rettifiche di valore, già dedotta dal patrimonio di vigilanza, per circa 851 milioni. Al netto di tale importo, le rettifiche di valore del 2trim2016 ammontano a circa 200 milioni.

Le rettifiche effettuate hanno comportato un ulteriore incremento della copertura complessiva dei crediti deteriorati, passata a settembre 2016, inclusi gli stralci, al 45,1% rispetto al 44,3% del giugno 2016.

Infine, come annunciato in sede di Piano Industriale, nel terzo trimestre dell’anno sono stati contabilizzati ulteriori oneri “una tantum” relativi al progetto Banca Unica, pari, al netto di imposte e terzi, a circa 4,5 milioni.

***

6

Gli aggregati patrimoniali

Al 30 settembre 2016, gli impieghi verso la clientela ammontano a 82,0 miliardi di euro, rispetto agli 83,9 miliardi di giugno 2016 (84,6 miliardi di fine dicembre 2015).
Nel dettaglio, l’aggregato sintetizza i seguenti andamenti:

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  • –  i crediti in bonis verso la clientela sono pari a 73,4 miliardi (-1,6% rispetto a giugno 2016,

    -0,3% rispetto a dicembre 2015) e riflettono la stabilità a giugno e settembre degli stock a medio- lungo termine (55,7 miliardi circa rispetto ai 54,9 del dicembre 2015) dato che le nuove erogazioni riescono ormai pienamente a compensare lo stock in run-off (-200 milioni circa ogni trimestre), mentre risultano in contrazione gli stock a breve termine settembre su giugno (-1,1 miliardi), effetto di una certa stagionalità presente nel periodo settembre/giugno tutti gli anni, ma anche del risultato della revisione, iniziata al lancio del Piano Industriale, che sta portando alla graduale eliminazioni di posizioni ad EVA negativo. Tale eliminazione ha comportato, nel 3trim2016, una riduzione di circa 0,5 miliardi di crediti a breve termine, senza impatto sul margine d’interesse, ma con vantaggi in termini di minori rwa e di accantonamenti alla riserva collettiva.

  • –  l’esposizione verso la CCG è pari a 0,2 miliardi (0,8 a giugno 2016 e 1,2 a dicembre 2015);
  • –  i crediti deteriorati netti sono ulteriormente scesi a 8,3 miliardi (-2,1% rispetto a giugno 2016,

    -14,0% rispetto a dicembre 2015).

    Per quanto riguarda la qualità del credito, lo stock di crediti deteriorati lordi si attesta a fine settembre 2016 a 13.231 milioni (in ulteriore discesa rispetto ai 13.280 milioni di giugno 2016 e ai

    11

.
I flussi da crediti in bonis a crediti deteriorati confermano una significativa contrazione,

13.434 del dicembre 2015), in sostanziale assenza di cessione di crediti

essendosi ridotti di un ulteriore 50,7% rispetto ai primi nove mesi del 2015.

I risultati di fine settembre 2016 mostrano coperture in ulteriore miglioramento. Includendo i crediti stralciati, la copertura del totale crediti deteriorati sale al 45,1% (era il 44,3% a giugno 2016 e il 37,2% a dicembre 2015).
Al netto dei crediti stralciati, la copertura del totale crediti deteriorati è pari al 37% (in aumento rispetto al 35,9% di giugno 2016 e al 27,9% di dicembre 2015).

Quale risultato della combinazione della riduzione degli stock lordi e di maggiori coperture, le consistenze di crediti deteriorati netti scendono ulteriormente a 8.333 milioni (erano 8.512 milioni a giugno 2016 e 9.689 milioni a dicembre 2015).
Nel dettaglio:

  • –  lo stock di sofferenze nette ammonta a 3.913 milioni (3.849 a giugno 2016 e 4.288 milioni a dicembre 2015).
    Includendo i crediti stralciati, la copertura delle sofferenze sale a settembre 2016 al 58,55% (era il 58,25% a giugno 2016 e il 52,25% a dicembre 2015).

    Al netto dei crediti stralciati, la copertura delle sofferenze è del 47,77% (in crescita rispetto al

    46,66% di giugno 2016 e al 38,64% di fine 2015).

  • –  la categoria delle inadempienze probabili (cd. “Unlikely to pay”) ammonta in valori netti a 4.258

    milioni di euro (4.470 a giugno 2016 e 5.147 a dicembre 2015), esprimendo una copertura del

    23,54%.

  • –  le posizioni scadute/sconfinanti nette ammontano a 162 milioni rispetto ai 194 milioni di giugno

    2016 e ai 254 del dicembre 2015, con una copertura del 4,97% .

    10
    Al netto della CCG indicata nel seguito

    11

Vedasi nota 3

7

La raccolta diretta da clientela ordinaria, pari a 69,3 miliardi a settembre 2016 (69,8 miliardi a giugno 2016, 72,5 miliardi lo scorso dicembre) risulta in riduzione essenzialmente per effetto della progressiva scadenza di obbligazioni collocate a loro tempo su reti terze (-1,3 miliardi da dicembre 2015 a settembre 2016, -0,3 miliardi da giugno a settembre 2016).

Si confermano peraltro le tendenze già rilevate sulla clientela del Gruppo:

  • –  costante incremento dei conti correnti, attestatisi a 50,3 miliardi a settembre 2016 dai 49,1 di

    giugno 2016 e dai 47,7 di dicembre 2015;

  • –  riduzione degli stock di obbligazioni collocate sulla clientela a seguito dei minori collocamenti

    previsti in sede di Piano Industriale anche in considerazione della normativa sul bail-in (-4,4

    miliardi nei nove mesi a 16 miliardi circa).
    Si rileva la favorevole evoluzione della raccolta indiretta da clientela ordinaria, che si è portata a 80,1 miliardi. Nel dettaglio il risparmio gestito in senso stretto si è attestato a 36,7 miliardi (+7,7% rispetto a dicembre 2015 e +4,2% rispetto a giugno 2016), la raccolta assicurativa a 16,1 miliardi (+11,6% rispetto a dicembre 2015 e +2,9% rispetto a giugno 2016) mentre la raccolta amministrata, pari a 27,2 miliardi, risulta in flessione del 12,1% rispetto dicembre 2015, principalmente per effetto della performance di mercato, ma stabile rispetto a giugno 2016.

