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Economia - page 29

Notizie economico-finanziarie di Brescia e Provincia

Maltempo, la conta dei danni di Coldiretti

in Agricoltura e allevamento/Ambiente/Economia by

Tetti scoperchiati, serre danneggiate, impianti fotovoltaici distrutti, coltivazioni in campo e frutta rase al suolo. Continua la lista dei danni nella campagna bresciana che ieri sera e questa mattina è stata colpita da una forte grandinata con raffiche di vento e trombe d’aria che si aggiunge al maltempo dei giorni scorsi che ha già causato diversi milioni di euro di danni già stimati fino ad oggi. A riferirlo, secondo quanto riporta Brescia news, è una nota di Coldiretti Brescia.

 La grossa perturbazione atmosferica si è abbattuta prevalentemente nelle zone di Montichiari, Calcinato, Verolanuova, Manerbio, Bedizzole, Rezzato e numerosi comuni limitrofi causando danni alle colture in campo, a frutta, verdura, stalle e strutture agricole. Sono queste le segnalazioni che i tecnici di Coldiretti Brescia stanno raccogliendo dopo la tempesta che ieri sera e questa mattina ha colpito la provincia prevalentemente nella zona centrale e della bassa bresciana.

“La situazione è molto difficile – afferma Laura Facchetti presidente di Coldiretti Brescia – ci troviamo di fronte a perdite per milioni di euro tra raccolti, capannoni, macchinari e strutture agricole. In questo scenario è molto importante per noi l’attenzione e l’impegno che l’assessore regionale Beduschi sta mostrando fin dai primi momenti, attivandosi in tutte le sedi opportune per ottenere risarcimenti adeguati e in tempi consoni”. 

Chicchi di grandine come palle da tennis e vento fortissimo a Offlaga ieri sera e questa mattina si sono sommati agli eventi calamitosi  degli scorsi giorni e hanno causato danni ingenti all’azienda agricola Piantiny di Luca Agosti: “la produzione di ortaggi, micro-ortaggi, frutti rossi, verdura e fiori eduli è gravemente compromessa e la conta dei danni peggiora di giorno in giorno. Le nostre 36 serre sono state danneggiate dalla grandine, alcune sono da buttare. Anche per il mais in campo gravi conseguenze, la varietà antica da polenta, il Marano antico è da buttare perché è stato rotto dalla grandine, mentre gli altri 20 ettari sono a terra e vedremo se si riprenderanno”.

Colpito più volte dalla grandine anche il comune di Bedizzole: “la grandine grossa come mandarini ha distrutto completamente i pannelli fotovoltaici della nostra azienda – commenta Laura Marchesini giovane imprenditrice suinicola di Bedizzole (BS) –  sia della stalla che del macello, già gravemente compromessi dalla tromba d’aria dei giorni scorsi. Le coltivazioni di mais sono completamente macinate, a terra e senza foglie, il raccolto è completamente perso”.

Danni anche nei frutteti di Calcinato: “i quattro ettari a kiwi, per un valore dai 50 agli 80 mila euro sono totalmente danneggiati – commenta l’imprendere agricolo Luigi Rizzini dell’azienda agricola Rizzini di Calcinato (BS) – ma la perdita maggiore è sulla struttura dell’impianto  in campo, con pali spezzati e non più recuperabili oltre al magazzino completamente raso la suolo”. Sono questi gli effetti delle violente grandinate che si sono abbattute nella zona questa mattina e nei giorni scorsi  – conclude Rizzini, – ora restiamo in attesa della risposta dell’assicurazione, che però siamo certi non coprirà tutti i danni”.

Distrutte anche le coperture agricole: “in pochi minuti un disastro – racconta Alma Sandrini dell’azienda agricola Guarisco di Rezzato – la grandine ha flagellato le coperture agricole allagando la stalla, la sala di mungitura e i fienili. In campo colpito il 100% del mais già fortemente compromesso dalle tempeste dei giorni scorsi”.

Autobus, biglietti più cari da settembre nel Bresciano

in Brescia Mobilità/Economia/Partecipate e controllate/Trasporti by
Autobus

Dal primo di settembre le corse cittadine avranno un costo maggiorato fino al 14,55 per cento, i servizi extraurbani aumenteranno dal 7,14 per cento (lotto 3) al 7,68 per cento (lotti 1 e 2), mentre i titoli integrati regionali-provinciali cresceranno del 4,81 per cento. Ad annunciarlo – secondo quanto riporta Brescia News – è una nota dell’Agenzia Tpl.

