Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Tendenze - page 37

Contraffazione, 28 mila le imprese a maggior rischio in Lombardia

in Economia/Evidenza/Tendenze by

Sono 28 mila in Lombardia le imprese nei settori del lusso, si tratta dei settori a maggior rischio contraffazione nei marchi del design di moda, orologi, gioielli e accessori. Di queste 11 mila sono  a Milano su un totale italiano di 212 mila imprese.  Si tratta delle attività di design specializzate, della  fabbricazione di profumi e cosmetici, di oggetti di gioielleria e oreficeria, del commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento, calzature,  articoli in pelle, articoli di profumeria, orologi e gioielleria. Circa 100 mila gli addetti coinvolti in Lombardia su 400 mila in Italia, di cui 60 mila a Milano. Un business da 17 miliardi a  Milano su circa 80 miliardi  in Italia.

 

 

 

Benessere senza crisi: 12 mila imprese in Lombardia, 1535 a Brescia

in Economia/Tendenze by
Benessere

Dopo i pranzi di Natale, i cenoni di Capodanno e i dolci della Befana, si torna in forma. Sono quasi 12 mila le imprese attive nel settore del benessere efitnessin Lombardia nel 2018, in crescita del 2% in un anno e del 7,2% in tre, per un giro d’affari di 5 miliardi di euro all’anno. Pesano un sesto di tutte le imprese attive in Italia nel comparto (70 mila, +5,3%, con un business di oltre 9 miliardi) grazie anche alla presenza tra le prime dieci province italiane di tre lombarde: Milano con 3.848 imprese, il 5,4% nazionale (+9,1% dal 2015), al secondo posto per attività dopo Roma ma prima per giro d’affari, circa 3 miliardi di euro e per numero di addetti, oltre 19 mila. Brescia è sesta con 1.535 imprese (+5,1% in tre anni) e Bergamo settima con 1.357 (+7,2%). La Lombardia pesa soprattutto nel settore delle palestre, concentrando il 21% delle attività italiane, nei centri benessere (30%) e nei servizi di manicure e pedicure (22%) e di bellezza (18%). Forte anche la presenza di imprese lombarde nel settore del commercio di prodotti macrobiotici e dietetici (178 sedi di impresa su 1.061 in Italia, il 17% del totale). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro imprese al 2018, 2017 e 2015.

Le province lombarde. Dopo Milano, prima in regione, vengono Brescia per imprese (1.535) e Monza Brianza per addetti (10 mila). Superano le mille attività anche Bergamo e Varese, sono circa 900 a Monza e 600 a Pavia e Como. In forte crescita in tre anni oltre a Milano, Cremona e Lecco (+9%).

Il benessere fa impresa in tutta Italia.Sono 70 mila le imprese del settore, +1,6% in un anno, +5,3% in tre anni. In testa Roma dove si concentra il 7,9% delle attività italiane legate al fitness e benessere (5.563, +11,1%), specializzata per lo più in istituti di bellezza (2.763). Al secondo posto Milano (3.848), prima per centri benessere (490) e palestre (321), terza Napoli (3.001) specializzata  nelle profumerie (1.093). Per addetti del settore prevale Milano con 19 mila, seguita da Roma (12.574), Monza Brianza (10.195) e Padova (6.185). Circa 5 mila occupati anche a Napoli, Bergamo e Torino.

Settore al femminile e giovanile, record di imprese straniere a Milano. Quasi due imprese su tre nel settore sono femminili (68%) e una su sei è in mano a giovani (17,6% in Lombardia e 17,8% in Italia). Più alta in Lombardia la presenza di imprese con titolari nati all’estero, 12,1% contro una media nazionale dell’8,3%, grazie al dato di Milano dove le imprese “straniere” pesano il 18,8%, il valore più alto d’Italia. Dopo Milano, per peso delle imprese di titolari nati all’estero vengono Trieste (17,4%) e Prato (16,9%), per peso di imprese femminili prime in Italia sono invece Nuoro, Pordenone e Ascoli Piceno (78% circa l’una) e per presenza di under 35 Catanzaro, Isernia e Crotone (oltre 30% ciascuna).

