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Economia - page 30

Notizie economico-finanziarie di Brescia e Provincia

Allerta peronospora nei vigneti bresciani: più trattamenti e costi alle stelle

in Agricoltura e allevamento/Economia by

L’anno scorso il caldo eccessivo, quest’anno l’esatto opposto: l’eccessiva pioggia. Le precipitazioni abbondanti dei mesi di maggio e di giugno hanno mandato in crisi una parte dell’agricoltura bresciana, in particolare i vigneti. Dove, in queste ultime settimane, si sta correndo ai ripari con trattamenti aumentati che, giocoforza, hanno fatto schizzare all’insù i costi di produzione. A preoccupare è, in particolare, la peronospora, malattia fungina tra le più aggressive, che si sta propagando anche a causa delle intense precipitazioni. A esserne colpiti sono soprattutto i vigneti dell’areale del lago di Garda, mentre in Franciacorta i danni sembrano più contenuti. Nel frattempo, proseguono i lavori di difesa in tutta la provincia. In particolare, a essere maggiormente interessate sono le aziende a biologico.

“Le criticità maggiori sono sulle sponde del lago di Garda – spiega Marco Penitenti, membro del consiglio di Confagricoltura Brescia e viticoltore gardesano –, con i viticoltori del Valtenesi e del Lugana che stanno combattendo per tenere sotto controllo la diffusione della peronospora. Malattia che ha trovato linfa vitale per le continue e prolungate piogge delle ultime settimane. In particolare le aziende biologiche stanno faticando a contenerla rispetto a quelle convenzionali. I viticoltori devono intervenire con molti trattamenti, quasi il doppio rispetto alla media stagionale per difendere il raccolto, con però un consistente aumento dei costi di produzione, a causa delle elevate risorse che devono allocare per i prodotti e per la manodopera necessaria per effettuare i trattamenti. Ma non solo, questi continui stop e rinvii dovuti alle piogge determinano ritardi e difficoltà nell’effettuare i lavori in campo”.

Criticità anche nei vigneti della Vallecamonica, in particolare nelle aree più a nord, dove la fioritura era maggiormente in ritardo.

Per tutti questi motivi il comparto del vino italiano ha bisogno non solo di interventi immediati, ma soprattutto di tutelare qualità e quantità della produzione nazionale nel futuro. È per questo che il monitoraggio e la prevenzione, con adeguati trattamenti da un lato e le nuove tecniche di evoluzione assistita (Tea) dall’altro, sono gli strumenti che, secondo Confagricoltura, devono essere alla base di strategie di medio-lungo periodo. “La nostra organizzazione – aggiunge Penitenti – sta chiedendo provvedimenti immediati sia a livello nazionale sia europeo per contrastare questa fitopatia. Il primo passo credo sia l’attivazione di un tavolo tecnico: si tratta di un problema che ha colpito un po’ in tutta Italia, con incidenze maggiori al sud e che per ora, nel nostro territorio, viene tenuto a fatica sotto controllo”.

Cameo, ecco il primo rapporto internazionale di sostenibilità

in Alimentare/Ambiente/Economia by

DESENZANO – Cameo, conosciuta nel resto del mondo come Dr. Oetker, annuncia oggi, in oltre 40 paesi, la pubblicazione del primo bilancio internazionale di sostenibilità 2019-2022. Il report, dal titolo “Costruiamo una Casa sostenibile”, raggruppa obiettivi, strategia e azioni che l’azienda porta avanti per supportare le persone ad intraprendere scelte che le facciano star bene con sé stesse e con il mondo che le circonda.

Il documento – redatto in conformità agli standard GRI – mappa i progressi e le sfide che l’azienda sta affrontando per raggiungere gli obiettivi prefissati all’interno della Carta della Sostenibilità.

I risultati chiave

Neutralità climatica di tutte le sedi: raggiunta nel 2022 per scope 1 e scope 2, in Italia già dal 2015. L’obiettivo è quello di raggiungere la completa neutralità climatica in tutti gli ambiti di influenza diretta e indiretta (scope 1, 2 e 3) entro il 2050.
-35% nell’utilizzo di materiali poli-accoppiati: entro il 2025 il 100% dei materiali d’imballaggio sarà completamente riciclabile. La plastica non necessaria sarà eliminata e, laddove non sostituibile, sarà quanto più possibile riciclabile. In Italia, oltre l’80% dei pack è già riciclabile.
Cacao e vaniglia sostenibili: l’obiettivo per il 2025 è acquistare materie prime sostenibili e implementare catene di approvvigionamento a impatto zero sulla deforestazione con particolare attenzione a carta, zucchero e cacao. In Italia, cameo acquista già il 100% di cacao sostenibile certificato Rainforest Alliance e il 13% di vaniglia proveniente da coltivazioni sostenibili con l’obiettivo di arrivare al 20% entro la fine del 2023.
Riduzione di zucchero e sale: nel corso del 2022 il contenuto di sale all’interno delle pizze è stato ridotto a 1,12 g ogni 100 g di prodotto. Entro il 2025 l’intero assortimento avrà un contenuto massimo di sale pari a 1 g ogni 100 g di prodotto. Al contempo, l’azienda sta lavorando in tutti i Paesi per ridurre del 15% il contenuto di zucchero nei dessert e del 10% nelle torte.

