Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Economia - page 57

Notizie economico-finanziarie di Brescia e Provincia

Gli infortuni sportivi più comuni e come mettersi al sicuro

in Economia/Sport by

In Italia sono oltre 20 milioni coloro i quali dichiarano di praticare uno o più sport. Stando ai dati ufficiali dell’Istat (2015), di questi il 24.5% lo fa in modo assiduo mentre il 9.8% in maniera saltuaria. In particolare, la pratica continuativa è cresciuta in maniera sostanziosa negli ultimi 25 anni, passando dal 15.9% all’attuale 24.5%.

L’aumento degli interessati è stato accompagnato da un incremento degli infortuni sportivi, cioè di tutti quei traumi che possono accadere anche (e soprattutto) se si è poco allenati.

Sempre secondo le statistiche Istat, ogni anno si verificano poco meno di 300.000 infortuni, diversificati per gravità e tipologia. In realtà, il dato riguarda solamente gli sportivi che si presentano al pronto soccorso: verosimilmente, tenendo conto di coloro i quali si rivolgono ad altre figure sanitarie come l’ortopedico o il fisioterapista, la media è da ritenere più alta.

Basta pensare alla Germania: a fronte di una popolazione sportiva paritetica di 21 milioni, si riscontrano poco meno di 3 milioni di infortuni sportivi.

Gli sport con più infortuni

La maggior parte degli infortuni (quasi il 46% del totale) viene dichiarato da chi pratica calcio/calcetto. Si tratta, per lo più, di distorsioni alla caviglia, al ginocchio, contusioni al piede e alla testa (solitamente con ferita lacero-contusa da impatto).

Dal basket, invece, deriva il 7,8% degli infortuni totali: in questo sport, i traumi più frequenti sono la frattura del piede (ripetuti salti e spostamenti laterali), le contusioni e le fratture alla testa/viso.

Al terzo posto di questa speciale classifica ecco la pallavolo (7,3%), con la lista degli infortuni più comuni che contempla: distorsioni e fratture alla caviglia, lesioni muscolari al polpaccio, distorsioni e/o fratture del polso/mano/dita a causa dell’impatto dell’atleta con la palla.

Cosa dire dello sci? Il 5,7% del campione analizzato riporta infortuni dovuti alle discese sulla neve. In questo senso, oltre alle distorsioni al ginocchio c’è un’alta incidenza di fratture di tibia, polsi e di trauma cranico.

Per il footing, jogging e atletica (4,8%) i traumatismi si concentrano nell’area degli arti inferiori, con distorsione/lussazione caviglia, distorsione del ginocchio, stiramento del polpaccio.

Appena fuori dalla top 5 ecco il ciclismo (3,3%) dove è ricorrente riportare traumi come frattura e lussazione della scapola, frattura del polso e trauma cranico, seguito dal tennis.

Questo il prospetto nel completo:

  • Calcio 46%
  • Basket 7.8%
  • Pallavolo 7.3%
  • Sci 5.7%
  • Corsa e atletica 4.8%
  • Ciclismo 3%
  • Tennis 2.9%

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Indagine Cna: assunzioni cresciute del 59% a marzo nel Bresciano

in Economia/Lavoro/Tendenze by
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L’occupazione nelle micro e piccole imprese artigiane è aumentata anche nel mese di marzo. Nel Bresciano si registra un aumento delle assunzioni del  59%, nel periodo da gennaio a marzo 2022 e rispetto allo stesso trimestre 2021, con un incremento più che proporzionale delle assunzioni a tempo indeterminato rispetto ai tempi determinati. Va rilevato che, nel 2020, le assunzioni a tempo determinato rappresentavano il 64% e quelle a tempo indeterminato il 36%, un dato vicino a quello del 2022, dove gli indicatori sono rispettivamemte del 60% e del 40%. La vera anomalia si riscontra a gennaio-marzo 2021, quando le assunzioni a tempo determinato costituiscono il 75% e il 25% quelle a tempo indeterminato. Gli effetti della pandemia, in realtà, si notano a cominciare da aprile 2020. E ora che l’effetto incertezza, almeno per quanto riguarda l’emergenza sanitaria, si è ridimensionato, ed anche grazie agli sgravi per le assunzioni a tempo indeterminato, le imprese bresciane s’impegnano per dare stabilità ai lavoratori. 

livello nazionale, l’incremento delle assunzioni è stato dello 0,4% su febbraio e del 2,9% su base annua, sulla scia del risultato complessivamente positivo dell’economia nazionale, registrato dalla maggior parte degli indicatori economici.. Ma il peggioramento del quadro macroeconomico internazionale, che ha determinato il rallentamento della crescita economica italiana, è destinato a incidere dopo il primo trimestre dell’anno anche sul mercato occupazionale. A rilevarlo è l’Osservatorio lavoro CNA, curato dal Centro studi della Confederazione, che analizza a cadenza mensile le tendenze dell’occupazione nelle piccole imprese fin dal 2014, all’inizio della stagione di riforme che ha profondamente modificato il mercato del lavoro nazionale. In linea con quanto  osservato nei mesi precedenti, anche nel mese di marzo il turn over dei lavoratori nelle imprese artigiane, micro e piccole è risultato molto elevato. Rispetto a dodici mesi prima, infatti, le assunzioni sono aumentate del 42,8%, le cessazioni del 49%. Insomma, nonostante le difficoltà, la domanda di lavoro delle imprese più piccole è stata ancora sostenuta e in grado di garantire la sostituzione delle posizioni lavorative cessate. Sul versante delle assunzioni, particolarmente interessante il ritorno all’incremento dei nuovi contratti a tempo indeterminato, che hanno segnato un +59,3% su base annua, rappresentando il 22,3% dei nuovi posti di lavoro. Il contratto più utilizzato per le assunzioni rimane, comunque, il tempo determinato, applicato al 54% delle nuove posizioni di lavoro

