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Economia - page 52

Notizie economico-finanziarie di Brescia e Provincia

Scegliere la scuola superiore: qualche consiglio per farlo in tutta tranquillità

in Economia/Formazione by

Non è mai davvero troppo presto per cominciare a pensare alla scelta della scuola superiore. La stessa può essere più complicata del previsto, del resto, quando non si abbiano le idee chiare su cosa si vuole diventare da grandi, se la proposta formativa del territorio è limitata e poco affine alle proprie propensioni o, ipotesi tutt’altro che rara, perché eccessivamente carica di aspettative esterne (di genitori, insegnanti, eccetera). Ecco qualche utile consiglio, allora, per scegliere la scuola superiore in tutta tranquillità e avendo a cuore soltanto il proprio futuro – professionale e personale.

Come scegliere la scuola superiore: dalle inclinazioni personali alle opportunità lavorative

Il primo e più importante fattore da considerare nella scelta della scuola superiore sono le proprie inclinazioni o propensioni personali. Senza avventurarsi a parlare di talenti, infatti, a ogni alunno capita di avere una naturale predilezione per una materia di studio piuttosto che un’altra e non si può non tenerne conto al momento di scegliere la scuola superiore: sarebbe quantomeno ostico per chi non ami le materie umanistiche svolgere le numerose ore di lezione di latino e greco previste nei cinque anni di liceo classico, esattamente come chi non abbia particolare affinità con numeri e formule farebbe meglio a evitare i programmi di un liceo scientifico o di un istituto per geometri.

Gli esempi appena fatti sono semplicistici e non tengono conto del fatto che non c’è inclinazione o naturale predilezione che non possa essere adeguatamente allenata. Significa che aver avuto insufficienze in inglese o in francese alle scuole medie non è una buona ragione per rinunciare in partenza a frequentare un liceo linguistico o una scuola superiore internazionale: a volte i brutti voti non sono che la conseguenza di poco impegno, studio insufficiente o persino di una cattiva intesa con il docente. L’invito è, insomma, a non escludere troppo presto nessuna ipotesi al momento della scelta della scuola superiore.

Soprattutto se quelle che si rischiano di escludere a priori sono opzioni convenienti a livello occupazionale. Come non è mai troppo presto per cominciare a pensare alla scelta della scuola superiore, infatti, non è mai troppo presto neanche per cominciare a pensare al momento in cui ci si dovrà immettere nel mercato del lavoro e a cosa potrebbe rendere più facile farlo. Si tratta di valutare in quali settori le opportunità occupazionali sono maggiori: la ripresa del turismo post-covid potrebbe portare a pensare, per esempio, che lo sia quello – già, del resto, ben florido del nostro paese – dell’ospitalità e ciò potrebbe convincere qualcuno persino a conseguire un diploma scuola alberghiera online se l’offerta del territorio fosse manchevole in questo senso.

Sempre a proposito di prospettive occupazionali, chi non abbia intenzione di proseguire gli studi con un percorso universitario farebbe meglio a scegliere la scuola superiore tenendo conto che ci sono diplomi – quelli di una scuola professionale, per esempio – che più di altri facilitano l’ingresso diretto nel mondo del lavoro e che in qualche settore non è raro che le aziende cerchino ancora lavoratori senza diploma da poter formare internamente.

In ogni caso, il vero segreto per scegliere la scuola superiore in tutta tranquillità è tenere presente che non è ancora una scelta irreversibile – anche ammesso che quella universitaria lo sia – e che si avrà tempo ancora almeno cinque anni per decidere cosa diventare da grandi.

Supermercati, Lidl apre anche a Iseo

in Commercio/Economia by

Questa mattina Lidl Italia, catena di supermercati con 700 punti vendita nel Paese, ha tagliato il nastro ad Iseo (BS) in viale Europa. A riferirlo è Brescia news.

L’apertura si aggiunge ai 24 store Lidl presenti a Brescia e Provincia, territorio al centro dei piani strategici di sviluppo dell’Azienda. Degno di nota è anche il risvolto occupazionale dell’operazione che ha portato all’assunzione di 13 nuovi collaboratori  (20.000 quelli di Lidl Italia).

La struttura (in classe energetica A3) dispone di un’area vendita di oltre 1.300 metri quadrati e di circa 140 posti auto, oltre a due colonnine per la ricarica di vetture elettriche. Lo store è aperto dal lunedì al sabato dalle 8:00 alle 21:30 e la domenica dalle 8:00 alle 21:00. 

