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Export - page 14

I giovani di Aib in trasferta al summit cinese

in Economia/Evidenza/Export by

Una delegazione del Gruppo Giovani Imprenditori AIB, guidata dal presidente Alberto Faganelli, ha partecipato al G20 Young Entrepreneurs’ Alliance Summit, svoltosi a Pechino in contemporanea col G20 cinese dei capi di Stato e di Governo. A comporre la delegazione di imprenditori under 40 di AIB, insieme al presidente Alberto Faganelli, anche Giorgio Costa (Consul Group), Francesco Frascio (Ferremi Leonino), Sara Mancini (Cometal Engineering) e Francesca Morandi (Siderweb).

“Il futuro dell’economia globale è nelle mani della Cina. E’ quindi fondamentale per gli imprenditori conoscere e interpretare in che direzione sta andando questo grande paese, che negli ultimi tempi sta mutando profondamente il suo paradigma di sviluppo: non più solo la ricerca della crescita, ma una rinnovata attenzione ai consumi interni degli abitanti delle zone rurali, insieme all’incentivo alle aziende locali ad investire su prodotti più tecnologici e di qualità nelle zone limitrofe alle grandi città, dove il costo del lavoro sta crescendo velocemente. Dunque, un grande competitor per noi, ma anche un’opportunità da cogliere. Tuttavia la Cina non è un mercato per tutti, lo è sicuramente per le grandi aziende strutturate e può esserlo anche per le piccole imprese che siano però in grado di fare rete per affrontare al meglio una realtà tanto vasta e complessa”.

Prima tappa del viaggio, Shanghai, dove dal 4 al 7 settembre il gruppo ha visitato alcune realtà industriali nell’ambito dell’iniziativa “Il dragone cambia pelle?”, promossa da Confindustria in collaborazione con il MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business. Dall’8 al 10 settembre, i giovani bresciani hanno preso parte a Pechino al G20 Young Entrepreneurs’ Alliance Summit 2016. Insieme a una quarantina di delegati italiani hanno incontrato 400 giovani imprenditori provenienti da 20 Paesi del mondo, discutendo di disruptive innovation e partecipando a meeting B2B dedicati. Sono state infine formulate proposte da sottoporre al Business 20 (B20) e ai capi di Stato e di Governo del G20, con l’obiettivo di “stimolare crescita inclusiva e lavoro”. Le pmi dei paesi del G20 detengono il primato nella creazione di posti di lavoro, impiegando più dei due terzi dei lavoratori del settore privato, e fornendo più dell’80% della crescita.

Brutte notizie dai mercati esteri: rallenta l’export bresciano (DATI IN ALLEGATO)

in Economia/Export by

Nel secondo trimestre 2016, su base tendenziale (rispetto allo stesso periodo del 2015), le esportazioni bresciane diminuiscono dello 0,5% e le importazioni aumentano dello 0,6%. In valore assoluto, ammontano, rispettivamente, a 3.848 e a 2.150 milioni di euro. Il risultato delle esportazioni è il secondo negativo dopo ben undici rilevazioni consecutive positive.

Nel secondo trimestre del 2016, rispetto ai tre mesi precedenti, invece le vendite bresciane di beni sui mercati esteri risultano in aumento del 10,6%; gli acquisti dall’estero sono in crescita del 6,6%.

Nel periodo gennaio-giugno 2016, rispetto al primo semestre del 2015, la tendenza negativa delle esportazioni (-1,8%) è in contro tendenza rispetto a quella rilevata sia in Lombardia (+0,7%) che in Italia (0,0%); la dinamica delle importazioni (+0,2%) è invece superiore sia rispetto al dato regionale (-1,7%) che a quello nazionale (-2,9%). I dati scontano, tra l’altro, la persistente stagnazione degli scambi internazionali, la debolezza della domanda proveniente dai Paesi emergenti (Bric, in particolare), nonché l’apprezzamento dell’euro in termini effettivi e nominali, iniziato dalla primavera del 2015.

