Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

Category archive

Tendenze - page 52

Capannoni, uffici e negozi, le richieste sono tornate a crescere

in Economia/Edilizia/Tendenze by
Uffici

L’Ufficio Studi Tecnocasa, sulla base delle le richieste presenti a giugno 2017 nella Banca Dati interna al Gruppo, ha condotto un’analisi su capannoni, negozi e uffici per individuare quali sono le tipologie di  attività che vi si insediano.

CAPANNONI

Sui capannoni, negli ultimi tempi, si registra un aumento delle richieste di acquisto: i prezzi, ormai a livelli decisamente contenuti (dal primo semestre del 2008 i valori sono diminuiti di oltre il 30%) spingono all’acquisto gli imprenditori che hanno capitale a disposizione, una discreta solidità patrimoniale, che sono ben radicati nel territorio e che, allo stesso tempo, hanno sicuri piani di sviluppo. In molti casi si tratta di aziende che lavorano per il mercato estero. Dalle nostre analisi risulta che tra coloro che cercano capannoni in acquisto, il 22,3% sono imprese di tipo artigianale, a seguire con il 18% gli investitori mentre il 13% è rappresentato da aziende di produzione. Sul versante delle locazioni, dove si concentra la maggioranza delle richieste (72%), la fa da padrone la ricerca da parte di artigiani, seguiti al secondo posto da chi è interessato a spazi per erogare servizi per automobili, in particolare per aprire autofficine. Segue poi la logistica dominata da operatori italiani e con un 10,8% di richieste gli imprenditori del settore del fitness per aprire palestre.

NEGOZI

Il settore commerciale evidenzia una maggioranza di richieste di immobili in locazione. La percentuale di chi acquista è pari al 15,1% e di questi, poco più della metà, sono acquisti ad uso investimento. Tra le richieste di locazione invece il 21,9% riguarda immobili per avviare attività di ristorazione e somministrazione, a seguire con il 12,9% chi vuole aprire un negozio di abbigliamento. Il 12,1% avvierebbe un negozio di alimentari, il 10,6% un’ attività di servizi. Chi intende aprire un ristorante o una pizzeria cerca soluzioni dotati di canna fumaria, sempre più difficili da trovare sul mercato e predilige le zone di passaggio pedonale, elemento fondamentale anche per chi vuole lanciarsi nella vendita di abbigliamento. Occorre però dire che chi è in grado di crearsi una vetrina virtuale sugli strumenti social, può permettersi una vetrina reale anche in vie non di passaggio: questa tendenza è in atto negli ultimi anni soprattutto fra gli imprenditori più giovani. Interessante sottolineare che chi svolge erogazione di servizi vede prevalere soprattutto gli studi professionali e gli studi medici che oramai, sempre più spesso, invece di cercare l’ufficio tradizionale preferiscono essere presenti “in strada”, optando anche per vie non di passaggio, decisamente meno costose.

UFFICI

Anche il segmento degli uffici registra prevalentemente richieste di locazione (80,4%). In genere sono studi professionali alla ricerca di sedi di rappresentanza e che prediligono ancora le zone centrali. Quando possono si associano per abbattere i costi. Le grandi aziende nazionali e multinazionali invece preferiscono i centri direzionali, soprattutto quelli di nuova generazione possibilmente insediati in zone ben collegate e ben servite da mezzi di trasporto. Infatti in grandi città come Milano e Roma sono diversi gli interventi di nuova costruzione sul direzionale che stanno attirando l’interesse di importanti realtà nazionali e non ( a Milano ci sono Porta Nuova, City Llife, Symbiosis mentre a Roma spicca la nuova sede di Bnl alla Stazione Tiburtina chiamata “Orizzonte Europa”).

