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La network analysis nelle imprese | INNOVATION CLUB

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Matteo Casnici

Se vi fosse chiesto di raggiungere con un messaggio il presidente degli Stati Uniti, di certo pensereste che arrivare ad una persona così lontana nello spazio e così estranea alla vostra cerchia di conoscenze sia una follia. Sbagliereste. Recentemente un gruppo di ricercatori dell’Università degli Studi di Milano ha mostrato che questo è possibile, naturalmente tramite il Web. Nel 2011 il Prof. Boldi e colleghi, riprendendo il tema del celebre studio sui “sei gradi di separazione” condotto da Milgram negli anni Sessanta, hanno analizzato le reti di amicizia su Facebook (ai tempi 721 milioni di utenti e 69 miliardi di legami), concludendo che la distanza tra due utenti qualsiasi è, in media, pari a circa quattro passaggi. Vale a dire, per recapitare un messaggio a un utente qualsiasi -anche dall’altra parte del globo-, basterebbe scrivere ad un amico, il quale inoltrerebbe il messaggio ad un suo amico, che lo manderebbe a sua volta ad un altro amico, il quale finalmente lo consegnerebbe al destinatario ultimo. Solo quattro passaggi.

Nell’ultimo decennio, la consapevolezza di vivere in un mondo fortemente interconnesso inizia ad essere di patrimonio comune. La connessione è diventata non solo uno dei principali paradigmi dei nostri tempi, ma anche un aspetto chiave per le aziende. Basti pensare che il concetto di responsabilità sociale d’impresa, approccio innovativo e recentemente molto discusso, si basa sull’assunto che l’azienda sia connessa ad una rete di attori interni ed esterni ad essa, verso i quali essere economicamente ed eticamente responsabile. Molti studi empirici mostrano che anche la capacità di un’impresa di generare innovazione dipende da come essa sia interconnessa all’ambiente che la circonda. Il grado d’innovatività di un’azienda dipende non solo dal talento personale dei manager e dalla cultura aziendale, ma anche dalla presenza di legami con realtà diverse e complementari e, più in generale, di un sistema di relazioni strategiche di condivisione che facilitino l’emersione di nuove idee vincenti.

Relazioni e connessioni permeano la vita quotidiana dell’impresa. All’interno di molte aziende, in particolar modo quelle con strutture organizzative più “verticali”, i dipendenti sono organizzati in una struttura gerarchica, secondo ruoli e mansioni. La forza lavoro di un’azienda forma una rete interdipendente di soggetti che si scambiano informazioni, documenti, prodotti semi-lavorati. La struttura formale di questa rete di relazioni è ben rappresentata dall’organigramma. Ma questo non basta. In ogni organizzazione c’è anche una struttura invisibile di relazioni che legano i dipendenti tra loro. In azienda gli attori si scambiano fiducia, relazioni di supporto operativo, problem solving, idee, amicizia. Tali relazioni non sono osservabili a occhio nudo né tantomeno ricavabili dall’organigramma. Questa struttura è la rete informale di relazioni che vive in ogni impresa, e non è detto che coincida con quella formale, né è detto che sia meno importante di essa. In un recente studio pubblicato su HR Magazine, è stato presentato il caso di un’azienda americana che, per meglio governare il processo di crescita internazionale, si era posta l’obiettivo di coinvolgere le figure aziendali più influenti assieme al change management. Per individuare questi influencer interni, il management si avvalse di uno studio scientifico che coinvolse 200 manager in 10 paesi diversi. L’analisi identificò poco più di una dozzina di soggetti chiave che risultavano fondamentali per connettere tra loro i dipendenti dell’azienda. La grande sorpresa fu che metà di loro erano soggetti che i leader divisionali non si sarebbero mai aspettati (considerando l’organigramma) e che ricoprivano ruoli anche marginali, formalmente. Alcuni di loro risultavano molto più influenti di tanti soggetti con importanti incarichi dirigenziali. E i manager non lo sapevano.

 

Per indagare le relazioni fuori e dentro l’impresa, università e società di consulenza utilizzano un insieme di tecniche chiamato network analysis. Questa disciplina nasce negli anni Trenta da un gruppo di sociologi che studiavano persone e organizzazioni non come attori a sé stanti, ma come entità interconnesse. Lo scopo era capire come le relazioni potessero influire sui comportamenti. Dagli anni cinquanta la network analysis si diffonde ed assume un carattere ampiamente interdisciplinare. È utilizzata non solo da sociologi e antropologi, ma anche da economisti dell’organizzazione per comprendere le dinamiche di potere e collaborazione in azienda, da analisti finanziari per studiare le interdipendenze tra i titoli, da esperti di comunicazione per analizzare i fenomeni di diffusione di informazioni, da operatori di marketing per massimizzare l’estensione di una campagna pubblicitaria minimizzandone i costi, e persino da biologi e scienziati naturali per studiare le interdipendenze negli ecosistemi. Questa disciplina si basa su rigorose tecniche matematiche e più precisamente sulla teoria dei grafi, che permette di rappresentare sistemi a vari gradi di complessità tramite modelli di rete, in cui i soggetti sono rappresentati come dei punti (nodi) legati tra loro da relazioni (legami). Questi modelli permettono di semplificare la realtà e ottenere informazioni o rappresentazioni che altrimenti sarebbero invisibili.

