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Tendenze - page 29

Blockchain: quali ambiti applicativi si stanno affermando in Italia?

in Economia/Innovazione/Partner 2/Tendenze by
Blockchain

La blockchain oggi è una tecnologia di frontiera così come lo era Internet a metà degli anni ’90 ma il suo impatto sul business, sulla produzione industriale e sulla società potrebbe essere addirittura maggiore. Vediamo in questo articolo alcuni motivi.

La tecnologia

Una blockchain è un registro digitale aperto e distribuito, in grado di memorizzare record di dati (solitamente, denominati “transazioni”) in modo sicuro, verificabile e permanente. Una volta scritti, i dati in un blocco non possono essere retroattivamente alterati senza che vengano modificati tutti i blocchi successivi ad esso e ciò, per la natura del protocollo e dello schema di validazione, necessiterebbe del consenso della maggioranza della rete. La blockchain è quindi rappresentabile come una lista, in continua crescita, di blocchi collegati tra loro e resi sicuri mediante l’uso della crittografia. Ad un blocco possono essere associate una o più transazioni e ogni blocco, inoltre, contiene un puntatore hash al blocco precedente e una marca temporale.

La natura distribuita e il modello cooperativo rendono robusto e sicuro il processo di validazione, ma presentano tempi non trascurabili, dovuti in gran parte al processo di validazione dei blocchi e alla sincronizzazione delle rete. L’autenticazione avviene tramite collaborazione di massa ed è alimentata da interessi collettivi. L’utilizzo di questa tecnologia consente anche di superare il problema dell’infinita riproducibilità di un bene digitale e della doppia spesa, senza l’utilizzo di un server centrale o di un’autorità.

Smart Contract

Gli smart contract basati sulla blockchain sono contratti che possono essere stipulati e imposti senza la necessita di un’interazione umana. L’FMI crede che la blockchain potrebbe ridurre il rischio morale e ottimizzare l’uso dei contratti in generale ma, momentaneamente, a causa della mancanza d’uso, il loro status non è ancora chiaro. Alcune implementazioni della blockchain potrebbero consentire la codifica di contratti che verranno eseguiti quando sono soddisfatte determinate condizioni. Uno smart contract sarebbe attivato da istruzioni di programmazione estensibili che definiscono ed eseguono un accordo. 

Applicazioni

La tecnologia blockchain ha un grande potenziale per trasformare i modelli operativi aziendali nel lungo periodo. La blockchain è più una tecnologia di base, con la potenzialità di poter creare nuove tecnologie e nuove basi per l’economia globale e i sistemi sociali, piuttosto che una tecnologia distruttiva che attacca il tradizionale modello di business. L’uso della blockchain promette di portare significativi miglioramenti alle catene di fornitura globali, alle transazioni finanziarie, ai beni contabili e ai social network distribuiti. Questa nuova tecnologia può essere integrata in diverse aree e i suoi protocolli facilitano alle aziende l’uso di nuovi metodi per processare e gestire le transazioni digitali. La blockchain può essere utilizzata come strumento per certificare la data certa di un documento e il suo non aver subito alcuna variazione. Questa applicazione della catena a blocchi, ottenuta inserendo l’hash dei documenti che si vogliono certificare, è detta “notarizzazione”. Un esempio di tale utilizzo è la notarizzazione dei movimenti dei camion che trasportano la terra di un cantiere per garantire il rispetto dei vincoli e delle norme ambientali.

Esperienze 

Questi sono i principali trend di utilizzo della blockchain in Italia che impatteranno su moltissimi settori sia nell’ambito dei servizi che nella produzione manifatturiera:

1. E-Commerce: la realizzazione di dinamiche di e-commerce B2B attraverso un sistema certificato in grado di determinare l’autenticità delle fatture emesse attraverso la notarizzazione dei documenti;

2. Sviluppo di programmi di fedeltà basati sul “coin”:
invece che raccogliere punti è possibile generare un coin digitale che può essere utilizzato come strumento di pagamento in determinati circuiti;

3. Internet of Things: gli oggetti utilizzano la blockchain per gestire l’autenticazione e l’integrità della comunicazione tra loro al fine di rendere l’utilizzo di un network IoT sicuro e affidabile;