Nel comunicato il presidente Giancarlo Gentilini sottolinea che i soci, a partire dalla Loggia, hanno già dato il massimo del contributo possibile. I rincari non sono ancora ufficiali (bisognerà aspettare l’assemblea di fine mese), ma al momento non sembrano esserci all’orizzonte soluzioni concrete per evitarli.

Intesa, 4,5 milioni per sostenere le aziende della filiera di Cieffe

in Banche/Economia/Finanza/UBi by

Intesa Sanpaolo e Cieffe, partner strategico dei principali brand mondiali del lusso nella confezione di capi prêt-à-porter di alta gamma,annunciano di aver messo a disposizione un plafond di 4,5 milioni di euro a supporto delle 35 aziende fornitrici di Cieffe che operano nelle province di Bergamo, Brescia e Cremona.

L’accordo, che si colloca nell’ambito del Programma di Intesa Sanpaolo “Sviluppo Filiere”, è stato pensato proprio per supportare la gestione finanziaria e del circolante dell’indotto produttivo di Cieffe rappresentato da tante piccole e medie aziende che operano nell’area orobica, del bresciano e del cremonese in un momento complesso di mercato caratterizzato da aumento dei tassi e dei costi di produzione e delle materie prime.

Intesa Sanpaolo, primo operatore bancario in Italia ad aver introdotto il sostegno del ciclo finanziario delle forniture tramite ‘Confirming’, piattaforma completamente digitale di finanza di filiera,metterà a disposizione ai principali fornitori di Cieffe che ne faranno richiesta, liquidità immediata a costi agevolati, generando così un ciclo virtuoso complessivo per tutta la filiera della moda. In particolare, il fornitore potrà ottenere accesso al credito con condizioni economiche competitive e rapidità sia nei processi di delibera del merito creditizio, sia nella richiesta dell’anticipo fatture alla banca.

Con tale strumento si intende infatti favorire la tempestività dei pagamenti e il flusso di capitale circolante alla catena di fornitura. In particolare, sono garantiti i crediti commerciali ceduti e incassati anticipatamente in un’operazione di factoring pro-soluto vantati da imprese fornitrici di soggetti inclusi nel basket dei buyer a cui è stata accordata la garanzia EGF (‘debitori ceduti’).

Con un fatturato 2022 di oltre 40 milioni di euro, 270 dipendenti e un indotto di 35 piccole aziende e laboratori specializzati e oltre 450 persone, Cieffe oggi è un punto di riferimento nella confezione di capi prêt-à-porter di alta gamma e un partner strategico dei principali brand mondiali del lusso nel percorso che va dalla realizzazione del capo di campionario, fino alla sua produzione in serie. Negli anni, l’azienda ha intrapreso un importante percorso di crescita anche per linee esterne, con un approccio industriale di lungo termine, acquisendo piccoli e medi laboratori di produzione, vere eccellenze del territorio e custodi di uno straordinario “saper fare”. Cieffe ha così creato un “ecosistema di prossimità” di alto artigianato industriale che unisce professionalità trasversali, quelle interne e dei partner che alimentano una piattaforma di produzione integrata.

Dal suo avvio nel 2015, il Programma Sviluppo Filiere di Intesa Sanpaolo ha coinvolto, a livello nazionale nel Sistema Moda, 100 capi-filiera con i loro 2.200 fornitori collegati e un giro d’affari complessivo di oltre 11 miliardi di euro. Rendere le imprese più digitali, innovative e sostenibili sono passaggi indispensabili per accrescerne la competitività in Italia e all’estero.

Marco Panzeri, CEO di Cieffe, commenta: “Crediamo fortemente nel valore di una filiera sana, solida e in grado di produrre il meglio dell’eccellenza italiana per i più importanti brand internazionali. Questo accordo con Intesa Sanpaolo ci permette di dare ai nostri fornitori uno strumento in più per crescere insieme a noi, facendo leva su una maggiore agilità finanziaria, fondamentale in un momento storico come quello attuale”.

“Per facilitare il rilancio del nostro sistema produttivo è fondamentale supportare lo sviluppo e l’economia delle filiere che consente alle PMI fornitrici delle aziende leader di trarre numerosi benefici, tra cui il miglioramento del merito di credito, la maggiore rapidità nell’accesso ai finanziamenti, la condivisione di progetti industriali più ampi, che comprendono l’intera supply chain. – dichiara Marco Franco Nava, direttore regionale Lombardia Sud di Intesa Sanpaolo – La nuova intesa con Cieffe, che mette a disposizione un importante plafond per l’operatività Confirming, va proprio in questa direzione. In Lombardia ad oggi, abbiamo contratti con oltre 200 filiere, per un totale di 4.200 fornitori e un giro d’affari complessivo di circa 25 miliardi di euro”.

