Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Finanza - page 9

Valsabbia, tesoretti nascosti. 15 milioni invisibili per due aziende

in Economia/Finanza/Guardia di Finanza/Valsabbia/Zone by

Circa 15 milioni di euro di ricavi nascosti. Per questa ragione sono stati denunciati al fisco i titolari di due aziende della Valsabbia, di Casto e Pertica Bassa, operanti nel settore dei materiali ferrosi. Secondo gli investigatori, infatti, tra il 2014 e il 2017 le imprese avevano messo in piedi un sistema di fatture false per sottrarre denaro al fisco. Un’operazione che i militari della Guardia di Finanza di Gardone hanno battezzato “Castelli di (Val)sabbia”. Tre le persone denunciate dalle Fiamme gialle.

Le due aziende non avevano collegamenti tra loro. La ditta individuale di Casto, nata nel 2010, aveva evitato di annotare sui registri contabili i movimenti della merce e relativi ricavi. Di più: la contabilità veniva occultata o, quando c’era, veniva distrutta. Secondo la Finanza i redditi non dichiarati ammontano a 10 milioni, le fatture false per 11. Mentre l’azienda di Pertica aveva dimenticato di fare la dichiarazione fiscale, sottranedo al fisco 4,5 milioni.

Brescia, le rimesse degli immigrati valgono 150 milioni all’anno

in Economia/Export/Finanza/Tendenze by

Secondo i dati di Banca d’Italia, elaborati dall’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio di Brescia, ammontano a 150 milioni le rimesse che gli immigrati stranieri residenti a Brescia hanno inviato nel 2016 ai loro paesi di origine. Si tratta del 14,2% dell’importo complessivo delle rimesse regionali. Valore questo che colloca Brescia in seconda posizione dopo Milano, che assorbe il 38,9% del valore regionale.

Le rimesse degli immigrati stranieri a Brescia sono aumentate nell’ultimo anno del 3,9% e del 12% negli ultimi cinque anni. In Lombardia le rimesse sono aumentate nell’ultimo anno dell’1,0%, mentre rispetto al 2012 sono diminuite del 19,5% passando da 1,45 a 1,17 miliardi di euro con un peso del 23% sul totale delle rimesse italiane. In controtendenza la dinamica nazionale: il denaro che gli immigrati italiani hanno mandato a casa è diminuito, rispetto allo scorso anno, del 3,4% ed in misura più netta negli ultimi cinque anni (-25,7%).

Estendendo l’analisi a un più ampio arco temporale è evidente che dal 2005 le rimesse degli immigrati hanno seguito un trend crescente, su tutti i livelli territoriali, fino a raggiungere il valore massimo nel 2011. Il 2012 segna una battuta d’arresto: tra il 2011 e il 2012 il denaro esportato attraverso i canali formali (banche e money transfert) è diminuito del 7,6% a livello nazionale, del 7,9% in regione ed in misura più marcata a Brescia: – 11,9% (da circa 153 milioni di euro a 135). Gli effetti della crisi sono stati evidenti, tuttavia dal 2013 le rimesse degli immigrati bresciani hanno ripreso a crescere, mentre in Lombardia e a livello nazionale la dinamica è proseguita su una traiettoria discendente.

In media gli immigrati bresciani hanno inviato nel loro paese di origine, nel 2016, circa € 921,00 a testa, meno della media nazionale (€ 1.009,4) e di quella lombarda (€ 1.016,3). A livello regionale i più generosi verso i Paesi di origine sono gli immigrati residenti a Milano che rimettono in media all’anno € 1.315,5; seguono poi Monza -Brianza con € 948,3 e Brescia che si colloca in terza posizione. Fanalino di coda è Lodi con € 573,7.

Dove vanno le rimesse bresciane. I maggiori beneficiari delle rimesse degli immigrati bresciani risiedono in Pakistan (20,94 milioni di euro pari al 13,9% del totale provinciale), in India (19,9 milioni di euro), in Senegal (17,2 milioni di euro) in Romania (12,1 milioni di euro) ed in Marocco (7,85 milioni di euro). I cinesi sono tredicesimi nella graduatoria provinciale, negli ultimi anni hanno ridotto notevolmente il volume delle rimesse perdendo posizione. Negli anni 2011 e 2012, infatti, erano in testa alla classifica.

In calo anche il volume dei trasferimenti verso la Romania (-7,1% nell’ultimo anno; -24% rispetto al 2011), il Marocco (-0,1% sul 2015; -36,0% negli ultimi cinque anni), l’Albania (- 3,5% rispetto al 2015; -14,3% sul 2011) e la Moldavia (-3,9% sul 2015; -13,9% sul 2011).

