Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Economia - page 259

Notizie economico-finanziarie di Brescia e Provincia

Regione, un bando da 3 milioni per chi fa innovazione. Ecco dati e requisiti

in Bandi/Economia/Istituzioni by

Stimolare l’innovazione tecnologica di processo e di prodotto, tramite la creazione di nuove tecnologie digitali, supportare l’introduzione di tecnologie digitali in azienda attraverso la collaborazione tra PMI e centri di ricerca, accompagnare le imprese alla partecipazione al programma “Strumento per le PMI”- fase 2 (Horizon 2020), queste le finalità del bando “Ricerca e Innovazione 2016” di Regione Lombardia, Uniocamere Lombardia e Camera di commercio di Milano, attivato pochi giorni fa a favore delle micro, piccole e medie imprese (MPMI) Lombarde e milanesi che investono in ricerca e innovazione. Due milioni e 950 mila euro lo stanziamento complessivo (euro 1.450.000,00 a carico di Regione Lombardia, Direzione Generale Università, Ricerca e Open Innovation, destinati alle imprese con sede legale/operativa in una delle province lombarde; euro 1.500.000,00 a carico della Camera di commercio di Milano, destinati alle sole imprese con sede legale/operativa in provincia di Milano) per un contributo a fondo perduto che varia dai 20 ai 30 mila euro per impresa da erogare a fronte di investimenti minimi che vanno dai 30 ai 40 mila euro.

 

Alcuni dati. Con quasi 191 mila brevetti nazionali depositati in 10 anni la Lombardia è la regione italiana più innovativa soprattutto per quanto riguarda le invenzioni, quasi 29 mila su 97 mila depositi nazionali (30%), di cui circa 24 mila nella sola provincia di Milano. Si tratta ogni giorno di quasi otto invenzioni in regione. E sempre Milano, con oltre 157 mila brevetti nazionali, è prima a livello lombardo (82,4% del totale), seguono Brescia (5,3%), Bergamo (3,2%) e Varese (2,7%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati UIBM – Ufficio italiano brevetti e marchi.

Risorse e caratteristiche del contributo. Le risorse complessivamente stanziate ammontano a Euro 2.950.000,00. Il Bando prevede quattro tipologie di percorsi e di contributo a fondo perduto fisso concedibile.

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I contributi a fondo perduto verranno erogati in misura fissa (voucher), per le seguenti misure di innovazione tecnologica:

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Soggetti beneficiari Misure A (sottomisura A1), B e C. Possono partecipare le micro, piccole o medie imprese, escluse le società semplici che non svolgono attività commerciale, con sede legale e/o sede operativa in una provincia lombarda e in regola con il pagamento del Diritto Camerale Annuale e che non beneficino di altri aiuti pubblici per lo stesso progetto e spese ammissibili. Per quanto riguarda la sottomisura alla Misura A2, è riservata a due tipologie di soggetti: 1) Start up a prevalente titolarità giovanile, ovvero imprese iscritte e attive come Società di persone o di capitali al Registro Imprese da non più di 48 mesi dalla data di pubblicazione del Bando e in cui almeno il 50% dei componenti dell’impresa (soci e amministratori) abbia un’età non superiore ai 35 anni (compiuti alla data di presentazione della domanda). 2) Aspiranti giovani imprenditori, ossia persone fisiche che si impegnino, entro 90 giorni dalla data di pubblicazione sul BURL del decreto di assegnazione del contributo, a costituire una Società di persone o di capitali in cui almeno il 50% dei componenti dell’impresa (soci e amministratori) abbia un’età non superiore ai 35 anni al momento della validazione e l’aspirante imprenditore ne deve diventare legale rappresentante.

Le domande posso essere presentate: per le misure A (sottomisura A1) e B: dalle ore 14.30 del 6/9/2016 fino alle ore 12.00 del 27/9/2016. Per le misure A (sottomisura A2) e C: dalle ore 14.30 del 6/9/2016 fino alle ore 12.00 del 27/10/2016.

Per la misura A1, A2 (startup), B e C: esclusivamente in forma telematica, dal portale Bandi Imprese Lombarde, con firma digitale forte del legale rappresentante o suo delegato.