    La raccolta diretta da clientela istituzionale ammonta a 15,3 miliardi a settembre 2016, in riduzione rispetto ai 17,7 miliardi di giugno 2016 (erano 19 miliardi ai fine 2015) per effetto di minori pronti contro termine con la CCG (-4 miliardi circa rispetto a dicembre 2015) mentre sono rimasti sostanzialmente invariati i volumi di Obbligazioni Bancarie Garantite (9,5 miliardi) e di EMTN (3,5 miliardi). Nel mese di ottobre sono state effettuate emissioni di OBG e EMTN complessivamente per oltre 1 miliardo.

    L’esposizione del Gruppo verso la BCE consiste in un ammontare totale di 10 miliardi di euro di TLTRO2, iscritti tra i “Debiti verso Banche” e quindi non inclusi nella raccolta diretta.

    Si riconferma la solidità della posizione di liquidità del Gruppo, con indici di liquidità (Net Stable Funding Ratio e Liquidity Coverage Ratio) ormai da anni superiori a 1, e uno stock di attività stanziabili complessivamente pari, al 30 settembre 2016, a 29,3 miliardi di euro, (di cui 16,6 disponibili), già al netto degli haircut.

    A fine settembre 2016, le attività finanziarie del Gruppo hanno una consistenza al mark to market di 18,4 miliardi di euro, di cui 15 miliardi relativi a titoli di stato italiani: quest’ultimo aggregato risulta in diminuzione rispetto al dato di giugno 2016 (16,2 miliardi), in continuità con le previsioni di Piano Industriale.

    Al 30 settembre 2016, il patrimonio netto consolidato del Gruppo UBI Banca, incluso il risultato di periodo, si attesta a 8.890 milioni di euro rispetto ai 8.842 milioni di euro di fine giugno 2016 e rispetto ai 9.982 milioni di fine dicembre 2015.

    Gli indici patrimoniali a fine settembre 2016 risultano in crescita rispetto a giugno 2016 e confermano la solidità del Gruppo UBI Banca.
    Il CET 1 ratio “phased in” al 30 settembre 2016 risulta pari al 11,68% rispetto al 11,43% di giugno 2016; il CET1 stimato a regime è pari al 11,28% rispetto al 11,02% di giugno 2016.

    Si rammenta che l’annunciato riacquisto delle minorities presenti nelle Banche Rete, principalmente mediante emissione di azioni UBI, e l’effetto della deducibilità fiscale delle maggiori rettifiche su crediti effettuate porteranno progressivamente un beneficio stimato in circa +70 punti base sul CET1 fully loaded, beneficio non incluso nel dato di settembre.

8

Il Total Capital Ratio “phased in” si attesta al 14,55% (14,47% a giugno 2016 e 13,93% al 31 dicembre 2015).
Infine, il Leverage ratio calcolato in base alle indicazioni del Regolamento Delegato UE 2015/62, ammonta “phased in” al 5,86% e “fully loaded” al 5,68%.

***
Al 30 settembre 2016, le risorse umane del Gruppo UBI Banca totalizzavano 17.573 unità rispetto alle 17.716 di fine 2015. L’articolazione territoriale a fine periodo constava di 1.532 sportelli in

Italia (1.531 a giugno 2016) e 6 all’estero.

***

Dichiarazione del Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari

Elisabetta Stegher, quale Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari di Unione di Banche Italiane Spa attesta, in conformità a quanto previsto dal secondo comma dell’articolo 154 bis del “Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria”, che l’informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri e alle scritture contabili.

***

Prevedibile evoluzione della gestione ordinaria (al netto degli elementi non ricorrenti)

Complessivamente la dinamica dei proventi operativi è prevista in crescita rispetto a quella del 3° trimestre, con un miglioramento della componente core ed un minore apporto dell’attività di negoziazione e copertura.
Gli interventi attuati a partire dal 2015 consentono di confermare l’obiettivo di contenimento degli oneri operativi ricorrenti del 2016 in linea con l’anno precedente, assorbendo i maggiori costi relativi alla contribuzione ordinaria al Fondo di Risoluzione e al Fondo di Garanzia dei Depositi.

La rischiosità particolarmente contenuta del portafoglio in bonis e la prosecuzione della riduzione del flusso di nuovi crediti deteriorati, dovrebbero confermare una riduzione del costo del credito nel quarto trimestre 2016 rispetto all’equivalente periodo del 2015.

***

Ubi, intervista a Victor Massiah

in Banche/Economia/Evidenza/UBi by

Di seguito pubblichiamo le dichiarazioni di Victor Massiah inviate dall’ufficio stampa di Ubi.

Dottor Massiah, quali sono gli eventi più rilevanti dell’ultimo trimestre e come giudica i risultati dei primi 9 mesi dell’anno?
Ovviamente dobbiamo – per analizzare compiutamente i risultati – isolare gli effetti delle manovre che abbiamo fatto durante la semestrale nel far partire il nostro piano industriale.
Una volta isolati, noi abbiamo un buon ritorno all’utile nel terzo trimestre; in particolare migliora nettamente la qualità del credito, sia perché abbiamo un portafoglio complessivo molto meno rischioso e che genera dei passaggi da “bonis” a crediti problematici che sono un terzo di quelli che erano nei momenti di picco della crisi, e sono sostanzialmente comparabili con i momenti pre crisi – e questo evidentemente comporta un forte contributo alla redditività – sia perché c’è una buona tenuta della componente commissioni.
Dove continuiamo ad avere ancora dei margini di miglioramento sono evidentemente gli impieghi e il margine di interesse, perché abbiamo ancora una situazione “piatta” sulla crescita degli impieghi e un margine di interesse che continua a soffrire del livello di tassi molto basso e della “guerra dei prezzi”. Infine resta molto buono il controllo dei costi.
Quindi complessivamente una trimestrale in miglioramento, una trimestrale che è coerente con quelle che erano, nel complesso, le aspettative del piano, dove sul lato ricavi le commissioni vanno nel senso di compensare il minor margine di interesse mentre i costi e il costo del rischio sono perfettamente allineati con le aspettative.
 Quali sono i risultati fino ad oggi acquisiti dall’attuazione del piano industriale, e quali quelli che ci possiamo attendere da qui a fine anno?
Come sapete era molto importante innanzitutto creare le condizioni per il progetto di Banca Unica; abbiamo svolto in questi primi tre mesi tutti i test che erano previsti prima di agire sul campo. I test sono stati tutti molto positivi e conseguentemente è stato dato il via libera alla effettiva conversione verso la Banca Unica: entro questo mese di novembre avverranno le prime due conversioni delle prime due banche, perfettamente in linea col piano. Tutti i cantieri del piano sono regolarmente aperti, e sono tutti in linea con le tempistiche. Ovviamente operiamo in un contesto non facile ma devo dire, a maggior ragione, che va molto bene proprio perché riusciamo a rispettare i tempi in un contesto particolarmente difficile.