Allarme di Confartigianato: a Brescia 16.700 abusivi

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Tendenze by

Servizi forniti col passaparola, professionisti improvvisati e senza la partita iva che erogano prestazioni senza alcune idoneità certificata, muratori e giardinieri “a tempo perso”, parrucchiere ed estetiste che operano nel salotti di casa. La Lombardia ha il record di unità indipendenti non regolari in Italia: sono 130.800. Sono lavoratori irregolari e operatori abusivi che popolano il sommerso mettendo sotto pressione per concorrenza sleale dell’abusivismo imprese e artigiani: 16.700 sono gli operatori abusivi che si spacciano per imprenditori nella nostra provincia e che di regolare non hanno nulla. E a farne le spese sono 15.339 aziende bresciane maggiormente esposte alla concorrenza sleale, di queste 13.711 i mestieri prettamente artigiani sotto pressione (l’89,4% del totale). A denunciare le cifre del fenomeno è un’elaborazione dell’Osservatorio Mpi di Confartigianato Lombardia che lancia l’allarme sulla minaccia che rappresentano per le attività dei piccoli imprenditori. Per il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti: «Ciò che emerge è persino peggio di quanto immaginato. Tolleranza zero per un fenomeno che sottrae lavoro e redditori ai piccoli imprenditori e risorse finanziarie allo Stato, oltre a minacciare la sicurezza e la salute dei consumatori».

La stima globale del mondo sommerso dove gli occupati non hanno alcun contratto e dove chi fa un’attività la svolge senza nessuna traccia fiscale è di 490mila pericolosi “fantasmi” che si aggirano per la Lombardia che l’Osservatorio di Confartigianato stima in provincia in Brescia in circa 58mila.

A livello regionale in Lombardia è irregolare l’11,3% dei soggetti che svolgono attività indipendente. In particolare, i rischi maggiori di infiltrazione abusiva li corrono 108.614 imprese artigiane (86% del totale) lombarde, a Brescia 13.711 imprese artigiane, l’89,4% del totale e il 41,1% sul totale imprese artigiane. A livello territoriale l’artigianato è più esposto a Milano (50,2%), Lodi (50%), Varese (47%).

Tra le 13.711 imprese artigiane sotto pressione per concorrenza sleale da abusivismo si contano 2.865 nell’acconciatura ed estetica, 2.170 muratori e costruzioni, 1.966 pittori edili, 1.674 elettricisti, 1.663 manutenzione e autoriparazione, 1.444 idraulici, 828 riparazione di beni per uso personale e per la casa, 585 potatori e giardinieri, 259 tassisti, 210 fotografi.

Confartigianato Imprese ha lanciato una campagna nazionale di informazione contro l’abusivismo dal titolo ‘Occhio ai furbi! Mettetevi solo in buone mani” che racconta attraverso i fumetti le principali disavventure in cui si va incontro quando ci si affida agli irregolare. Tra gli obiettivi della campagna, torna il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti: «Mettere in guardia i consumatori dal rischio di cadere nelle mani di operatori improvvisati, valorizzare qualità, durata, rispetto delle norme, convenienza e sicurezza del lavoro dei veri artigiani, ma soprattutto richiamare le Autorità ad un’azione di controllo, repressione e contrasto all’evasione fiscale e contributiva. La situazione è molto seria, oggi più di ieri: i meccanismi dellla concorrenza sleale del sommerso mettono fuori mercato i competitor regolari, rendono più difficile condurre politiche fiscali espansive e di riduzione fiscale, aumentando altresì la pressione fiscale sui contribuenti onesti. Ricordiamoci che in Italia questo mondo parallelo del sommerso ‘vale’ 202,9 miliardi di euro e rappresenta l’11,3% del Pil e il 12,6% del valore aggiunto nazionale, in cui non esistono regole e che produce danni ingenti alle imprese, alla sicurezza dei consumatori, alle casse dello Stato» conclude Massetti.