Le potenzialità e gli impieghi della network analysis in ambito organizzativo-aziendale sono molteplici.

  1. Fusioni e acquisizioni: la network analysis è utilizzata dalla società acquirente per studiare le reti informali della società acquisita, al fine di individuarne gli attori chiave. Tali informazioni sono poi utilizzate a supporto dei processi d’integrazione che seguono all’acquisizione e permettono grande risparmio di risorse e guadagno in termini di efficienza.
  2. Ottimizzazione dei processi: tecniche di analisi delle reti sociali sono impiegate per identificare i flussi d’informazioni o di materiali in azienda e rilevarne eventuali inefficienze. In base ai dati, il management può intervenire modificando la struttura spaziale in azienda (es. avvicinando due risorse strategiche), investendo in infrastrutture tecnologiche (es. intranet per facilitare la comunicazione) o inserendo nuove figure aziendali in aree problematiche.
  3. Gestione del personale: tenendo presente che non sempre i veri leader sono individuabili nella struttura formale dell’impresa, avere una chiara mappa delle relazioni informali in azienda aiuta il management a individuare gli opinion leader, a prendere decisioni di avanzamento di carriera e di incentivazione del personale. Inoltre, fornire un diagramma della struttura di relazioni informali ai nuovi arrivati può essere estremamente utile nelle fasi di inserimento del personale, limitando costi di apprendimento ed inefficienze.
  4. Efficacia manageriale: in generale, per qualsiasi manager è importante sapere chi siano i leader informali dell’impresa. Conoscere i leader significa capire come sia distribuito il potere nell’azienda, aspetto che per un manager si rivela fondamentale sempre e comunque per il buon governo dell’impresa.

Relazioni e connessioni caratterizzano la vita dell’azienda anche al di fuori dalle strutture produttive. Da qualche anno le aziende stanno dedicando una crescente attenzione alle dinamiche d’ingaggio e soddisfazione del cliente. Avere una clientela fidelizzata e soddisfatta significa diminuire i costi di mantenimento del cliente e limitare le oscillazioni di fatturato, fattore d’importanza strategica. Per arrivare a questo obiettivo, le aziende stanno modificando il modo di porsi con i clienti e il teatro di questo cambiamento è ovviamente il Web. Se nei primi anni Duemila le aziende più dinamiche si erano munite di un sito E-commerce, oggi questo non basta più. Le aziende oggi sono chiamate a uno sforzo più articolato. I clienti non utilizzano più il Web solo per acquistare, ma soprattutto per cercare e condividere informazioni, scambiarsi consigli e raccomandazioni. Per le aziende non è più sufficiente avere un semplice E-commerce tramite cui vendere prodotti, ma è necessario prima di tutto creare una comunità di clienti. Tante aziende si stanno muovendo in questa direzione, come dimostra negli ultimi anni l’esplosione del numero di pagine aziendali di piccole e grandi attività su Facebook, Instagram e altri social. I clienti vogliono vedere il prodotto prima di acquistarlo, conoscere l’opinione degli altri consumatori, condividere la loro esperienza con gli altri e capire la filosofia aziendale del venditore. Il cliente non è più un’entità isolata che agisce di proprio conto prendendo decisioni di consumo autonome –ammesso che lo sia mai stato. Oggi più che mai il cliente è da considerarsi un soggetto che si relaziona in più fasi non solo con l’azienda, ma anche con i suoi pari.

Alcune ricerche accademiche hanno descritto il processo decisionale che porta all’acquisto come un percorso a più fasi. A questo proposito, eccone un semplice modello semplificatorio ed esemplificativo. Fase 1: il potenziale cliente riconosce di avere un bisogno. In molti casi questo avviene perché il soggetto entra in contatto con altri soggetti che lo influenzano. Questi influencer sono tanto individui reali con cui il potenziale cliente interagisce faccia a faccia, quanto utenti online con cui egli interagisce all’interno di comunità Web, blog o social networks. Fase 2: il potenziale cliente ha bisogno di un aiuto. Ha davanti a sé una gamma vastissima di prodotti e deve selezionarne uno, per cui chiede consiglio agli utenti della rete, ne legge le recensioni, cerca le opinioni dei clienti che hanno già acquistato i vari prodotti. Fase 3: il potenziale cliente si convince della superiorità di un prodotto e, allora, cerca il miglior modo di comprarlo, se direttamente dall’azienda o da un distributore. Per decidere, osserva che cosa hanno fatto gli altri consumatori e il loro grado di soddisfazione. Il potenziale cliente in questo momento diventa cliente. Diretto, se compra direttamente dal produttore, indiretto se acquista da un distributore. Fase 4: il cliente, in base alla sua esperienza di acquisto e di utilizzo del prodotto, decide infine se scrivere una recensione o lasciare un commento che servirà ad altri clienti in futuro.

