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Tendenze - page 40

Brescia, mercato immobiliare verso la stabilità: ecco prezzi e tendenze per quartiere

in Economia/Edilizia/Tendenze by

Il mercato di Brescia si sta avviando verso la stabilità, pur riscontrando una lieve diminuzione dei prezzi risulta essere piuttosto vivace. Nel Centro storico si registra una domanda eterogenea composta sia da coppie e famiglie in cerca della prima casa oppure della soluzione migliorativa sia da investitori in cerca di abitazioni da mettere a reddito oppure da trasformare in B&B.

DOMANDA E disponibilità DI SPESA: vince il trilocale

La tipologia maggiormente richiesta a Brescia è il trilocale (56,8%) domanda che incontra l’offerta visto che il taglio più presente sul mercato è il trilocale (45,0%)

La disponibilità di spesa concentra il 44,0% delle richieste nella fascia fino a 119 mila €

COMPRAVENDITE: aumento in città e provincia

Aumento considerevole delle compravendite nel I semestre del 2018 nell’intera area di Brescia, che vede un incremento generale in città (+5,4%) ed in provincia (+6,4%) rispetto al pari periodo del 2017.

LOCAZIONI:  canoni sostanzialmente stabili

La domanda di appartamenti in affitto è alta e proviene soprattutto da single, coppie e studenti universitari in quasi tutte le zone della città

I canoni di locazione sono sostanzialmente stabili con un lieve aumento sui trilocali del +0,2% ed una leggerissima diminuzione sui bilocali -0,1%.

I valori medi registrati in città sono: bilocali 430 € al mese, trilocali 530 € al mese.

BRESCIA: mercato vivace e compravendite in rialzo

Nel Centro Storico, Brescia Antica, Centro Storico Sud e Centro Storico Nord, sono evidenti i segnali di un moderato miglioramento, dovuti all’aumento della richiesta di immobili non tanto dai residenti, quanto da persone provenienti dalla Provincia ed in alcuni casi da altre Provincie.

La maggior parte della domanda è di miglioramento abitativo; viene data molta importanza all’ubicazione dell’immobile, alla disponibilità di parcheggi nella zona, alla vicinanza della metropolitana, preferibilmente lontano dalle zone che attirano utenti in fascia serale o nel fine settimana per evitare disagi legati al parcheggio.

Le zona più ambita è Brescia Antica, seguita dal Centro Storico Sud e da ultima il Centro Storico Nord; il quadro è invertito considerando la capacità di spesa dell’acquirente medio.

Infatti nel Centro Storico Nord rileviamo prezzi che oscillano dai 1.350 € al mq ai 2.400 € al mq, nel Centro Storico Sud dai 1.800 € al mq ai 3.600 € al mq ed infine Brescia Antica dai 2.300 € al mq ai 4.300 € al mq.

La scelta di un immobile in Centro Storico è fatta considerando che appartamenti e stabili sono spesso vincolati dal loro valore storico e artistico che limita eventuali progetti di ristrutturazione e che li rende meno appetibili per l’acquirente medio.

Sempre più attivo è l’acquisto per investimento finalizzato alla locazione di immobili da destinare agli studenti universitari: non si sceglie solo il bilocale o monolocale, ma anche appartamenti di grandi dimensioni che permettono di affittare anche le singole stanze.

A Brescia Due, Via Corsica, Lamarmora, Quartiere Don Bosco, nel primo semestre del 2018 i prezzi della zona, sono stati sostanzialmente stabili, si rileva una diminuzione dei tempi di vendita. Gli immobili maggiormente richiesti sono i trilocali. Le quotazioni per l’usato medio da ristrutturare è di circa 1.000 € al mq, mentre quella del nuovo è mediamente attorno a 2.500 € al mq. L’acquisto dell’abitazione principale è sempre il predominante.

E’ in corso un progetto di riqualificazione di notevole importanza che riguarda l’area degli ex Magazzini Generali.

Nel Quartiere San Bartolomeo, si è riscontrato, soprattutto dal secondo trimestre dell’anno, una netta crescita di richiesta prevalentemente per abitazione principale, a nostro avviso dovuta al miglioramento della viabilità in zona (nuovi percorsi di piste ciclabili), presenza della linea metropolitana e servizi in genere di prima necessità.

Nel Quartiere Casazza, la maggior parte delle richieste è prettamente fatta dai non residente, probabilmente dovuta all’ampiezza della metratura degli appartamenti tipici della zona, in rapporto ad un prezzo al metro quadrato molto contenuto, infatti la media si aggira intorno ai 700 € al mq.

A Mompiano l’offerta abitativa della zona spazia dalle soluzioni indipendenti di prestigio agli appartamenti in piccole palazzine per lo più anni 70. Nella zona la maggior parte delle compravendite è per appartamenti di piccole dimensioni (bilocali e trilocali ), sono in diminuzione i prezzi al metro quadrato per quanto riguarda ville di metrature importanti. La zona del Colle San Giuseppe per via della maggiore distanza dai servizi ha risentito di un calo delle richieste. In aumento invece le richieste da parte d’investitori grazie anche alla presenza di fermate della metropolitana, Ospedale ed Università e di conseguenza si registra una buona domanda di locazioni da parte di studenti provenienti da altre città e dalle valli bresciane e da parte di lavoratori fuori sede. Per quanto riguarda le locazioni la domanda supera di parecchio l’offerta.