Mutui, Brescia tra le province più esposte agli aumenti

in Economia/Edilizia/Finanza by

L’aumento dei tassi di interesse sta pesando sulle tasche degli italiani che hanno sottoscritto un mutuo variabile, ma quanto sono esposti i mutuatari della provincia di Brescia? Secondo l’analisi congiunta di due portali specializzati del settore (Facile e Mutui punto it), nel 17% dei casi i bresciani che hanno ottenuto un finanziamento negli ultimi 18 mesi hanno optato per il variabile. E oggi, inutile negarlo, devono affrontare diverse difficoltà.

La percentuale rilevata nella provincia non solo è la terza più alta della Lombardia, ma è anche è notevolmente superiore sia alla media regionale (14,7%) sia a quella nazionale (14,5%).

Analizzando la graduatoria delle aree lombarde più esposte agli aumenti, sul podio si posizionano Pavia (18,8%), Cremona (17,9%) e Brescia (17%), seguite da Bergamo, (16,8%), Mantova (16,4%), Monza e Brianza (15,7%) e Como (14,8%). Valori inferiori alla media regionale e nazionale, invece, per Milano, (13,3%), Varese (12,8%) e Lecco (12%).

Guardando ai valori regionali, in Lombardia chi ha ottenuto questo tipo di finanziamento negli ultimi 18 mesi ha ricevuto, in media, 154.637 euro e oggi si trova ad affrontare una rata che, in appena un anno e mezzo, è cresciuta fino al 60%.

Brescia, la recessione tedesca frena l’export

in Economia/Export by

Nel primo trimestre del 2023 si conclama la recessione tecnica in Eurozona, su cui agisce la pesante flessione dell’economia della Germania, il cui PIL nel primo quarto del 2023 segna il secondo arretramento consecutivo, pari al -0,3% dopo il -0,5% del quarto trimestre 2022. Un segnale negativo per il manifatturiero bresciano, primo mercato del Made in Italy manifatturiero del nostro territorio con oltre 4,3 miliardi di export negli ultimi 12 mesi, ma in calo dello 0,7% sul I° trimestre 2022. La recente elaborazione dell’Osservatorio di Confartigianato Lombardia che ne ha divulgato la nota, stima che siano 14mila le MPI e imprese artigiane bresciane interessate dalle esportazioni dirette e indirette sul mercato tedesco e quindi maggiormente esposte alla frenata. Brescia, che nei 5 prodotti maggiormente richiesti sul mercato tedesco annovera: prodotti della metallurgia (il 36,5% sul tot. Export manif. Verso mercato tedesco), macchinari e apparecchiature (16,4%), prodotti in metallo (12,7%), articoli in gomma e plastica (6,5%): solo questi prodotti “made in Brescia” rappresentano l’81,2% del tot. export verso la Germania.

«Un campanello d’allarme da non sottovalutare la flessione dell’economia tedesca perché impatta direttamente la Lombardia ed alcune province in particolare, tra cui Brescia. Se infatti, a livello nazionale, la Germania è il primo mercato del Made in Italy, tra le maggiori province esportatrici di prodotti manifatturieri, considerandole per valore assoluto, troviamo proprio Brescia sul primo gradino del podio, Milano al terzo posto, poi Bergamo, e – più in basso – anche Monza Brianza, Varese e Mantova. Ecco perché la frenata dell’economia tedesca, penalizzata da una politica fiscale austera, sta riducendo la domanda di prodotti importati e a risentirne sono le nostre aziende, con la Lombardia prima regione per valore assoluto con oltre 20 miliardi di export annui» spiega Eugenio Massetti, Presidente di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia.

