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Bilanci - page 11

Streparava, nel bilancio il miglior risultato netto di sempre

in Aziende/Bilanci/Economia/Meccanica/Streparava by

Utile in forte crescita oltre i 9 milioni di euro per il Gruppo Streparava di Adro, specializzato nella produzione di componenti per l’automotive (sistemi sospensione e powertrain).

Questa mattina il presidente, Pier Luigi Streparava, e l’amministratore delegato e direttore generale, Paolo Streparava hanno presentato i conti del Gruppo, cui fanno capo anche i siti produttivi in Spagna, India, Brasile (Streparava Componentes automotivos fuori dal perimetro del bilancio consolidato: 16 milioni di euro di fatturato nel 2016 e 45 dipendenti), e la Borroni Powertrain di Saronno.

Il fatturato consolidato è cresciuto nel 2016 superando i 159 milioni di euro dai 153 dell’esercizio precedente. Cresce pure la dinamica dell’Ebitda (margine operativo lordo) a quota 9,96% (8,64% nel 2015). Ottime la performance dell’utile di Gruppo, che si attesta 9,176 milioni a fronte dei 3,7 milioni del 2015.

“Chiudiamo il 2016 con il miglior risultato netto di sempre in 65 anni di attività e con una redditività che ormai è tornata ai livelli pre-crisi del 2007 – sottolineano Pier Luigi e Paolo Streparava – Nel triennio 2017-2019 prevediamo investimenti per circa 25 milioni destinati all’acquisto di impianti e macchinari. Inoltre abbiamo già importanti commesse da AMG, produttore di sospensioni, e Magneti Marelli, per la realizzazione di corpi pompa per motori benzina”.

Il Gruppo prevede quindi ricavi stabili per il 2017, intorno ai 160 milioni, e un’ulteriore crescita del numero di dipendenti, passati dai 607 del 2015 ai 700 del 2016 per superare quota 760 nell’anno in corso. Dipendenti a beneficio dei quali sono stati attivati numerosi strumenti di welfare aziendale, raccolti nel primo Report di Sostenibilità 2016.

Da tempo poi il Gruppo Streparava punta sull’organizzazione lean, per la quale è stato attivato un importante progetto di formazione rivolto sia al livello produttivo sia a quello manageriale con l’obiettivo di ottimizzare i flussi e ridurre gli sprechi, con il risultato per esempio di diminuire il valore del magazzino di 4 milioni (da 20mln nel 2015 a 16mln nel 2016) grazie a processi più efficienti.

Puntare sull’organizzazione lean, infine, ha avuto ricadute molto positive anche sulla sicurezza, con un’ulteriore riduzione degli infortuni.

Pro Brixia, crescono i ricavi e cala il contributo camerale

in Associazioni di categoria/Bilanci/Camera di commercio/Economia by
In attuazione delle linee programmatiche adottate dalla Camera di Commercio di Brescia, si chiude con un riscontro positivo l’attività dell’Azienda Speciale Pro Brixia per l’anno 2016, come risulta dal suo bilancio d’esercizio, approvato dal Consiglio camerale. Il consuntivo 2016 di Pro Brixia evidenzia un incremento dei ricavi da 1.939.829 a €2.160.582, spese per il personale (11 unità) per €578.666,00 (-5,23% rispetto al 2015), spese di funzionamento €89.298,00 (-30,32% rispetto al 2015).

“Pro Brixia nel 2016 – commenta la Presidente, Giovanna Prandini – ha dato pieno seguito alle disposizioni normative che prevedono che le Aziende Speciali assicurino, mediante acquisizione di risorse proprie (fatturato), almeno la copertura dei costi strutturali. Il Delta di 1.465.565 euro colloca Pro Brixia al primo posto fra le Aziende Speciali lombarde. E’ il risultato di un lavoro di squadra che non ha avuto timori a cambiare le strategie del passato e a innovare con grande senso di responsabilità: sono state attuate, sia dal CDA uscente sia dal nuovo Consiglio di Amministrazione nominato nel corso dell’estate 2016, azioni puntuali di contenimento dei costi generali e di funzionamento, valorizzando le risorse umane – stante il divieto di nuove assunzioni – , la formazione e la qualità dei servizi , sia alle imprese , sia agli Enti Locali per iniziativa della Borsa Immobiliare”.

