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Economia - page 20

Notizie economico-finanziarie di Brescia e Provincia

Banca Valsabbina acquista il 100% della fintech Prestiamoci

in Banche/Economia/Valsabbina by

È stata perfezionata l’operazione di acquisizione da parte di Banca Valsabbina del 100% della fintech Prestiamoci S.p.A., intermediario finanziario autorizzato e vigilato da Banca d’Italia (ex art. 106 TUB) che ha creato e sviluppato una piattaforma digitale diconsumer lending”. Prestiamoci controlla altresì l’istituto di pagamento “Pitupay”, rappresentando pertanto uno dei principali e strutturati player italiani, con oltre euro 90 mln di finanziamenti digitali erogati a privati.

Le origini di “Prestiamoci” risalgono al 2009, anno in cui iniziano ad operare le prime realtà di “Digital Lending”, sulla base dell’idea di sviluppare un marketplace ed una community per agevolare il prestito “reciproco” tra privati. Il primo embrione della piattaforma web vede la luce nel 2010 ma i cambiamenti importanti iniziano dal 2013, con la completa operatività della piattaforma sia nel processo di erogazione che nella gestione dell’intero ciclo di vita dei finanziamenti.

Nel corso degli anni si susseguono investimenti sul capitale della società, anche tramite l’intervento di nuovi azionisti, nonchè sul modello di raccolta di liquidità necessaria per sostenere l’incremento delle richieste di finanziamento gestite dalla fintech. A tal proposito, in affiancamento alla “raccolta da privati”, non sufficiente per sostenere le erogazioni, Prestiamoci avvia quindi la strutturazione di operazioni di cartolarizzazione, ricorrendo al supporto di investitori istituzionali (tra cui anche Banca Valsabbina), adottandola – di fatto – quale principale forma di funding.

Nel settembre 2021 la Banca bresciana, che già supportava quindi il funding della società, interviene nell’ambito di un aumento di capitale, acquisendo il 9,9% della stessa e rafforzando le sinergie industriali e finanziarie.

Nel corso del 2023, nell’ambito di un contesto di mercato e normativo in evoluzione e sfidante, viene raggiunta l’intesa con la Banca per rilevare il 100% del capitale della Fintech, con l’obiettivo comune di proseguire al meglio il progetto, indirizzando però la strategia di business verso un modello sempre più efficiente, competitivo e sostenibile.

Nel novembre us, dopo un’articolata negoziazione, è stato quindi perfezionato l’investimento di Banca Valsabbina in Prestiamoci, sia tramite dotazione di ulteriore capitale che a valere sull’incremento delle linee di funding istituzionale, in attuazione di un definito e condiviso Piano strategico sinergico, finalizzato allo sviluppo efficiente del “digital consumer lending”.

E’ stata quindi già inaugurata e resa operativa la nuova sede della società a Vimodrone, ampliando gli spazi a disposizione del personale anche al fine di accogliere al meglio le future opportunità offerte dal mercato.

In attuazione del Piano definito è stata inoltre aggiornata la Governance della società, mettendo a disposizione del Gruppo Prestiamoci un management trasversale e di esperienza, che ha contribuito anche alla recente evoluzione della Banca, nonché particolarmente sensibile all’innovazione ed al sistema dei controlli.

Le recenti Assemblee dei soci di Prestiamoci e di Pitupay, hanno quindi designato Antonio Beneduce (Vicedirettore Generale di Banca Valsabbina) nel ruolo di Presidente e in quello di Consiglieri Hermes Bianchetti (Vicedirettore Generale Vicario della Banca) ed Enrico Cremonesi (Responsabile Divisione Business). E’ stato inoltre nominato Amministratore Delegato di Prestiamoci e Pitupay lo stesso Hermes Bianchetti, principale ideatore della strategia di innovazione e fintech della Banca.

Sempre in attuazione delle nuove linee strategiche/commerciali, tenuto conto del mutato contesto e dei cambiamenti strutturali della società, si è ritenuto di efficientare il modello di funding della stessa, privilegiando il ricorso a forme di finanziamento istituzionale, concedendo comunque ai “prestatori” forme alternative di investimento in linea con il mercato. Tale iniziativa è di fondamentale importanza tenendo conto che solo il 14% dei prestiti attualmente in essere è stato finanziato con liquidità proveniente dai privati prestatori.

 “Prestiamoci è una realtà con cui collaboriamo da tempo, negli ultimi anni abbiamo quindi potuto apprezzare e condividere la relativa progettualità sottostante, credendo in una finanza sempre più digitale ed efficiente”, premetteHermes Bianchetti.