Solo per la sottomisura A2 (aspiranti imprenditori), al termine della compilazione del modulo di domanda, entro massimo dieci giorni lavorativi (pena l’inammissibilità della domanda), il soggetto richiedente dovrà stampare e firmare il modulo di domanda; allegare copia del documento di identità del soggetto richiedente; inviare tale documentazione all’indirizzo PEC bandoinnovazione2016@legalmail.it o, in alternativa, tramite raccomandata RR alla sede di Unioncamere Lombardia (via Ercole Odolfredi 23, 20124 – Milano). In caso di invio tramite raccomandata RR farà testo la data di spedizione.

Per informazioni: Camera di commercio di Milano – Servizio Innovazione e Credito, E-mail: contributialleimprese@mi.camcom.it. Unioncamere Lombardia – Area imprese, E-mail: imprese@lom.camcom.it PEC: unioncamerelombardia@legalmail.it. Regione Lombardia – Struttura Ricerca, Innovazione e Trasferimento Tecnologico, E-mail: bandoR&I@regione.lombardia.it PEC: ricercainnovazione@pec.regione.lombardia.it. Il testo integrale del bando è scaricabile sul sito http://www.bandimpreselombarde.it sezione bandi aperti – http://www.ricercainnovazione.regione.lombardia.it canale bandi – sezione agevolazioni.

 

In Lombardia nel 2015 raccolte 520 mila tonnellate di carta e cartone. Brescia seconda

in Ambiente/Economia/Evidenza by

Secondo quanto emerge dai dati diffusi da Comieco (Consorzio Nazionale per il Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica) con il XXI Rapporto Annuale, in Lombardia, nel 2015, ogni cittadino ha raccolto mediamente 53,7 kg di carta e cartone. Il dato è superiore alla media nazionale (51,5 kg/abitante) ma di circa nove punti inferiore alla media registrata nell’area Nord (62 kg/abitante): un dato rappresentativo della diminuzione nei volumi totali di raccolta di 6.144 tonnellate rispetto al 2014.

A livello provinciale, la più virtuosa risulta essere Mantova, dove nel 2015 ogni cittadino ha raccolto mediamente 62,3 kg di carta e cartone, un dato non lontano dalla provincia di Sondrio, i cui cittadini in un anno hanno recuperato 62,1 kg di materiali cellulosici. Seguono Brescia con 61,2 kg per abitante e Cremona (58,1 kg/abitante), Bergamo (57,3 kg/abitante) e Milano (55,6 kg/abitante). Al di sotto della media nazionale si posizionano, invece, le province di Varese (50,6 kg/abitante), Monza e Brianza (47,6 kg/abitante), Como (46,6 kg/abitante), Lodi (43,7 kg/abitante), Lecco (42,5 kg/abitante) e, infine, Pavia (39,5 kg/abitante).

“Nel 2015 la raccolta differenziata di carta e cartone al Nord è diminuita dello 0,7%. In linea con questo risultato, la Lombardia ha registrato un decremento dell’1,2%” ha dichiarato Ignazio Capuano, Past President di Comieco. “Nonostante il calo, la Regione ha raccolto i maggiori volumi di carta e cartone fra le regioni d’Italia; il risultato si riflette anche sui corrispettivi economici che il Consorzio, a fronte di un corretta raccolta differenziata di carta e cartone, ha riconosciuto ai Comuni convenzionati: oltre 11 milioni di euro”.

A livello nazionale, nel 2015 la raccolta di carta e cartone ha registrato un aumento dello 0,5% per un totale di oltre 3,1 milioni di tonnellate: oltre 20 mila tonnellate in più rispetto all’anno precedente e un pro capite di 51,5 kg per abitante (nel 1998 era di 17 kg/abitante-anno).

Guardando nel dettaglio l’intero Paese, le variazioni sono positive soltanto per due macro aree su tre: Centro e Sud crescono rispettivamente dello 0,2% e del 4,1%; il Nord, invece, registra nel 2015 una leggera battuta d’arresto registrando un calo dello 0,7% rispetto all’anno precedente.