4. Sviluppo di servizi basati su smart contract: nel mondo assicurativo il trend è la realizzazione di polizze istantanee e temporanee per proteggere un’attività sportiva o un viaggio. Questo servizio si può basare sulla stipula di un contratto intelligente basato su blockchain;

5. Servizi Peer-2-Peer: le applicazioni blockchain facilitano l’interscambio peer-2-peer ad esempio di energia perché a basso costo ogni persona può fornire le garanzie necessarie di qualità;

6. Sviluppo di servizi dedicati alla persona: attraverso l’autenticazione dei dati personali via blockchain è possibile velocizzare lo sviluppo di servizi dedicati alla persona come ad esempio quelli legati al mondo healthcare o in quello della pubblica amministrazione;

7. Sviluppo di un nuovo prodotto:
si può costruire dei titoli di proprietà attraverso blockchain di una parte o una composizione di prodotti fisici garantiti da un titolo di proprietà sotto forma di Smart Contract. Questo può avvenire per un impianto che viene ripartito tra più proprietari privati, per un’opera d’arte o per il cartellino di uno sportivo.

Innovation Club ha raggruppato una serie di professionisti che hanno sviluppato in Italia ed all’Estero significative esperienze sia prototipali che applicative su tecnologia blockchain. Per maggiori informazioni: info@innovationclub.it

Brescia, il mercato del pesce esporta 12 milioni di euro all’anno

in Alimentare/Economia/Tendenze by
Pesci, foto generica da Pixabay

Il commercio estero di pesce conservato e lavorato vale per la Lombardia 1,3 miliardi in un anno, +6% nel 2018. Emerge da un’elaborazione Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati Istat.
La Lombardia è leader in Italia con un quarto dell’interscambio totale che è di 5 miliardi, +3%. In particolare, l’export lombardo nel 2018 ha raggiunto i 188 milioni di euro, +8%. Il pesce lavorato e conservato parte soprattutto da Como prima in Italia con 155 milioni (+9%): concentra infatti l’80% dell’export regionale, un terzo circa di quello nazionale e precede Venezia, Rimini e Rovigo. In Lombardia bene anche Brescia (12 milioni +10%), Milano (6 milioni +33%). I principali Paesi di destinazione del pesce lombardo sono Germania (13% del totale), Grecia (9%) e Svizzera (7%). Nell’import invece è Milano a primeggiare con 694 milioni (+15%), seguita da Venezia, Roma e Napoli a livello nazionale e da Como (135 milioni, +16%), Lodi e Varese in regione. Ma da dove arriva il pesce lavorato in Lombardia? Soprattutto da Spagna (30% del totale, +12%). Seguono l’Ecuador (8%, +8%), Paesi Bassi e Francia (5%). In crescita Sri Lanka (+82%), Indonesia e Argentina, +60% circa.

Le imprese del settore ittico sono 31 mila in Italia (+0,3%) e 1.683 in Lombardia (+2%). Prima a livello nazionale è Napoli con 2.350 attività, seguita da Rovigo con 2.085, Ferrara con 1.780 e Roma con 1.806. Il settore prevalente in Italia è quello della pesca con circa 12 mila imprese, seguito dal commercio all’ingrosso, con 8 mila. In Lombardia invece si tratta soprattutto di commercianti all’ingrosso, oltre mille, seguono la vendita al dettaglio ambulante (250), i negozi al dettaglio di pesce e le attività di pesca e acquacultura (circa 200). Il maggior numero di imprese a Milano (778, +3%), Brescia (230), Varese e Bergamo (oltre 100). Emerge da un’elaborazione Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro imprese 2018 e 2019.

Fitness e benessere: nel Bresciano 2mila imprese e 4mila addetti

in Economia/Salute/Tendenze by
Sport, foto generica da Pixabay

Non solo per i milanesi ma anche per i turisti. Sono oltre 15 mila le attività, tra sedi di impresa, sedi secondarie e unità locali, attive nel settore del benessere e fitness in Lombardia nel 2019 secondo l’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro imprese. Si tratta di palestre e centri legati le terme, manicure, erboristerie, istituti di bellezza, profumerie. Crescono del 2,5% in un anno e del 28% in dieci anni e pesano circa un quinto di tutte le attività presenti in Italia nel comparto (circa 90 mila, +1,4% in un anno e +19,7% in dieci) dando lavoro a circa 48 mila addetti su 168 mila in Italia (quasi 4 mila in più in un anno, +8% mentre in dieci anni crescono del 30% in regione e del 15% in Italia).

