Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

Vivibilità, un business in crescita per le imprese: +12% in Lombardia

in Economia/Tendenze by
Discoteca, foto Pixabay

Crescono i settori legati alla vivibilità, tra vita all’aria aperto, attività sportive, artistiche, creative e di intrattenimento in Italia e Lombardia, secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati del registro imprese 2019, 2018 e 2014, per un business che in regione supera i 2,3 miliardi di euro su oltre 9 miliardi a livello nazionale. Tra il 2014 e il 2019 le imprese attive passano da 74 mila a 83 mila  a livello nazionale e da 12 mila a 14 mila in regione, +12% e + 17%. La crescita nell’ultimo anno è del 3% in entrambi i casi. Le imprese lombarde del settore sono circa una su sei del totale italiano e hanno circa 43 mila addetti, +19% in cinque anni su 258 mila in Italia, +15%.

Ha dichiarato Marco Accornero, membro di giunta della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi: “Crescono i settori legati alla qualità della vita trainati da una maggiore attenzione a spazi verdi, ambiente e vita sportiva e all’aria  aperta. Nei nostri territori c’è una ricerca di una  maggiore vivibilità alla base di una vita sana. Le imprese di questi comparti collegati mostrano infatti una crescita costante in questi ultimi anni e un rafforzamento del business. La Camera di commercio è attiva per promuovere le buone pratiche a favore dell’ambiente e per le imprese lombarde è aperto un bando per incentivare l’economia circolare”.

Bando ambiente entro il 2 agosto, i progetti della Camera di commercio per le imprese, in Lombardia, incentivi per l’economia circolare. Avvicinare le Pmi a nuovi modelli di economia circolare è l’obiettivo dell’ultima iniziativa promossa dalle Camere di commercio lombarde e Regione Lombardia, con il supporto di Unioncamere Lombardia. Il bando, strutturato in tre fasi, mette a disposizione contributi a fondo perduto per finanziare i progetti: che promuovano il riuso e l’utilizzo di materiali riciclati, di prodotti e sottoprodotti o residui derivanti dai cicli produttivi in alternativa alle materie prime vergini e la riduzione della produzione dei rifiuti; di eco-design, ovvero che tengano conto dell’intero ciclo di vita del prodotto secondo la metodologia LCA (Life Cycle Assessment). I soggetti richiedenti – le micro, piccole e medie imprese lombarde che presentino progetti in forma singola o in aggregazione formate da almeno 3 imprese rappresentanti la/le filiera/e – potranno presentare le loro “idee progettuali” in forma scritta indicando anche il valore del contributo richiesto (€ 10.000 o € 20.000). Le Fasi 1 e 2 consistono in una call per i migliori progetti in tema di economia circolare e possono parteciparvi le MPMI del territorio lombardo, in forma singola o in forma di aggregazione composta da almeno 3 imprese rappresentanti la filiera/filiere diverse; all’aggregazione può prendere parte anche una grande impresa che non potrà essere però beneficiaria di contributi. La scadenza per la prima e seconda fase è fissata dal 2 agosto 2019. La Fase 3 sarà oggetto di un apposito bando che sarà pubblicato entro la fine 2019. Per maggiori informazioni https://www.milomb.camcom.it/bando-innovazione-delle-filiere-di-economia-circolare-in-lombardia.

I settori. Al primo posto le attività sportive, di intrattenimento e divertimento con 6 mila imprese in Lombardia (+15,7% in cinque anni) su 44 mila in Italia (+8,9%), le attività per la cura dei giardini e il  paesaggio con 4.623 imprese lombarde (+28,5% in cinque anni) su 23 mila nazionali (+24,4%), le attività creative e artistiche con quasi 3 mila imprese su 15 mila (+5% in entrambi i casi). Ci sono anche 201 musei – impresa in Lombardia (+6%) su circa 1.300 in Italia (+16%). Piace la vita all’aria aperta, tra servizi per il verde e i parchi e le attività sportive sono circa 10 mila imprese in Lombardia su 60 mila in Italia.

Forte presenza di donne e giovani. Un settore femminile, in cui le donne pesano il 16% in Lombardia e il 20% in Italia e crescono del 14% in regione in cinque anni e del 7% nel Paese. Forte la presenza giovanile soprattutto in regione col 14% di tutte le imprese e col 12% in Italia.