Natale e giocattoli, 7 mila imprese in Italia e 900 in Lombardia

in Economia/Tendenze by
Giochi

Nel settore dei giocattoli, secondo i dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, sono 7 mila le imprese in Italia e 900 in Lombardia, di cui oltre 500 a Milano Monza Brianza Lodi. Per numero di imprese risultano prime: Napoli, Roma, Milano e Torino. In Lombardia, bene Monza Brianza,  Bergamo e Varese. Un settore che vale 3 miliardi in Italia, di cui 1,5 miliardi in Lombardia e 1,3 miliardi a  Milano. Si va dalla fabbricazione di giochi e giocattoli, al commercio, all’edizione di giochi per computer.

Le imprese del settore giocattoli in Lombardia. Conta circa novecento imprese specializzate nel settore dedicato ai più piccoli, tra produzione, commercio ed edizione giochi, per un business di oltre 1,3 miliardi di euro in un anno. Sono il 13,2% del totale nazionale di settore (circa 7.000), danno lavoro a 5.950 addetti (il 32,8% italiano) e pesano il 48% del giro d’affari nazionale. Milano con 412 imprese, oltre 4.600 addetti e 1,2 miliardi di euro di affari è prima in regione seguita da Monza e Brianza (86), Bergamo (79) e Varese (77 attività). Sono 15 le imprese attive a Lodi.

Le imprese del settore giocattoli in Italia. Sono circa 7 mila le imprese attive, hanno oltre 18 mila addetti e generano un business di 2,8 miliardi di euro. Milano, con 1,2 miliardi di euro, è prima per giro d’affari con il 42% nazionale. Per numero di imprese, invece, prima è Napoli con 852, il 12% del totale italiano, seguita da Roma con 549 imprese (7,8%), Milano Monza Brianza Lodi con 513 (7,3%) e Torino con 218 (3,1%). Milano è di nuovo prima in Italia per numero di addetti, oltre 4.900, il 27,2% del totale nazionale, seguita da Napoli con 1.350 addetti (7,5%) e Roma con oltre mille (5,5%).

Giocattoli: si può richiedere un controllo in Camera di commercio. La Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi è impegnata in attività di vigilanza per la verifica della sicurezza e la conformità dei prodotti immessi sul mercato, tra cui i giocattoli. Tra i requisiti di sicurezza che vengono controllati vi sono le proprietà meccaniche e fisiche, chimiche e l’infiammabilità. I giocattoli a norma devono presentare: marcatura CE, numero di tipo, di lotto, di serie, di modello o altro elemento che consenta la loro identificazione,  nome/denominazione commerciale registrata/marchio registrato del fabbricante e indirizzo dove può essere contattato, se il fabbricante è situato fuori dall’Unione europea, estremi dell’importatore, avvertenze ed istruzioni  sulla sicurezza in lingua italiana. Si può richiedere un controllo. Consumatori, associazioni e imprese possono segnalare la non conformità di un prodotto chiedendo che sia sottoposto alla verifica della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi. Il modulo per la richiesta è scaricabile dal sito www.milomb.camcom.it e una volta compilato va inviato alla Camera di commercio per email (tutela.fedepubblica@mi.camcom.it).

Brescia, il Natale dà lavoro extra a ben 9mila imprese

in Economia/Tendenze by

Dalla pasticceria fresca allo spumante, dai gioielli ai giocattoli, dai cosmetici alle piante, dal catering ai tour operator, sono 66 mila le imprese dei settori legati al Natale in Lombardia, il 14% nazionale (473 mila). Stabile il settore in Lombardia (+0,2%), che cresce +1% in Italia, con quasi 5 mila imprese in più nel confronto 2017-2018. Hanno un business mensile di circa 1,5 miliardi in regione, di cui circa un miliardo di affari a Milano, su circa 5 miliardi in Italia. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi sui dati del Registro Imprese relativi al terzo trimestre 2018.

Gli addetti del settore in Lombardia sono 347 mila su 1,8 milioni in Italia (pari al 19%). Poi Veneto (187 mila), Emilia Romagna (185 mila), Lazio (171 mila).