“Abbiamo contribuito progressivamente al “progetto” Prestiamoci, una realtà promettente e con potenzialità, valutando quindi la possibilità di far divenire questa fintech un asset strategico per il nostro Gruppo.

In tal senso abbiamo definito e condiviso un Piano di investimenti funzionale alla crescita della società e delle relative strutture, stanziando importanti risorse, nell’ambito di un percorso evolutivo di Gruppo. Intendiamo quindi affiancare al meglio la società nel percorso di crescita, dotandola però ed al contempo di un modello di business sempre più efficace e competitivo, che deve tenere opportunamente conto di un contesto sistemico e normativo articolato. Il precedente modello di raccolta tra privati, purtroppo, non generava flussi di liquidità adeguati per sostenere i necessari volumi di erogazione ed abbiamo quindi dovuto ripianificare gli obiettivi economico/finanziari della società.

Si è aperta per noi la fase 2.0 di Prestiamoci, avvalorata dagli investimenti e dalle iniziative che la Banca sta già attuando e concretizzando. La nostra strategia è quella di contribuire a far emergere al meglio le potenzialità della fintech, creando reciproco valore con l’obiettivo di offrirci quindi al mercato come un player di riferimento. Questa strategia di rilancio ci consentirà di erogare sempre più prestiti a privati; basti pensare che dall’avvio della “nuova gestione” targata Banca Valsabbina le erogazioni risultano più che raddoppiate rispetto al mese precedente (+ 102%). Continueremo pertanto ad investire nelle persone e nei loro progetti rafforzando anche la rete di origination”.

Via dall’Italia: l’emigrazione tocca anche la Lombardia

in Economia/Formazione/Tendenze by

Quando si osservano le statistiche, da qualche anno a questa parte, una delle tendenze più diffuse a livello nazionale è relativa proprio agli spostamenti di giovani al di fuori del territorio nazionale. Al giorno d’oggi, l’emigrazione per i ragazzi italiani rappresenta uno step sempre più intrapreso, per ragioni differenti che, di solito, confluiscono tutte nella speranza di trovare una posizione nel mondo migliore, grazie ad opportunità di lavoro e di studio particolarmente preziose ricercabili all’estero. Spesso, si pensa all’emigrazione dei giovani come ad una conseguenza di fattispecie sconfortanti, nonostante le cose non siano sempre esattamente così.

Va anche detto che in alcuni casi l’emigrazione non è legata a stretto giro con condizioni di disagio bensì è motivata dalla ricerca di opportunità di crescita professionale oppure ha a che fare con la formazione universitaria; sono tanti, infatti, i giovani che scelgono di trasferirsi all’estero – e al riguardo segnaliamo l’approfondimento di Lae Educazione Internazionale per sapere come si studia in Australia, meta tra le più ambite per la formazione universitaria – per motivi di studio.

Studi recenti effettuati da ISTAT, comunque, dimostrerebbero come un quarto dei giovani che lasciano il Meridione, oggi, è siciliano, anche se chi tende a partire maggiormente alla volta di nuove destinazioni oltralpe proviene proprio dalla Lombardia. Nel 2019, sono stati dodicimila i siciliani che si sono trasferiti all’estero. Un numero in aumento che ha posto l’isola al secondo posto nella classifica delle regioni con il più alto numero di espatri, raggiungendo una condizione di pareggio con il Veneto.

Con grande sorpresa, però, a conquistare il primo posto in questa peculiare classifica è stata proprio la Lombardia, con un totale di circa 23 mila trasferimenti all’estero. Questi dati offerti dall’istituto nazionale di statistica preoccupano le Istituzioni, tenendo conto del numero crescente di giovani meridionali che si spostano all’estero e, in generale, di una cifra di oltre 120 mila cittadini italiani che emigrano per ragioni, come detto, molto eterogenee.

Il fenomeno dell’emigrazione dall’Italia: il dettaglio sui dati

Come già precedentemente accennato, i dati emersi dalla ricerca non sono i più favorevoli. Al livello nazionale, il tasso di emigrazione dei cittadini italiani è di circa due per mille. Questo valore, però, tende a salire a tre per mille se si prendono in esame regioni come la Sicilia, la Calabria, il Friuli Venezia Giulia, le Marche, il Veneto, il Molise, la Lombardia e l’Abruzzo. Un fenomeno, dunque, che non interessa più soltanto il sud dell’Italia, ma anche il nord, in modo molto considerevole.

