Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

Category archive

Tendenze - page 40

Moda, nei primi sei mesi del 2018 sono 20 le nuove aziende bresciane

in Abbigliamento/Economia/Tendenze by
Moda, foto da Pixabay

Disegnatori di modelli orafi o cartamodelli, sartorie artigianali, laboratori che producono materiali e tessuti in fibre tecniche, stilisti, ricamatori di alta moda, produttori di borse di lusso o abbigliamento sportivo, progettisti di costumi, assemblatori di cinture in pelle e realizzatori di caschi customizzati: sono oltre mille le imprese di giovani nate nei settori del manifatturiero moda e del design nei primi sei mesi del 2018 in Italia, il 15% delle quali (162) in Lombardia, secondo i dati elaborati dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su fonte registro imprese. Pesano circa il 27%, oltre un quarto, di tutte le imprese nate nel comparto nello stesso periodo. Si tratta soprattutto di imprese del settore abbigliamento, 434, poi del design, 423, ma ci sono anche 143 imprese specializzate in articoli in pelle e 71 in tessile.

Le giovani imprese della moda hanno aperto soprattutto a Firenze, Milano e Prato, circa 70 imprese in ciascun territorio, poi a Napoli, Torino e Padova. In termini di peso sul totale delle imprese del settore iscritte nel 2018, è a Crotone, Vibo Valentia, Catanzaro, Rieti e Imperia che, invece, giovani incidono di più.

Moda e nuove imprese di giovani in Lombardia. Sono 162 le imprese di giovani specializzate nei settori della moda e iscritte nei primi sei mesi del 2018 in regione su 612 in totale, il 27%. Milano è prima con 67 nuove imprese giovani, seguita da Bergamo e Brescia (circa 20), Mantova, Como e Monza Brianza. Per peso delle imprese giovani sul totale prime sono Sondrio e Lecco con quasi una nuova iscritta su due. Tra i settori prevale il design, circa la metà del totale (80 imprese su 162) seguito dalla produzione di abbigliamento (59 imprese iscritte).

Economia green, le imprese bresciane danno lavoro a 12mila persone

in Ambiente/Economia/Tendenze by

Tra biciclette, pulizia degli edifici e cura del paesaggio ci sono 7 mila imprese a Milano, 17 mila in Lombardia su 79 mila in Italia. Cresce il settore a Milano, +3,2% in un anno e + 23% in cinque, in Lombardia +2,9% e + 20,4% e in Italia con +1,9% e +13,3%. Il 22%, circa una impresa su cinque del settore nel Paese si trova in regione. Sono 74 mila gli addetti milanesi, 129 mila lombardi su un totale nazionale di 517 mila, circa uno su tre si concentra nella regione. Anche il fatturato di 2 miliardi rispetto ai 5 lombardi e i 17 nazionali, è quasi un terzo in regione. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi sui dati del registro delle imprese al 2018, 2017 e 2013.

Per provincia in Lombardia. A Milano ci sono oltre 7 mila imprese (+23% in cinque anni), a Varese, Monza e Brescia quasi duemila (+13%, +23%, +19%), oltre mille a Bergamo e Como (+24% e +26%). A Milano sono circa 74 mila gli addetti, a Monza 15 mila, a Brescia 12 mila, a Bergamo 9 mila, a Varese 6 mila.

Per provincia in Italia. Prima Milano con 7 mila imprese (+23% in cinque anni), seguita da Roma con 6 mila (+17%), Torino con 4 mila (+9%), Napoli con 3 mila (+25%). Con circa 2 mila sono: Bologna (+10%), Firenze (+15%), Monza (+23%), Genova (+8%), Varese (+13%), Brescia (+19%).

Vino, esportazioni da record in Lombardia: valgono 270 milioni

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Economia/Tendenze by

Milano capitale del vino per una settimana: dal 7 al 14 ottobre 2018 si svolgera’ infatti la prima edizione ‘Milano Wine Week’ e il capoluogo lombardo ospitera’ appuntamenti dedicati agli appassionati di vino e non solo. Alla presentazione dell’iniziativa ha preso parte anche l’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia Fabio Rolfi, che ha subito messo in evidenza come “nel 2017 il vino lombardo ha battuto il record di esportazioni, con un valore di 270.360.000 euro e un incremento del 4,2 per cento sul 2016”.