L’aumento delle rimesse bresciane degli ultimi cinque anni è, dunque, sostanzialmente dovuto ai pakistani, agli indiani ed ai senegalesi. Importante anche l’aumento delle rimesse dei bengalesi che risultano peraltro i più generosi poiché nel 2016 hanno trasferito nel loro paese d’origine €3.269 a testa, seguiti a breve distanza dai filippini con € 3.109 e dai cingalesi con € 2.485.
Gli immigrati imprenditori. Lavorano, risparmiano e rimettono alle famiglie di origine. Immigrati che sono anche imprenditori: alla fine del 2016 le imprese straniere operanti a Brescia ammontano a 13.016, ovvero più di una impresa su dieci è straniera. Il 9,0% è di origine extra UE 28 e l’1,8% è di origine comunitaria. In circa otto casi su dieci si tratta di piccole imprese (imprese individuali) con titolare straniero. Sono 4.260 gli imprenditori registrati provenienti da Cina, Marocco, Romania e Pakistan, essi rappresentano le quattro nazionalità principali con più del 40% del totale.

Importante è anche la presenza di imprenditori nati in Albania (750 imprese pari al 7,7% del totale), quelli nati in Senegal (590 imprese pari al 6,0% del totale) ed in Egitto (461 imprese pari al 4,7% del totale).

L’incidenza delle rimesse sul valore aggiunto. L’importanza delle rimesse degli immigrati in ambito provinciale è evidente anche dalla loro incidenza sul valore aggiunto. Per Brescia, nel 2016, le rimesse hanno inciso per lo 0,42% sul totale del valore aggiunto, percentuale superiore alla Lombardia (0,36%) e nazionale (0,34%). Nel 2005 il valore di quest’indice a Brescia era pari allo 0,22% aumentato poi tendenzialmente di anno in anno.

rimesse immigrati 2016

Finlombarda, ecco il nuovo consiglio di amministrazione

in Banche/Economia/Finanza/Istituzioni/Regione by

La Giunta regionale della Lombardia, nelle scorse ore, ha provveduto a designare il presidente e
i componenti del consiglio di amministrazione di Finlombarda spa, societa’ finanziaria regionale per lo sviluppo della Lombardia, nelle persone dell’avvocato Michele Giuseppe Vietti (presidente), dell’avvocato Elisabetta Assi e dell’avvocato Maria Carla Giorgetti (componenti).

Michele Giuseppe Vietti, avvocato civilista, esperto i diritto commerciale, industriale e fallimentare, ex vice presidente del Consiglio superiore della Magistratura (Csm), ex sottosegretario di stato ai ministeri dell’Economia, delle Finanze e della Giustizia, piu’ volte parlamentare, gia’ presidente della Commissione ministeriale di riforma dell’ordinamento giudiziario nonche’ professore straordinario di diritto delle societa’ presso l’universita’ Unint di Roma.

Elisabetta Assi, avvocato, responsabile delle transazioni obbligazionarie di un istituto finanziario di rilievo
internazionale. Precedentemente, collaboratrice senior di un primario studio legale di New York.

Maria Carla Giorgetti, avvocato, esperto in diritto societario commerciale, arbitrale e fallimentare, ex componente del cda della Fondazione Stelline di Milano, professore ordinario di Diritto processuale civile, fallimentare e dell’arbitrato, presidente del corso di studi di laurea in operatore giuridico di impresa presso l’Universita’ di Bergamo.

L’assemblea di Finlombarda in programma nel mese di maggio procedera’ alla nomina del Cda secondo le designazioni della Giunta.

Ubi, 500 milioni per sostenere ricerca e innovazione nell’ambito di Industria 4.0

in Banche/Economia/Finanza/UBi by

Il Gruppo UBI Banca ha deliberato la un plafond di 500 milioni di euro da rendere disponibili alle imprese che investiranno in ricerca, sviluppo e innovazione.

Le risorse consentiranno alle aziende di accedere a finanziamenti e leasing, concessi attraverso fondi messi a disposizione dalla Banca Centrale Europea (TLTRO) o dalla Banca Europea per gli Investimenti, ai quali si farà ricorso in funzione della tipologia di investimento programmato.

L’iniziativa è particolarmente significativa se considerata nel contesto della legge di  Bilancio 2017, la quale prevede una gamma articolata di incentivi e sgravi fiscali nel contesto del programma Industria 4.0 e in favore degli investimenti in alta tecnologia e per le start up.

Oltre agli interventi diretti del governo, di particolare interesse per il sistema delle imprese italiane sono infatti le agevolazioni fiscali previste grazie agli Iperammortamenti, Superammortamenti, al Credito d’Imposta e alle disposizioni della Legge Sabatini.

“Industria 4.0 è un quadro di riferimento per la modernizzazione del sistema produttivo nazionale “ sostiene Frederik Geertman, Chief Commercial Officer del gruppo UBI Banca, che aggiunge “per una banca come la nostra, presente nelle aree economicamente più attive del Paese è fondamentale rivolgerci alla clientela Corporate con un’offerta integrata di consulenza e prodotti in grado di sfruttare al massimo il beneficio normativo”.

Il Gruppo UBI Banca oltre a rendere disponibili i fondi, affianca le aziende attraverso un servizio di consulenza personalizzato che prevede l’analisi della tipologia di investimento necessario, la quantificazione di eventuali benefici fiscali e l’individuazione delle forme tecniche di finanziamento adeguate e maggiormente convenienti.