Milano città ha 2.553 mila imprese, in crescita del 2% in un anno e del 26% in dieci  anni con un picco di crescita tra il 2010 e il 2011, +7%, trainato dalle attività sportive e tra il 2015 e il 2017 con +4% all’anno, trainato dalla cura del verde e del paesaggio (+12% tra il 2015 e il 2016 e +8% tra il 2016 e il 2017).

Il settore dei servizi alla persona in Lombardia. Milano è prima con oltre 4 mila imprese, 19 mila addetti (+5% in un anno e +29,6% in cinque anni) e un giro d’affari annuo da 1,5 miliardi. Crescono del 17% le imprese in cinque anni e del 30% gli addetti. Vengono poi Brescia con quasi 2 mila imprese (+15% in cinque anni) e 5 mila addetti, Bergamo (+21% nel quinquennio) e Varese (+13%) con oltre mille imprese e rispettivamente 4 mila e 3 mila addetti,  Monza e Brianza con Como con quasi mille imprese, entrambe + 22% dal 2014 al 2019, con circa duemila addetti. Quasi duemila gli addetti anche a Pavia e Mantova,  con 735 e 524 imprese, + 3% in cinque anni. A Lodi ci sono 251 imprese, +12% dal 2014 ad oggi e + 6% nell’ultimo anno, con 427 addetti.

In Italia per provincia. Prima Roma con oltre 7 mila imprese (+12% in cinque anni), poi Milano con 4 mila (+17% in cinque anni), Napoli con oltre 3 mila (+12% in cinque anni), Torino con quasi 3 mila (+10% in cinque anni), Brescia con quasi 2 mila (+15% in cinque anni), Firenze con 1.711 (+15% in cinque anni). Per addetti, prime Roma e Milano, con circa 20 mila, Napoli e Torino con 8 mila, Firenze con 6 mila (+19% in cinque anni), Torino con 5 mila.

I settori

81.3 Cura e manutenzione del paesaggio
90.0 Attività creative, artistiche e di intrattenimento
90.01 Rappresentazioni artistiche
90.02 Attività di supporto alle rappresentazioni artistiche
90.03 Creazioni artistiche e letterarie
90.04 Gestione di strutture artistiche
91.0 Attività di biblioteche, archivi, musei ed altre attività culturali
91.01 Attività di biblioteche ed archivi
91.02 Attività di musei
91.03 Gestione di luoghi e monumenti storici e attrazioni simili
91.04 Attività degli orti botanici, dei giardini zoologici e delle riserve naturali
93.1 Attività sportive
93.2 Attività ricreative e di divertimento
TOTALE Imprese per il tempo libero/vivibilità

Musica, nel Bresciano 166 imprese per 566 addetti

in Economia/Tendenze by
Musicista, foto generica da Pixabay

È la Lombardia la Regione regina della musica italiana con il 20,3% delle imprese attive (oltre 2 mila su circa 10 mila in Italia), e il 19 % degli addetti del settore musicale (oltre 10 mila su circa 54 mila) secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati del Registro Imprese al primo trimestre 2019. Milano, seconda in Italia dopo Roma, ne è il cuore nevralgico, con le sue 950 imprese (il 10% nazionale) e 7 mila addetti (il 13% italiano).

Il settore musicale in Lombardia. Un comparto composto da 442 imprese del settore manifatturiero (fabbricazione di strumenti e supporti musicali ecc.), 394 imprese del commercio e 759 imprese dei servizi. Un settore che in Lombardia vale quasi 4 miliardi all’anno sui quasi 8 italiani, quasi interamente concentrati a Milano (3,6 miliardi).

Spiccano in particolare le attività di registrazione (504 imprese su 1.896 in Italia, 26,6%), le discoteche e sale da ballo (408 su 2.748, 15%), la fabbricazione di strumenti musicali, e i corsi di danza specializzati (155 su 695, il 28%).

Milano è prima in regione con 950 imprese specializzate in musica (9,6% nazionale), in crescita del 4,3% in 5 anni e quasi 7 mila addetti (13% italiano). La seguono Cremona con 222 imprese e circa 541 addetti, Brescia con 166 imprese e 566 addetti, Bergamo con 142 imprese e 451 addetti, Monza Brianza 101 imprese e 251 addetti. Lodi ha il più alto tasso di crescita: +9,1% rispetto al 2018 e + 14,3% in 5 anni.