Investire nella sostenibilità è l’unica via da seguire per un business sostenibile

“Come possiamo restituire qualcosa al mondo?” è così che Alberto de Stasio, Direttore Generale di cameo, guarda al futuro in occasione della pubblicazione del bilancio. “Con l’adozione della Carta della Sostenibilità, nel 2020, abbiamo deciso di rispondere alle sfide globali e aprire la strada per un futuro più sostenibile. Oggi, dopo tre anni, guardiamo ai risultati già raggiunti: sostenibilità, innovazione e digitalizzazione. Sono queste le aree in cui continueremo a concentrare i nostri investimenti negli anni a venire per garantire il completo raggiungimento di tutti gli obiettivi”.

La sostenibilità quale fulcro del purpose di cameo

“Creiamo il Gusto di Casa” è il purpose di cameo e rappresenta il trait d’union a livello internazionale per consumatori, collaboratori, ambiente e società. Con gli obiettivi di sostenibilità, cameo ha responsabilmente ancorato il purpose nelle tre dimensioni: “Our Food”, “Our World” e “Our Company” e ha sviluppato progetti a livello globale e locale che mirano a migliorare i valori nutrizionali dei prodotti, ridurre l’impatto ambientale e favorire un ambiente lavorativo sano per tutti i collaboratori.

Our Food: decisioni consapevoli per momenti di gusto sostenibili.

Ciò che mangiamo influisce sul futuro del nostro Pianeta, delle nostre vite e della nostra salute. La missione di cameo, a livello globale, è offrire prodotti gustosi che siano allo stesso tempo buoni per le persone ma anche per l’ambiente. In questo senso, i cantieri di lavoro aperti sono relativi a:

Miglioramento delle proprietà nutrizionali: nel corso del 2022 il contenuto di sale all’interno delle pizze è stato ridotto a 1,12 g ogni 100 g di prodotto e l’azienda è vicina al raggiungimento di 1 g di sale ogni 100 g di prodotto. Al contempo, l’azienda sta lavorando in tutti i Paesi per ridurre del 15% il contenuto di zucchero nei dessert e del 10% nelle torte.
Maggiore trasparenza: l’azienda è al lavoro per implementare una serie di icone chiare e standardizzate che forniranno informazioni circa gli ingredienti e i valori nutrizionali di ciascun prodotto. Entro la fine del 2023, inoltre, l’azienda sarà in grado di calcolare e comunicare l’impronta di carbonio per diversi prodotti.
Prodotti innovativi e più sostenibili: per torte, dessert e pizze l’azienda sta portando avanti importanti investimenti per nuove referenze biologiche, vegane o senza glutine, con meno o addirittura senza zucchero o con un contenuto proteico particolarmente elevato.

Our World: per l’ambiente e per le persone

cameo si impegna attivamente a salvaguardare l’ambiente utilizzando le risorse naturali in modo responsabile. Questo impegno si traduce in meno emissioni di CO2 e meno rifiuti, materie prime sostenibili e catene di approvvigionamento a impatto zero sulla deforestazione.

Neutralità climatica: l’azienda ha raggiunto la carbon neutrality in tutte le sedi nel mondo (emissioni Scope 1 e 2) dal 2022. Questo importante risultato è stato possibile tramite l’acquisto del 100% di energia verde e l’investimento in progetti di compensazione, di cui l’azienda auspica di poter fare a meno in futuro. Ma questo è solo l’inizio: entro il 2030, l’impronta di CO₂ sarà ridotta del 35% in tutti gli ambiti di influenza diretta e indiretta (Scope 1, 2 e 3), e del 100% entro il 2050.
Riduzione degli sprechi alimentari: l’azienda mira a ridurre gli sprechi alimentari del 25% all’interno del suo processo produttivo entro il 2025. A causa dell’introduzione di nuovi tipi di impasti più elaborati all’interno degli stabilimenti di produzione della pizza, i successi iniziali hanno visto purtroppo una stabilizzazione e non hanno registrato ulteriori progressi ma, già a partire dal prossimo anno, l’azienda ha in programma azioni per ottenere un ulteriore miglioramento. Nello specifico, relativamente alla produzione dei prodotti che si conservano a temperatura ambiente, lo spreco alimentare è stato ridotto del 5,1% nel primo anno di misurazione per tutti i Paesi.
Packaging più sostenibile: la volontà è quella di utilizzare sempre meno materiale di imballaggio e garantire che questo sia riciclabile e che contenga il minor quantitativo possibile di plastica. Per raggiungere questo importante obiettivo, l’azienda è al lavoro su oltre 350 progetti per lo sviluppo di confezioni più sostenibili in tutto il mondo. In particolare, un primo passo verso una maggiore e più facile riciclabilità delle confezioni è stato già fatto con la riduzione del 35% nell’utilizzo di imballaggi caratterizzati da più strati di diverso materiale.