Principali settori del Natale (con oltre mille imprese in Lombardia) sono: attività di ristorazione, con oltre 51 mila imprese in regione e circa 338 mila in Italia; alloggi con oltre 4 mila imprese su 53 mila in Italia; tour operatore e agenzie viaggia con 2,4 mila posizioni su 16 mila in Italia; commercio di fiori e piante con quasi 2 mila imprese su 14 mila nazionali; gioiellerie con 1,7 mila imprese su 13 mila; profumerie con 1,4 mila imprese su 14 mila. I settori che crescono di più sono: produzione di pasticceria fresca (+8,2% in Italia, +6,4% in Lombardia), alloggi (+4,6% in Italia, +3,5% in Lombardia), tour operator (+2,2% e +1,7%). In Lombardia incremento maggiore per produzione di pasticceria fresca (+6,4%) e alloggi (+3,5%).

Lombardia per provincia. Prima Milano Monza Brianza Lodi con quasi 30 mila imprese (45% del totale regionale), poi Brescia con oltre 9 mila, Bergamo con 7 mila, Varese con 5 mila. Incremento delle imprese rispetto al 2017 per Milano Monza Brianza Lodi, Como e Lecco; in calo Mantova, Varese e Cremona.

Per addetti prima Milano Monza Brianza Lodi con 193 mila (55% degli addetti regionali), poi Brescia con 41 mila, Bergamo con 31 mila, Varese con 21 mila, Como con 16 mila.

Italia per provincia. Prima per numero di imprese Roma con 41 mila imprese, a seguire Milano Monza Brianza Lodi (30 mila), Napoli con 25 mila, Torino con 16 mila, Salerno e Bari con 10 mila, Brescia con 9 mila, Venezia e Firenze con 8 mila.

Su base regionale la Lombardia primeggia con 66 mila imprese, a seguire Lazio (52 mila), Campania (47 mila), Veneto (36 mila).

A livello nazionale incrementi maggiori nel numero delle imprese rispetto al 2017 si sono registrati in Sicilia (+3%), Sardegna (+2,2%), Puglia (+1,9%).

Per addetti prime Milano (193 mila), Roma (137 mila), Napoli (71 mila), Torino (54 mila), Venezia (46 mila), Bolzano (44 mila). Su circa 1,8 milioni di addetti totali in Italia, la Lombardia copre il 19%, poi ci sono Veneto (187 mila), Emilia Romagna (185 mila) e Lazio (171 mila).

Mercatini di Natale, 21 mila imprese nei settori coinvolti in Lombardia

in Economia/Tendenze by

Oggetti da regalo, lavorazione artistica di marmo, pietre, ceramica e vetro, bigiotteria e gioielleria, orologi, prodotti tessili ma anche casalinghi, arredamento e cosmetici: sono quasi 21mila, al terzo trimestre 2018, le attività di artigiani e ambulanti di prodotti artistici presenti in Lombardia e legate ai mercatini di Natale di questi giorni, il 12,5% del totale italiano. Gli ambulanti sono più di 16mila, concentrati maggiormente nella vendita di tessuti, abbigliamento e calzature (nel complesso 8.400 imprese) e nel commercio al dettaglio ambulante di chincaglieria e bigiotteria (1.900), si contano quasi 1.800 sarti e circa 1.300 designers in tutta la Lombardia. Nei settori dell’artigianato artistico lombardo a crescere di più sono le attività di design di moda e design industriale, +5,2% in un anno e le attività di fabbricazione di strumenti musicali, +3% in un anno. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro imprese al terzo trimestre 2018 e 2017.

In Italia quasi 167 mila imprese nei mercatini. Prima Napoli con 14.865 imprese (+0,7%), poi Roma (10.501, +1,1%) e Milano (9.119), seguite da Caserta (6.118, +0,8%), Torino (5.196), Palermo (5.109), Salerno (4.641).

In crescita le attività italiane di design di moda e industriale, la fabbricazione di strumenti musicali e la sartoria. Rispetto al terzo trimestre 2017, tra i settori che crescono maggiormente in regione ci sono le attività di design (+ 3,4%), la fabbricazione di strumenti musicali (+1,7%), la sartoria e confezione su misura di abbigliamento esterno (+1,5%).

In Lombardia, per provincia. Milano pesa per il 44% del settore, Brescia e Bergamo il 10% circa e Monza l’8%%. In crescita Sondrio (+2,3%).