La rilevanza della Lombardia nel settore si deve soprattutto a Milano, che è seconda in Italia dopo Roma per numero di imprese (5 mila a Milano, +37% in dieci anni e 7 mila a Roma, +38%) ma prima per addetti (20 mila, +40% e 13 mila, +26%), Brescia (2 mila imprese, +19% in dieci anni e 4 mila addetti), Bergamo (2 mila imprese, +23% e 7 mila addetti), Varese (oltre mille imprese, +15% e 2 mila addetti) e Monza Brianza (mille imprese, +44% e 10 mila addetti). La Lombardia pesa soprattutto nel settore dei centri benessere concentrando un terzo delle attività italiane, nei servizi di manicure e pedicure e nelle palestre (oltre il 20% in entrambi i settori). Forte anche la presenza di imprese lombarde negli istituti di bellezza (quasi un quinto). Per quanto riguarda le palestre, la Lombardia concentra 1.280 unità locali su 5.769 in Italia, di cui 495 a Milano, +85% in dieci anni.

Il fitness e il benessere fanno impresa in tutta Italia. Sono 90 mila le attività specializzate nel settore occupando 168 mila addetti. Si tratta soprattutto di  istituti di bellezza (circa 40 mila attività), profumerie (circa 20 mila attività) e commercio al dettaglio di articoli sportivi e per il tempo libero (oltre 10 mila). Ci sono poi circa 5 mila erboristerie e palestre. Prima per numero di attività è Roma dove si concentra quasi un decimo delle attività italiane legate al fitness e benessere (7.155) seguita da Milano (seconda con 5.357 attività ma prima in Italia per addetti), Napoli (3.881 attività), Torino (3.389) e Bari (2.275). Tra le prime dieci in Italia anche Brescia, Bergamo, Salerno, Firenze, Bologna e Verona, tutte con quasi 2 mila imprese e unità locali.

Settore al femminile e giovanile, record di imprese straniere a Milano. Quasi due imprese su tre nel settore sono femminili (69% in Lombardia e in Italia) e una su sei è in mano a giovani (17%). Più alta in Lombardia la presenza di imprese con titolari nati all’estero, 13% contro una media nazionale di 8,8%, grazie al dato di Milano dove le imprese “straniere” pesano il 19,6%, il valore più alto d’Italia. Dopo Milano, per peso delle imprese di titolari nati all’estero vengono Trieste (19%) e Prato (19,3%), per peso di imprese femminili prime in Italia sono invece Nuoro, Pordenone e Ascoli Piceno (80% circa l’una) e per presenza di under 35 Catanzaro, Isernia e Crotone (oltre 30% ciascuna).

Occhiali da sole, l’export vale 3,7 miliardi di euro all’anno

in Economia/Export/Tendenze by
Occhiali da sole, foto generica da Pixabay

Sono 920 le imprese italiane nella fabbricazione di lenti ed occhiali al primo trimestre 2018, +2,1% rispetto all’anno precedente, secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza e Lodi sui dati Registro Imprese. Il Made in Italy ha esportato occhiali da sole per 3,7 miliardi di euro nel 2018 (dato ancora provvisorio), in crescita dello 0,8% rispetto al 2017, contro un import di 1,5 miliardi. Le esportazioni crescono in America (+2%) e in Europa (+1,4%). Gli occhiali italiani piacciono soprattutto negli Stati Uniti, mercato che assorbe il 26% dell’export (+2,1% in un anno) per quasi 1 miliardo di euro. La Francia è stabile e si conferma il secondo Paese, con 456 milioni di euro di export (12,3% dell’export), terzo il Regno Unito a quota 251 milioni di euro (+5,1% in un anno), quarta la Germania con 233 milioni (in calo del 3,2%). Tra i principali Paesi, cresce l’export verso Hong Kong (+25%), Svizzera e Svezia (+24%), India (+21%) e Messico (+15%). I principali mercati di importazione sono nell’area dell’Asia per 880 milioni di euro (59% dell’import complessivo). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati Istat 2018 e 2017.