Questi i risultati più significativi che emergono dalle elaborazioni effettuate dal Centro Studi AIB e dall’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio sui dati Istat del commercio internazionale, recentemente diffusi a livello provinciale.

“Nonostante un momento di stallo nell’export, ci sono comunque segnali di recupero”, dichiara Marco Bonometti, Presidente di AIB. “Il dato più confortante è sicuramente la tenuta della produzione. Inoltre, Brescia rimane comunque fra le prime 4 province italiane per le esportazioni. Il nostro sistema economico si è fortemente internazionalizzato, salvaguardando parzialmente la provincia dalla crisi: oltre 300 società bresciane hanno investito all’estero ed un centinaio quelle straniere che hanno trovato da noi la giusta collocazione per i loro impianti produttivi. Dalla crisi le imprese hanno imparato molto: anzitutto il valore dell’internazionalizzazione e l’importanza strategica di investire in ricerca e in innovazione di prodotti e processi, valorizzando la collaborazione nelle filiere tradizionali e nei nuovi comparti ”, conclude Bonometti.

Nel primo semestre 2016, tra i settori, su base tendenziale, la contrazione delle vendite all’estero di metalli di base e prodotti in metallo (-7,6%), prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere (-42,1%), prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti (-21,0%), macchinari ed apparecchi (-2,0%) contribuisce alla caduta dell’export bresciano.

Un aumento delle esportazioni riguarda invece: articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+26,3%), prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (+15,9%), sostanze e prodotti chimici (+10,9%), articoli in gomma e materie plastiche (+10,0%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+6,3%).

▪ Tra i mercati di sbocco, calano sensibilmente le esportazioni verso il Brasile (-54,5%), l’India (-31,1%), l’Algeria (-28,9%) e la Turchia (-20,7%). Diminuisce anche il flusso di merci dirette verso il Regno Unito (-10,3%), la Russia (-8,6%) e gli Stati Uniti (-6,2%). La riduzione delle vendite estere è stata attenuata dalla crescita dell’export verso i Paesi UE28 (+1,4%); in particolare dagli acquisti di alcuni dei principali partner commerciali delle imprese bresciane quali: Germania (+2,0%), Paesi Bassi (+7,2%), Francia (+2,0%), Spagna (+2,5%) e Belgio (+4,6%).

▪ Per quanto riguarda le importazioni, sono in aumento quelle di mezzi di trasporto (+29,3%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+20,8%), apparecchi elettrici (+9,6%), articoli in gomma e materie plastiche (+8,5%), sostanze e prodotti chimici (+ 7,9%).

Risultano, invece, in diminuzione gli acquisti nei settori: metalli di base e prodotti in metallo (-5,8%), prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti (-17,9%), coke e prodotti petroliferi raffinati (-16,6%).

▪ Diminuiscono le importazioni da: Russia (-27,3%), India (-18,8%), Algeria (-16,8%), Stati Uniti (-10,6%), Belgio (-9,9%) e Francia (-8,0%). Cresce, invece, decisamente il flusso in entrata di merci provenienti dal Regno Unito (+13,9%) e, in misura minore, quello dalla Turchia (+7,8%) e dalla Spagna (+2,2%).

Il saldo commerciale è positivo (+3.162 milioni di euro), in diminuzione del 4,3% rispetto a quello del primo semestre del 2015 (+3.305 milioni di euro).

