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Tendenze - page 56

Nel 2017 produzione industriale in crescita, stabile l’artigianato manifatturiero

in Artigianato/Economia/Manifatturiero/Tendenze by

Nel primo trimestre del 2017 – secondo una nota del Centro Studi AIB – l’attività produttiva delle imprese manifatturiere bresciane registra una nuova crescita, a certificazione del complessivo buono stato di salute dell’industria locale. Dopo un 2016 positivo, prosegue quindi il recupero del made in Brescia, favorito, tra l’altro, dalla positiva evoluzione delle vendite, sia in Italia che sui mercati esteri.

Nel dettaglio, la produzione industriale segna un incremento congiunturale dell’1,7%; il tasso tendenziale (ossia la variazione dell’indice nei confronti dello stesso periodo dell’anno scorso) risulta non negativo per la quattordicesima rilevazione consecutiva (+3,1%). Il tasso acquisito, ovvero la variazione media annua che si avrebbe se l’indice della produzione non subisse variazioni fino alla fine del 2017, è pari a +2,7%. Il recupero dai minimi registrati nel terzo trimestre 2013 è dell’11,4%: ciò riporta la produzione su livelli che non si toccavano dal lontano 2011.

L’artigianato manifatturiero bresciano – secondo quanto rileva l’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio di Brescia –  chiude il primo trimestre dell’anno con dinamiche tendenziali complessivamente positive. Nel periodo gennaio-marzo la produzione artigiana ha segnato una variazione, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, pari a 3,1%, il fatturato è aumentato del 3,7% e gli ordini del 2,1%. Dal confronto territoriale, inoltre, emerge che l’artigianato bresciano ha conseguito risultati in linea con la media lombarda.

Tuttavia le dinamiche appena descritte non vengono replicate da un punto di vista congiunturale. La produzione registra una variazione nulla, il fatturato una crescita dello 0,8%, gli ordinativi diminuiscono invece dello 0,8%.

I principali indicatori dell’industria:

  • Con riferimento ai settori, l’attività produttiva è aumentata significativamente nei comparti metallurgico e siderurgico (+4,7%), meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche (+3,3%), materiali da costruzione ed estrattive (+2,9%); è invece cresciuta con minore intensità per gli operatori del carta e stampa (+1,7%), dell’abbigliamento (+1,5%), della meccanica tradizionale e mezzi di trasporto (+1,3%), del chimico, gomma e plastica (+1,3%) e del tessile (+0,6%). Non si segnalano variazioni degne di nota nel settore maglie e calze, mentre la produzione è dichiarata in discesa nell’agroalimentare e caseario (-1,2%), nel legno e mobili in legno (-1,2%) e nel calzaturiero (-3,1%).
  • Le vendite sul mercato italiano sono aumentate per il 34% delle imprese, diminuite per il 22% e rimaste invariate per il 44%. Le vendite verso i Paesi comunitari sono incrementate per il 26% degli operatori, scese per il 20% e rimaste stabili per il 54%; quelle verso i Paesi extra UE sono cresciute per il 29%, calate per il 17% e rimaste invariate per il 54% del campione.
  • I costi di acquisto delle materie prime sono saliti per il 34% delle imprese, con un incremento medio dell’1,8%. I prezzi di vendita dei prodotti finiti sono stati rivisti al rialzo dal 18% degli operatori, per una variazione media dello 0,9%.
  • Le prospettive a breve termine delineano una prosecuzione della fase di moderata espansione del manifatturiero provinciale, nonostante alcune incognite legate alle tensioni a livello internazionale. La produzione è prevista in aumento da 28 imprese su 100, stabile dal 65% e in flessione dal rimanente 7%.
  • Gli ordini provenienti dal mercato domestico sono previsti in aumento dal 32% degli operatori, stabili dal 61% e in calo dal 7%; quelli dai Paesi UE sono in crescita per il 17% degli operatori del campione, invariati per il 76% e in flessione per il 7%; quelli provenienti dai mercati extracomunitari sono in incremento per il 28% delle imprese, stabili per il 68% e in diminuzione per il 4%.
  • Il recupero del settore manifatturiero produrrà verosimilmente un incremento della domanda di lavoro: la manodopera è infatti attesa in aumento dal 13% degli intervistati, invariata dall’84% e in diminuzione dal 3%.