Il settore musicale in Italia. Sono quasi 10 mila le imprese attive nel settore e oltre 53 mila gli addetti. Roma e Milano sono prime con quasi mille imprese ciascuna, vengono poi Napoli con circa 500, Torino con quasi 400, Bologna e Cremona con oltre 200. Per numero di addetti prima è Roma (16 mila) seguita da Milano (7 mila).

Superano i mille addetti anche Firenze, Bari, Bologna, Ascoli Piceno.

Banche, Ubi cede 900 milioni di euro di posizioni in sofferenza

in Banche/Economia/UBi by

UBI Banca informa con una nota di aver ceduto 900 milioni di euro di posizioni in sofferenza. In particolare l’istituto di credito comunica che:

1)  è stata perfezionata la vendita di crediti factoring in contenzioso per circa € 157 milioni lordi, oggetto di deconsolidamento già nel secondo trimestre dell’anno;

2) è stata accettata l’offerta vincolante di Credito Fondiario per la cessione di un portafoglio leasing classificato a sofferenza, per un ammontare pari a circa € 740 milioni lordi nominali alla data di cut-off del 31 ottobre 2018 (63% del totale sofferenze di UBI Leasing). Il closing dell’operazione è soggetto alle condizioni sospensive generalmente previste per questo genere di transazioni, tra cui la certificazione notarile per la trasferibilità dei beni; la cessione si articolerà in due fasi, attese concludersi rispettivamente entro settembre 2019 ed entro dicembre 2019, consentendo il pieno deconsolidamento del portafoglio venduto entro fine anno.   Le operazioni citate ricadono nella categoria delle cessioni opportunistiche, consentendo la dismissione economica di portafogli particolarmente complessi e agevolando la gestione interna del recupero crediti, fulcro della NPL Strategy del Gruppo.

3)   l’impatto complessivo delle due operazioni sul conto economico del secondo trimestre dell’anno sarà pari a circa €104 milioni lordi (circa €70 milioni netti) da contabilizzarsi alla voce “rettifiche su crediti”. A livello di CET1 ratio, tale impatto verrà sostanzialmente compensato, quando tutte le vendite saranno perfezionate, dalla riduzione dei Risk Weighted Assets (-€450 milioni);

4)  tenuto conto delle cessioni sopra riportate, il ratio complessivo dei crediti deteriorati lordi sui crediti totali lordi, calcolato sui dati al 31 marzo 2019, si attesta pro-forma al 9,4% circa (rispetto al 10,4% rilevato a fine marzo 2019);

5)  proseguono inoltre a ritmo sostenuto i recuperi tramite gestione interna, attesi contribuire significativamente nell’anno all’ulteriore riduzione dello stock di crediti deteriorati.

La bresciana Neosperience allarga il Cda: dentro Camisa e Patrini

in Economia/Innovazione/Nomine by
Neosperience in Borsa

Neosperience, società attiva come software vendor nel settore della Digital Customer Experience quotata sul mercato AIM Italia, comunica che in data odierna si è regolarmente svolta, presso la sede legale della Società, l’Assemblea ordinaria di Neosperience S.p.A..

L’Assemblea ha deliberato in favore dell’aumento del numero dei componenti del Consiglio di Amministrazione da 7 a 9 e ha nominato, sino alla approvazione del bilancio di esercizio al 31 dicembre 2020, due nuovi amministratori, in persona dei signori Dott.ssa Laura Patrini, Customer Success Director della Società, e il Dott. Gianni Camisa, che assumerà l’incarico di Chief Operating Officer di Neosperience.

Gianni Camisa ha maturato una profonda esperienza nell’Information Technology, ricoprendo ruoli di crescente responsabilità in realtà come IBM, per cui ha guidato la Divisione Servizi per il Sud Europa, Almaviva e Dedagroup, dove negli ultimi anni è stato Group CEO e ha condotto la società nel suo sviluppo internazionale, c on una crescita del fatturato da 85 a oltre 25 0 milioni di Euro.

