Nuova sfida per la Centrale del latte di Brescia, che ha deciso di entrare sul mercato con un prodotto senza confronti sugli scaffali italiani. Si tratta della nuova bottiglia di latte da 33 centilitri, che da circa un mese è disponibile in supermercati e negozi nelle versioni “Parzialmente scremato” e “Alta digeribilità” (meno dello 0,1 per cento di lattosio).
“Questo formato”, ha spiegato il direttore Andrea Bartolozzi, “è stato pensato per per coloro che apprezzano il latte pur non essendone grandi consumatori: ad esempio per chi lo usa soltanto per macchiare il caffè. Per noi si tratta di una novità importante, frutto di ricerca interna e del superamento di alcune difficoltà tecniche, che ci permetterà di allargare ulteriormente i confini del nostro mercato. Abbiamo un formato diverso dai nostri concorrenti (20 cl)”, ha aggiunto, “ma anche un prezzo inferiore. Inoltre solo noi siamo italiani al 100 per cento”.
A spiegare la complessità tecnica dell’operazione ci ha quindi pensato il responsabile della produzione Paolo Bonometti, che ha sottolineato come il nuovo formato sia stato concepito per non ridurre al minimo l’impatto sulle procedure di produzione e sulla logistica. E ha evidenziato come “il contenitore sia tutto in Pet, con barriera antiluce, doppio sigillo di garanzia che – in assenza del classico foglio di alluminio – permette di richiudere la bottiglia con il semplice avvitamento del tappo ripristinando le condizioni originali di conservazione”.
Infine è intervenuto il presidente Franco Dusina, che ha spiegato come il nuovo prodotto sia la rappresentazione della “quarta colonna” dell’attività della centrale: l’innovazione di prodotto e di processo (le altre sono la qualità, il servizio e la sicurezza). “Il nostro è latte 100 per cento bresciano”, ha quindi aggiunto il presidente della Centrale, “il fatto di essere piccoli, che può essere visto come un limite, è la nostra forza. Siamo bravi e dinamici e la gente ce lo riconosce”. A testimoniarlo sono anche i conti: settembre e ottobre, infatti, sono andati oltre ogni attese, un trend che potrebbe portare a un aumento dell’utile (la Centrale è in attivo da anni) nel caso le dinamiche legate al prezzo del latte non influiscano troppo sulla remuneratività. Un quadro che porta Dusina a dire che “la legge va nella direzione di imporre ai Comuni di cedere ai privati le società ritenute non strategiche, ma non tutte le aziende pubbliche possono essere trattate alla stessa maniera”.