I principali indicatori dell’artigianato:

▪  Il fatturato del comparto artigiano segna una dinamica congiunturale positiva, pari allo 0,8%,sebbene in rallentamento rispetto al trimestre precedente. Più intensa, invece, la variazione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+3,7%), sostenuta dal fatturato interno (+3,3%).

▪  Gli ordini sono cresciuti del 2,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, trainati da entrambe le componenti. Gli ordini interni sono cresciuti, rispetto al primo trimestre dello scorso anno, dell’1,8%. Buona la dinamica degli ordini esteri (+4,9%) anche se nell’artigianato, rappresentano una quota assai ridotta.

▪  L’occupazione chiude il primo trimestre con un risultato leggermente positivo (+0,5%) ma in   rallentamento rispetto ai trimestri precedenti. Diminuisce anche il ricorso alla Cassa Integrazione: la quota di imprese che ne ha fatto ricorso si colloca al 5,9% contro il 7,0% del  trimestre scorso.

▪  Le attese degli imprenditori per il secondo trimestre dell’anno sono moderatamente positive con riferimento alla produzione, alla domanda estera, alla domanda interna e al fatturato. Stabili, invece, le attese sull’occupazione.

L’Indagine AIB viene effettuata trimestralmente su un panel di 250 imprese associate appartenenti al settore manifatturiero. L’indagine sull’artigianato della Camera di Commercio, la cui fonte è l’indagine congiunturale Unioncamere Lombardia, ha coinvolto 193 imprese della provincia, pari a una copertura campionaria del 100%.

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Casa, il pensionato medio cerca un trilocale (senza banca di mezzo)

in Banche/Economia/Edilizia/Tendenze by

L’analisi delle compravendite realizzate attraverso le agenzie affiliate Tecnocasa e Tecnorete sul territorio nazionale nel secondo semestre del 2016 evidenzia che il 9,0% degli acquisti è stato effettuato da soggetti in pensione. Rispetto ad un anno fa (secondo semestre 2015) non si registrano variazioni significative della percentuale di acquisto da parte di pensionati, si passa infatti dal 9,3% al 9,0% attuale.

I pensionati nel 60,3% dei casi hanno comprato l’abitazione principale, nel 26,9% dei casi hanno comprato per investimento ed infine il 12,8% degli acquisti ha riguardato la casa vacanza. Rispetto ad un anno fa aumenta la percentuale di acquisti per investimento (+1,4%).

Dati pensionati

Restando su questo target di acquirenti si è constatato che solo il 9,3% degli acquisti è stato effettuato con l’ausilio di un mutuo, mentre il 90,7% della compravendite è avvenuto senza l’intervento da parte di istituti di credito.

Le richieste dei pensionati si sono concentrate maggiormente sui trilocali (35,4%), seguiti dai bilocali (29,0%) e dai quattro locali (13,6%); ville, villette, rustici, case indipendenti e semindipendenti compongono insieme l’11,3% degli acquisti.

Il 65,8% dei pensionati che ha acquistato attraverso le agenzie del Gruppo Tecnocasa è coniugato o è comunque una coppia, il 17,1% è celibe/nubile, il 12,5% è vedovo e il 4,6% è separato/divorziato.

Spostando l’attenzione sui venditori risulta che quasi un terzo di coloro che hanno venduto casa nel secondo semestre del 2016 è un soggetto in pensione (29,6%). Il 65,8% dei pensionati ha venduto per reperire liquidità, il 20,8% per migliorare la qualità abitativa ed il 13,4% per trasferirsi in un altro quartiere o in un’altra città.

