Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Economia - page 25

Notizie economico-finanziarie di Brescia e Provincia

Scarpa (Save): 50 milioni per potenziare il servizio merci dell’aeroporto di Montichiari

in Economia/Trasporti by
Aeroporto di Montichiari

“L’aeroporto di Montichiari è oggi un’ importante infrastruttura per l’attività cargo, in grado di generare un’occupazione diretta, indiretta e derivante dalla capacità attrattiva di altri business di oltre 3.500 persone, con una ricaduta positiva sul territorio in termini di PIL pari a 220 milioni di euro. Dati rilevanti, che confermano la vocazione di Brescia quale scalo dedicato al trasporto aereo cargo, e che contiamo di far crescere ulteriormente grazie ai progetti di sviluppo previsti nel Masterplan con orizzonte temporale al 2030″.

A dirlo – secondo quanto riporta Brescia news – è stata Monica Scarpa, amministratore delegato del Gruppo SAVE, a margine della tavola rotonda “Aeroporto di Montichiari: il ruolo della logistica per un sistema interconnesso sostenibile” organizzata in occasione dell’evento Futura Expo 2023.

“L’obiettivo – ha aggiunto – è quello di portare avanti un ambizioso programma di investimenti che prevede, tra il 2023 e il 2032, l’impiego di oltre 50 milioni di euro per la costruzione di due edifici dedicati alla gestione dei servizi di handling e warehousing su una superficie di 480.000 metri quadri totali, oltre ai lavori per la pavimentazione della pista di volo e dei piazzali adiacenti. Il Masterplan comprende, inoltre, alcuni interventi fondamentali sul fronte della sostenibilità e non solo, tra cui la restrizione dei decolli notturni per il contenimento del rumore e la riduzione del consumo di acqua potabile, tramite il riutilizzo delle acque depurate e trattate anche grazie ad nuovo depuratore. A queste iniziative sarà poi affiancato un vasto programma di interventi per l’efficientamento energetico, anche tramite l’installazione di sistemi di illuminazione di ultima generazione in numerose aree dell’aeroporto.”

Scopri i vantaggi incredibili del rivestimento PVD

in Economia/Redazionali by

I rivestimenti in PVD stanno emergendo come una tecnologia all’avanguardia che cambia le regole del gioco nel campo della metallurgia, dell’ingegneria dei materiali e non solo. In questo contesto, aziende come Pvd technologies a Brescia guidano l’innovazione, offrendo soluzioni che aumentano significativamente la durata e le prestazioni dei materiali. Questa tecnologia consente di applicare un film sottile di materiale su una vasta gamma di substrati, aumentando significativamente le loro prestazioni e la loro longevità.

Cos’è il rivestimento PVD?

Il PVD, acronimo di ‘Physical Vapor Deposition’, separa materiali come zirconio, titanio o ferro a livello atomico e li deposita su un substrato. Questo processo può essere realizzato attraverso diverse tecniche.

Il risultato è una pellicola sottile, estremamente resistente, che trova applicazione in svariati settori. Il grande vantaggio del PVD è la sua versatilità. A differenza di altre tecnologie, può essere applicato su vari materiali, inclusi metallo, vetro e ceramica. Questo lo rende ideale per una vasta gamma di applicazioni, dalla rubinetteria di lusso ai cinturini d’acciaio per orologi e componenti nautici.

Durabilità

Uno dei vantaggi più significativi dei rivestimenti PVD è la durabilità che conferiscono ai materiali. 

Grazie al processo di deposizione a vapore fisico, il rivestimento PVD crea una barriera incredibilmente resistente che protegge la superficie sottostante da usura, graffi e altre sollecitazioni meccaniche. 

Ad esempio, nella rubinetteria, un settore in cui l’usura è inevitabile a causa dell’uso frequente e dell’esposizione all’acqua, i rivestimenti PVD contribuiscono a mantenere l’integrità e la brillantezza del metallo per un periodo di tempo significativamente più lungo rispetto alle finiture tradizionali. Analogamente, i cinturini in acciaio degli orologi, spesso esposti a graffi e urti, vedono una notevole estensione della loro vita utile quando trattati con PVD.

Resistenza alla Corrosione

La resistenza alla corrosione è un altro pilastro fondamentale nel valore aggiunto offerto dai rivestimenti PVD. Questa tecnologia si rivela essere un baluardo efficace contro gli effetti dannosi di molti agenti corrosivi, dai sali agli acidi, garantendo così un’estesa longevità del materiale trattato. Questa caratteristica è particolarmente cruciale in industrie come la nautica, dove la salsedine è una minaccia costante, o nell’industria chimica, dove i materiali sono spesso esposti a sostanze aggressive.

Per dare un’idea più concreta, pensiamo ai componenti nautici come anelli di tenuta o bulloni: quando sono rivestiti con PVD, questi elementi non solo resistono alla corrosione della salsedine ma mantengono anche la loro forza strutturale, riducendo il bisogno di frequenti sostituzioni e quindi abbassando i costi operativi. In questo modo, il PVD non è solo una questione estetica, ma rappresenta un investimento strategico per la longevità e l’efficienza dei materiali.

Aspetto Estetico

Oltre alle funzionalità tecniche, i rivestimenti PVD offrono una gamma incredibilmente ampia di possibilità estetiche. Grazie alla sua versatilità, questa tecnologia permette di personalizzare colori e finiture in modo da conferire un aspetto unico e raffinato all’oggetto trattato. Se pensiamo, ad esempio, agli orologi di alta gamma, un rivestimento PVD può trasformare un semplice cinturino in acciaio in un capolavoro di design, con finiture che vanno dall’oro rosa al nero opaco.

Questo è un vero e proprio game-changer in settori come il design d’interni o l’abbigliamento, dove l’estetica è tanto cruciale quanto la funzionalità. Le maniglie delle porte, i rubinetti o anche le montature degli occhiali possono essere trasformate in oggetti d’arte senza sacrificare la loro resistenza e durabilità.