Fabbricazione, Veneto primo, in Lombardia un’impresa su nove. Nel 2019 spetta ancora al Veneto il primato dell’occhialeria nazionale (422 attività), con le prime due province italiane per numero di imprese, Belluno (208) e Treviso (156). La fabbricazione di occhiali in territorio lombardo conta 95 imprese, il 10,3% del totale italiano, e cresce dell’1% in un anno. Varese e Milano, con 28 e 27 imprese sono l’area fulcro della produzione lombarda e si collocano al terzo e quarto posto tra le province italiane, Torino è quinta. A seguire Udine e Vicenza. In Lombardia, dopo Varese e Milano, si trovano Bergamo, Brescia e Mantova.

Buone vacanze, con le news di economia bresciana ci rivediamo il 26

in Economia/Tendenze by
Vacanze, foto generica da Pixabay

Brescia2.it è l’unico sito che si occupa interamente di economia bresciana in tutte le sue forme. Ci siamo da poco, ma siamo una realtà in continua crescita, con un numero sempre crescente di lettori interessati ad approfondire le tematiche dell’economia e della finanza, rigorosamente in chiave local.

Per consentire a chi lavora con noi di godere del meritato riposo, con agosto, ci prendiamo qualche giorno di pausa. Gli aggiornamenti torneranno regolari il 26 agosto.

Buone vacanze!

Turismo e imprese, studio Confartigianato: il Garda è primo

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Tendenze/Turismo by

Nei giorni delle grandi partenze per le vacanze estive, l’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia fa il punto sul turismo nella nostra Regione: «La Lombardia è una delle principali mete turistiche in Italia e il turismo rappresenta un’importante opportunità per oltre 32mila imprese artigiane lombarde a vocazione turistica – commenta il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti – si tratta di un mercato in continua crescita, a cui le imprese guardano con interesse e a cui possono offrire prodotti e servizi di qualità, ad alto grado di personalizzazione e spesso caratteristici di quel Made in Italy particolarmente apprezzato dai turisti: prodotti e servizi a valore artigiano, in grado di contribuire a rendere pienamente soddisfacente e memorabile una visita nella nostra Regione».

Le imprese artigiane che operano in attività economiche a vocazione turistica alla fine del I trimestre 2019 sono in Lombardia 32.388, pari al 13,3% dell’artigianato lombardo. Imprese che includono oltre ad attività specificamente turistiche quali alberghi e ristoranti, imprese operanti nei trasporti con 7.887 imprese (24,4% del totale), nell’Abbigliamento e calzature con 7.149 imprese (22,1% del totale), nelle Altre attività manifatturiere e dei servizi con 6.237 imprese (19,3% del totale). A Brescia sono 3.966 le imprese potenzialmente interessate da attività turistiche, l’11,7% sul totale dell’artigianato. Di queste, 908 di attività manifatturiere e dei servizi (il 22,9%) comparto prezioso che comprende attività dell’artigianato nella fotografia, cornici, gioielleria e bigiotteria, ceramica e vetro, lavorazioni artistiche del marmo, del ferro, del rame e dei metalli, cure per animali domestici, centri benesse e palestre. Sono invece 1.018 quelle si occupano di abbigliamento e calzature, 630 di agroalimentare, 320 di bar, caffè, pasticcerie, 690 ristoranti e pizzerie, 394 di trasporti. «I turisti in Lombardia hanno a disposizione laghi, montagne, città storiche, buon cibo e buon vino, prodotti locali dell’artigianato artistico, musei, monumenti e parchi – continua il presidente Massetti – un mix attraente che include anche l’alta moda e il design per cui la Lombardia è famosa nel mondo».
Dallo studio emergono le presenze turistiche: se Milano risulta la città più visitata della Lombardia, con 12 milioni e 059 mila presenze turistiche, a seguirla sul podio sono due mete bresciane, sul Lago di Garda: Limone sul Garda, con 1 milione 293 mila presenze turistiche e Sirmione, con 1 milione 237 mila presenze turistiche. Al quarto posto Livigno (SO), con 1 milione 183 mila presenze turistiche, tra i futuri protagonisti delle Olimpiadi Invernali 2026. La classifica prosegue poi ancora con la provincia di Brescia e Desenzano del Garda, con 890 mila presenze turistiche, Como (CO) con 709 mila presenze turistiche, Bergamo (BG) con 637 mila presenze turistiche, Manerba del Garda (BS) con 630 mila presenze turistiche, San Felice del Benaco (BS) con 597 mila presenze turistiche e Brescia (BS) con 591 mila presenze turistiche. Un’iniezione di ottimismo, dopo l’inizio di stagione tra alti e bassi, contando soprattutto che proprio l’area del Garda presa in considerazione conta 720 imprese potenzialmente interessate da attività turistiche.