Quali sono le caratteristiche della riorganizzazione del gruppo a supporto di questa evoluzione?
Direi che la parola chiave è “semplificazione”. L’organigramma è stato ulteriormente semplificato, coerentemente con il passaggio verso la Banca Unica, le linee di riporto sono molto focalizzate. Abbiamo ovviamente, come da piano, rivisitato l’organizzazione commerciale. Direi tutto, di nuovo, in linea con quelle che erano le previsioni di piano. Abbiamo promosso alcune persone, abbiamo acquisito qualche persona dall’esterno, nell’ottica di una squadra che vuole e può essere – e a mio avviso è – eccellenza nel mercato.

Ubi, the third quarter of 2016 ends with a profit of €32.5 million

in Economia/ENGLISH by

The third quarter of 2016 ends with a profit of €32.5 million compared with:

– a profit of €48.1 million recorded in the first 6 months of 2016 (net of the impact of up- 1

front recognition of costs to implement the Business Plan );
– a profit of €37.6 million recorded in the third quarter of 2015, which included a

contribution to the Deposit Guarantee Scheme lower by nearly €10 million compared to

2 3Q 2016 .

Overall a third quarter showing improvement year on year, consistent with Business Plan forecasts.

If the impacts of the costs for the implementation of the Business Plan recognised up front from June 2016 are included (€840 million net approx.), the first nine months of 2016 end

with a loss of €754.5 million, an improvement compared with the loss recorded for the first half of the year (€787 million approx.), thanks to the good results recorded in the third quarter of 2016 reported above.

The first nine months of 2016 saw confirmation of the positive trends already partially recorded during the year:

1) The solidity of capital ratios is confirmed:

  • –  the phased-in CET1 ratio returned to growth, standing at 11.68% at the end of

    September 2016 (compared with 11.43% in June 2016, affected by the up-front recognition of Business Plan costs). The fully loaded CET1 ratio stood as a consequence at 11.28% compared with 11.02% in June 2016.
    As a reminder, the announced repurchase of network bank minority interests, achieved mainly through the issue of UBI shares, and the effect of the tax deductibility of the increased loan loss provisions recognised, will progressively generate a benefit estimated at approximately +70 bps on the fully loaded CET1. This benefit is not included in the September figure;

  • –  the CET1 ratio includes the calculation of a pro rata dividend equal to at least that declared in 2015;
  • –  a “phased-in” total capital ratio of 14.55% (14.47% in June 2016);
  • –  a phased-in leverage ratio of 5.9% and a fully loaded ratio of 5.7%;
  • –  NSFR and LCR >1;

    2) Average loans stable year on year, after absorbing the impact of the launch of an activity to select and close EVA negative loan positions;

    1 These costs include impairment losses on loans that determined the corresponding absorption of the “shortfall”, redundancy

    expenses, impairment losses on brands and project expenses for the “Single Bank Project” (altogether approximately €835 million

    net in June 2016 and approximately €5 million net in September 2016).

    2
    In 2015, the estimate of the contribution to the Single Resolution Fund amounting to €22.8 million gross (€13.2 million net of tax

    and non-controlling interests) was recognised in 2Q2015, while the semi-annual contribution to the Deposit Guarantee Scheme, amounting to €11.3 million (€7.1 net of tax and non-controlling interests), was recognised in 3Q2015. Both amounts had been recognised within “provisions for risks and charges” and therefore not within “operating expenses”.
    In 2016, the contribution to the Single Resolutìon Fund (€32 million gross and €21.11 million net) was recognised in 1Q, whilst the contribution to the Deposit Guarantee Scheme (€26.4 million gross and €17.9 million net) was recognized in 3Q, both in the item “operating expenses”.

1

  1. 3)  The decrease in net interest income has slowed down in 9M 2016 to 9% and does not include the benefits of TLTRO2. The inclusion of these benefits, amounting to approx. 10 million, would have confirmed the 3Q 2016 Net interest margin at the same level as that of 2Q 2016;
  2. 4)  The progressive growth in assets under management and insurance products is continuing, amounting to +7.7% and +11.6% respectively compared with the end of December 2015 (+4.2% and +2.9% compared with June 2016), to reach a stock of €36.7 billion and €16.1 billion respectively;
  3. 5)  As a result of significant growth in indirect funding, net fee and commission income rose 2% compared with 9M 2015 to €989 million. In 3Q 2016 net fee and commission income rose 7% compared with 3Q 2015, to stand at €321 million;
  4. 6)  Control over operating expenses, which came to €1,553 million over the nine-month

    period, is continuing. They grew by only €11 million (+0.7%) y/y and succeeded in

    absorbing almost all of the €58.4 million cost of the ordinary contributions to the Single

    Resolution Fund and the Deposit Guarantee Scheme, not present in 2015 in the same

    2
    line . Staff costs fell 1.9% y/y and 1.4% compared with 2Q 2016;

  5. 7)  The natural improvement in credit quality is continuing:
    • –  notwithstanding the almost complete absence of disposals , at the end of September

      2016 total gross non-performing loans fell further to €13,231 million (down 1.5% on December 2015), which, together with greater recognition of provisions, helped to reduce total net non-performing loans to €8,333 million (down 14% on December 2015);

    • –  the formation of new non-performing loans reduced further, with new inflows from performing to non-performing status contracting by 51% compared with 9M 2015. Compared with the record peak reached in the first nine months of 2013, inflows from performing to non-performing status have fallen by 70% approx.;

      4

    • –  coverage for total non-performing exposures, inclusive of write-offs , has risen further

      to reach 45.1% (44.3% in June 2016 and 37.6% in December 2015), while coverage

      for bad loans is 58.55% (58.25% in June 2016 and 52.25% in December 2015);

  6. 8)  Inflows into sight deposits remained high (the total amounted to €50.3 billion in September 2016 compared with €49.1 billion in June 2016 and €47.7 billion in

    December 2015).