La decisione d’acquisto in tutte le sue fasi è influenzata dal contatto con gli altri consumatori. Oggi uno dei temi preponderanti del marketing moderno è la profilazione del cliente, cioè offrire a ogni singolo soggetto un prodotto personalizzato in base ai suoi gusti e alle sue preferenze. Questo è molto importante e assicura un aumento dell’efficacia dell’azione d’ingaggio, vendita e fidelizzazione. Ma forse ancora più importante è capire dove i soggetti prendano informazioni, da chi sono influenzati, quali siano le cerchie sociali in cui i soggetti trovano ed ascoltano i loro influencer, a quali persone o gruppi i potenziali clienti siano connessi. Perché proprio da qui emerge il comportamento d’acquisto.

La social network analysis è uno strumento di marketing con potenzialità molto elevate perché consente di rappresentare ed analizzare le connessioni esplicite ed implicite tra i potenziali clienti di un’azienda. In questo modo, i clienti sono rappresentati come individui appartenenti a comunità e non come soggetti a sé stanti. Ecco alcune applicazioni operative:

  1. Expert targeting: uno dei principi fondamentali del direct marketing è raggiungere i consumatori con valore più alto, da cui ci si attende un profitto più elevato, rispetto al costo dell’azione di marketing. Mentre l’approccio del marketing tradizionale calcola il valore del cliente in base ai suoi acquisti potenziali nel tempo, un approccio più evoluto deve prendere in considerazione anche il potere d’influenza del soggetto stesso, vale a dire quanti altri clienti potenziali sia in grado di influenzare e di convertire. Il potere di influenzare altri soggetti è stato definito network value. La network analysis aiuta a selezionare, su un vasto numero di clienti o clienti potenziali, quelli con network value più alto, in modo da permettere all’azienda di concentrare su di loro l’azione di marketing e non su un numero imprecisato di utenti considerati tutti alla pari. Saper individuare gli influencere investire su di loro significa minimizzare i costi di marketing e massimizzarne efficacia e profitto atteso.
  2. Churn rate: avere idea di come i consumatori si relazionino tra loro e di come si influenzino implica anche la comprensione di quanto velocemente si diffonderanno non solo i comportamenti di acquisto, ma anche i comportamenti di abbandono. Il churn rate è una variabile chiave, in quanto ha un impatto immediato e diretto sul fatturato. La network analysis può aiutare a capire come si relazionano utenti e influencere aiutare a contrastare i tassi di abbandono, ad esempio mettendo in campo politiche di promozione e incentivazione di alcuni clienti chiave.
  3. Social recommendations: per molte aziende il modello di business è strettamente collegato alla capacità di generare recensioni utili. Grandi aziende come Amazon, Google o Tripadvisor, forniscono consigli ai consumatori in base alle scelte compiute dai loro contatti. Ricevere un’indicazione su che cosa ha fatto un amico può influenzare pesantemente il comportamento di consumo. La network analysis permette di definire come i potenziali clienti siano collegati tra loro e consente, quindi, di costruire sistemi di recensione sempre più efficaci, che limitino l’impatto dei costi di marketing diretto a favore di sistemi intelligenti e automatizzati, non solo per le grandi imprese, ma anche per le piccole-medie realtà.

Analizzare e comprendere le relazioni sociali dentro e fuori l’azienda è di fondamentale importanza, poiché vuol dire capire come il potere di influenzare le azioni altrui si distribuisce nella vita dell’impresa. Il valore aggiunto per il management, oltre alla consapevolezza (comunque cosa non indifferente), è poter far leva su questi meccanismi per aumentare il valore generato dall’impresa, ad esempio riducendo le inefficienze interne e aumentando l’efficacia delle azioni di marketing.

In questo quadro, la collaborazione tra università e impresa risulta fondamentale, poiché su questi temi c’è una grande mole di ricerca scientifica che, pur avendo un grande valore innovativo potenziale, non è ancora stata applicata. Il terreno è pronto affinché le scienze sociali raccolgano questa sfida, insieme con le imprese.

