Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Tendenze - page 31

Inflazione, a Brescia un aprile con il segno più

in Economia/Tendenze by
Inflazione, foto generica da Pixabay

Nel mese di aprile a Brescia, l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività ha registrato una lieve variazione congiunturale positiva (+0,1%), con una crescita tendenziale pari a +1,5%.

Analizzando per tipologia di prodotto, in questo mese si evidenzia da un lato un rallentamento della crescita dei prezzi dei beni (soprattutto energetici regolamentati, -8,7%, e alimentari non lavorati, cioè i freschi, -2,1%), dall’altra un’accelerazione dei servizi dovuto per lo più a fattori stagionali e turistici (in particolare “Servizi relativi ai trasporti”, +2,2%, e dei “Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona”, in cui rientrano i Pacchetti vacanza).

Le divisioni che determinano questo rallentamento sono quindi rappresentate da “Abitazione, acqua, elettricità, e combustibili” (-2,9%), “Comunicazioni” (-2,4%) e “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (-0,7%). Al contrario, le divisioni che registrano aumenti positivi sono “Trasporti” (+1,5%), “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+0,9%) e “Altri beni e servizi” (+1,0%, per l’aumento dei Servizi assicurativi, bancari e finanziari). Registrano lievi incrementi congiunturali “Bevande alcoliche e tabacchi” (+0,2%), “Ricreazione, spettacoli e cultura” (+0,2%), “Abbigliamento e calzature” (+0,1%), “Mobili, articoli e servizi per la casa” (+0,1%), “Servizi sanitari e spese per la salute” (+0,1%). Infine, la divisione ”Istruzione” ha presentato una variazione congiunturale nulla.

Con riferimento alla frequenza di acquisto dei prodotti, solo quelli a media frequenza di acquisto registrano incrementi congiunturale positivi (+0,2%), con variazioni tendenziali piuttosto sostenute (+2,4%). Continuano, invece, a essere negative le variazioni congiunturali e tendenziali dei prodotti a bassa frequenza d’acquisto (rispettivamente: -0,2% e -0,3%). Infine, i prodotti a alta frequenza d’acquisto, pur registrando un lieve calo congiunturale (-0,1%), presentano un tasso tendenziale pari a +1,1%.
La componente di fondo (core inflation), inflazione al netto della componente volatile (beni energetici e alimentari non lavorati), registra una lieve accelerazione congiunturale (+0,5%) con un tasso tendenziale pari a 1,2%.

Lombardia, il 7 per cento delle auto è alimentato a metano o gpl

in Economia/Tendenze by

Gli autoveicoli ad alimentazione alternativa (elettrici, ibridi, a metano e a gpl) in circolazione in Lombardia sono il 7,2% sul totale del parco circolante. Questo dato emerge da un’elaborazione su dati Aci dell’Osservatorio Autopromotec, che è la struttura di ricerca di Autopromotec.

Su un totale di 6.898.592 autoveicoli circolanti in Lombardia, quelli elettrici, ibridi, a metano e a gpl sono 499.199 (che corrispondono, appunto, al 7,2% del parco), mentre quelli alimentati a benzina e a gasolio sono 6.399.393, e cioè il 92,8% del parco circolante. Più nello specifico, dei 499.199 autoveicoli ad alimentazione alternativa circolanti il 4,9% è alimentato a gpl (336.555 unità), l’1,3% è alimentato a metano (87.702 unità), mentre gli autoveicoli ibridi ed elettrici rappresentano l’1% del parco circolante (74.942 unità).

A livello nazionale gli autoveicoli ad alimentazione alternativa in circolazione sono l’8,6% sul totale del parco circolante. Su un totale di 44,2 milioni di autoveicoli circolanti nel nostro Paese, quelli elettrici, ibridi, a metano e a gpl sono 3,8 milioni (che corrispondono, appunto, all’8,6% del parco), mentre quelli alimentati a benzina e a gasolio sono 40,4 milioni, e cioè il 91,4% del parco circolante. Nel dettaglio, dei 3,8 milioni di autoveicoli ad alimentazione alternativa circolanti il 5,6% è alimentato a gpl (2,5 milioni di veicoli), il 2,4% è alimentato a metano (1 milione di unità), mentre gli autoveicoli ibridi ed elettrici rappresentano solo lo 0,6% del parco circolante (circa 263.000 unità).
L’analisi dell’Osservatorio Autopromotec fornisce anche un prospetto regionale in base al tasso di penetrazione degli autoveicoli ad alimentazione alternativa sul totale del parco circolante. La regione in cui vi è la percentuale maggiore di autoveicoli ad alimentazione alternativa sono le Marche (17,8%), seguita da Emilia Romagna (17,3%), Umbria (12,8%) e Veneto (10,6%). Seguono, comunque sopra la media nazionale, la Campania (9,6%), il Piemonte (9,5%), la Toscana (9,3%) e l’Abruzzo (9,2%). Agli ultimi posti di questa graduatoria, invece, si trovano la Sardegna e la Valle d’Aosta (dove rispettivamente solo il 2,4% e il 2% degli autoveicoli circolanti è ad alimentazione alternativa).