Nell’ultimi mesi sono state fatte anche operazioni immobiliari di sei o sette unità abitative ed i tempi di vendita sono ristretti tanto da registrare vendite su carta. Anche al Villaggio Prealpino il mercato è per lo più locale, molto richieste le soluzioni di Padre Marcolini di tutte le tipologie anche completamente da ristrutturare. Tempi di vendita più lunghi per appartamenti in palazzina.

A Sant’Anna, Villaggio Violino e Badia il mercato è vivace. La maggior parte delle richieste riguarda l’abitazione principale, si segnala comunque anche qualche acquisto per investimento. Chi compra per mettere a reddito solitamente ha una disponibilità di spesa che non supera i 100.000 Euro e si focalizza sull’acquisto di bilocali e trilocali. La domanda di appartamenti in affitto è sostenuta e proviene soprattutto da lavoratori trasfertisti, single e giovani coppie: mediamente la spesa per l’affitto di un bilocale si attesta tra 400 ed i 500 € al mese.

Sant’Anna è una zona molto apprezzata dagli acquirenti perché a ridosso della collina e del polmone verde della città, ma allo stesso tempo ben servita e a pochi minuti dal centro. Il quartiere Badia è un’area pedecollinare sorta negli anni ’60 in cui si alternano soluzioni signorili ad altre di tipologia più economica.

Ci sono condomini, villette singole, a schiera e bifamiliari Marcolini con prezzi che per un buon oscillano tra i 1400 € al mq, ed i 1500 € al mq. Nella zona di Sant’Anna l’offerta immobiliare è più economica, con costruzioni degli anni ’60 e ’70 a cui si aggiungono abitazioni più recenti sorte a partire dai primi anni 2000 fino ad oggi. Il nuovo ha prezzi intorno a 1800 € al mq, una soluzione ristrutturata costa tra 1300 € al mq ed i 1400 € al mq, mentre per una da ristrutturare, i valori variano tra i 800 € al mq ed i 900 € al mq. La zona piace perché facilmente accessibile e ben collegata all’uscita di Brescia Ovest, di conseguenza comoda per chi lavora fuori città. A Sant’ Anna si possono trovare delle soluzioni semindipendenti ed indipendenti. Infatti ci sono alcune unità immobiliari di prestigio che possono arrivare a costare anche un milione di Euro.

San Polo – Buffalora, sono la frazione Bresciana che fanno da confine con i primi paesi Bresciani, occupano la periferia sud della città. Questa zona si è rivalutata nel corso degli ultimi 20 anni, sono stati costruiti quartieri con diverse tipologie proprio per soddisfare tutte le esigenze abitative. La tipologia prevalente è quella della villetta a schiera, costruite proprio come piccoli villaggi, ma anche gli appartamenti sia in piccole palazzine che con condomini più o meno grandi.

Ogni zona è dotata di una o più aree verdi pubbliche, di negozi e di servizi di prima necessità che sono ben distribuiti su tutto il territorio. Anche la vicinanza alle strade di grande percorrenza rendono gli immobili di questa zona ideali per chi si sposta spesso utilizzando l’autostrada o la tangenziale sud. L’arrivo della metropolitana che offre a questa zona ben quattro fermate ha sicuramente incentivato la scelta degli immobili su quest’area anche a chi lavora nel centro o nella zona nord. L’investitore è invece la tipologia di cliente meno frequente, principalmente in quanto il 70% degli immobili siti in questa zona sono stati edificati in edilizia convenzionata e quindi sottoposti a vincoli convenzionali trai quali la residenza nel comune, e vincoli reddituali che spesso non combaciano con le caratteristiche dell’investitore.

Alcune di queste convenzioni che sono per la maggior parte trentennali sono in scadenza, quindi non è detto che questo “tipo di cliente” non possa diventare anche per il mercato di San Polo un futuro candidato. Il valore più che al metro quadro, in questa zona è da quantificare per tipologia e per la zona in cui sono ubicate (l’età, metratura, la vicinanza ai servizi) le villetta a schiera parte dai 150.000 Euro nella zona meno richiesta fino ai 230.000 Euro per le più recenti e magari riviste nel corso degli anni; il quadrilocale varia dai 170.000 Euro se con terrazza o giardino, fino ai 120.000 Euro per quelli più datati; il trilocale varia dai 90.000 Euro per i più datati fino ad un massimo di 150.000 Euro per quelli recenti o con sfoghi esterni vivibili; il bilocale è il taglio meno richiesto ed il valore medio si attesta sui 70.000 Euro valore che può aumentare o diminuire a seconda delle caratteristiche intrinseche e estrinseche dell’immobile.

Gli immobili a ridosso del quartiere che si sviluppa intorno alla Poliambulanza, sono per lo più immobili edificati tra gli anni ’60 e ’70, quindi potrebbero necessitare di ristrutturazione; inoltre non tutti gli immobili sono dotati di box: queste caratteristiche hanno contribuito al ribasso dei prezzi. Attualmente chi acquista in questa zona o ha un’esigenza logistica o vuole acquistare ad un ottimo prezzo che potrebbe essere quantificato dai 700 € al mq fino ad un massimo di 1000 € al mq.