La frenata dell’economia tedesca sta riducendo la domanda di prodotti importati, tra qui quelli lombardi. Secondo le previsioni dello scorso maggio della Commissione europea, nel 2023 le importazioni tedesche di beni e servizi sono previste in salita di un limitato +0,6% a fonte del +3,1% dell’Eurozona. Ciò rappresenta un alert per la nostra regione e le sue imprese poiché la Germania è il primo mercato di sbocco del made in Lombardia, a cui seguono Francia (2^) e Stati Uniti (3^). L’ammontare delle esportazioni lombarde negli ultimi 12 mesi (II trimestre 2022-I trimestre 2023) è di 20.868 milioni di euro, valore assoluto più elevato rilevato tra le regioni italiane. L’inflazione in Germania a giugno 2023 è al 6,8%, in linea con il 6,7% dell’Italia ma superiore al 5,5% della media Eurozona. Mentre l’elevata inflazione sta guidando una pesante stretta monetaria, con i tassi di riferimento della Bce aumentati di 400 punti base in un anno, la scorsa settimana il Governo tedesco ha varato il budget federale per il 2024, delineando la fine della finanza pubblica espansiva. La spesa pubblica scende del 6,1% in termini nominali e il deficit di bilancio sarà significativamente ridotto. La politica fiscale restrittiva ha lo scopo di frenare l’inflazione e di garantire il margine di manovra di bilancio del governo federale.

I prodotti lombardi maggiormente esportati verso il mercato tedesco sono: prodotti della metallurgia (18,7% del totale esportazioni verso la Germania), macchinari e apparecchiature (14,4%) e prodotti chimici (10,9%). All’export dei primi, prodotti della metallurgia, contribuisce in misura maggiore Brescia (1^ anche a livello nazionale), determinandone il 39%; lo stesso vale per macchinari e apparecchiature a cui Brescia contribuisce per il 23,3% (1^ anche a livello nazionale), a cui segue nella classifica lombarda Bergamo (21,1%); mentre all’export di prodotti chimici verso la Germania risultano più esposti, perché maggiori esportatori, anche a livello nazionale, Milano (28,3% export lombardo di prodotti chimici) e Bergamo (26,2%).

Nei primi tre mesi del 2023 la dinamica dell’export sul mercato tedesco è negativa e pari al 2,1% per il totale e al -1,0% per le esportazioni di prodotti manifatturieri (97% del totale), nonostante l’aumento dei prezzi alle esportazioni spinto dal caro commodity e dalla crisi energetica. A livello provinciale in Lombardia 6 su 12 mostrano dinamiche precedute da segno meno già nei primi tre mesi dell’anno in corso. La provincia di Brescia, maggiore esportatrice, mostra anch’essa un trend negativo del -0,7%. Tra i prodotti più venduti sul mercato in esame sono proprio quelli della metallurgia, i più esportati verso il mercato tedesco, a registrare al primo trimestre dell’anno in corso un calo, addirittura a doppia cifra, del -11,1%.

Detenuti e lavoro, Confindustria Brescia rinnova l’accordo

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Lavoro by

È stato siglato oggi pomeriggio – nella sede di Confindustria Brescia – il terzo accordo di collaborazione tra l’Associazione di via Cefalonia, gli Istituti di Pena Bresciani, la Garante dei Detenuti e il Tribunale di Sorveglianza di Brescia, volto a potenziare le iniziative di reinserimento sociale dei detenuti.

Alla firma sono intervenuti Franco Gussalli Beretta (presidente Confindustria Brescia), Silvia Mangiavini (vice presidente Confindustria Brescia con delega a Legalità e Bilancio di Sostenibilità), Luisa Ravagnani (Garante dei detenuti), Francesca Paola Lucrezi (direttrice delle carceri di Brescia) e Monica Cali (presidente Tribunale di Sorveglianza).

L’accordo precedentemente sottoscritto nel 2022 ha finalizzato l’abilitazione di 15 detenuti alla conduzione dei carrelli elevatori e l’avvio di un tirocinio di reinserimento sociale, ad oggi in corso. Parallelamente, il Carcere di Canton Mombello ha ospitato una riunione del direttivo dei Giovani Imprenditori di Confindustria Brescia: l’incontro ha rappresentato un importante momento di confronto tra mondo dell’impresa e carcere.

L’accordo odierno – che avrà durata biennale – si basa sui buoni risultati dei precedenti e si concentra su iniziative di formazione lavorativa in carcere, sull’avvio di tirocini di reinserimento sociale e sul rafforzamento del dialogo tra carcere e imprese.

In questa nuova fase spiccano importanti novità in tema di lavoro digitale: per rispondere alle esigenze del mercato, saranno avviati corsi specifici per consentire ai detenuti l’acquisizione di competenze in campo informatico, nell’ottica di approdare all’inserimento lavorativo in tale ambito.