SINTESI DATI LOMBARDIA

130.800 indipendenti non regolari

1° posto per numero di unità di lavoro indipendente non regolari

11,3% tasso di irregolarità lavoro indipendente

490mila occupati non regolari

108.614 imprese art. sotto pressione concorrenza sleale

86,2% peso % artigianato su tot. Imprese mestieri maggiormente sotto pressione

45.9% quota artigianato lombardo nei mestieri maggiormente sotto pressione

SINTESI DATI BRESCIA

16.700 indipendenti non regolari

13.711 imprese art. sotto pressione concorrenza sleale

89,4% peso % artigianato su tot. Imprese mestieri maggiormente sotto pressione

41.1% quota artigianato lombardo nei mestieri maggiormente sotto pressione

Brescia, nel 1° trimestre 2022 l’industria tiene

in Economia/Tendenze by

Nel 1° trimestre del 2022, la produzione industriale bresciana nel settore manifatturiero evidenzia una nuova crescita, pur registrando una frenata rispetto alla velocità sperimentata nel corso del 2021. In particolare, l’attività produttiva ha segnato una variazione rispetto al trimestre precedente (congiunturale) positiva (+2,5%), mentre la dinamica rispetto allo stesso periodo del 2021 (tendenziale)segna un +10,5%, frutto dei recuperi sperimentati nei primi mesi dell’anno scorso. A seguito delle evoluzioni sopra indicate, il tasso acquisito – ovvero la variazione media annua che si avrebbe se l’indice della produzione non subisse variazioni fino alla fine del 2022 – è pari a +5,8%, in buona parte frutto di quanto ereditato dal 2021.

A evidenziarlo è l’indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria Brescia sui dati relativi al 1° trimestre 2022.

Il conflitto tra Russia e Ucraina, con i conseguenti impatti sulla fiducia degli operatori, sui prezzi delle materie prime industriali e degli input energetici e sulla facilità di approvvigionamento dei materiali, finora sembra avere avuto un impatto contenuto per il made in Brescia, in un contesto particolarmente connotato da una forte eterogeneità delle performance, che impatta nelle risposte fornite dalle singole aziende, al di là dei rispettivi settori di appartenenza.

“I dati relativi alla produzione industriale bresciana nel 1° trimestre 2022 sono positivi, ma vanno valutati con prudenza – commenta Franco Gussalli Beretta, Presidente di Confindustria Brescia –: siamo di fronte a incognite geopolitiche ed economiche di natura mondiale, che vanno oltre le semplici dinamiche territoriali. È ancora presto per valutare le conseguenze, in particolare, del conflitto russo-ucraino, ma appaiono evidenti le difficoltà, per le nostre imprese, di trasferire sui prezzi di vendita i rincari dei costi degli input produttivi come materie prime, semilavorati ed energiauna situazione di questo genere non potrà proseguire a lungo senza conseguenze. A ciò si aggiungono le preoccupazioni legate all’automotive: i dati ANFIA segnano una riduzione del 3,9% nella produzione di autoveicoli da inizio 2022, e questo aspetto rischia di avere ripercussioni in un territorio strettamente legato alla componentistica di tale comparto quale appunto Brescia.”

Le prospettive a breve termine rimangono comunque positive, nonostante le molteplici nubi recentemente addensatesi sullo scenario previsivo. I maggiori elementi di incertezza riguardano l’evoluzione del conflitto nell’ex Unione Sovietica, la frenata della Cina (colpita da nuove restrizioni volte a contenere l’evoluzione della pandemia), l’inflazione galoppante, la capacità del sistema economico di reggere anche nel prossimo futuro il “caro-energia”, che verosimilmente è destinato a perdurare per tutto il 2022.

§  La disaggregazione della variazione della produzione per classi dimensionali mostra incrementi superiori alla media nelle grandi imprese (+6,3%), seguite dalle medie (+3,0%). Dinamiche positive, ma più contenute, si rilevano per le micro imprese (+2,2%) e per le piccole (+1,3%).

§  Con riferimento alla dinamica congiunturale per settore, l’attività produttiva è aumentata oltre la media nei comparti legno e minerali non metalliferi (+5,0%), metallurgia (+4,3%), meccanica (+3,4%). Consuntivi positivi provengono inoltre dalle aziende del chimico, gomma, plastica (+2,3%), mentre si rilevano dinamiche in contrazione per l’alimentare (-0,7%) e per il sistema moda (-5,7%).

§  Il tasso diutilizzo della capacità produttiva, che si è attestato all’82%, è aumentato nei confronti della rilevazione precedente (81%) e risulta superiore a quello del primo trimestre del 2021 (78%).

§  Le vendite sul mercato italianosono aumentate per il 53% delle imprese, rimaste invariate per il 30% e diminuite per il 17%. Le vendite verso i Paesi comunitari sono cresciute per il 48% degli operatori, calate per il 16% e rimaste stabili per il 36%; quelle verso i Paesi extra UE sono aumentate per il 35%, diminuite per il 24% e rimaste invariate per il 41% del campione.

§  I costi di acquisto delle materie prime sono cresciuti per il 94% delle imprese, con un incremento medio del 18.8%. I prezzi di vendita dei prodotti finiti sono stati rivisti al rialzo dal 76% degli operatori, per una variazione media pari a +8,2%. Tali dinamiche confermano le significative pressioni sui margini industriali a cui sono sottoposte le imprese: dal terzo trimestre 2020 al primo trimestre 2022, i costi di acquisto sono complessivamente aumentati del 93%, mentre i prezzi di vendita solamente del 26%.

§ La scarsità di materie prime / semilavorati emerge ancora come il principale fattore che limita la produzione, essendo segnalato dal 32% degli operatori. Livelli insufficienti di domanda sono indicati dall’8%, mentre la scarsità di manodopera è evidenziata dal 15%.