I finanziamenti sono accessibili rivolgendosi a tutte le Filiali i Centri Corporate e i professionisti della divisione Corporate e Investment Banking del Gruppo UBI Banca.

 

Ubi, 500 million to support investments as part of Industria 4.0

in Banche/Economia/ENGLISH/Finanza/UBi by

The UBI Banca Group has approved a €500 million loan pool available to companies that invest in R&D and innovation.

These funds will allow companies access to loans and leases, granted from funds made available by the European Central Bank (TLTROs) or by the European Investment Bank, to which recourse will be made based on the type of investment programmed.

This initiative is particularly significant when considered in the context of the 2017 Annual Finance Law, which provides a varied range of incentives and tax concessions under the “Industria 4.0” programme and in favour of high-tech investments and investments for start-ups.

In addition to direct government intervention, the tax incentives provided thanks to the “hyper-depreciation”, “super-depreciation” and “tax credit” schemes and the provisions of the “Sabatini” Law are of particular interest to Italian companies.

“Industria 4.0” is a framework of reference for the modernisation of production and the national economy” said Frederik Geertman, Chief Commercial Officer at the UBI Banca Group. He added that “for a bank such as ours, present in the most economically active areas of the country, it is fundamental to approach corporate clients with an integrated range of advisory services and products capable of exploiting the benefits of this legislation to the maximum”.

In addition to merely making funds available, the UBI Banca Group assists companies with a customised advisory service which includes analysis of the type of investment needed, quantification of the possible tax benefits and identification of the appropriate and most attractive types of financing.

Access to this financing can be gained by contacting branches, corporate centres and our professionals at the Corporate and Investment Banking Division of the UBI Banca Group.

 

 

INNOVATION CLUB/5. Credito 4.0: Strumenti alternativi di accesso al credito per le Pmi

in Economia/Finanza/Innovation club/Partner/Rubriche by

Bentornati! Oggi faremo una panoramica dedicata alle aziende, alle PMI e alle micro imprese. In riferimento alla definizione della Commissione Europea, in sintesi ecco chi sono:

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Da sempre, ma più che mai nell’attuale contesto economico finanziario, ogni imprenditore si trova a fare le opportune valutazione di come deve o di come può sostenere il proprio progetto aziendale, nella gestione degli imprevisti, nella realizzazione degli investimenti e/o dello sviluppo.

Le fonti di finanziamento sono un tema che riguarda l’impresa fin dal primo momento in cui nasce, possono essere di origine interna, quando l’azienda attraverso la propria attività produce autofinanziamento, oppure di origine esterna, quando l’imprenditore o i soci immettono proprie risorse nell’azienda o quando l’azienda si indebita con terzi finanziatori, quali banche, società di leasing e intermediari finanziari vari.

Le aziende del nostro contesto economico, del Paese ITALIA, storicamente sono caratterizzate da un eccessivo peso del credito bancario, chiamiamolo convenzionale rispetto alle fonti di finanziamento alternative. La crisi prolungata del nostro sistema bancario ha ulteriormente rafforzato l’importanza dei mercati dei capitali e, per la prima volta da diversi anni, i mercati hanno guadagnato un ruolo di riguardo anche nella definizione delle politiche economiche dei più recenti governi.

Dal 2010 al 2016 le banche hanno attuato una politica di gestione del credito che ha privilegiato le imprese di media grande dimensione e ha tagliato l’erogazione alle piccole che nel periodo hanno visto svanire 31 miliardi di finanziamenti. E’ quanto emerge dall’analisi sul credito condotta da Confesercenti a partire da dati ufficiali Bankitalia.

Nuove fonti di Finanziamento per le PMI:

PIR: che significa  Piani individuali di Risparmio, una nuova forma di investimento a medio termine per incentivare che il risparmio delle famiglie vada a sostegno delle imprese di piccole e medie dimensioni, per chi tiene i soldi investiti nei PIR per almeno 5 anni sono previste agevolazioni fiscali, come l’azzeramento totale delle imposte sui rendimenti ottenuti.

Mini Bond:minibond sono strumenti finanziari introdotti nel nostro ordinamento nel 2012, si sono rivelati ottime fonti di investimento alternative al tradizionale canale bancario verso le Pmi.

Borsa Italiana ha creato un apposito segmento di mercato telematico (ExtraMot Pro) per regolarne gli scambi fra investitori professionali. In attesa della presentazione del 3° Report italiano sui Minibond a cura dell’Osservatorio del Politecnico di Milano in programma il prossimo 28 febbraio a Milano ecco alcuni numeri che evidenziano il complessivo andamento del mercato nel 2016.

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Fondo di Garanzia : L’intervento pubblico di garanzia sul credito alle PMI italiane

Il Fondo di Garanzia per le PMI è uno strumento istituito con Legge n. 662/96 , ha lo scopo di favorire l’accesso alle fonti finanziarie delle piccole e medie imprese mediante la concessione di una garanzia pubblica che si affianca e, a volte, si sostituisce alle garanzie reali portate dalle imprese. Grazie al Fondo di Garanzia, l’impresa ha la concreta possibilità di ottenere finanziamenti senza garanzie aggiuntive (e quindi senza costi di fidejussioni o polizze assicurative) sugli importi garantiti dal Fondo.

