Allerta peronospora nei vigneti bresciani: più trattamenti e costi alle stelle
L’anno scorso il caldo eccessivo, quest’anno l’esatto opposto: l’eccessiva pioggia. Le precipitazioni abbondanti dei mesi di maggio e di giugno hanno mandato in crisi una parte dell’agricoltura bresciana, in particolare i vigneti. Dove, in queste ultime settimane, si sta correndo ai ripari con trattamenti aumentati che, giocoforza, hanno fatto schizzare all’insù i costi di produzione. A preoccupare è, in particolare, la peronospora, malattia fungina tra le più aggressive, che si sta propagando anche a causa delle intense precipitazioni. A esserne colpiti sono soprattutto i vigneti dell’areale del lago di Garda, mentre in Franciacorta i danni sembrano più contenuti. Nel frattempo, proseguono i lavori di difesa in tutta la provincia. In particolare, a essere maggiormente interessate sono le aziende a biologico.
“Le criticità maggiori sono sulle sponde del lago di Garda – spiega Marco Penitenti, membro del consiglio di Confagricoltura Brescia e viticoltore gardesano –, con i viticoltori del Valtenesi e del Lugana che stanno combattendo per tenere sotto controllo la diffusione della peronospora. Malattia che ha trovato linfa vitale per le continue e prolungate piogge delle ultime settimane. In particolare le aziende biologiche stanno faticando a contenerla rispetto a quelle convenzionali. I viticoltori devono intervenire con molti trattamenti, quasi il doppio rispetto alla media stagionale per difendere il raccolto, con però un consistente aumento dei costi di produzione, a causa delle elevate risorse che devono allocare per i prodotti e per la manodopera necessaria per effettuare i trattamenti. Ma non solo, questi continui stop e rinvii dovuti alle piogge determinano ritardi e difficoltà nell’effettuare i lavori in campo”.
Criticità anche nei vigneti della Vallecamonica, in particolare nelle aree più a nord, dove la fioritura era maggiormente in ritardo.
Per tutti questi motivi il comparto del vino italiano ha bisogno non solo di interventi immediati, ma soprattutto di tutelare qualità e quantità della produzione nazionale nel futuro. È per questo che il monitoraggio e la prevenzione, con adeguati trattamenti da un lato e le nuove tecniche di evoluzione assistita (Tea) dall’altro, sono gli strumenti che, secondo Confagricoltura, devono essere alla base di strategie di medio-lungo periodo. “La nostra organizzazione – aggiunge Penitenti – sta chiedendo provvedimenti immediati sia a livello nazionale sia europeo per contrastare questa fitopatia. Il primo passo credo sia l’attivazione di un tavolo tecnico: si tratta di un problema che ha colpito un po’ in tutta Italia, con incidenze maggiori al sud e che per ora, nel nostro territorio, viene tenuto a fatica sotto controllo”.