Il nuovo accordo – che si colloca nel solco dell’instaurata collaborazione tra Confindustria Brescia, Istituzioni e Carcere – rappresenta un ulteriore passo avanti significativo nella promozione dell’inclusione sociale e lavorativa dei detenuti, aprendo a nuove e concrete opportunità per il loro reinserimento.

“Lo scopo del progetto è instaurare un canale di dialogo stabile tra mondo del lavoro e mondo carcerario – commenta Silvia Mangiavini, vice presidente Confindustria Brescia con delega a Legalità e Bilancio di Sostenibilità –. In particolare, il nostro obiettivo è fornire ai detenuti strumenti di reinserimento da spendere nel mondo del lavoro, per costruire una loro dignità e trovare realizzazione in un’attività legale. Ci auguriamo che il progetto funzioni e, magari, possa essere replicato anche in altre realtà territoriali”. 

In particolare, Confindustria Brescia si impegna, con la collaborazione e il monitoraggio delle altre parti coinvolte, a:

  1. Realizzare un corso di formazione in carcere avvalendosi delle strutture formative di Fondazione AIB. La formazione sarà progettata d’intesa con l’Ufficio del Garante dei detenuti e con la Direzione degli Istituti di pena bresciani, tenendo conto dei bisogni formativi della popolazione carceraria e della domanda del mercato del lavoro del territorio.
  2. Sensibilizzare i propri iscritti ad ospitare tirocini di orientamento, formazione e inserimento/reinserimento finalizzati all’inclusione sociale e all’autonomia delle persone in esecuzione penale presso la Casa Circondariale Nerio Fischione e la Casa di Reclusione di Verziano, valutate idonee dall’Equipe trattamentale del Carcere e dal Tribunale di Sorveglianza di Brescia. I tirocini si svolgeranno nelle aziende associate che liberamente daranno la propria disponibilità, sotto la diretta responsabilità formativa dei tutor individuati dalle aziende stesse, nel rispetto della L.R. n. 22/2006, della Delibera di Regione Lombardia n. 5451/2016 e successive modifiche, e della Normativa penitenziaria pertinente.
  3. Sviluppare progetti nel campo della formazione e del lavoro digitale con l’implementazione di percorsi sviluppati in collaborazione con esperti del settore.
  4. Con la finalità di sviluppare forme di dialogo tra il carcere e il mondo del lavoro, il gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Brescia porterà all’interno delle carceri di Brescia una riunione del proprio Comitato Direttivo, che verrà aperto alla popolazione carceraria, agli educatori e alle parti sottoscrittrici del presente Accordo. Temi, data e modalità dell’incontro verranno concordati con la Direzione del Carcere e con la Garante dei detenuti.
  5. Sensibilizzare le Aziende associate a donare generi di prima necessità a favore dei detenuti degli Istituti di pena bresciani. A tal fine, aderirà alla richiesta di collaborazione del Garante dei detenuti, divulgando alle proprie imprese l’elenco dei generi più necessari.

Sostituzione impianti termici, nel Bresciano 1.124 richieste di contributo

in Economia/Energia by

“La Regione Lombardia ha iniziato a liquidare i primi pagamenti per la sostituzione degli impianti termici civili più inquinanti con impianti a biomassa a basse emissioni. Una misura da 12 milioni di euro che ha avuto uno straordinario successo. Il termine era previsto per settembre, ma le risorse sono andate in esaurimento già ad aprile. Lavoreremo in fase di bilancio per trovare nuovi fondi e nei prossimi anni per rendere sistematica la misura”. Lo ha annunciato l’assessore regionale lombardo all’Ambiente e Clima Giorgio Maione presentando i dati relativi al bando.

“Avere migliaia di impianti di riscaldamento moderni, efficienti e all’avanguardia significa contribuire in modo massiccio al miglioramento della qualità dell’aria. L’azione regionale verso la transizione ecologica tocca tutti i settori, investendo in innovazione e accompagnando famiglie e imprese al cambiamento” ha aggiunto Maione.

“Il contributo medio a famiglia è di 3.700 euro. Un aiuto concreto. Siamo per l’incentivo, non per le imposizioni ideologiche e il successo di questo bando testimonia come sia la strada giusta da intraprendere” conclude l’assessore.

Per la linea di investimento dedicata ai privati cittadini sono giunte 3170 domande per un totale di 12 milioni di euro prenotati. Il decreto riguarda 1033 beneficiari. Le altre domande sono in corso di lavorazione e verranno liquidate nei prossimi mesi.