Our Company: la diversità come opportunità.

All’interno del gruppo una grande attenzione è posta alle persone, circa 15.000 collaboratori in tutto il mondo. Persone che sono alla base del successo dell’azienda e che partecipano attivamente al percorso verso un futuro più sostenibile. Sostenibilità vuol dire infatti anche responsabilità nei confronti dei collaboratori e per questo cameo si impegna per implementare una cultura aziendale basata su un’interazione rispettosa, un ambiente di lavoro sicuro e una forza lavoro diversificata.

Sicurezza sul lavoro: 17 stabilimenti nel mondo in cui lavorano oltre 7.500 collaboratori sono certificati ISO 45001: uno standard riconosciuto a livello internazionale. Entro la fine del 2025, tutti i siti produttivi dell’azienda saranno certificati. In Italia, l’obiettivo è stato raggiunto già nel 2001 (ex OHSAS 18001).
Retribuzione: offrire a tutti i collaboratori una retribuzione equa significa consentire loro un tenore e una qualità della vita adeguati. Per questo motivo ogni due anni i salari di ciascuna azienda del gruppo vengono confrontati con quelli internazionali sulla base dei dati raccolti dalla ONG Fair Wage Network.
Garantire l’uguaglianza e promuovere la diversità: una cultura aziendale diversificata, internazionale e inclusiva rappresenta la chiave per raggiungere un livello più significativo di innovazione e intraprendere azioni più sostenibili. Vogliamo essere diversi tra noi tanto quanto lo sono i nostri consumatori.
Tolleranza zero per qualsiasi tipo di discriminazione e molestia e il diritto alla libertà di associazione e contrattazione collettiva sono per l’azienda fattori ormai consolidati.

Impegno sociale: perché le comunità ci stanno a cuore.

L’intero gruppo crede profondamente nel dare forma al mondo di domani, attraverso azioni concrete da compiere oggi. Ecco perché agire in modo sostenibile rappresenta per l’azienda anche impegnarsi per una società più responsabile. In Italia, oggi, questo impegno è portato avanti attraverso azioni concrete di sostenibilità sociale, tra cui quello a favore di SOS Villaggi dei Bambini. Dal 2012 ad oggi, cameo è stata al fianco della onlus in decine di progetti diversi, ma tutti accomunati da un unico filo conduttore: affiancare l’organizzazione nel delicato e importante compito di dare ai più giovani il calore necessario per sentirsi amati e protetti, oltre che il supporto per potersi costruire un futuro più stabile e sereno possibile.

Cos’è la Flat Tax? Da Metatasse una sintesi per il 2023

in Economia/Finanza by

In questi mesi la Flat tax è stata al centro del dibattito politico. Anzi, questo tema è regolarmente presente nelle prime pagine dei quotidiani nazionali fin dall’ultima campagna elettorale nazionale, suscitando le più diverse reazioni. Non solo è presente sui quotidiani, ma gli stessi clienti Metatasse domandano quotidianamente chi può beneficiare della flat tax, unitamente al dubbio che attanaglia i più: “quanto è verosimile che la flat tax così pensata possa rimanere invariata e non subire alterazioni al susseguirsi delle diverse forze politiche al governo?”

Ma cos’è nel concreto la Flat Tax?

Cos’è la Flat Tax? Il significato

Come spiega il team di Metatasse, con il termine Flat Tax in generale non ci si rivolge a nessuna particolare legge e a nessun regime fiscale in essere. La Flat Tax è semplicemente una tassa piatta, ovvero un sistema fiscale che, anziché basarsi su un’aliquota variabile, si poggia su un’aliquota fissa, al netto di eventuali detrazioni o deduzioni fiscali. Adottare una Flat Tax significa quindi appiattire la tipica progressività dell’imposta, con i contribuenti che di conseguenza versano la medesima percentuale del proprio reddito, a prescindere dal reale guadagno. Non ci sono dubbi: per molti imprenditori la Flat Tax rappresenta un regime fiscale assolutamente vantaggioso. Ma, come sottolineano gli esperti di Metatasse, questa non rappresenta sempre la soluzione migliore. Non solo, a differenza della programmazione fiscale proposta dal Metodo Meta, la flat tax potrebbe subire alterazioni dovute alla successione dei diversi governi.

La Flat Tax in Italia, oggi

Attualmente in Italia la Flat Tax si applica in due casi. Da una parte c’è il regime forfettario, ovvero l’unico regime fiscale agevolato attualmente disponibile nel nostro Paese, che dà la possibilità alle partite Iva di avere un’aliquota fissa – per l’appunto, una soglia piatta – al 15% dell’imponibile, peraltro ridotta al 5% durante i primi 5 anni di avvio dell’attività. Il regime forfettario di fatto è andato a sostituire i diversi regimi agevolati precedentemente presenti in Italia, dagli “ex-minimi” in poi. Va sottolineato che il bacino dei forfettari, proprio per effetto di una modifica del Governo Meloni, in questo 2023 si è allargato: il tetto massimo entro il quale è possibile rientrare in questo regime e quindi approfittare della Flat Tax è infatti stato portato da 65.000 euro di ricavi annui a 85.000 euro.