Agricoltura, a Brescia le imprese del Natale sono quasi 2mila

in Agricoltura e allevamento/Economia/Tendenze by

Settori agricoli legati alle feste di Natale, sono 8 mila le imprese in Lombardia su 190 mila in Italia e 15 mila gli addetti su 271 mila nazionali. Crescono gli operatori in regione del 7% in cinque anni, +7,8% in Italia. Emerge dai dati elaborati dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e da Coldiretti Lombardia su fonte registro imprese al primo trimestre 2018, 2017 e 2013. Prime Brescia e Pavia con quasi duemila imprese, seguono Bergamo e Mantova con quasi mille. Donne protagoniste a  Sondrio con 141 imprese su 406, il 35%. Stranieri a Mantova con 82 su 830, il 7%.

Alberi di Natale a Milano e Como, vini e spumanti a Pavia, a Brescia frutta anche secca e esotica e fiori per le decorazioni, carni suine per lo zampone a Mantova. Per gli alberi di Natale, sono 53 le imprese specializzate per questo periodo dell’anno, di cui 18 a Milano e 10 a Como. Al centro dei festeggiamenti vini e spumanti, nel settore agricolo legato all’uva ci sono 2997 imprese, di cui 1.466 a Pavia. Protagonista in tavola la frutta, che vede 454 imprese attive in regione, di cui 114 a Brescia e 91 a  Bergamo, a cui si aggiungono 33 di agrumi e 8 di frutta tropicale. Sono poi oltre mille imprese di ortaggi freschi regionali. Per ornare tavola e casa, 939 le attività che coltivano fiori e piante all’aria aperta, di cui oltre cento a Brescia, Bergamo, Como, Milano e Varese, 177 con fiori in colture protette, di cui 60 a  Brescia. Circa 1500 le imprese legate alle carni, che non mancano in tavola secondo le ricette tradizionali. In particolare i suini, con lo zampone che sarà protagonista a Capodanno, sono prevalenti nel mantovano, le altre carni nel bresciano.

In Italia prime Catania, Trapani, Treviso. Giovani protagonisti a Nuoro, donne ad Avellino e stranieri a Ragusa. Prime in Italia per totale imprese dei settori sono Catania, Trapani con oltre 8 mila imprese, Treviso con oltre 7 mila, Cuneo , Salerno, Verona e Bari con circa 6 mila. Prime in Italia per peso percentuale dei giovani nei settori agricoli delle feste sono Nuoro col 25% di giovani imprenditori in questi settori, 474 su 1936, Avellino, Potenza, Belluno e Enna, tutte con oltre il 20% di giovani imprenditori nei settori. Prime in Italia per peso percentuale delle donne nei settori agricoli delle feste sono: Avellino col 45%, 983 su 2197 e Frosinone col 44%. Prime in Italia per peso percentuale degli stranieri nei settori agricoli delle feste sono: Ragusa col 9% (483 su 5133),  Prato e Pistoia.

Gestire l’impresa mantenendo l’armonia: lo studio fa luce sulle aziende-famiglia

in Aziende/Economia/Partner 2/Sei consulting/Tendenze by
La tavola rotonda, da sinistra Losio, Pasini, Sella, Pellenghi e Dell’Acqua

Riuscire a governare l’impresa conservando l’armonia familiare: questo il desiderio e questa la sfida per le imprese industriali bresciane che emerge dal libro Convivenze tra generazioni e passaggi di responsabilità nelle imprese industriali, edito da Franco Angeli e scritto da Achille Fornasini e Alberto Mazzoleni (rispettivamente docente di Analisi Tecnica dei Mercati Finanziari e ricercatore di Economia Aziendale), con introduzione di Claudio Teodori (professore ordinario di Economia Aziendale). Il libro è stato presentato nel pomeriggio di martedì 4 dicembre 2018 in una gremita Aula Magna del Dipartimento di Economia e Management dell’Università degli Studi di Brescia, in via San Faustino 74/b.

Il volume è il frutto di un lungo lavoro svolto dall’Osservatorio per lo sviluppo e la gestione delle imprese del DEM, coordinato dal prof. Claudio Teodori, che ha condotto negli ultimi anni una ricerca sul campo sulla continuità delle imprese familiari. Tale ricerca si è basata su un campione di 100 imprese della provincia di Brescia intervistate direttamente, e su di un campione di imprese lombarde raggiunte in parte con intervista diretta e in parte con un questionario online.