Sono felice di questa scelta di Gianni Camisa, che sono certo contribuirà a realizzare ancor meglio gli obiettivi ambiziosi che ci siamo prefissi grazie alla sua vasta esperienza internazionale e alla sua storia professionale di assoluta eccellenza” ha dichiarato Dario Melpignano, Presidente della Società.

Nessuno dei nuovi amministratori detiene strumenti finanziari della Società. E’ stata quindi approvata la proposta in merito alla modifica dei compensi pre visti per il Consiglio di Amministrazione per un importo complessivo massimo pari a Euro 400.000.

Il verbale dell’Assemblea sarà m esso a disposizione del pubblico nei termini di legge e sarà reso disponibile sul sito internet della Società sul sito www.neosperience.com nella sezione Documenti societari, area Assemblee.

 

Attività professionali, nel Bresciano sono oltre 5mila

in Economia/Tendenze by
Professionista al lavoro, foto generica da Pixabay

Un’ attività professionale su sette in Italia è a  Milano e una su quattro del Paese ha sede in Lombardia. Il capoluogo lombardo si conferma cuore nevralgico delle professioni che si fanno attività di impresa, spesso al servizio delle stesse imprese. Emerge dai dati del servizio studi della Camera di commercio di Milano al 2019 sulle imprese attive nel Registro delle Imprese. Un dato significativo al quale va aggiunto l’intero universo dei liberi professionisti legati agli ordini o alle professioni non regolamentate.

Il settore in Italia. Sono 46.143 le attività professionali in Lombardia al 2019, di cui oltre 30mila nell’area di Milano Monza Brianza e Lodi, su un totale nazionale di  189.954. Danno lavoro a 537mila addetti, oltre 192mila in Lombardia che occupa il 36% del totale degli addetti delle attività professionali di tutta Italia. Di questi 149mila sono nella sola Milano.

Tra le altre province Roma, Torino, Napoli e Brescia con rispettivamente 17.413, 9.831, 6.910 e 5.202 attività professionali. Il podio per numero di addetti dopo la Lombardia vede al secondo posto il Lazio con quasi 64.500 addetti, terzo il Piemonte a quota 52mila.

Prevalgono attività di direzione aziendale e di consulenza, circa 58.500 in Italia, 12mila nella sola area di Milano Monza Brianza Lodi. Ottime performance anche per le attività professionali legate alla pubblicità e ricerche di mercato e ad attività professionali scientifiche e tecniche.

Il settore a Milano Monza Brianza Lodi. Sono 26.463 le attività professionali a Milano, in crescita dell’11,4% in cinque anni, dell’3,3% in un anno. Si tratta di attività di direzione aziendale e di consulenza, circa 10.634 attività, oltre 5mila attività nella pubblicità e ricerca di mercato, oltre 2mila studi di architetti e ingegneri, 1.400 attività di servizi legali e contabili, oltre 650 di ricercatori. Numeri in crescita anche per le province di Monza Brianza e Lodi che rispetto al 2018 segnano rispettivamente + 2,7% (3243  imprese) e +1,4% (quasi 500 attività).

 

 

 

Centro Padane Srl: già acquisiti progetti per oltre un milione di euro

in Economia/Edilizia/Evidenza by
Il presidente di Centro Padane Srl Fabrizio Scuri

L’assemblea costitutiva si è tenuta lo scorso ottobre. Ma in pochi mesi di vita Centro Padane Srl ha già gestito progetti e attività di direzione lavori per oltre un milione di euro, la maggioranza dei quali proprio nella leonessa.

La società – controllata in maniera paritaria dalle Province di Brescia e Cremona – nasce da una costola della vecchia Autostrade Centro Padane con l’obiettivo di supportare le amministrazioni locali nella gestione, direzione lavori e pianificazione di opere stradali e di edilizia pubblica, nella manutenzione straordinaria delle strade e nella definizione di progetti di smart road.

Il primo punto sulle attività della società guidata da Fabrizio Scuri si terrà il 19 luglio, con la nuova assemblea dei soci.