Efficienza Economica

Mentre è vero che i costi iniziali per il rivestimento PVD possono essere più alti rispetto ad altre soluzioni, è fondamentale considerare il ritorno sull’investimento nel lungo termine. La durabilità e resistenza alla corrosione offerte dal PVD significano che gli oggetti trattati necessitano di meno manutenzione, e la loro vita utile sarà prolungata. Questo rappresenta un risparmio significativo, soprattutto in settori come l’aeronautica o l’automobilismo, dove la sostituzione di componenti può essere estremamente costosa.

Per fare un esempio concreto, pensiamo a una flotta di navi. L’utilizzo di rivestimenti PVD per proteggere le componenti metalliche dalla corrosione dell’acqua salata potrebbe tradursi in anni di vita aggiuntivi per le navi, con un considerevole risparmio in termini di manutenzione e sostituzione dei pezzi.

In sostanza, il rivestimento PVD rappresenta un investimento intelligente, che si ripaga nel tempo grazie alla minor frequenza di riparazioni e alla maggiore longevità degli oggetti trattati.

Ricapitolando, uno dei punti forti del rivestimento PVD è senza dubbio la sua longevità. Mentre la durata specifica può variare in base all’uso e all’ambiente in cui si trova l’oggetto, è ragionevole aspettarsi che un trattamento PVD possa durare per decenni. Soprattutto quando parliamo di oggetti che non sono esposti a stress particolari, come gioielli o componenti d’arredo, il rivestimento può mantenere le sue qualità protettive ed estetiche quasi indefinitamente.

In settori come l’ingegneria o la produzione industriale, la longevità del rivestimento può contribuire a ridurre i tempi morti e i costi associati alla manutenzione o alla sostituzione dei componenti. 

Tra le imprese bresciane spicca Pvd Technologies a Brescia, leader nel campo dei rivestimenti in PVD. L’azienda può migliorare la durabilità, la resistenza e l’estetica dei tuoi prodotti.

ARTICOLO DA LINKEASY

Sicurezza informatica, Valsabbina sale al 15% di Id Defend

in Banche/Economia/Valsabbina by

Banca Valsabbina sigla l’intesa per sottoscrivere l’aumento di capitale sociale dedicato al 15% in “ID Defend”, start-up innovativa milanese, attiva nella cyber security.

ID Defend, costituita nel 2018 e supportata da un team che vanta più di 25 anni di esperienza nei settori della Sicurezza Informatica e del Risk Management, è infatti una realtà specializzata nell’offerta di soluzioni per la protezione dal furto d’identità e per il monitoraggio creditizio.  

La insurtech ha realizzato una piattaforma proprietaria che offre un ecosistema di servizi che hanno carattere di prevenzione, assistenza, protezione e tutela economica contro il rischio di furto d’identità.

ID Defend consente alle persone di monitorare i dati personali, prevenendo furti d’identità e truffe creditizie, inoltre avvisa potenziali vittime in tempo reale, permettendo di agire tempestivamente, minimizzando i danni economici anche grazie a soluzioni assicurative. Mediante i servizi offerti anche le imprese possono ridurre i rischi d’attacchi informatici avvalendosi di strumenti di monitoraggio, prevenzione, formazione, assistenza, nonché protezione dei dispositivi.

Il modello di business di ID Defend è quindi articolato su diverse soluzioni:

  • servizio monitoraggio creditizio, report – alert: finalizzato alla protezione dalle frodi creditizie attuate attraverso un uso fraudolento dei dati personali intercettati su internet;
  • servizio di monitoraggio del dark web: con monitoraggio dei dati personali del cliente sul “dark web” al fine di prevenire i danni conseguenti al furto di identità, verificando eventuali scambi o vendite online di dati personali (es. codice fiscale, indirizzi e-mail, numeri di telefono, carte di pagamento, iban, documenti di identità del cliente);
  • servizio di tutela dell’identità: assistenza del cliente vittima di furto dell’identità al fine di minimizzare le eventuali conseguenze negative;
  • servizio di formazione: teso a sviluppare nelle persone la consapevolezza delle minacce Cyber attraverso un percorso formativo stimolante e dinamico;
  • servizio anti-malware:tramite unsoftware finalizzato a prevenire le intrusioni su un dispositivo (smartphone, PC, tablet) di proprietà del cliente;
  • servizio assicurativo in omaggio: a tutela dei danni subìti a seguito di un furto di identità;
  • ID defend card: scherma ed assorbe i segnali (NFC ed RF) per proteggere le carte di credito/debito, rendendole invisibili agli scanner o ai POS

L’intesa raggiunta prevede l’ingresso della Banca popolare nel capitale di ID Defend per una quota del 15% a fronte di un aumento dedicato, funzionale all’ulteriore crescita della società.

L’accordo rientra nell’ambito di una più articolata operazione, che fa seguito anche al recente ingresso di altri investitori istituzionali operanti nel Venture capital, specializzati quindi nel favorire lo sviluppo di startup operanti nel settore fintech e insurtech. ID Defend è stata infatti selezionata da Fin+Tech Accelerator, il programma di “accelerazione” finalizzato a rendere più rapida la crescita delle startup ad alto potenziale, parte della Rete Nazionale Acceleratori di Cassa Depositi e Prestiti.

“La crescente dipendenza dalle risorse digitali è ormai diventata un elemento strutturale del contesto in cui viviamo, ciò comporta la necessità, anche per gli operatori di mercato impegnati nel settore finanziario, di avviare un percorso finalizzato a fronteggiare sfide sempre più impegnative ed in evoluzione. Anche noi dobbiamo quindi cercare di contribuire sensibilizzando la clientela – anche a livello culturale – ad un progressivo innalzamento dei livelli di cyber sicurezza”, premette Hermes Bianchetti, Vicedirettore Generale Vicario di Banca Valsabbina.

“Negli ultimi anni la nostra Banca ha effettuato investimenti in tecnologia e siglato partnership importanti, innovando processi e servizi. Il mercato è in continua evoluzione, i progressi tecnologici offrono quindi opportunità ma al contempo fanno emergere nuovi rischi da presidiare. La collaborazione con questa promettente realtà ci consente di assumere un ruolo attivo anche in una tematica emergente come quella del cyber risk e della protezione dell’identità digitale. Con questo investimento, per noi complementare, rafforziamo la collaborazione commerciale, con l’intenzione di offrire soluzioni concrete ai nostri clienti, mitigando quindi i possibili rischi a cui l’evoluzione tecnologica ci può esporre”, conclude con soddisfazione Bianchetti.