Il 2016, in particolare, ha visto Pro Brixia fortemente impegnata sul fronte del rilancio del padiglione fieristico di proprietà di Immobiliare Fiera di Brescia Spa, “Brixia Forum”, avendone assunto la diretta gestione mediante un contratto di locazione commerciale (per un canone annuo asseverato di € 670.000).

“Senza la fiera – prosegue Giovanna Prandini – Pro Brixia avrebbe conseguito nel 2016 il miglior risultato di sempre, con la fiera siamo riusciti a far risparmiare alla CCIAA oltre 500.000,00 euro rispetto alle stime del bilancio preventivo. Finalmente è iniziato un percorso di medio lungo periodo che metterà a sistema non solo l’attività di internazionalizzazione da sempre “core business” dell’Azienda Speciale, ma anche tutti i portatori di buone prassi protagonisti delle filiere produttive bresciane”.

Con riferimento all’organizzazione di eventi fieristici di livello internazionale a favore delle imprese bresciane (229 le partecipanti), si registra un incremento del numero di eventi promossi nel 2016 (19 fiere rispetto alle 16 calendarizzate nel 2015), con l’inserimento di 7 nuovi eventi, a seguito delle nuove istanze e dei suggerimenti provenienti dalle Associazioni di Categoria.

Tra le attività istituzionali, totalmente gratuite per le Imprese, vanno evidenziate quelle di “Incoming Buyers Esteri”: si segnala che Pro Brixia è stata la realtà territoriale lombarda che ha realizzato il maggior numero di incontri B2B e di presenze nell’ambito dell’intero progetto regionale per il secondo anno consecutivo (5 giornate con la partecipazione di 134 imprese, per un totale di 579 incontri B2B).

Per quanto riguarda l’attività di formazione per l’estero, nel 2016 sono stati programmati 12 seminari all’export, (4 in più rispetto al 2015), con 273 imprese e 331 partecipanti.

Di rilievo anche l’attività svolta dalla Borsa Immobiliare, che ha registrato l’istituzione del tavolo di lavoro “Sviluppo del territorio e mercato immobiliare” allo scopo di proporre soluzioni di livello locale per aiutare il mercato a superare l’attuale fase recessiva, in collaborazione con tutti gli Ordini professionali, le Banche, gli agenti immobiliari, gli Enti Locali e le Imprese di Costruzione.

“Senza il censimento dell’invenduto non è possibile operare un’analisi del mercato che dia agli operatori e agli Enti Locali consapevolezza dello stato dell’arte e prospettive per una efficace strategia di programmazione” – commenta la Presidente, Giovanna Prandini.

L’attività del servizio Centro Congressi, infine, nel 2016 non si è limitata ad ottimizzare la gestione delle sale situate nell’immobile camerale di via Einaudi, interessate nell’esercizio da importanti lavori di ristrutturazione, ma ha garantito all’Azienda Speciale di affrontare con esperienza e oculatezza la sfida del Brixia Forum che nell’ anno ha ospitato 15 eventi con oltre 45.000 presenze.

Il Bilancio di Esercizio 2016 si chiude con la riduzione del Contributo Camerale da 1.047.000 (Bilancio Preventivo 2016) a 537.254 (Bilancio Consuntivo 2016), con risparmio sul preventivo di 509.746,00 per la CCIAA . Fonte: BsNews.it

Bcc Agrobresciano chiude i conti di un 2016 positivo

in Banche/Bcc/Bilanci/Economia by
La sede di Ghedi della Bcc Agro Bresciano

Per Bcc Agrobresciano il 2106 si è concluso all’insegna della continuità sulla strada del miglioramento di tutti i principali indicatori. Un percorso intrapreso ormai da alcuni anni in un contesto di mercato molto difficile e che premia le scelte puntuali attuate dal Consiglio d’Amministrazione e dalla Direzione Generale.

 

A confermare il trend positivo sono quindi i numeri:

 

la raccolta totale da clientela si incrementa di 4,5 milioni di euro (+0,44%), la raccolta diretta in particolare cresce di 11,4 milioni di euro (+1,39%)

i crediti per cassa si attestano a 661 milioni di euro (+1,61%), in positiva controtendenza rispetto al resto del sistema

il comparto delle partite deteriorate ha registrato una forte contrazione sia in termini assoluti che percentualmente rispetto al totale degli impieghi; i crediti deteriorati lordi scendono dal 33,30% al 29,26% (- 4,04%), mentre i crediti deteriorati netti si riducono dal 22,09% al 19,28% (-2,81%). Da sottolineare che la politica di copertura dei crediti deteriorati resta prudente, con una percentuale di poco inferiore al 43%

i costi operativi si contraggono sensibilmente, da 20,693 milioni di euro a 19,847 (– 4,09%).