Stando a quanto emerso dalle ricerche ISTAT, i flussi maggiori di trasferimento all’estero partirebbero proprio dal nord, trattandosi di circa il 49% degli espatri, sia relativi alla popolazione residente che in termini assoluti. Dal sud, invece, si trasferiscono circa 43 mila italiani, mantenendo una linea nazione di due per mille. Dal centro, invece, nel 2019 sono espatriati circa 19 mila cittadini. A lasciare il Paese, generalmente, sono i giovani di età compresa tra i 25 anni e più, essendo circa 87 mila. Circa un terzo delle persone che emigrano dall’Italia sono in possesso di un titolo di studio universitario.

La mobilità interna tende ad essere particolarmente fervente. Negli ultimi dieci anni, fatta eccezione del periodo interessato dall’emergenza pandemica, sono stati circa un milione e 140 mila le persone uscite dal sud per spostarsi verso il centro e il nord Italia. Sulla rotta inversa, invece, circa 619 mila persone. Si tratta di una perdita di oltre mezzo milione di residenti, ancora una volta, per la maggior parte giovani in età attiva. È nella fascia di età compresa tra i 18 e i 35 anni che questi esodi si manifestano principalmente.

Impianti di riscaldamento a pavimento: l’importanza del collettore

in Economia/Energia by

Gli impianti di riscaldamento a pavimento non sono una novità. Questo sistema, che a ben guardare affonda le sue origini nell’antica Roma, ha avuto un momento di grande diffusione negli anni 70 e ora è di nuovo molto in voga.

Comfort e un impatto estetico nullo sono i vantaggi più evidenti di questa tipologia di impianto. Non meno importante, però, è la possibilità di contenere i consumi energetici, grazie ad una diffusione omogenea del calore che consente di mantenere la temperatura più bassa.

Per realizzare un impianto a regola d’arte servono un’ottima progettazione e componenti idraulici di qualità. Tra questi troviamo il collettore da riscaldamento, elemento che ricopre un ruolo di primo piano.

Optare per un collettore da riscaldamento in acciaio inox può essere una scelta molto vantaggiosa per le prestazioni del nostro impianto. Sappiamo che l’acciaio inox assicura una resistenza elevatissima alla corrosione, il che si traduce in una maggior durata del nostro impianto e in una minore manutenzione.

Gli impianti a pavimento sfruttano il principio dell’irraggiamento. L’acqua calda, riscaldata dal generatore di calore, scorre dentro ai circuiti posti nel massetto del pavimento. Sono proprio i collettori da riscaldamento a consentire la gestione della distribuzione dell’acqua calda, controllando la distribuzione del calore e mantenendo una portata ottimale del flusso. Grazie all’applicazione di specifici accessori sul collettore, come le valvole e i flussometri, è possibile personalizzare il collettore in linea con le esigenze di progettazione. 

Collettori nel riscaldamento a pavimento: altre funzioni

Collettori da riscaldamento e valvole permettono, inoltre, di suddividere l’impianto in zone diverse, in modo da differenziare le temperature e quindi controllare anche i consumi energetici. Pensiamo, ad esempio, all’importanza di distinguere la zona giorno dalla zona notte, dal momento che quest’ultima richiede una temperatura più bassa, a beneficio non solo dei costi ma anche del sonno e della salute.

In un impianto di riscaldamento il separatore idraulico è quel particolare collettore che divide circuito primario del circolatore dai circuiti secondari di distribuzione. 

Anche in questo caso la scelta di un separatore idraulico in acciaio inox rappresenta un valore aggiunto. L’acciaio inossidabile, infatti, significa minor dispersione termica rispetto all’acciaio tradizionale.

È bene, inoltre, indirizzare la propria scelta verso un separatore idraulico multifunzione che associ alla separazione dei circuiti anche la disaerazione e la defangazione. Per evitare inconvenienti all’impianto e mantenere alti standard di prestazioni e sicurezza, è molto importante far uscire in maniera agevole l’aria e le impurità circolanti. In pratica, tre funzioni in un unico prodotto.

Waterfitters.com, rivenditore all’ingrosso di materiale idraulico, grazie all’esperienza maturata nel settore, propone collettori per gli impianti di riscaldamento in acciaio inox Aisi 304 dotati di molteplici uscite bilaterali filettate che si prestano alle diverse esigenze impiantistiche, oltre a separatori idraulici in acciaio inox Aisi 304 multifunzione e a una vasta scelta di valvole e accessori idraulici. 