Imprese nei settori maschili: in un caso su dieci sono al femminile

in Economia/Tendenze by

Le imprenditrici nei settori “maschili” sono 105 mila in Italia e 17 mila in Lombardia, secondo una elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro imprese 2017 e 2011. Pesano il 9% di tutte le imprese femminili, più presenze nei settori maschili in Lombardia (11%). Picco a Rovigo con il 20% delle imprese femminili dedite ai settori “maschili” e Monza e Bergamo con il 13%. Le prime aree territoriali per numero di donne nei settori maschili sono: Roma con 9 mila su 77 mila (11%), Milano  con 6 mila su 52 mila (12%), Napoli con 6 mila su 50 mila (12%), Torino con 4 mila su 43 mila (9%).

Ecco – secondo la Camera di commercio di Milano – i settori con bassa presenza femminile – meno del 10% delle imprese di settore -: costruzioni, trasporto marittimo, aereo e condotte, riparazioni e ingegneria, finanza, fogne, rifiuti, energia, auto, caccia e pesca. I settori preferiti dalle donne? Sono la metà delle imprese nelle agenzie di viaggio, assistenza sociale, confezione di vestiti, in alcuni ambiti di servizi alla persona.

In Lombardia sono 17 mila le donne nei settori maschili su 155 mila imprese femminili in regione, 11%. Dopo Milano con 6 mila imprese, ci sono Brescia, Bergamo, Monza con circa 2 mila, anche se la presenza nei settori maschili è più alta a Monza e Bergamo (13%) rispetto a Brescia (10%).

Imprese femminili, dove crescono in Italia. Le imprese femminili sono in calo del 9% in 6 anni, le donne resistono di più nei settori femminili, in quelli più maschili erano 135 mila nel 2011, sono 30 mila in meno in sei anni – 22%. Tra le città resiste solo Ferrara, che cresce anche per presenza nei settori maschili. Tengono Siracusa, Modena, Roma, Messina, Crotone e Catanzaro. Prime per quota donne nelle imprese nel 2017: Benevento e Avellino, 1 su 3.

 

Brescia, arrivano i bitcoin: a Ponte zanano il primo bar che li accetta

in Banche/Economia/Tendenze/Valtrompia e Lumezzane/Zone by

Le criptovalute si stanno diffondendo sempre più anche in Provincia di Brescia. Domenica pomeriggio, infatti, a Ponte Zanano aprirà il primo bar che accetterà il pagamento di tutte le consumazioni anche con i bitcoin.

I bitcoin sono la criptomoneta più diffusa nel mondo e il loro valore si aggira intorno ai 2mila dollari per unità (ma le oscillazioni del mercato sono fortissime), con un mercato complessivo che si avvicina ai 10 miliardi di dollari. A creare l’algoritmo che ne sta alla base fu nel 2008 un programmatore che utilizzava lo pseudo di Satoshi Nakamoto. Da allora la diffusione è stata grandissima, sia per scopi illegali (i pagamenti sono assolutamente anonimi e non tracciabili), sia nella vita di tutti i giorni.

Il  nuovo bar il Fusto di via Serradello (all’imbocco della strada per Polaveno) è gestito dalle giovani lumezzanesi Ilaria Zanotti e Sara Bossini

 

Residuo fiscale, Lombardia da Record: 54 miliardi alle altre regioni

in Economia/Evidenza/Tasse/Tendenze by

“La Lombardia e’ la regione che versa piu’ tasse allo Stato ricevendo, in cambio, meno trasferimenti in termini di spesa pubblica. In questi anni, infatti, il residuo fiscale della Lombardia ha raggiunto la cifra record di 54 miliardi (fonte: Eupolis Lombardia). Si tratta del valore in assoluto piu’ alto tra tutte le regioni italiane. Un’immensita’ anche a livello europeo se si pensa che due regioni tra le piu’ industrializzate d’Europa come la Catalogna e la Baviera hanno rispettivamente un residuo fiscale di 8 miliardi e 1,5 miliardi”. Lo scrive una nota pubblicata oggi dal sito Lombardiaspeciale.