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Indagine Api: le imprese guardano all’estero, ma il credito scarseggia

in Api/Associazioni di categoria/Export/Tendenze by

Il Centro Studi di Apindustria Brescia ha recentemente indagato lo stato delle attività estere dei propri associati verso i Paesi extra UE, tramite un questionario che ha rilevato l’attività attuale (dettagliandone presenza nelle macro aree e quindi le modalità di ingresso nei singoli Paesi) e l’intenzionalità di sviluppo futuro, correlandole alle difficoltà fino ad ora riscontrate.
Ne è emerso che il 67% dei rispondenti registra ad oggi una presenza in mercati esteri, mentre il 45% circa intende sviluppare o rafforzare rapporti commerciali con Paesi extra europei.
La principale macro area di destinazione è rappresentata da Paesi europei non presenti nell’Unione (verso cui il 49% dei rispondenti ha sviluppato rapporti commerciali), seguito dall’America (40%) e dal Medio Oriente (32%); nella sola Russia si posizionano i clienti del 29% dei rispondenti.
Nell’approccio ai Paesi esteri, la formula preferita è l’esportazione diretta (79% circa), segue l’appoggio a distributori locali (16% circa). Molto più contenuti i casi in cui si esporta tramite filiali commerciali e uffici di rappresentanza, sporadico il ricorso a joint ventures.

Sono numerose invece le difficoltà riscontrate dalle aziende associate che lavorano al di fuori dei confini europei. Quelle di maggior rilievo sono riconducibili sostanzialmente a:
questioni interne/strutturali delle imprese, che per carenza o inadeguatezza di risorse economiche e umane (o per la propria dimensione aziendale) non sono in grado di sviluppare relazioni commerciali al di fuori dei confini nazionali (52,7%);
finanziarie, in primis in termini di accesso al credito (14,45%);
geopolitiche e culturali/linguistiche tra Paesi (27,3%);
legate alla figura del cliente/partner estero, che presenta caratteri strutturali o di affidabilità che limitano l’instaurarsi della relazione commerciale (18,18%).

Nel dettaglio, la difficoltà più frequente è rappresentata dalla mancanza di economicità dell’operazione, in cui si identifica il 22% circa dei rispondenti; tuttavia si annovera anche la carenza di personale dedicato e, sovente, l’inaffidabilità dei partner locali.
Tra le difficoltà finanziarie, domina il rischio Paese (5,5%), ma anche problemi relativi alla bancabilità del potenziale cliente (poco meno del 2%) e al rapporto commerciale (4% circa), che non sembra sicuro per durata, importo o clausole contrattuali imposte.
Nonostante le difficoltà indicate, le imprese dimostrano ottimismo e intenzionalità di ulteriore sviluppo estero (45% circa dei rispondenti), ma anche necessità di supporto nella ricerca di clienti esteri (57,3%). Meno rilevante la richiesta di sviluppare in loco relazioni con partner (23%) o consulenti (8,6%).

FOCUS METALMECCANICO
Le imprese metalmeccaniche si sono dimostrate particolarmente attive verso l’estero; i risultati rilevati paiono in linea con le dinamiche segnalate dal complesso dei rispondenti.
Marcato, per queste imprese, il ricorso all’esportazione diretta. Tra le difficoltà di accesso ai mercati esteri, l’inadeguatezza della struttura aziendale (47% circa) in termini di onerosità (25% dei rispondenti) e di carenza di personale dedicato (18% circa). Le dimensioni aziendali incidono solo per il 3,5%, mentre le difficoltà legate al Paese e al cliente pesano, complessivamente, per il 43% circa.
Anche nel caso del settore metalmeccanico, la ricerca di clienti esteri sembra essere la necessità più sentita nelle aziende (42% dei rispondenti), mentre la ricerca di partner e/o consulenti in loco incide per il 18% circa degli intervistati.

Nigeria e Kenya, l’interscambio con Brescia vale oltre 13 milioni di euro all’anno

in Economia/Evidenza/Export by

Oltre 400 milioni di euro, è il valore dell’interscambio lombardo con Nigeria e Kenya nel 2015, pari a oltre un quinto dell’intero import-export nazionale con i due Paesi africani. Milano pesa il 73% dell’interscambio con la Nigeria e oltre la metà di quello con il Kenya, seguita da Bergamo (11,7%) e Lecco (10,4%) per rapporti commerciali con Nairobi e da Varese (6,2%) e Monza (4,5%) con Abuja. Dai due Paesi africani la Lombardia importa soprattutto prodotti tessili, abbigliamento, pelle ed accessori (78 milioni di euro su circa 91 di import totale) mentre esporta soprattutto macchinari (138 milioni di euro) e sostanze e prodotti chimici (37 milioni). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat relativi all’anno 2015.