Brescia, nel primo trimestre 2019 oltre 2mila nuove imprese

in Economia/Tendenze by

Crescono le iscrizioni tra gennaio e marzo 2019 a Milano, Monza Brianza e Lodi, secondo i dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. Sono 7.538 imprese a Milano nel primo trimestre 2019, 65 in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, 1.609 a Monza, 141 in più, 334 pari a 23 in più. In Lombardia sono state 18.780 le iscritte, 410 in più dello scorso anno, su un totale nazionale di 114.410, 1.183 in più di un anno fa. Maggiore il contributo dei giovani, il 27% in regione con 5 mila iscritte e il 29% in Italia con 33 mila e delle donne, intorno al 25%. Gli stranieri pesano il 21% in regione e il 16% in Italia.

Più iscrizioni a Roma con 9.447, Milano 7.538, Napoli 5.773, Torino 4.750, Bari 2.955, Brescia 2.329, Salerno 1.975, Firenze 1.972, Verona 1.960, Caserta 1.957, Bergamo 1.862, Padova 1.833, Bologna 1.776, Catania 1.734, Palermo 1.680, Genova 1.679, Lecce 1.629, Monza e Brianza 1.609.

Balzo delle iscrizioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno a Torino con 404 in più, Napoli con 365 in più, Genova con 274 in più, Latina con 202 in più, Frosinone con 200 in più. In Lombardia più imprese a Monza, 141 in più, Brescia 76 in più, Milano 65 in più, Bergamo 48 in più. Più iscrizioni in regione a Milano con 7 mila, Brescia, Bergamo e Monza con circa 2 mila, Varese, Como e Pavia con circa mille.

I settori più scelti nel primo trimestre per iscrivere un’impresa sono in Italia: commercio con 18 mila iscritte in tre mesi, di cui 3 mila in Lombardia e 2 mila in Lazio e Campania, costruzioni con 13 mila in Italia di cui 3 mila in Lombardia e mille in Toscana, Lazio, Veneto e Piemonte, agricoltura con 9.275 iscrizioni di cui oltre mille in Veneto, Lazio e in Puglia, manifattura con 6 mila di cui circa mille in Lombardia e Toscana. Tra le prime scelte d’impresa anche  servizi alle imprese, attività professionali e ricerca, alloggio e ristorazione, tre settori con circa 5 mila imprese iscritte nel Paese, di cui circa mille imprese in Lombardia. Con circa 3 mila iscrizioni ci sono servizi e  comunicazione, con circa 2 mila finanza e immobiliare, con circa mille trasporto, sport e tempo libero.

Artigianato artistico, a Brescia le imprese sono oltre 2.600

in Cultura/Economia/Partner 2/Tendenze by
Artigiano al lavoro, foto da Pixabay

Sono complessivamente 23.750 le imprese lombarde attive nei settori dell’artigianato artistico; a livello nazionale il comparto artigiano artistico della Lombardia è il primo in Italia, contando sul 16% del totale delle imprese (145.669). Dalla sartoria alla ceramica, dalla pietra preziosa alla riparazione di mobili; dal design alla lavorazione del vetro. Milano prima provincia in Italia sia per numero di imprese (7.409) sia a livello di fatturato con oltre 6,3 miliardi di euro. Emerge da una elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati del Registro Imprese riferiti al IV trimestre 2018 e per il fatturato all’anno 2017 su dati AIDA – Bureau van Dijk.