 

Niccolò Casnici

Dipartimento di Economia e Management

Università degli Studi di Brescia

INNOVATION CLUB – LEGGI LE PUNTATE PRECEDENTI

Talent Garden apre una nuova sede a Torino con una parata di vip

in Economia/Formazione/Startup by

Torino ha registrato una crescita di oltre il 150% delle startup nell’ultimo biennio (da 105 nel 2014 a 260 a fine 2016), toccando oggi quota 280[1] e registrando un picco particolare nel 2015 (85). A questi numeri ha offerto il suo contribuito anche Talent Garden, la piattaforma europea per i talenti del digitale, che oggi a Torino inaugura il nuovo flagship campus Talent Garden Fondazione Agnelli a Torino, alla presenza di Davide Dattoli, CEO e fondatore di Talent Garden, John Elkann, vicepresidente della Fondazione Agnelli, e Zanny Minton Beddoes, 1° direttore donna de The Economist.

“Siamo presenti a Torino ormai da 4 anni e abbiamo trovato nella città un ecosistema ideale per far crescere l’innovazione – dichiara Davide Dattoli, fondatore e CEO di Talent Garden – per questo oggi apriamo la nuova sede Talent Garden Fondazione Agnelli. Abbiamo creduto nella sfida di crescere in Italia e in Europa, dove oggi contiamo 18 campus, e il fatto di aver trovato in Fondazione Agnelli un partner per questo progetto di innovazione ci rende molto orgogliosi e ancora più convinti della nostra scelta. I nostri campus – prosegue – non sono soltanto spazi di coworking, ma un vero e proprio “acceleratore naturale” e un punto di riferimento per professionisti e aziende, all’interno di una rete internazionale di talenti accomunati dalla passione per l’innovazione e il digitale”.

Talent Garden Fondazione Agnelli è uno spazio innovativo progettato dallo studio internazionale di architettura Carlo Ratti Associati, dove tradizione e modernità si fondono per dare spazio a un campus che si può definire fiore all’occhiello del network internazionale Talent Garden. 6.500 metri quadrati che sfruttano l’IoT (Internet Of Things) per creare un edificio dove le più avanzate tecnologie sono al servizio delle esigenze degli utenti, cuore pulsante della community Talent Garden. Il campus è infatti coperto da centinaia di sensori posizionati da Siemens Italia per raccogliere dati e permettere ai membri di gestire in maniera smart la propria giornata lavorativa. Talent Garden Fondazione Agnelli può ospitare fino a 350 “tagger”, tra startup, PMI, freelance e imprese innovative, che condividono aree di lavoro e spazi per eventi, attività di formazione e di sostegno dell’imprenditorialità, senza dimenticare il work-life balance grazie a una partnership con Technogym. Tra i principali partner UBI Banca, che porterà le sue competenze all’interno del campus.

Talent Garden Fondazione Agnelli è anche uno spazio aperto a tutta la città dove saranno sviluppati programmi di ricerca e di attività sull’istruzione, mettendo inoltre a disposizione delle scuole laboratori per attività sperimentali e interattive pensate per bambini e adolescenti – ma anche per i loro insegnanti – nel campo della robotica, della programmazione, della scienza e della manifattura innovativa. Anche in questa sede TAG Innovation School, la scuola dell’innovazione di Talent Garden, porterà i suoi progetti di formazione innovativa volta a creare i professionisti del digital più richiesti dalle imprese.

Le startup a Torino. Cresce il sistema dell’innovazione a Torino, che ad oggi registra 280 startup. I settori in cui queste nuove imprese torinesi sono più attive sono quello del software e della consulenza informatica con 84 imprese, (30% del totale, in linea con la media nazionale che registra il 30,29%); della ricerca scientifica e sviluppo con 40 startup (14% del totale, sempre in linea alla media nazionale che si attesta al 14,23%); e dei servizi di informazione con 31 imprese in questo settore (11% del totale, concentrazione lievemente superiore alla media nazionale che registra l’8,5% di imprese in questo ambito). A Torino 44 startup su 280 sono costituite a maggioranza o a presenza esclusiva giovanile (15,7%), una percentuale che si distacca dalla media nazionale (20,04%). Infine, soltanto 15 startup torinesi registrano una maggioranza o la presenza esclusiva di quote rosa: il 5,36% del totale, percentuale inferiore alla media nazionale (13,3%) e distante dall’impostazione di Talent Garden, al cui interno si registra una presenza femminile superiore al 60%.

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Talent Garden

Talent Garden https://talentgarden.org/ – è il luogo dove i professionisti della tecnologia, del digitalee della creatività possono lavorare, imparare e connettersi. Talent Garden o re spazi di coworking, la formazione sui temi del digitale di TAG Innovation School e una serie di diversi eventi per connettere imprese e territori con l’innovazione.

Tre Nobel per l’Economia arrivano sul lago di Iseo

in Economia/Formazione by

Dal 17 al 24 giugno 2017 l’appuntamento a Iseo, nel bresciano, è con la 14sima edizione della I.S.E.O Summer School, la prestigiosa scuola estiva di Economia promossa dall’Istituto I.S.E.O (Istituto di studi economici e per l’occupazione).