L’interscambio nel Bresciano è di 10,9 milioni con la Nigeria e 2,38 milioni con il Kenya, il 4 per cento dell’interscambio lombardo con i due paesi.

Brescia seconda in Lombardia per export… di pesce

in Alimentare/Economia/Export/Tendenze by

Mercato del pesce conservato e lavorato: dalla Lombardia parte il 41% dell’export italiano per un valore che nei primi tre mesi del 2016 supera i 40 milioni di euro, +22,7% rispetto allo stesso periodo del 2015. Il pesce lavorato e conservato parte soprattutto da Como (84,8% del totale regionale). Seguono Brescia (4,8%), Milano (2,1%), Cremona (1,3%) e Lodi (1,2%). Nel 2016 i principali Paesi di destinazione sono Grecia e Arabia Saudita: entrambe rappresentano un decimo del totale verso il mondo ma è l’Arabia Saudita a spiccare per la crescita più consistente, +76%. Terza la Germania (era al primo posto lo scorso anno). E sono 1.505 le imprese ittiche, tra produzione e commercio di pesce fresco e conservato, attive in Lombardia nel 2016, una su venti in Italia, +5,1% in un anno. Sono soprattutto commercianti all’ingrosso (840, +7,8%), al dettaglio ambulante (255, +3,7%) o negozi al dettaglio (178, +6%) di pesce.

Il maggior numero di attività a Milano (652, +6,4%), Brescia (212, +2,9%), Varese (119, +12,3%) e Bergamo (99, +5,3%). Emerge da un’elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat e registro imprese al I trim. 2016 e 2015. Da dove arriva il pesce lavorato sulle tavole lombarde? Soprattutto dalla Spagna, per un import di circa 59 milioni di euro in tre mesi, +5,3%. Seguono l’Indonesia (+14,3%) e i Paesi Bassi (+2,5%). In forte crescita l’Ecuador, +61,8%.

Pesce lavorato e conservato: l’Italia in tre mesi importa per quasi un miliardo di euro. Circa dieci volte di più di quanto esporta. Ma sia l’import che l’export sono in aumento: rispettivamente +6,5% e +7,3%. E nel settore ittico, che tra produzione e commercio conta quasi 30 mila imprese (+1,8%), prima Napoli con 2.233 attività (+3% in un anno) seguita da Rovigo con 2.134 (+0,7%). Vengono poi Ferrara, Roma e Venezia.

Giada, torte da Export. Ora si apre a Miami

in Alimentare/Economia/Evidenza/Export by

Le torte di Giada sono diventate un caso. Da esportazione. Come riportato dal Corriere della Sera, infatti, Giada Farina – la 35enne bresciana diventata ormai celebre per le sue cupcake – è pronta ad espandersi. E ben al di là dei confini della Leonessa. Presto Giada – che oggi gestisce due negozi e collabora con diverse gelaterie e ristoranti bresciani -potrebbe sbarcare a Miami. Ad agosto, infatti, si terrà il primo viaggio per individuare la sede migliore (le alternative sarebbero un centro commerciale e Miami Beach), con l’obiettivo di aprire il prima possibile grazie al supporto di alcuni soci locali. Allo stesso tempo Giada guarda anche alla Cina, ma in quel caso l’apertura dovrebbe arrivare nel 2017.

Brescia, l’interscambio con la Turchia vale mezzo miliardo di euro

in Economia/Export/Tessile by

Tra Lombardia e Turchia l’interscambio commerciale ha superato i 4 miliardi nel 2015, +4% rispetto all’anno precedente, oltre un quarto del totale italiano. Un trend che si conferma anche nei primi tre mesi del 2016: più di un miliardo di euro, +3%, 27,3% del totale nazionale.