L’artigianato artistico per numero di imprese. Le imprese lombarde attive nei settori dell’artigianato artistico sono 23.750, pari al 16% del totale nazionale. Il settore è stabile sia nel confronto con il 2017 (-0,7%) sia con il dato del 2013 (-1,4%); a livello nazionale si registra un -0,5% sul 2017 e -2,1% sul 2013. Per consistenza di imprese, al secondo posto la Toscana con 16.762 imprese (pari all’11,5% del totale), poi Veneto con 14.083 (pari al 9,8%), Campania con 12.295 imprese (pari all’8,4%), Piemonte e Lazio con circa 10.300 imprese (7%). In regione, dopo Milano in testa con 7.409 imprese (pari al 31% regionale) in crescita di quasi il 7% rispetto al 2013, si collocano Monza Brianza con 2.889 imprese (pari al 12% regionale), Brescia con 2.673 imprese (11%), Como con 2.379 imprese (10%), Bergamo con 2.311 imprese (9,7%).

L’artigianato artistico per fatturato. A livello di fatturato, Milano è la prima provincia in Italia e in Lombardia con oltre 6,3 miliardi di euro, seguita da Vicenza con 6 miliardi di euro, Firenze con quasi 4 miliardi di euro, Treviso con circa 3,3 miliardi di euro, Pisa, Cuneo e Como con 2,1 miliardi di euro. A livello regionale per fatturato la Lombardia (15,5 miliardi) precede il Veneto (11,8 miliardi), la Toscana (circa 10 miliardi) e il Piemonte (5,7 miliardi). In Lombardia Milano (6,3 miliardi di Euro), precede per fatturato Como (2,1 miliardi di euro), Monza Brianza (1,9 miliardi), Bergamo (1,3 miliardi), Varese (1,1 miliardi).

Lombardia – Imprese attive per settore di attività economica:

Sartoria e confezione su misura di abbigliamento esterno; Preparazione e concia del cuoio e preparazione e tintura di pellicce; Fabbricazione di articoli da viaggio, borse e simili, pelletteria e selleria; Fabbricazione di tappeti e moquette; Confezionamento di biancheria da letto, da tavola e per l’arredamento; Attività di riprese fotografiche; Attività dei disegnatori grafici; Fabbricazione di mobili; Fabbricazione di articoli di coltelleria e posateria;  Fabbricazione di prodotti fabbricati con fili metallici; Fabbricazione di stoviglie, pentolame, vasellame, attrezzi da cucina e accessori casalinghi non elettrici, articoli metallici per l’arredamento di stanze da bagno; Fabbricazione di oggetti in ferro, in rame ed altri metalli; Fabbricazione di gioielleria, bigiotteria e articoli connessi; lavorazione delle pietre preziose; Riparazione di mobili e di oggetti di arredamento; laboratori di tappezzeria; Fabbricazione di strumenti musicali; Tessitura; Fabbricazione di ricami; Fabbricazione di tulle, pizzi e merletti;  Lavorazione di vetro a mano e a soffio artistico; Fabbricazione di prodotti in ceramica per usi domestici e ornamentali; Lavorazione artistica del marmo e di altre pietre affini, lavori in mosaico; Produzione di pane, prodotti di pasticceria freschi; Produzione di cacao, cioccolato, caramelle e confetterie; Rappresentazioni artistiche; Creazioni artistiche e letterarie.

Lgh, approvato il bilancio: nel 2018 utile per 6,1 milioni di euro

in Bilanci/Economia/Tendenze by
GERARDO PALOSCHI (Direttore sviluppo territoriale) - ANTONIO VIVENZI (Presidente LGH)

L’Assemblea dei Soci di Linea Group Holding (LGH) ha approvato il bilancio consolidato per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2018. In evidenza risultati economici e finanziari in decisa crescita e il ritorno del gruppo all’utile per 6,1 milioni di euro.

Il secondo esercizio interamente concluso sotto il segno della partnership A2A/LGH conferma le tendenze già emerse nell’anno precedente, con risultati industriali, economici e finanziari fortemente positivi.

Il Gruppo LGH ha chiuso il 2018 con un fatturato consolidato di 556,5 milioni di euro, in aumento del 10,7% rispetto al 2017, mentre il margine operativo lordo si presenta in crescita del 8,8%. Il bilancio d’esercizio della capogruppo LGH S.p.A. al 31 dicembre 2018 presenta poi un utile pari a 13,119 milioni euro: distribuiti agli Azionisti 12 milioni.