TRASMETTERE NEL MONDO I VALORI DEL TERRITORIO – “Quest’anno – ha annunciato Rolfi – vogliamo fare ancora meglio e per raggiungere l’obiettivo dobbiamo proseguire in un’efficace e sinergica opera di marketing territoriale. Raccontare la qualita’ del vino lombardo e dei nostri prodotti agroalimentari significa trasmettere nel mondo i valori del nostro territorio. Per questo mi pongo l’obiettivo di rafforzare in modo significativo anche la sinergia tra il mondo della ristorazione e l’offerta vinicola lombarda”.

SETTIMANA FOCALE PER IL SETTORE – Il progetto e’ realizzato in collaborazione con Epam, l’Associazione Provinciale Milanese Pubblici Esercizi, Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza e consiste nel concentrare in 7 giorni una serie di eventi dedicati al mondo del vino. Una sorta di punto focale intorno a cui gireranno ulteriori iniziative legate a questo tema.

IMPORTANZA DELL’INTERNAZIONALIZZAZIONE – La Regione Lombardia e’ al fianco dei produttori vitivinicoli proprio per i processi di internazionalizzazione. Con la misura Ocm vino abbiamo messo a disposizione 3,8 milioni di euro di risorse statali per progetti, anche interregionali, di promozione dei vini lombardi, dando priorita’ per gli stanziamenti a consorzi e aggregazioni di piccole medie imprese”.

REALTA’ LOMBARDA ECCELLENTE – Sul territorio lombardo si producono per il 90 per cento vini a Denominazione di qualita’: grazie a 5 DOCG, 21 DOC e 15 IGT e nel 2017 la viticoltura biologica ha raggiunto in Lombardia quota 1.751 ettari, con un incremento del 93 per cento rispetto al 2010.

Le guide turistiche diventano sempre più imprese: in Lombardia sono 50

in Economia/Evidenza/Tendenze/Turismo by

Quando la guida turistica diventa impresa: sono circa 50 le attività di impresa, tra sedi e unità locali, che in Lombardia sono specializzate nel settore delle visite guidate, a cui fanno capo delle guide turistiche, con 70 addetti, secondo l’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro imprese al primo trimestre 2018. La Lombardia pesa il 5% delle quasi mille attività presenti in Italia ma prime nel settore sono Lazio (15,5%), Toscana (14%), Sicilia e Sardegna (oltre 10% ciascuna). Un settore, quello delle guide turistiche, che cresce del 9% in un anno e del 96% in cinque anni in regione e del 10% e 35% in Italia. Le province dove fare visite guidate diventa più attività d’impresa sono Roma (136 localizzazioni), Napoli (81) e Firenze (60), seguite da Sassari, Palermo e Venezia.  Milano è tredicesima con 20 attività e 33 addetti (+18% in un anno e +67% in cinque). Un’attività dove è forte la presenza femminile (57% delle imprese del settore in Lombardia e Italia) e gli imprenditori nati all’estero pesano l’11% in regione e il 7% a livello nazionale. Per addetti di questo settore specializzato, prime Roma e Firenze, con oltre 100 su 1200 in Italia.

Voto 8,4 alle guide abilitate secondo l’indagine nazionale sulle guide turistiche di Confguide

Confcommercio. Le guide turistiche abilitate al servizio sono in prevalenza laureati (83,5%) in conservazione e tutela dei beni culturali, in storia dell’arte e archeologia (38%) oppure in lingue straniere (27%). I tour sui quali lavorano di più sono: visite guidate in musei, mostre temporanee o monumenti (72,3% delle guide), mentre il 20,5% lavora soprattutto con passeggiate e tour turistici in esterna. La composizione della clientela mostra una prevalenza di stranieri (per il 60,5% delle guide turistiche), seguono gli italiani che risiedono in altre regioni (indicati dal 37,7% delle guide) mentre il target prevalente di clientela è interno alla regione per il 25,3% delle guide e locale per il 14,5%. A rivolgersi agli albergatori per una visita guidata con la guida sono soprattutto gruppi di amici o familiari (target indicato dal 54,2% delle strutture), seguiti dalle famiglie (38,6%) e dalle coppie di vacanzieri (33,3%). Un servizio per il quale la clientela degli hotel esprime evidente soddisfazione: basandosi sui commenti e sulle informazioni raccolte presso gli ospiti che hanno richiesto una visita guidata sul territorio, gli operatori alberghieri esprimono un voto medio di 8,4 (su un massimo 10) per l’attività delle guide turistiche sperimentate dalla propria clientela.