Chi contatta Metatasse chiede spesso quale sia la strategia migliore se ad esempio l’impresa deve assumere un nuovo dipendente o se vede aumentare il fatturato drasticamente. Tutte situazioni positive, ma che richiedono attenzione dal punto di vista fiscale.

L’unica strada, come spiegano i professionisti Metatasse è la programmazione fiscale che messa in pratica permette di avere una proiezione sul futuro fiscale serena.

Quando conviene il regime forfettario, e quando no

Si capisce quindi che, per ora, quando si parla di Flat Tax in Italia si pensa soprattutto al regime forfettario per le partite IVA con ricavi entro gli 85.000 euro. E di certo sono tanti i professionisti italiani che possono trovare questo regime agevolato estremamente conveniente. Ma è sempre così? Non proprio: come sottolineano gli esperti di Metatasse, nonostante l’aumento della soglia massima del ricavo annuo, il regime agevolato non è automaticamente il migliore per qualsiasi professionista. Come è noto, infatti, aderire alla Flat Tax significa rinunciare alla possibilità di dedurre i costi sostenuti, con il reddito imponibile che risulta sempre e comunque – esclusivamente – dal totale del fatturato in rapporto con il coefficiente di redditività di riferimento. In questo scenario i consulenti di Metatasse evidenziano l’importanza di valutare sia le spese normalmente sostenute per lo svolgimento dell’attività, sia la propria situazione personale e familiare, con le relative detrazioni Irpef disponibili. In certi casi ci si può accorgere di come una Flat Tax al 15%, senza la possibilità di effettuare delle detrazioni, possa essere decisamente svantaggiosa!

Beretta ai parlamentari bresciani: riattivare il credito d’imposta per l’energia

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Energia/Politica by

Il presidente di Confindustria Brescia, Franco Gussalli Beretta, ha inviato ieri una lettera ai parlamentari bresciani sul tema della riattivazione del credito d’imposta per l’energia nel 3° e 4° trimestre 2023.

IL TESTO DELLA LETTERA DI BERETTA

Egregi Signori Parlamentari,

la competitività delle imprese italiane si determina anche grazie ad un quadro di regole e norme di riferimento chiaro, definito e coerente con le problematiche che le stesse si trovano ad affrontare nei mercati internazionali.

Per questo oggi Vi coinvolgo, in qualità di Presidente di Confindustria Brescia, per attenzionarVi su una questione essenziale per molte industrie bresciane, che tra l’altro coinvolge l’intera economia italiana: i costi dell’energia elettrica e del gas.

Oggi meno impattanti di alcuni mesi or sono, le commodities energetiche rappresentano un elemento di indiscutibile criticità, soprattutto per quelle realtà che fanno dell’uso dell’energia elettrica e del gas un fattore vitale per i propri processi produttivi.

Questo è tanto più vero se si pone lo sguardo alla provincia di Brescia, dove un numero rilevante di imprese hanno un elevato consumo energetico (Es.: siderurgia e metallurgia, le cui aziende – per le sole aderenti a Confindustria Brescia – danno occupazione a circa 12.000 dipendenti).

Il tema necessita inoltre di particolare attenzione, dal momento che le proiezioni in nostro possesso sull’andamento tariffario delle fonti energetiche indicano un nuovo rialzo dei prezzi nel terzo e quarto trimestre dell’anno, con conseguente impatto sui bilanci delle aziende.      
Una simile dinamica avrebbe anche ricadute negative sulle filiere che più sono interconnesse con il mondo siderurgico e metallurgico, in generale tutto il mondo della metalmeccanica ed anche quello delle costruzioni, con conseguenti tensioni e rischi occupazionali.

È pertanto fondamentale garantire misure di supporto alle aziende che permettano loro di sostenere i costi energetici e preservare la loro competitività sul mercato nazionale ed internazionale, in affiancamento al necessario processo di transizione che l’intero sistema italiano deve compiere per rendersi sempre più sostenibile.

Sconcerta pertanto che siano rimasti inascoltati gli appelli dell’intero Sistema Confindustria al Governo sulla richiesta di rinnovo dei crediti di imposta per energia elettrica e gas relati al terzo e quarto trimestre 2023, non inserendoli nel DL aiuti del 28 giugno scorso.

Il tax credit, infatti, è stato di fondamentale importanza, sia nell’anno 2022 sia per il primo semestre 2023, avendo consentito di mitigare i maggiori oneri sostenuti dalle imprese e di garantire una parziale compensazione del crescente costo dell’energia e del gas.

Tale misura è ancor oggi essenziale, contando il gap concorrenziale che va aumentando con Paesi come Francia e Germania, Paesi che, in maniera lungimirante, hanno varato politiche energetiche direttamente a supporto e sostegno delle proprie imprese.