Immobili, salgono i prezzi degli affitti a Brescia

in Economia/Edilizia/Tendenze by

Rispetto al primo semestre del 2021 il mercato immobiliare della Lombardia continua a correre, sia per quanto riguarda i prezzi delle compravendite che quelli delle locazioni.  Secondo l’Osservatorio semestrale di Immobiliare punto it portale immobiliare leader in Italia, curato da Immobiliare Insights, infatti, rispetto allo scorso anno, i prezzi richiesti per gli immobili residenziali in vendita in regione sono cresciuti di un ulteriore 4,2%, mentre i canoni d’affitto sono aumentati addirittura del 7,8%. A fronte di uno stock di immobili che si riduce del 15,2% anno su anno, la domanda di case in vendita rimane comunque di segno meno (-4,6%), trend che si conferma anche nel confronto tra il secondo e il primo trimestre 2022 (-4,7%).

Chi vende casa in Lombardia chiede di media 2.348 euro al metro quadro, mentre per quanto riguarda gli immobili in locazione, l’esborso medio richiesto a giugno 2022 è di 15,3 euro al metro quadro.

Uno sguardo a Milano

Milano si conferma la città più costosa dove acquistare o affittare casa. Ormai in città si superano i 5.000 euro al metro quadro di media per comperare un immobile, con un aumento di quasi il 5% rispetto al 2021, mentre per affittarlo serve mettere a budget ben 20 euro al metro quadro, +11,2% rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno. Nel confronto con il primo semestre dello scorso anno, pur registrando una decrescita sul fronte delle compravendite a livello di domanda (-6,8%) si evidenzia tuttavia anche una diminuzione dello stock di immobili disponibili del 12,8%. Per quanto concerne invece le locazioni il mercato segna una netta ripresa, con lo stock in calo di quasi il 50% a fronte di una richiesta di immobili in affitto in aumento di quasi il 70%, merito di una città che è tornata ai ritmi lavorativi e sociali tipici del pre-pandemia.

Le compravendite

Per quanto riguarda gli altri capoluoghi di provincia, sul fronte prezzi si segue l’andamento regionale con costi che oscillano quasi ovunque al rialzo. A spiccare in modo particolare nel confronto annuale è il capoluogo di provincia di Monza al +9,6%. Rispetto allo stesso periodo del 2021 lo stock di immobili in vendita è diminuito ovunque – con percentuali sopra il 20% nei comuni di Cremona, Lecco e Lodi – anche se nell’ultimo trimestre il trend è meno significativo, segno di un rallentamento nell’interesse verso l’acquisto come confermato anche dal dato della domanda in calo nella maggioranza dei capoluoghi. Questa tendenza trova conferma anche andando a guardare i numeri relativi agli ultimi tre mesi dove, sebbene alcune realtà mostrino un recupero nella propensione all’acquisto da parte degli utenti – su tutte il comune di Sondrio al +5,1% – in generale le percentuali rimangono negative.

Le locazioni

Sul fronte locazioni il raffronto con lo scorso anno mostra significati aumenti nei prezzi medi con Milano e Brescia a guidare la classifica (+11,2% e +8,9% rispettivamente). Per quanto riguarda l’offerta di immobili in affitto, se rispetto al 2021 le percentuali mostrano ovunque segno meno, nel secondo trimestre del 2022 si assiste ad un’inversione di tendenza con la regione che mostra un +16,1% rispetto al trimestre precedente. A spiccare i comuni di Pavia e Monza, al +51,4% e 31,7% rispettivamente e la provincia di Sondrio, +36,4%. Nello stesso lasso di tempo la domanda comunque si presenta di segno più quasi ovunque (sebbene con percentuali più contenute rispetto al confronto con il 2021) e a crescere di più sono le città di Lecco (+35,2%) e di Como (+21,15).

Seguono tabelle con fonte dati Immobiliare Insights.

Di seguito le variazioni dei prezzi richiesti, dell’offerta e della domanda per la tipologia immobiliare residenziale in vendita in Lombardia:

Capoluoghi di provinciaMedia di €/mqDELTA
   II vs. I trim. 2022I sem. 2022 vs. I sem. 2021
Bergamocomune2.264 €0,9%3,3%
provincia senza capoluogo1.309 €0,5%-1,4%
Bresciacomune1.776 €0,9%2,1%
provincia senza capoluogo1.976 €1,3%4,3%
Comocomune2.613 €-1,8%2,8%
provincia senza capoluogo1.831 €0,2%1,3%
Cremonacomune1.273 €2,9%2,3%
provincia senza capoluogo1.176 €-1,8%-3,1%
Leccocomune2.067 €-0,8%4,7%
provincia senza capoluogo1.480 €-0,5%0,5%
Lodicomune1.789 €1,9%5,2%
provincia senza capoluogo1.211 €0,1%1,3%
Mantovacomune1.430 €-0,1%2,4%
provincia senza capoluogo1.052 €-1,2%-1,0%
Milanocomune5.069 €1,7%4,9%
provincia senza capoluogo1.966 €0,9%4,1%
Monza e della Brianzacomune2.502 €2,9%9,6%
provincia senza capoluogo1.819 €0,7%4,2%
Paviacomune2.177 €0,3%1,7%
provincia senza capoluogo1.076 €-1,0%-0,6%
Sondriocomune1.362 €1,8%5,7%
provincia senza capoluogo2.127 €-0,5%7,6%
Varesecomune1.603 €2,4%5,3%
provincia senza capoluogo1.465 €1,1%4,6%
REGIONE2.348 €1,2%4,2%
Capoluoghi di provinciaOFFERTA
  II vs. I trim. 2022I sem. 2022 vs. I sem. 2021
Bergamocomune-5,3%-17,3%
provincia senza capoluogo-4,6%-13,0%
Bresciacomune-3,2%-14,8%
provincia senza capoluogo-4,0%-16,4%
Comocomune2,2%-13,9%
provincia senza capoluogo-0,8%-15,5%
Cremonacomune-12,2%-21,4%
provincia senza capoluogo-4,2%-10,6%
Leccocomune-6,2%-26,6%
provincia senza capoluogo-5,3%-18,1%
Lodicomune6,4%-22,6%
provincia senza capoluogo0,2%-10,4%
Mantovacomune2,9%-9,6%
provincia senza capoluogo-0,9%-27,6%
Milanocomune-1,1%-12,8%
provincia senza capoluogo-4,6%-17,9%
Monza e della Brianzacomune-6,1%-15,6%
provincia senza capoluogo-7,1%-19,5%
Paviacomune6,3%-12,3%
provincia senza capoluogo5,3%-12,7%
Sondriocomune14,0%-10,7%
provincia senza capoluogo1,9%-20,5%
Varesecomune-0,5%-10,0%
provincia senza capoluogo-3,5%-10,0%
REGIONE-2,9%-15,2%
Capoluoghi di provinciaDOMANDA
  II vs. I trim. 2022I sem. 2022 vs. I sem. 2021
Bergamocomune-8,4%3,9%
provincia senza capoluogo1,0%-0,3%
Bresciacomune1,1%6,9%
provincia senza capoluogo0,3%2,8%
Comocomune1,9%3,6%
provincia senza capoluogo0,7%-8,4%
Cremonacomune-2,6%-12,4%
provincia senza capoluogo-1,4%-11,6%
Leccocomune-5,9%0,7%
provincia senza capoluogo-2,2%-5,0%
Lodicomune2,6%4,9%
provincia senza capoluogo-0,1%-8,3%
Mantovacomune0,8%-7,7%
provincia senza capoluogo-4,1%4,7%
Milanocomune-9,4%-6,8%
provincia senza capoluogo-2,4%-2,5%
Monza e della Brianzacomune-4,0%-6,8%
provincia senza capoluogo-1,5%-4,5%
Paviacomune-15,1%-5,3%
provincia senza capoluogo2,1%-6,0%
Sondriocomune1,2%-10,4%
provincia senza capoluogo-16,5%-18,9%
Varesecomune5,1%-5,3%
provincia senza capoluogo0,9%-5,1%
REGIONE-4,7%-4,6%

Di seguito le variazioni dei prezzi richiesti, dell’offerta e della domanda per la tipologia immobiliare residenziale in affitto in Lombardia.