§ Le aspettative a breve termine appaiono nel complesso positive, nonostante i numerosi fattori di incertezza recentemente sorti. La produzione è prevista in aumento da 35 imprese su 100, stabile dal 55% e in calo dal rimanente 10%. I settori con le prospettive relativamente più positive sarebbero metallurgia e sistema moda. Per contro, i segnali più critici giungerebbero dai comparti alimentare e chimico, gomma e plastica.

§  Gli ordini provenienti dal mercato domestico sono in crescita per il 26% delle aziende, strabili dal 54% e in calo dal 20%. Quelli da parte degli operatori comunitari, sono in aumento dal 29% delle imprese, invariati per il 59% e in flessione per il 13%. Quelli in arrivo dai mercati extra UE sono in crescita per il 21%, stabili per il 65% e in contrazione per il 14%.

Siccità, allarme di Coldiretti: irrigazione delle coltivazioni a rischio

in Agricoltura e allevamento/Economia by

La situazione nelle campagne bresciane è ancora particolarmente critica, e le piogge degli ultimi giorni non basteranno ad alleviare il peso di questo periodo siccitoso: al momento, il 2022 è l’anno di gran lunga meno piovoso del nuovo millennio, nei nostri laghi c’è poca riserva idrica e la quantità di neve in montagna è ai minimi storici. Così, il presidente di Coldiretti Brescia Valter Giacomelli commenta le prospettive di assoluta preoccupazione per l’agricoltura bresciana, che mettono a rischio la quantità e la qualità dei raccolti. “I cereali autunno vernini e il loietto stanno terminando il loro ciclo vegetativo, condizionato dalla carenza di acqua anche nel periodo invernale – aggiunge il presidente Giacomelli – la problematica, adesso, si trasferisce in modo ancor più intenso su tutte le colture in campo nei mesi estivi: mais, soia, erba medica, pomodoro solo per citarne alcune.  Il dialogo con i consorzi di bonifica e con le istituzioni sono frequenti e ci stiamo impegnando al massimo per mettere in atto le migliori strategie”.

Per risparmiare l’acqua e aumentare la capacità di irrigazione, Coldiretti ha elaborato e proposto insieme ad Anbi un progetto concreto immediatamente cantierabile. Si prevede infatti la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti. L’idea – continua Coldiretti Brescia – è quella di realizzare laghetti, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.

Coldiretti Brescia ha anche raccolto la voce dei Consorzi di bonifica del territorio:

Consorzio Oglio Mella. A fronte dello stato delle riserve idriche nel bacino dell’Oglio, la giunta regionale lombarda ha dichiarato lo stato di severità idrica media (scenario più critico) e approvato le disposizioni per le deroghe temporanee al rilascio del Dmv/De. “La situazione è critica anche sul fronte dei costi energetici per il funzionamento dei pozzi– conferma Gladys Lucchelli, commissario regionale del Consorzio di bonifica Oglio Mella – per questo monitoriamo giornalmente le evoluzioni, in stretto collegamento con l’ente regolatore del lago d’Iseo e con le organizzazioni agricole bresciane”. A oggi resta in vigore la determinazione dello scorso 9 marzo, che dispone di attuare tutte le possibili manovre di riduzione del deflusso per favorire l’invaso del lago. Da qui la scelta condivisa di non attivare per ora le principali derivazioni irrigue lungo il fiume Oglio, che ha permesso di raggiungere l’attuale altezza idrometrica di +27 cm, che resta tuttavia significativamente inferiore ai livelli medi del periodo.

Consorzio Chiese. La neve al suolo in corrispondenza delle due dighe dell’Alto Chiese (1.800m) è pari a zero, oltre i 2000 m ci sono circa 50 cm di neve.  Le dighe hanno complessivamente invasato 9 milioni di metri cubi, rispetto a un invaso complessivo di 70 milioni di metri cubi, circa il 10%. Alla data attuale, le riserve idriche (neve e volumi nel lago d’Idro e nei serbatoi Alto Chiese), sono inferiori di oltre il 75% rispetto al valore medio degli ultimi 20 anni. Il deflusso dal lago d’Idro, pari a 12 m3/s, non è sufficiente a garantire un’irrigazione di soccorso. Con l’attuale regime degli afflussi e fermo restando i 12 m3/ di svaso comprensivo del DMV, il lago raggiungerà la sua quota minima intorno al 20 maggio. Da quel momento dal lago d’Idro potrà uscire soltanto il DMV per il fiume, azzerando completamente la presenza dell’acqua nei canali adduttori dei nostri territori. Non ci saranno possibilità di irrigazione, di diluizione degli scarichi dei depuratori e di garanzie per gli aspetti ambientali lungo i corsi d’acqua. “Si prefigura uno scenario drammatico – conclude il presidente Luigi Lecchi – a meno che Regione Lombardia non si attivi rapidamente per consentire l’applicazione del regolamento 2002 che permetterebbe di utilizzare anche l’acqua del lago”.

Neosperience vince gli “Interactive Key Award” per la categoria Elettronica, Tecnologia e Innovazione

in Economia/Innovazione/Tech by

Neosperience, pmi innovativa e player di riferimento nell’Intelligenza Artificiale quotata su Euronext Growth Milan dal 20 febbraio 2019 è stata premiata con il riconoscimento “Interactive Key Award”, per la categoria Elettronica, Tecnologia e Innovazione, con il progetto Home Of The Future, il primo showroom 3D in cui realtà virtuale e realtà aumentata si uniscono, sviluppato da Neosperience per Haier.