Al proposito, ricordo che le industrie francesi possono contare su prezzi dell’energia elettrica di 42,6 €/MWh e quelle tedesche di 60 €/MWh, contro un prezzo che oggi in Italia supera di poco i 100 €/MWh.

In tal senso, è necessario un intervento per consentire di riattivare la misura del credito d’imposta; intervento, peraltro, che in base alle stime di Confindustria è finanziariamente sostenibile, potendo utilizzare risorse accantonate e non spese, stante il calo dei prezzi, del credito di imposta relative al I e II trimestre 2023, che quotano indicativamente 4,9 miliardi di euro.

Risulta inoltre dalla relazione dell’Ufficio parlamentare di bilancio ulteriori avanzi di bilancio sul credito imposta.

L’auspicio, pertanto, è che questa misura sia prevista sia per il terzo trimestre 2023 che per il quarto.

La mancata proroga del bonus, infatti, rappresenterebbe una seria minaccia per la produttività e la competitività delle nostre aziende, mettendo a repentaglio l’intero tessuto industriale del Paese.

Faccio quindi appello alla Vostra sensibilità ed al Vostro impegno, indipendentemente dagli schieramenti partitici di riferimento, per portare tale istanza nelle opportune sedi, al fine di consentire alle imprese bresciane più esposte al rischio delle “fibrillazioni energetiche” di disporre degli strumenti necessari per continuare a contribuire al progresso del nostro Paese.

Con i più cordiali saluti

                                                                              Franco Gussalli Beretta

Camera di Commercio di Brescia, ecco gli eventi settimanali

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia/Eventi by

Pubblichiamo di seguito, come di consueto, gli eventi settimanali della Camera di Commercio di Brescia.

73/23 – DIRITTO ANNUALE 2023

Diritto annuale 2023: si ricorda che le imprese già iscritte al Registro delle imprese al 1° gennaio 2023 devono corrispondere il diritto annuale per la sede legale e per le unità locali alla Camera di Commercio competente per territorio, utilizzando il modello F24, entro il termine previsto per il pagamento del primo acconto delle imposte sui redditi. Maggiori informazioni alla pagina Diritto Annuale del sito www.bs.camcom.it

74/23 – SEMPLIFICAZIONE DELLE COMUNICAZIONI DI CESSAZIONE ATTIVITA’ – PROGETTO CERS

Webinar gratuito su piattaforma Zoom il giorno 6 luglio ore 10.30. L’iniziativa intende illustrare le modalità di presentazione e acquisizione delle pratiche di cessazione che partiranno dal 1 agosto 2023. Da quella data le imprese dovranno presentare la comunicazione di cessazione delle attività solamente al Registro delle Imprese. Maggiori informazioni sul sito www.bs.camcom.it

75/23 – METROLOGIA LEGALE: OBBLIGHI DEI TITOLARI DEGLI STRUMENTI DI MISURA – FARMACIE

L’iniziativa intende fornire la possibilità di conoscere le attività di vigilanza svolte dalla Camera di commercio di Brescia e approfondire le tematiche del settore. L’incontro formativo si svolgerà da remoto tramite collegamento Google Meet il giorno 7 luglio alle ore 14.00. Maggiori informazioni sul sito www.bs.camcom.it

Dal 6 luglio il via ai saldi per 9.000 negozi bresciani

in Commercio/Economia/Tendenze by

Inizieranno giovedì 6 luglio i saldi estivi 2023 in Lombardia, che interesseranno oltre 9.000 punti vendita bresciani in tutta la provincia fino al 3 settembre. Un appuntamento importante in particolar modo quest’anno: da una parte gli effetti positivi sul turismo generati da Capitale Italiana della Cultura, dall’altra l’inflazione che pesa sia sulle imprese sia sui consumatori.

“In questa prima metà dell’anno – ha detto il presidente di Confcommercio Brescia, Carlo Massoletti – i risultati per i negozi della moda non sono stati positivi in provincia di Brescia come per le imprese del turismo. I costi di gestione per gli imprenditori sono aumentati, mentre i consumi rimangono un po’ frenati per le preoccupazioni legate soprattutto all’aumento dell’inflazione che pesa sulle famiglie”. “Le previsioni per questi saldi estivi – ha aggiunto il presidente di Confcommercio Brescia – sono positive, anche in relazione al trend di rallentamento del commercio online e del desiderio dei consumatori di farsi suggerire nella scelta di un prodotto ricercato dall’aiuto dei professionisti del settore. Le nostre stime per la provincia di Brescia sono di un aumento di quasi 10 milioni di euro di consumi rispetto al 2022, da 65,9 milioni a 74,8 milioni di euro”.

Saranno anche i primi saldi interessati dalle nuove regole, entrate in vigore dal 1° luglio, con l’aggiornamento del Codice del Consumo a seguito del recepimento della “Direttiva Omnibus” dell’Unione Europea: “Le nuove regole – ha concluso il presidente Massoletti – impattano soprattutto sui periodi di sconti non legati direttamente ai saldi e sulle riduzioni di prezzo effettuate negli store online e garantiscono una maggiore trasparenza ai consumatori. I nostri uffici sono a disposizione e stanno già assistendo gli imprenditori che hanno dubbi sull’applicazione delle nuove norme”.