Fintech: la tecnofinanza, o tecnologia finanziaria (in inglese Financial Technology o FinTech) è la fornitura di servizi e prodotti finanziari attraverso le più avanzate tecnologie dell’informazione (ICT). Vista la loro natura altamente tecnologica, le imprese tecnofinanziarie sono generalmente nuove imprese che fondano la loro stessa filosofia di affari sulle ICT, contrapponendosi a quello più tradizionale delle aziende già esistenti.

Un esempio di Fintech Italiano è WORKINVOICE (con un concetto del tutto innovativo) è una piattaforma via web che consente alle PMI di ricevere liquidità attraverso la cessione di fatture emesse nei confronti di aziende di dimensioni più strutturate, in modo più flessibile rispetto al ricorso ai canali tradizionali (factoring e banche), tutto ciò grazie ad un meccanismo di asta pubblica che coinvolge investitori istituzionali e professionali.

Nuova Sabatini: la misura denominata NUOVA SABATINI, che consiste in un finanziamento alle PMI, permette di realizzare degli investimenti (beni strumentali, macchinari, automezzi, impianti, ecc…), secondo determinate modalità, usufruendo di un finanziamento agevolato dell’intero importo, tramite banche convenzionate con il Ministero dello Sviluppo Economico fino alla durata massima di 60 mesi. Il contributo è pari allo all’ammontare degli interessi, calcolati su un piano di ammortamento, al tasso del 2,75% annuo per cinque anni.

Super ed Iper Ammortamento: Legge di Stabilità 2017, riconferma alcuni incentivi fiscali già presenti all’interno di quella del 2016: si fa riferimento al c.d. super-ammortamento al 140% per l’acquisto di macchinari nuovi in genere, la cui validità viene così prorogata fino al 30 giugno 2018; l’iper-ammortamento al 250%, che conferisce al costo di acquisizione del bene una maggiorazione del 150%; questo è il cuore del progetto Industria 4.0. I beni in oggetto sono macchinari “connessi”, che integrano un ben più complicato complesso di strumenti: per l’azionamento degli stessi è necessario disporre di «sistemi computerizzati od opportuni sensori e azionamenti.

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Credito Adesso: è la linea di credito agevolata promossa da Regione Lombardia e FinLombarda S.p.A., introduce ulteriori agevolazioni a favore delle imprese lombarde. E’ un’iniziativa per finanziare il fabbisogno di capitale circolante connesso all’espansione commerciale delle imprese operanti in Lombardia  mediante la concessione di finanziamenti chirografari e di un contributo in conto interessi a fronte della presentazione di uno o più ordini/contratti di fornitura non ancora evasi di beni e/o servizi.

Ci tengo a sottolineare che prima di valutare o scegliere uno strumento di finanziamento, l’impresa deve fare altre valutazioni, in termini di fatturato integrativo ovvero di economie di produzione realizzate, in termini di tempi di rientro e relativi costi, la selezione della fonte di finanziamento è tra le ultime attività svolte nel processo di pianificazione aziendale.

Per approfondire qualcuno dei temi citati, Vi invito a partecipare all’evento gratuito che si terrà il 21 febbraio p.v. alle 18 in Università Popolare di Cremona, presso il Centro Pastorale Diocesano: Credito 4.0 – Strumenti innovativi ed alternativi di accesso al credito e al capitale di rischio per le PMI.

 

Ubi, via al nuovo social bond dedicato all’università di Brescia

in Banche/Economia/Finanza/Formazione/Partner/UBi by

Banca di Valle Camonica e Banco di Brescia annunciano il collocamento di un Social Bond, emesso dalla Capogruppo UBI Banca, per un ammontare complessivo di 5 milioni di Euro di cui lo 0,50% dell’ammontare nominale collocato sarà devoluto a titolo di liberalità all’Università degli Studi di Brescia –Dipartimento di Scienze Cliniche e Sperimentali.

Nello specifico, l’importo devoluto sosterrà la realizzazione di una ricerca sperimentale, attraverso la predisposizione di  una specifica  borsa  di  studio, intitolata “Associating tumor cells with ICG for intraoperative detection of peritoneal occult cancer seeding”, che ha per obiettivo legare cellule di tumori gastrici ad un colorante (verde di indocianina), rilevabile durante l’intervento chirurgico grazie a una telecamera a fluorescenza. Ciò consentirebbe di individuare piccoli gruppi cellulari, in particolare localizzati sul peritoneo, non visibili né in fase preoperatoria con le tecniche di imaging disponibili, né in sede intraoperatoria, al fine di migliorare la stadiazione e personalizzare l’iter terapeutico.