Andrea Corbino, Amministratore delegato e co-fondatore della società, ha commentato: “L’idea alla base di ID Defend nasce con l’obiettivo di identificare i nuovi rischi sul mercato. La nostra piattaforma consente ai clienti di poter ridurre significativamente la probabilità di furto di identità, di truffe creditizie o di subire attacchi malware, offrendo un servizio di assistenza ad alta specializzazione.

La protezione della persona per noi avviene attraverso quattro pilastri fondamentali: prevenzione, monitoraggio, assistenza – alert e protezione. Crediamo fortemente in questa collaborazione con una Banca del territorio che si è dimostrata proattiva e sensibile all’evoluzione dei rischi. Questa operazione ci permetterà di investire ulteriormente e di accelerare il percorso di crescita, valorizzando la nostra idea di business”.

Metra acquisisce Extruded Aluminium Corporation, uno dei principali produttori nordamericani di profilati in alluminio

in Economia/Export/Manifatturiero by

Metra S.p.A. di Rodengo (insieme alle sue controllate e affiliate, “Metra”), uno dei principali produttori mondiali di alluminio estruso e società del portfolio di KPS Capital Partners, LP (“KPS”), ha annunciato oggi di aver completato l’acquisizione di Belding Machinery and Equipment Leasing, LLC e delle sue controllate (insieme ” Extruded Aluminum Corporation” o “EAC”). I termini finanziari della transazione non sono stati resi noti.

EAC è uno dei principali produttori statunitensi di profilati in alluminio estruso e relative lavorazioni a valore aggiunto nonché servizi di assemblaggio e finitura.  EAC fornisce una varietà di clienti nei settori del solare, trasporti, militare, logistica, edilizia residenziale e commerciale e applicazioni marine.  EAC ha circa 170 dipendenti in due stabilimenti situati a Belding e Kentwood in Michigan (USA).

Enrico Zampedri, Chief Executive Officer di Metra, ha dichiarato: “L’acquisizione di EAC è una pietra miliare per Metra in quanto completa la nostra espansione geografica in Nord America e accelera la nostra strategia di diversificazione di mercato con l’ingresso nel settore strategico della produzione dei pannelli solari, in forte crescita nel Nord America.  Abbiamo molto apprezzato l’esperienza tecnica e le capacità produttive di EAC, nonché il suo impegno nel fornire ai clienti un elevato livello di qualità e di servizio. L’acquisizione di EAC rafforzerà significativamente la presenza di Metra in Nord America e consentirà di garantire un livello ancora più alto di servizio alla nostra clientela globale. Siamo lieti di dare il benvenuto all’intero team di EAC in Metra insieme a cui continueremo a costruire la strategia volta a far divenire il nostro Gruppo un’azienda leader nel mercato globale dell’alluminio estruso”.

Charles Hall, Presidente di EAC, ha dichiarato: “EAC è una realtà in crescita, da un’attività a due presse nel 1987, dispone oggi di cinque linee di produzione. Ha costruito la sua reputazione puntando sulla qualità e su un servizio clienti di prim’ordine.

Nei 37 anni della sua storia l’azienda ha sviluppato consolidate relazioni sia con i suoi dipendenti che con la sua clientela. Questa acquisizione offrirà ulteriori opportunità ai nostri dipendenti e l’accesso a risorse e capacità aggiuntive per i nostri clienti, in sinergia con la consolidata esperienza della organizzazione di Metra. L’intero team EAC è entusiasta di entrare a far parte del Gruppo Metra con la proprietà di KPS”.

Come advisor per i mercati dei capitali di debito è stato utilizzato TD Cowen, mentre Paul, Weiss, Rifkind, Wharton & Garrison LLP è stato consulente legale di Metra e KPS. Origin

Merchant Partners è stato consulente finanziario e Varnum LLP è stato consulente legale di EAC.

Informazioni su Metra

Metra è un produttore globale integrato verticalmente di profilati in alluminio estruso e servizi a valore aggiunto, tra cui verniciatura, ossidazione, lavorazione, saldatura e assemblaggio.  Metra offre una gamma completa di profili in alluminio estruso, utilizzati principalmente nei mercati finali industriali e dell’edilizia e delle costruzioni in Europa e Nord America.  Con sede a Rodengo Saiano, in Italia, Metra impiega circa 1.450 dipendenti in tutto il mondo e gestisce dieci stabilimenti di produzione strategicamente situati in Italia, Canada e Stati Uniti.  Per ulteriori informazioni, visitare www.metra.eu .

Informazioni su Extruded Aluminum Corporation

EAC è un produttore statunitense di profilati in alluminio estruso customizzati e relativi servizi a valore aggiunto di lavorazione, assemblaggio e finitura. EAC fornisce una varietà di profili in alluminio estruso personalizzati a diversi mercati finali, tra cui solare, trasporti, militare, movimentazione di materiali, edilizia residenziale e commerciale e applicazioni marine. EAC ha circa 170 dipendenti in due stabilimenti situati a Belding e Kentwood, MI. Per ulteriori informazioni, visitare www.extrudedaluminum.com.

Mercato immobiliare della casa: ecco le tendenze in Lombardia

in Economia/Tendenze by

I prezzi di vendita in Lombardia rallentano la propria corsa ma non si fermano del tutto, registrando un aumento dello 0,7% su base regionale nell’ultimo trimestre, mentre su base annua la crescita rimane solida: +6,7%. Rincari più pronunciati per gli affitti, pari al +3,2% nell’ultimo trimestre, mentre la crescita annua si attesta al +7,5%. Queste le principali evidenze tratte dall’Osservatorio trimestrale sul mercato residenziale lombardo ad opera di Immobiliare punto it Insighits, la proptech company del gruppo di Immobiliare punto it, il portale immobiliare leader in Italia, specializzata in analisi di mercato e data intelligence.

Comprare casa in Lombardia costa, oggi, 2.500 euro al metro quadro di media, mentre per affittarla servono 16,7 euro/mq.