    ***

9M 2016 vs 9M 2015

  • Net interest income fell 9% to €1,133.1 million as a result of a reduction and change in the

    mix of the securities portfolio, a significant decrease in unlikely to pay loans (yoy, -€34.9 million in terms of interest income) and further decrease in market interest rates. Net interest income does not include the benefits of TLTRO2

  • Net fee and commission income of €988.8 million (+2%)
  • A finance result of €106.3 million (€138.9 million in 9M 2015)
  • Staff costs of €953.8 million (approx. -2%)
  • Total operating expenses of €1,553.2 million (inclusive of €58.4 million for the annual

    ordinary contributions to the Single Resolution Fund and to the Deposit Guarantee

    5
    Scheme, not present in 2015 in the same item), up slightly by 0.7% compared with 9M

    2015

    3
    Disposals came to approx. €25 million in 9M 2016.

    4 5

3

Write-offs amounted to approximately €2 billion. Please see note 2

2

  • Loan losses, net of Business Plan impacts6, of €522.9 million compared with €557.6 million in 2015
  • Net impairment losses on other assets of €50.9 million (€6.4 million in 2015), primarily “one-off”, relating to the virtual elimination of residual credit risk connected with financial instruments resulting from one non-performing loan positions, recognised in 2Q 2016.

    3Q 2016 vs 2Q 2016

  • Net interest income of €368 million, down 2.8% compared with €378 million in 2Q 2016,

    does not include the benefits of TLTRO2, estimated at €10 million

  • Net fee and commission income of €321 million, down compared with €330.3 million in 2Q

    2016 due to seasonal factors, but up 7% on the same quarter of 2015

  • A finance result of €24 million (€67 million in 2Q 2016)
  • Staff costs of €315 million, down 1.4% compared with €319.3 million in 2Q 2016
  • Total operating expenses of €515 million, largely unchanged compared with €511 million

    in 2Q 2016, notwithstanding the inclusion of €26.4 million for the ordinary contribution to

    the Deposit Guarantee Scheme, not present in 2Q 2016

  • Loan losses of €167 million, down compared with €200.1 million net of Business Plan 6

    ***

    th

    June 2016 (-€840 million), ended with a net loss of -€754.5 million, an improvement compared with the result for June 2016 (-€787 million) thanks to the profit earned in the third quarter of the year, amounting to €32.5 million. The result for 9M 2016 compares with a profit of €162 million

    achieved in the first 9M 2015.

    As a reminder, the impacts of the implementation of the Business Plan, recognised primarily in the second quarter of the year, came to a total of approximately -€840 million net and they regard the following:

    • an increase in loan provisions, of which approximately €851 million (€586 million net of taxes and non-controlling interests) consisting of provisions already deducted from the regulatory capital (the “shortfall”), attributable also to the objective of reducing the ratio of net non-performing exposures to tangible equity (the “Texas ratio”) over the course of the Business Plan;
    • redundancy expenses of €323 million (€207 million net of tax and non-controlling interests) designed to progressively reduce staff numbers in the Group;
    • impairment losses on brands (€63 million, €38 million net of tax and non-controlling interests) and part of project expenses (€12 million approx., €8 million net of tax and non- controlling interests booked in 2Q and 3Q2016), in relation to the “Single Bank Project”.

      6 One strategic goal of the Group’s 2019-2020 Business Plan is to reduce the ratio of net non-performing exposures to tangible equity (the “Texas ratio”). In order to achieve that result the Group decided to adopt an even more prudential approach in its management of problem loans, by increasing coverage with greater provisions, which determined a partial absorption of the provision shortfall (€851 million), already deducted from the fully loaded CET1. This will generate an improvement in the CET1 ratio estimated at approximately an additional 40 basis points which will manifest progressively in coming years starting from 2017. The figure for loan losses is shown net of that component.

impacts recognisedin2Q2016.

th
Banca) has approved the consolidated results for the first nine months of 2016, which, after the

Bergamo, 10

November 2016 – The Management Board of Unione di Banche Italiane Spa (UBI

recognition of the “one-off” impacts of the new Business Plan presented on 27

3

Results for the first nine months of 2016 compared with first nine months of 2015

The first nine months of the year ended with operating income of €2,334 million, compared with €2,467 million in the first nine months of 2015, characterised by a lower contribution from net interest income and finance, while the contribution from net fee and commission income recorded growth.

In detail, net interest income of €1,133 million fell compared with €1,246 million in the same period of 2015, due in almost equal measure to a reduction in the contribution from the securities portfolio – for which action is in progress to reduce it and change the mix, in accordance with the Business Plan – and to a contraction in the result for ordinary banking business with customers in a scenario of large reductions in market interest rates (the nine-month average for the one-month Euribor fell to -33 basis points from -5 basis points before).

More specifically, the securities portfolio generated net interest income of approximately €172 million compared with €227.8 million before – in the presence of investments in debt securities which fell over twelve months by €1.3 billion (-€3.2 billion for the Italian government securities portfolio). Net interest income generated by ordinary banking business with customers came to €966.8 million, down compared with €1,026.5 million before, mainly due to the impact of changes in market interest rates, which was not offset by growth in volumes of lending (which remained stable in average terms), nor by the progressive reduction in progress in the cost of funding.

The performance of net interest income was also affected by a reduction in interest income (-€34.9 million year on year) from non performing exposures, in relation to the significant contraction in unlikely to pay volumes.

Net fee and commission income totalled €988.8 million, up 2% compared with the same period of 2015, notwithstanding the smaller contribution from performance fees (-€4.6 million). Commissions on management, trading and advisory services, which account for approximately 56% of total fees and commissions, came to €555.3 million, up 7.1% on 2015. Fees and commissions from ordinary banking business stood at €433.5 million and recorded a decline of 3.9% compared with the previous year.

The result for financial activities came to €106.3 million (€138.9 million in the first nine months of 2015) and was comprised of the following:

  • –  €23.5 million from trading activity (€57.3 million in 9M 2015);
  • –  €89.1 million from the disposal of financial assets (€70.6 million in 9M 2015), mainly attributable,

    as in the previous period, to the disposal of Italian government securities. In 2016 the item also

    includes proceeds from shares of Visa Europe Ltd, totalling €15.2 million, recognised in 2Q 2016;

  • –  -€7.2 million from fair value movements in financial assets (+€3.8 million in 9M 2015);
  • –  €1 million from hedging activities (+€7.3 million in 9M 2015).