La fotografia a Brescia dà lavoro a 471 “imprese”

in Economia/Tendenze by

Tra arte, tecnologia e immagine, si concentra a Milano il settore fotografico, con fabbricazione, realizzazione di servizi, vendita di materiali e sviluppo – foto, secondo i dati elaborati dalla Camera di commercio di Milano. Il numero di imprese a fine 2016 è pari a Roma (1.807) e poco più di Napoli (1.589), ma gli addetti sono quasi 8 mila nel capoluogo lombardo rispetto ai 3 mila di Roma e ai 2 mila di Napoli. Il fatturato di circa 500 milioni è circa un quarto del totale nazionale di due miliardi. Se si include l’ingrosso, concentrato a Milano, il business locale supera i tre miliardi. Un settore al femminile col 22% di donne alla guida delle imprese italiane. I giovani sono titolari del 10% di attività. Bassa la presenza degli stranieri tra gli imprenditori, il 4%.

In Lombardia si mantiene stabile il settore in un anno e la tenuta è legata alla crescita dei servizi e all’andamento costante dei negozi. È di 800 milioni, ingrosso escluso, il fatturato regionale. Sono 4 mila le imprese, concentrate a Milano (1.807), Brescia (471), Bergamo (377, Varese (320), Monza (309). Cresce il settore a Bergamo (+1,3%) in cinque anni e a Lodi, passata da 62 a 65 imprese (+4,8%). A Monza aumentano le imprese in un anno (309, +2%) e anche a Pavia (172, +3%). Espansione anche per Sondrio, da 71 imprese nel 2011 a 73 di fine 2016 (+2,8%). Settori principali sono i servizi fotografici, con oltre 2 mila imprese e i negozi per l’acquisto di macchine fotografiche, accessori e lo sviluppo di foto, 1.613. La Lombardia conta 13 mila addetti, un quarto del totale italiano. Il lavoro è incentrato su Milano (7.542), Varese (1.510), Bergamo e Brescia con circa ottocento, Monza con seicento.

In Italia, 26 mila imprese e 52 mila addetti, fatturato da due miliardi all’anno. Sono prime Roma, Milano e Napoli con circa 2 mila imprese, il 6 -7% del totale nazionale. A Torino e Bari ci sono circa mille imprese. Tra le prime italiane del settore per numero di imprese, ci sono Salerno, Palermo e Catania, con circa seicento imprese. Ma anche Brescia e Firenze con circa cinquecento. Gli addetti sono concentrati a Milano (7.542, il 14% italiano), Roma (3.061, 6%), Napoli, Bologna, Torino (circa 2 mila, 4%), Varese e Bari (1.510 e 1.322, 3%). Oltre mille anche a Firenze (2%). I settori principali in Italia sono i servizi fotografici, con circa 13 mila imprese – la metà di tutto il comparto – e i negozi per l’acquisto di macchine fotografiche, accessori e lo sviluppo di foto, con 11 mila attività.

I settori. L’elaborazione della Camera di commercio di Milano riguarda i dati del registro delle imprese, sui settori  fabbricazione di strumenti ottici e attrezzature fotografiche (26.7), commercio all’ingrosso di articoli per fotografia, cinematografia e ottica (46.43.3), commercio al dettaglio di materiale per ottica e fotografia (47.78.2), attività fotografiche (74.2).

Report congiunturale primo trimestre: dati positivi per Apindustria

in Api/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by

I primi tre mesi del 2017 tendono al positivo per le piccole e medie imprese bresciane, sia nel confronto con l’ultimo trimestre 2016 sia soprattutto rispetto al primo trimestre dello scorso anno. È questo quanto viene evidenziato dal report congiunturale sul primo trimestre 2017 realizzato dal Centro Studi di Apindustria.

L’analisi dei dati congiunturali si sviluppa dal confronto dei dati del trimestre in esame rispetto al trimestre precedente. Complessivamente, il fatturato si presenta stabile o positivo per l’81% e, di questi, il 55% segnala un risultato positivo. In crescita anche la produzione per il 52% dei rispondenti, così come i costi della produzione (verso l’alto per il 61% dei rispondenti). In crescita anche gli ordini per oltre la metà dei casi, stabili gli investimenti. Segnali positivi arrivano dall’occupazione: se a fine anno il 70% ha mantenuto inalterato il proprio organico, contro il 25% che aveva ampliato la forza lavoro impiegata in azienda, nel trimestre appena concluso sale a 82% il numero dei rispondenti che ha integrato l’organico, allargandolo. Rimangono situazioni di crisi aziendale, come evidenziato dal grado di utilizzo degli impianti: da segnalare come il 39% dei rispondenti impieghi meno del 70% della propria capacità produttiva (di questi, il 12 ne utilizza meno della metà).