Capoluoghi di provinciaMedia di €/mqDELTA
   II vs. I trim. 2022I sem. 2022 vs. I sem. 2021
Bergamocomune10,4 €-0,2%5,1%
provincia senza capoluogo8,0 €2,1%4,5%
Bresciacomune9,6 €2,4%8,9%
provincia senza capoluogo10,7 €14,1%21,3%
Comocomune12,1 €0,5%3,2%
provincia senza capoluogo9,2 €2,7%1,5%
Cremonacomune6,9 €3,0%2,9%
provincia senza capoluogo7,1 €-0,5%1,7%
Leccocomune8,8 €0,5%0,1%
provincia senza capoluogo9,0 €11,9%7,4%
Lodicomune9,3 €2,1%3,7%
provincia senza capoluogo7,0 €-0,8%-0,1%
Mantovacomune7,9 €1,0%3,5%
provincia senza capoluogo6,9 €2,0%7,7%
Milanocomune20,0 €2,8%11,2%
provincia senza capoluogo11,1 €1,8%6,0%
Monza e della Brianzacomune11,6 €1,2%4,8%
provincia senza capoluogo9,7 €1,8%3,2%
Paviacomune9,1 €1,2%0,3%
provincia senza capoluogo6,6 €-1,2%1,3%
Sondriocomune7,7 €2,9%5,1%
provincia senza capoluogo11,4 €22,0%24,1%
Varesecomune9,4 €1,0%5,4%
provincia senza capoluogo8,7 €2,2%4,3%
REGIONE15,3 €3,6%7,8%
Capoluoghi di provinciaOFFERTA
  II vs. I trim. 2022I sem. 2022 vs. I sem. 2021
Bergamocomune6,3%-46,6%
provincia senza capoluogo28,7%-20,4%
Bresciacomune6,4%-22,4%
provincia senza capoluogo-1,1%-15,7%
Comocomune-8,0%-42,7%
provincia senza capoluogo-0,8%-34,9%
Cremonacomune-5,3%-30,4%
provincia senza capoluogo26,4%-30,0%
Leccocomune-16,5%-41,1%
provincia senza capoluogo6,3%-31,1%
Lodicomune6,2%-31,4%
provincia senza capoluogo19,6%-11,6%
Mantovacomune4,3%-12,8%
provincia senza capoluogo-5,0%-36,8%
Milanocomune23,2%-47,0%
provincia senza capoluogo2,5%-16,9%
Monza e della Brianzacomune31,7%-35,0%
provincia senza capoluogo15,0%-28,9%
Paviacomune51,4%-49,1%
provincia senza capoluogo13,3%-31,4%
Sondriocomune13,2%-3,5%
provincia senza capoluogo36,4%9,1%
Varesecomune-1,1%-32,7%
provincia senza capoluogo-2,1%-36,6%
REGIONE16,1%-40,3%
Capoluoghi di provinciaDOMANDA
  II vs. I trim. 2022I sem. 2022 vs. I sem. 2021
Bergamocomune5,0%73,1%
provincia senza capoluogo-3,6%36,7%
Bresciacomune-0,2%51,1%
provincia senza capoluogo5,1%9,3%
Comocomune21,1%79,3%
provincia senza capoluogo33,1%57,0%
Cremonacomune8,3%35,0%
provincia senza capoluogo-3,4%31,1%
Leccocomune35,2%42,0%
provincia senza capoluogo7,3%27,9%
Lodicomune6,0%65,7%
provincia senza capoluogo27,1%25,0%
Mantovacomune14,7%16,9%
provincia senza capoluogo5,4%15,4%
Milanocomune0,6%68,5%
provincia senza capoluogo13,4%49,5%
Monza e della Brianzacomune-12,4%54,3%
provincia senza capoluogo-2,6%52,3%
Paviacomune-6,6%148,4%
provincia senza capoluogo-3,4%33,7%
Sondriocomune1,6%18,4%
provincia senza capoluogo-10,2%0,4%
Varesecomune7,4%53,9%
provincia senza capoluogo20,5%56,4%
REGIONE3,7%54,9%

Feralpi, conti da record e 400 milioni di investimenti entro il 2026

in Acciaio/Economia/Feralpi by

Feralpi Group chiude un 2021 molto positivo e rilancia con un robusto piano industriale 2022-2026 che comprende più di 400 milioni di investimenti in progetti straordinari oltre agli investimenti ordinari sia in Italia sia in Germania.

Il consolidato 2021 di Feralpi Holding vede iscritto in bilancio ricavi pari a 1.928 milioni di euro contro i 1.238 milioni del 2020 (anno su cui ha pesato il lockdown imposto dalla pandemia da Covid-19) segnando un +55,7% a/a in ragione sia di un aumento dei volumi sia dei prezzi di vendita. Il valore della produzione supera i due miliardi di euro (2,058 mld €). Si conferma la forte predisposizione verso l’internazionalizzazione con una quota di ricavi generati all’estero pari al 59%, in leggera riduzione rispetto all’anno precedente (62%). In generale, i ricavi di vendita vedono una maggiore concentrazione nei mercati core per il Gruppo (Italia, Germania, Francia, Svizzera e Austria).