Piccola Industria, il 12 l’evento annuale… per fare matching

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Eventi by

Si terrà il prossimo mercoledì 12 luglio – a Palazzo Gambara di Bedizzole (via San Vito 31) – l’evento annuale della Piccola Industria di Confindustria Brescia, intitolato “Tracciamo insieme la rotta! Incontriamoci e parliamone”.

L’appuntamento, che avrà inizio alle ore 17.00, prevede un pomeriggio di workshop operativi, che daranno alle aziende la possibilità di confrontarsi su 6 tematiche affrontate dalla Piccola in questo ultimo biennio.

L’obiettivo, mettendo al centro l’imprenditore e il networking, sarà quello di creare una connessione tra i partecipanti, scambiare opinioni, best practice, timori o domande. I 6 argomenti individuati sono: 

  • Comunità Energetiche Rinnovabili – CER
  • Intelligenza Artificiale
  • BCorp e Società Benefit
  • Certificazione Parità di Genere
  • Bandi Europei
  • Capitale Umano

La conduzione dei 6 diversi workshop sarà affidata ad un’imprenditrice o imprenditore e ad un funzionario di Confindustria Brescia.

Ogni workshop – con un massimo di 25 partecipanti – avrà una durata di 40 minuti. Gli iscritti potranno, dopo i primi 40 minuti, sedersi quindi ad un secondo workshop d’interesse. Per poter partecipare ai tavoli di lavoro è necessaria l’iscrizione e ogni iscritto potrà registrarsi ad un massimo di due workshop.

Dopo una restituzione in plenaria su quanto emerso ai tavoli, il pomeriggio proseguirà con un aperitivo e la festa di inizio estate nel parco di Palazzo Gambara.

“Stare insieme, conoscerci, conoscere la struttura dell’Associazione. E, ovviamente, fare squadra: sono questi gli obiettivi principali che ci poniamo con l’annuale evento della Piccola Industria di Confindustria Brescia – spiega Marco Capitanio, presidente della Piccola Industria di Confindustria Brescia –. Un valore aggiunto reso possibile dalla particolare organizzazione dell’appuntamento, che mira a valorizzare l’aspetto pratico e il dialogo tra gli imprenditori. Come ho più volte avuto modo di sottolineare, le PMI sono il collante delle nostre filiere: quelle che scelgono di entrare in Confindustria Brescia sono sempre di più, e stiamo anche alzando la loro media di grandezza. Come Piccola, continueremo nei prossimi mesi a sforzarci di portare sul territorio eventi di valore: mi piace ricordare, sotto questo punto di vista, il roadshow della Piccola Industria di Confindustria nazionale, in programma a Brescia il prossimo 3 ottobre e prima tappa lombarda, con il coinvolgimento delle territoriali di Bergamo e Mantova, ma anche il PMI Day: quest’anno la nostra provincia ospiterà, il 17 novembre, l’inaugurazione a livello nazionale dell’iniziativa. Voglio ricordare, infine, tra le tematiche più significative di cui parleremo anche quella delle comunità energetiche, per cui auspichiamo a breve uno sblocco della normativa.”

Ulteriori dettagli sono disponibili sulla homepage del sito www.confindustriabrescia.it e scrivendo all’indirizzo pi@confindustriabrescia.it; iscrizioni dirette al seguente link https://www.confindustriabrescia.it/contenuto/tracciamo-insieme-la-rotta-incontriamoci-e-pa-9247

Brescia, a fine 2022 mutui calati del 23%

in Banche/Economia/Finanza/Tendenze by

Le famiglie lombarde hanno ricevuto finanziamenti per l’acquisto dell’abitazione per 3.263,8 milioni di euro, che collocano la regione al primo posto per totale erogato in Italia, con un’incidenza del 25,39%; rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente in regione si registra una variazione delle erogazioni pari a -16,2%, per un controvalore di -631,9 milioni di euro.

Se si osserva l’andamento delle erogazioni sui 12 mesi, e si analizzano quindi i volumi dell’intero anno solare 2022, la regione Lombardia mostra una variazione negativa pari a -9,5%, per un controvalore di -1.451,5 mln di euro. Sono dunque stati erogati in questi ultimi dodici mesi 13.864,6 mln di euro, volumi che rappresentano il 25,08% del totale nazionale.

Nel quarto trimestre 2022 le province della Lombardia hanno evidenziato il seguente andamento.

Brescia sono stati erogati volumi per 289,1 mln di euro, corrispondenti a una variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente pari a -23,0%. Nei precedenti dodici mesi sono stati erogati 1.288,1 mln di euro (-12,8%).