In linea con il campione generale il trend che emerge dalle aziende metalmeccaniche: il fatturato è sostanzialmente in linea (58% ha un fatturato in crescita), leggermente meglio la produzione (in crescita per il 55% dei rispondenti) e gli ordini (in crescita nel 62% dei casi). L’occupazione è in netta crescita per l’86% dei rispondenti, non si segnalano casi di riduzione del personale.

Immobiliare, Brescia torna a crescere. Ma la ripresa è lenta

in Economia/Edilizia/Tendenze by

“Il mercato immobiliare bresciano inizia a mostrare qualche segnale di dinamicità, frutto dell’attenuazione della fase recessiva, che induce a considerare come ormai superato il punto minimo raggiunto negli anni precedenti. La ripresa del mercato immobiliare nel suo insieme si sta però rilevando molto più complessa di quanto si poteva immaginare, anche perché strettamente legata alla situazione macroeconomica del paese che migliora molto lentamente” – è quanto emerge dal 1° Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2017 di Nomisma.

Nel corso del 2016 il mercato residenziale bresciano mostra più accentuate indicazioni di risalita. Un allentamento della spinta recessiva è riscontrabile nell’attenuazionedella flessione dei valori, sia delle abitazioni nuove (-0,5% annuale), sia di quelle usate, che registrano una variazione media del -1,6%, dopo il -4,3% della precedente rilevazione. Questa dinamicità del settore è ravvisabile anche nella lieve flessione dei tempi di vendita (9 mesi la media urbana) e nella riduzione degli sconti medi praticati (11% per il nuovo e 16% per l’usato), che si mantengono comunque elevati.

Non si evidenziano sostanziali variazioni dei rendimenti potenziali lordi da locazione, che permangono intorno al 5,3%, per Brescia il valore più alto dal 2000 ad oggi, mentre la flessione annuale dei canoni medi è pari a -0,9%. Da sottolineare, inoltre, come sia molto elevata la quota di compravendite finanziate da mutuo (80%).

Nel mercato direzionale è aumentata l’intensità della flessione per quanto riguarda i prezzi, che si riducono di un -2,9% annuale, con picchi del -4% nelle zone periferiche. L’andamento dei canoni invece ha flessioni meno marcate (-0,8%), con variazioni più basse rispetto ai prezzi d’acquisto. Le difficoltà del mercato sono evidenziate anche dai tempi medi di vendita, alti e in leggera risalita (12 mesi). Neppure gli elevati sconti medi praticati sul prezzo (17,5%) hanno contribuito a rilanciare l’interesse della domanda, così come il trend decrescente di prezzi e canoni. Stabile al 4,5% il rendimento medio lordo da locazione.

Il comparto dei negozi segue dinamiche leggermente differenti da quello direzionale nella misura in cui si possono vedere alcune deboli indicazioni di stabilizzazione dell’offerta ma, ancora, di scarsa dinamicità della domanda.

Le variazioni medie di prezzi e canoni sono nettamente attenuate rispetto a quelle della scorsa rilevazione, rispettivamente -0,2% e -0,6% mentre i rendimenti medi lordi da locazione sono stabili al 4,5%.

Per il 2017 si prevede un volume di compravendite residenziali in aumento rispetto al 2016, mentre il comparto non residenziale nel suo complesso dovrebbe mantenersi sui livelli attuali. Qualche segnale di miglioramento, pur persistendo le difficoltà di incontro tra domanda e offerta, viene dagli sconti sui prezzi di vendita, in calo in tutti i comparti.