Comieco ricorda inoltre che, in collaborazione con Anci e Conai, invita tutte le famiglie italiane a raccogliere più carta e cartone per aiutare i Comuni colpiti dal terremoto nel Centro Italia del 24 agosto scorso. Per contribuire alla ricostruzione dei paesi basta infatti raccogliere meglio e di più: ogni 100 kg raccolti in più nel mese di settembre 2016 (rispetto a settembre 2015) il Consorzio destinerà 7 euro ai Comuni vittime del sisma. La variazione sarà misurata sulle quantità di raccolta di carta e cartone gestite in convenzione.

I giovani di Aib in trasferta al summit cinese

in Economia/Evidenza/Export by

Una delegazione del Gruppo Giovani Imprenditori AIB, guidata dal presidente Alberto Faganelli, ha partecipato al G20 Young Entrepreneurs’ Alliance Summit, svoltosi a Pechino in contemporanea col G20 cinese dei capi di Stato e di Governo. A comporre la delegazione di imprenditori under 40 di AIB, insieme al presidente Alberto Faganelli, anche Giorgio Costa (Consul Group), Francesco Frascio (Ferremi Leonino), Sara Mancini (Cometal Engineering) e Francesca Morandi (Siderweb).

“Il futuro dell’economia globale è nelle mani della Cina. E’ quindi fondamentale per gli imprenditori conoscere e interpretare in che direzione sta andando questo grande paese, che negli ultimi tempi sta mutando profondamente il suo paradigma di sviluppo: non più solo la ricerca della crescita, ma una rinnovata attenzione ai consumi interni degli abitanti delle zone rurali, insieme all’incentivo alle aziende locali ad investire su prodotti più tecnologici e di qualità nelle zone limitrofe alle grandi città, dove il costo del lavoro sta crescendo velocemente. Dunque, un grande competitor per noi, ma anche un’opportunità da cogliere. Tuttavia la Cina non è un mercato per tutti, lo è sicuramente per le grandi aziende strutturate e può esserlo anche per le piccole imprese che siano però in grado di fare rete per affrontare al meglio una realtà tanto vasta e complessa”.

Prima tappa del viaggio, Shanghai, dove dal 4 al 7 settembre il gruppo ha visitato alcune realtà industriali nell’ambito dell’iniziativa “Il dragone cambia pelle?”, promossa da Confindustria in collaborazione con il MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business. Dall’8 al 10 settembre, i giovani bresciani hanno preso parte a Pechino al G20 Young Entrepreneurs’ Alliance Summit 2016. Insieme a una quarantina di delegati italiani hanno incontrato 400 giovani imprenditori provenienti da 20 Paesi del mondo, discutendo di disruptive innovation e partecipando a meeting B2B dedicati. Sono state infine formulate proposte da sottoporre al Business 20 (B20) e ai capi di Stato e di Governo del G20, con l’obiettivo di “stimolare crescita inclusiva e lavoro”. Le pmi dei paesi del G20 detengono il primato nella creazione di posti di lavoro, impiegando più dei due terzi dei lavoratori del settore privato, e fornendo più dell’80% della crescita.

Brutte notizie dai mercati esteri: rallenta l’export bresciano (DATI IN ALLEGATO)

in Economia/Export by

Nel secondo trimestre 2016, su base tendenziale (rispetto allo stesso periodo del 2015), le esportazioni bresciane diminuiscono dello 0,5% e le importazioni aumentano dello 0,6%. In valore assoluto, ammontano, rispettivamente, a 3.848 e a 2.150 milioni di euro. Il risultato delle esportazioni è il secondo negativo dopo ben undici rilevazioni consecutive positive.

Nel secondo trimestre del 2016, rispetto ai tre mesi precedenti, invece le vendite bresciane di beni sui mercati esteri risultano in aumento del 10,6%; gli acquisti dall’estero sono in crescita del 6,6%.