Le principali evidenze di mercato

Dai principali indicatori di mercato emergono segnali di raffreddamento per quanto concerne il comparto delle compravendite, con la domanda che continua a contrarsi: -4,2% nell’ultimo trimestre (-6,9% sull’anno). Allo stesso tempo l’offerta, pur mantenendosi stabile negli ultimi dodici mesi (-0,2%) si riduce di oltre 6 punti percentuali nel trimestre.

Diversa la situazione per gli affitti, con lo stock in aumento di quasi 20 punti percentuali nel trimestre (+24,7% sull’anno) mentre la domanda, che rispetto a questo punto del 2022 è cresciuta poco meno di 5 punti percentuali, nell’ultimo trimestre vola al +15%.

I principali trend di vendita in regione

La città più cara della regione (e d’Italia), resta Milano, che raggiunge quota 5.300 euro al metro quadro di media. In un anno i prezzi nel capoluogo meneghino sono cresciuti del 3,6%, ma non hanno smesso di aumentare nemmeno nell’ultimo trimestre, registrando il +0,9%. Non è però la città che cresce di più: in un quadro tendenzialmente positivo, Varese sperimenta rincari di oltre 3 punti percentuali nel trimestre, arrivando a quota 1.650 euro al metro quadro. Tra le eccezioni al trend di crescita regionale troviamo invece Como, che vede i prezzi di vendita in contrazione del 2,9% nel trimestre scendendo a 2.611 euro al metro quadro. Cremona si afferma invece come città più economica della Lombardia, con i suoi 1.367 euro al metro quadro.

Per quanto riguarda gli ulteriori indicatori di mercato, la provincia di Milano è quella che vede l’offerta contrarsi di più: -10,5% nel trimestre, a guidare un trend regionale di segno meno. Tra le poche eccezioni troviamo la provincia di Sondrio, dove l’accumulo di stock è pari al +3,8%.

Guardando alla domanda di immobili in vendita, il comune di Como è quello che subisce la maggiore contrazione trimestrale, sfiorando il -10%. In un quadro non completamente allineato all’andamento medio regionale, il territorio di Mantova si mostra in decisa controtendenza, con il comune che vede la domanda aumentare del 18% nel trimestre, e la propria provincia al +9,4% nello stesso periodo.

I principali trend delle locazioni in regione

Come per il comparto compravendite, la città di Milano rappresenta il territorio più caro in regione, con 22,4 euro al metro quadro di canone medio. Questo dato è in crescita dell’1,7% nel trimestre, ed è aumentato di oltre 10 punti percentuali in un anno. Il trend di crescita è omogeneo per quasi tutti i territori lombardi, con le eccezioni della provincia di Brescia (-6,1%) e di tutto il territorio bergamasco (città e provincia), leggermente in negativo. Cremona si conferma la città più economica anche per gli affitti (7,7 euro al metro quadro, nonostante una crescita trimestrale di tre punti percentuali), mentre il territorio in assoluto meno costoso in regione è la provincia di Lodi (7,2 euro/mq, stabile nel trimestre).

L’offerta di immobili in locazione sul territorio non è omogenea: se da un lato si osservano importanti accumuli nella città di Como (+64,8%), in provincia di Sondrio (+56,5%), e anche la stessa città di Milano mostra aumenti importanti di disponibilità di immobili destinati all’affitto (+28,6%), si osservano importanti decumuli di stock trainati dal -17,6% della città di Varese e da tutto il territorio di Monza e della Brianza, dove sia in città sia in provincia si osserva una contrazione di oltre 14 punti percentuali.

Discorso estremamente più omogeneo per l’andamento della domanda di immobili in affitto, con il territorio di Mantova che vede una crescita intorno ai 45 punti percentuali sul trimestre sia in città sia in provincia. L’unica eccezione in tutta la regione è rappresentata dalla provincia di Bergamo, dove si osserva una contrazione di 25 punti percentuali negli ultimi tre mesi.

I prezzi di vendita in Lombardia rallentano la propria corsa ma non si fermano del tutto, registrando un aumento dello 0,7% su base regionale nell’ultimo trimestre, mentre su base annua la crescita rimane solida: +6,7%. Rincari più pronunciati per gli affitti, pari al +3,2% nell’ultimo trimestre, mentre la crescita annua si attesta al +7,5%. Queste le principali evidenze tratte dall’Osservatorio trimestrale sul mercato residenziale lombardo.

Comprare casa in Lombardia costa, oggi, 2.500 euro al metro quadro di media, mentre per affittarla servono 16,7 euro/mq.

Le principali evidenze di mercato

Dai principali indicatori di mercato emergono segnali di raffreddamento per quanto concerne il comparto delle compravendite, con la domanda che continua a contrarsi: -4,2% nell’ultimo trimestre (-6,9% sull’anno). Allo stesso tempo l’offerta, pur mantenendosi stabile negli ultimi dodici mesi (-0,2%) si riduce di oltre 6 punti percentuali nel trimestre.

Diversa la situazione per gli affitti, con lo stock in aumento di quasi 20 punti percentuali nel trimestre (+24,7% sull’anno) mentre la domanda, che rispetto a questo punto del 2022 è cresciuta poco meno di 5 punti percentuali, nell’ultimo trimestre vola al +15%.

I principali trend di vendita in regione

La città più cara della regione (e d’Italia), resta Milano, che raggiunge quota 5.300 euro al metro quadro di media. In un anno i prezzi nel capoluogo meneghino sono cresciuti del 3,6%, ma non hanno smesso di aumentare nemmeno nell’ultimo trimestre, registrando il +0,9%. Non è però la città che cresce di più: in un quadro tendenzialmente positivo, Varese sperimenta rincari di oltre 3 punti percentuali nel trimestre, arrivando a quota 1.650 euro al metro quadro. Tra le eccezioni al trend di crescita regionale troviamo invece Como, che vede i prezzi di vendita in contrazione del 2,9% nel trimestre scendendo a 2.611 euro al metro quadro. Cremona si afferma invece come città più economica della Lombardia, con i suoi 1.367 euro al metro quadro.