 

Esportazioni bresciane in leggero calo nel quarto trimestre 2016

in Economia/Export/Tendenze by

Nel quarto trimestre del 2016, rispetto ai tre mesi precedenti, le vendite bresciane di beni sui mercati esteri risultano in aumento del 5,0%; gli acquisti dall’estero sono in crescita del 12,4%. Nel complesso del 2016 le esportazioni in valore diminuiscono dell’1,2% e le importazioni dell’1,6%. In termini assoluti, ammontano, rispettivamente, a 14.498 e a 7.976 milioni di euro.

“A fronte di un incremento significativo della produzione industriale nel 2016 (+3,2% sul 2015), il leggero calo delle esportazioni, dovuto alle dinamiche valutarie, è compensato largamente dalle esportazioni indirette. Il 2016 è stato infatti un anno record, sia in termini di produzione, sia per quanto riguarda le vendite all’estero”, osserva il presidente di AIB, Marco Bonometti, che aggiunge: “L’euro infatti ha registrato un rafforzamento nei confronti di valute come il real brasiliano (+4,6%), lo yuan cinese (+5,4%), la rupia indiana (+4,5%), il rublo russo (+9,1%). Per la prima volta, poi, dal giugno scorso quando il Regno Unito ha votato a favore della Brexit, si misurano gli effetti del rafforzamento della nostra moneta nei confronti della sterlina inglese (+12,8%) con un calo delle esportazioni sul mercato britannico (-10,3%). Allo stesso tempo, la contrazione delle vendite verso la Turchia (-14,9%) sembrerebbe riconducibile a fattori di incertezza legati all’instabilità politica di quel Paese. Nonostante questo, per ciò che riguarda le esportazioni di prodotti manifatturieri, Brescia si colloca ancora ai vertici nella classifica delle province italiane, al quarto posto, dopo Milano, Torino e Vicenza”.

▪   Rispetto al 2015, l’evoluzione delle esportazioni bresciane (-1,2% in valore) è in contro tendenza con quanto rilevato in Lombardia (+0,8%) e in Italia (+1,2%); la dinamica negativa delle importazioni (-1,6%) è più accentuata rispetto sia al dato regionale (-1,3%) che a quello nazionale (-1,3%).

  • Tra i settori, su base tendenziale, le migliori performance esportative riguardano: articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+18,7%), sostanze e prodotti chimici (+12,6%), prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti (+6,1%), articoli in gomma e materie plastiche (+5,4%), computer, apparecchi elettronici ed ottici (+4,5%).
  • La contrazione delle vendite all’estero di metalli di base e prodotti in metallo (-3,6%), macchinari ed apparecchi (-3,3%), mezzi di trasporto (-2,8%), legno e prodotti in legno, carta e stampa (-2,8%) contribuisce a frenare la crescita dell’export bresciano.
  • Tra i mercati di sbocco, i più dinamici sono: Paesi Bassi (+9,8%), Cina (+3,3%), Spagna (+2,5%), Belgio (+1,6%) e Germania (+1,5%). Calano sensibilmente le esportazioni verso Brasile (-45,6%) e Algeria (-22,5%) e in maniera più contenuta verso Turchia (-14,9%), India (-14,0%) e Regno Unito (-10,3%). A livello geografico, in termini di quote, aumenta l’importanza delle aree: Unione europea a 28 (64,8%) e Asia (11,3%). Risultano, invece, in contrazione le aree: Africa (5,3%) e America centro-meridionale (2,5%).
  • Per quanto riguarda le importazioni, sono in espansione gli acquisti nei settori: mezzi di trasporto (+18,2%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+8,7%), articoli in gomma e materie plastiche (+7,0%), sostanze e prodotti chimici (+6,6%), prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (+4,7%).
  • Le importazioni di prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti (-12,4%), metalli di base e prodotti in metallo (-9,6%), articoli farmaceutici, chimico medicali e botanici (-4,8%) sono in diminuzione.
  • Gli acquisti di prodotti hanno principalmente coinvolto i mercati di: Spagna (+2,0%) e Paesi Bassi (+1,1%). Sono invece diminuite le importazioni da: Russia (-26,0%), India (-17,4%), Stati Uniti (-12,5%), Francia (-8,6%) e Cina (-7,2%). In termini di quote, risultano penalizzate le aree: Asia (14,1%) e America settentrionale (1,3%) a favore di Africa (4,1%) e Oceania (0,1%).
  • Il saldo commerciale è positivo (+6.522 milioni di euro), in diminuzione dello 0,7% rispetto a quello del 2015 (+6.570 milioni di euro).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A2A prima in Italia per soddisfazione dei clienti