RESIDUO FISCALE – “Con il termine residuo fiscale – spiega la Nota – s’intende la differenza tra quanto un territorio verso allo Stato sotto forma di imposte e quanto riceve sotto forma di spesa pubblica. Se il residuo fiscale abbia segno positivo, il territorio versa piu’ di quanto riceve; se c’e’ un residuo negativo il territorio riceve piu’ di quanto versa”.

I DATI PER REGIONE – “Dopo la Lombardia – appunta il teso – si colloca l’Emilia Romagna, con un residuo fiscale di 18.861 milioni di euro. Seguono Veneto (15.458 mln), Piemonte (8.606 mln), Toscana (5.422 mln), Lazio (3.775 mln), Marche (2.027 mln), Bolzano (1.100 mln), Liguria (610 mln), Friuli Venezia Giulia (526 mln), Valle d’Aosta (65 mln). In coda alla classifica: Umbria (-82 mln), Molise (-614 mln), Trento (-249 mln), Basilicata (-1.261 mln), Abruzzo (-1.301 mln), Sardegna (-5.262 mln), Campania (-5.705 mln), Calabria (-5.871 mln), Puglia (-6.419 mln) e Sicilia (-10.617 mln)”.

Cibo pronto e take away: a Brescia 1.674 aziende

in Alimentare/Economia/Partner/Tendenze by
Cibo pronto

Italiani sempre più pigri in cucina: aumentano del 2,2% le imprese che producono piatti pronti, precotti e take away, portando a 37.040 le attività nel 2017, contro le 36.253 del 2016, con un peso del 38,1% sul totale delle imprese italiane del settore alimentare.

Una crescita confermata in Lombardia, che concentra il 15,4% del settore nazionale e cresce del 2,2% in un anno raggiungendo nel 2017 le 5.702 imprese attive. Roma è prima con 2.949 attività (+3,7%), seguita da Milano con 1.807 (+3%) e Torino con 1.515 (+1,7%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati registro imprese al primo trimestre 2017 e 2016.

Ma in generale è tutto il sistema alimentare italiano e lombardo a crescere, +1% in un anno, superando le 97 mila imprese in Italia e sfiorando le 12 mila in regione. Napoli e Roma guidano la classifica italiana con quasi 5.100 imprese ciascuna (5,2% del totale italiano), seguite da Milano (3.493, 3,6%) e Torino (3.167, 3,3%). In Lombardia, dopo Milano, vengono Brescia (1.674 imprese) e Bergamo (1.369). Tra i settori più ampi, considerando i valori assoluti, spiccano i dati relativi alle imprese che producono pasti da asporto con 35.477 attività in Italia e 5.494 in Lombardia, i produttori di pane e prodotti di pasticceria (29.417 italiani e 3.325 lombardi) e i produttori di paste alimentari e cous cous (4.898 e 366).

LEGGI LA NOTIZIA COMPLETA E SCARICA I DATI SU BSNEWS

Brescia, gli imprenditori non lombardi sono 31mila

in Economia/Tendenze by
Imprenditori

In Lombardia quasi un terzo degli imprenditori (31,7%) arriva da altre regioni o dall’estero (433 mila su 1,4 milioni), più della media italiana, dove sono 1,8 milioni gli imprenditori che lavorano fuori dalla regione di origine, il 24,3% del totale.

La prima area per attrattività imprenditoriale extra regionale è Milano: quasi la metà degli imprenditori arriva da fuori Lombardia (45,3%, 246 mila su 544 mila). Seconda in Italia è Aosta (40,7%, 7 mila su 18 mila). Terza Novara (39,1%, 16 mila su 41 mila). Seguono Imperia (38,9%), Trieste (38,2%) e Roma (38%). Percentuali superiori al 30% anche per Prato, Savona, La Spezia, Genova, Bologna, Pordenone, Alessandria, Rimini, Firenze, Siena, Reggio Emilia, Massa Carrara, Parma, Torino, Piacenza, Gorizia, Pavia e Isernia. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese al primo trimestre 2017 sulle persone che hanno cariche nelle imprese, sia come titolare ma anche come soci e amministratori (considerando le sole persone attive).