Per quanto riguarda gli ulteriori indicatori di mercato, la provincia di Milano è quella che vede l’offerta contrarsi di più: -10,5% nel trimestre, a guidare un trend regionale di segno meno. Tra le poche eccezioni troviamo la provincia di Sondrio, dove l’accumulo di stock è pari al +3,8%.

Guardando alla domanda di immobili in vendita, il comune di Como è quello che subisce la maggiore contrazione trimestrale, sfiorando il -10%. In un quadro non completamente allineato all’andamento medio regionale, il territorio di Mantova si mostra in decisa controtendenza, con il comune che vede la domanda aumentare del 18% nel trimestre, e la propria provincia al +9,4% nello stesso periodo.

I principali trend delle locazioni in regione

Come per il comparto compravendite, la città di Milano rappresenta il territorio più caro in regione, con 22,4 euro al metro quadro di canone medio. Questo dato è in crescita dell’1,7% nel trimestre, ed è aumentato di oltre 10 punti percentuali in un anno. Il trend di crescita è omogeneo per quasi tutti i territori lombardi, con le eccezioni della provincia di Brescia (-6,1%) e di tutto il territorio bergamasco (città e provincia), leggermente in negativo. Cremona si conferma la città più economica anche per gli affitti (7,7 euro al metro quadro, nonostante una crescita trimestrale di tre punti percentuali), mentre il territorio in assoluto meno costoso in regione è la provincia di Lodi (7,2 euro/mq, stabile nel trimestre).

L’offerta di immobili in locazione sul territorio non è omogenea: se da un lato si osservano importanti accumuli nella città di Como (+64,8%), in provincia di Sondrio (+56,5%), e anche la stessa città di Milano mostra aumenti importanti di disponibilità di immobili destinati all’affitto (+28,6%), si osservano importanti decumuli di stock trainati dal -17,6% della città di Varese e da tutto il territorio di Monza e della Brianza, dove sia in città sia in provincia si osserva una contrazione di oltre 14 punti percentuali.

Discorso estremamente più omogeneo per l’andamento della domanda di immobili in affitto, con il territorio di Mantova che vede una crescita intorno ai 45 punti percentuali sul trimestre sia in città sia in provincia. L’unica eccezione in tutta la regione è rappresentata dalla provincia di Bergamo, dove si osserva una contrazione di 25 punti percentuali negli ultimi tre mesi.

Camera di Commercio di Brescia, ecco gli eventi settimanali

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia by

Di seguito, come di consueto, pubblichiamo gli eventi settimanali che vengono promossi dalla Camera di Commercio di Brescia.

91/23 – I CONTAMINANTI NEI PRODOTTI ALIMENTARI – WEBINAR GRATUITO 18 OTTOBRE 2023 – 9.30/12.30


Lo Sportello Etichettatura e Sicurezza degli Alimenti della Camera di Commercio di Brescia propone un webinar dedicato alla tematica dei contaminanti negli alimenti. Verrà analizzato il nuovo Regolamento (UE) 915/2023, entrato in vigore il 25 maggio, con l’obiettivo di aggiornare le imprese sulle novità normativa,  affrontando il tema delle responsabilità degli Operatori del Settore Alimentare.
Iscrizioni on line, compilando il modulo sulla pagina https://bs.camcom.it/tutela-e-regolazione-del-mercato/sicurezza-prodotti-e-conformita/sportello-etichettatura-e-sicurezza-prodotti
Per informazioni: Ufficio Competitività delle Imprese, tel. 0303725264/298, e-mail pni@bs.camcom.it

92/23 – AVVIA LA TUA IMPRESA: ANALISI E VALUTAZIONE DEI COSTI D’IMPRESA – WORKSHOP GRATUITO 18 OTTOBRE 2023 – 9.00/13.00

Camera di Commercio di Brescia – sala C primo piano
L’incontro ha l’obiettivo di fornire ad aspiranti e neo-imprenditori informazioni e strumenti per la valutazione dell’impatto di imposte e contributi, la budgetizzazione (economica e di cassa) e la gestione dell’impresa.
Iscrizioni on line, compilando il modulo sulla pagina https://bs.camcom.it/avvio-dimpresa/punto-nuova-impresa
Per informazioni: Punto Nuova Impresa, tel. 0303725264/298, e-mail pni@bs.camcom.it

Api Brescia, Cordua confermato alla presidenza

in Api/Associazioni di categoria/Economia by

Pierluigi Cordua continuerà a guidare Confapi Brescia anche nel triennio 2023-2026. Il consiglio direttivo rinnovato, riunitosi al termine dell’assemblea elettiva tenutasi nel pomeriggio di qualche giorno fa nella sede dell’Associazione in via Lippi, ha confermato a Cordua la propria fiducia alla guida dell’associazione. A riportarlo è il quotidiano di Brescia e provincia BsNews.

Amministratore delegato dell’azienda ISVE Spa, con sede a Poncarale (BS), specializzata nella realizzazione di impianti per il riciclaggio di prodotti non ferrosi e per il trattamento del legno, avvia pertanto quest’oggi il suo secondo mandato. Cordua è attualmente membro della giunta di Confapi, a supporto del presidente nazionale Cristian Camisa. Un ruolo che giunge al culmine di una lunga e attiva vita associativa. Ha, infatti, in passato ricoperto i ruoli di consigliere di Confapi Brescia, durante i mandati di Maurizio Casasco e di Douglas Sivieri, e di Unionmeccanica Confapi Brescia. Una partecipazione iniziata come consigliere del Gruppo Giovani Imprenditori territoriale. Ha, inoltre, ricoperto il medesimo ruolo in Confapi Servizi nazionale. Sposato con tre figlie, Cordua è stato, inoltre, nel 2015, presidente del Rotary Club Valle Sabbia Centenario.