Il corso chiama a raccolta 65 fra i più talentuosi giovani economisti (phd students) provenienti dalle facoltà di Economia di tutto il mondo. I partecipanti arriveranno in Italia da ogni angolo del pianeta: dalla Malesia all’Azerbaijan, dagli Stati Uniti alla Russia e alla Cina, passando per Filippine, Sud Africa, Argentina e da parecchi stati europei. In totale, si tratta di 65 giovani laureati provenienti da 22 Paesi e 44 Università. L’istituto I.S.E.O, che è un ente non profit, ogni anno raccoglie sponsorizzazioni da aziente e istituzioni del territorio, per trasformarle in borse di studio a favore dei partecipanti della Summer School.

Come da tradizione, anche quest’anno alla scuola estiva (dedicata al tema “The global economy: searching for a new equilibrium”) saliranno in cattedra, fra gli altri, tre professori insigniti del premio Nobel. Si tratta di Jean Tirole, nobel per l’Economia 2014, economista francese, direttore della prestigiosa Toulouse School of Economics. Insieme a lui il premio Nobel 2007 Eric Maskin,  oggi in cattedra alla prestigiosa Harvard University, pronto a tenere una lezione centrata su “Income inequality”. E, infine, Michael Spence (Nobel per l’Economia 2001), forte conoscitore di mercati ed economie emergenti, già rettore delle Università di Harvard e Stanford, attualmente in cattedra all’Università di New York e al Fung Global Institute di Hong Kong.

Completano il panel di relatori della I.S.E.O Summer School alcuni docenti di chiara fama: Daniel Gros, direttore del Ceps (Centre for European Policy Studies) di Bruxelles, Ulrich Volz (Soas, University of London), Michele Boldrin (Washington University) e Dimitra Petropulou (Surrey University).

Il 22 giugno, inoltre, l’Istituto I.S.E.O aprirà le porte a tutto il pubblico interessato per il convegno “Innovazione e proprietà intellettuale” con il Nobel Jean Tirole, Michele Boldrin (Washington University) e Jacques Darcy (Fondo Europeo degli Investimenti). Il convegno, promosso d’intesa con l’Università degli studi di Brescia, avrà luogo proprio nella facoltà di Economia dell’Università di Brescia dalle ore 10.

Per organizzare interviste con i relatori dal 17 al 24 giugno 2017: segreteria@istiseo.org oppure 030980423.

Talent Garden raddoppia la sede di Roma e arriva a Cinecittà

in Economia/Formazione/Partner 2/Startup by
Davide Dattoli di Talent Garden

Sono cresciute del 150% in 2 anni le startup nate a Roma, passando dalle 211 del 2015 alle 527 di aprile 2017[1]. A questa crescita ha contribuito in maniera decisiva Talent Garden, la piattaforma europea per i talenti del digitale, che ha inaugurato a Cinecittà il suo secondo campus romano. Talent Garden è sbarcata a Roma lo scorso anno con lo spazio di coworking che si trova nello storico palazzo delle Poste di Viale Mazzini. In questa sede sono presenti oggi più di 120 innovatori digitali e si svolgono oltre 150 eventi all’anno.

Il nuovo Talent Garden Cinecittà, di via Quinto Publicio 90, è uno spazio dedicato ai professionisti del digitale e dell’innovazione con una particolare attenzione al mondo dei new media e della multimedialità, situato proprio nel cuore degli storici studi televisivi. Si tratta di uno spazio aperto 24 ore su 24 che ospita oltre 70 “abitanti”, i cosiddetti “tagger”, in ambienti dal design innovativo in linea con lo stile che contraddistingue i 18 campus distribuiti in Italia e in Europa. Oltre a Roma, Talent Garden è presente a: Milano (Calabiana e Merano), Bergamo, Brescia, Cosenza, Padova, Genova, Pisa, Torino, Pordenone, Sarzana, Barcellona, Tirana, Bucarest, Kaunas, Vienna. Molte le realtà che hanno già scelto Talent Garden Cinecittà come sede della propria attività: sviluppatori software e grafica 3D, startup che si occupano di realtà virtuale, ma anche la multinazionale Groupon. Talent Garden, attraverso le due sedi di Prati e Cinecittà, punta a diventare un polo di connessione per l’ecosistema dell’innovazione della Capitale, facilitando il collegamento tra i principali player a livello nazionale e internazionale.

“Mi piace molto – dichiara Davide Dattoli, founder e CEO di Talent Garden – il fatto che il nostro primo campus con un grande focus sui professionisti dei new media sia proprio a Cinecittà, luogo in cui storicamente si è sviluppato il cinema italiano. I nostri campus – prosegue – non sono soltanto un ufficio condiviso, ma un vero e proprio “acceleratore naturale”: non ci limitiamo ad affittare uno spazio, ma creiamo un polo di incontro tra innovatori digitali all’interno di una rete internazionale di talenti accomunati dalla passione per l’innovazione e il digitale. Siamo nati nel 2011 a Brescia dalla necessità di creare uno spazio di lavoro che accogliesse imprenditori e innovatori e oggi contiamo oltre 1.500 membri tra startup, freelance, aziende e una community online di più di 80.000 persone”.