    On the expenses front, notwithstanding the inclusion of ordinary contributions to the Single

    Resolution Fund (€32 million in 1Q 2016) and to the Deposit Guarantee Scheme (€26.4 million in

    7
    3Q 2016), not present in 2015 , operating expenses in the first nine months of the year stood at

    €1,553.2 million, with an increase of just €11.1 million compared with 2015.

    Operating expenses do not include extraordinary costs in relation to the new Business Plan, which have been reclassified under separate items, in order to allow a clear examination of ordinary operating trends.

    7
    See note 2.

4

In detail:
– staff costs recorded a further reduction of €18.9 million (-1.9%) compared with 9M 2016, to total

€953.8 million. These savings came mainly from a reduction in average staff numbers (-285 over twelve months), from staff turnover in relation to incentivised exits, from lower payments for labour services provided in the various forms set out in the trade union agreements signed from time to time, from extraordinary leaves and from the impact of new part-time positions;

– other administrative expenses, amounting to €493.4 million, included, a total of €58.4 million in relation to ordinary contributions to the Single Resolution Fund and to the Deposit Guarantee

8
Scheme reported above, not present in 2015 within this item , and they compare with €454.6

million in 2015. Net of those contributions, other administrative expenses fell by 4.3% compared

with 2015, as a result of the containment of almost all expense items;
– finally, depreciation, amortisation and net impairment losses on property, plant and

equipment and intangible assets totalled €106 million, down €8.7 million compared with 9M 2015, as a result of lower depreciation and amortisation on IT and real estate items, but also due to a smaller purchase price allocation following the recognition of impairment on brands as part of the implementation of the Business Plan.

Net impairment losses on loans recognised in the first nine months of the year amounted to

th

€1,373.8 million, (€557.6 million in 9M 2015). The higher provisions announced on 27 constituting the baseline for Business Plan projections, resulted in the partial reabsorption of the “shortfall” and that is the difference between expected losses and provisions, already deducted from regulatory capital, amounting to approximately €851 million. Net of that amount, provisions for the period came to approximately €522.9 million.
As a result of the provisions made, total coverage for non-performing exposures increased to 45.1% inclusive of write-offs (44.3% in June 2016 and 37.2% in December 2015).

Finally, in the first nine months of 2016 the income statement recorded net impairment losses on other financial assets/liabilities of €50.9 million (€6.4 million in the 2015), attributable primarily to a one-off amount (€43.4 million gross) relating to the virtual elimination of residual credit risk connected with financial instruments resulting from a non-performing loan position.

***

After the net loss of €829 million recorded in 2Q 2016 (following the recognition in June of the

impacts resulting from the implementation of the Business Plan, reported above, amounting to

9
approximately €835 million net and the “one-off” recognition of impairment losses on financial

instruments resulting from one non-performing loan position amounting to €39.4 million net), 3Q 2016 ended with a profit of €32.5 million, very close to the profit of €37.6 million achieved in 3Q 2015, notwithstanding the recognition in 2016 of an amount higher by €10 million relating to the ordinary yearly contribution to the Deposit Guarantee Scheme.

In terms of ordinary operations, the second quarter of 2016 recorded the following performance:

Results for 3Q 2016 compared with 2Q 2016

8

9
See note 1

net interest income contracted by 2.8% (€10.4 million) 3Q 2016-on-2Q 2016. The reduction is attributable to a further reduction in the securities portfolio (-€1.2 billion Q-on-Q), to lower interest income recognised in relation to a reduction in unlikely to pay loans and to a further

June 2016

See note 2.

5

reduction in market interest rates (from an average one-month Euribor of -35 bps in 2Q 2016 to -38 bps in 3Q 2016), which affected customer spreads. The advantage from TLTRO2 financing (€10 million) was not recognised in net interest income for the period, and would have brought 3Q2016 net interest income to the same level as in 2Q2016;

  • –  net fee and commission income came to €321 million, affected by the usual seasonal factors, compared with €330.3 million in 2Q 2016, but up 7% on the figure for 3Q 2015 (€300 million);
  • –  the result for financial activities fell to €23.8 million compared with €66.9 million for 2Q 2016, mainly the result of fewer disposals of AFS securities (-€53 million). 2Q 2016 also included proceeds from the Visa Europe Ltd shares totalling €15.2 million, no longer present in 3Q 2016.

    Operating expenses totalled €515 million, largely unchanged compared with 2Q 2016 (€510.5 million), notwithstanding the inclusion of €26.4 million for the ordinary contribution to the Deposit Guarantee Scheme.

Compared with the preceding quarter:
– staff costs, amounting to €314.7 million, were down compared with both 2Q 2016 (€319.3

million) and the same period of 2015 (€318 million), the aggregate result of savings achieved from the application of trade union agreements signed from time to time and also of the trend for variable components of remuneration (down after the one-off payments recognised in the second quarter);

– other administrative expenses amounted to €166.1 million, an increase of only €10.6 million compared with 2Q 2016, notwithstanding the inclusion of €26.4 million for the contribution to the DGS. Net of that contribution, other administrative expenses would in fact have contracted by €15.8 million;

– net impairment losses on property, plant and equipment and intangible assets came to €34.3 million (-€1.4 million) due to the lower impact of the purchase price allocation, following the write-down of brands recognised among the “one-off” costs due to the start of the Business Plan in June.

Net impairment losses on loans amounting to €167.4 million were recognised in the third quarter of the year, to give an annualised loan loss rate of 0.82%.
As a reminder, the impairment losses on loans came to €1,051 million in 2Q 2016 and they included

th

June 2016 as a baseline for Business Plan projections which led to a partial re-absorption of the provision “shortfall” and that is the difference between expected losses and provisions, already deducted from regulatory capital, amounting to approximately €851 million. Net of that amount, impairment losses on loans for 2Q 2016 came to approximately €200

million.
Provisions recognised resulted in a further increase in total coverage for non-performing loans, which, inclusive of write-downs, rose in September 2016 to 45.1% compared with 44.3% in June 2016.

Finally, as announced when the Business Plan was presented, additional “one-off” costs were recognised in relation to the Single Bank project amounting to approximately €4.5 million net of tax and non-controlling interests.

greater provisions announced on 27

The balance sheet
Loans to customers as at 30

th
in June 2016 (€84.6 billion at the end of December 2015).