La pubblicazione del volume è stata preceduta da un convegno svoltosi nel febbraio 2017 sempre al Dipartimento di Economia e Management, e dalla costituzione, presso l’Osservatorio, di un Laboratorio permanente sul tema del passaggio generazionale, diretto dal prof. Alberto Mazzoleni. Inoltre, l’ambito territoriale della ricerca si è gradualmente esteso al di fuori del territorio bresciano.

Tra gli aspetti della ricerca, Fornasini si è concentrato sulle sfide per il futuro attese dagli imprenditori. Le principali sfide: per il 73% sviluppare nuovi prodotti e servizi, per il 58% entrare in nuovi mercati, per il 40% ricercare sinergie industriali/aprire il capitale. Ma anche attrarre risorse umane qualificate, gestire le nuove tecnologie e, in generale, recuperare competitività.

Dall’analisi del prof. Mazzoleni è emerso con chiarezza che le aziende familiari «evolute» (con presenza di manager esterni nei Consigli, utilizzo di strumenti manageriali tra cui il controllo di gestione, apertura al capitale per lo sviluppo) hanno performances economico-finanziarie migliori rispetto al campione.

Ha ribadito il concetto anche Roberto Del Giudice, Partner del Fondo Italiano D’investimento Sgr Spa, la società   partecipata per il 43% da Cassa Depositi e Prestiti che ha come obiettivo il supporto allo sviluppo e ai percorsi di crescita alle PMI italiane.

Oltre alla presentazione del libro, punto di forza del convegno del 4 dicembre una tavola tra imprenditori bresciani e non coordinata da Ivan Losio (partner di EY Sei Consulting, sponsor tecnico della ricerca, che ha condotto un rilevante numero di interviste), con punti di vista differenti sul tema in funzione della specifica esperienza aziendale: “Con questa tavola rotonda volevamo capire se la continuità si può programmare per tempo e come aiutare le imprese in questo difficile passo” ha spiegato Losio.

La tavola rotonda è dunque stimolata dalla esperienza di Metal Work, eccellenza bresciana nella produzione di valvole raccontata dal consigliere delegato Valentino Pellenghi: “Erminio Bonatti, il fondatore e titolare, era convinto, profondamente, che si può ereditare la proprietà di un’impresa ma non si può ereditare la capacità di gestirla. Per questo motivo, ha definito il suo passaggio generazionale il progetto più difficile della sua vita: dopo essere partito nel 1967 con un solo operaio e aver lasciato la guida del Gruppo a 180 M€ di ricavi e quasi 50 società, delle quali 25 presenti nel mondo, con oltre 1.100 collaboratori. Bonatti muore il 10 novembre 2017 e il 26 ottobre dello stesso sanno si spossessa di tutto quello che gli appartiene: case, attività finanziarie e la sua amata e adorata società. Lascia il mondo senza possedere più nulla affidando la gestione del suo patrimonio ad un insieme di persone e regole, ricorrendo allo strumento del Trust, nella consapevolezza e nella speranza che questo schema duri nel tempo, mantenga viva e competitiva l’azienda e dia ai suoi eredi gli stessi privilegi che Lui ha saputo garantire nel tempo”.

A seguire gli interventi di Giuseppe Pasini, Presidente AIB e Presidente Feralpi Holding, nonché prefatore del volume, che ha sottolineato la necessità di gestire in modo anticipatorio i passaggi, anche avvalendosi delle competenze trasversali dei giovani di oggi, e ha aggiunto: “l’associazione può e deve aiutare gli imprenditori stimolando il dibattito e lo scambio di esperienze, organizzando momenti di confronto come quello di oggi” .

Poi Federico Sella a.d. di Banca Patrimoni Sella (famiglia di imprenditori e banchieri dal 1700, già sponsor della ricerca) che ha raccontato come nella esperienza di famiglia sia fondamentale il coraggio di innovare da una generazione all’altra per garantire cambiamento e crescita.