Nel periodo gennaio-giugno 2016, rispetto al primo semestre del 2015, la tendenza negativa delle esportazioni (-1,8%) è in contro tendenza rispetto a quella rilevata sia in Lombardia (+0,7%) che in Italia (0,0%); la dinamica delle importazioni (+0,2%) è invece superiore sia rispetto al dato regionale (-1,7%) che a quello nazionale (-2,9%). I dati scontano, tra l’altro, la persistente stagnazione degli scambi internazionali, la debolezza della domanda proveniente dai Paesi emergenti (Bric, in particolare), nonché l’apprezzamento dell’euro in termini effettivi e nominali, iniziato dalla primavera del 2015.

Questi i risultati più significativi che emergono dalle elaborazioni effettuate dal Centro Studi AIB e dall’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio sui dati Istat del commercio internazionale, recentemente diffusi a livello provinciale.

“Nonostante un momento di stallo nell’export, ci sono comunque segnali di recupero”, dichiara Marco Bonometti, Presidente di AIB. “Il dato più confortante è sicuramente la tenuta della produzione. Inoltre, Brescia rimane comunque fra le prime 4 province italiane per le esportazioni. Il nostro sistema economico si è fortemente internazionalizzato, salvaguardando parzialmente la provincia dalla crisi: oltre 300 società bresciane hanno investito all’estero ed un centinaio quelle straniere che hanno trovato da noi la giusta collocazione per i loro impianti produttivi. Dalla crisi le imprese hanno imparato molto: anzitutto il valore dell’internazionalizzazione e l’importanza strategica di investire in ricerca e in innovazione di prodotti e processi, valorizzando la collaborazione nelle filiere tradizionali e nei nuovi comparti ”, conclude Bonometti.

Nel primo semestre 2016, tra i settori, su base tendenziale, la contrazione delle vendite all’estero di metalli di base e prodotti in metallo (-7,6%), prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere (-42,1%), prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti (-21,0%), macchinari ed apparecchi (-2,0%) contribuisce alla caduta dell’export bresciano.

Un aumento delle esportazioni riguarda invece: articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+26,3%), prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (+15,9%), sostanze e prodotti chimici (+10,9%), articoli in gomma e materie plastiche (+10,0%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+6,3%).

▪ Tra i mercati di sbocco, calano sensibilmente le esportazioni verso il Brasile (-54,5%), l’India (-31,1%), l’Algeria (-28,9%) e la Turchia (-20,7%). Diminuisce anche il flusso di merci dirette verso il Regno Unito (-10,3%), la Russia (-8,6%) e gli Stati Uniti (-6,2%). La riduzione delle vendite estere è stata attenuata dalla crescita dell’export verso i Paesi UE28 (+1,4%); in particolare dagli acquisti di alcuni dei principali partner commerciali delle imprese bresciane quali: Germania (+2,0%), Paesi Bassi (+7,2%), Francia (+2,0%), Spagna (+2,5%) e Belgio (+4,6%).

▪ Per quanto riguarda le importazioni, sono in aumento quelle di mezzi di trasporto (+29,3%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+20,8%), apparecchi elettrici (+9,6%), articoli in gomma e materie plastiche (+8,5%), sostanze e prodotti chimici (+ 7,9%).

Risultano, invece, in diminuzione gli acquisti nei settori: metalli di base e prodotti in metallo (-5,8%), prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti (-17,9%), coke e prodotti petroliferi raffinati (-16,6%).

▪ Diminuiscono le importazioni da: Russia (-27,3%), India (-18,8%), Algeria (-16,8%), Stati Uniti (-10,6%), Belgio (-9,9%) e Francia (-8,0%). Cresce, invece, decisamente il flusso in entrata di merci provenienti dal Regno Unito (+13,9%) e, in misura minore, quello dalla Turchia (+7,8%) e dalla Spagna (+2,2%).

Il saldo commerciale è positivo (+3.162 milioni di euro), in diminuzione del 4,3% rispetto a quello del primo semestre del 2015 (+3.305 milioni di euro).

SCARICA I DATI COMPLETI DI AIB

Bollo auto, Maroni promette: lo aboliremo entro la fine del mandato

in Economia/Istituzioni/Tasse by

“All’abolizione del bollo auto stiamo lavorando: significa entrate per un miliardo di euro, che va trovato, perché è spesa corrente della Regione, che serve a finanziare le mille attività che facciamo. Stiamo comunque lavorando su questo, perché e’ una promessa che ho fatto e intendo mantenerla”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, questo pomeriggio, conversando con la stampa a margine dell’insediamento del Consiglio generale di Fondazione Fiera Milano.