Urago Mella le compravendite sono mediamente per prima casa. La zona è caratterizzata da un’edilizia anni ‘70 e le compravendite si orientano mediamente su fasce di prezzo variabili tra i 60.000 Euro ed i 150.000 Euro e prevalentemente per soluzioni da ristrutturare o comunque da sistemare. Le zone del quartiere più richieste e che quindi hanno prezzi lievemente più alte sono quelle pedecollinari, come la Pendolina oppure quartiere Abba, che si caratterizza per avere soluzioni  più indipendenti. Si registra un sensibile aumento delle richieste di acquisto che ha portato i prezzi a rimanere stabili e per le soluzioni più particolari con caratteristiche più difficili da trovare sul mercato nelle zone più pregiate del quartiere anche ad aumentare lievemente.

Via Cremona, Via Volta, Villaggio Ferrari e Pertini, nella parte sud della città, sono particolarmente interessanti per la vicinanza al centro storico e la comodità a livello di trasporti e per la presenza di scuole.

L’acquirente tipo è spazia dalla “famiglia” che cerca ogni comodità, all’imprenditore che viaggia per lavoro. Via Cremona e Via Volta sono composte maggiormente da condomini anni ‘60 e ‘70 sia economici che signorili dove il valore per un appartamento da ristrutturare varia dagli 800 € al mq ed i 900 € al mq, mentre per quelli già ristrutturati la variazione è tra i 1.300 € al mq ed i 1.400 € al mq; per quanto riguarda invece le costruzioni nuove o recenti i valori variano dai 1.800 € al mq i 2.000 € al mq. Il Villaggio Ferrari  è invece una zona tranquilla e con spazi di verde pubblico dove le tipologie più diffuse sono soluzioni indipendenti o semindipendenti e piccoli condomini da due o massimo 3 piani, le quotazioni rimangono molto vicine a quelle di Via Volta e Via Cremona. Il Villaggio Pertini è l’area più recente edificata tra la fine degli anni ‘90 ad oggi dove si trovano molte villette a schiera, bifamiliari e singole signorili, qui ovviamente i prezzi salgono notevolmente, per una soluzione come queste si parte da 250.000 Euro per una villetta a schiera per arrivare a ben oltre i 500.000 Euro per una villa singola.

Molto florido è anche il mercato degli affitti, infatti negli ultimi anni ha portato molti investitori ad acquistare bilocali e trilocali da mettere a reddito. I prezzi medi degli affitti al mese vanno dai 400/450 Euro per un bilocale fino ai 500/600 Euro per un trilocale. La maggior parte dei clienti per gli immobili in affitto sono studenti, insegnanti,  medici ed infermieri, single e giovani coppie.

 

In Via Crocifissa il mercato è molto attivo. La richiesta di appartamenti sia in affitto che in vendita è molto elevato, chiaramente per la posizione assolutamente strategica e per la vicinanza ad ospedali, università ed al centro storico. L’edilizia prevalentemente anni ‘50/’70 fa si che la zona abbia un’offerta molto importante per case da ristrutturare, ma grazie alla proroga delle detrazioni fiscali per ristrutturazione questo viene visto sempre comunque come un opportunità importante. Le soluzioni da ristrutturare vengono vendute tra i 900 €/mq ed i 1200 €/mq, mentre le soluzioni ristrutturate vanno dai 1.500 €/mq ai 2.000 €/mq. Molto ricercate le soluzione con spazi esterni vivibili, molto rari in zona, che ne determinano un valore al mq più alto anche del 10-15%.

Costalunga rimane una zona a se stante a livello di mercato: fatto di prime case mediamente indipendenti ed a prezzi più alti rispetto alle zone confinanti.

 

In Via Veneto, nella zona Nord della città, le quotazioni sostanzialmente stabili. La prima parte dell’anno ha messo in evidenza un mercato vivace, cresce infatti il numero delle richieste e delle compravendite. Ad acquistare sono spesso famiglie in cerca dell’abitazione principale, la scelta ricade spesso su trilocali di buona qualità, meglio se posizionati ai piani alti e preferibilmente dotati di box auto, anche se quest’ultima caratteristica non è determinante grazie alla presenza di parcheggi non a pagamento. Da segnalare anche compravendite da parte di investitori, in questo caso la tipologia più richiesta è il bilocale da mettere a reddito. Non mancano infatti le richieste di appartamenti in affitto da parte di studenti universitari ma anche da parte di personale Ospedaliero. Il canone di un bilocale si attesta tra 400/ 500 € al mese ed i contratti più utilizzati sono quelli a canone concordato. Via Veneto e tutte le sue vie laterali sono molto richieste perché offrono tipologie abitative migliori e più signorili: in queste aree i valori di un buon usato sono compresi tra 1.500 €/mq ed i 1.950 €/mq.

 

Un’altra zona interessante è Borgo Trento che si trova a Nord di Brescia, al confine con la zona di via Veneto. Si tratta di un quartiere con caratteristiche storiche, con soluzioni abitative tipiche di un borgo e tipologie indipendenti. Inoltre è prevista anche la riqualificazione del quartiere di Sant’Eustacchio con un piano di interventi di messa in sicurezza di rilancio della zona. Nel corso del 2019 sarà approntato un progetto comunale e tra le priorità individuate c’è la sistemazione dei parcheggi di via Veneto, la messa in sicurezza della pista ciclabile, la realizzazione di nuovi percorsi, oltre all’entrata in servizio di una navetta che colleghi il quartiere alla stazione metropolitana Marconi .