Il tumore allo stomaco è una delle neoplasie solide più frequenti e costituisce nel mondo occidentale la quarta causa di morte per cancro con circa 190.000 nuovi casi all’anno in Europa, la seconda zona maggiormente colpita al mondo dopo Giappone e Cina; l’Italia è la nazione a maggiore incidenza, in particolare la Provincia di Brescia con 53 decessi (31 maschi e 22 femmine) ogni 100.000 abitanti all’anno è la seconda in Italia per incidenza dopo quella di Firenze.

All’interno della Provincia di Brescia, la Valle Camonica è una zona ad incidenza particolarmente elevata, con una prevalenza di circa 250 casi/100.000 abitanti, che porta quello dello stomaco ad essere il secondo tumore in assoluto dopo quello ai polmoni.

“Siamo particolarmente soddisfatti di presentare questo prestito obbligazionario solidale – dichiarano  Stefano Vittorio Kuhn, Direttore Generale del Banco di Brescia e Marco Franco Nava Direttore Generale della Banca di Valle Camonica – a sostegno di una rilevante ricerca dedicata al cancro gastrico, che sarà  condotta dal Dipartimento di Scienze Cliniche e Sperimentali dell’Ateneo cittadino, al fine di esplorare  un’importante possibilità diagnostica e terapeutica su una neoplasia che, purtroppo, attesta un’incidenza particolarmente elevata nella provincia di Brescia”.

Responsabile del progetto di ricerca è il Prof. Gian Luca Baiocchi, Professore Associato presso la Cattedra di Chirurgia Generale dell’Università degli Studi di Brescia e Dirigente Medico presso la U.O. 3za Chirurgia dell’ASST Spedali Civili di Brescia (Direttore Prof. Portolani). “Siamo assai riconoscenti e al tempo stesso orgogliosi di avere al nostro fianco il Gruppo UBI Banca attraverso la Banca di Valle Camonica e il Banco di Brescia in questo rilevante progetto di ricerca sul cancro gastrico. La storica collaborazione tra il nostro Ateneo e le due banche bresciane, la Loro particolare attenzione alla solidarietà ci fa toccare con mano la lodevole missione di banche del territorio”.

Le obbligazioni collocate dalla Banca di Valle Camonica dal Banco di Brescia e da UBI Banca hanno un taglio minimo di sottoscrizione pari a 1.000 euro e potranno essere sottoscritte presso tutte le filiali delle banche collocatrici dal 8 febbraio al 6 marzo 2017, salvo chiusura anticipata. Le obbligazioni a tasso fisso, tipologia Step Up, per un ammontare nominale massimo di euro 5.000.000, hanno durata di 36 mesi e cedola semestrale; il tasso di interesse lordo è fissato allo 0,55% per il primo anno, allo 0,60% per il secondo anno e allo 0,65% per il terzo anno. Le obbligazioni potranno essere sottoscritte esclusivamente da clientela che dal 2 novembre 2016 e sino a tutto il periodo di collocamento apporterà nuova disponibilità presso le tre Banche.

L’introduzione dei Social Bond in Italia rientra nella rinnovata strategia commerciale del Gruppo UBI Banca di accompagnamento del Terzo Settore – non profit lungo un percorso di crescita e di innovazione sociale e di sostegno ai progetti ad alto impatto sociale promossi da soggetti pubblici e privati nei territori di riferimento. Da aprile 2012 ad oggi il Gruppo UBI Banca ha emesso 82 Social Bond UBI Comunità per un totale di emissioni di oltre 878 milioni di euro rendendo possibile la devoluzione di contributi a titolo di liberalità per oltre 4 milioni di euro, volti a sostenere iniziative di interesse sociale e sono stati sottoscritti da circa 31.000 clienti del Gruppo. Inoltre sono stati attivati plafond per finanziamenti per oltre 20 milioni di euro destinati a consorzi, imprese e cooperative sociali.

La gran parte di queste obbligazioni è stata sottoscritta con largo anticipo rispetto al termine di chiusura del collocamento, a testimonianza della comunanza di intenti fra il Gruppo e i suoi territori di riferimento.

Prima dell’adesione, per un’illustrazione esaustiva delle caratteristiche delle Obbligazioni collocate dalla Banca di Valle Camonica e dal Banco di Brescia, si invita a leggere la Scheda Prodotto congiuntamente al Prospetto di Base, depositato in Consob in data 6.2.2017 ed alle Condizioni Definitive disponibili gratuitamente nelle filiali e sui siti web dell’emittente (www.ubibanca.com) da cui sono rilevabili i costi, le condizioni e i rischi tipici dell’investimento in oggetto. Si rinvia, per una più dettagliata informativa circa le condizioni, i costi e i rischi alla nota di sintesi dell’emissione ed in particolare – per quanto riguarda i rischi – alla Sezione D della stessa.