«Ringrazio per la rinnovata fiducia nel mio operato alla guida della nostra grande Associazione – ha commentato il presidente Cordua -. Un lavoro che, con grande senso di responsabilità ed entusiasmo, proseguirò con il sostegno vivo e partecipato dei consiglieri confermati e dei nuovi colleghi imprenditori che accolgo con grande piacere. Assieme opereremo in questo triennio di grandi sfide per il nostro tessuto produttivo. Per affrontarle al meglio, confermeremo e rinsalderemo la nostra strategia fondata su apertura e collaborazione con istituzioni, enti e altre rappresentanze del territorio. Forte, infatti, la nostra convinzione: il benessere delle nostre imprese potrà essere ricercato solo attraverso un approccio nel quale cooperazione, confronto e competenza possano essere costantemente garantiti. Intendiamo, inoltre, propiziare lo sviluppo delle nostre Unioni di categoria. La specializzazione, infatti, si tramuta anche in vantaggio competitivo per le nostre imprese. Una leva che intendiamo mettere a disposizione dei nostri imprenditori, affiancandoli in questi tempi di grandi mutazioni. Nuovi equilibri globali in definizione, transizione green, digital innovation e intelligenza artificiale sono solo alcuni degli elementi che daranno corpo ad un futuro in discontinuità rispetto a modelli che credevamo granitici. Competenze verticali e specifiche potranno rappresentare un prezioso strumento per orientarsi in questi mutamenti».

Di seguito i risultati per la votazione dei quindici membri del nuovo Consiglio Direttivo (in ordine alfabetico):

1.          Massimo Berardi – Costruzioni Generali Italiane Spa (Corte Franca – BS)

2.         Amedeo Bonomi – Omal Spa SB (Rodengo Saiano – BS)

3.         Pierluigi Cordua – I.S.V.E Spa (Poncarale – BS)

4.         Delio Dalola – Dispari Società Cooperativa Sociale Onlus (Corte Franca – BS)

5.         Monica Ferraboli – Meccanica Ponte Chiese Srl (Prevalle – BS)

6.         Michele Maltese – Bizonweb Srl (Brescia)

7.         Marco Mariotti – Sidermariotti Srl (Pontevico – BS)

8.         Giuseppe Mezzini – Doblone Srl (Brescia)

9.         Anna Pasotti – Sostenibilità d’impresa (Bassano Bresciano – BS)

10.      Giuseppe Raineri – A.F.G.P. – Associazione Formazione Giovanni Piamarta (Brescia)

11.       Williams Salvini – O.P.S. Officine Pressofusione Scotti Srl (Monticelli Brusati – BS)

12.      Paolo Uberti – Trismoka Srl (Paratico – BS)

13.      Daniele Vertua – Facchini Francesco Spa (Castrezzato – BS)

14.      Matteo Vinati – Vinati Srl (Nave – BS)

15.      Paolo Vismara – VPM Group Srl (Alfianello – BS)

Montichiari: a ottobre torna Reas, il salone internazionale sull’emergenza e il soccorso

in Economia/Eventi/Fiere by

Cresce il salone internazionale “REAS 2023”, il grande appuntamento annuale per il settore dell’emergenza, della protezione civile, del primo soccorso e dell’antincendio. La ventiduesima edizione, che si svolgerà dal 6 al 8 ottobre presso il Centro Fiera di Montichiari (Brescia), vedrà infatti un aumento della partecipazione di enti, aziende e associazioni provenienti da tutto il mondo: saranno presenti oltre 265 espositori (+10% rispetto all’edizione 2022), provenienti dall’Italia e da altri 21 Paesi (19 nel 2022), tra cui Germania, Francia, Spagna, Polonia, Croazia, Gran Bretagna, Lettonia, Lituania, Stati Uniti, Cina e Corea del Sud. Il salone si svilupperà su una superficie espositiva totale di oltre 33mila metri quadrati e occuperà gli 8 padiglioni del quartiere fieristico. In programma anche oltre 50 convegni ed eventi collaterali (20 nel 2022).

“Tutte le attività e le iniziative che si dedicano al settore del soccorso e della protezione civile sono molto importanti, soprattutto per fronteggiare le tante emergenze che purtroppo si verificano sempre più spesso nel nostro Paese”, ha dichiarato Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, in occasione della conferenza stampa a Palazzo Pirelli a Milano. “Ben venga dunque una manifestazione come REAS, che consente di presentare tutti i prodotti innovativi in questo settore a livello internazionale e anche di migliorare la formazione dei volontari. Il salone REAS è perciò da sostenere, sia per le esigenze nel settore delle emergenze della Lombardia, ma anche di tutta l’Italia”.

“Siamo lieti di registrare questi numeri in netta crescita”, ha sottolineato a sua volta Gianantonio Rosa, presidente del Centro Fiera Montichiari. “Le attività di prevenzione e gestione delle emergenze sono essenziali per la sicurezza delle nostre comunità. REAS 2023 si conferma la fiera di riferimento per le aziende che sviluppano tecnologie e servizi con l’obiettivo di migliorare gli standard di intervento”.

A “REAS 2023” saranno esposte tutte le ultime novità tecnologiche di questo settore, come nuovi prodotti e apparecchiature per gli operatori del primo soccorso, veicoli speciali per l’emergenza e l’antincendio, sistemi elettronici e droni per interventi in caso di catastrofi naturali e anche ausili per persone con disabilità. Parallelamente, nelle tre giornate del salone è previsto un ampio programma di convegni, seminari e workshop, che offrirà ai visitatori un’importante opportunità di formazione e di aggiornamento professionale. Tra i numerosi eventi, è previsto il convegno su “Mutuo soccorso tra Comuni in emergenza” organizzato dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI), il convegno dal titolo “Persone al centro: gli aspetti socio-sanitari nelle emergenze” promosso da Croce Rossa Italiana, il convegno su “La risorsa Elisoccorso nel Sistema Emergenza Urgenza Lombardo” promosso dall’Agenzia Regionale Emergenza Urgenza (AREU) della Regione Lombardia e la tavola rotonda AIB sull’ultima “Campagna antincendio boschivo in Italia”. Novità di quest’anno sarà la “FireFit Championships Europe”, competizione europea riservata ai vigili del fuoco e ai volontari del settore antincendio.