Tra i 30 comuni di maggior richiamo dei turisti si osserva una crescita delle presenze rispetto a quelle rilevate l’anno precedente a Bormio (SO) (+28,3%), Como (CO) (+11,7%), Limone sul Garda (BS) (+9,6%), Porlezza (CO) (+8,0%), Toscolano-Maderno (BS) (+7,3%), Tignale (BS) (+5,8%), Griante (CO) (+3,8%), Segrate (MI) (+3,5%), Milano (MI) (+1,7%), Saronno (VA) (+1,2%) e Pieve Emanuele (MI) (+0,6%).
Infine, un focus ancora su Brescia evidenzia come nella nostra la quota di presenza di stranieri sia superiore ai due terzi e come il numero medio di notti trascorse sul territorio bresciano dai turisti si attesta a 4, sale a 5 per gli stranieri e scende a 2 per gli italiani. Una dinamica crescente e confortante quella del turismo nel corso degli ultimi 9 anni (2008-2017), fortemente determinata dall’aumento sia degli arrivi (+74,5%) che delle presenze (+52,0%) di turisti stranieri. I primi 10 Paesi esteri di provenienza dei turisti stranieri sono: Germania (42,9% dei turisti stranieri che visitano il territorio), Paesi Bassi (6,7%), Regno Unito (6,3%), Svizzera (4,8%), Austria (4,7%), Francia (4,6%), Belgio (2,7%), Danimarca (2,3%), Polonia (2,1%) e Russia (2,0%).

Prodotti per l’estate, l’export italiano vale 5 miliardi all’anno

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Spiaggia, foto generica da Pixabay

Prodotti italiani per l’estate nel mondo: dalle attrezzature per fare sport all’aperto alle creme solari, dai gelati agli insetticidi, un business che supera i 5 miliardi in un anno e che cresce del 3,8% nel 2018. E nei primi tre mesi del 2019 l’export raggiunge già il valore di 1,3 miliardi circa, +3,8%.

I prodotti estivi più esportati in un anno. Il 38% dell’export va in prodotti di bellezza e creme solari per un valore di quasi 2 miliardi di euro, +5,2%. Seguono le attrezzature sportive con 903 milioni (17,6% del totale, +7%), le tute sportive e costumi da bagno con 805 milioni (15,7%, +5,8%) e gli insetticidi e disinfettanti per piante con 670 milioni (13,1%). In crescita l’export di gelati, +7,4%, che passa da 230 a 247 milioni.

Le maggiori destinazioni dell’export per prodotto. La Francia è la principale meta dell’export per molti prodotti: articoli per le feste (16,5% del totale), attrezzature per lo sport e il gioco all’aria aperta e per la pesca (14%), cartoline postali stampate o illustrate (21,9%), insetticidi e disinfettanti per piante (22,5%), tende, vele e articoli da campeggio (18%), biciclette (42,1%), prodotti di bellezza e creme solari (18,7%). Mentre la Cina è prima per attrazioni per fiere e giostre (15,5%), Hong Kong per tute sportive e costumi da bagno (18,5%), la Germania per gelati (19,8%), gli Stati Uniti per veicoli aerei non a motore (36%). Tra le destinazioni che crescono di più ci sono invece: Spagna per gli articoli per le feste (+58,1%), Regno Unito per le attrezzature sportive (+26,2%), Ungheria per quelle della pesca (+22,4%), Giappone per giostre e attrazioni da fiera (+316%), Canada per tute sportive e costumi da bagno (+17%), Repubblica Ceca per cartoline (da 4 mila a 269 mila euro) e tende, vele e articoli da campeggio (+56,7%), Grecia per insetticidi e disinfettanti per piante (+20%), Svezia per biciclette (+51,6%), Danimarca per gelati (+35,2%) e Hong Kong per prodotti di bellezza e creme solari (+36,6%).