Riparazione auto, un business per 3434 imprese bresciane

in Associazioni di categoria/Automotive/Confartigianato/Economia/Partner/Tendenze by
Riparazione auto

Al II trimestre dell’anno in corso a Brescia sono 3.434 le imprese totali appartenenti alla filiera auto composta da produzione e servizi, fabbricazione di autoveicoli, fabbricazione di carrozzerie, produzione parti e accessori, fabbricazione di motociclette e dei servizi di vendita autovetture, manutenzione e riparazione di autoveicoli. Di queste 135 sono attive nella produzione (in calo del -2,2% dallo stesso periodo dello scorso anno) e 3.299 sono imprese dei servizi e del commercio con una variazione positiva del 1,8%. Una filiera che dà lavoro a 16.835 addetti, 9.741 dei quali (il 57,9%) in imprese con meno di 50 addetti. È quanto emerge dall’analisi del comparto “Alcuni numeri chiave sulla filiera auto in Lombardia” pubblicato dall’Osservatorio Mpi di Confartigianato Lombardia in occasione della consegna del 36esimo premio Confartigianato Motori all’Autodromo di Monza nello scorso weekend, in concomitanza con il Gran Premio d’Italia di Formula 1. Entrando nel dettaglio, sul totale delle imprese sono 1.695 le imprese artigiane attive nella manutenzione e riparazione di autoveicoli, in lieve calo rispetto alle 1.704 del II trim 2017 (-0,5%). Sempre artigiane, questa volta in aumento del 1,2%, sono le 414 imprese (erano 409 nel II trim 2017) attive nelle riparazioni di carrozzerie.
«Tradizione e innovazione, tecniche artigiane e tecnologia sono tutte caratteristiche che appartengono al mondo dell’autoriparazione» commenta il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti che prosegue: «I nostri artigiani, le nostre carrozzerie, meccanici, autoriparatori hanno il dovere di crescere per la sicurezza stradale e il rispetto dell’ambiente. Inoltre abbiamo incrementato l’attenzione alla formazione, potenziato le attrezzature di officine e imprese per restare al passo con l’innovazione delle nuove tecnologie. La tecnologia è cambiata completamente in questi anni, l’elettronica è il motore dei veicoli moderni e un’alleata importante delle automobili di oggi e di domani. Proprio sulla formazione professionale si sta giocando la partita del rilancio dell’occupazione giovanile italiana, da sempre una delle curve più pericolose della nostra economia. Il nostro Ufficio Studi ha da poco diffuso i dati sull’apprendistato, dimostrando come sia questa la porta d’accesso privilegiata al mondo del lavoro per i nostri giovani. Nonostante questo, l’Italia non si rende conto che apprendere un mestiere è fondamentale, per i giovani e per tanti territori come quello bresciano così ricco di piccole imprese e il settore dell’automotive racchiude un’ampia gamma di mestieri, di comparti e di figure professionali che richiedono una formazione completa e qualificata. In questo senso, l’apprendistato è l’unica via intelligente e sostenibile in chiave futura per i giovani».
Ma dal recente studio nazionale sul settore emerge anche la preoccupazione per il rischio dazi Usa sulle auto di produzione Ue che colpirebbe in modo diretto e indiretto anche i piccoli produttori della componentistica Made in Italy. L’Italia è infatti il primo paese Ue per addetti nelle piccole imprese della componentistica e le imprese italiane che esportano parti e accessori per autoveicoli sono ancor più esposte al problema in quanto il primo mercato estero di riferimento (21 per cento delle esportazioni) è la Germania, primo esportatore europeo di auto e parti accessorie negli Stati Uniti.
Inoltre, un sondaggio proposto in occasione dell’evento e che ha coinvolto un migliaio di imprese della filiera dell’autoriparazione, sempre realizzato da Confartigianato a livello regionale, annovera come prima problematica legata alla propria attività, quella legata al rischio della diffusione di prodotti acquistati on line, che entrano così nella circuito dell’automobile, con danno per le imprese e rischio per gli utenti. Una problematica, quella della concorrenza sleale, sentita da oltre la metà degli interessati (50,8%).
«Operatori abusivi che popolano il sommerso, in un mondo parallelo in cui non esistono regole e che produce danni ingenti alle casse dello Stato, alle imprese regolari, ai consumatori. Un fenomeno che ha ripercussioni negative non solo sui fatturati delle imprese che producono gli originali, ma anche per la concorrenza sleale subita dai distributori ufficiali e per i rischi che corrono gli acquirenti, spesso inconsapevoli» commenta il presidente di Confartigianato Massetti. Un sondaggio che ha purtroppo riscontri numerici accertati dalla stessa Confartigianato nell’ultima assemblea: l’economia sommersa nella filiera auto è un fenomeno in crescita: in quattro anni il valore aggiunto creato dal lavoro irregolare è aumentato di quasi il 9% e il numero degli operatori abusivi è lievitato del 2,5%.