La performance economica ha raggiunto i livelli più alti nella storia del Gruppo. L’EBITDA si è attestato a 271,7 milioni di euro rispetto ai 73,7 milioni del 2020. Dopo aver spesato ammortamenti e svalutazioni per 52,9 milioni di euro, il risultato di pertinenza del Gruppo sale a 154 milioni di euro (erano 5,45 milioni di euro nel 2020). Sul fronte patrimoniale e finanziario, Feralpi Group cresce in solidità e flessibilità. Il patrimonio netto consolidato passa da 520,8 milioni di euro a 676,4 milioni di euro.

Per quanto riguarda la Posizione Finanziaria Netta, il consolidato 2021 riporta un decremento da 145,9 milioni euro a 125,2 milioni di euro.

Dal punto di vista occupazionale, il Gruppo è passato da 1.710 dipendenti a 1.749 dipendenti (+2,3% a/a) di cui 937 in Italia e 812 all’estero. Di questi, il 94% è assunto a tempo indeterminato. Nel 2021 sono stati assunti 87 giovani under 30.

Lavoro, inJob apre anche a Montichiari

in Bassa/Economia/Lavoro/Zone by
Donne e lavoro, foto generica da Pixabay

 InJob, l’international recruitment company di Verona, inaugura la propria filiale a Montichiari (BS), in via Vittorio Alfieri 4. InJob fa parte di W-Group, uno dei principali gruppi italiani di servizi per le risorse umane. Il progetto si inserisce nel piano di apertura dei nuovi career center e direstyle di quelli già esistenti.  L’APL ha infatti aperto, solo nel primo semestre di quest’anno, le sedi di Legnago, San Bonifacio, Paratico, Trento e Montichiari.

Nel secondo semestre è prevista invece l’apertura delle filiali di Belluno e Thiene: otto le aperture totali programmate nei prossimi due anni che arriveranno a raddoppiare la presenza di InJob sul territorio.

Da Castiglione a Montichiari con nuove lungimiranti prospettive di crescita e traguardi sfidanti, il nostro Career Center ha cambiato sede, provincia, ma non persone!” – così ha commentato Rosalia Magli, Branch Manager di Montichiari – “Questo, infatti, è il filo conduttore della nostra azienda: mettere le persone al centro, per una costante fidelizzazione interna ed esterna verso candidati e clienti. In un mercato del lavoro in continua evoluzione e sempre alla ricerca di professionalità specifiche e difficili da reperire, posso contare sull’esperienza nella selezione del personale di Emma, Mariantonietta, Alice e Camilla, tutte con grande esperienza nel settore HR. Insieme ogni giorno cerchiamo di fare il migliore matching tra candidati ed aziende clienti del territorio bresciano e mantovano, che da anni si rivolgono a noi con fiducia per la ricerca di personale necessario alla crescita delle loro aziende.”

Confindustria, Astori: no al de minimis su crediti d’imposta energia

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Energia by

Con una nota Fabio Astori, vicepresidente di Confindustria Brescia, prende posizione sul tema dei crediti d’imposta per le imprese sui consumi di elettricità e gas. Con la votazione di fiducia alla Camera sul DL Aiuti – in cui è stato inserito un emendamento che vincola al “de minimis” la fruizione dei crediti d’imposta per le imprese sui consumi di elettricità e gas – gli aiuti prevedono infatti un massimale ottenibile pari a 200mila euro, calcolato su base triennale considerando tutti gli aiuti concessi sotto tale regime, e tiene inoltre conto di tutti gli aiuti ricevuti da imprese di uno stesso gruppo.

“Come abbiamo appreso- spiega Astori – il decreto Aiuti taglia, se non addirittura azzera, i crediti d’imposta su gas ed energia elettrica per gran parte delle imprese, vincolando al “de minimis” i crediti d’imposta. Si tratta di un grave errore, a cui va posto rimedio quanto prima: migliaia di aziende rischiano infatti, in questo modo, di non poter beneficiare delle misure adottate dal Governo per contrastare il caro energia.”

“Il pericolo è che molte imprese, anche della nostra provincia, possano trovarsi a non aver diritto ad alcun credito d’imposta, o solo a una piccola quota – aggiunge il Vice presidente di Confindustria Brescia –. Siamo in costante dialogo con Confindustria nazionale, che sta ponendo attenzione alla questione fin dal momento della presentazione dell’emendamento lo scorso giovedì, anche attraverso contatti diretti con i Ministri interessati, a cui è stata ribadita l’assurdità del provvedimento. Attendiamo quindi, fiduciosi, che venga accolto ufficialmente il nostro appello per un intervento immediato che corregga la norma in questione.”