Università degli Studi di Brescia

L’Ateneo bresciano viene istituito con la legge n.590 del 1982, svolge attività di didattica e di internazionalizzazione, formazione intellettuale della ricerca scientifica e tecnologica, provvede a tutti i livelli di formazione universitaria tesi alla preparazione e specializzazione delle diverse figure professionali e scientifiche previste dagli

Aziende familiari, giovedì se ne parla alla Facoltà di Economia

in Economia/Eventi/Evidenza/Finanza/Formazione/Sei consulting by

“Convivenza tra generazioni e passaggi di responsabilità nella piccola e media impresa / La continuità delle aziende familiari in provincia di Brescia”. E’ questo il titolo della ricerca che verrà presentata giovedì 9 febbraio – dalle 15 alle 18.30 – nell’aula magna del Dipartimento di Economia e Management dell’Università degli studi di Brescia.

Dopo l’introduzione dei lavori affidata a Claudio Teodori e a Federico Sella, in rappresentanza rispettivamente dell’Università di Brescia e di Banca Patrimoni Sella, Achille Fornasini e Alberto Mazzoleni dell’Università di Brescia illustreranno le più rilevanti risultanze dell’indagine, che saranno oggetto nei prossimi mesi di una specifica pubblicazione.

A seguire si svilupperà una discussione moderata da Ivan Losio, della SEI Consulting di Brescia, che vedrà il coinvolgimento di due noti imprenditori bresciani, Giacomo Gnutti e Giuseppe Pasini, presidenti rispettivamente della Franco Gnutti Holding e della Feralpi Holding, di Veronica Buzzi, vicepresidente del Gruppo Buzzi Unicem, multinazionale quotata con sede a Casale Monferrato, e di Federico Ghidini in qualità di presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Lombardia.

La ricerca svolta nell’ambito del Dipartimento di Economia e Management dell’Università degli Studi di Brescia – con la collaborazione di SEI Consulting e il sostegno di Banca Patrimoni Sella – ha preso avvio nel mese di settembre 2015, intendendo individuare i modelli di governance per l’accompagnamento alla migliore continuità imprenditoriale in aziende familiari residenti in provincia di Brescia interessate da convivenze tra diverse generazioni. Il campione era formato da 98 piccole e medie imprese familiari bresciane.

Scarica il programma del convegno

 

Lombardia, in 5 anni 100 nuove multinazionali con 800 addetti: una ogni due settimane

in Economia/Finanza/Istituzioni/Mauro Parolini/Personaggi/Regione by
Nella foto: Mauro Parolini, Assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia​​, Elena Vasco, Segretario Generale della Camera di commercio di Milano - www.bsnews.it

Presentata oggi la Milano la quinta edizione degli AttrAct Invest in Lombardy Days. Alla conferenza stampa di lancio dell’iniziativa sono intervenuti Mauro Parolini, Assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia e Elena Vasco, Segretario Generale della Camera di commercio di Milano.

La manifestazione è promossa da Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia e dal Sistema Camerale lombardo, con il supporto di Promos – l’Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano e realizzata da Invest in Lombardy, servizio responsabile per l’attrazione di investimenti esteri in Lombardia. Si tratta del più importante momento di confronto sugli investimenti esteri a livello locale e nazionale, oltre che di un’occasione di networking tra imprese multinazionali, istituzioni locali e nazionali, economisti, professionisti, banche e imprese. Previsti 2 giorni di eventi, con l’intervento di oltre 100 relatori e 300 partecipanti attesi fra aziende, policy maker, investitori e young leaders.

Tra gli eventi in programma il seminario dal titolo “AttrACT: l’attrazione degli investimenti per la crescita dell’economia lombarda”, che si terrà domani, 7 febbraio, dalle 14,00 alle 16.00, presso la Sala Biagi di Palazzo Lombardia, con la partecipazione, tra gli altri, del Sottosegretario allo Sviluppo Economico, Ivan Scalfarotto.

Per offrire nuove opportunità agli investitori interessati ad insediarsi sul territorio lombardo, Regione Lombardia ha definito un nuovo progetto denominato AttrACT.

Il progetto, presentato quest’oggi in conferenza dall’Assessore Parolini, ha l’obiettivo di coinvolgere 70 comuni lombardi nell’identificazione e valorizzazione delle opportunità di investimento ed insediamento sul territorio regionale, tramite degli Accordi per l’Attrattività stipulati proprio tra Regione Lombardia e i singoli Comuni. Attraverso il progetto AttrAct vengono messi a disposizione 10 milioni di euro per servizi, incentivi e azioni di sistema.

In particolare, saranno oggetto dell’Accordo:

–          gli interventi che il Comune si impegna ad adottare per la definizione di un contesto chiaro

per l’investitore in termini di tempi, spazi e costi;

–          le opportunità di insediamento produttivo o turistico, idonee ad alimentare una base di dati regionale da presentare a potenziali investitori.