La provincia di Bergamo ha erogato volumi per 285,6 mln di euro, facendo registrare una variazione rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno pari a -18,9%. Nell’ultimo anno, invece, sono stati erogati 1.227,0 mln di euro, pari a -5,7%.
La provincia di Como ha erogato volumi per 184,7 mln di euro, la variazione sul trimestre è pari a -15,4%. Il 2022 ha evidenziato volumi per 754,6 mln di euro, corrispondenti a -12,6%.
In provincia di Cremona i volumi erogati sono stati 76,1 mln di euro, con una variazione pari a -23,2%. Nel 2022 sono stati 323 mln di euro, (-8,1% rispetto al 2021).
In provincia di Lecco sono stati erogati volumi per 75,8 mln di euro, la variazione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente pari a -21,2%. Sommando i volumi dei precedenti quattro trimestri, i volumi sono stati 336,5 mln di euro e la variazione -7%.
Lodi ha erogato volumi per 60,1 mln di euro, la variazione sul trimestre è pari a -18,0%. Questi dodici mesi hanno evidenziato volumi per 253,9 mln di euro e una variazione pari a -13,3%.
La provincia di Mantova ha erogato volumi per 84,9 mln di euro, facendo registrare una variazione sul trimestre pari a +7,5%. L’anno 2022 ha segnalato un totale di 336,9 mln di euro(+5,7%).
Milano sono stati erogati volumi per 1.526,2 mln di euro, la variazione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente è risultata essere pari a -17,2%. I quattro trimestri passati, invece, hanno visto un totale 6.585,6 mln di euro (-8,8%).
La provincia di Monza-Brianza ha erogato volumi per 292,5 mln di euro, facendo registrare una variazione pari a -7,4% nel trimestre. Nel 2022 stati erogati 1.148,1 mln di euro (-8,3% del 2021).
In provincia di Pavia i volumi erogati sono stati 112,2 mln di euro, la variazione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente pari a -7,6%. Nei dodici mesi precedenti, invece, sono stati erogati 456,5 mln di euro, pari a -5,1%.
In provincia di Sondrio sono stati erogati volumi per 32,8 mln di euro, facendo registrare una variazione pari a -0,3%. Nell’intero 2022, invece, sono stati erogati 116,0 mln di euro (-10,6%).
Varese ha registrato volumi erogati per 243,8 mln di euro, con una variazione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente pari a -15,4%. I volumi di questi ultimi dodici mesi sono stati 1.038,4 mln di euro e la variazione è stata pari a -18,1%.

IMPORTO MEDIO DI MUTUO – LOMBARDIA
Attraverso l’elaborazione dei dati provenienti dalle agenzie di mediazione creditizia Kìron ed Epicas, Kìron Partner ha analizzato la tendenza rispetto all’importo medio di mutuo erogato.
Nel quarto trimestre 2022 in Lombardia si è registrato un importo medio di mutuo pari a 132.926 euro, in aumento rispetto a quanto rilevato durante lo stesso trimestre dell’anno precedente, quando il ticket medio ammontava a 124.616 euro. Mediamente colui che sottoscrive un mutuo nella regione viene finanziato circa l’8% in più rispetto al mutuatario medio italiano.

“Peste suina alle porte di Brescia, bisogna abbattere subito i cinghiali”

in Agricoltura e allevamento/Economia by
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La peste suina si avvicina pericolosamente ai confini bresciani. E gli allevatori di casa nostra sono in grandissimo allarme. Da quando, una settimana fa circa, sono state scoperte due carcasse di cinghiali infetti nel Pavese, a Bagnaria e a Ponte Nizza, nella Valle Staffora, i primi casi in Lombardia (fino a pochi giorni fa la zona rossa si estendeva alla provincia di Piacenza, mentre oggi sono undici i comuni coinvolti in provincia di Pavia). Ora la temibile infezione bussa alle porte di Brescia, distante solo 150 chilometri circa. Se l’infezione dovesse estendersi sarebbe, per l’economia agricola bresciana, un dramma e un danno enorme. Il settore suinicolo bresciano conta oltre 750 allevamenti per circa 1,2 milioni di capi e quasi trecento milioni di euro di valore complessivo alla produzione.

“Siamo oltremodo preoccupati – dichiara il consigliere di Confagricoltura Brescia Serafino Valtulini, allevatore di Orzivecchi -, le istituzioni si sono mosse ma evidentemente non basta o le azioni sono forse un po’ tardive. Non c’è più un solo minuto da perdere, come diciamo da tempo, per impedire alla peste suina di diffondersi tramite i cinghiali, che sono il primo vettore del virus: l’unico modo restano gli abbattimenti, non ci sono oggi altre strade percorribili nel breve periodo. Politica, imprese e associazioni di categoria devono lavorare unite per un unico obiettivo comune: tutelare e proteggere le zone a più alta intensità di capi suini allevati, come lo è il Bresciano”.