Il mercato immobiliare di Viale Venezia vede un’offerta molto ampia. Passiamo da Viale Piave dove troviamo immobili di tipologia popolare e di scarso livello a Viale Venezia, zona Panoramica e Ronchi dove invece l’immobile è di tipo signorile e di pregio. I prezzi al metro quadro variano molto in base alla zona e alla singola via; passiamo dai 1.000 € al mq ai 1.100 € al mq in Viale Piave e traverse a 2.000 € al mq ed i 2.200 € al mq  in Viale Venezia ed infine dai 2.500 € al mq ai 2.800 € al mq  in zona Panoramica e Ronchi.

Le tipologie richieste dai clienti acquirenti sono mediamente bilocali di piccola metratura ad uso investimento e trilocali di 80-85mq comodi alle coppie giovani con un figlio. I tempi di vendita vanno dai sei agli otto mesi se l’immobile è interessante sia a livello di prezzo, sia come ubicazione..

Richiesta la zona di Sant’Eufemia per chi ama la tranquillità, poiché è un piccolo borgo vicinissimo al centro comodo ai servizi, dove troviamo una vastità di scelta a livello immobiliare ovvero dal semplice bilocale alla villetta a schiera ed infine alla villa singola situata nella zona magnifica della Maddalena.

Il mercato delle locazioni è in netta crescita. Inoltre possiamo confermare una riduzione dei tempi medi di affitto con un lieve rialzo del canone mensile. I contratti preferiti sono quello a canone concordato e della cedolare secca.

 

A Villaggio Sereno (Villaggio Sereno, Chiesanuova, Noce e Folzano) si registrano segnali stabili e soprattutto sempre indirizzati alla richiesta per la maggior parte di villette Padre Marcolini, richieste che vengono da abitanti del quartiere ma anche di esterni che apprezzano la zona essendo ottimamente servita da infrastrutture e servizi. I valori continuano a registrare sensibili ribassi, nel tentativo di andare incontro alla domanda, ma anche dettati dal fatto che le abitazioni presenti sono per la maggior parte da ristrutturare e la clientela cerca così di usufruire delle agevolazioni fiscali. La maggior parte della domanda è di miglioramento abitativo dando molta importanza all’indipendenza dell’ immobile e con la conseguente ricerca di giardino privato. Alta la domanda di appartamenti trilocali e quadrilocali, mentre è bassa quella dei mono e bilocali.

Le zona più ambita è Villaggio Sereno, seguita da Chiesanuova/Noce e da ultima Folzano dove abbiamo richieste esclusivamente di persone residenti. La classifica si inverte se consideriamo la capacità di spesa dell’acquirente medio.

 

La zona di Caionvico è posta ai piedi delle colline ed apprezzata dagli acquirenti per la presenza di verde e per la tranquillità. Si tratta comunque di un’area ben collegata con le zone centrali della città grazie all’esistenza di navette che collegano con la linea metropolitana. L’edilizia è composta prevalentemente da ville singole, villette bifamiliari e villette a schiera realizzate a partire dagli anni ’70 fino ad oggi. Per l’acquisto di una villetta bifamiliare costruita dopo gli anni 2000, con un’ampiezza di 120 mq più 60 mq di taverna, si spendono circa 300.000 Euro. Questi valori si dimezzano per villette bifamiliari da ristrutturare, ma le metrature in questo caso sono più contenute e si attestano sui 90 mq.

Inflazione, a Brescia la crescita è minima

in Economia/Tendenze by

Nel mese di ottobre, a Brescia, la variazione congiunturale dei prezzi ha registrato un lieve incremento (+0,1%), mentre quella tendenziale (variazione sull’anno precedente) è salita a +1,8%.

Tra settembre e ottobre gli aumenti dei prezzi sono stati registrati soprattutto nella divisione “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili“ (+2,6%), seguita da “Altri beni e servizi” (0,4%) e dai “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (0,2%). Scendendo nel dettaglio, le classi con un aumento sostenuto dei prezzi sono state il gas (+6,5%) e l’energia elettrica (+6,1%).
Hanno presentato variazioni congiunturali negative le divisioni “Comunicazioni” (-1,4%), “Trasporti” (-0,8%), ”Istruzione” (-0,7%), “Abbigliamento e calzature” (-0,5%) e “Ricreazione, spettacoli e cultura” (-0,5%); più lievi invece le diminuzioni delle divisioni “Bevande alcoliche e tabacchi” (-0,2%), “Mobili, articoli e servizi per la casa” (-0,1%), “Servizi sanitari e spese per la salute” (-0,1%). Tra le classi di spesa che hanno presentato una variazione congiunturale negativa figura soprattutto il “Trasporto aereo passeggeri” (-16,2%). Con variazione nulla invece la divisione “Servizi ricettivi e di ristorazione”.