Numero di domande pervenute per singola provincia:

Bergamo 598

Brescia 1.124

Como 297

Cremona 121

Lecco 183

Lodi 24

Mantova 170

Milano 97

Monza Brianza 78

Pavia 115

Sondrio 191
Varese 338

Autostrada della Valtrompia, Brescia compatta scrive a Salvini

in Economia/Infrastrutture by

Il cronoprogramma, che avrebbe dovuto essere pronto a febbraio non c’è: bisogna accelerare sulla realizzazione dell’Autostrada della Valtrompia. A dirlo, secondo quanto riporta Brescia news, sono 14 Associazioni di categoria bresciane, che hanno deciso di scrivere una lettera al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini per chiedere un cambio di passo nella realizzazione dell’opera.

LA LETTERA A MATTEO SALVINI

Egregio Signor Ministro,

per il territorio bresciano il raccordo autostradale della Valtrompia rappresenta un’opera essenziale per la mobilità di persone e di merci all’interno della provincia, consentendo di fluidificare i flussi di traffico da e verso le principali direttrici già esistenti e migliorando indiscutibilmente l’impatto ambientale che gli attuali spostamenti su gomma determinano nell’intera Valle a discapito dell’intera comunità locale. Questo è lo spirito con il quale, ormai da troppi anni, le nostre 14 Associazioni di Categoria bresciane, che hanno l’onore di rappresentare circa 40.500 imprese, tutte insieme hanno chiesto con forza la realizzazione dell’opera.

Dopo il Suo diretto e apprezzato intervento per riattivare un percorso virtuoso che conducesse all’effettiva realizzazione dell’opera, dopo l’insediamento del Tavolo tecnico-politico svoltosi a gennaio, nel corso del quale il Commissario Mucilli si era impegnato a redigere entro la metà di febbraio un cronoprogramma aggiornato per superare le criticità relative ai lavori dell’opera, speravamo nel cosiddetto “cambio di passo”. Da allora, però, nulla è cambiato: non abbiamo visibilità del cronoprogramma, la cantierizzazione dell’opera, anziché accelerare, rallenta. Nel frattempo, la comunità assiste a questa inerzia e subisce i danni della mancata realizzazione dell’opera.

Signor Ministro, noi riteniamo che sia ormai tempo di cambiare approccio rispetto alla gestione dell’opera. Serve superare il vicolo cieco evidente che caratterizza il rapporto tra ANAS Lombardia e Salc. Per farlo, probabilmente sarà necessario ripensare l’assetto fin qui assicurato nell’attribuzione del Commissariamento dell’opera; a nostro avviso, non può ricadere su una figura che, seppur indiscutibilmente professionale come quella dell’Ing. Eutimio Mucilli, è nei fatti bloccata dal fatto di essere lui stesso uomo ANAS. Solo così riteniamo si possa definitivamente sbloccare l’opera ed assicurare la definitiva e completa cantierizzazione dell’opera.

Siamo fiduciosi che ascolti il nostro accorato appello e agisca di conseguenza. Signor Ministro, La invitiamo pertanto, insieme al Viceministro Edoardo Rixi, a prendere direttamente visione dello stato dell’arte del cantiere in essere, visitandolo quanto prima. In quell’occasione, inoltre, auspichiamo che vogliate e possiate presentare il succitato cronoprogramma delle attività di cantiere e la relativa calendarizzazione alla Comunità territoriale e a tutte le nostre Categorie economiche. Da parte nostra, stante la responsabilità di rappresentanza delle categorie economiche trainanti lo sviluppo del territorio, Le assicuriamo piena collaborazione.

Certi della Sua attenzione, trasmettiamo i più cordiali saluti

I Presidenti Associazioni provinciali di Agricoltura, Artigianato, Commercio, Cooperazione, Edilizia, Industria, Servizi, Trasporti e logistica, Turismo

Intelligenza artificiale, rischio e opportunità per le imprese bresciane

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Tendenze by

Il lancio a novembre 2022 di ChatGPT, il software di simulazione di una conversazione con un essere umano basato su Intelligenza artificiale (IA) e machine learning (apprendimento automatico) sviluppato da OpenAI, ha intensificato il dibattito mondiale sulle prospettive dei sistemi di IA e l’impatto sul mondo del lavoro.