Lo scorso 21 giugno la commissione Agricoltura della Camera ha approvato una risoluzione sulla Psa, che prevede interventi di depopolamento del cinghiale tramite una maggiore attenzione all’attuazione del piano straordinario di contenimento della specie anche nelle aree non toccate dal virus ma vocate all’allevamento suinicolo, in modo da prevenirne l’arrivo. Non solo, il decreto legge 75 del 22 giugno ha introdotto nuove misure di contrasto alla peste suina, rafforzando la prevenzione e l’eradicazione della Psa e ampliando il raggio d’azione delle operazioni di contenimento dei cinghiali, oltre che le funzioni del commissario straordinario. A lui il compito di definire il piano straordinario delle catture a livello nazionale e regionale e la possibilità di prevedere procedure straordinarie (compreso l’affidamento a ditte specializzate) in caso di inerzia o mancato raggiungimento degli obiettivi da parte delle Regioni.

I suinicoltori di Confagricoltura Brescia si sono incontrati più volte nelle ultime settimane, chiedendo ufficialmente di “mettere in atto tutte le misure necessarie per ridurre il rischio che la malattia entri nella Pianura padana lombarda”, dove è allevato circa il 50% del patrimonio suinicolo nazionale, una delle principali filiere per le più famose Dop italiane. In caso di diffusione della peste suina anche in questo territorio, si determinerebbe un rischio sanitario diretto per la zootecnia bresciana, con danni economici pesantissimi stimati in circa 60 milioni di euro al mese in Lombardia (la sola provincia di Brescia rappresenta il primo distretto suinicolo all’interno della Lombardia, con il 31 per cento della quota produttiva regionale).

Come realizzare un giardino funzionale e ben curato

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In molti hanno il pallino del giardino, perché è un piacevole passatempo, bastano pochi accorgimenti per abbellire il contesto domestico con uno spazio verde ben curato.

Farlo vuol dire incrementare il valore dell’immobile e, al tempo stesso, godere di incredibili comfort, come ad esempio trascorrere piacevoli momenti all’aria aperta, dopo stressanti giornate di lavoro.

Realizzare uno splendido giardino: fondamentale è il supporto di un professionista qualificato

Per quanto realizzare un angolo verde sia possibile anche seguendo la procedura fai da te, in questo caso conviene forse rivolgersi a un professionista con pluriennale esperienza nel settore.

La realizzazione giardino preventivo è lo step iniziale per avere una panoramica ben chiara sulle spese che verranno affrontate.

Se l’esborso da sostenere è in linea con le possibilità, allora chi si occupa dei lavori potrà fornire tutte le dritte del caso, come ad esempio quelle relative all’impiego di erba vera, di piante ornamentali e dei complementi di arredo più appropriati. Importante è che l’occupazione degli spazi non si riveli per nulla invadente.

Chi desidera poi fare investimenti massicci su un angolo verde bello a vedersi, può richiedere l’installazione di strutture coperte, dove riposarsi all’ombra, oppure di piscine, dove trascorrere piacevoli momenti in compagnia, soprattutto con l’avvento della bella stagione.

Strategie valide per la realizzazione di un giardino accogliente

Accoglienza, raffinatezza ed eleganza sono alcuni dei tratti distintivi che un giardino deve avere, a prescindere dalla metratura. Perciò, gli spazi non vanno mai caricati troppo di oggetti, in quanto risulterebbero poi troppo ingombranti.

Una strategia che va molto di moda, ad esempio, verte tutta attorno alla creazione di spazi appartati, dove potersi godere appieno la privacy, magari leggendo in solitudine, cenando con i propri cari, conversando con la propria comitiva.

Importante, ovviamente, è che queste aree risultino riconoscibili dal resto. Optare per la divisione del giardino in settori, assegnando a ciascuno una precisa funzione nel contesto, mantenendo una certa armonia, è ciò che il professionista del settore deve essere in grado di fare.

Il lavoro è armonico nel momento in cui ciascun elemento risulti integrato al meglio con gli alti, senza essere invadente.

Ad esempio, per valorizzare le aree di uno spazio verde, puntare su candele e lanterne si conferma il più delle volte una strategia vincente. Grazie a questi espedienti originali, infatti, si crea un’atmosfera delicata nel giardino, dando luogo a un clima disteso. Quello ideale per trascorrere bei momenti insieme.

La scelta degli ornamenti

Fontane e statue contribuiscono ad abbellire l’angolo verde: il professionista incaricato dei lavori segnalerà come disporre al meglio questi ornamenti, mettendo a punto aree ottimizzate dal punto di vista visivo.

I sistemi di irrigazione e di illuminazione

Installare con cura un valido sistema di irrigazione assicura considerevole risparmio di soldi e di tempo. Ce ne sono tanti disponibili a prezzi accessibili che si dimostrano perfettamente in grado di irrigare al meglio ogni spazio, indipendentemente dalle sue dimensioni.

Per quanto riguarda i sistemi di illuminazione, occorre fare tutti i lavori del caso, iniziando preferibilmente in primavera o in estate, dato il bel tempo. Illuminare il giardino e le vie di accesso quando fa buio è molto utile sia per una questione di comfort sia in termini di sicurezza.

Conclusioni

Con queste dritte, realizzare un giardino funzionale e ben curato sarà cosa semplice. Avvalersi di uno specialista conviene sempre, se si desidera valo

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