Il manichino sartoriale: comodo, pratico e regolabile

in Abbigliamento/Economia by

Se si ha un negozio, che sia una piccola boutique o un grande atelier, non si può non dedicare la giusta importanza ai manichini. Questi sono uno strumento indispensabile per chi sta decidendo di allestire al meglio il proprio negozio all’interno o la vetrina all’esterno. Sicuramente la scelta di un manichino sartoriale può essere la soluzione più ottimale.

Cos’è un manichino sartoriale e come sceglierlo

Il manichino è quell’oggetto che può servire sia a chi decide di dedicarsi a piccoli lavori sartoriali in casa sia a chi decide di attrezzare un negozio. Infatti, risulta essere essenziale quando bisogna prendere le misure o confezionare un abito. L’azienda bresciana, Vetrinistica Studio, offre la comodità di scegliere un manichino sartoriale regolabile per uomo e donna che renderà queste procedure più semplici.

Quando non si ha il soggetto in carne ed ossa, il fantoccio potrà essere di grande aiuto, a maggior ragione se ci permetterà di regolare le misure nei punti essenziali come collo, petto, vita e fianchi oppure di poter giocare con l’altezza. Il busto sartoriale può essere di vario tipo sia dal punto di vista della struttura sia dal punto di vista dei materiali.

Innanzitutto, è importante precisare che la scelta del manichino sartoriale risulta essere la più conveniente perché sarà in grado di soddisfare le principali esigenze di chi commissiona. Può essere dotato di diverse basi per una perfetta stabilità e può essere realizzato in diverse colorazioni e finiture. Il busto può essere in polietilene, rivestito in lycra o in cartapesta. Si può scegliere che abbia le braccia o meno o la tipologia di base d’appoggio; tutti i desideri potranno essere esauditi. Capiamo le differenze e come sceglierlo.

Busti in polietilene

Il polietilene è un composto chimico, il più semplice dei polimeri sintetici. È la più comune tra le materie plastiche. Questo tipo di manichini con braccia di legno sono sia per uomo che per donna, l’attenzione al dettaglio sarà garantita. Per questi busti si potrà scegliere tra una varietà di modelli che si differenziano per taglia, per la presenza o no delle spalline in legno oppure per la possibilità di avere un attacco alla gamba o al bacino, dipenderà tutto dal modello scelto.

Se si dovesse decidere di utilizzare questo tipo di materiale, si potranno definire al massimo le finiture perché sono molteplici, c’è una vasta gamma di colori che i professionisti potranno mettere a disposizione. Chi sceglierà il busto con le braccia in legno potrà rifinire anche gli arti, imbellettandoli secondo il proprio gusto.

Busti in cartapesta

I manichini sartoriali si differenziano soprattuto per la loro estetica perché riproducono fedelmente le fattezze umane e questo garantirà che si adattino ad ogni tipo di stile, valorizzando ancor di più il proprio negozio. Gli abbinamenti sono variabili e permetteranno di creare più combinazioni con l’obiettivo di trovare l’incastro perfetto tra il busto e il proprio design nell’arredamento.

Tra le scelte sartoriali spicca il busto in cartapesta. Si parte dall’assemblaggio di una sagoma di polietilene con carta e colla di farina. La realizzazione passa successivamente nelle mani di esperti artigiani che daranno vita, levigando e spazzolando a mano, ad un pezzo unico; creato rispecchiando le proprie esigenze. Si ha la possibilità di realizzarli anche riciclabili al 100%.

Busti rivestiti in lycra

Se si vuole optare per un tessuto molto utilizzato per elasticizzare i vestiti, il lycra è il migliore. Può valorizzare i manichini scelti, ad esempio, per un negozio di sport. Vien da sé che la scelta di un busto rispetto ad un altro vari a seconda del locale in cui deve essere esposto. Questo tessuto è molto resistente e durevole nel tempo, infatti ha un’ottima resistenza ai lavaggi e alla luce solare.

Questi busti sono sempre realizzati partendo dal polietilene, poi vengono rivestiti. Risultano pratici e leggeri. Anche qui, come per i precedenti, c’è un’ampia scelta per le colorazioni e l’attenzione al dettaglio resterà sempre il punto cardine per raggiungere il risultato finale: una vetrina ben allestita che attiri l’occhio del passante che può diventare un potenziale cliente e un interno ben strutturato e coordinato.

Questi sono solo alcuni esempi di come si possono realizzare manichini sartoriali. Se si decide di acquistarlo, ci sono tanti altri vantaggi come la praticità; infatti, dato che può essere regolabile, non ci sarà più la necessità di chiamare più volte il cliente in negozio ma basterà prendere le misure una volta soltanto. Risultano pratici anche perché facili da montare e smontare.