Ma prima di quell’appuntamento potrebbero arrivare nuovi affidamenti dal Broletto. Ad oggi i principali interventi in terra bresciana hanno riguardato le verifiche sismiche in diversi istituti scolastici (Tartaglia, Olivieri, Abba Ballini e Castelli di Brescia, Cerebotani di Lonato e De Medici di Gardone Riviera) e la direzione lavori nella riqualificazione degli impianti di illuminazione di gallerie e svincoli della provincia. Due voci, che da sole valgono oltre la metà dei lavori complessivi, a cui si aggiunge il  coordinamento della sicurezza per diversi cantieri di pavimentazione di strade provinciali.

Nelle prossime settimane, poi, è attesa l’assegnazione di commesse per altri 350mila euro, tra cui – per Brescia – la variante della Sp 235 di Orzivecchi, la verifica dello stato di conservazione del ponte della SP 345 sul fiume Oglio e la progettazione definitiva dell’allargamento della SP 2 nella tratta compresa tra l’intersezione con la SP 72 e la SP BS 235 e della variante sud di Bagnolo.

“Il nostro ruolo”, commenta il presidente Fabrizio Scuri, “è quello di supportare i nostri soci, garantendo una qualità crescente degli interventi e facendo economie di scala con Cremona e con le altre province limitrofe che ci auguriamo possano entrare nella compagine societaria, con cui sono già stati avviati diversi progetti. Siamo al lavoro per accrescere esperienza e competenze al servizio degli enti soci e in vista di futuri, significativi, affidamenti. Ringrazio”, conclude Scuri, “la Provincia di Brescia, a partire dall’attuale presidente e dal suo predecessore, per la fiducia che ci hanno già dato e che ci stanno dando quotidianamente”.

“La sfida a cui è chiamata Centro Padane”, aggiunge il presidente della Provincia di Brescia Samuele Alghisi, “è particolarmente significativa per i bresciani. Di fronte al continuo taglio delle risorse, gli enti locali devono puntare sempre di più sulle sinergie per continuare a garantire servizi di qualità. La Società sarà certamente in grado di portare avanti scelte strategiche nell’interesse di tutti i cittadini”.

Massetti (Confartigianato): infrastrutture importanti, ora sì al traforo del Mortirolo

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Evidenza/Infrastrutture by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

«In occasione dei 70 anni di Confartigianato Brescia siamo stati su tutto il territorio provinciale con incontri propositivi rilanciando iniziative per imprese ed economie locali. A Lumezzane si è parlato di “distretto ritrovato” e, ancora una volta, del tema rilevante per la rinascita valgobbina: la realizzazione dell’autostrada della Valtrompia. Fondamentale infrastruttura per il trasporto veloce dei prodotti manifatturieri e la rinascita del distretto, sia per i comuni cittadini e che grazie anche a tutte le battaglie fatte anche da Confartigianato è pronta per avviare finalmente i lavori. Ora ci batteremo per il traforo del Mortirolo, opera impotante in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026, così come per anni abbiamo fatto per l’autostrada della Valtrompia. Opera realizzabile in tempi brevi quella del traforo, due, tre anni, che collegherà due province della stessa regione e di cui esiste il progetto sin dal 2003: basta rivederlo rapidamente e i lavori di realizzazione possono partire. Il Mortirolo consentirebbe di facilitare i collegamenti incrementando le opportunità per il turismo, divenendo un asset fondamentale per la mobilità, sia delle persone che delle imprese manifatturiere. Siamo e saremo alla testa del coro delle imprese, insieme ai molti sindaci che da decenni si battono per il sì a quest’opera, convinti che se se ne va un’impresa se ne vanno posti di lavoro e che proprio infrastrutture adeguate siano fondamentali per mantenere vivo il comparto economico delle zone valligiane e montane» commenta il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti.

Perché, se in provincia di Brescia si possono individuare 18 distretti artigianali ed industriali, quello di Lumezzane comprende 14 comuni più o meno limitrofi le cui attività economiche ruotano attorno al polo valgobbino, questi comuni vanno da Sarezzo a Collio, passando per Villa Carcina e Bione: dati sorprendenti quelli presentati recentemente da Confartigianato e che indicano che in distretto non è affatto morto. Ad esempio il tasso di occupazione al 2018 è del 50,3%, 0,6 punti percentuali in più rispetto al 49,7% del 2008, prima della crisi economica. Il settore manifatturiero mostra avere un’incidenza molto maggiore qui rispetto ad altri distretti, infatti il 25,1% delle imprese è concentrato in questo settore (contro il 13,1% in provincia), e di esse il 65,1% è artigiana (contro il 59% della provincia). Dati tengono anche conto della forte selezione che la crisi ha comunque operato tra le imprese di Lumezzane e dintorni infatti le realtà artigianali sono circa 262 in meno rispetto al 2009. Il distretto presenta una forte vocazione alla piccola impresa infatti il 97,3% delle realtà lavorative conta meno di 50 addetti.