La cerimonia degli “Interactive Key Awards”, giunta alla sua 23° edizione, ha premiato i migliori progetti web, social e mobile a livello nazionale. Il progetto “Home Of The Future” è stato valutato da una giuria composta da operatori del settore, giornalisti, semiologi e psicologi, docenti universitari, giungendo alla decisione finale dopo aver preso in esame centinaia di progetti. Il giudizio che ha portato al successo del progetto si è basato sull’originalità dellʼidea creativa, la validità strategica nel raggiungimento degli obiettivi, la qualità tecnica, l’uso innovativo delle tecnologie di Extended Reality (Realtà Virtuale e Realtà Aumentata).

Dario Melpignano, CEO di Neosperience, ha dichiarato: “Sono orgoglioso insieme al team di Haier e di Neosperience di aver conseguito un riconoscimento così significativo dell’eccellenza della nostra azienda nell’innovazione tecnologica e nella creatività digitale.”

Basato sulla solution Neosperience Reality Plus, la “Home Of The Future” di Haier permette di far vivere ai clienti finali una realtà digitale senza precedenti, superando i limiti dei tradizionali showroom fotografici con un’esperienza immersiva e in tempo reale. Attraverso “Home Of The Future” i visitatori di oltre 20 Paesi sperimentano – utilizzando il proprio PC, smartphone o tablet – l’esperienza di muoversi liberamente e senza alcun limite in diversi ambienti tridimensionali, nei quali scoprire i prodotti presenti nel catalogo Haier e immergersi in una “casa del futuro” connessa e personalizzata, nella quale video, cataloghi virtuali, volantini e prodotti sono resi con un elevatissimo grado di definizione di ogni dettaglio, finitura e texture.

Bcc Agrobresciano: Scalvenzi confermato presidente

in Banche/Bcc/Economia/Nomine by
Osvaldo Scalvenzi, presidente di Bcc Agrobresciano

Si è tenuta il 30 aprile, dalle 15.30, l’assemblea ordinaria dei soci di Bcc Agrobresciano, che ha confermato alla presidenza Osvaldo Scalvenzi (vice Antonella Formentini). La votazione è avvenuta per delega, con individuazione del rappresentante designato. I partecipanti sono stati 519.

“Nell’anno del nostro 125° anniversario quest’Assemblea risulta ancora più importante e carica di valori sociali e cooperativistici – ha dichiarato Osvaldo Scalvenzi in apertura dei lavori – “Siamo orgogliosi di rappresentare i nostri soci, in continua crescita, che ripongono fiducia e aspettative nel nostro operato. Il nostro mandato si conclude dopo un periodo difficile, segnato dalla pandemia e da tutte le difficoltà che essa ha causato negli ultimi due anni, un’emergenza che ci ha spinto a fare tutto il possibile per sostenere al meglio le comunità locali e tutti i soci e clienti della Banca. Sono felice del lavoro fatto da ognuno di noi e il mio ringraziamento speciale, per il prezioso contributo dato a BCC Agrobresciano nel corso di questi anni, va ai Consiglieri Lorenzo Caccia e Camillo Rossini, che oggi terminano il loro mandato. Oltre al sostegno sociale e comunitario – ha concluso – un occhio di riguardo va anche al risultato di esercizio, che sfiora i 5 milioni di €; nonostante le incertezze e le paure arriviamo oggi con un bilancio positivo, frutto di scelte lungimiranti e di egregi collaboratori, grazie a ognuno di loro”.

Di seguito il resoconto delle votazioni e l’organigramma.

LE VOTAZIONI 

  1. Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2021: deliberazioni relative.

– Soci favorevoli numero 508;

– Soci contrari numero 0;

– Soci astenuti numero 3;

– Soci non votanti 7.

  1. Destinazione del risultato di esercizio

– Soci favorevoli numero 484;

– Soci contrari numero 0;

– Soci astenuti numero 3;

– Soci non votanti 31.

  1. Determinazione, ai sensi dell’art. 30 dello Statuto sociale, dell’ammontare massimo delle posizioni di rischio che possono essere assunte nei confronti dei soci, dei clienti e degli esponenti aziendali.

– Soci favorevoli numero 482;

– Soci contrari numero 0;

– Soci astenuti numero 2;

– Soci non votanti 34.

  1. Informativa sull’attuazione delle politiche di remunerazione durante il decorso esercizio. Approvazione delle “Politiche in materia di remunerazione e incentivazione”, comprensive dei criteri per la determinazione dei compensi in caso di conclusione anticipata del rapporto di lavoro o cessazione anticipata della carica.

– Soci favorevoli numero 478;

– Soci contrari numero 0;

– Soci astenuti numero 2;

– Soci non votanti 38.

  1. Polizza assicurativa per responsabilità civile e infortuni professionali degli esponenti aziendali: deliberazioni.

– Soci favorevoli numero 477;

– Soci contrari numero 0;

– Soci astenuti numero 2;

– Soci non votanti 39.