Lombardia, chi attira più imprenditori da fuori regione. Dopo Milano, che è prima con 246 mila imprenditori nati fuori regione, vengono Brescia con 31.523 (il 18,2 per cento del totale), Varese con 28.819, Monza e Brianza con 27.600 e Bergamo con 23.779. In totale sono quasi 1,4 milioni le persone che ricoprono cariche di impresa in regione nel 2017: di queste, 933 mila sono lombardi e 433 mila, pari al 31,7%, sono nati fuori regione. Tra questi ci sono 33 mila siciliani, 30 mila pugliesi e campani, 27 mila piemontesi e circa 25 mila veneti e calabresi.

A Milano solo poco più della metà (54,7%, 298 mila imprenditori) viene dalla Lombardia. Le restanti cariche sono occupate prevalentemente da pugliesi (20.313), siciliani (18.321), campani (17.684) e piemontesi (17.491).

 

Salute e bellezza, a Brescia le imprese sono 1.485

in Economia/Partner 2/Salute/Servizi/Tendenze by

Sono oltre 11 mila le imprese attive nel settore del benessere e fitness in Lombardia nel 2017, in crescita del 3,3% in un anno. Pesano quasi un sesto di tutte le imprese attive in Italia nel comparto (68 mila) grazie anche alla presenza tra le prime dieci province italiane di tre lombarde: Milano con 3.693 imprese, il 5,4% nazionale, al secondo posto per attività dopo Roma (7,8%), Brescia sesta con 1.485 imprese e Bergamo settima con 1.304. La Lombardia pesa soprattutto nel settore delle palestre, concentrando il 21% delle attività italiane, nei centri benessere (30%) e nei servizi di manicure e pedicure (22,7%) e di bellezza (18%). Forte anche la presenza di imprese lombarde nel settore del commercio di prodotti macrobiotici e dietetici (183 sedi di impresa su 1.054 in Italia, il 17,4% del totale). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati registro imprese al primo trimestre 2017 e 2016.

In aumento la presenza delle imprese straniere. Sono 1.226 nel 2017 in Lombardia, 5.316 in Italia e crescono rispettivamente del +16,9% e +7,8% tra 2016 e 2017 contro una crescita generale del settore che si ferma al +3,3% in regione e al +1,8% a livello nazionale. Le imprese straniere pesano soprattutto a Milano dove sono ormai il 17,2% del settore, a Brescia (10,9%) e Como (9,4%) mentre crescono di più a Lecco (+53,8%), Pavia (+32,3%) e Bergamo (+24,7%).

Le province lombarde. Milano è prima in regione con 3.693 imprese, il 32,8% lombardo e una crescita del 4,4% in un anno. Poi, per numero di attività, vengono Brescia (1.485 imprese e +1,8% tra 2016 e 2017), Bergamo (1.304, +3,2%) e Varese (1.004, +2,9%). Monza è quinta (861 imprese, +2,5%). Le crescite maggiori in un anno si registrano a Mantova (+5%) e Sondrio (+4,6%).

Il benessere fa impresa in tutta Italia. Sono 67.917 le imprese del settore, +1,8% in un anno trainate dalla crescita dei servizi di pedi-manicure, +11,4%. Prima è Roma dove si concentra il 7,8% delle attività italiane legate al fitness e benessere (5.294), specializzata per lo più in istituti di bellezza (2.591). Al secondo posto Milano (3.693), prima per centri benessere (462) e palestre (292), al terzo Napoli (3.001) che tallona Roma nelle attività del commercio specializzato (cosmetica, profumerie ed erboristerie) con 1.241.

Ordini on line, in sei mesi 650mila pacchi consegnati da Poste e Sda

in Economia/Partner 2/Tendenze/Terziario/Web e digitale by

Nei primi sei mesi dell’anno i volumi di pacchi consegnati attraverso la rete dei portalettere e del corriere espresso del Gruppo (SDA) hanno quasi raggiunto, in provincia di Brescia, le 650.000 unità da ordini effettuati su Internet (oltre 4.700.000 in Lombardia). A livello nazionale la provincia di Brescia è al sesto posto per volumi di acquisti online consegnati dagli incaricati di Poste Italiane, preceduta in Lombardia solo dalla provincia di Milano.