in A2A/Economia/Energia/Partecipate e controllate/Tendenze by

Brescia continua la tradizione di buona amministrazione, anche sul fronte delle utility. Per il quinto anno di fila, infatti, A2A si è confermata il primo operatore del mercato italiano per la qualità del servizio offerto ai clienti.

A certificarlo è il «Monitor energia e gas» di Cerved, società di rating indipendente che tra l’ottobre e il dicembre scorso ha campionato settemila clienti dei principali operatori.

Con un indice di 92.4 su cento l’ex municipalizzata ha sbaragliato la concorrenza di altri 11 competitor: Acea Energia, E.On, Edison, Enel Energia, Enel Servizio elettrico, Eni, Engie, Hera Comm, Iren Mercato, Repower e Sorgenia.

I clienti (800 quelli intervistati da Cerved), in particolare, hanno apprezzato la varietà di canali di comunicazione, la tipologia delle tariffe, la chiarezza nelle bollette nei contratti. Ad essere premiati in patticolare i settori dell’energia elettrica e del gas.

Export in Canada, Brescia è seconda in Lombardia

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia/Export/Manifatturiero/Meccanica/Tendenze/Tessile by

L’export in Canada vale per la Lombardia 709 milioni di euro nei primi nove mesi del 2016, +0,4%. Circa un miliardo all’anno. Rappresenta oltre un quarto del totale italiano. La provincia più attiva è Milano con quasi 332 milioni di euro e una crescita dell’11% rispetto al 2015. Seguono Brescia con 84,2 milioni e Bergamo con 68,7 milioni.

Quarta Varese che con 61 milioni registra un +41,5%, la crescita più alta in regione dopo Lodi che raddoppia il valore del suo export (da 3 a 6,4 milioni di euro). I prodotti più esportati sono i macchinari (23%) e tessili e abbigliamento (14%, +20%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat nei primi nove mesi del 2016 e 2015.

Progetto “Percorso Canada”: quindici aziende lombarde già formate sono in partenza. Sono quindici le aziende lombarde che hanno seguito il percorso di internazionalizzazione proposto da Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano per le attività internazionali e che partiranno il prossimo 2 aprile per Montréal, in Canada. Le imprese operano nei seguenti settori: agro-industria, design e arredo, meccanica e servizi. In Quebec avranno l’opportunità di incontrare oltre 100 aziende canadesi selezionate per un totale di circa 150 incontri b2b. Le imprese avranno occasione anche di visitare la fiera sull’aerospace AeroMart.

L’iniziativa, che si inserisce nell’ambito del progetto “Percorsi di accompagnamento in mercati strategici per il sistema economico lombardo”, voluto da Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia e realizzato da Promos, azienda speciale per le attività internazionali della Camera di commercio di Milano, prevede entro la fine del 2017 altri percorsi di formazione sull’internazionalizzazione finalizzati ad approfondire la conoscenza e la penetrazione su mercati considerati strategici per le aziende lombarde: Etiopia, Kenya, Colombia, Stati Uniti, Kazakistan, Argentina, Thailandia, Vietnam, Arabia Saudita e Oman. Il Canada è il quarto percorso realizzato dopo quelli dedicati a Marocco, Iran e Sud Africa.