Sono stati i prodotti ad alta frequenza di acquisto a presentare variazioni congiunturali più elevate (+0,3%) rispetto ai prodotti a media frequenza (con variazione congiunturale nulla) e a quelli con bassa frequenza (-0,1%).
Anche l’’analisi per tipologia di prodotto, conferma che sono i beni regolamentati” (+4,2) e i beni energetici (+3,8%) a presentare notevoli aumenti dei prezzi in questo mese.v

Indagine Aib: ai minimi la fiducia delle imprese del terziario

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by

Nel terzo trimestre dell’anno, il settore bresciano dei servizi ha registrato una nuova espansione, caratterizzata però da una nuova e significativa frenata, dopo quelle sperimentate nei periodi immediatamente precedenti.

La decelerazione riscontrabile in ambito provinciale appare coerente col quadro nazionale, dove l’Indice PMI (Purchasing Managers Index) riferito al comparto si è mantenuto, anche nel periodo luglio-settembre 2018, ben al di sopra della soglia che delimita l’espansione dalla contrazione, pur su livelli più bassi di quanto evidenziato fra la fine del 2017 e l’inizio del 2018.

Nel dettaglio, per quanto riguarda i giudizi espressi dalle imprese sui tre mesi precedenti:

  • il fatturato è cresciuto per il 30% delle imprese, con un saldo positivo del 12% fra coloro che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione;
  • gli ordini e l’occupazione evidenziano anch’essi incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +28% e a +12%);
  • i prezzi dei servizi offerti continuano a caratterizzarsi per un’evoluzione tutto sommato piatta (saldo netto +5%), giustificata dalla persistente difficoltà di scaricare nelle tariffe applicate la salita dei costi operativi.

Nonostante tutto, le aspettative per i prossimi mesi continuano a essere orientate a un cauto ottimismo. Per il fatturato, il saldo fra risposte in aumento e in diminuzione è ampiamente positivo (+32%); i saldi riferiti al portafoglio ordini (+21%) e all’occupazione (+15%) evidenziano anch’essi risultati positivi. Le previsioni relative ai prezzi dei servizi offerti (+5%) confermerebbero la limitata possibilità da parte degli operatori contattati di incrementare le tariffe proposte alla clientela.

Le opinioni delle imprese intervistate in merito alle prospettive sulla tendenza generale dell’economia italiana divengono tuttavia negative: il 13% degli intervistati si è espresso infatti in modo favorevole, il 25% ha una visione pessimistica, mentre il rimanente 62% ha indicato stazionarietà.

A seguito delle dinamiche sopra descritte, l’indice sul clima di fiducia nelle imprese bresciane operanti nel settore terziario è sceso a 112,3, valore ancora al di sopra della soglia che delimita l’espansione dalla contrazione, ma su livelli minimi da quando è stata istituita la rilevazione (secondo trimestre 2016).

Halloween in Lombardia sono 50mila le imprese coinvolte

in Economia/Eventi/Tendenze by

Dalle locande delle streghe all’agenzia viaggi Halloween alla pasticceria “dolcetto o scherzetto”, sono oltre 150 in Italia le imprese che si ispirano in vari modi alla festa di Halloween. I settori interessati, tra bar, ristoranti, locali, parchi divertimento, organizzatori di feste, commercio di giocattoli sono però oltre 300 mila con un giro d’affari annuale di circa 29 miliardi di euro. Il 15% di queste attività ha sede in Lombardia, sono più di 50 mila per un business annuale di 7,8 miliardi. Con 18 mila imprese e 5 miliardi di fatturato, Milano è prima in regione e seconda a livello nazionale preceduta solo da Roma (29 mila imprese e 3 miliardi di fatturato). Tra le prime 10 anche Brescia settima con 7 mila attività. Seguono in Lombardia Bergamo con 5 mila imprese, Varese e Monza Brianza con circa 3 mila. In Italia dopo Roma e Milano vengono Napoli con 16 mila e Torino con 12 mila, Salerno e Bari con oltre 7 mila. È quanto emerge da una elaborazione della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati Registro Imprese e dati Aida – Bureau van Dijk

Oggetti per le feste? Un interscambio di quasi 50 milioni di euro di cui 32 di import e 15 di export. Oltre la metà dell’import viene dalla Cina con un valore che supera i 21 milioni di euro in sette mesi, la Cina rappresenta il 66,6% delle importazioni italiane nel settore ma diminuisce in un anno del 16,5%. Germania, Grecia (+172%), Francia e Spagna che superano tutte il milione di euro. L’export per le feste raggiunge invece la Francia, per un valore di 2,4 milioni di euro, la Germania (2,3 milioni), gli Stati Uniti (1,8 milioni) e Spagna (1,2 milioni circa). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati Istat nei primi sette mesi del 2018 e 2017.

Singapore, Malesia e Indocina valgono oltre 2 miliardi per la Lombardia

in Economia/Export/Tendenze by

Singapore, Malesia e Indocina: questi tre mercati dell’Asia Orientale valgono per la Lombardia già oltre due miliardi all’anno, 1,3 miliardi nei primi sei mesi del 2018, un interscambio che aumenta del 4% rispetto al 2017. Grazie soprattutto alle esportazioni (762 milioni, +4,7%) che rappresentano oltre un terzo del totale nazionale e collocano la Lombardia nettamente al primo posto in Italia, seguita da Emilia Romagna (13,6%) e Veneto (11,6%). Milano prima in regione sia per export (278 milioni) che per import (299,5 milioni), seconda Monza Brianza, in forte crescita (221 milioni di export, +9,9% e 83 di import, +35%). Seguono Varese nelle esportazioni con 81 milioni (+81,2%) e Como nelle importazioni con 43 milioni (+47,6%).