Altri convegni di “REAS 2023” riguarderanno l’impiego di elicotteri per la ricerca e il soccorso, l’uso dei droni nelle missioni antincendio, la presentazione della mappa dei 1.500 aeroporti e aviosuperfici italiani disponibili per voli di emergenza, gli interventi di soccorso in montagna, i sistemi di illuminazione portatili campali in scenari critici, il rischio sismico negli stabilimenti industriali e l’approccio sanitario e psicologico in caso di emergenze o di attacchi terroristici. Sarà anche presentato il nuovo master su “Crisis & Disaster Management” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Prevista inoltre un’esercitazione con la simulazione di un soccorso per incidente stradale organizzata dall’AREU della Regione Lombardia. Confermate infine le premiazioni del “Photo Contest REAS” sul tema “Gestione dell’emergenza: il valore del lavoro di squadra”, del “Trofeo Giuseppe Zamberletti” su antincendio e protezione civile e del “Trofeo Autista dell’Anno” per i conducenti dei veicoli dell’emergenza.

“REAS” è organizzato dal Centro Fiera di Montichiari (BS) in partnership con Hannover Fairs International GmbH, organizzatore di “Interschutz”, la fiera specializzata leader a livello mondiale che si svolge ogni quattro anni a Hannover (Germania). L’ingresso è gratuito e aperto a tutti, previa registrazione online sul sito web della manifestazione. Ulteriori informazioni sono disponibili su www.reasonline.it

La Regione approva il Bilancio consolidato

in Economia/Istituzioni/Regione by

Il Consiglio regionale ha approvato questa mattina a maggioranza il Bilancio consolidato 2022 di Regione Lombardia che descrive, oltre a quella della Giunta e del Consiglio regionale, la situazione finanziaria anche di altri 14 enti, tutti società e aziende regionali. Si tratta nello specifico dei tre enti dipendenti Ersaf (Ente regionale per i servizi ad agricoltura e foreste), Arpa (Azienda regionale per l’ambiente) e Polis (Istituto per il supporto alle politiche regionali), delle quattro società controllate Finlombarda, Aria, FNM, Autostrada Pedemontana, della società partecipata Arexpo e delle cinque Aler.
Per la prima volta entra a far parte del sistema anche la Fondazione Lombardia per l’Ambiente (FLA), ente controllato al 60% da Regione Lombardia e che assicura un supporto alle politiche ambientali attraverso ricerca, progettazione e iniziative di promozione culturale. Il bilancio consolidato, che certifica un patrimonio complessivo di Regione pari a 3.994 milioni di euro, conferma un indice di liquidità positivo ed è stato esaminato con parere favorevole dal Collegio dei revisori.

Il rendiconto consolidato 2022 di Regione Lombardia rileva gli investimenti erogati in fase post Covid per favorire la realizzazione nel territorio di infrastrutture a beneficio degli enti locali. Presenta pertanto una perdita coperta tuttavia dagli utili degli anni precedenti.

Il documento -ha detto il relatore Davide Caparini, Presidente della Commissione Bilancio- certifica l’operato della Regione in una fase in cui ha dovuto affrontare enormi emergenze fornendo strumenti e opportunità per consentire la ripresa”.

Ad annunciare il voto contrario del Partito Democratico è stato Gian Mario Fragomeli, motivandolo con la necessità, per la Regione, di rivedere il rapporto col sistema delle società partecipate, “per le quali è urgente una riforma complessiva che garantisca trasparenza ed efficienza”. Martina Sassoli (Lombardia Migliore) ha dichiarato l’astensione del suo gruppo, auspicando futuri bilanci che certifichino una gestione non più in perdita.


In apertura di seduta si è tenuta la commemorazione del Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, a cui l’Aula ha tributato un minuto di silenzio: in precedenza a tratteggiarne i tratti salienti della figura e dell’impegno istituzionale sono stati il Presidente del Consiglio regionale Federico Romani e il Presidente della Giunta Attilio Fontana. Ai loro interventi si è aggiunto quello del Consigliere Segretario Jacopo Scandella che ieri ha preso parte ai funerali di Stato a Roma.


L’Assemblea regionale si riunirà nuovamente martedì 3 ottobre, quando sarà chiamata a votare sul progetto di legge in materia di bonifica dei siti contaminati.
All’ordine del giorno della prima seduta di ottobre anche sei mozioni sui seguenti temi: sostegno della vita, dei diritti delle donne e della libertà in Iran (prima firmataria Claudia Carzeri, Forza Italia); risorse destinate per la riapertura dell’anno scolastico 2023-2024 (prima firmataria Paola Bocci, PD); deroghe per gli accessi in Area B nel Comune di Milano (primo firmatario Alessandro Corbetta, Lega); bacinizzazione del fiume Po (primo firmatario Marcello Ventura, Fratelli d’Italia); esenzione Irap per gli enti del Terzo Settore (primo firmatario Paolo Romano, PD); impegno di Regione Lombardia a sostenere i Comuni a seguito dei danni causati dagli eventi meteorologici estremi di luglio e agosto (primo firmatario Alfredo Simone Negri, PD).
In conclusione sono previste la nomina di quattro componenti del Comitato regionale per le comunicazioni (CORECOM); l’elezione di sette componenti del Consiglio per le pari opportunità (CPO) e la nomina di due Consiglieri regionali nel Comitato di indirizzo e coordinamento in area dipendenze.

Manifatturiero, il 43% delle imprese bresciane ha migliorato la competitività sull’estero

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Manifatturiero/Meccanica/Tendenze by

Nel 2022 la competitività sui mercati esteri delle imprese manifatturiere bresciane risulta in miglioramento rispetto a quanto da loro stesse indicato per il periodo pre-pandemico: nei confronti con il 2019, ben il 43% delle aziende industriali bresciane ha infatti ampliato i mercati e/o ha acquisito nuovi clienti e/o ha incrementato i volumi di vendita, a fronte dell’11% che ha invece dichiarato di avere perso (temporaneamente o definitivamente) quote di mercato.

A rilevarlo è l’approfondimento bresciano – realizzato dal Centro Studi di Confindustria Brescia – dell’edizione 2023 dell’Indagine Internazionalizzazione, condotta dalle Associazioni Territoriali lombarde del Sistema Confindustria, coordinate da Confindustria Lombardia e presentata lo scorso 12 settembre in Regione Lombardia.

Lo studio ha visto la partecipazione di quasi 180 imprese manifatturiere bresciane (80% delle quali PMI), che complessivamente fatturano 9,4 miliardi di euro e occupano quasi 18 mila addetti.