Bilancio consolidato di Gruppo LGH 2018

Gruppo LGH
€ milioni
2018 2017 D vs 2017
Ricavi 556,5 502,9 + 10,7%
Ebitda 92,2 84,8 + 8,8%
Ebit 28,4 23,9 +18,6%
Risultato consolidato 6,1 -1,3 +562,3%
Utile capogruppo (LGH Spa) 13,1 10,5 + 24,8%

 

L’Assemblea dei Soci che ha approvato il bilancio ha visto la prima partecipazione del nuovo Amministratore Delegato di LGH, Claudio Sanna, in carica dal 1 aprile. Laureato in Ingegneria Aeronautica presso il Politecnico di Milano e specializzatosi in Economia e Finanza presso la Scuola di Direzione Aziendale Bocconi a Milano, Sanna ha ricoperto in precedenza la carica di Direttore Supply Chain Gruppo A2A.

“È una grande sfida – commenta Sanna – quella di essere alla guida di un Gruppo che contribuisce ad aumentare la qualità della vita, l’attrattività del territorio e il suo sviluppo sostenibile. Oggi LGH è impegnata a promuovere iniziative e progetti finalizzati a produrre energia pulita, migliorare la qualità dell’ambiente, creando reti e servizi all’avanguardia. Il servizio del territorio è la prima priorità ed oggi la gestione delle attività del Gruppo è solida, sana anche grazie alla partnership industriale, sempre più efficace, con A2A”.

Investimenti

Nel 2018 sono proseguiti gli investimenti sui territori, complessivamente per 45 milioni di euro con particolare riferimento all’ambiente (circa 17 milioni) e alle reti (circa 24 milioni). Nell’ambito delle reti sono incluse operazioni green di potenziamento del Teleriscaldamento di Cremona, Crema e Lodi e dei Sistemi Efficienti di Utenza (SEU), oltre che la sostituzione nei territori serviti dei contatori gas con i nuovi dispositivi smart metering. Significativo inoltre l’acquisto di spazi all’interno del futuro secondo lotto del Polo Tecnologico di Cremona.

ALCUNI INDICATORI DI PRODUZIONE

Il Gruppo LGH nel corso del 2018, ha:

  • Gestito 972 mila tonnellate di rifiuti (+3,6% Vs 2017), principalmente urbani e speciali non pericolosi, collocandosi tra i principali operatori del settore a livello nazionale, ed operando in oltre 100 Comuni nel servizio di igiene urbana
  • Prodotto elettricità per circa 447 Gigawattora (+21,1% Vs 2017), esclusivamente da fonti rinnovabili ed assimilate quali l’idroelettrico, la termovalorizzazione dei rifiuti, la cogenerazione ed alcuni impianti a biogas e biomasse
  • Distribuito 599 milioni di metri cubi di gas e 431 Gigawattora di Energia
  • Venduto 358 milioni di metri cubi di gas e 752 Gigawattora di Energia
  • Prodotto e distribuito calore per 258 Gigawattora

Linea Group Holding (Gruppo A2A) è la multiutility del Sud Lombardia. Sorta nel 2006 è oggi operativa nei settori ambiente, energia e distribuzione; da agosto 2016 è protagonista con A2A –che ne detiene il 51% del capitale sociale – di una partnership industriale ricca di sinergie. www.lgh.it

Export, il cibo italiano vale 41 miliardi… Ecco la mappa con le rotte

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Economia/Export/Tendenze by
Uva, foto generica da Pixabay

Vini, acque minerali e oli in USA, pesce fresco in Spagna, alimenti per animali nelle Filippine. UK primo per animali e secondo per frutta, ortaggi e gelati. In forte aumento Polonia e Australia per vini, Indonesia per alimenti per animali, Cina per cioccolato, caffè e spezie, Canada per formaggi, Russia per pasta, Spagna per frutta e granaglie, Croazia per oli, Slovenia e Vietnam per carni, Portogallo per pesce fresco e Ungheria per quello lavorato

 

L’agroalimentare “made in Italy” nel mondo vale 41 miliardi di euro all’anno e cresce del +1,4%. Ma per sapere dove va e da dove parte l’export, quali sono i maggiori mercati di sbocco e i prodotti più apprezzati arriva la mappa: “L’agroalimentare italiano nel mondo”, realizzata dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e Coldiretti Lombardia, con Promos Italia sui settori dell’agricoltura, della pesca, dell’allevamento, dell’industria alimentare e delle bevande, esclusi silvicoltura e tabacco. La mappa, disponibile in italiano e inglese, è scaricabile in internet (https://www.promos-milano.it/). Una mappa che arriva nei giorni di “Milano Food City”, la settimana dedicata al cibo e alla cultura della sana alimentazione, dal 3 al 9 maggio.