Il progetto AttrACT si sviluppa attraverso le seguenti 3 linee di indirizzo:

  1. Accordi per l’Attrattività e valorizzazione dell’offerta territoriale: ha l’obiettivo di mettere a disposizione delle imprese un contesto chiaro (tempi, incentivi, eccellenze, spazi, opportunità,…) per chi vuole investire in Lombardia, grazie anche all’aggregazione di stakeholder territoriali (tra i quali Camere di Commercio, Vigili del Fuoco, Soprintendenze, Enti SIREG, le associazioni e le aggregazioni imprenditoriali e della cooperazione, gli ordini professionali, le istituzioni del credito e della finanza, gli Enti di formazione e della ricerca) che si impegnino a facilitare la finalizzazione degli investimenti;
  1. Reshoring: mira a sostenere il rientro sul territorio lombardo di attività e fasi della produzione precedentemente delocalizzate;
  1. Attrazione di investimenti a seguito di Brexit: si propone di cogliere le opportunità per la Lombardia nell’attrazione di nuovi capitali dal Regno Unito dopo la “Brexit”, attraverso la definizione e l’implementazione di una strategia di comunicazione efficace verso operatori del Regno Unito e la realizzazione di azioni promozionali, ad hoc, con l’obiettivo di presentare la Lombardia quale sede ideale per un investimento.

“L’assessorato allo Sviluppo economico sta lavorando alla creazione di un nuovo ecosistema amico dell’impresa, una rete di accoglienza dove la Pubblica Amministrazione non è vista come un ostacolo all’iniziativa imprenditoriale, ma come un fattore di efficienza in grado di facilitarla – spiega Mauro Parolini, Assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia – Lo abbiamo fatto attraverso questa misura che abbiamo chiamato AttrACT e che sarà la protagonista di questa edizione. Un impegno sostenuto con 10 milioni di euro, che prevede una sorta di contratto con i Comuni per attrarre investimenti produttivi, contare su tempi certi, accompagnare gli investitori, offrire oneri calmierati e, soprattutto, generare nuove opportunità occupazionali.

“Il Sistema camerale lombardo, insieme a Regione Lombardia, già da alcuni anni opera attivamente per favorire gli investimenti esteri sul territorio con risultati importanti e significativi –  dichiara Gian Domenico Auricchio, Presidente di Unioncamere Lombardia – La Lombardia presenta caratteristiche e peculiarità che la rendono apprezzabile per gli investitori: disponibilità di risorse umane altamente qualificate, un sistema formativo efficiente con la presenza di 13 Università diffuse sull’intero territorio regionale; concentrazione di un numero rilevante di imprese nei più diversi settori, che costituiscono una formidabile rete di subfornitura e di servizi e un sistema istituzionale particolarmente attento alle esigenze delle imprese. Con il progetto AttrAct, fortemente voluto da Regione e che prevede l’importante coinvolgimento dei Comuni – conclude Auricchio – vogliamo ulteriormente potenziare l’offerta di spazi e di nuove opportunità per chi vuole investire in Lombardia”.

“Migliorare l’attrattività significa generare sviluppo economico per le imprese del territorio e favorire l’occupazione – spiega Elena Vasco, Segretario Generale della Camera di commercio di Milano – e la Regione Lombardia, insieme alle Camere di commercio, hanno investito molto nel corso degli ultimi anni per favorire i flussi sul territorio di capitale umano e capitale finanziario. In questo senso, l’attività di Invest in Lombardy è risultata determinante, con oltre 737 aziende estere supportate nel loro investimento negli ultimi 4 anni. Oggi cogliamo con grande entusiasmo la nuova sfida lanciata da Regione Lombardia col progetto AttrAct, al quale collaboreremo con la consapevolezza che si tratta di un ulteriore volano per rendere il territorio più attrattivo e per far crescere il brand Lombardia nel mondo”.

L’eccellenza lombarda attrazione per gli investimenti esteri in Italia

La Lombardia produce quasi il 22% del PIL nazionale. Il prodotto interno lordo pro-capite lombardo supera del 27% il PIL pro-capite medio dell’UE a 28 Paesi. In Lombardia c’è un alto tasso di imprenditorialità: nelle Regione sono infatti attive oltre il 15,8% delle imprese attive nell’intero Paese e danno lavoro a 3.769.029 addetti. Le esportazioni lombarde sono il 26,9% delle esportazioni totali nazionali. Il tessuto imprenditoriale lombardo è formato per il 99% da piccole medie imprese e occupano il 71,1% degli addetti totali. La Regione può garantire capitale umano qualificato grazie a 13 università, 500 Centri di R&D (pubblici e privati) e 6 Parchi scientifici e tecnologici.

Invest in Lombardy

Invest in Lombardy è il servizio responsabile per l’attrazione di investimenti esteri in Lombardia. Il progetto è promosso da Unioncamere Lombardia, dal Sistema Camerale lombardo e da Promos – l’Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano insieme a Regione Lombardia.

Un network regionale che supporta il mondo imprenditoriale, fornendo l’assistenza necessaria alla finalizzazione dell’investimento estero sul territorio. Land in Lombardy è il programma dedicato a tutti gli investitori stranieri interessati a scoprire e a sondare le numerose opportunità di investimento della Lombardia.

 

Dal 2012 ad oggi Invest in Lombardy ha supportato 737 aziende estere che hanno investito in Lombardia con progetti in 57 settori diversi, contribuendo alla finalizzazione di 96 investimenti finalizzati sul territorio lombardo.