Infortuni e morti sul lavoro: Brescia tra le zone più a rischio della Lombardia

in Economia/Tendenze by

“Ancora troppi morti sul lavoro e la maglia nera rimane alla Lombardia nei primi dieci mesi del 2023. Più di 13 vittime al mese da gennaio a ottobre. Una vera strage. Ma i numeri elevati dei decessi, come sappiamo, devono essere anche spiegati con la popolazione lavorativa più numerosa rispetto a tutte le altre regioni, infatti, quando si parla di rischio di mortalità rispetto alla popolazione lavorativa, il risultato cambia e la Lombardia viene inserita in zona gialla, ovvero in quella mappatura del rischio di mortalità che fa emergere gli indici meno allarmanti della penisola”. È la prima riflessione di Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Vega Engineering per descrivere l’emergenza in Lombardia nell’ultima indagine elaborata dal proprio team di esperti.

“Un’emergenza descritta drammaticamente dai numeri delle vittime, nella quale però, per narrare concretamente il livello di sicurezza sul lavoro in regione, deve necessariamente entrare il confronto con l’incidenza della mortalità e, con questo tipo di analisi, la Lombardia fa rilevare un’incidenza di mortalità inferiore alla media italiana (24,4 infortuni mortali ogni milione di occupati contro una media nazionale di 29,1)”.

IL RISCHIO DI MORTE IN LOMBARDIA, PROVINCIA PER PROVINCIA, DA GENNAIO A OTTORE 2023. DALLA ZONA ROSSA ALLA ZONA BIANCA.

Per individuare le aree più fragili dell’Italia e della regione sul fronte della sicurezza sul lavoro, l’Osservatorio mestrino elabora una mappatura del rischio rispetto all’incidenza della mortalità.

La zona gialla, quella in cui si trova la Lombardia, è la zona che, subito dopo la bianca, raggruppa le regioni con l’incidenza di mortalità sul lavoro tra le meno elevate a livello nazionale. E a fine ottobre 2023, il rischio di infortunio mortale in Lombardia (24,4 morti per milione di occupati) risulta ben inferiore rispetto alla media nazionale pari a 29,1.

Per quanto riguarda le incidenze, nel dettaglio, in regione si scopre che sono Brescia, Sondrio e Lodi a trovarsi in “zona rossa” con un’incidenza rispettivamente di 49,8, 40,3 e 39,7; sono seguite in zona arancione da Lecco (34,9), Cremona (34,3) e da Bergamo in zona gialla (26,6). Mentre la maggior parte delle province lombarde rimane in zona bianca con rischi di mortalità ben al di sotto della media regionale e nazionale. A cominciare da Milano (20,2). Seguono: Como (19,4), Mantova (16,5), Varese (13,3), Pavia (12,9), Monza e Brianza (12,7).

INFORTUNI TOTALI (MORTALI E NON) DEI PRIMI DIECI MESI DEL 2023 IN LOMBARDIA

Sono 139 i decessi da gennaio a ottobre 2023 (contro i 148 del 2022): 108 quelli rilevati in occasione di lavoro (1 in più dello scorso anno) e 31 quelli in itinere (10 in meno del 2022). Ed è tristemente prima in Italia sia per numero di vittime totali, sia per decessi in occasione di lavoro

Il più elevato numero di decessi totali si è verificato in provincia di Milano (37). Seguono: Brescia con 33 decessi, Bergamo (21), Cremona (8), Como (7), Varese e Lecco (6), Monza Brianza e Pavia (5), Mantova e Lodi (4), Sondrio (3).

Milano è in cima alla graduatoria anche quando si analizzano gli infortuni mortali in occasione di lavoro con 30 vittime. Seguono: Brescia (27), Bergamo (13), Como, Cremona, Lecco, Monza e Brianza e Varese (5), Lodi (4), Pavia, Sondrio e Mantova (3).

Sono 91.101 le denunce di infortunio complessive su un totale, in Italia, di 489.526. Vale a dire oltre il 18,6% di quelle rilevate in Italia.

Alla fine di ottobre 2023 le denunce di infortunio totali sono diminuite del 18,5% rispetto alla fine di ottobre del 2022: erano 111.819 e ora sono 91.101. Un decremento questo, è opportuno nuovamente sottolinearlo, dovuto quasi esclusivamente alla scomparsa dalle statistiche degli infortuni connessi al Covid.

L’ATTIVITÀ MANIFATTURIERA È IL SETTORE PIÙ COLPITO IN LOMBARDIA.

Le Attività Manifatturiere, anche dopo i primi dieci mesi del 2023, sono ancora in cima alla graduatoria delle denunce di infortunio in occasione di lavoro (14.088). Sono seguite da: Sanità (5.683), Trasporti e Magazzinaggio (5.606), Commercio (4.836) e Costruzioni (4.653).