  1. Governo Societario.
  • Modifiche al Regolamento assembleare ed elettorale.

– Soci favorevoli numero 476;

– Soci contrari numero 0;

– Soci astenuti numero 2;

– Soci non votanti 40.

  1. Nomina:
  • dei Componenti del Consiglio di Amministrazione;
Nr.Cognome e nomePreferenze
1BARATTI ALBERTO508
2BETTI GIOVANNI507
3EBRELLI ANNAMARIA507
4FORMENTINI ANTONELLA509
5GAVAZZI MARCO507
6GUERRINI GIANFAUSTO506
7PAROLINI PAOLO506
8PRESTINI ANGELUCCIO507
9SCALVENZI OSVALDO507
  • del Presidente e dei Componenti del Collegio Sindacale;
Nr.Cognome e nomePreferenze
1PASSI MASSIMO                        479
2PAPA ALBERTO479
3PISCITELLI MONICA480
4BACCINELLI MARCO479
5VENTURI GRAZIELLA479
  • del Presidente e dei Componenti del Collegio dei Probiviri.
Nr.Cognome e nomePreferenze
1FERRI LUIGI483
2DE STEFANO GRIGIS FILIPPO MARIA483
3MAZZA OLIVIERO483
1MIGLIORATI GIORDANA483
2PIOVANI ANTONGIUSEPPE483
  1. Determinazione del compenso e del rimborso spese a favore di amministratori e sindaci.

– Soci favorevoli numero 476;

– Soci contrari numero 0;

– Soci astenuti numero 2;

– Soci non votanti 40.

Al fine di porre la Banca nelle condizioni ottimali per poter continuare ad operare con efficienza, Scalvenzi informa che, al termine dell’assemblea, si è svolta la prima riunione del nuovo Consiglio di Amministrazione che oltre alla proclamazione degli eletti ed accettazioni di carica ha deliberato :

  1. Elezione Presidente. Scalvenzi Osvaldo
  2. Elezione Vice Presidente. Formentini Antonella
  3. Nomina Comitato Esecutivo, del suo Presidente Prestini Angeluccio e della sua Vice Presidente Annamaria  Ebrelli
  4. Elezione Amministratore con delega al sistema dei controlli interni e tematiche relative ad attività di rischio nei confronti di soggetti collegati. Betti Giovanni
  5. Sostituto per attività di rischio nei confronti di soggetti collegati. Parolini Paolo
  6. Elezione Amministratore con delega ESG. Parolini Paolo
  7. Elezione Presidente e Coordinatore comitato soci e cultura. Prestini Angeluccio
  8. Nomina Organismo di Vigilanza – Presidente Oliviero Mazza


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Lavoro, cala il tasso di occupazione in provincia di Brescia

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Lavoro by

La guerra in Ucraina ancora lontana dal cessare e l’amplificarsi della crisi energetica peggiora il clima per l’economia e quello di fiducia delle imprese, interrompendo il percorso di recupero dalla recessione causata dalla pandemia e peggiorando le attese sull’occupazione.