AGEVOLAZIONI GIA’ IN VIGORE – “Le agevolazioni sul bollo ci sono già – ha puntualizzato il presidente -: per esempio lo abbiamo abolito per chi rottama un vecchio euro diesel inquinante e ne acquista uno meno inquinante”.

FISCO PIU’ UMANO, VOGLIAMO ESSERE UN MODELLO – A proposito della sostituzione di Equitalia, il presidente ha ribadito come questa decisione intenda avvicinare il fisco ai cittadini, attraverso un rapporto più umano, che tenga conto della morosità incolpevole, “siamo la prima Regione a farlo – ha ribadito – e mi auguro che questo modello possa essere esteso”.

SU EQUITALIA DA NOI FATTI CONCRETI – “Renzi aveva detto che avrebbe abolito Equitalia – ha concluso -, noi lo abbiamo fatto, mentre li’ siamo ancora alle chiacchiere”.

A2A, Brescia e Milano pensano ad una nuova vendita di quote

in A2A/Economia/Evidenza/Partecipate e controllate by

Milano e soprattutto Brescia stanno pensando ad una nuova vendita di azioni di A2A. La volontà mai nascosta del sindaco Emilio Del Bono – lo scrive il Corriere della Sera di Brescia – è quella di fare cassa per estinguere al più presto i mutui aperti per la costruzione della metro e “liberare” 14 milioni di euro all’anno da investire sulla città. Al momento l’orientamento di Del Bono sarebbe quello di cedere una quota pari al 5% delle azioni che dovrebbe portare ad un incasso di circa 200 milioni di euro.

Ieri i due sindaci si sono incontrati a palazzo Marino e pare che la volontà della vendita sia una strada percorribile da parte di entrambi (lo stesso sindaco Giuseppe Sala lo aveva più volte annunciato in campagna elettorale), anche se i tempi e i modi saranno da decidere insieme con i due uffici legali per fare in modo che tale mossa non turbi il buon andamento in Borsa del titolo che in tre anni ha più che raddoppiato il suo valore. Il momento, in realtà, è ottimo per vendere le azioni dato che l’azienda sotto la guida di Giovanni Valotti e Valerio Camerano è tornata all’utile.

Restano però da sciogliere diversi nodi. Primo fra tutti il mantenimento del controllo sulla multiutility per poter indirizzare gli investimenti e proseguire nella nomina dei vertici. «È possibile anche con il 40% delle quote visto che il resto è nelle mani di un mercato spezzettato» ha dichiarato il sindaco di Brescia al Corriere. Ma ora c’è sul tavolo l’ipotesi di coinvolgere anche i comuni che controllano Linea Group (Rovato con i paesi dell’ovest bresciano, Cremona, Crema, Lodi, Pavia) per farli entrare nel patto di sindacato con il 2% del totale delle azioni di A2A. Anche Antonio Vivenzi, neo presidente di Lgh, sembra favorevole a questa soluzione.

Indagine Api: le imprese guardano all’estero, ma il credito scarseggia

in Api/Associazioni di categoria/Export/Tendenze by

Il Centro Studi di Apindustria Brescia ha recentemente indagato lo stato delle attività estere dei propri associati verso i Paesi extra UE, tramite un questionario che ha rilevato l’attività attuale (dettagliandone presenza nelle macro aree e quindi le modalità di ingresso nei singoli Paesi) e l’intenzionalità di sviluppo futuro, correlandole alle difficoltà fino ad ora riscontrate.
Ne è emerso che il 67% dei rispondenti registra ad oggi una presenza in mercati esteri, mentre il 45% circa intende sviluppare o rafforzare rapporti commerciali con Paesi extra europei.
La principale macro area di destinazione è rappresentata da Paesi europei non presenti nell’Unione (verso cui il 49% dei rispondenti ha sviluppato rapporti commerciali), seguito dall’America (40%) e dal Medio Oriente (32%); nella sola Russia si posizionano i clienti del 29% dei rispondenti.
Nell’approccio ai Paesi esteri, la formula preferita è l’esportazione diretta (79% circa), segue l’appoggio a distributori locali (16% circa). Molto più contenuti i casi in cui si esporta tramite filiali commerciali e uffici di rappresentanza, sporadico il ricorso a joint ventures.