“Parlare e ragionare di cibo – spiega Giovanni Benedetti, Direttore della Coldiretti Lombardia e membro di giunta della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi – non è più solo un tema per addetti ai lavori, ma significa prendere in considerazione una leva strategica per lo sviluppo economico e occupazionale del nostro Paese. L’andamento sui mercati esteri potrebbe ulteriormente migliorare con una più efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale, che fattura oltre 100 miliardi di euro utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale”

Agroalimentare italiano nel mondo: Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito i maggiori mercati per l’export. Prima la Germania (+1,6%) seguita da Francia (+4,3%), Stati Uniti (+4%) e Regno Unito (+1,6%). Tra le prime 20 in crescita anche Polonia (+6,3%), Svezia e Australia (+3,8%). Aumenti più contenuti per Giappone e Russia, rallenta la Cina. E se la Germania e la Francia sono i primi acquirenti per quasi tutti i prodotti, gli Stati Uniti eccellono per vini (+4%), acque minerali (+7,4%) e oli, la Spagna per pesce fresco, le Filippine (+36,4%) e la Grecia (+7,1%) per alimenti per animali, il Regno Unito per animali vivi e loro prodotti (+33,1%). Il Regno Unito al secondo posto per frutta e ortaggi lavorati e conservati e per gelati, l’Austria al terzo per cereali e riso. In forte crescita per vini la Polonia (+23,3%) e l’Australia (+18,5%) ma anche la Francia (+10,1%), l’Indonesia per alimenti per animali (+100,7%), la Cina per cioccolato, caffè e spezie (+21,7%), il Canada per formaggi (+27,2%), la Russia per la pasta (+43,5%), la Spagna per frutta (+22,5%) e granaglie (+13,6%), la Croazia per oli (+35,2%), la Slovenia e il Vietnam per carni (+17% circa), l’Ungheria per pesci lavorati e conservati (+44,1%) e il Portogallo per i prodotti di acquacultura (+209%). Emerge da elaborazioni della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi insieme a Coldiretti Lombardia e Promos Italia su dati Istat, anni 2018 e 2017.

I prodotti “made in Italy” più esportati. Cioccolato, tè, caffè, spezie e piatti pronti con 7 miliardi di euro (+3,6%), seguiti dai vini con 6,2 miliardi (+3,3%), vengono poi pane, pasta e farinacei con 3,9 miliardi di euro (+2,5%) ma anche 3,5 miliardi (+4,2%). Superano i 3 miliardi di euro anche frutta (+2,4%), prodotti lattiero-caseari (+3,2%), carni e prodotti non lavorati da colture permanenti (tra cui uva, agrumi). Gli aumenti più consistenti si registrano per pane e prodotti di pasticceria con 1,2 miliardi (+72%), prodotti per animali (+10,5%) e gelati (+7,4%).

I maggiori esportatori italiani? Cuneo e Verona con 3 miliardi di euro. Al terzo posto sale Milano con 1,6 miliardi, +4,4%. Vengono poi Parma 4°, Bolzano 5°, Salerno 6° e Modena 7°. Tra le prime venti posizioni la maggiore crescita a Cuneo (+11%), Ravenna (+8,1%) e Treviso (+6,2%).

Lombardia con 6,4 miliardi di export rappresenta circa un sesto del totale italiano. Oltre a Milano, 3° in Italia, tra le prime 20 ci sono anche Bergamo 12° con 880 milioni circa (+5,9%) e Mantova 19° con 661 milioni. A crescere di più sono però Lodi (+7,1%) e Como (+6,2%). Como leader italiana in pesci, crostacei lavorati e conservati (con 155 milioni, +8,9%), Brescia 8° e Milano 17°, Lodi prima per prodotti lattiero-caseari dove rappresenta un decimo del totale nazionale, +9,4% con Mantova 5°, Cremona 6°, Brescia 8°, Bergamo 9° e Milano 14°. Pavia eccelle invece per granaglie, amidi e prodotti amidacei (17% nazionale, +4,3%), Milano è prima per prodotti da forno e terza per cioccolata, caffè e spezie.

Brescia, per il settore terziario fiducia al minimo nel primo trimestre 2019

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze/Terziario by
Fiducia al minimo

Nel primo trimestre 2019, complice anche la preoccupazione relativa alla possibile evoluzione a breve dell’economia italiana, l’indice sul clima di fiducia nelle imprese bresciane operanti nel settore dei servizi è sceso a 102,3, aggiornando il nuovo minimo da quando è stata istituita la rilevazione (secondo trimestre 2016). Il suddetto indice mostra così una flessione sia nei confronti del periodo immediatamente precedente (105,0), sia su quanto sperimentato nell’analogo trimestre del 2018, quando il clima di fiducia si attestò a 143,3 (poco al di sotto del picco rilevato nel quarto trimestre 2017).