La musica nel Bresciano dà lavoro a 170 imprese

in Cultura/Economia/Tendenze by
Strumenti musicali

È la Lombardia la regione regina della musica italiana con il 20,2% delle imprese attive (oltre 2 mila su circa 10 mila in Italia) e il 19,2% degli addetti del settore musicale (circa 10 mila su 53 mila) secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati del registro imprese al primo trimestre 2018.

Un comparto composto da 448 imprese del settore manifatturiero (su 1.519 a livello nazionale, il 29,5%) tra fabbricazione di strumenti musicali e supporti musicali, 406 imprese del commercio (su 2.341, il 17,3%) e 1.150 imprese dei servizi (su 6.047, il 19%). Un settore da 8 miliardi all’anno in Italia di cui circa 4,5 in Lombardia e 3 in Lazio, concentrato tra Milano con 4,2 miliardi e Roma con 3 miliardi.

Principali settori. Spiccano in particolare le attività di registrazione (475 imprese su 1.848 in Italia, 25,7%), i corsi di danza specializzati (160 su 701, il 22,8%) e le discoteche e sale da ballo (416 su 2.775, 15%). Milano è prima in regione e seconda nel Paese con 948 imprese specializzate in musica (9,6% nazionale), in crescita del 2,7% in un anno e oltre 7 mila addetti (13,2% italiano). La seguono Cremona con 214 imprese e circa 500 addetti, Brescia con 170 imprese e Bergamo con 141 imprese. Oltre 100 le imprese nel settore a Monza Brianza e Varese.

Il settore musicale in Italia. Sono quasi 10 mila le imprese attive nel settore e oltre 53 mila gli addetti. Roma e Milano sono prime con quasi mille imprese ciascuna, vengono poi Napoli con circa 500, Torino con quasi 400, Bologna e Cremona con oltre 200. Per numero di addetti prima è Roma (16 mila) seguita da Milano (7 mila). Superano i mille addetti anche Firenze, Ravenna, Ascoli Piceno, Bologna e Bari.

 

Imprenditori da altre regioni: a Brescia ne sono arrivati 32mila

in Economia/Tendenze by
Imprenditori

Milano è prima in Italia per attrattività imprenditoriale extra regionale, il 46% di chi fa impresa, considerando tutte le cariche, arriva da fuori Lombardia (250 mila su 546 mila) contro una media regionale del 32,1% (436 mila su 1,4 milioni) e italiana del 24,5% (oltre 1,8 milioni gli imprenditori che lavorano fuori dalla regione o Stato di origine) secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi sui dati del registro delle imprese al primo trimestre 2018 sulle persone che hanno cariche nelle imprese, sia come titolare ma anche come soci e amministratori (considerando le sole persone attive).

Dopo Milano, a livello nazionale, vengono con circa il 40% Aosta (7 mila cariche su 18 mila), Imperia (12 mila su 30 mila), Novara (16 mila su 41 mila) e Trieste (9 mila su 31 mila). Sesta è Roma dove il 38% degli imprenditori viene da fuori Lazio. Supera il 35% la presenza di imprenditori nati fuori regione anche a Prato, Savona, La Spezia, Bologna e Genova.

Lombardia, chi attira più imprenditori da fuori regione. Su quasi 1,4 milioni di persone che ricoprono cariche di impresa in regione nel 2018, 924 mila sono lombardi mentre oltre 436 mila, pari al 32,1%, sono nati fuori regione o all’estero. Tra questi ci sono 33 mila siciliani, oltre 30 mila campani e pugliesi, 27 mila piemontesi e circa 25 mila veneti e calabresi. Tra i territori, dopo Milano, che è prima con 250 mila imprenditori nati fuori regione, vengono Brescia con quasi 32 mila, Varese e Monza Brianza con circa 28 mila, Bergamo con 24 mila e Como e Pavia con oltre 18 mila. Per peso degli imprenditori nati fuori regione, dopo Milano che è prima, vengono Pavia (con un peso del 30,4%), Varese (29%) e Monza Brianza (27,6%).