Sono numerose invece le difficoltà riscontrate dalle aziende associate che lavorano al di fuori dei confini europei. Quelle di maggior rilievo sono riconducibili sostanzialmente a:
questioni interne/strutturali delle imprese, che per carenza o inadeguatezza di risorse economiche e umane (o per la propria dimensione aziendale) non sono in grado di sviluppare relazioni commerciali al di fuori dei confini nazionali (52,7%);
finanziarie, in primis in termini di accesso al credito (14,45%);
geopolitiche e culturali/linguistiche tra Paesi (27,3%);
legate alla figura del cliente/partner estero, che presenta caratteri strutturali o di affidabilità che limitano l’instaurarsi della relazione commerciale (18,18%).

Nel dettaglio, la difficoltà più frequente è rappresentata dalla mancanza di economicità dell’operazione, in cui si identifica il 22% circa dei rispondenti; tuttavia si annovera anche la carenza di personale dedicato e, sovente, l’inaffidabilità dei partner locali.
Tra le difficoltà finanziarie, domina il rischio Paese (5,5%), ma anche problemi relativi alla bancabilità del potenziale cliente (poco meno del 2%) e al rapporto commerciale (4% circa), che non sembra sicuro per durata, importo o clausole contrattuali imposte.
Nonostante le difficoltà indicate, le imprese dimostrano ottimismo e intenzionalità di ulteriore sviluppo estero (45% circa dei rispondenti), ma anche necessità di supporto nella ricerca di clienti esteri (57,3%). Meno rilevante la richiesta di sviluppare in loco relazioni con partner (23%) o consulenti (8,6%).

FOCUS METALMECCANICO
Le imprese metalmeccaniche si sono dimostrate particolarmente attive verso l’estero; i risultati rilevati paiono in linea con le dinamiche segnalate dal complesso dei rispondenti.
Marcato, per queste imprese, il ricorso all’esportazione diretta. Tra le difficoltà di accesso ai mercati esteri, l’inadeguatezza della struttura aziendale (47% circa) in termini di onerosità (25% dei rispondenti) e di carenza di personale dedicato (18% circa). Le dimensioni aziendali incidono solo per il 3,5%, mentre le difficoltà legate al Paese e al cliente pesano, complessivamente, per il 43% circa.
Anche nel caso del settore metalmeccanico, la ricerca di clienti esteri sembra essere la necessità più sentita nelle aziende (42% dei rispondenti), mentre la ricerca di partner e/o consulenti in loco incide per il 18% circa degli intervistati.

Svolta in Regione: la Lombardia licenzia Equitalia

in Economia/Istituzioni/Tasse by

“Regione Lombardia abbandona Equitalia spa per il recupero coattivo dei crediti regionali”. Lo comunica una Nota di Regione Lombardia.

NUOVO CONCESSIONARIO – “La decisione – prosegue la Nota – e’ stata assunta nel corso dell’odierna seduta della Giunta regionale, che ha sancito l’avvio del nuovo sistema di riscossione coattiva a partire dal 15 settembre 2016, attraverso il nuovo Concessionario RTI Publiservizi srl e Duomo GPA srl, individuato mediante una gara ad evidenza pubblica, su scala europea. Questo comportera’, per Regione Lombardia, una riduzione dei costi di aggio, che passeranno dall’8 per cento al 5,9 per cento, e per i contribuenti una riduzione delle spese postali”.

ELIMINATA LA CARTELLA ESATTORIALE – “Viene quindi eliminata la cartella esattoriale – si legge ancora nella Nota – e introdotta l’ordinanza ingiunzione di pagamento quale strumento per il recupero coattivo delle somme dovute a Regione Lombardia e risultate inevase anche a seguito di comunicazioni informali finalizzate a regolarizzare la posizione avvalendosi degli istituti giuridici deflattivi del contenzioso (avvisi bonari, ravvedimento operoso)”.