A evidenziarlo sono i risultati dell’indagine congiunturale condotta dall’Ufficio Studi e Ricerche dell’Associazione Industriale Bresciana che – nonostante la fase positiva vissuta a Brescia dal Terziario – conferma le perduranti difficoltà nel replicare le dinamiche registrate nel recente passato, in uno scenario tuttora caratterizzato da una diffusa prudenza fra gli operatori intervistati.

“I dati statistici rilevati esprimono, a mio parere, la difficoltà da parte delle imprese del Terziario a interpretare le prospettive del mercato – commenta Paolo Chiari, Presidente del Settore Terziario di AIB –. Certamente a questo hanno contribuito alcuni fattori tra i quali la poca chiarezza normativa in materia di incentivi fiscali e il rallentamento generale degli investimenti”.

L’evoluzione del comparto dei servizi riscontrata in ambito provinciale appare complessivamente coerente col quadro nazionale, dove l’Indice PMI riferito al settore si è mantenuto, nel periodo gennaio-marzo, intorno alla soglia che delimita l’espansione dalla contrazione, non lontano dai valori registrati nell’ultima parte del 2018, ma su livelli sistematicamente più bassi di quanto evidenziato per tutto il 2017 e nei primi nove mesi del 2018.

Nel dettaglio, per quanto riguarda i giudizi espressi dalle imprese sui tre mesi precedenti:

  • il fatturato è cresciuto per il 44% delle imprese, con un saldo positivo del 25% fra coloro che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione;
  • gli ordini e l’occupazione evidenziano anch’essi incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +23% e a +5%);
  • i prezzi dei servizi offerti continuano a caratterizzarsi per un’evoluzione tutto sommato piatta (saldo netto +4%), giustificata dalla persistente difficoltà di scaricare nelle tariffe applicate la salita dei costi operativi.

Le aspettative per i prossimi mesi risultano nel complesso piuttosto ottimistiche. Per il fatturato, il saldo fra risposte in aumento e in diminuzione è positivo (+33%); anche i saldi riferiti al portafoglio ordini (+20%) e all’occupazione (+16%) evidenziano risultati positivi. Le previsioni relative ai prezzi dei servizi offerti (-5%) certificherebbero la limitata possibilità da parte degli operatori contattati di incrementare le tariffe proposte alla clientela.

Le opinioni delle imprese intervistate in merito alle prospettive sulla tendenza generale dell’economia italiana rimangono fortemente negative e contribuiscono quindi a deprimere l’indice di fiducia complessivo: nessuno degli intervistati si è espresso infatti in modo favorevole, il 36% ha una visione pessimistica, mentre il rimanente 64% ha indicato stazionarietà.

 

Intelligenza artificiale applicata alle immagini: Neosperience lancia Image Memorability

in Economia/Evidenza/Innovazione/Tendenze by
Image Memorability di Neosperience

Neosperience, affermata impresa innovativa quotata in borsa che opera nel settore della Digital Customer Experience, ha annunciato il lancio di una nuova tecnologia, Neosperience Image Memorability, basata sull’intelligenza artificiale, che permette di misurare in modo oggettivo la memorabilità di un’immagine in pochi secondi.

In un’era in cui si è esposti ad una quantità incredibili di informazioni, la comunicazione attraverso le immagini è indispensabile nonché uno degli strumenti principali e maggiormente utilizzati dalle aziende per aumentare l’efficacia delle proprie campagne di comunicazione. A distanza di giorni nella nostra mentre rimangono molti meno ricordi di quello che abbiamo letto rispetto ad una fotografia che abbiamo visto. Tuttavia ciò che conta ancora di più è l’efficacia del messaggio che si vuole comunicare ed è qui che Neosperience Image Memorability arriva in aiuto alle aziende per scegliere le immagini più efficaci.

Dario Melpignano, Presidente e Co-Fondatore di Neosperience commenta: “Il ricordo di un’immagine è un indicatore fondamentale che ogni azienda dovrebbe ottimizzare per aumentare il risultato economico delle proprie campagne, sia sui mezzi digitali che offline. Nell’era dell’overload informativo, comunicare per immagini è diventato indispensabile: a distanza di 3 giorni nella nostra mente rimane impresso il 10% di quello che abbiamo letto mentre di una fotografia possiamo ricordare il 65%. Non tutte le immagini però veicolano in modo efficace il messaggio che si vuole inviare. Neosperience Image Memorability nasce per aiutare le aziende a selezionare le immagini più efficaci”.