Come emerge da un recente studio pubblicato dall’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia la nostra regione è prima per quota di lavoratori in ingresso maggiormente esposti all’impatto dell’intelligenza artificiale. In questo contesto anche l’artigianato bresciano sarà coinvolto in maniera importate e comincia ad interrogarsi – e preoccuparsi – ma potrebbe avere il tempo di metabolizzare le criticità per farsi trovare pronto all’appuntamento.

IMPATTO IA SUL MERCATO DEL LAVORO. Nel dettaglio in Lombardia sono 334.770 le entrate di lavoratori relative alle 173 professioni per cui si rileva una esposizione sopra la media (con livello esposizione alto o medio-alta), pari ad un terzo, precisamente al 32,5% (+7 punti rispetto alla quota nazionale del 25,4%), del totale entrate delle imprese. In particolare, per 242.260 entrate si registra un’alta esposizione all’impatto dell’intelligenza artificiale, pari al 23,5% del totale entrate delle imprese (quota superiore al 17,4% rilevato a livello nazionale). Nel confronto con le altre regioni, dopo la Lombardia c’è il Lazio (32%), Piemonte e Valle d’Aosta (27%).

Tra le province lombarde si osservano quote più elevate di entrate con maggior esposizione all’impatto dell’intelligenza artificiale sull’occupazione per Milano (con il 42,6% di entrate maggiormente esposte all’impatto dell’intelligenza artificiale) a cui segue Monza-Brianza (31,9%), Varese (28,4%) e Lecco (27,3%). Va meglio per la nostra provincia: a Brescia la quota di entrate esposte ad un impatto dell’intelligenza artificiale sull’occupazione è del 21,2% inferiore alla media nazionale del 25,4% e del 32,5% lombardo.

Capitolo trattato dallo studio: la propensione agli investimenti in AI. In Lombardia la quota di imprese con almeno 10 addetti che ha effettuato un investimento in ambito di applicazione dell’intelligenza artificiale si attesta al 9,8% si posiziona 2^ nel ranking nazionale. Mentre a livello provinciale tra le prime 10 su 107 che hanno effettuato almeno un investimento in intelligenza artificiale troviamo Milano (con l’11,8%, che si posiziona 2^ nel ranking nazionale), Bergamo (con il 10,1%, che si posiziona 7^) e Brescia (con il 9,5%, che si posiziona 10^).

«Rischi, ma anche opportunità – spiega Eugenio Massetti, Presidente di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia – Potremo cogliere le potenzialità della diffusione di sistemi di IA e di automazione e integrare, nonché evolvere, i processi per generare benefici all’impresa e alla comunità in cui, in particolar modo quando parliamo di piccole imprese e di artigianato, l’apparato produttivo italiano ha radici ben salde. Sarà più probabile una polarizzazione della qualità del lavoro e l’attivazione di una domanda sempre crescente, e continua, di formazione».

IL RISCHIO AUTOMAZIONE. Qui, il comparto artigiano bresciano è al 5° posto nazionale. L’Osservatorio di Confartigianato ha infatti considerato e parametrato oltre all’impatto dell’intelligenza artificiale, il rischio di automazione e le conseguenze dell’adozione delle tecnologie delle imprese e il suo impatto sul sistema produttivo e occupati e vi emerge in maniera più preoccupante il rischio anche nella nostra provincia. In Lombardia nel 2021 il 23% degli addetti delle imprese opera in settori ad alto rischio automazione, pari a 985 mila addetti. Quota che per l’artigianato sale al 37,5%, pari a 182 mila addetti che operano in settori ad elevato rischio di disoccupazione tecnologica: 14,4 punti percentuali sopra alla media del totale imprese. In particolare, le imprese artigiane si addensano maggiormente in settori manifatturieri e dei servizi relativamente più esposti alla sostituzione del lavoro con macchine. Tra le 116mila imprese lombarde ad alto rischio automazione che impiegano 985mila addetti vi si trovano attività di servizi di ristorazione, fabbricazione di prodotti in metallo, trasporto, attività di servizi per edifici e paesaggio, abbigliamento, tessile, legno, stampa, tra le maggiori ad alto rischio.

In relazione alla composizione settoriale dell’occupazione delle imprese sul territorio si evidenzia per il totale imprese la quota più elevata di occupati in settori ad alto rischio automazione in provincia di Lecco (34,7%), Bergamo (32,9%), Mantova (32,9%) e Brescia (31,1%); rispettivamente al 5°, al 9° e al 17° posto della classifica nazionale su 107 province. Nel comparto artigiano, maggiormente esposto al rischio automazione, il peso degli occupati a maggior rischio robot sul totale lo rileviamo a Lecco (42,6%), Brescia (42,3% sul totale imprese artigianato della nostra provincia e un totale di 34.506 addetti coinvolti) e Mantova (40,2%); rispettivamente al 4°, 5° e 14° posto della classifica nazionale.