È MILANO A FAR RILEVARE IL PIÙ ELEVATO NUMERO DI DENUNCE TOTALI

È la provincia di Milano quella con il maggior numero di denunce totali di infortunio (30.179), seguita da: Brescia (12.792), Bergamo (11.063), Varese (7.651), Monza e Brianza (6.567), Como (4.222), Mantova (4.062), Pavia (3.951), Cremona (3.799), Lecco (2.961), Lodi (2.102) e Sondrio (1.752).

Banca Valsabbina investe 2,5 milioni in Change Capital

in Banche/Economia/Valsabbina by

Change Capital, piattaforma fintech di soluzioni finanziarie per aziende e privati, prosegue nel progetto di crescita e consolidamento con il rinnovato supporto di Banca Valsabbinache sottoscrive un aumento patrimoniale da euro 2,5 milioni, realizzato tramite Strumenti Finanziari Partecipativi (“SFP”).

L’operazione si configura come particolarmente innovativa anche grazie alla collaborazione con “FLEAP”, la prima piattaforma digitale di Smart Governance in grado di gestire su blockchain l’emissione di strumenti finanziari, partecipata da Banca Valsabbina. La tecnologia blockchain è già stata utilizzata da FLEAP per l’emissione di obbligazioni, e viene resa disponibile anche per digitalizzare azioni, quote, nonché – in questo caso – Strumenti Finanziari Partecipativi.

L’investimento consolida ulteriormente la partnership industriale tra Change Capital e Banca Valsabbina, in linea con la strategia di sostegno patrimoniale annunciata a luglio 2023 dall’Istituto di credito che detiene oggi una partecipazione del 9% nella Fintech Aretina. Si tratta quindi di un particolare attestato di fiducia da parte dell’investitore nelle capacità della Fintech di generare valore nel tempo.

Startup nata nel 2019 come aggregatore digitale di soluzioni finanziarie per le PMI, in pochi anni Change Capital ha costruito un significativo percorso di crescita finalizzato a posizionarsi come polo nazionale di settore a servizio delle PMI, distinguendosi per l’approccio “HumanTech” fondato sull’integrazione delle tecnologie digitali e di Artificial Intelligence con l’imprescindibile fattore umano, alla base delle relazioni di valore con i propri clienti.

Oggi, Change Capital è una efficace soluzione per le PMI che ricercano un’alternativa alle tradizionali fonti di finanziamento, qualificandosi come valido interlocutore nell’ambito della cosiddetta “Embedded Finance”. Inoltre, l’acquisizione della bresciana Credit Team e della milanese Finage Consulting, tra le società di advisory di riferimento nel mercato della Finanza Agevolata, consente al Gruppo di posizionarsi con autorevolezza in un settore che garantisce la diversificazione delle fonti di ricavo e importanti prospettive di sviluppo futuro.

Francesco Brami, Ceo e co-founder di Change Capital ha commentato: “Change Capital continua a crescere con il rinnovato supporto di Banca Valsabbina, ormai partner storico, che apprezza il nostro modello di business scalabile e la nostra dinamicità. Abbiamo l’obiettivo di posizionarci tra i leader di mercato in ambito fintech, attraverso una proposta integrata di mediazione creditizia e finanza agevolata a servizio delle eccellenze imprenditoriali di piccola e media taglia del nostro paese, rispondendo con flessibilità e velocità alla richiesta sempre maggiore di accesso a fonti di finanza alternative”.

Confcommercio: nei negozi bresciani a Natale si spenderanno 394 milioni

in Commercio/Economia by

Saranno pari a 394 milioni di euro i consumi nei negozi della provincia di Brescia secondo quanto rilevato dall’Ufficio Studi di Confcommercio Brescia, in crescita di poco più del 5% rispetto allo stesso periodo del 2022, quando si erano fermati a quota 372 milioni di euro. In particolare, i negozi bresciani del commercio al dettaglio di abbigliamento e calzature guadagneranno nel periodo natalizio poco meno di 94 milioni di euro (erano 91 l’anno scorso), mentre quelli di generi alimentari arriveranno a 104 milioni (contro i 99,7 del 2022).

“L’aumento della spesa c’è, ma serve tenere conto dell’inflazione che ha influenzato l’ultimo anno e che andrà ad assorbire la quasi totalità dei maggiori ricavi dei negozi. Si tratta comunque di un risultato discreto che, almeno, dovrebbe dare maggiore fiducia agli imprenditori del commercio al dettaglio che stanno soffrendo particolarmente in questi ultimi mesi”, ha commentato il presidente di Confcommercio Brescia, Carlo Massoletti.