L’azienda arricchisce ulteriormente la propria offerta, tramite delle ricerche nel campo delle reti neurali applicate ai contenuti visuali. La nuova tecnologia, infatti, incorpora degli algoritmi avanzati basati sul deep learning che individuano quanto le persone ricordano un’immagine e quali elementi di essa rimangono maggiormente impressi nella loro memoria. L’output dell’analisi si sintetizza in due modi: da una parte un punteggio indica quanto l’immagine viene ricordata nel tempo, dall’altro una heatmap (mappa di colore) mostra gli elementi dell’immagine che rimangono impressi maggiormente.

Gartner ha indicato Neosperince come protagonista dell’innovazione più avanzata nell’intelligenza artificiale avvicinandola ai maggiori operatori del settore come Adobe, IBM e Microsoft.

“Un accreditamento prestigioso che ci rende ancora più soddisfatti dei risultati raggiunti in questi anni, e che conferma la capacità d’innovazione continua di Neosperience e l’unicità delle nostre soluzioni” aggiunge Dario Melpignano.

Neosperience sta già operando su questo tema con partner strategici e ulteriori aziende nei settori fashion, retail e financial services, che saranno i primi a sperimentare la tecnologia per migliorare le proprie attività di comunicazione. Dalle prime attività, effettuate su Brand di punta appartenenti a diverse industry, risulta ad esempio che molte immagini utilizzate nelle recenti campagne delle aziende del settore fashion hanno livelli elevati di memorabilità. Al contrario, i marchi del settore automobilistico hanno del terreno da recuperare, facendo registrare i livelli più bassi.  

L’innovazione tecnologica introdotta da Neosperience Image Memorability consentirà alle aziende di scegliere le immagini più efficaci e facili da ricordare, aumentando così l’impatto delle attività di marketing e comunicazione.

Richiedete a questo link una dimostrazione di questa innovativa soluzione: https://www.neosperience.com/image-memorability-demo-request

Imprese, nel Bresciano danno lavoro a 416mila famiglie

in Economia/Lavoro/Tendenze by

Lavoro nelle imprese: cresce nell’ultimo anno, secondo i dati elaborati dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su base registro imprese al 2018 e 2017, con 331 mila addetti dichiarati dalle imprese in più in Italia, + 2%, su 17 milioni totali. In Lombardia, con 4 milioni di addetti, uno su quattro del totale nazionale, ci sono 113 mila addetti in più in un anno (+3%). Milano è prima per numero di addetti delle imprese con 2,2 milioni, seguita da Roma (1,5 milioni), Torino (751 mila) e Napoli (567 mila). Tra le prime 20 in Italia anche Brescia (5° con 416 mila addetti), Bergamo (7° con 386 mila), Monza Brianza (17° con 236 mila) e Varese (21° con 209 mila). Milano è anche prima per crescita in un anno (67 mila addetti in più, +3%) seguita da Roma (29 mila in più, +2%). Tra le prime più rapida la crescita a Bolzano, 11 mila addetti in più, +5% e a Mantova con 9 mila in più, +7%.

I settori con più addetti. È il settore manifatturiero ad avere più addetti, 990 mila in Lombardia e 3,8 milioni in Italia, seguito dal commercio, 737 mila e 3,3 milioni. In Lombardia il terzo settore è quello dei servizi alle imprese (541 mila addetti), in Italia i servizi di alloggio e alla ristorazione (1,7 milioni).

Le imprese femminili. In Italia il 14,7% degli addetti (2,5 milioni) è in imprese femminili, in Lombardia il 10% (419 mila, +1,8% in cinque anni, con un picco a Milano, 148 mila, +6,5% dal 2013 al 2018). Se per numero di addetti delle imprese femminili prime sono Roma (179 mila), Milano (148 mila) e Napoli (100 mila) sono Benevento, Prato, Enna e Frosinone dove le donne danno più lavoro, con circa un posto su quattro. In Lombardia la prima è Pavia col 18%.