La ricerca ha evidenziato come, tra le realtà del nostro territorio, le esportazioni dirette si confermino nettamente come la modalità più diffusa di presenza all’estero (94% delle aziende intervistate), mentre iniziative che prevedono filiali commerciali o negozi direttamente gestiti interessino il 12% delle imprese. Altre forme di internazionalizzazione, considerate come più strutturate, si caratterizzano per percentuali di diffusione ancora più basse.

Lo studio ha inoltre confermato la forte proiezione internazionale del made in Brescia: nel 2022 le vendite all’estero hanno interessato il 49,3% del fatturato complessivo, con punte del 63,7% tra le realtà di medie dimensioni. Ogni azienda è mediamente presente in 24 Paesi esteri, un valore che tende a crescere all’aumentare dalla dimensione degli operatori intervistati (ben 34 Paesi serviti fra le grandi imprese). Allo stesso tempo, emerge una tendenza delle aziende a concentrare geograficamente le proprie esportazioni: la quota di fatturato generato all’estero realizzata nel primo Paese di destinazione è infatti pari al 27%. In tale contesto, le micro imprese (col 32%) emergono come le realtà potenzialmente più esposte, in quanto un calo della domanda proveniente dal loro principale Paese estero cliente provocherebbe, a parità di altre condizioni, un maggiore impatto negativo sulle vendite complessive.

Come anche certificato dai dati periodicamente forniti dall’ISTAT, i mercati europei rimangono i principali Paesi di destinazione delle vendite bresciane: il 65% dei rispondenti ha dichiarato di esportare in Germania, il 54% in Francia e il 36% in Spagna. Alla base di tali destinazioni concorrono una serie di motivazioni di carattere culturale, economico e geografico. Per quanto riguarda i Paesi prospect, ossia quelli verso i quali le imprese sono maggiormente interessate a espandersi da qui al 2025, la stabilità geopolitica sembra guidare le strategie di internazionalizzazione per il prossimo futuro: ai primi cinque posti indicati dalle aziende del campione troviamo storici Paesi partner per la manifattura bresciana (come Stati Uniti, Germania e Francia) e due territori scarsamente presidiati (Australia e Canada), tutti accumunati dal fatto di appartenere chiaramente a un ben identificato “blocco geoeconomico”, a cui le posizioni italiane sono ben allineate. Sintomatico di questa tendenza è il notevole ridimensionamento dell’interesse da parte delle nostre imprese per Cina e Russia, rispettivamente al sesto e al ventesimo posto nelle indicazioni fornite dal campione. Nell’edizione 2021 dell’Indagine, Cina e Russia si posizionavano idealmente sul podio, come seconda e terza meta per la manifattura locale. Sulle valutazioni delle aziende avrebbero quindi pesato, in particolare, l’incertezza commerciale e la politica zero Covid, ancora in atto al momento della rilevazione (nel caso della Cina) e il conflitto con l’Ucraina (nel caso della Russia).

Come anticipato, ben il 43% delle aziende industriali bresciane ha ampliato i mercati e/o ha acquisito nuovi clienti e/o ha incrementato i volumi di vendita, a fronte dell’11% che ha dichiarato di aver perso (temporaneamente o definitivamente) quote di mercato. Si tratta di un segnale particolarmente incoraggiante, che troverebbe primaria giustificazione nella qualità e nel contenuto innovativo dei prodotti offerti (indicati dal 73% delle realtà che hanno aumentato o mantenuto le quote di mercato). Allo stesso tempo, le imprese bresciane devono la propria brillante performance all’estero a un mix di altri fattori, che comprende, in particolare, la competitività di prezzo (32%), la maggiore flessibilità rispetto ai competitor (31%) e la bassa rischiosità percepita dalla clientela (23%). In tale contesto, solamente l’11% dichiara la propria competitività sul versante della sostenibilità, fattore che, verosimilmente, diverrà sempre più cruciale nelle future scelte di acquisto da parte di imprese e famiglie.

Il 39% delle aziende bresciane ha poi modificato le proprie catene di fornitura con l’estero (o è in procinto di farlo). Tra coloro che hanno effettivamente cambiato fornitori nel corso del 2022, la maggior parte (il 62%) si è rivolta ad altri fornitori siti in Unione Europea. Il meccanismo di sostituzione dei fornitori esteri ha poi favorito i player italiani, sia lombardi (23%), sia provenienti da altre regioni (23%). Le motivazioni alla base di tali sostituzioni vanno ricercate, in primo luogo, in una mera logica di costo (indicata dal 54% delle aziende che hanno modificato le catene di fornitura). Ma risultano comunque significative le scelte compiute in virtù di un minore rischio di fornitura (33%), di una maggiore disponibilità dei prodotti (33%), nonché di una maggiore competitività in termini di qualità e contenuto innovativo dei prodotti (31%).

“Anche per la realtà bresciana appare evidente quanto già sottolineato nel report regionale, in merito a una distanza tra i fattori determinanti per la tenuta competitiva delle imprese e le logiche con cui esse scelgono i propri fornitori – commenta Mario Gnutti, vice presidente di Confindustria Brescia con delega all’Internazionalizzazione –: nel primo caso prevale la focalizzazione sul contenuto qualitativo e innovativo, mentre nel secondo si favorisce il contenimento dei costi. Tutto ciò indicherebbe che l’elevata qualità delle merci esportate dalle imprese manifatturiere bresciane sia in buona parte da attribuire alle stesse e alla loro capacità di creare valore. Purtroppo, non basta: la volontà di puntare sulla qualità deve essere accompagnata da adeguate scelte politiche a livello europeo, che continuino a garantire la competitività delle imprese. Negli ultimi anni, sotto questo punto di vista, siamo stati penalizzati su diversi fronti: penso ad esempio alle tematiche energetiche. Ora serve un cambio di rotta.”

Da ultimo, l’indagine ha approfondito quali macro trend andranno a influenzare maggiormente le scelte strategiche delle imprese nel quadro internazionale. A riguardo, gli scenari geopolitici (51% delle risposte) emergono chiaramente come il principale fattore che guiderà le decisioni degli imprenditori, con riferimento alle logiche di presenza all’estero.

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