Infine l’intervento di Matteo Dell’Acqua, neo presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Lombardia che ha evidenziato il ruolo dei giovani e dell’Associazione nel supportare le nuove generazioni di imprenditori ad inserirsi in azienda in maniera proficua.

La Gefran di Brescia riceve il premio Best Job 2019 in Italia

in Economia/Gefran/Tendenze by
Patrizia Belotti di Gefran

Gefran, multinazionale italiana specializzata nella progettazione e produzione di componenti per l’automazione e il controllo dei processi industriali, ha conseguito il premio Best Job Italia per la categoria elettronica ed elettrotecnica. Il premio viene assegnato dall’Istituto Tedesco Qualità e Finanza ITQF, in partnership con La Repubblica Affari & Finanza, a seguito di uno studio sulle eccellenze in ambito di cultura aziendale, welfare e opportunità di carriera.

L’ITQF, che fa capo al gruppo Hubert Burda Media, leader di employer branding nei Paesi di lingua tedesca, lo ha realizzato considerando 2.500 tra le aziende italiane con il maggior numero di dipendenti. La classifica è il risultato dell’integrazione ed elaborazione dei dati raccolti attraverso social media listening, ovvero l’individuazione e la valutazione di ciò che viene detto nelle diverse fonti web (social media, blog, forum, portali news, ecc.), e questionari compilati dalle aziende.

Il social media listening ha rilevato commenti su cultura aziendale e carriera per un totale di oltre 360.000 citazioni in un arco temporale di sei mesi.

“Questo riconoscimento è la conseguenza delle azioni che Gefran intraprende con costanza per rendere significativa l’esperienza di lavoro delle proprie persone”, ha dichiarato Patrizia Belotti, Chief People & Organization Officer di Gefran. “Siamo particolarmente orgogliosi che questo risultato sia l’esito di una ricerca oggettiva, svolta da un istituto autorevole, sulla nostra reputation anche nel mondo digitale”.

Gefran (www.gefran.com) è una multinazionale italiana, specializzata nella progettazione e produzione di sistemi e componenti per l’automazione ed il controllo dei processi industriali. Opera direttamente sui principali mercati internazionali attraverso filiali commerciali in Italia, Francia, Germania, Svizzera, Regno Unito, Belgio, Spagna, Turchia, Stati Uniti, Brasile, Cina, Singapore e India, e tramite filiali produttive in Germania, Svizzera, Brasile, Stati Uniti e Cina. Il Gruppo Gefran conta oltre 800 dipendenti.
Know-how specialistico, flessibilità progettuale e produttiva, capacità d’innovazione e qualità dei processi e dei prodotti sono i fattori chiave del successo di Gefran. L’assoluto controllo della tecnologia di processo e il know-how applicativo consentono, inoltre, a Gefran di realizzare strumenti e sistemi integrati per specifiche applicazioni in diversi settori industriali: dalla lavorazione delle materie plastiche, all’industria alimentare e farmaceutica, alle macchine per imballaggio o per pressofusione.
Gefran è quotata al segmento FTSE Italia STAR.

I mestieri di una volta nel Bresciano danno lavoro a 12mila famiglie

in Economia/Tendenze by
Calzolaio

In Italia sono quasi 733mila le imprese che svolgono i mestieri di una volta tra coltivatore, panettiere, pescheria e venditore di tessuti, lavandaia e sarto ricamatori ed altri settori che danno lavoro nel complesso a 862mila addetti in Italia. Settori che, secondo i dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, generano in Italia un business da oltre 30 miliardi di euro in un anno, di cui 7 miliardi in regione.

A dare una spinta ai lavori antichi sono i giovani e gli stranieri. Gli imprenditori under 35 impegnati negli antichi mestieri registrano una crescita del +3,9% rispetto allo scorso anno, per un totale di oltre 54mila imprese attive in Italia di cui 7 mila in Campania, 6.672 mila in Sicilia, 5.686 in Puglia,  seguite da Lombardia (3.688), Piemonte (3.606) e Calabria (3.488). Anche gli stranieri sono in crescita del +4,1% rispetto al 2017, per un totale di circa 6mila imprese, concentrate principalmente in Lombardia (circa 3mila), Lazio e Campania. Le imprese artigiane rappresentano l’8,9% del totale dei lavori storici (65mila imprese) e le imprese femminili il 7,9% del totale (58mila imprese).