“Sono molto felice perché questa inaugurazione è un modo assolutamente unico per festeggiare gli 80 anni di Cinecittà! È la dimostrazione che dopo aver contribuito alla realizzazione di oltre 3.000 film, tra cui 83 nomination all’Oscar e 48 statuette, offrendo a tanti la possibilità di esprimere la propria creatività e diventando un modello in Italia e nel mondo – commenta Corrado Camilli, Presidente e Amministratore Delegato Cinecittà Media – Cinecittà è pronta ad affrontare la sfida dell’innovazione con rinnovato slancio. Nell’ambito del più grande progetto dei “Cinecittà Creative Hub”, Talent Garden Cinecittà è testimonianza del fatto che si può fare innovazione nell’ambito culturale e che si possono mettere in rete esperienze anche diverse nell’ambito di una visione condivisa.”

Con la nuova sede di Talent Garden sono circa una ventina gli spazi di coworking a Roma, ambienti che favoriscono l’insediamento di nuove realtà imprenditoriali. La Capitale ospita oggi 527 startup, per la stragrande maggioranza attive nel settore dei servizi (85,1%). La maggior parte di queste nuove imprese (46,1%) ha un capitale compreso tra i 5 e i 10.000 euro e il modello più diffuso (30,2%) non supera i 4 addetti. Delle 527 startup registrate, soltanto il 48% dichiara il valore della produzione: la stragrande maggioranza (34,2%) ha un valore di produzione entro i 100.000 euro, il 12,5% fra i 100.000 e i 500.000 e poco più dell’1% si colloca tra i 500.000 e 1 milione di euro. Quasi il 14% delle startup romane ha donne al suo interno, mentre il restante 78,6% è esclusivamente “al maschile”. Delle 73 startup con “quote rosa”, il 35,6% è esclusivamente composto da donne, il 20% vede una presenza femminile maggioritaria e il 43,8% una presenza “forte”.

Ogni Talent Garden è un luogo pensato per freelance, startup, PMI digitali e grandi imprese, non un semplice luogo di lavoro ma un vero e proprio campus dell’innovazione che ospita con la modalità del coworking aziende e professionisti. Nel nuovo campus romano avrà sede anche TAG Innovation School, la scuola di formazione di Talent Garden, che ogni anno forma in varie parti d’Europa centinaia di studenti sulle nuove professioni del digitale e che nei prossimi mesi, proprio in collaborazione con Cinecittà, costruirà nuovi percorsi pensati per i professionisti dei media e del digitale nel cinema. A completare il campus anche un teatro che può ospitare fino a 300 persone e dove sono già in calendario decine di eventi che nei prossimi mesi animeranno l’ecosistema dell’innovazione romano.

Media partner dell’apertura di Talent Garden Cinecittà radio RDS, realtà proiettata a dialogare con i millenials e a favorire esperienze di crescita professionale con progetti come RDS Startup Lab.

Confartigianato, tre seminari gratuiti per supportare gli imprenditori

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Tre seminari gratuiti, dedicati a supportare gli imprenditori al raggiungimento, ma soprattutto al mantenimento del successo e del benessere lavorativo. Leadership, comunicazione, autostima, efficienza, gestione dei collaboratori e aspetti concreti per migliorare la propria mentalità e l’atteggiamento professionale di tutti i giorni.

Offerti da Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale in collaborazione con Performat Business, i tre incontri, che si terranno tutti presso la sede di via Orzinuovi 28 a Brescia dalle 18 alle 20.30 con Cinzia Pollio, aziendalista e psicologa, prenderanno il via giovedì 11 maggio con il primo appuntamento dal titolo: “Il successo nella  mente: competenze psicologiche per il successo imprenditoriale”.

Secondo incontro dal titolo: “Il passaggio intergenerazionale: aspetti psicologici e relazionali oltre a quelli economico patrimoniali” venerdì 26 maggio. Ultimo appuntamento con: “Il business coaching per migliorare, superare le difficoltà e andare verso il cambiamento” in programma il prossimo 15 giugno.