Insomma: la tradizionale borsa del portalettere si svuota delle classiche lettere e cartoline per riempirsi di pacchi. Dotato di palmare, Pos e stampante, il postino telematico versione 2.0 viaggia equipaggiato di una vera e propria piattaforma tecnologica, che garantisce sicurezza ed efficienza nel processo di recapito. In provincia di Brescia i portalettere che si occupano del recapito di pacchi sono 635.

FONTE: BSNEWS.IT

Distributori automatici, a Brescia le aziende sono 81

in Alimentare/Economia/Tendenze by

Distributori automatici: pratici, veloci e sempre aperti. Dalle bevande ai gelati, dai prodotti parafarmaceutici ai dvd e gadget, sono quasi 6 mila le imprese, tra sedi di impresa e unità locali, attive nel settore in Italia, in leggera crescita in un anno (+0,6%). Roma con 422 attività, 7,2% italiano, Milano con 370 e il 6,3% e Torino con 309 e il 5,3% sono i primi tre territori per concentrazione di attività. Tra le aree principali, crescono soprattutto Taranto (+44,8%), Bari (+13,6%) e Treviso (+10,2%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati registro imprese al primo trimestre 2017 e 2016 su sedi e unità locali.

Lombardo il 15,1% dei “distributori” italiani, oltre uno su sette. La Lombardia è la prima regione italiana per numero di attività nel settore, 880 tra sedi di impresa e unità locali, seguita da Lazio (578, 9,9%), Puglia (572, 9,8%) e Piemonte (527, 9%). Milano (370 attività), Monza e Brianza (84), Brescia (81) e Bergamo (73) sono le aree che più apprezzano una modalità di acquisto in velocità. Como (+14,6%) e Monza e Brianza (+13,5%) i territori che crescono di più tra 2016 e 2017.

I DATI COMPLETI

Scaroca il Pdf con i dati dei distributori automatici 2017

Mercato dell’usato, Brescia seconda in Lombardia

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Commercio/Economia/Tendenze by

Cresce il settore dell’usato in Italia: +2,1% in un anno. Nel 2016 si contano 3.553 imprese italiane attive nella vendita di merce che il tempo impreziosisce, rende trendy secondo la moda vintage del momento o permette di risparmiare rispetto all’acquisto ex-novo. Quali sono gli articoli che si prestano ad essere rivenduti? Mobili usati e oggetti di antiquariato generano lavoro per 1.720 imprese, 1.289 le attività addette alla vendita di indumenti e altri oggetti usati e 296 quelle che commerciano al dettaglio libri di seconda mano. Roma (10,7%), Milano (7,7%) e Torino (5,8%) sono prime in Italia, contando rispettivamente 379, 275 e 207 attività. Napoli (198) e Firenze (158) ospitano il 5,6% e il 4,4% delle imprese del mercato dell’usato. Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano su dati del registro delle imprese al quarto trimestre 2016 e 2015.

Cresce il settore dell’usato in Lombardia nel 2016: +3,8%, più della crescita media italiana (2,1%). La Lombardia è sede di 572 imprese del settore che rappresentano il 16,1% del totale nazionale. In un anno si espande del 19,4% il mercato del commercio dei libri usati (da 31 a 37 imprese), del 6,4% la vendita di vestiti usati (da 220 a 234 imprese ) e dello 0,8% l’interesse per i pezzi di antiquariato (da 246 a 248 imprese). I principali centri dell’usato in Lombardia: Milano, Brescia, Bergamo e Varese. Hanno sede a Milano 275 imprese, la metà del settore in regione. A seguire Brescia (69), Bergamo (51) e Varese (45).

Go to Top
Vai alla barra degli strumenti