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Il 27 ottobre parte Scalo Milano. Una scommessa bresciana da 170 milioni

in Commercio/Economia by

(a.tortelli) Aprirà i battenti il prossimo 27 ottobre Scalo Milano, il “city style district” di Locate Triulzi, a Milano, frutto di un investimento di circa 170 milioni di euro (di cui una ventina per la riqualificazione ambientale) sostenuto in gran parte dalla famiglia Lonati. A presentare l’iniziativa sono stati questa mattina Ettore Lonati (presidente dell’omonimo gruppo) e Carlo e Filippo Maffioli, presidente e ad di Promos, la società bresciana che si è occupata della progettazione e della realizzazione di Scalo.

“Dopo sei anni”, ha detto Ettore Lonati, “il progetto iniziato da mio fratello Tiberio è arrivato a compimento. Scalo Milano rappresenta per il nostro gruppo una grande sfida imprenditoriale, oltre che un’altra importante diversificazione. Il format di Scalo rivoluzionerà il panorama italiano dell’immobiliare commerciale”. “Il nostro sarà un progetto diverso da tutti gli altri: si distinguerà a livello architettonico, ma anche per la proposta merceologica”, ha sottolineato Carlo Maffioli.

Scalo nasce in un’area ex industriale (una ex fabbrica di biscotti), ed è realizzato come un vero e proprio quartiere integrato nel tessuto urbano milanese. (è servito direttamente dal passante metropolitano, dalla rete ferroviaria e dalle tangenziali). “All’interno”, come sottolineato da Filippo Maffioli, “troveranno spazio attività dedicati a food, fashion e forniture. In particolare Scalo sarà il design district più importante al mondo, raccogliendo oltre 30 marchi tra cui Fassina, Frau, Cappellini, Scavolini, Alessi e Callegari. Per il food Scalo avrà all’interno 20 ristoranti, da un ristorante stellato a una piadineria. Mentre sull’offerta fashion abbiamo lavorato per avere un’offerta differenziante sui brand non presenti in Italia, come Karl Lagerfield che aprirà il primo store monomarca in Italia. Complessivamente le nuove insegne saranno 45”. Inoltre sono in corso trattative con il Pirellone per ospitare all’interno di Scalo una scuola di formazione per vetrinisti in collaborazione con il Gruppo Foppa.

Nella prima fase i negozi attivi saranno 130 (ma l’obiettivo è arrivare a 330), distribuiti su una superficie commerciale di circa 30mila metri quadrati (con obiettivo a 60mila) e dislocati quasi interamente su un unico piano (ad eccezione della Food Court, ribassata rispetto alla strada). Ad affiancarli un’area verde di 130mila metri quadrati ceduta la Parco Agricolo Sud Milano.

Da subito i dipendenti saranno un migliaio, ma a regime scalo dovrebbe occupare circa 1.500 dipendenti (un migliaio quelle che si sono occupate delle fasi realizzative), con una stima di circa 8 milioni di visitatori entro il 2017.

Alfa Acciai, cala il fatturato, ma il gruppo torna all’utile e investe

in Acciaio/Bilanci/Economia by

Il fatturato cala, ma torna l’utile. E’ questa la sintesi del bilancio 2015 del gruppo Alfa Acciai, comunicata ieri con una nota. Un rendiconto in chiaroscuro, in cui è pesato il crollo del prezzo dell’acciaio che ha determinato un calo del fatturato del 12 per cento. A determinare il calo sono stati soprattutto i paesi Ue (meno 4 per cento) e extraUe (meno 4), perché i ricavi nel mercato italiano sono cresciuti del 6 per cento rispetto al 2014. In compenso la riorganizzazione interna del gruppo che conta ben 3.454 dipendenti ha permesso di aumentare i margini e tornare all’utile, che ha superato i 10 milioni di euro (l’Ebitda è cresciuto del 35 per cnto passando da 24,6 a 33,2 milioni). Mentre gli investimenti sono quasi raddoppiati rispetto all’anno precedente, arrivando a quota 27,6 milioni.

“Raccogliamo i frutti del gran lavoro effettuato in questi anni, avviato alla vigilia della crisi che ha colpito in particolare il comparto delle opere pubbliche e dell’edilizia in Italia e in Europa, impattando pesantemente sul nostro business principale”, si legge in una nota di Siderurgica Investimenti, la holding presieduta da Amato Stabiumi ed Ettore Lonati.

Ora restano da vedere i conti del nuovo anno, e come influirà sul prossimo bilancio la recente acquisizione per 2.805.000 euro dell’acciaieria di Montirone dall’ex gruppo siderurgico Stefana

attraverso la controllata al 100% Alfa Montirone.

L’Alfa Acciai ha acquistato il sito della Stefana di Montirone

in Acciaio/Economia by

L’Alfa Acciai ha acquistato il sito della Stefana di Montirone, in concordato dalla scorsa estate. L’asta per il ramo d’azienda si è conclusa con un atto di vendita all’acciaieria di San Polo, che ha offerto 2 milioni e 800 mila euro per l’impianto e l’area di 240mila metri quadrati. A cui si sommeranno almeno 3 milioni di euro di investimenti per la bonifica del sito ed il riavvio dell’impianto. Ai 69 dipendenti impiegati nel sito di Montirone sarà garantito nuovamente un posto di lavoro. Con quest’ultima operazione nelle casse del concordato sono entrati circa 65 milioni di euro, garantendo continuità lavorativa a 560 persone. L’unica incertezza rimasta è quella dell’impianto di via Bologna a Nave, con 190 lavoratori che da giugno non potranno più nemmeno contare sulla cassa integrazione.

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