L’incremento sarà più significativo, invece, per quanto riguarda il settore della ristorazione che, nella nostra provincia, riguarda circa 9.000 attività (di cui quasi 5.000 sono ristoranti): rispetto al 2022 ci sarà un guadagno di oltre il 10%, passando dai 60,5 milioni di euro dell’anno passato ai 68 milioni del 2023.

“Si tratta – ha aggiunto il presidente Massoletti – di un ottimo risultato che conferma il trend positivo registrato durante tutto quest’anno di Capitale Italiana della Cultura per i nostri ristoratori. Ricordo, che il periodo natalizio per alcune attività arriva ad incidere anche fino ad un quinto del fatturato annuo totale”.

“I risultati confermano da una parte le difficoltà per le attività commerciali e per i consumatori che hanno dovuto fare i conti con l’inflazione. Tuttavia, guardiamo comunque al prossimo futuro con moderato ottimismo anche grazie al rapido rientro del fenomeno dell’inflazione che stiamo registrando nelle ultime settimane”, ha concluso il presidente di Confcommercio Brescia

Confapi, Elia Mondini è il nuovo presidente dei Giovani

in Api/Associazioni di categoria/Economia/Nomine by

Nel tessuto dinamico dell’imprenditoria bresciana, il Gruppo Giovani Imprenditori Confapi Brescia si appresta a inaugurare un nuovo capitolo con Elia Mondini come presidente appena eletto. Il passaggio di testimone, avvenuto lo scorso venerdì 1 dicembre, ha visto Mondini prendere il timone da Riccardo Costa, titolare dell’azienda associata Elettronica Costa. Elia Mondini, titolare della Zima S.r.l. e già Vice Presidente Vicario del Gruppo, ha espresso gratitudine per il lavoro del suo predecessore e ha manifestato entusiasmo nel guidare il Gruppo Giovani Imprenditori Confapi Brescia. Con un mandato di tre anni davanti a lui, Elia Mondini ha sottolineato l’importanza di guardare al futuro con un’ottica lungimirante. “Nei prossimi tre anni, mi concentrerò su un impegno totale per contribuire alla continua crescita della nostra Associazione, promuovere l’innovazione e creare un ambiente imprenditoriale favorevole”, ha dichiarato Mondini.

Ad affiancare il neo eletto Presidente, per contribuire al successo e alla realizzazione degli obiettivi ambiziosi del gruppo, saranno il Vice Presidente VicarioMarta Benussi (S.A.R.A. Ing. Sandro Benussi srl), il Vice Presidente  Carlo Fazzari (Physical Therapy Center srl ) ed il rinnovato Consiglio Direttivo composto da: Lorenzo Boletti (Imbal Line S.p.a.), Leonardo Busi (Busi Giovanni srl), Delia Costa (Elettronica Costa srl), Chiara Maria Mannarino (Frankalza srl), Alessandro Polini (A.P.R. srl), Giacomo Vinati (Vinati srl) e Marco Uberti (Trismoka srl). In questa visione, la sinergia con il Consiglio Direttivo del Gruppo Giovani Imprenditori assume un ruolo cruciale. “In collaborazione con il Consiglio Direttivo del Gruppo, composto da professionisti altamente qualificati, affronteremo le sfide e coglieremo le opportunità del panorama imprenditoriale odierno. Il nostro successo dipende dalla forza del team e dalla capacità di affrontare le sfide in modo dinamico“, ha affermato. “Insieme miriamo a creare sinergie che ci permettano di adattarci e crescere in un ambiente imprenditoriale in continua evoluzione.” In conclusione, Elia Mondini riafferma il suo impegno per un mandato costruttivo: “Sono entusiasta di questa straordinaria opportunità, insieme, realizzeremo un impatto significativo, guidati dalla determinazione di costruire un futuro imprenditoriale prospero e dinamico per tutti.”

Il Gruppo Giovani Imprenditori Confapi Brescia, riconosciuto per la sua capacità di generare idee fresche e prospettive innovative, incarna il futuro dell’Associazione. L’energia giovane e dinamica del gruppo agisce come catalizzatore per l’evoluzione e la crescita costante dell’organizzazione. Il coinvolgimento attivo di giovani talenti imprenditoriali offre una prospettiva innovativa, delineando il percorso futuro dell’Associazione.