***

September 2016, stood at €82.0 billion compared with €83.9 billion

6

In detail, the item is the aggregate result of the following changes:

10

  • –  performing loans to customers amounted to €73.4 billion (-1.6% compared with June 2016,

    -0.3% compared with December 2015) and reflect the stability of average medium to long-term loan volumes in June and September (approximately €55.7 billion compared with €54.9 billion in December 2015), since new grants now fully succeed in offsetting loans in run-off (approximately -€200 million each quarter). Short-term loans, however, contracted in September compared with June (-€1.1 billion), due to certain seasonal factors present in the September-June period every year, but also as a result of a revision begun when the Business Plan was launched, which is gradually eliminating positions with a negative EVA. This elimination involved a reduction of approximately €0.5 billion in short-term loans in 3Q 2016, with no impact on net interest income, but with advantages in terms of lower risk weighted assets and additions to collective provisions;

  • –  exposure to the CCG amounted to €0.2 billion (€0.8 billion in June 2016 and €1.2 billion in December 2015);
  • –  net non-performing loans fell further to €8.3 billion (-2.1% compared with June 2016, -14.0% compared with December 2015).

    As concerns credit quality, at the end of September 2016 total gross non-performing exposures stood at €13,231 million (down further compared with €13,280 million in June 2016 and €13,434

    11

million in December 2015), in the virtual absence of loan disposals
Flows of performing loans to non-performing status again contracted significantly, reducing by a further 50.7% compared with the first nine months of 2015.

The results at the end of September 2016 show a further improvement in coverage. If loan write- offs are included, coverage for total non-performing loans rose to 45.1% (44.3% in June 2016 and 37.2% in December 2015).
Net of loan write-offs, coverage for total non-performing loans was 37% (an increase compared with 35.9% in June 2016 and 27.9% in December 2015).

As a result of the combined effect of the reduction in total gross loans and greater coverage, total net non-performing loans fell further to €8,333 million (€8,512 million in June 2016 and €9,689 million in December 2015).
In detail:

  • –  total net bad loans amounted to €3,913 million (€3,849 million in June 2016 and €4,288 million in December 2015).
    If loan write-offs are included, coverage for total bad loans rose in September 2016 to 58.55% (58.25% in June 2016 and 52.25% in December 2015).

    Net of loan write-offs, coverage for bad loans stands at 47.77% (an increase compared with

    46.66% in June 2016 and 38.64% at the end of 2015).

  • –  the “unlikely to pay” category amounted to €4,258 million net (€4,470 million in June 2016 and

    €5,147 million in December 2015), with coverage of 23.54%.

  • –  net positions past due and/or in arrears amounted to €162 million, compared with €194 million in

    June 2016 and €254 million in December 2015, with coverage of 4.97%.

    Direct funding from ordinary customers, amounting to €69.3 billion in September 2016 (€69.8 billion in June 2016, €72.5 billion last December) was down, primarily as a result of the progressive maturity of bonds which had been placed in time to third party networks’ customers (down €1.3 billion from December 2015 to September 2016, down €0.3 billion from June to September 2016).

    10
    Net of the CCG, as reported below.

    11
    Please see note 3.

.

7

The trends already recorded for Group customers were confirmed:

  • –  the constant increase in current accounts was confirmed, up to €50.3 billion in September 2016

    from €49.1 billion in June 2016 and from €47.7 billion in December 2015;

  • –  total bonds placed with customers decreased as a result of fewer placements made in accordance with the Business Plan also in consideration of bail-in regulations (down €4.4 billion over nine

    months to approximately €16 billion).
    Indirect funding from ordinary customers performed well reaching €80.1 billion. In detail assets under management in the narrow sense reached €36.7 billion (+7.7% compared with December 2015 and +4.2% compared with June 2016) and insurance products came to €16.1 billion (+11.6% compared with December 2015 and +2.9% compared with June 2016), while assets under custody, amounting to €27.2 billion, were down 12.1% compared with December 2015 mainly as a result of market performance, but were unchanged compared with June 2016.

    Direct funding from institutional customers amounted to €15.3 billion in September 2016, down compared with €17.7 billion in June 2016 (€19 billion at the end of 2015), due to a reduction in repurchase agreements with the CCG (-€4 billion approx. vs December 2015), while volumes of covered bonds (€9.5 billion) and EMTNs (€3.5 billion) were largely unchanged. In October issuances of covered bonds and EMTNs totalled over €1 billion.

    Group exposure to the ECB consisted of a total of €10 billion of TLTRO2, recognised under “due to banks” and therefore not included in direct funding.

    The solidity of the Group’s liquidity position is again confirmed with liquidity ratios (Net Stable

Funding Ratio and Liquidity Coverage Ratio) now higher than one for some years and total assets th

eligible for refinancing as at 30 September 2016 of €29,3 billion (of which €16.6 billion available), already net of haircuts.

At the end of September 2016, the Group’s financial assets had a mark-to-market value of €18.4 billion, of which €15 billion relating to Italian government securities. The latter item had fallen compared with June 2016 (€16.2 billion), in line with the provisions of the Business Plan.

th

The consolidated equity of the UBI Banca Group as at 30 compared with €9,982 million at the end of December 2015.

September 2016, inclusive of profit for the period, stood at €8,890 million compared with €8,842 million at the end of June 2016 and

Capital ratios at the end of September 2016 recorded growth compared with June 2016 and confirm the solidity of the UBI Banca Group.

th

September 2016 stood at 11.68% compared with 11.43% in June 2016. The estimated fully loaded CET1 ratio was 11.28% compared with 11.02% in June 2016. As a reminder, the announced repurchase of network bank minority interests, achieved mainly

through the issue of UBI shares, and the effect of the tax deductibility of the increased loan loss provisions recognised, will progressively generate a benefit estimated at approximately +70 bps on the fully loaded CET1. This benefit is not included in the September figure.
The “phased in” Total Capital Ratio was 14.55% (14.47% in June 2016 and 13.93% as at 31 December 2015).

Finally, the leverage ratio calculated on the basis of Commission Delegated Regulation EU 2015/62 recommendations was 5.86% “phased in” and 5.68% “fully loaded”.

***

The “phased-in” CET 1 ratio as at 30

8

st

th

Human resources of the UBI Banca Group totalled 17,573 as at 30
17,716 at the end of 2015. The branch network at the end of the period consisted of 1,532 branches in Italy (1,531 in June 2016) and six abroad.