A2A, 4mila metri di asfalto high-tech per il piazzale del Tu

in Ambiente/Economia by

Un asfalto innovativo realizzato con plastiche dure – non recuperabili come materia – verrà impiegato per l’attività di ripavimentazione delle aree di transito interne del termovalorizzatore di Brescia di A2A.

Il Gruppo impiegherà un asfalto arricchito con un additivo brevettato a base di grafene e plastiche dure (ad esempio alcune tipologie di giocattoli, custodie per i cd) che utilizza una tecnologia innovativa completamente made in Italy, risultato di una ricerca durata sei anni, condotta da Iterchimica – società italiana specializzata in soluzioni sostenibili per il settore stradale – in collaborazione con A2A, Università̀ degli Studi di Milano-Bicocca e Directa Plus.

L’impiego dell’additivo hitech e green “Gipave” garantisce maggiori prestazioni in termini di resistenza e durata – sino ad aumentare del 50% la vita utile della pavimentazione rispetto alle migliori tecnologie attualmente utilizzate sul mercato – e riduce fortemente gli impatti ambientali.

“Economia circolare nei fatti: valorizzare i rifiuti come nuova materia e utilizzarli in applicazioni che consentono prestazioni addirittura migliori rispetto all’utilizzo di materie vergini. – ha dichiarato Fulvio Roncari, Presidente e Consigliere Delegato di A2A Ambiente – Vogliamo essere esempio di chiusura del ciclo: per un’economia effettivamente circolare non basta avere processi di recupero ma è indispensabile che vi sia un mercato e una forte volontà di essere sostenibili nello sviluppo dei piani di crescita. L’apertura dei mercati delle materie riciclate è un punto fondamentale della transizione ecologica.

“Siamo particolarmente felici di presentare oggi insieme ad A2A il nuovo manto stradale delle aree interne dell’impianto di Brescia. La collaborazione con il Gruppo è partita nel 2015 e attraverso diverse fasi di ricerca e sviluppo abbiamo messo a punto Gipave, la tecnologia per asfalti Green e High-Tech a base di grafene e plastiche dure. – ha dichiarato Federica Giannattasio, Amministratore Delegato di Iterchimica – Ringrazio A2A che proprio oggi ha avuto l’opportunità di rifare il proprio manto stradale e con lungimiranza ha deciso di adottare questa tecnologia brevettata e sviluppata insieme per il loro impianto. Si tratta di un esempio perfetto di applicazione dei principi dell’economia circolare”.

Rispetto a una pavimentazione effettuata con metodologia tradizionale, infatti, per questa attività verrà riutilizzata una tonnellata di plastiche dure e saranno risparmiate 10 tonnellate di bitume e 215 tonnellate di materie prime estratte dalle cave (ghiaia, ghiaietto, ciottoli), evitando consumo di suolo e consentendo così di dimezzare il numero dei viaggi degli automezzi necessari per il trasporto di questi materiali.

Il progetto permetterà una riduzione dei consumi energetici di circa 47.000 kWh, corrispondenti al fabbisogno mensile di 210 famiglie e l’abbattimento del 50% delle emissioni di CO2. Dal 2018 a oggi questa tecnologia brevettata è stata utilizzata, tra gli altri campi, negli aeroporti di RomaFiumicino e Cagliari-Elmas e per il manto stradale del nuovo ponte di Genova San Giorgio.

Siccità: Cia, produzione mais a rischio (-50%) mentre hedge fund affondano prezzo

in Agricoltura e allevamento/Confagricoltura/Economia by

Ancora altri 10 giorni di siccità e la produzione nazionale di mais rischia di essere irrecuperabile. Senza piogge, Cia-Agricoltori Italiani stima un crollo del 50% con una resa di 40/50 quintali per ettaro, paragonabile all’annus horribilis del 2003. Il livello di autosufficienza calerebbe al 30%, con effetto a valanga per l’alimentazione del bestiame delle nostre stalle e per tutte le eccellenze del Made in Italy. Al danno, la beffa arriva per gli agricoltori dalla finanza internazionale -hedge fund e fondi speculativi-, che sta affondando il prezzo del mais, arrivato a 35 euro/qt e destinato a scendere ancora, noncurante della forte contrazione sul mercato globale dopo il conflitto ucraino. Secondo Cia, a fronte di una spesa media per ettaro schizzata a 3mila euro dopo i rincari energetici e dei fertilizzanti, al cerealicoltore servirebbero almeno 40euro/qt per raggiungere un risicato pareggio.