Si commercia soprattutto in elettronica (20,7% dell’import, 28,3% dell’export), in macchinari (13% e 21,9%), in prodotti chimici (13,3% e 9,2%), in metalli (12,9% e 7,8%) e in abbigliamento (10,6% e 8,9%). Tra i Paesi è Singapore a trainare la crescita: +16,3% l’import che raggiunge quasi i 103 milioni e +9% l’export che è di 371 milioni. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati Istat a giugno 2018 e 2017.

 

 

Media ed editoria, nel bresciano le imprese sono un migliaio

in Economia/Tendenze by
Libri

Nel settore media, editoria, tv e video, sono 63 mila le imprese in Italia e 245 mila gli addetti. Per imprese, prime Roma con circa 6 mila e Milano con oltre 5 mila, ma anche Napoli e Torino con circa 3 mila, Bari, Firenze, Salerno, Bologna, Catania, Palermo, Genova con oltre mille.  La Lombardia è prima in Italia per numero di addetti, ne conta circa uno su quattro (51 mila). Roma e Milano hanno oltre 30 mila addetti. Milano, con 12 miliardi di fatturato nel settore, pesa quasi la metà sul totale nazionale di 28 miliardi. In Lombardia, dopo Milano ci sono Brescia, Bergamo e Monza con quasi mille imprese, Varese con oltre 700, Como con oltre 500. A Bergamo circa 5 mila gli addetti. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza  Lodi  su dati del registro imprese al secondo trimestre 2018 e Aida.

Milano, editori con quasi 2 mila imprese primo settore. Primi settori: attività editoriali con 1.819, stampa con 1.635, commercio al dettaglio di giornali e articoli di cartoleria in esercizi specializzati con 1.603, commercio al dettaglio di libri in esercizi specializzati con 218 operatori, attività di programmazione e trasmissione con 128, agenzie di stampa con 54, negozi di registrazioni musicali e video con 21.

 

L’economia bresciana rallenta, Sivieri (Api): segnali da non sottovalutare

in Api/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by
Douglas Sivieri

Il terzo trimestre 2018 registra una contrazione congiunturale per ordini, fatturato e produzione rispetto al secondo trimestre. A osservarlo è il report congiunturale del Centro Studi Apindustria Brescia, realizzato attraverso un questionario rivolto a cento imprese associate. «I principali indicatori economici – sottolinea il report – segnalano una contrazione generale, che sembra dettare un punto di svolta rispetto al generale clima di crescita registrato nei mesi precedenti». Il 36% dei rispondenti parla di contrazione dei fatturati nel terzo trimestre (due terzi di questi con cali superiori al 9%) rispetto al trimestre precedente. Diminuisce in misura sensibile anche la percentuale di imprese che crescono, dal 64% al 45%. A pesare sarebbe soprattutto «una sentita instabilità a livello nazionale».

Stabili o in crescita continuano invece a essere i rapporti commerciali oltralpe. In crescita si confermano anche i costi di produzione. Sul fronte occupazionale, dopo un 2017 caratterizzata da una generale crescita, il 2018 registra variazioni più modeste: nel terzo trimestre la metà degli intervistati non segnala variazioni, un terzo rileva un lieve aumento, un 15% ha invece ridotto al forza lavoro. Nonostante il clima di apparente contrazione, nel terzo trimestre, le imprese non smettono di investire: se per la metà dei rispondenti questi sono stabili, per l’altra metà sono invece in crescita. A livello tendenziale, nel confronto con il 2017, i primi tre trimestri del 2018 presentano comunque nel complesso dati positivi per le imprese associate ad Apindustria. Le imprese presentano un fatturato in crescita nel 64% dei casi e stabile nel 10 per cento.

«Da mesi avvertivamo i segnali di un rallentamento – afferma Douglas Sivieri, Presidente di Apindustria Brescia -. La tendenza resta positiva, ma la congiuntura registra un freno da non sottovalutare. Anche nei periodi di crescita più convinta abbiamo registrato difficoltà per un gruppo di imprese. Adesso la platea che segnala rallentamento sembra stia aumentando, e questo in un contesto nel quale la domanda interna continua a essere debole e la situazione internazionale è un po’meno favorevole. Sono questi segnali da tenere presente e non trascurare».

Agroalimentare, cresce l’impresa dell’autunno

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Economia/Tendenze by
Produzione delle mele, foto d'archivio

Crescono i settori dell’agroalimentare legati all’autunno, sia in Lombardia che in Italia. In cinque anni si registra il +11% a Milano, dove si contano 290 imprese, +5% in Lombardia con 4.261 attività e +10% in Italia con 152 mila attività. In un anno, invece, la crescita è del +2% in regione e +3% a livello nazionale. Emerge dai dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Coldiretti Lombardia a giugno 2018. Sono legate all’autunno attività quali la coltivazione di uva (2.991 imprese in regione, di cui 148 a Milano su 80 mila in Italia), mele (243 imprese su 8 mila nazionali), castagne, bacche: mirtilli, ribes, kiwi, cachi, melograno, nocciole (443 su 11 mila), olive (464 di cui 86 a Milano su 49 mila), produzione di olio (28 di cui 6 nel capoluogo su 3 mila) e di vino (92 di cui 16 milanesi su 1.845). Settori che contano 150 mila addetti in Italia, di cui 6 mila in Lombardia e circa 600 a Milano. Un imprenditore su dieci è giovane, sia in regione che in Italia.