A Milano solo circa la metà degli imprenditori (54,3%, 297 mila imprenditori su 546 mila) viene dalla Lombardia. Le restanti cariche sono occupate prevalentemente da pugliesi (oltre 20 mila), siciliani, campani e piemontesi (circa 18 mila per ciascuna regione di nascita).

A Monza Brianza è lombardo il 72,4% di chi detiene cariche d’impresa, il 73,9% a Lodi. Dopo la Lombardia, sono Sicilia e Calabria le regioni da cui provengono più imprenditori in Brianza mentre è l’Emilia Romagna la seconda regione di provenienza per il territorio del lodigiano.

 

Benessere e fitness, a Brescia le attività sono 1930

in Economia/Evidenza/Sport/Tendenze by
Fitness

Sono oltre 15 mila le attività, tra sedi di impresa, sedi secondarie e unità locali, attive nel settore del benessere e fitness in Lombardia nel 2018 secondo l’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro imprese. Crescono del 2,4% in un anno e del 10,3% in cinque anni e pesano il 17% di tutte le attività presenti in Italia nel comparto (circa 89 mila, +2,1% in un anno e +9,2% in cinque) dando lavoro a circa 43 mila addetti su 157 mila in Italia (il 27,2% del totale).

La rilevanza della Lombardia nel settore si deve soprattutto a Milano, che è seconda in Italia dopo Roma per numero di imprese ma prima per addetti, Brescia (sesta per imprese e nona per addetti), Bergamo (ottava per imprese e sesta per addetti) e Monza Brianza (terza per numero di addetti). La Lombardia pesa soprattutto nel settore dei centri benessere concentrando il 31,1% delle attività italiane, nei servizi di manicure e pedicure (23,1%) e nelle palestre (21,4%). Forte anche la presenza di imprese lombarde negli istituti di bellezza (18,3%).

Il settore fitness e benessere nelle province lombarde. Milano è prima in regione con 5.217 attività (il 5,9% italiano e una crescita del 3% in un anno e 15,7% in cinque anni) e 17 mila addetti. Poi vengono Brescia (1.930 attività, +2% e +3,8% e oltre 3 mila addetti), Bergamo (1.692 attività, +3% e +7,5% e 5 mila addetti), Varese (1.300 attività, +0,6% e +4,6% e 2 mila addetti) e Monza Brianza (1.200 attività, +3,3% e +13,2% e oltre 10 mila addetti). La crescita maggiore in un anno si registra a Como (+4,6%) mentre in cinque anni è a Milano che cresce di più il settore.

Il fitness e il benessere fanno impresa in tutta Italia. Sono 89 mila le attività specializzate nel settore occupando 157 mila addetti. Si tratta soprattutto di  istituti di bellezza (39 mila attività), profumerie (19 mila attività) e commercio al dettaglio di articoli sportivi e per il tempo libero (13 mila). Ci sono poi oltre 5 mila erboristerie e palestre. Prima per numero di attività è Roma dove si concentra il 7,7% delle attività italiane legate al fitness e benessere (6.847) seguita da Milano (seconda con 5.217 attività ma prima in Italia per addetti), Napoli (3.796 attività), Torino (3.345) e Bari (2.267). Tra le prime dieci in Italia anche Brescia, Salerno, Bergamo, Firenze e Bologna.

Settore al femminile e giovanile, record di imprese straniere a Milano. Quasi due imprese su tre nel settore sono femminili (68%) e una su sei è in mano a giovani (17,6% in Lombardia e 17,8% in Italia). Più alta in Lombardia la presenza di imprese con titolari nati all’estero, 12,1% contro una media nazionale dell’8,3%, grazie al dato di Milano dove le imprese “straniere” pesano il 18,8%, il valore più alto d’Italia. Dopo Milano, per peso delle imprese di titolari nati all’estero vengono Trieste (17,4%) e Prato (16,9%), per peso di imprese femminili prime in Italia sono invece Nuoro, Pordenone e Ascoli Piceno (78% circa l’una) e per presenza di under 35 Catanzaro, Isernia e Crotone (oltre 30% ciascuna).

Cresce il settore dell’usato: nel Bresciano oltre 100 imprese

in Economia/Tendenze by
Vestiti usati

Cresce il settore dell’usato in Lombardia ed in Italia: +8,7% in regione e +7,7% a livello nazionale in cinque anni e, rispettivamente, +2,1% e +0,4% nell’ultimo anno secondo  un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati del registro delle imprese al primo trimestre 2018, 2017 e 2013 relativi a tutte le localizzazioni (sedi di impresa, sedi secondarie e unità locali) specializzate nel commercio al dettaglio di articoli di seconda mano in negozi.