«Un territorio, quello della Valtrompia, con capacità professionali e competenze uniche, una forte vocazione manifatturiera e una rete d’imprese ancora straordinariamente legate al territorio e un altrettanto straordinaria apertura ai mercati esteri, con la prevalenza di mercati Ue, in prima linea quelli tedeschi. Città-officina con la sua storia che ci parla di una costante capacità di rinnovarsi e di ripartire. La Germania è il primo paese acquirente per quanto riguarda il mercato del distretto di Lumezzane, infatti detiene Il 15,7% dell’export di macchinari e apparecchiature e il 28,1% per i prodotti di metallurgia, seguita da Stati Uniti, Francia e Cina. Merita attenzione, merita quest’opera, anche se con un ritardo assurdo» conclude Massetti.

Telethon, in Lombardia 4 milioni per finanziare progetti di ricerca

in Economia/Solidarietà by
Ricerca scientifica, foto generica da Pixabay

È la Lombardia la regione con il numero più alto di progetti finanziati: si tratta del bando di concorso 2019 promosso dalla Fondazione Telethon per la ricerca sulle malattie genetiche rare. Sono 17 i progetti di ricerca che hanno ottenuto fondi per un totale di quasi 4 milioni euro nella regione lombarda, dopo l’attenta selezione da parte della Commissione medico-scientifica della Fondazione, composta da 30 scienziati di statura internazionale provenienti da diversi Paesi del mondo.

Di seguito l’elenco dei ricercatori finanziati e della malattia oggetto di studio:

  • Stefania Corti, Ospedale Maggiore Policlinico di Milano – malattia di Charcot Marie Tooth, tipo 2A
  • Fabio Martelli, Gruppo Ospedaliero San Donato – distrofia miotonica di tipo 1
  • Vania Broccoli, Fondazione Centro San Raffaele – sindrome di Rett
  • Gaia Colasante, Fondazione Centro San Raffaele – sindrome di Dravet
  • Maurizio D’Antonio, Fondazione Centro San Raffaele, e Davide Pareyson, Istituto Neurologico Besta – malattia di Charcot Marie Tooth, tipo 1B
  • Bice Chini, Istituto di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche – sindrome DiGeorge
  • Angelo Poletti, Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari dell’Università di Milano – malattia di Kennedy
  • Giuseppe Danilo Norata, Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari Università di Milano – ipercolesterolemia familiare
  • Francesco Bifari, Dipartimento di Biotecnologia Medica e Medicina Traslazionale dell’Università di Milano – malattia di Krabbe
  • Silvia Priori, IRCCS Maugeri di Pavia e Carlo Camilloni, Dipartimento di Bioscienze dell’Università di Milano – sindrome del QT lungo
  • Elisabetta Dejana, Istituto FIRC di Oncologia Molecolare (IFOM) – malformazione cavernosa cerebrale
  • Giuseppe Testa, Università di Milano-Istituto europeo di oncologia e Davide Pozzi, Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Humanitas – sindrome di Williams
  • Alejandro López Tobón, Istituto europeo di oncologia – sindrome di Weaver
  • Jens Geginat – sindrome da Iper IgE

Nell’ambito del bando di concorso 2019 sono stati presentati 326 progetti, tutti sottoposti al vaglio della Commissione medico-scientifica della Fondazione che per la selezione si è avvalsa del metodo del peer review, ovvero “revisione tra pari”, lo stesso impiegato dalle riviste scientifiche internazionali per i lavori da pubblicare. Complessivamente sono 50 i gruppi di ricerca che hanno meritato un finanziamento, per un totale di oltre 11 milioni di euro destinati alla ricerca scientifica di eccellenza. Tutti i dettagli sono disponibili sul bilancio di missione pubblicato sul sito www.telethon.it