Business da 1,4 miliardi all’anno in regione su 17 miliardi in Italia, con 650 milioni a Milano, circa 300 a Brescia, circa 100 a Bergamo, Pavia, Lecco. Prime in Italia Verona con circa 2 miliardi, Treviso e Firenze con oltre 1 miliardo.

Maggiore concentrazione in Italia a Bari, Trapani, Treviso, Foggia, Trento, Verona e Cuneo. Prima Bari con circa 10 mila imprese, +28% in cinque anni, seguita da Trapani con oltre 8 mila, Treviso con quasi 7 mila, + 16%, Foggia con 6 mila, +7%, Trento, Verona e Cuneo con 5 mila, +13%, + 16% e +24%.

Maggiore concentrazione in Lombardia a Pavia, Brescia, Sondrio, Bergamo. Prima Pavia con 1532 imprese, seconda Brescia con circa mille imprese, +15% in cinque anni, seguita da Sondrio con 480, + 14%, Bergamo con 355, +22%, Milano con 290, +11%.

Crescono di più in Italia Rovigo, Belluno, Verbania. Rovigo con 54 imprese, +8,00%,in un anno, +116,00% in cinque anni, Belluno con 71 imprese, +10,90% in un anno, +115,20% in cinque anni, Verbania con 34 imprese, +13,30% in un anno, + 112,50% in cinque anni, Ferrara con 309 imprese, +10,00%,in un anno, +,100,60% in cinque anni, Isernia con 46 imprese, +21,10% in un anno, +91,70% in cinque anni.

Tra i territori con oltre mille imprese, crescono Bolzano, Avellino, Caserta: Bolzano con 2.784 imprese, +10,50% in un anno, +73,80% in cinque anni,  Avellino con 2.195 imprese, +16,10% in un anno, +59,40% in cinque anni, Caserta con 1.347 imprese, +12,50% in un anno, +53,80%in cinque anni, Napoli con 1.454 imprese, +13,30% in un anno, +47,20% in cinque anni, Matera con 959 imprese, +5,70% in un anno +45,10% in cinque anni, Ravenna con 1.307 imprese, +4,10% in un anno, +31,20% in cinque anni, Bari con 9.630 imprese, +5,40% in un anno, +28,10% in cinque anni, Viterbo con 2.840 imprese, + 3,80% in un anno, +27,40% in cinque anni, Nuoro con 1.077 imprese, +5,40% in un anno, +24,40% in cinque anni,

Crescono di più in Lombardia Cremona, Varese, Como, Lecco, Mantova, Bergamo, Monza. Cremona con 24 imprese, +4,30% in un anno, +84,60% in cinque anni, Varese con 93 imprese, +10,70% in un anno, +78,80% in cinque anni, Como con 87 imprese, +7,40% in un anno, + 67,30% in cinque anni, Lecco con 62,imprese, +12,70% in un anno, +59,00% in cinque anni, Mantova con 264 imprese +8,60% in un anno, +32,70% in cinque anni, Bergamo con 355 imprese, +5,30% in un anno, +21,60% in cinque anni, Monza e Brianza con 51 imprese, +2,00% in un anno, +21,40% in cinque anni.

Più peso dei giovani a Avellino, Napoli, Caserta ma anche Torino e Imperia. Giovani più presenti ad Avellino (500 imprese su 2.195, 22,8%), Napoli (330, 1.454, 22,7%), Caserta (282, 1.347, 20,9%). Tra le prime anche Salerno (582, 3.751, 15,5%),  Torino (87, 583, 14,9%), Crotone  (241, 1.659, 14,5%),  (145, 1.007, 14,4%).

Più peso dei giovani in Lombardia a Varese, Sondrio, Como. Più giovani a Varese (18 su 93,19,4%), Sondrio (77, 480, 16,0%), Como (12,  87, 13,8%).

Smart economy, Brescia ai primi posti per prodotti di riciclo

in Economia/Tendenze by

Dall’hi-tech ai trasporti al riciclo dei rifiuti, sono tanti i prodotti dei settori smart che dalla Lombardia vanno nel mondo: un business da 15 miliardi di euro nel 2017, un quarto del totale italiano, +7% in un anno. Un terzo di questo export parte da Milano per un valore di quasi 5 miliardi di euro. Seguono Brescia e Bergamo con 2 miliardi circa, superano il miliardo anche Monza e Brianza, Lodi e Mantova. La crescita maggiore a Sondrio (+27,7%) e Pavia (+22,8%). Le prime destinazioni dell’export sono Germania con 2,2 miliardi (+1,1%), Spagna con 1,8 miliardi (+13,1%) e Francia con 1,3 miliardi. In forte aumento Cina (+19,6%) e Polonia (+14,8%).