Terziario, secondo Aib la fiducia delle imprese rimane bassa

in Economia/Tendenze/Terziario by

Nel secondo trimestre del 2019 l’indice di fiducia delle imprese bresciane attive nel settore Terziario si è mantenuto sostanzialmente invariato rispetto ai minimi raggiunti nei primi tre mesi dell’anno. Nel dettaglio, l’indice si è attestato a 103,7, contro il 102,3 registrato fra gennaio e marzo e il 137,0 evidenziato nello stesso trimestre del 2018, in un contesto in cui la fiducia delle aziende bresciane operanti nei servizi appare penalizzata dalle persistenti preoccupazioni in merito alla possibile evoluzione a breve dell’economia italiana. A evidenziarlo sono i risultati della tradizionale Indagine congiunturale condotta dall’Ufficio Studi e Ricerche al secondo trimestre 2019.

La dinamica del comparto dei servizi riscontrata in ambito provinciale appare complessivamente coerente con il quadro nazionale, dove l’Indice PMI riferito al settore si è mantenuto, nel periodo tra aprile e giugno, di poco al di sopra della soglia che delimita l’espansione dalla contrazione, su livelli marginalmente inferiori rispetto a quelli sperimentati nei primi tre mesi del 2019 e significativamente più bassi di quanto evidenziato tra la fine del 2017 e la prima metà del 2018.
“I dati emersi nel secondo trimestre 2019 esprimono una sostanziale incertezza – commenta Paolo Chiari, Presidente del settore Terziario di AIB –: è chiaro che in un tale contesto le imprese hanno un approccio attendista, rimandando gli investimenti in attesa di un quadro maggiormente definito”.

Nel dettaglio, per quanto riguarda i giudizi espressi dalle imprese sui tre mesi precedenti:
• il fatturato è cresciuto per il 37% delle imprese, con un saldo positivo del 21% tra coloro che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione;
• gli ordini e l’occupazione evidenziano anch’essi incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +18% e a +13%);
• i prezzi dei servizi offerti continuano a caratterizzarsi per un’evoluzione tutto sommato piatta (saldo netto nullo), a conferma dell’assenza di rilevanti pressioni inflattive.
Per quanto riguarda le prospettive per i mesi a venire:
• il fatturato è atteso in crescita dal 37% degli intervistati, con un saldo positivo del 16% a favore degli ottimisti rispetto ai pessimisti;
• i saldi riferiti al portafoglio ordini (+11%) e all’occupazione (+18%) evidenziano risultati positivi;
• i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano invece per un saldo negativo (-5%), a certificazione della limitata possibilità da parte degli operatori contattati di incrementare le tariffe proposte alla clientela.

Le opinioni delle imprese intervistate in merito alle prospettive sulla tendenza generale dell’economia italiana rimangono negative e contribuiscono quindi a deprimere l’indice di fiducia complessivo: il 3% si è espresso infatti in modo favorevole, il 21% ha una visione pessimistica, mentre il rimanente 76% ha indicato stazionarietà.

Street food, boom di imprese del settore in Lombardia

in Economia/Tendenze by
Street food, foto da Pixabay

Street food, tra sedi di impresa e localizzazioni sono quasi tre mila le attività specializzate in Italia di cui oltre 400 in Lombardia, secondo i dati elaborati dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su fonte registro imprese e crescono tra 2014 e 2019 del 48.8% a livello nazionale e del 96.3% in regione. Un settore in evoluzione dove rimane forte la presenza delle tradizionali rosticcerie e friggitorie ambulanti fino all’aperitivo. Si tratta soprattutto di piccole imprese in cui però lavorano quasi 4.500 addetti in Italia, il 12.5% dei quali (circa 500) in imprese lombarde.

Roma e Milano sono prime per attività, con circa 200 ciascuna, seguite da Lecce (133), Torino (131) e Napoli (98). Per crescita percentuale in cinque anni si distinguono Sondrio (da 1 a 8 imprese +700%), Reggio Calabria (da 5 a 17 imprese +240%), Lodi (da 4 a 12 imprese +200) e Varese (da 11 a 30 imprese +172,7%) anche se è Milano il territorio dove in numero assoluto le imprese crescono di più, circa 100 attività in più dal 2014, +109%. Un settore che vale 19 milioni in Italia, di cui oltre 3 milioni in Campania e Emilia Romagna, oltre 2 milioni in Lazio, in Sicilia e in Lombardia.