Invest in Lombardy è anche un esempio virtuoso di partnership pubblico – privata: nel 2016 sono state 22 le società private (società di consulenza, studi legali, banche, società di Real estate, società di ricerca personale, commercialisti) che hanno aderito al network Partner Program di Invest in Lombardy e che sono al fianco di Promos nel lavoro quotidiano di supporto agli investitori esteri.

Dati 2012 -2016

  • 1 roadshow all’estero al mese organizzato, con oltre 2.000 investitori incontrati;
  • Ogni 17 minuti un’azienda nel mondo entra in contatto con Invest in Lombardy tramite i diversi canali (scouting, desk esteri, road show, attività web);
  • 24 nuove imprese contattate ogni giorno con le attività di scouting;
  • 2 imprese estere assistite ogni giorno;
  • Una media di 18 ore di assistenza gratuita per ogni impresa;
  • 2 investimenti finalizzati ogni mese;
  • 112 euro di investimenti generati per ogni euro investito nel progetto Invest in Lombardy.

 

Dati luglio 2012 – dicembre 2016

  • 737 aziende estere che hanno investito in Lombardia con progetti in 57 settori diversi;
  • Principali settori: Automotive, Farmaceutico, Biotecnologie, Ict, Medicale, Energia;
  • Tra i progetti a maggior contenuto tecnologico, oltre il 40% sono nel campo della salute (farmaceutici, biotecnologie, medicale), il 15% progetti ICT, il 17% nel settore energetico, il 15% automotive;
  • Sono stati finalizzati 96 investimenti;
  • Le aziende supportate hanno investito oltre 120 milioni per lo start up e hanno creato 800 nuovi posti di lavoro;
  • Il 37% degli investitori che hanno finalizzato il proprio investimento è europeo, il 28% viene dai Bric, il 20% da USA, Giappone e Corea;
  • Per ogni euro di soldi pubblici investiti nel progetto siamo stati in grado di portare 112 euro di investimenti esteri sul territorio.

Affidalità commerciale, il 12 per cento delle imprese bresciane è al top

in Bilanci/Economia/Finanza/Tendenze by

La Lombardia è una delle regioni italiane con la maggior concentrazione di Cribis prime company, ovvero quelle imprese a cui Cribis riconosce il massimo livello di affidabilità dal punto di vista delle relazioni commerciali. Con una percentuale del 10,47% la Regione si posiziona alle spalle di Trentino Alto Adige (14,83%), Veneto (11,73%), Emilia Romagna (11,61%), Piemonte (10,79%). Un buon segnale per le nostre realtà imprenditoriali che stanno cercando di superare la crisi economica, proponendosi come partner ideali per fare affari e far crescere il proprio business. Le imprese con il più grande grado di affidabilità sono localizzate a Sondrio, fondate prima del 1951, di grandi dimensioni e operanti nel settore dell’agricoltura foreste, caccia e pesca. Decisamente meno sicure commercialmente invece le realtà di piccole dimensioni, localizzate a Pavia e attive nel settore dell’edilizia. E’ questo in sintesi quanto emerge dall’Analisi realizzata da Cribis, la società del Gruppo Crif specializzata nella business information.

Nello specifico, il totale delle ditte individuali e società attive in Italia sono state classificate da Cribis sulla base della probabilità di generare insoluti commerciali nei 12 mesi successivi al momento della rilevazione, attraverso un modello originale che si basa su numerose variabili quali indici di bilancio, esperienze di pagamento, informazioni pregiudizievoli oltre, ovviamente, a informazioni anagrafiche e sulla forma giuridica, area geografica di appartenenza, dimensione e anzianità aziendale.

Entrando nel dettaglio provinciale, Sondrio si colloca al primo posto con il 14,49% di aziende CRIBIS Prime Company sul totale delle sue aziende. Seguono nella speciale graduatoria Mantova (13,51%), Cremona (12,98%), Lecco (12,62%), Brescia (12,19%), Bergamo (11,44%), Como (11,27%), Lodi (9,97)%, Monza e Brianza (9,50%), Milano (9,02%). Chiude in fondo alla classifica Pavia con una percentuale dell’8,34%. A livello settoriale è il comparto dell’agricoltura, foreste, caccia a pesca a goder di maggior salute e ad avere la maggior percentuale (21,05%) di aziende CRIBIS Prime company sul totale delle aziende che lo compongono. Situazione opposta per quanto riguarda l’edilizia con una quota che precipita al 2,90%. E’ invece la categoria delle grandi imprese che ad avere la maggior incidenza di imprese best partner commerciali con una percentuale del 49,79%. Situazione opposta per le piccole imprese con una percentuale che scende all’8,68%. Le small e le medie imprese rispettivamente invece hanno una quota del 30,31% e del 47,82%.

Approfondendo l’analisi sulla base dell’anzianità è la classe fondata prima del 1951 ad avere una percentuale (45,81%) maggiore di imprese altamente affidabili sul totale delle aziende che la costituiscono. Decisamente meno sicure negli affari le imprese nate tra il 2011 e il 2016, che vedono una percentuale di affidabilità dell’1,10%.

Affidabilità commeciale
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