Prime destinazioni per prodotto lombardo. Spagna (1,1 miliardi, +11,6%) e Svizzera (725 milioni, +13,3%) per computer ed elettronica ma in crescita anche la Cina (+12,6%). Per apparecchiature di cablaggio Germania (195 milioni circa) e Regno Unito (182 milioni), in aumento la Svizzera (+31,1%). Prodotti dello smaltimento e recupero dei rifiuti: prima Cina (157 milioni, +43,7%) seguita dalla Germania (117 milioni, + 26,2%), raddoppia la Turchia che passa da 6,5 a 13,5 milioni. Rep. Ceca (6 milioni) e Stati Uniti (3,3 milioni) per la produzione cinematografica, video e musicale. Germania in testa per autoveicoli (490 milioni, +4%), parti e accessori di auto (873 milioni, +5,5%) e mezzi di trasporto (116 milioni, +4%). In crescita in questi settori Svizzera (+34,3%) per auto, Francia (+14,9%) ma anche India (+8,9%) per parti e accessori di auto, Giappone (+50,2%) per mezzi di trasporto (biciclette, motoveicoli e altri). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati Istat anni 2017 e 2016.

I prodotti lombardi smart più esportati sono quelli hi-tech. Per oltre 6 miliardi in un anno, +6,6%, seguono le parti e accessori per auto e le auto con quasi 3 miliardi ciascuna (+5,9% e +5,7%) e le apparecchiature di cablaggio con 1,5 miliardi, +3,6%.

Milano prima in Italia per hi-tech e apparecchiature per cablaggio. In computer ed elettronica supera infatti i 2,7 miliardi, +8,8% ed è seguita da Lodi (+9,8%) e Monza Brianza con un miliardo circa. Per cablaggio Milano raggiunge quasi i 730 milioni di export, tra le prime anche Bergamo quarta e Brescia nona. Bergamo è seconda nelle parti e accessori per auto e precede di poco Brescia (circa 900 milioni di euro entrambe). Brescia è prima per prodotti di riciclo con 228 milioni (+36,6%), vengono subito dopo Milano (218 milioni, +3,7%), Monza Brianza e Bergamo (oltre 90 milioni, rispettivamente +30% e +36%).

La classifica italiana dei settori smart. In testa Torino, prima con 9 miliardi grazie soprattutto agli autoveicoli, Milano con 5 miliardi e Chieti con 4 miliardi. Superano i 3 miliardi anche Modena e Potenza. Seguono Bologna (2,9 miliardi) Frosinone (+227%), Brescia e Bergamo, tutte con 2 miliardi circa. Tra le prime anche Monza e Brianza, Lodi e Mantova.

Boom di take away e cibi pronti: nel Bresciano le imprese sono 788

in Alimentare/Economia/Tendenze by

Cresce la passione di lombardi e italiani per il cibo d’asporto e i pasti pronti nel 2018. Sono 5.803 le imprese attive in regione nel settore su 37.715 nel Paese e crescono in un anno di circa il 2% secondo i dati elaborati dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza e Lodi su fonte registro imprese al primo trimestre 2018 e 2017. Un settore che in Lombardia impiega 18 mila addetti su 109 mila in Italia e nel quale pesano soprattutto stranieri (50,2% contro la media italiana del 24,4%) e giovani (22,6% contro media italiana del 21,3%) ma meno le donne (19% in Lombardia, 27,1% in Italia).

Take away e cibi pronti in Lombardia. Si tratta soprattutto di imprese specializzate nella somministrazione con asporto, 5.581 attività, ma ci sono anche oltre duecento imprese tra produzione di pasti, sughi e estratti pronti. Milano è prima con 1.888 imprese attive, seguita da Brescia (788), Bergamo (691), Monza Brianza (503) e Varese (476). In un anno sono Milano (+4,5%), Monza Brianza (+4,1%), Como (+3,9%) e Pavia (+3,3%) a crescere di più.

Take away e cibi pronti in Italia. 37.715 imprese, +1,8% in un anno, e circa 109 mila addetti sono i numeri del settore in Italia. Roma (3 mila imprese, 8% nazionale), Napoli (1.969, 5,2%) e Milano (1.888, 5%) sono i territori che concentrano il maggior numero di attività seguite da Torino (1.546), Bologna (845) e Catania (810). Aosta (+15,4%), Isernia (+12%), Parma (+8,4%) e Piacenza (+7,9%) i territori che crescono di più. Lombardo il primato per la presenza di imprenditori stranieri nel settore con Lecco (62,4%), Milano (60,6%) e Lodi (53,3%) le province dove pesano di più in Italia. Caltanissetta (30,1%), Asti (29,9%) e Messina (29,4%) sono, invece, le aree dove l’imprenditoria giovanile ha un peso maggiore e Rieti (54%), Chieti (45,6%) e Frosinone (42,3%) quelle in cui le imprenditrici pesano di più.

Business da 1,3 miliardi in Lombardia su 5,5 miliardi in Italia per piatti pronti e take away. Tra le regioni prima l’Emilia Romagna con 1,5 miliardi, seconda la Lombardia e terzo il Lazio con 840 milioni. Tra i territori, prima in Italia è Roma con 784 milioni, seguita da Ravenna con 578 milioni, Milano con 332 milioni, Monza con 300 milioni, Parma con 291 milioni, Modena con 239 milioni, Napoli con 195 milioni, Brescia con 182 milioni, Rimini con 147 milioni, Bergamo con 134 milioni, Mantova con 125 milioni, Pavia con 118 milioni.

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