Dalla sua nascita, Fondazione Telethon ha investito in ricerca oltre 528 milioni di euro, ha finanziato oltre 2.630 progetti con oltre 1.600 ricercatori coinvolti e più di 570 malattie studiate.  Ad oggi grazie a Fondazione Telethon è stata resa disponibile la prima terapia genica con cellule staminali al mondo, nata grazie alla collaborazione con GlaxoSmithKline e Ospedale San Raffaele. Strimvelis, questo il nome commerciale della terapia, è destinata al trattamento dell’ADA-SCID, una grave immunodeficienza che compromette le difese dell’organismo fin dalla nascita. La terapia genica è in fase avanzata di sperimentazione anche per la leucodistrofia metacromatica (una grave malattia neurodegenerativa), la sindrome di Wiskott-Aldrich (un’immunodeficienza) e per la beta talassemia, mentre è appena stata avviata per due malattie metaboliche dell’infanzia (rispettivamente, la mucopolisaccaridosi di tipo 6 e di tipo 1). Inoltre, all’interno degli istituti Telethon è in fase avanzata di studio o di sviluppo una strategia terapeutica mirata anche per altre malattie genetiche, come per esempio l’emofilia o diversi difetti ereditari della vista. Parallelamente, continua in tutti i laboratori finanziati da Telethon lo studio dei meccanismi di base e di potenziali approcci terapeutici per patologie ancora senza risposta.

Giappone: per Brescia vale 10 milioni di export al mese

in Economia/Export/Tendenze by
Giappone

Giappone e Lombardia, business da oltre 800 milioni secondo i dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Promos Italia la struttura delle Camere di commercio per l’internazionalizzazione delle imprese, con scambi per 470 milioni per l’export e 350 milioni per l’import nei primi tre mesi del 2019. Pesa la Lombardia circa il 30% del totale italiano sia per l’import che per l’export. Il totale italiano è di 1,1 miliardi di import e di 1,6 miliardi di export. In Italia, l’export cresce del +8,8% e l’import del +16,8% nei primi tre mesi del 2019, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il 99% dell’interscambio riguarda i prodotti di manifatturieri.

Per provincia (primi 3 mesi 2019). Prima Milano con 218 milioni di import e 308 milioni di export nei primi tre mesi del 2019, insieme a Varese con 33 e 36 milioni, Bergamo con 20 e 31 milioni, Brescia con 12 e 30 milioni (10 al mese di export), Monza con 44 e 18 milioni. Pesa Milano oltre il 60% del totale regionale in entrambi, sia import che export.

Export, principali settori per la Lombardia (primi 3 mesi 2019). Milano ha esportato moda per 157 milioni, macchinari per 24 milioni, chimica per 36 milioni e alimentari per 15 milioni. Varese ha esportato mezzi di trasporto per 18 milioni e macchinari per 6 milioni. Bergamo ha esportato moda e macchinari per 7 milioni. Tra i settori in crescita per Milano il legno e i prodotti in legno (+124% in un anno), per Bergamo articoli farmaceutici (+107%) e food (+18%), per Brescia metalli (+70%) e food (+40%), per Varese legno (+ 670%) e trasporti (+162%), per Monza metalli (+36%).

Import, principali settori per la Lombardia (primi 3 mesi 2019).Milano ha importato macchinari (70 milioni), prodotti chimici (41 milioni), elettronica (31 milioni) e mezzi di trasporto (20 milioni). Monza ha importato prodotti chimici (18 milioni), Varese macchinari (18 milioni) e Bergamo mezzi di trasporto (8 milioni).

 

Burocrazia, alle piccole imprese bresciane costa 550 ore di lavoro all’anno

in Aib/Associazioni di categoria/Economia by
Burocrazia

La sinergia tra l’Associazione Industriale Bresciana e l’OpTer (Osservatorio per il territorio: impresa, formazione, internazionalizzazione) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha dato alla luce il primo “Osservatorio sui costi della PA” per le imprese industriali bresciane, report che ha mappato le procedure burocratiche di maggiore impatto per le imprese, analizzandone i costi e monitorandone i tempi.