FONTE: BSNEWS.IT

Ghedi, Confartigianato organizza un corso antiaggressione femminile

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Ghedi (Brescia) – Un corso organizzato dal Gruppo Donne Impresa di Confartigianato Brescia rivolto a tutte le donne di qualunque età a partire dai 15 anni in su, anche senza alcuna esperienza sportiva. Il corso anti aggressione femminile “Donne senza paura” si terrà sabato 6 maggio a Ghedi (Bs) in via Silvio Pellico n.7, con la collaborazione dell’associazione sportiva “Karate Master Rapid Ghedi”. Il programma della giornata prevede la lezione dalle ore 9.30 alle ore 13. I princìpi base e guida del corso saranno la prevenzione, la difesa verbale e la difesa fisica. Per iscrizioni e informazioni scrivere a donneimpresa@confartigianato.bs.it specificando nome, età e numero di cellulare. FONTE BSNEWS.IT

Rivoluzione del mobile, seminario il 5 in Camera di commercio

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Sono aperte le iscrizioni per il secondo appuntamento di “Eccellenze in digitale 2017. Piccole imprese globali: il web semplice che ti aiuta a crescere” con l’incontro sul tema ” Il mondo in tasca: la rivoluzione del mobile” che si terrà il 5 maggio – dalle 10 – a cui seguirà un laboratorio pratico sul tema, con un numero limitato di posti.

Iscrizioni on line sul sito www.bs.camcom.it . Per informazioni: Segreteria organizzativa: tel.030.3725298/264/346 e mail pni@bs.camcom.it

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Gara di costruzioni tecnologiche, 200 bambini in cattolica per la finalissima

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Gran finale questa mattina nell’aula magna dell’Università Cattolica per la quinta edizione di “Eureka! Funziona!”, il progetto promosso sul territorio da Associazione Industriale Bresciana rivolto agli allievi di terza, quarta e quinta elementare che propone un’esperienza di creatività, conoscenza e sperimentazione, portando gli studenti a utilizzare in modo creativo alcune delle conoscenze tecnico-scientifiche acquisite in classe. Oltre mille bambini provenienti da una ventina di scuole bresciane hanno preso parte al concorso, progettando e costruendo un giocattolo mobile. Quest’anno il tema da sviluppare era quello della pneumatica e degli attuatori.

I kit per costruire i giocattoli mobili, forniti dal settore Meccanica AIB, sono stati realizzati con la collaborazione dell’ITTS (Istituto italiano di tecnologia) e sono stati assemblati grazie al lavoro dell’Associazione Realmonte che lavora con i rifugiati politici. L’AIF (Associazione Insegnanti di Fisica) ha invece predisposto la scheda di approfondimento sulla pneumatica e gli attuatori e ha messo a disposizione un docente in grado di supportare le scuole nella comprensione dei principi di fisica utilizzati nel progetto.

Nella sfida tra gli allievi di terza hanno trionfato quelli della scuola primaria “Ungaretti” di Brescia, con il progetto “La mongolfiera gira gira”. Menzione speciale per la pneumatica anche all’Istituto comprensivo “Chiecca” di Rudiano per la realizzazione di “Gino il pesciolino”. Nella sfida tra le quarte, con il progetto “Flash Air Bottle Car”, si è imposta la squadra della primaria “Seneci” di Lumezzane, mentre tra gli allievi di quinta la vittoria è andata al team della scuola primaria di San Colombano e al suo progetto “Sos ragno”. Menzioni speciali per le squadre di quinta anche ai progetti “Eurekar” (primaria Lechi di Montirone) e “D.A.F.G. 5” (Istituto Comprensivo di Cedegolo).

Alla finalissima in Cattolica, accolti dal preside della facoltà di Matematica, Fisica e Scienze Naturali dell’ateneo Alfredo Marzocchi, erano presenti duecento studenti suddivisi in squadre, impegnate a conquistare con le loro creazioni il favore della giuria, composta dall’imprenditrice Giovanna Nocivelli, dal manager Marco Baresi, dai docenti Federico Andreoletti e Stefania Pagliara, dalla rappresentante dell’Ust Antonella Greco e dall’esperto di comunicazione Enrico Bonomini. I vincitori sono stati premiati da Roberta Morelli, assessore comunale alla Scuola, Maddalena Nocivelli, Mario Maviglia, dirigente Ust, e Laura Galliera, responsabile area Education AIB.

 

Tutte le classi delle squadre vincitrici di terza e di quarta parteciperanno alla visita al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica di Milano, mentre i vincitori di quinta prenderanno parte all’evento nazionale promosso da Federmeccanica, che si terrà a Milano il 26 maggio. Ai primi classificati anche libri scientifici e un cd rom per l’apprendimento della matematica attraverso la LIM. Il progetto “Eureka! Funziona!” sarà anche materia della tesi di laurea di Claudia Mazzetti, studentessa del corso di Scienze della Formazione Primaria in Cattolica.