Lidl apre un nuovo supermercato a Villa Carcina

in Commercio/Economia by

Lidl Italia ha inaugurato questa mattina un nuovo supermercato nel cuore di Villa Carcina, primo punto vendita dell’insegna in Valtrompia. A meno di un mese dall’inaugurazione di Darfo Boario Terme, sempre in provincia di Brescia, l’Azienda ha tagliato il nastro in via Lavoratori TLM 1, alla presenza del Sindaco Moris Cadei, confermando il ruolo centrale del territorio bresciano nei propri piani di sviluppo.

Per il punto vendita di Villa Carcina – che si estende su un’area commerciale di 1.200 metri quadrati e conta 90 posti auto – sono stati assunti 19 nuovi collaboratori. A riferirlo è Brescia news.

Il nuovo punto vendità sarà aperto dal lunedì al sabato dalle 08:00 alle 21:00 e la domenica dalle 08:30 alle 20:30.

Nuove norme per i florovivaisti lombardi

in Agricoltura e allevamento/Economia by

 Nuove norme per gli operatori agricoli e florovivaistici lombardi per tutelare piccole imprese agricole e garantire maggiori opportunità di scelta ai consumatori in un regime di libera concorrenza, coerentemente con l’evoluzione del mercato e della domanda. È l’obiettivo della proposta di modifica alla legge regionale n.31/2008 (“Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale”) approvata dal Consiglio regionale nella seduta di oggi (53 favorevoli, 3 contrari e 3 astenuti). Un testo presentato in Aula dalla relatrice Claudia Carzeri (Forza Italia) e sostenuto dai Consiglieri regionali Maira Cacucci (Fratelli d’Italia), prima firmataria del provvedimento, e Michele Schiavi (Fratelli d’Italia).

Regione Lombardia, ancora una volta, si conferma realtà istituzionale proattiva rispetto ai bisogni delle imprese, in tal caso delle nostre piccole e medie realtà agricole florovivaiste. Le modifiche di questa legge consentiranno a un settore di importante valore economico e sociale di adeguarsi all’evoluzione del mercato, incrementando competitività e offerta. Inoltre, il provvedimento consentirà di tutelare meglio la salute dei consumatori estendendo i controlli fitosanitari alle vendite online e di sostenere la tenuta aziendale delle piccole imprese agricole di fronte alla stagionalità e ad eventi climatici avversi. La Lombardia mantiene così la sua vocazione di ente sussidiario rispetto al proprio sistema economico ed imprenditoriale” ha sottolineato Maira Cacucci.

Le modifiche nascono dall’obiettivo di salvaguardare la competitività delle piccole realtà agricole, le produzioni locali e i posti di lavoro del comparto florovivaista. I centri di giardinaggio in Lombardia rappresentano un settore importante per l’economia della regione sia sotto il profilo quantitativo (n. 181) sia in termini di fatturato (600 milioni di fatturato annuo circa), senza dimenticare il numero di dipendenti e addetti occupati che si aggira intorno alle 3.200 unità. Un comparto messo in crisi dalla diffusione dei garden center e dalle vendite online.

Il provvedimento approvato oggi consentirà agli imprenditori agricoli e florovivaisti di ampliare le categorie di prodotti che potranno vendere, esaltando l’attività principale connessa alla coltivazione di fiori e piante. Il documento, infine, prevede l’individuazione da parte del servizio fitosanitario di un sistema di controllo sulle vendite a distanza e online di piante e prodotti vegetali, nel rispetto della normativa statale ed europea.

L’Aula, inoltre, ha approvato un Ordine del Giorno presentato da Christian Garavaglia (Fratelli d’Italia) con cui si impegna la Giunta a convocare entro due mesi un tavolo con le associazioni di categoria per definire i prodotti che potranno essere commercializzati dalle aziende del settore florovivaistico nel rispetto della libera concorrenza di mercato e della tutela dei consumatori.

Durante il dibattito in Aula la Consigliera regionale Paola Pollini (Movimento 5 Stelle) ha definito il provvedimento “azzardato e inopportuno perché rischia di entrare in contrasto con la normativa nazionale. Una legge delega, infatti, ha attribuito al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste la definizione di nuove norme nazionali per garantire regole certe e omogenee al comparto”.

Marco Carra (PD) ha dichiarato invece il voto favorevole al provvedimento del suo Gruppo consiliare “per l’importante lavoro fatto in Commissione Agricoltura, montagna e foreste e per l’apertura di un tavolo di confronto con le associazioni di categoria”.

La consulenza aziendale professionale: un investimento indispensabile per ogni attività

in Economia/Redazionali by

Nel panorama commerciale moderno, l’importanza della consulenza aziendale si manifesta come un elemento cruciale per il successo e la crescita sostenibile delle imprese. La consulenza aziendale offre un’analisi approfondita e competente delle dinamiche di mercato, delle strategie operative e delle tendenze settoriali, consentendo alle aziende di prendere decisioni informate. 