Ha dichiarato Marzia Maiorano, presidente del Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi: “Positiva la dinamica del lavoro creato dalle imprenditrici femminili che hanno generato in cinque anni circa 10 mila posti di lavoro a Milano, circa 20 mila a Roma e 3 mila  a Napoli. Si tratta di un fenomeno che riguarda le grandi città, grazie alle opportunità che si possono creare per le imprese femminili. Ecco perché occorre puntare a estendere i vantaggi sul territorio nazionale, con possibili benefici per tutta l’economia”.

Le imprese straniere. Il 5% degli addetti italiani, circa 905 mila, lavora in imprese straniere, un dato in crescita del 5,6% in un anno. In Lombardia sono 197 mila e pesano il 4,8% sugli addetti delle imprese lombarde, +23% in cinque anni. Prime per stranieri datori di lavoro sono Prato col 34% degli addetti totali del territorio, poi Firenze, Imperia e Teramo (10% circa). In Lombardia prime per peso sono Pavia e Lodi (7% del totale).

Le imprese di giovani. Sono 939 mila gli addetti delle imprese giovani in Italia e 142 mila in Lombardia, pesano rispettivamente il 5,4% e il 3,4% su tutti gli addetti d’impresa. Prime per numero di addetti nelle imprese giovani sono Roma con circa 65 mila, Napoli con 63 mila e Milano,  con circa 55 mila, mentre per peso degli addetti sul totale prime sono Crotone, Reggio Calabria e Caserta con oltre il 10% di tutti i posti nelle imprese del territorio. In Lombardia prime per peso sono Pavia e Lodi (6% del totale).

Milano città. Ha 1,6 milioni di addetti a fine 2018, +3,7% in un anno, +23% in cinque, +24% in 7 anni. Crescono di più in un anno le attività professionali, +10% e i servizi alle imprese, +9%, ma anche la ristorazione +5%. In sette anni crescono finanza +90% con 110 mila imprese, istruzione con +80% e 12 mila addetti e sanità con +70% e 41 mila addetti, ristorazione +31% e 104 mila addetti.

Mutui per la casa, a fine 2018 finanziato l’importo più alto di sempre

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L’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa ha analizzato i dati di Banca d’Italia relativi allo stock di mutui in essere concessi alle famiglie italiane per l’acquisto dell’abitazione. Tracciando il trend storico ne è emerso che nel quarto trimestre 2018 si è registrato lo stock di mutui in essere più alto di sempre: ha raggiunto i 322.918 milioni di euro.

Nel terzo trimestre del 2018 si era fissato il nuovo massimo con oltre 320 miliardi di euro. Con questo trimestre ci lasciamo quindi alle spalle il risultato dello scorso trimestre e viene fissato un nuovo massimo a quasi 323 miliardi di mutui in essere attivi.

Il passo con il quale crescono le consistenze è un segnale di stabilità: +3% su base annua (+0,84% su base trimestrale).

Alla luce dei favorevoli tassi di mercato con i quali i finanziamenti, durante l’ultimo triennio, sono stati collocati, e in parte anche rinegoziati, lo stock è in buona parte composto da mutui a tasso fisso o variabile con CAP, il che presuppone un minor rischio sia in capo alle famiglie che in capo agli istituti eroganti.

Si delinea quindi uno scenario favorevole al proseguimento del trend positivo riguardo al credito alla famiglia che dovrebbe far registrare una probabile ulteriore crescita per il I trimestre 2019.

Di seguito, la tabella con la distribuzione per regione delle consistenze rilevate a fine 2018:

DISTRIBUZIONE TERRITORIALE PER REGIONE
DEI MUTUI IN ESSERE (mln €)
REGIONE CONSISTENZE PESO % SUL TOTALE
LOMBARDIA              78.734.707 24,38%
LAZIO              43.041.674 13,33%
VENETO              28.445.331 8,81%
EMILIA-ROMAGNA              28.144.197 8,72%
PIEMONTE              24.609.591 7,62%
TOSCANA              23.970.572 7,42%
CAMPANIA              17.709.490 5,48%
PUGLIA              14.647.923 4,54%
SICILIA              14.442.352 4,47%
LIGURIA              10.044.683 3,11%
FRIULI-VENEZIA GIULIA                7.038.186 2,18%
MARCHE                6.513.991 2,02%
SARDEGNA                6.121.874 1,90%
TRENTINO-ALTO ADIGE                5.615.510 1,74%
ABRUZZO                4.457.874 1,38%
UMBRIA                3.558.423 1,10%
CALABRIA                3.453.815 1,07%
BASILICATA                1.082.520 0,34%
MOLISE                    725.476 0,22%
VALLE D’AOSTA                    559.841 0,17%

 

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