Tra i principali settori per numero di attività ci sono l’agricoltura (632mila), la produzione di pane e dolci (quasi 30mila), commercio tradizionale con tessuti, lavanderie (20mila), sarti (oltre 10mila), commercianti di pesce (6.677), di tessuti (5.884) e fiori (3.739) e artigiani del legno (3mila).

Le regioni degli antichi mestieri sono la Puglia e la Sicilia entrambe con circa 80mila imprese, e la Campania che segue con oltre 66mila imprese. La Lombardia è settima in Italia con circa 49mila imprese. Tra le prime 10 province italiane della “tradizione” Bari è al primo posto (con quasi 27mila mestieri storici), Foggia (25mila), Cuneo (18mila), Roma (17mila), seguite da Salerno, Bolzano, Catania, Verona, Treviso e Napoli. A crescere di più in un anno sono soprattutto le province del Sud: Avellino che registra una crescita del +2,9% (contro la media nazionale del -0,5%) e del +37,7%  per quanto riguarda le imprese giovanili attive nei settori considerati, Reggio Calabria (+2,5%), Catanzaro (+2,3%) e Benevento (+1,9% e +50,4% i giovani). È quanto emerge da una elaborazione della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati Registro Imprese e dati Aida – Bureau van Dijk

Mestieri antichi in Lombardia Sono complessivamente quasi 49mila le imprese che svolgono mestieri antichi in Lombardia e circa 100mila gli addetti, per un giro d’affari che ammonta a circa 7,3 miliardi di euro. Al primo posto Milano (8.293 imprese e 26 mila addetti), seguita da Brescia (7.964 imprese e 12 mila addetti) e Mantova (6.844 imprese e circa 8mila addetti). In regione giovani imprenditori nei mestieri tradizionali sono 3.688, gli stranieri 2.917, le imprese femminili ammontano a 6.947 unità e 1 su 5 è un’impresa artigiana (9.782). Accanto ad agricoltori, sarti, panificatori, lavanderie e aziende di piallatura del legno, si contano in Lombardia tra gli altri oltre 800 tessitori, 700 calzolai, più di 300 ricamatori e aziende di produzione di pizzi e merletti, oltre 250 corniciai, circa 450 imprese tra orologiai e riparatori di gioielli, 226 spazzacamini, una quarantina di artigiani del vetro e più di 50 maniscalchi. È quanto emerge da una elaborazione della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati Registro Imprese e dati Aida – Bureau van Dijk

Lavoro: due imprese su tre utilizzano il welfare aziendale

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by

Diffusa l’XI edizione de ‘Il mercato del Lavoro in Lombardia’, indagine di Confindustria Lombardia che analizza le caratteristiche della vita quotidiana delle imprese. Il rapporto 2018, attraverso un campione di oltre mille imprese associate, fornisce un quadro d’insieme di indicazioni per una migliore gestione delle risorse umane.

La rilevazione quest’anno è stata arricchita dalla collaborazione con Ayming, gruppo internazionale di consulenza, che realizza un originale Barometro sull’Assenteismo e la Motivazione orientato all’analisi dei riflessi motivazionali delle assenze, che ha consentito una serie di considerazioni qualitative sui meccanismi legati alle assenze e all’engagement delle persone nelle imprese. Questa prospettiva di una lettura del fenomeno delle assenze a 360 gradi ha permesso, inoltre, di analizzare con maggiore attenzione la diffusione di alcuni strumenti per il miglioramento della qualità della vita aziendale quali i premi variabili collettivi, il welfare aziendale e lo smart working.

ASSENZE DAL LAVORO

Sono 110 le ore complessivamente perdute dall’addetto medio, con un tasso di assenza (percentuale delle ore di assenza su quelle lavorabili) totale pari al 6,7% nel 2017 (6,6% nell’industria e 7,2% nel

terziario). Il tasso di assenza aumenta con il crescere della dimensione aziendale (4,0% nelle micro imprese, 5,1% nelle piccole, 5,9% nelle medie e 7,1% nelle grandi) e con la diminuzione della qualifica (3,4% nei quadri, 5,7% negli impiegati/intermedi, 8,4% negli operai) e risulta più elevato per le donne (9,9%), rispetto agli uomini (5,6%).