«In questo contesto anche l’artigianato sarà coinvolto in maniera importante ed è fondamentale farsi trovare pronti – prosegue Massetti. Nello scenario che ci si prospetta la conoscenza, data dall’istruzione e dalla formazione continua, rappresenta l’anticorpo che permetterà di non essere travolti dai cambiamenti veloci determinati dalla metamorfosi digitale, ma di cogliere benefici e potenzialità derivanti dallo sviluppo dell’automazione. Caratteristiche tipiche delle MPI consentiranno di sfruttare la transizione digitale come una leva di competitività, in particolare: la flessibilità, softskill di rilevante importanza, da cui deriva la capacità di reazione di fronte a situazioni imprevedibili e la creatività, il saper inventare nuove soluzioni per soddisfare specifiche esigenze, entrambe capacità difficili da replicare in una macchina che ‘per natura’ rielabora idee altrui».

Lavoro interinale, a Brescia cresce ancora la domanda (+11%)

in Economia/Tendenze by

Secondo i dati forniti dalle Agenzie per il Lavoro, nel 1° trimestre del 2023 la domanda di lavoratori in somministrazione ha registrato in provincia di Brescia una nuova crescita (+11% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), in lieve accelerazione rispetto alle due rilevazioni precedenti. L’incremento delle richieste per tale tipologia contrattuale rifletterebbe una serie di fattori, tra cui la dinamica positiva dell’industria bresciana sperimentata nei primi tre mesi del 2023 e la rinnovata vitalità del settore ricettivo locale, favorita, fra l’altro, dall’iniziativa Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023.

A evidenziarlo sono i dati forniti dalle Agenzie per il Lavoro, aderenti all’Osservatorio Confindustria Brescia – Agenzie per il lavoro, curato dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

L’aumento rilevato nel 1° trimestre del 2023 interessa la maggior parte delle categorie professionali qui analizzate, ed è trainato, in particolare, dagli addetti al commercio (+52% rispetto all’analogo periodo del 2022), dagli operai specializzati (+42%) e dai tecnici (+35%). Variazioni positive riguardano anche gli impiegati esecutivi (+18%) e il personale non qualificato (+1%). I conduttori d’impianti si caratterizzano invece per un ridimensionamento delle richieste (-9%).

“I dati positivi segnati dal lavoro in somministrazione sono certamente importanti, anche se ad oggi il sistema produttivo sembra aver rallentato, in particolare nelle ultime settimane, con un generalizzato calo della domanda e per le difficoltà di alcune nazioni europee, soprattutto la Germania – commenta Roberto Zini, vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Relazioni Industriali e Welfare –. Un motivo in più per tenere alta l’attenzione, anche alla luce delle importanti modifiche che, sempre di più, interesseranno il mondo del lavoro, ma soprattutto delle difficoltà demografiche che caratterizzano il nostro Paese e la provincia di Brescia, tema su cui torneremo con alcuni approfondimenti specifici nei prossimi mesi.”

Le richieste pervenute alle Agenzie per il Lavoro hanno riguardato, in particolare, il gruppo professionale dei conduttori d’impianti (38,1%), seguiti dagli addetti al commercio (16,0%), dagli operai specializzati (15,0%) e dal personale non qualificato (14,3%). Relativamente più contenuta è la domanda di impiegati esecutivi (8,5%) e di tecnici (8,1%).

Nello stesso periodo, le figure più ricercate sono state: operatori robot industriali (16,2% della domanda complessiva), seguiti dagli addetti macchine lavorazioni metalliche (4,9%), dagli addetti consegna merci (4,8%), dai non qualificati nei servizi di pulizia (4,2%) e dai conduttori macchinari lavorazione gomma (3,7%).

Per quanto riguarda i profili caratterizzati dalle maggiori difficoltà nel reperimento, si segnalano, in particolare, alcune figure tecniche (tecnici della distribuzione commerciale, i tecnici informatici e i tecnici di reti idriche ed energetiche, per i quali si evidenziano alcune problematiche nel reperimento) ed altre relative agli operai specializzati (specializzati meccanica di precisione, fonditori, saldatori, montatori, manutentori, installatori attrezzature elettroniche).

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