 

Industria 4.0, oggi il seminario nella sede di Api

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Douglas Siveri presidente Apindustria

In Apindustria il seminario di approfondimento sugli aspetti tecnici e fiscali connessi a Industria 4.0 Quali requisiti devono soddisfare tecnologie e software secondo quanto riportato negli allegati A e B, come accedere a iper e super ammortamenti, quando è il caso di optare per il revamping, perché ha senso fare innovazione oggi e qual è il cambio di prospettiva atteso. Aspetti importanti da comprendere oggi, specie in una provincia, come quella bresciana, caratterizzata da una forte presenza manifatturiera e nella quale si registra un alto numero di produttori di macchinari. Per questo Apindustria si è proposta di offrire alle imprese alcune risposte a questi quesiti in occasione del seminario “Industria 4.0: come accedere alle opportunità – Approfondimenti tecnici e fiscali”, che si è tenuto oggi pomeriggio nella sede dell’Associazione. Secondo appuntamento sul tema, dopo il convegno divulgativo del novembre 2016, è stato organizzato in collaborazione con Unimatica Confapi Brescia, verticale dei settori Informatica, Comunicazione, Telematica e Servizi Innovativi, a seguito della pubblicazione della circolare n. 4/E del 30 marzo da parte di Agenzia delle Entrate e Mise. “L’obiettivo è stato entrare nel merito degli aspetti tecnici e fiscali del processo, spiegare alle aziende cosa devono fare per investire e certificarsi, offrire agli imprenditori strumenti concreti per capire come muoversi” spiega Giacomo Verzeletti, presidente di Unimatica. Dopo i saluti introduttivi di Douglas Sivieri, presidente dell’Associazione, Claudio Vivante e Gian Luca Lavelli, R&D Director rispettivamente di Tools For Smart Minds e Nomos Tecnologie del software, hanno spiegato in cosa consistono “I beni funzionali per la trasformazione 4.0”. La seconda parte dell’incontro ha visto l’intervento di Rocco Leo, R&D Manager di Signal – Elettronica, che ha presentato un case history, e Luigi Meleleo, consulente fiscale di Apindustria, che ha affrontato il tema investimenti legandolo alle opportunità di iper e super ammortamento.

Sei Consulting lancia la sua Sfida 4.0 al mondo delle imprese

in Cfp Zanardelli/Economia/Formazione by

Sfida 4.0. E’ tutto nel nome il programma del nuovo progetto lanciato ufficialmente oggi da Sei Consulting, la società di consulenza per le imprese – che ha sede in via Vantini, a due passi dalla redazione di BsNews.it – guidata da Ivan Losio.

La “sfida”, non da poco anche nei valori economici in gioco, è quella di “dar vita nell’arco di qualche mese a un hub tecnologico che diventi il punto di riferimento della Lombardia Orientale”.

Per questo Sei Consulting – con un investimento complessivo di circa 2 milioni di euro – ha preso in affitto un capannone di circa mille metri quadrati a Flero e ha iniziato ad “arredarlo” in sinergia con alcune imprese bresciane. Lì, da venerdì, si terranno diverse iniziative rivolte a imprenditori e manager. Lezioni ed eventi formativi pratici, soprattutto. Ma l’obiettivo finale è quello di creare una fabbrica didattica in cui sia possibile testare sul campo le tecnologie dell’industria 4.0.

Di più: il sogno di Losio è quello di dar vita a una sorta di “fiera permanente della tecnologia”, che agisca in partnership con le istituzioni, le associazioni di categoria, le singole imprese e gli istituti scolastici (in particolare le scuole superiori) del territorio bresciano. Offrendo anche alle startup del settore della meccatronica uno spazio sperimentare i loro progetti e proporli alle imprese.

Il primo appuntamento del nuovo spazio (via Quinzano 23/a, Flero) è intitolato “Industry 4.0: stop talking, get in touch” e si terrà venerdì alle 15. Nell’occasione, oltre a Losio, interverranno Roberto Bolliero di Regola Srl e Vittorio Taglietti, amministratore delelgato della Tilak Srl, che mosterà ai presenti i suoi sistemi per la sincronizzazione dei macchinari (iscrizione obbligatoria a industria4.0@sei-consulting.it o ai numeri 345.6540951 / 030.226326).

Ad oggi all’iniziativa di Sei Consulting hanno aderito una decina di sponsor privati (come Lonati e Metalwork), che hanno deciso di mettere a disposizione macchinari, tecnologie ed expertise. Ma la società di Losio guarda molto più in là.

“Partiamo da soli”, ha detto Losio oggi, nel corso di una conferenza stampa, “ma ritengo che la nostra vocazione non sia esclusivamente privata. Vorrei che la nostra ‘sfida’ diventasse un luogo permanente di formazione, con una fabbrica didattica che sia il punto di riferimento per gli istituti scolastici bresciani. Il fatto che il promotore del progetto sia un soggetto privato”, ha aggiunto, “può essere un freno per alcuni, ne siamo consapevoli, ma questo ci ha consentito di partire in fretta e comunque siamo aperti al confronto. Inoltre”, ha concluso, “non ci dispiacerebbe trasferire il nostro progetto accanto al nascente Musil per completarne il progetto e dar corpo alla sua vocazione”.

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