Ad analizzarlo, attraverso un focus sulle Mpi lombarde, è l’Osservatorio di Confartigianato Lombardia in una nota in occasione del I° maggio. Per aprile 2022 le entrate previste dalle imprese bresciane rispetto ad aprile 2021, segnano un rallentamento per il Manifatturiero (-15,2%) e per le Costruzioni (-36,8%), mentre salgono nei Servizi (+62,9%), trainate dalla forte crescita dei servizi legati al Turismo. Nel mese in esame, sono le Mpi fino a 49 dipendenti a dare il contributo maggiore alla domanda di lavoro (66,3% del totale entrate sono previste da Mpi). Per il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti: «L’attuale situazione di incertezza globale destabilizza le nostre imprese e le rende più caute nel fare investimenti a lungo raggio. Questo atteggiamento prudente inizia a mostrare ricadute anche sulla determinazione di ampliare il capitale umano delle aziende e da qui il dato, che già oggi si rileva per alcuni settori chiave dell’economia locale, di un rallentamento delle dinamiche occupazionali. Oltre all’instabilità del contesto, gioca un ruolo importante il caro bollette e la fatica a reperire la materia prima, che peraltro fa segnare prezzi da capogiro. A fronte di tutto ciò, il paradosso della mancata occupazione è sottolineato dalla crescente mancanza di figure che le aziende cercano e ritengono nodali per affrontare un momento come questo: il mismatch domanda-offerta di lavoro si amplia sempre più. Ecco allora che la formazione dei giovani, uno tra i temi che stanno più a cuore a Confartigianato, è un aspetto sul quale si gioca il futuro e che va affrontato di petto, con la massima urgenza e risolutezza, strutturando un connubio più solido e coeso tra mondo della formazione dell’impresa. Occorre superare gli stereotipi e i pregiudizi che considerano di serie B il lavoro manuale e le nozioni tecniche. Occorre rilanciare i licei tecnologici proprio per affrontare con un approccio nuovo il tema della formazione dei giovani e prepararli ad affrontare un mondo del lavoro che cambia costantemente, attraversato anche dalle transizioni digitale ed ecologica». Occupati che in provincia di Brescia nel 2021 sono 542 mila, crescono dell’1,5% rispetto al 2020 (+8 mila unità) ma non hanno recuperato i livelli pre-pandemia del 2019 (-2,0%) cumulando un calo di oltre 10 mila occupati (-11 mila unità). In Lombardia, il tasso di occupazione rispetto al 2019 recupera solo nella provincia di Lodi mentre si rileva una più alta difficoltà di recupero per Pavia (-3,2 p.), Lecco (-3,0 p.) e Cremona (-2,8 p.). Brescia, con il 65,7% di tasso di occupazione si attesta con una variazione negativa rispetto al 2019 del -1,6%. Mentre il tasso di inattività peggiora rispetto al 2019 registrando crescite più sostenute a Mantova (+3,7 p.), Pavia (+3,2 p.), Lecco (+3,1 p.) e Cremona (+2,9 p.), così come a Brescia, con un aumento degli inattivi tra 2019 e 2021 del +1,5%. Ad aprile 2022 nella nostra regione sono difficili da reperire più di 4 lavoratori su 10 (42,8%), pari a 30.611 entrate delle 71.520 totali previste, quota in aumento di 14 punti su aprile 2019, mese pre-crisi. A livello provinciale le criticità maggiori si registrano a Lecco (48,0%, +14,7 punti su aprile 2019), Pavia (48,0%, +18,2 punti), Cremona (47,8%, +18,4 punti), Sondrio (47,6%, +18,1 punti) e Varese (47,5%, +16,1 punti). A Brescia la quota di entrate difficili da reperire ad aprile 2022 è del 44,2%, +14,3 punti rispetto ad aprile 2019. Tra i profili per cui è maggiore la difficoltà di reperimento a Brescia, l’Osservatorio di Confartigianato rileva: conduttori di macchinari mobili (69,5%), operai specializzati nell’edilizia e manutenzione edifici (67,8%), operai metalmeccanici ed elettromeccanici (60,6%), conduttori mezzi di trasporti (59,6%), operai specializzati nell’industria della chimica e della plastica (58,7%), del legno e della carta (46,5%), tessile e abbigliamento (41%).Dati che preoccupano, anche alla luce delle incertezze del mercato del lavoro e che, come sottolinea l’Osservatorio di Confartigianato Lombardia, mettono in evidenza tre aspetti sulla difficoltà di reperimento: cresce nel tempo, è maggiore per le Mpi ed è più elevata se si ricercano under 30. «Parte tutto dalla scuola: deve diventare luogo di apprendimento complesso, valida risposta ai problemi del Paese ed anche alle crescenti difficoltà che le nostre imprese incontrano nel reperimento di giovani con una preparazione qualificata – conclude il presidente Massetti – È necessario perseguire una sintesi alta tra scuola e lavoro perché i giovani ricevano una formazione completa e siano avviati alla cultura del lavoro superando la storica separazione tra lavorare e studiare».

Mutui, nel 2022 a Brescia l’importo medio è di 140.000 euro

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Secondo l’analisi di Facile punto it e Mutui punto it, nel primo trimestre 2022 l’importo medio richiesto per un mutuo in provincia di Brescia è aumentatodell’1,2% rispetto al medesimo periodo del 2021, arrivando a 140.028 euro.

Se a livello regionale gli aspiranti mutuatari hanno cercato di ottenere, in media, 156.210 euro, in leggero aumento rispetto allo scorso anno (+1,8%), guardando i dati a livello provinciale emerge che l’area che ha registrato la crescita più importante è quella di Pavia (+11,5%, 129.791 euro)seguita da Lecco (+5,1%, 134.396 euro), Varese (+1,9%, 143.942 euro) e Monza e Brianza (+1,8%, 145.415 euro).Continuando a scorrere la graduatoria lombarda si posizionano Bergamo (+1,7%, 138.037 euro), Cremona (+1,4%, 125.419 euro) e le province di Milano e Brescia, dove l’importo medio richiesto nel primo trimestre 2022 è aumentato, in entrambe, dell’1,2%, raggiungendo, rispettivamente, 173.912 euro e 140.028 euro.

Chiudono la classifica Lodi (+0,1%, 123.675 euro) e Como, unica area lombarda che ha registrato un calo rispetto al 2021 (-2,5%, 159.322 euro).

Sempre a livello regionale, il trimestre è stato caratterizzato dal calo dell’età media degli aspiranti mutuatari che in Lombardia è scesa a 36 anni e mezzo (era circa 40 anni appena 12 mesi fa) e dall’aumento delle richieste di mutui per la prima casa che, nella regione, arrivano al 79% delle domande di finanziamento totali (+17 punti percentuali).

Sul fronte dei tassi si registra l’aumento di quelli fissi e oggi, secondo le simulazioni di Facile.it, un mutuo medio può costare 12.300 euro in più rispetto a dodici mesi fa.

ProvinciaImporto medio richiesto Primo trimestre 2022Differenza importo medio Primo trimestre 22 vs Primo trimestre 21
Bergamo138.037 €1,7%
Brescia140.028 €1,2%
Como159.322 €-2,5%
Cremona125.419 €1,4%
Lecco134.396 €5,1%
Lodi123.675 €0,1%
Mantova131.646 €n.d
Milano173.912 €1,2%
Monza e Brianza145.415 €1,8%
Pavia129.791 €11,5%
Sondrio142.674 €n.d
Varese143.942 €1,9%
Lombardia156.210 €1,8%
Italia141.021 €3,0%

Sperando che la notizia sia di vostro interesse e possa trovare spazio sulla testata, rimaniamo a disposizione per ogni ulteriore necessità di approfondimento. Le immagini allegate possono essere utilizzate citando il nome dell’autore.