Nel corso degli ultimi tre anni il tasso di assenza è passato dal 5,9% del 2015 al 6,8% del 2016 al 6,7% nel 2017. Il fenomeno delle assenze risulta strettamente legato alla motivazione che le persone trovano sul posto di lavoro: l’andamento dell’uno è inversamente proporzionale all’altro.

STRUMENTI PER IL MIGLIORAMENTO DEL CLIMA AZIENDALE:

SMART WORKING

Lo smart working viene utilizzato nel 7,0% delle aziende, con una maggiore penetrazione fra le realtà dei servizi (13,8%) rispetto a quelle industriali (5,6%). Allo stesso tempo lo smart working risulta

crescente all’aumentare della classe dimensionale (3,6% fra le micro imprese, 3,9% fra le piccole, 7,6% fra le medie e 16,4% fra le grandi).

Lo strumento è inoltre attentamente valutato da una buona parte delle imprese che ancora non lo adottano. Stando alle manifestazioni d’interesse, questa modalità organizzativa del lavoro nei

prossimi anni potrebbe arrivare a intercettare il 16,4% delle imprese lombarde (con punte del 24,5% fra le realtà dei servizi e del 32,7% fra le aziende di maggiori dimensioni).

Nel 48% delle imprese lo smart working è presente in forma strutturata, tramite un regolamento o un accordo aziendale, mentre nel rimanente 52% dei casi si fa riferimento solamente ad accordi individuali.

La quota di “presenza strutturata” è più alta nell’industria (45%) che nei servizi (38%) e si intensifica al crescere della dimensione aziendale (22% nelle micro, 31% nelle piccole, 39% nelle medie e 61%

nelle grandi). Questa modalità pone l’accento sulla flessibilità organizzativa e aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro favorendo, al contempo, la crescita della sua produttività.

PREMI COLLETTIVI VARIABILI

Il 33,9% delle imprese censite ha applicato nel 2017 un contratto collettivo aziendale che prevede l’erogazione di un premio di risultato; 36,1% delle imprese industriali e 22,9% delle imprese di servizi.

La presenza della contrattazione aziendale con premi di risultato tende ad aumentare al crescere della dimensione aziendale: 5,6% nelle micro imprese, 17,5% nelle piccole, 47,1% nelle medie e 76,0%

nelle aziende con oltre 250 dipendenti. L’incidenza del premio di risultato sulla retribuzione è del 3,5% per i quadri, 4,1% per gli impiegati e 4,2% per gli operai.

I contratti aziendali risultano essere quindi uno strumento che riscontra un buon utilizzo da parte delle imprese lombarde, con percentuali molto significative per alcuni segmenti di impresa.

WELFARE AZIENDALE

L’indagine ha rilevato la presenza di welfare aziendale, in una delle 9 forme previste dal TUIR, nel 65,9% delle imprese (66,9% delle imprese industriali e 60,6% delle imprese di servizi).

La presenza del welfare aziendale cresce all’aumentare della classe dimensionale delle imprese: nelle micro è pari al 49,6%, fra le piccole raggiunge il 58,2%, fra le medie sale al 74,3% e fra le grandi raggiunge addirittura l’84,8%.

Tra gli strumenti previsti al primo posto si colloca l’assistenza sanitaria integrativa (presente nell’80% delle imprese che hanno dichiarato l’utilizzo di almeno una forma di welfare). Seguono la previdenza

complementare (67%), la somministrazione di vitto-mensa (52%) e altri fringe benefit (49%). I rimanenti strumenti si posizionano a maggiore distanza.

Le misure assorbono risorse mediamente il 2,3% del costo del personale. Si tratta di un valore piuttosto significativo, che testimonia, gli sforzi realizzati dalle imprese lombarde per garantire ai propri organici adeguate prestazioni di welfare.

Il welfare aziendale rappresenta sempre più una modalità nuova di investire sulle risorse umane e di coinvolgerle nella mission aziendale e sono un’importante leva di fidelizzazione e valorizzazione del personale, in grado di favorire lo sviluppo di relazioni interne, con evidenti benefici per imprese e lavoratori.

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