Lo street food in Lombardia. Sono 426 le attività, in crescita del 9% in un anno e del 96,3% in cinque e occupano circa 550 addetti. Milano è prima per sedi di impresa e unità locali specializzate, seguita da Monza Brianza (41), Brescia (31) e Varese (30) mentre i territori dove il settore cresce di più sono Sondrio (+14,3% in un anno e +700% in cinque), Lodi (+33,3%, +200% in cinque), e Varese (+11%, +173%) . Le imprese femminili pesano il 25% del settore e crescono del 94% in cinque anni mentre è uguale il peso di imprenditori giovani o nati all’estero, 19% ciascuno, con una crescita rispettivamente del +114% e +108%.

Lo street food in Italia. Sono 2.915 tra sedi di impresa, sedi secondarie e unità locali attive, crescono del 3,6% in un anno e del 49% in cinque. Roma è prima con 199 attività, Milano ne ha 194 ma è prima per attività aumentate tra 2014 e 2019, +101, segue Lecce con 133 imprese. Vengono poi Torino, Napoli, Catania e Bari. In cinque anni sono, invece, Sondrio, Savona, Trento, Reggio Calabria e Macerata a crescere di più, tutte sopra il +150%. Circa un’attività su quattro è un’impresa femminile (28%) e di giovani (21%) mentre gli imprenditori nati all’estero pesano il 12%. Le imprese femminili pesano di più a Crotone (75%), Ravenna (57%) e Benevento (56%), quelle giovanili a Terni (50%) e Bari (47%) mentre sono Prato (57%) e Massa Carrara (50%) i territori dove gli imprenditori “stranieri” sono più attivi nel settore.

Casa, crescono i prezzi in Lombardia, ma Brescia è stabile

in Economia/Edilizia/Tendenze by

Prosegue il buon momento per il mercato immobiliare lombardo, soprattutto sul fronte delle compravendite. Come dimostrato dall’Osservatorio di Immobiliare.it (https://www.immobiliare.it) sul mercato residenziale della Lombardia nel primo semestre del 2019, i prezzi delle case in vendita nella regione sono aumentati dell’1,5%, portando il costo medio richiesto a 2.022 euro al metro quadro. I canoni di locazione risultano, invece, in calo rispetto al dicembre dello scorso anno, registrando una perdita di 0,8 punti percentuali. I prezzi richiesti dai locatori si attestano ora a 11,52 euro/mq.

Questi trend vengono confermati anche nel mercato dei capoluoghi che vede Milano confermarsi ancora come città nettamente più cara della regione. In riferimento all’andamento dei prezzi di vendita, il capoluogo meneghino segna un ulteriore crescita del 4,3% nel confronto semestrale; crescita dei prezzi che arriva, invece, al 6% se paragonata a giugno 2018. Chi acquista casa a Milano deve quindi tener conto di una spesa di circa 3.466 euro al metro quadro. È nettamente inferiore, invece, il prezzo richiesto a Como, seconda città più cara della Lombardia con 2.272 euro/mq e un +3% di crescita semestrale. I migliori risultati in questi sei mesi, sempre sul fronte compravendite, si registrano a Mantova, che segna un +5,7%. Le perdite più evidenti sono quelle di Sondrio e Varese (entrambe -2,8%), mentre risultano in linea con gli scorsi sei mesi i prezzi di Monza e Brescia.

Per quanto riguarda le locazioni, le variazioni risultano negative in metà delle città lombarde: a Milano, con un’oscillazione del -2,6% in sei mesi, i costanti aumenti degli ultimi periodi sembrano essersi ridimensionati, anche se nell’anno i canoni risultano comunque saliti dell’1,3%. Altre perdite si sono registrate a Lodi (-2,5%) e Varese (-2%), mentre sono stabili gli affitti a Cremona e Brescia. In questo primo semestre la crescita più importante è quella di Pavia (+5,9%), seguita da quelle meno evidenti di Como, Monza, Bergamo e Mantova, che guadagnano circa un punto percentuale. La città più economica per le locazioni è Cremona (6,40 euro/mq), dove i prezzi richiesti sono più che dimezzati rispetto a Milano (16,87 euro/mq).

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