Nel 2018 si contano oltre ottocento attività lombarde su quasi 5 mila in Italia, il 16,7% del totale, tra chi è specializzato in libri di seconda mano (50 in Lombardia e 382 in Italia), da quelli scolastici a quelli rari, e chi vende mobili e oggetti di antiquariato (370 in Lombardia su 2.440 in Italia) o indumenti e oggetti vintage (329 lombardi su 1.764).

Prime in Italia per numero totale di attività sono Roma (con 450, +3,7% in cinque anni), Milano (con circa 400, +16%) e Torino (circa 300, +6,8%). Sopra le 200 attività anche Napoli e Firenze. Tra chi cresce di più in un anno Ravenna, Imperia e Isernia, in cinque anni Benevento, Gorizia e Oristano.

I principali centri dell’usato in Lombardia: Milano è prima con quasi 400 attività specializzate seguita da Brescia (105), Bergamo (67), Varese (63), Pavia (45) e Monza Brianza e Mantova con 36 ciascuna. In cinque anni crescono, in percentuale, soprattutto Lecco (da 9 a 13 attività, +44,4%) e Pavia (da 34 a 45, +32,4%).

Neosperience si presenta a innovA 2018 | INNOVATION CLUB

in Economia/Evidenza/Innovation club/Rubriche/Tendenze/Web e digitale by
Innova2018

Il futuro dell’acciaio non è più quello di una volta: l’industria 4.0 ha cambiato il modello di business, in tutti gli anelli della filiera siderurgica, e ancora lo sta cambiando, a una velocità inedita. Per non perdere competitività, è necessario essere preparati al cambiamento e riconoscere e governare le trasformazioni già in atto.

Made in Steel, da oltre 10 anni evento di riferimento della filiera siderurgica nel sud Europa, intende mostrare con continuità a operatori e portatori di interesse quale sarà il futuro dell’acciaio. Lo farà con innovA, l’evento nel quale la filiera siderurgica si presenterà in veste di visitatore per vedere e toccare con mano l’innovazione, che sarà il cuore tematico dell’ottava edizione di Made in Steel (14, 15, 16 maggio 2019, fieramilano Rho).

innovA debutterà a Brixia Forum (Brescia) il 20, 21 e 22 settembre 2018. È la convention dell’innovazione per il comparto siderurgico che offre alla filiera dell’acciaio nazionale un’occasione di scoperta, confronto e approfondimento dei grandi temi chiave del futuro. Digitalizzazione, industria 4.0, stampa 3D a metallo, additive manufacturing, piattaforme online per la vendita e la distribuzione: sono alcune delle questioni sfiorate a Made in Steel 2017 e che verranno portate a Made in Steel 2019, di cui innovA è evento propedeutico, anticipatore e “suggeritore” di elementi innovativi.

Il Gruppo Neosperience è posizionato sui più moderni trend di mercato e in grado di sviluppare progetti innovativi ad ampio spettro attraverso un portfolio di offerta, oggi ampliato verso nuove aree tecnologiche, al fine di aumentare la competitività dell’aziende:
> Artificial Intelligence;
> Blockchain;
> Internet of Things & RFID;
> Web & Mobile Applications;
> Realtà Aumentata;
> Software di produzione per i processi di fabbrica.

La capogruppo ha sviluppato la prima Digital Customer Experience Cloud al servizio delle aziende che vogliono coinvolgere e conoscere i propri clienti digitali. Il Gruppo Neosperience ha vinto il premio Red Herring Top 100 Global come una delle prime aziende tecnologiche al mondo, diventando anche Gartner Cool Vendorship che è il maggior riconoscimento dell’industria informatica.

Le aziende del settore Metal devono monitorare costantemente i processi attraverso l’utilizzo di strumenti di controllo adatti sia alla gestione di una produzione su ordine cliente sia alla pianificazione e produzione su previsione. Hanno la necessità di integrare i processi logistici primari con le funzioni di supporto quali il controllo qualità del prodotto, la manutenzione e gestione delle attrezzature e degli impianti.
Neosperience è un partner che realizza progetti completi di cambiamento anche di tipo organizzativo capitalizzando una notevole esperienza nella gestione dei sistemi gestionali d’impresa grazie a un’efficace modalità di utilizzo delle piattaforme SAP e di tutte le nuove tecnologie applicabili ai processi di questo settore.

Go to Top
Vai alla barra degli strumenti