La mancanza di acqua nelle settimane cruciali di sviluppo della pianta avrebbe effetti catastrofici sul raccolto a settembre, che sarebbe scarso e mal pagato. Il risultato di una tale annata porterebbe la maggior parte delle aziende agricole, scoraggiate dall’aumento dei costi e dagli effetti della siccità, ad abbandonare questa coltura, di cui fino a 20 anni fa l’Italia era autosufficiente all’80%. Tutta la zootecnia nazionale sarebbe sempre più in balia dell’import ed esposta alla volatilità dei prezzi, decisi sulla testa degli agricoltori dalle speculazioni dei mercati finanziari e slegati dalle dinamiche della domanda e dell’offerta.

Fra i rincari più pesanti per le aziende cerealicole si segnalano i costi per il fabbisogno idrico (laddove sia ancora possibile e non ci siano razionamenti da parte dei Consorzi di bonifica), che dagli abituali 150 euro per ettaro sono saliti a più di 400, dovendo implementare l’irrigazione per le altissime temperature di queste settimane. Lo scenario così negativo sta, addirittura, inducendo alcuni a non investire nelle irrigazioni di emergenza, convinti che il costo maggiorato non verrebbe ripagato in fase di commercializzazione del mais in autunno. 

Cia reputa che anche la deroga Ue sulla coltivazione delle aree a riposo abbia sortito pochi effetti nello stimolare la ripresa della produzione nazionale di mais. Se la superficie coltivata era, persino, scesa del 6% nell’ultima semina, la siccità e i fattori produttivi alle stelle potrebbero far desistere molti cerealicoltori italiani a investire nuovamente nel granturco.

Promotica acquista così il 3% di Goodify Società Benefit

in Economia/Solidarietà by

Promotica S.p.A – agenzia loyalty specializzata nella realizzazione di soluzioni marketing atte ad aumentare le vendite, la fidelizzazione e la brand advocacy – ha concluso un accordo con Goodify Srl Società Benefit, finalizzato ad acquisire il 3% della Società, sostenendo così il loro progetto sociale.

La scelta di supportare un’iniziativa solidale di comprovato successo si inserisce nel più ampio obiettivo aziendale in materia di sostenibilità di Promotica, confermato anche dalla recente approvazione del primo Bilancio di Sostenibilità della storia aziendale (cfr. comunicato stampa). Goodify e Promotica condividono infatti la volontà di generare un impatto positivo significativo, Goodify in qualità di prima fintech italiana dedicata al social goodness, Promotica promuovendo e supportando iniziative di carattere benefico e sociale ed adottando in prima persona un approccio sostenibile.

In particolare, Goodify è nata a Bolzano dall’intuizioni di tre amici che hanno ideato un nuovo modello di economia a impatto positivo, in grado di rendere il mondo un luogo migliore attraverso gli acquisti di tutti i giorni. La missione di Goodify è quella di unire migliaia di imprese con migliaia di non profit per permettere a milioni di consumatori di sostenere la propria causa preferita attraverso gli acquisti di tutti i giorni. Da questo obiettivo, è stata ideata e sviluppata la piattaforma tecnologica che rappresenta un punto di incontro tra aziende, consumatori e non profit. Società Benefit dal 2018, Goodify ad oggi ha impattato su oltre 10.893 non profit beneficiarie, attraverso più di 44.000 consumatori attivi, per una cifra complessiva di circa 200.000 Euro di donazioni raccolte.

Diego Toscani, Amministratore Delegato di Promotica, ha così commentato: “Annunciamo con entusiasmo il nostro sostegno a Goodify, con il quale ci siamo trovati da subito allineati per i valori di solidarietà e l’impegno verso il sociale che condividiamo. Goodify rappresenta l’esempio per eccellenza di una realtà che unisce business e solidarietà nel migliore dei modi, utilizzando la tecnologia per raggiungere uno scopo sostenibile e promuovere buone pratiche, semplificando e rendendo accessibili le donazioni charity. Da sempre, includiamo nei progetti di sviluppo aziendali le nostre azioni sostenibili e solidali, stiamo portando avanti un percorso di Corporate Social Responsibility e abbiamo recentemente approvato il nostro primo bilancio di sostenibilità, con la finalità ultima di arricchire e consolidare il nostro operato ESG; il sostegno a Goodify rappresenta un ulteriore tassello di questo impegno”.

Paolo Plebani, CEO e Founder di Goodify Società Benefit, ha aggiunto: “Siamo onorati ed entusiasti di avere Promotica nella nostra compagine societaria. Con il suo arrivo finisce di fatto la nostra fase di startup e prende vita la Giving Economy made in Italy: Let’s Goodify the world!”.

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