Dati export Canada
Dati export Canada

Cooperative in calo, ma in quattro anni i conti crescono del 38 per cento

in Economia/Evidenza/Solidarietà/Tendenze by

L’Osservatorio sull’Economia Sociale, sorto presso la Camera di Commercio di Brescia, in collaborazione con il centro studi Socialis e Confcooperative Brescia, ha organizzato il convegno per presentare il “Quinto Rapporto sulla Cooperazione Bresciana”. Il rapporto, redatto al fine di analizzare e sostenere lo sviluppo dell’economia sociale della provincia di Brescia, di cui le cooperative sono parte, esamina la rilevanza economica delle cooperative bresciane negli ultimi anni. Proseguendo il lavoro promosso nell’ultimo quadriennio, il Rapporto propone inoltre un’analisi della dinamica della patrimonializzazione, della gestione economica e dell’occupazione delle cooperative bresciane nel corso del 2012-1015, anni in cui l’economia provinciale ha visto un aumento del tasso di disoccupazione e il perdurare di una fase di stagnazione. Il rapporto considera i bilanci delle cooperative attive (non in liquidazione) negli anni dal 2012 al 2015, conl’esclusionedi consorzi, banche di credito cooperativo, cooperative edilizie e di abitazione e cooperative che hanno assunto dimensione nazionale.

L’analisi ha evidenziato i risultati di seguito riportati.

  •   Dinamica: le cooperative sono diminuiteDal 2012 al 2015 il numero di cooperative si è ridotto del 10%, passando da 671 a 603; la riduzione ha interessato in particolare i settori delle costruzioni e dei trasporti, le cooperative di produzione e lavoro.
  •  Conto economico: le cooperative hanno aumentato la produttivitàDal 2012 al 2015 il valore della produzione medio è aumentato del 38% (da 3,26 a 4,50 milioni di euro), mentre il valore aggiunto medio è aumentato del 15% (da 630 a 730 mila euro); a tale aumento hanno contribuito le cooperative dei settori dei servizi (Fonte: Elaborazioni su dati Aida- Bureau Van Dijk e Confcooperative Brescia).

SCARICA IL COMUNICATO CON I DATI DEL QUINTO RAPPORTO SULLA COOPERAZIONE BRESCIANA

Giovedì Serge Latouche parla di decrescita alla Chiesa di San Cristo

in Economia/Eventi/Evidenza/Tendenze by

La Fondazione Luigi Micheletti, in collaborazione con l’Associazione culturale Ripensare il Mondo, MissioneOggi, I Missionari Saveriani e Basta Veleni, organizza una conferenza per la presentazione del libro “La decrescita prima della decrescita. Precursori e compagni di strada”, di Serge Latouche.

L’iniziativa si terrà Giovedì 9 Marzo 2017 dalle ore 17:30 alle 19:30 presso la Chiesa di San Cristo, in via Piamarta 9 a Brescia. Sarà presente l’autore.

Serge Latouche è professore emerito di Scienze economiche all’Università di Paris-Sud. Presso Bollati Boringhieri ha pubblicato: L’occidentalizzazione del mondo. Saggio sul significato, la portata e i limiti dell’uniformazione planetaria (1992), Il pianeta dei naufraghi. Saggio sul doposviluppo (1993), La Megamacchina. Ragione tecnoscientifica, ragione economica e mito del progresso. Saggi in memoria di Jacques Ellul (1995), L’altra Africa. Tra dono e mercato (1997), La sfida di Minerva. Razionalità occidentale e ragione mediterranea (2000), Giustizia senza limiti. La sfida dell’etica in una economia globalizzata (2003), Sortilegi. Racconti africani (con Enzo Barnabà, 2008), L’invenzione dell’economia (2010), Come si esce dalla società dei consumi. Corsi e percorsi della decrescita (2011), Per un’abbondanza frugale. Malintesi e controversie sulla decrescita (2012), Limite (2012), Dove va il mondo? Un decennio sull’orlo della catastrofe (con Yves Cochet, Jean-Pierre Dupuy e Susan George, 2013), Usa e getta. Le follie dell’obsolescenza programmata (2013, n. ed. 2015), L’economia è una menzogna. Come mi sono accorto che il mondo si stava scavando la fossa (2014) e l’edizione in un unico volume (2015) di Breve trattato sulla decrescita serena (2008) e Come sopravvivere allo sviluppo. Dalla decolonizzazione dell’immaginario economico alla costruzione di una società alternativa (2005)

 

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