Per raccogliere i dati necessari sono stati sottoposti appositi questionari alle aziende associate ad AIB che hanno aderito all’iniziativa e, una volta elaborate le informazioni, è stato predisposto un documento illustrativo, con l’obiettivo di verificare lo stato dell’incidenza della burocrazia sull’attività delle imprese. Ciò ha consentito di ottenere un’istantanea rappresentativa degli adempimenti più impattanti.

Tra i dati di maggiore importanza spiccano le ore medie annue impiegate dal personale delle aziende per portare avanti gli iter amministrativi: 550 ore per le piccole imprese e oltre 1.200 per le medie imprese.

Per quanto riguarda i tempi di attesa per ottenere i provvedimenti necessari all’esercizio dell’attività d’impresa, il dato più rilevante si è registrato in ambito edilizio-urbanistico e ambientale: fino a 18 mesi per il rilascio o rinnovo delle autorizzazioni ambientali; fino a 24 mesi per l’approvazione dei piani urbanistici attuativi.

Quanto all’incidenza della burocrazia sulla vita delle aziende, per le piccole imprese la quota dei costi che le stesse devono sostenere è stata stimata pari ad un valore medio del 2,7% del fatturato: ogni 100 euro di ricavi, circa 3 euro sono assorbiti dalle procedure burocratiche. Per le medie imprese, invece, gli oneri burocratici si attestano in media all’1,2% del fatturato.

Gli obiettivi dell’iniziativa promossa da AIB e OpTer sono anche quelli di far emergere le semplificazioni normative che ancora faticano a essere realizzate e di evidenziare eventuali aggravi derivanti da novità normative e/o procedimentali.

“Con questo osservatorio, che sottolineo è alla sua prima edizione, intendiamo dare voce al territorio, all’impresa e all’esperienza degli imprenditori che vivono tutti i giorni l’impresa, i suoi successi, ma anche le fatiche quotidiane – commenta Filippo Schittone, Direttore di AIB –. Dal lavoro svolto insieme all’Università Cattolica emerge inequivocabilmente come la burocrazia resti un macigno nella vita di tutte le imprese, macigno che deve essere rimosso per poter liberare energie preziose alla competitività delle aziende. Apprezziamo certamente la presenza di un Ministero per la Pubblica Amministrazione nella compagine governativa ma vorremmo che potesse essere il primo motore di semplificazione e di modernità burocratica nel Paese. Apprezziamo anche che Regione Lombardia abbia da anni avviato, in coordinamento con il sistema camerale, un percorso di semplificazione e digitalizzazione dei procedimenti amministrativi. Ma occorre fare di più, molto di più, a tutti i livelli. Non c’è un’unica via per traguardare alla “sburocratizzazione”; occorre scaricare a terra più azioni concorrenti, che tuttavia difficilmente coglieranno il successo se la “cifra” centrale dell’operazione non sarà costituita da una reale semplificazione normativa a livello legislativo, con una riscrittura in chiave moderna e liberale dei procedimenti, che comporti un forte ridimensionamento del potere della macchina burocratica, ai vari livelli di governo pubblico. In altri termini, meno stato e maggiore responsabilizzazione dei privati”.

“Le cause all’origine del sistematico gap dell’Italia, a livello di crescita economica, verso i Paesi competitor sono molteplici. Una di queste è certamente rappresentata dalla pesante macchina burocratica italiana, che risulta particolarmente penalizzante per le imprese e per i cittadini – spiega Giovanni Marseguerra, Ordinario di Economia Politica presso l’Università Cattolica e Direttore di OpTer – Una burocrazia non adeguata alla seconda economia manifatturiera a livello europeo e alla settima a livello globale. In un contesto internazionale caratterizzato ancora da grande incertezza e in cui il sostegno garantito fin qui alla nostra economia dalla domanda internazionale rischia di ridimensionarsi, è cruciale che la burocrazia non sia un peso ma un elemento di accresciuta competitività per le nostre imprese. In tal senso è oggi necessario e urgente procedere con decisione nel processo di semplificazione amministrativa al fine di rendere più chiaro, facile, comprensibile e snello il funzionamento dell’Amministrazione. In questo molto può aiutare un rinnovato slancio al processo di digitalizzazione della PA”.

Go to Top
Vai alla barra degli strumenti