REGOLARIZZAZIONE AGEVOLATA – “Congiuntamente all’abbandono di Equitalia spa – precisa la Nota -, Regione Lombardia ha realizzato una campagna di ‘regolarizzazione agevolata’, che, anche al fine di creare le condizioni per una efficace riscossione della tassa automobilistica, contemperando le esigenze di tutela dell’Erario con quelle del cittadino incolpevolmente moroso, ha prodotto una significativa riduzione delle posizioni”.

“La campagna ha, infatti, permesso di regolarizzare circa 1.000.000 di posizioni relative alla tassa automobilistica – si legge ancora -. Con questa iniziativa si e’, contestualmente, recuperata base imponibile per le annualita’ successive, poiche’ sono stati compiutamente individuati veicoli e contribuentiattraverso l’acquisizione di informazioni mancanti negli archivi della Motorizzazione e del Pubblico Registro Automobilistico. Un’azione, pertanto, che ha coinvolto i cittadini, assicurando la continuita’ della riscossione per gli anni tributari futuri”.

FISCO VICINO AL CITTADINO – “L’abbandono di Equitalia centra l’obiettivo, perseguito da Giunta e Consiglio regionali, un ‘fisco vicino al cittadino’ – conclude la Nota -, creando un modello di fiscalita’ regionale piu’ vicina al contribuente, che nel rispetto delle normative vigenti, viene valorizzato primariamente in quanto cittadino”.

Fabrizio Scuri

in Economia/Personaggi by

Fabrizio Scuri ha 52 anni, è sposato e ha due figli. Vive a Cazzago San Martino, in Franciacorta. Dopo la laurea in matematica e tre anni in cattedra, ha deciso di intraprendere la professione di programmatore e analista informatico per poi mettersi in proprio nel settore, fondando prima la Intelligent Tool e quindi la Gx Italia. Nel 2004 è stato nominato dai 70 Comuni azionisti presidente di Cogeme, contribuendo in maniera determinante alla nascita del progetto federativo di Linea Group Holding (sesto gruppo in Italia nel settore utility), che ha unito le municipalizzate dei territori di Cremona, Pavia, Lodi, Crema e Rovato.

Quindi, dal 2007, è stato indicato dagli stessi soci come amministratore delegato di Lgh (confermato fino al 2012), mantenendo contestualmente la guida di Linea Com, la controllata del gruppo che si occupa di servizi di It e Tlc. Nel 2012 è stato scelto dal Comune di Palazzolo per guidare le operazioni di chiusura della controllata Sogeim. Quindi ha deciso di tornare nel mondo del privato accettando di assumere il ruolo di amministratore delegato del Gruppo Gabeca. Da due anni è anche ad di Grandi Riso, quarto produttore italiano di riso. E’ appassionato di corsa a piedi (ha corso due maratone oltre a diverse mezze maratone).

BIOGRAFIA AGGIORNATA AL 13.09.2016

Voglia di impresa nel Bresciano: nei primi sei mesi 4mila nuove aziende

in Economia/Partner/Tendenze by

Voglia d’impresa in Lombardia: nei primi sei mesi del 2016 sono oltre 33mila le nuove imprese iscritte in regione di cui 13.490 con sede a Milano, quasi 4mila a Brescia, 3.208 a Bergamo, circa 2.500 a Monza e Brianza e Varese. 3.441 operano nei lavori di costruzione specializzati, circa 2.700 nel commercio al dettaglio e 2.600 nell’ingrosso, 1.601 nella ristorazione e oltre mille nelle coltivazioni agricole. I giovani pesano il 28,4% sulle nuove imprese con punte del 36,7% a Sondrio e 31,8% a Como. Il dato bresciano parla di 1190 imprese iscritte gestite da giovani, il 30,1 per cento del totale, con un penso su base nazionale dell’1,8 per cento. Emerge da un’elaborazione Camera di commercio di Milano su dati del registro imprese al secondo trimestre 2016.

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