Quasi la metà di questo commercio estero si concentra a Milano (2 miliardi di euro nel 2015), seguono Brescia e Bergamo con quasi mezzo miliardo a testa. Superano i 300 milioni anche Varese e Mantova che cresce del 19,4%. I prodotti lombardi più richiesti sul mercato turco sono i macchinari (25% dell’export totale), le sostanze chimiche (18,7%) e i metalli (13,5%) mentre i più importati sono i prodotti tessili (22,2%) e i mezzi di trasporto (19,4%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat, anni 2015 e 2014 e primi tre mesi del 2016.

Le specializzazioni per provincia. Nell’export in Turchia, macchinari da Varese, Sondrio, Bergamo, Brescia, Pavia, sostanze chimiche da Milano, Lodi e Monza e Brianza, tessili da Como, articoli in gomma e plastica da Cremona, mezzi di trasporto da Mantova e metalli da Lecco. Nell’import dalla Turchia, prodotti tessili a Varese, Como, Bergamo, Pavia, Cremona e Lodi, chimici a Sondrio, mezzi di trasporto a Milano, metalli a Brescia, Mantova e Lecco, apparecchi elettrici a Monza e Brianza.

La Regione cerca export manager con un bando

in Economia/Export/Istituzioni by

Regione Lombardia alla ricerca di specialisti dell’export da affiancare alle imprese lombarde. Al via il 18 luglio prossimo il bando di selezione degli ‘Export Business Manager’, “una rete di servizi offerti da societa’, consorzi, studi e professionisti associati con comprovata esperienza professionale e Aziende Speciali delle Camere di Commercio e che – ha annunciato stamane l’assessore regionale allo Sviluppo economico Mauro Parolini – saranno inserite in un apposito elenco”.

4 MILIONI PER PROMOZIONE EXPORT – Entra cosi’ nel vivo la misura ‘Progetti di promozione dell’export delle imprese – export business manager’ sostenuta da 4 milioni di euro e voluta dall’assessore Parolini per “accompagnare in maniera innovativa ed efficace le imprese nell’intero percorso di avvio o di consolidamento dell’export, che di fronte alla persistente contrazione della domanda interna rappresenta oggi per molte realta’ produttive uno dei principali driver di sviluppo”.

SERVIZI PIU’ MIRATI ED EFFICACI – “La novita’ di questo intervento integrato – ha spiegato Parolini – e’ che ai contributi previsti per finanziare l’acquisto di servizi per la promozione dell’export e dell’impresa sui mercati esteri, nonche’ la partecipazione a fiere virtuali e a fiere internazionali in Italia o all’estero, viene introdotta l’opportunita’ supplementare di ricevere 8.000 euro da impiegare peracquistare, dagli ‘Export Business Manager’ selezionati, un serie di servizi ancora piu’ mirati ed efficaci”.

CHI PUO’ PARTECIPARE – Possono partecipare alla selezione soggetti che abbiano realizzato, con buon esito, almeno 10 progetti a supporto della promozione dell’export delle imprese, della durata minima di 3 mesi ciascuno, svolti nell’ultimo triennio, o – in alternativa – dispongano in qualita’ di soci, dipendenti o collaboratori, ai fini dell’esecuzione del servizio, di almeno 5 figure professionali, con esperienza di almeno 5 anni, in materia di servizi a supporto dell’approccio commerciale verso mercati esteri comprovata dal curriculum vitae.

I TEMPI – Le domande possono essere presentate esclusivamente tramite l’applicativo web SiAge – Sistema Agevolazioni – www.siage.regione.lombardia.it – dalle 12 di lunedi’ 18 luglio fino alle 12 di lunedi’ 12 dicembre 2016.

I SERVIZI EROGABILI – Attivita’ di ricerca partner; studi di fattibilita’; predisposizione e organizzazione di incontri B2B; contrattualistica e certificazioni/servizi legali e fiscali (contrattualistica internazionale, consulenza in materia doganale, certificazioni estere di prodotto).

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