***

Statement of the Senior Officer Responsible for the preparation of corporate accounting documents

Elisabetta Stegher, as the Senior Officer Responsible for preparing the corporate accounting documents of Unione di Banche Italiane Spa, hereby declares, in compliance with the second paragraph of article 154 bis of the Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria (Consolidated Finance Act), that the financial information contained in this press release is reliably based on the records contained in corporate documents and accounting records.

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Outlook for ordinary operations (net of non-recurring items)

The overall trend for operating income is forecast to grow compared with the third quarter, with an improvement in core revenues and a smaller contribution from trading and hedging activity.
The actions undertaken starting from 2015 allow us to confirm the objective of containing recurring operating expenses for the year 2016 in line with those of the previous year, absorbing the increase in costs relating to the ordinary contributions to the Single Resolution Fund and the Deposit Guarantee Scheme.

The particularly low risk attaching to the performing portfolio and the continuation of the reduction in inflows of new non-performing loans, should confirm the expected reduction in loan losses in the fourth quarter of 2016 compared with the same period in 2015.

***

Redditi, il 64% dei bresciani è sotto quota 30mila euro all’anno

in Cgil/Cisl/Economia/Partner/Sindacati/Tendenze/Uil by

Sono 867.205 i contribuenti con residenza fiscale in uno dei 206 comuni della nostra provincia che hanno presentato la dichiarazione dei redditi Irpef. In 350 mila hanno dichiarato redditi inferiori ai 15.000 euro (40%), poco più di 300mila tra i 15.000 e i 26.000 euro (34%), oltre 172 mila tra i 26.000 e i 55.000 (20%); sopra questo importo si trovano solo 35 mila persone fisiche (4%), di cui 6 mila dichiarano più di 120.000 euro.

E’ questa la cornice numerica di fondo sulla quale si sviluppa un’approfondita analisi dei redditi dei bresciani nel 2015 promossa da Cgil Cisl Uil Brescia al centro di un convegno intitolato: “Disuguaglianza, evasione. La questione fiscale a Brescia”, che verrà presentato lunedì alla stampa – nella sede Cisl – alla presenza di Damiano Galletti (segretario generale Cgil Brescia), Francesco Diomaiuta (segretario generale Cisl Brescia) e Mario Bailo (segretario generale Uil Brescia).

Cdo in assemblea. Gli associati tornano a crescere: più 10 per cento

in Associazioni di categoria/Cdo/Economia/Evidenza by

“Cambiare, ma insieme, perché il cambiamento, se condiviso, diventa concreto ed efficace, può sostenere e incoraggiare mettendo a disposizione esperienza e amicizia per affrontarlo senza indugi. Non a caso il tema dell’Assemblea di quest’anno, nonché il tema Associativo 2017 è: ‘In compagnia si cambia. Davvero’, una filosofia che CdO ha sempre perseguito e con la quale stiamo consolidando il nostro percorso, che in questi anni ha dato i suoi frutti. E’ la strada corretta che vogliamo continuare a percorrere, cercando una collaborazione fattiva e trasversale con le Istituzioni, le Associazioni e naturalmente con tutte quelle imprese che hanno voglia di accompagnarci.

Con queste parole *Paolo Paoletti, Presidente di Compagnia delle Opere Lombardia Sud Est* (che comprende i territori di Brescia, Mantova, Cremona e Lodi), ha aperto oggi a Villa Fenaroli (Rezzato, BS) l’Assemblea annuale dell’Associazione, che ha registrato, come lo scorso anno, il tutto esaurito con oltre 500 partecipazioni all’Assemblea e oltre 350 presenze alla cena che è seguita.

*”In un momento nel quale il modello generale dell’economia è cambiato, perché si va sempre più verso la sharing economy, CdO è luogo ideale per fare impresa, perché mette al centro le esigenze dell’imprenditore in primis, e poi quelle dell’impresa, valorizzando il confronto come strumento di formazione verso la consapevolezza e, quindi, verso una nuova competitività basata sullo scambio, non più sull’individualismo spinto” *ha aggiunto *Chiara Brunori, Direttore CdO Lombardia Sud Est. **”A parlare sono anche i numeri** – ha continuato Brunori – **l’Associazione ha registrato nel 2016 un incremento del 10% di nuovi associati, che hanno superato quota 500, dei quali il 45% appartiene al settore produttivo, il 32% a quello dei servizi e il 23% alla sfera dei professionisti. Anche il mondo giovanile si è fatto protagonista nella nostra realtà. Molti nuovi associati con un’età media di 35 anni, che hanno dimostrato interesse sempre più elevato verso gli eventi e i momenti formativi o di confronto con imprenditori eccellenti del territorio e di livello nazionale. Dopo la nascita di CDO Lombardia Sud Est, inoltre, c’è ancora più condivisione di intenti e progetti sia con le altre sedi sul territorio nazionale che con le 17 nel mondo – **ha concluso Brunori.** Una collaborazione che si sta già concretizzando per il grande evento che CdO organizza annualmente,

Sharing 2017, che si terrà al Mico di Milano il 9 e 10 marzo e che sarà un importantissimo hub di condivisione di linee di sviluppo e di conoscenze tra aziende”.*

Relatore d’eccezione è stato *Giammarco Piacenti, Ceo della Piacenti spa Cultural Heritage Conservation*, la cui impresa ha vinto l’appalto mondiale per il restauro della Basilica di Sant’Elena a Betlemme, patrimonio Unesco. Piacenti ha raccontato proprio di questo grandioso progetto sulla Chiesa della Natività, al quale è dedicata anche la Mostra “Restaurare il Cielo” che inaugurerà domani, 11 Novembre alle 10, al Centro Paolo Vi di Brescia. “*Un sogno* – *l’ha definito Piacenti-* *dove scienza e bottega lavorano come in un’Opera del Duomo attraverso 170 uomini e più di 60 aziende, con l’Autorità Nazionale Palestinese che gestisce il lavoro per le tre Chiese. Un sogno dal quale non vogliamo svegliarci”. *

Sul palco dell’Assemblea anche *Francesco Meneghetti, Founder & Ceo presso Fabbricadigitale *che ha spiegato il progetto Open Innovation, un modello di innovazione secondo il quale le imprese, per creare più valore e competere meglio sul mercato, non possono basarsi soltanto su idee e risorse interne ma hanno il dovere di ricorrere anche a strumenti e competenze tecnologiche che arrivano dall’esterno, in particolare da startup, Università, Istituti di ricerca, fornitori, inventori, programmatori e consulenti.