Lombardia, sostegni per 22 milioni alle imprese artigiane | Massetti: segnale importante

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Energia/Istituzioni/Regione by

Regione Lombardia ha varato il nuovo pacchetto economico, dal valore di 64 milioni di euro, destinato alle imprese artigiane, ai commercianti e agli impianti sportivi natatori e del ghiaccio. Gli interventi regionali sono volti alla concessione di contributi a fondo perduto per interventi in tema di efficientamento energetico. Alle imprese artigiane sono destinati 22,3 milioni di euro come contributi a fondo perduto fino al 50% della spesa per progetti di ammontare minimo di 15mila euro, nel limite massimo di 50mila. Per il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti: «Apprezziamo lo sforzo di Regione Lombardia, le risorse stanziate non risolveranno il problema ma sono il segnale dell’attenzione dell’Assessorato per gli artigiani e le PMI. L’aspetto fondamentale sul quale dobbiamo concentrare ogni attenzione è quello della competitività delle nostre imprese sul mercato internazionale – spiega Massetti – Le bollette bollenti rischiano di rappresentare una pesante palla al piede che di fatto già sbilancia una competizione che ha orizzonti sempre più ampi. Per quanto le aziende potranno produrre in perdita? Quasi il 30% dichiara di farlo. La marginalità è essenziale alla loro sopravvivenza, alla capacità di investire in capitale umano e innovazione perché lo sguardo al futuro non è un’opzione».

LE EVIDENZE AVVISAGLIE NEL PRE-GUERRA

L’Osservatorio di Confartigianato Lombardia evidenzia come l’elevato prezzo delle componenti energetiche rappresentava già una criticità rilevante per oltre il 60% delle imprese artigiane, quota che si attestava a livelli maggiori per le manifatturiere. Tale condizione – il balzo dei prezzi delle commodities energetiche – portava pre-guerra la maggior parte dell’artigianato lombardo (54,4%) ad assorbire i maggiori costi per lo più riducendo i margini e scaricando una parte sul cliente finale, aumentando spesso solo parzialmente i listini. Prima di arrivare a questo passo, molti indicano l’adozione di azioni di ottimizzazione e di riduzione al minimo degli sprechi e dei consumi: nel 28,7% dei casi lavorano in perdita, nel 14,3% dei casi riducono o modificano l’orario di lavoro e nel 6,3% dei casi scelgono di non adempiere a contratti in essere.

PERIMETRO IMPRESE ARTIGIANE MAGGIORMENTE COINVOLTE DA CONFLITTO UCRAINO E CARO BOLLETTE

Nelle prime linee della guerra dei prezzi e dei mercati sconvolti dal conflitto sono compresi più di un quarto (26,2%) degli occupati del sistema produttivo lombardo: si tratta di 156 mila imprese, la quasi totalità con meno di 50 addetti (98,1%), con 1 milione e 98 mila addetti, oltre la metà (54,3%) occupati in micro e piccole imprese (MPI). Nel dettaglio si collocano nella trincea avanzata i settori con una maggiore intensità energetica: dalla metallurgia alla petrolchimica, dalla carta al vetro, dalla ceramica ai trasporti. Nei comparti manifatturieri energy intensive sono sempre più numerosi i casi in cui il divario tra costi e ricavi diventa insostenibile, costringendo al fermo dell’attività: a due anni dal lockdown sanitario siamo arrivati al rischio di lockdown energetico per 4.781 MPI, tra cui figurano le artigiane, con 42.124 addetti.

IMPATTO SU TUTTE LE IMPRESE ITALIANE E LE FAMIGLIE

Le differenti matrici di generazione elettrica dei Paesi europei e le loro evoluzioni nella crisi, determinano un divergente andamento dai prezzi dell’elettricità al consumo. Secondo i dati Eurostat pubblicati giovedì scorso, il prezzo dell’energia elettrica sale dell’82,3% in Italia, un ritmo doppio della media dell’Eurozona, a fronte di un più limitato dinamismo in Germania, dove i prezzi salgono del 17,6%, e in Francia, dove l’aumento si ferma al 6%. Sulla base dell’evoluzione dei prezzi, a parità di consumo, le famiglie italiane nell’ultimo anno hanno speso per l’energia elettrica 5,4 miliardi di euro in più rispetto ai dodici mesi precedenti, pari allo 0,33% del PIL. In chiave territoriale, l’incremento di spesa più elevato lo si rileva in Lombardia con 939 milioni in più, pari allo 0,26 del PIL. L’estensione di queste tendenze sul mercato elettrico delle imprese determinerebbe una perdita di competitività, aggravando la già fragile posizione precedente all’inasprirsi della crisi energetica: nel primo semestre del 2021 una piccola impresa italiana pagava un prezzo dell’elettricità del 12,9% superiore rispetto alla media dell’Eurozona.

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