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Expertise e conoscenza specializzata

La competenza e la conoscenza specializzata di uno studio professionale nella consulenza aziendale rappresentano un fondamentale vantaggio strategico per le imprese moderne. Dotato di un team di esperti, uno studio di consulenza offre competenze specifiche e aggiornate sulle dinamiche di settore, sulle strategie aziendali e sulle ultime tendenze del mercato. Questa expertise permette alle imprese di prendere decisioni informate, implementare strategie efficaci e affrontare sfide complesse con successo.

In un panorama commerciale in continua evoluzione, avere un partner informato sulle ultime tendenze del mercato è cruciale. Lo studio professionale, con la sua conoscenza aggiornata e la consapevolezza delle normative vigenti, aiuta le imprese a navigare attraverso le complessità del mercato e a garantire la conformità alle leggi in continua evoluzione

Una visione esterna e obiettiva

Uno studio esterno offre una prospettiva preziosa e obiettiva che spesso sfugge alle dinamiche interne di un’azienda. Questa visione imparziale consente di identificare punti di forza e aree di miglioramento in modo chiaro e trasparente. Gli esperti esterni, privi di vincoli interni, sono in grado di valutare obiettivamente le operazioni aziendali, individuando inefficienze, opportunità di ottimizzazione e suggerendo soluzioni innovative.

L’importanza di ricevere un feedback sincero e costruttivo da parte di uno studio esterno è cruciale per la crescita e il miglioramento continuo. Tale feedback fornisce una base solida per l’implementazione di strategie correttive e lo sviluppo di nuove iniziative.

Risparmio di tempo e risorse

Delegare a professionisti della consulenza aziendale consente alle aziende di concentrarsi sul nucleo del proprio business, ottimizzando il tempo e le risorse. Gli esperti esterni, con la loro competenza, gestiscono compiti complessi come analisi di mercato, sviluppo strategico e gestione operativa. Ciò consente ai dirigenti e ai dipendenti di dedicare maggiori energie alle attività chiave, migliorando l’efficienza e la produttività complessiva.

La gestione efficiente di questioni complesse da parte di professionisti esterni contribuisce a evitare errori costosi. La loro esperienza e conoscenza specializzata consentono una valutazione accurata delle sfide aziendali e l’implementazione di soluzioni mirate. 

Accesso a una rete professionale

Gli studi professionali sono spesso parte di una rete consolidata di esperti in vari settori, fornendo alle aziende accesso a risorse e contatti preziosi. Questa rete offre un pool di competenze specializzate, permettendo alle aziende di accedere a consigli e conoscenze di esperti specifici. La diversificata gamma di competenze all’interno di questa rete può essere sfruttata per affrontare sfide complesse e identificare opportunità di crescita.

La possibilità di collaborazioni e partnership strategiche rappresenta un vantaggio significativo. Gli studi professionali, grazie alla loro rete consolidata, possono facilitare connessioni tra imprese complementari, facilitando sinergie e progetti congiunti. 

Sviluppo e crescita sostenibile

L’importanza di una strategia aziendale solida è cruciale per guidare la crescita dell’attività in modo sostenibile nel lungo termine. Una strategia ben definita fornisce una roadmap chiara, identificando obiettivi, risorse necessarie e azioni specifiche per raggiungere il successo. Inoltre, una strategia ben concepita considera l’aspetto della crescita sostenibile, bilanciando la prosperità economica con l’impatto ambientale e sociale.

Uno studio professionale, con la sua competenza ed esperienza, può svolgere un ruolo chiave nell’identificazione di opportunità e nella mitigazione dei rischi associati alla crescita aziendale. Analizzando attentamente il contesto di mercato, valutando la concorrenza e monitorando le tendenze del settore, gli esperti possono aiutare le aziende a individuare aperture strategiche e adottare approcci che minimizzino possibili rischi. 

In conclusione, non bisogna sottovalutare l’importanza dellaconsulenza aziendale. Offrendo una prospettiva esterna, competenze specializzate e strategie ben definite, la consulenza contribuisce a ottimizzare le operazioni, mitigare rischi e identificare opportunità chiave. Incoraggiamo gli imprenditori a considerare seriamente l’investimento in una consulenza di qualità come chiave per il successo aziendale. Per ulteriori informazioni e un supporto personalizzato, invitiamo a contattare Studio Piazza, un partner affidabile nella guida delle imprese verso un futuro prospero.

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