*Le conclusioni sono state affidate a Bernhard Scholz, presidente Nazionale Compagnia delle Opere,* *che ha sottolineato* come *”per lo sviluppo delle nostre imprese oggi è più che mai decisivo incontrarsi, confrontarsi, imparare gli uni dagli altri. Ci sono, infatti, una ricchezza e un potenziale di crescita che potrebbero essere molto più condivisi, giovando a tutti. Per questo – **ha concluso Scholz -** occorrono luoghi che favoriscano un dialogo aperto e competente e noi, come altre associazioni, vogliamo continuare a crescere su questa strada”.*

Trump, le imprese che lavorano con gli Usa non hanno paura

in Automotive/Economia/Export by

Trump presidente, per le imprese milanesi e lombarde non ci saranno conseguenze per il business. C’è ottimismo, per il 21% delle imprese gli affari miglioreranno, contro il 13% che si aspetta conseguenze negative e il 27% stabilità rispetto ad ora. La crescita, per uno su cinque che mostra ottimismo, sarà del 5-10%. Avrebbero preferito una vittoria della Clinton (36%) rispetto a Trump (27%), ma il 25% avrebbe voluto qualcun altro al loro posto. Per la maggior parte la presidenza di Obama non ha aiutato gli scambi con l’Italia come era previsto (per il 28% non ha aiutato, per il 13% meno del previsto, rispetto al 27% per cui è stata una presidenza favorevole). Emerge da un’indagine di Camera di commercio di Milano insieme all’azienda speciale Promos su circa 200 imprese lombarde attive sui mercati esteri, la maggior parte verso gli USA, al 9 e 10 novembre 2016.
Un mercato in crescita quello degli Stati Uniti, per il 33% più attrattivo di otto anni fa contro il 15% che lo ritiene meno attrattivo. Il 65% vorrebbe incrementare i rapporti con gli USA. Per il 75% circa sono un mercato interessante per i loro prodotti.
Sono 1193 le multinazionali americane in Lombardia e danno 135 mila posti di lavoro, con 49 miliardi di fatturato all’anno. Prime Milano (916 con 100 mila addetti e 39 miliardi), Monza (108 con 10 mila addetti e 3,4 miliardi), Brescia (34 con 3 mila addetti e 1 miliardo), Bergamo (27 con 4 mila addetti e 1,4 miliardi). Emerge da una elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Invest in Lombardy.
Gli USA pesano una vendita all’estero su sei per la Lombardia (16,2%). Sono circa 8 mila le imprese lombarde che esportano verso gli USA,  di cui 3 mila  a Milano, quasi mille a Brescia, Bergamo, Monza e Varese. Quasi 200 mila le operazioni di export realizzate in un anno con gli Stati Uniti, di cui 126 mila a  Milano, circa 10 mila a Bergamo, Brescia, Monza, Varese e Como.
Una vendita export verso gli USA ogni quattro imprese lombarde (23%) ogni anno. Da Milano una ogni due imprese. Sono circa 200 mila operazioni effettuate dalle circa 800 mila imprese lombarde. A Milano la quota sale a  una impresa su due circa (43%), con 126 mila operazioni su circa 290 mila imprese.
La Lombardia negli scambi con gli Stati Uniti: 5,5 miliardi di euro di import-export nei primi sei mesi del 2016. Con 1,6 miliardi di import e 3,8 miliardi di export la Lombardia pesa il 23% dell’import nazionale verso l’America e il 21,2% dell’export. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati Istat. Milano è prima per interscambio (53,6% dell’import-export regionale nel 2016), seguita da Bergamo (10%), Brescia (9,2%), Monza e Brianza (8,1%) e Varese (6%).
Le iniziative della Camera di commercio di Milano negli Stati Uniti. Dal prossimo mese di febbraio Promos, Azienda Speciale per le Attività Internazionali della Camera di commercio di Milano, propone un progetto negli Stati Uniti dedicato alle aziende del settore moda, nello specifico i segmenti coinvolti sono abbigliamento, accessori e calzature. Dopo un’analisi di mercato del prodotto, Promos si occuperà di favorire la promozione online dei prodotti attraverso campagne social e la pubblicazione di articoli su Fashion Magazine Online, oltre ad organizzare, a New York, incontri b2b con operatori statunitensi selezionati.
Missione negli Stati Uniti dal 25 al 27 giugno 2017. Promos organizza la partecipazione alla manifestazione Summer Fancy Food, fiera di riferimento per l’agroalimentare negli Stati Uniti, che nell’edizione 2016 ha visto la partecipazione di 2670 espositori da oltre 55 paesi di tutto il mondo. L’iniziativa è rivolta alle aziende del settore food: alimenti freschi, secchi, surgelati, caffè, condimenti e baby food.

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A2A, delibera quadro per l’emissione di prestiti obbligazionari

in A2A/Evidenza/Finanza/Partecipate e controllate/prestiti obbligazionari by

Il Consiglio di Amministrazione di A2A S.p.A., riunitosi in data odierna sotto la presidenza del Prof. Giovanni Valotti, ha assunto una delibera quadro per l’emissione di uno o più prestiti obbligazionari non subordinati, non garantiti e non convertibili, da emettersi, a valere sul Programma EMTN, in una o più serie o tranche, in una o più soluzioni, sino a un massimo complessivo di Euro 1 miliardo, entro il 31 dicembre 2019.Ai fini di quanto precede, il Consiglio di Amministrazione ha inoltre conferito mandato al Presidente Giovanni Valotti e all’Amministratore Delegato Luca Valerio Camerano affinché, disgiuntamente tra loro, possano provvedere, tenuto conto delle condizioni di mercato, a dare concreta attuazione alla deliberazione consiliare, entro i limiti della stessa.

I prestiti obbligazionari così emessi o i proventi da essi derivanti potranno, tra l’altro, essere utilizzati ai fini di una o più operazioni di liability management aventi ad oggetto il riacquisto o lo scambio di emissioni obbligazionarie precedentemente effettuate dalla società al fine di allungare la vita media del debito di Gruppo.

La decisione si inquadra nel contesto della strategia finanziaria del Gruppo A2A di medio termine finalizzata anche a garantire una adeguata flessibilità finanziaria volta alla gestione efficiente dei profili di rimborso del Gruppo, a sostenere il rating e a ridurre il costo medio del debito.

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