 

Da segnalare che il conto economico sconta il peso degli interventi a sostegno del settore bancario, per un importo pari a 1,1 milioni di euro, che il CdA non ha ritenuto opportuno trasferire sulla clientela mediante il ricorso a manovre massive sulle commissioni.  Anche in conseguenza di ciò il risultato finale si chiude pertanto con un lieve disavanzo, pari a 200.000 euro (lo sbilancio 2015 era pari a 16,4 milioni di euro). Il CET1 si attesta così al 13,51% ed il Total Capital Ratio al 16,29%.

 

“Pur in un contesto economico e sociale molto complesso ormai da lunghi anni – è il commento del Presidente Osvaldo Scalvenzi – stiamo dimostrando che un serio ed efficace processo di riorganizzazione della nostra struttura unito ad una decisa politica di riduzione del credito anomalo rappresenta la strada maestra per ritornare a crescere, confermando la nostra massima attenzione alle famiglie, alle imprese ed agli enti del nostro territorio. Complementare in questo percorso è l’autoriforma del Credito Cooperativo, nell’ambito del quale abbiamo formulato una preadesione al Gruppo Iccrea. L’assemblea annuale indetta il 28 maggio al Teatro Grande di Brescia sarà per noi una duplice occasione: la celebrazione del 120° compleanno della nostra Banca ed il momento per approfondire insieme le nostre strategie e decidere come proiettarci nel futuro”.

Bialetti chiude i conti del 2016 con 2,7 milioni di utile

in Alimentare/Aziende/Bialetti/Bilanci/Economia by

Chiude un altro anno positivo la Bialetti di Coccaglio, società quotata in Borsa che dà lavoro a circa 1.300 persone e che lo scorso anno ha prodotto un utile da 2,7 milioni. Il 28 aprile l’assemblea dei soci sarà chiamata ad approvare il consuntivo e a nominare il nuovo vertice, oggi guidato dall’ad Francesco Ranzoni.

Secondo quanto riportato da Bresciaoggi, il Bilancio 2016 di Bialetti si è chiuso con un fatturato consolidato in aumento del 4,3% a quota 179,8 milioni di euro (l’incremento è dell’8,5% a parità di marchi in portafoglio). L’aumento ha riguardato soprattutto le divisioni “moka e coffeemakers” (+11,5%) ed “Espresso” (+14%), mentre tiene (+0,6%) quello “cookware” e rallenta il business dei piccoli elemettrodomestici dopo la cessione di Girmi.

“Il risultato operativo lordo – si legge – si attesta a 23,8 milioni (+19,1%), l’ebit a 17,2 milioni (+24,8%), l’utile ante imposte a 8,9 milioni (era di 6,8 mln; +32%), mentre l’utile netto è pari a 2,7 milioni, in calo rispetto ai 3,5 milioni di euro del 2015. L’indebitamento finanziario netto di gruppo, a 77,3 milioni, si riduce di 4,2 milioni su base annua”.

Cna fa scuola alle imprese. Mercoledì si parla di crediti, bandi e bilanci

in Associazioni di categoria/Bandi/Bilanci/Cna/Economia/Evidenza/Formazione by
La presidente di Confederazione nazionale artigianato Eleonora Rigotti

Recupero dei crediti nell’attività di impresa, le novità della Legge di Bilancio ed i vantaggi per le aziende, le opportunità per lo sviluppo grazie a bandi, contributi ed internazionalizzazione.

Sono i temi che saranno toccati durante l’incontro che si terrà mercoledì 15 marzo alle 20.30 nella sala riunioni di Cna, in via Orzinuovi 3, a Brescia. Sono invitati imprenditori e cittadini interessati. Interverranno Eleonora Rigotti, presidente di Cna Brescia; Laura Buscarini, direttore di Cna Brescia; Claudio Baresi, consulente di Cna Servizi e l’avvocato Francesco Sardi de Letto, esperto in consulenza d’impresa.

Si tratta dell’appuntamento finale di un percorso che Cna ha cominciato lo scorso 2 febbraio. Nelle precedenti quattro serate, la Presidenza di Cna ha incontrato le imprese bresciane nelle tappe di Darfo Boario Terme, Gottolengo, Lonato e Prevalle.

Per informazioni è possibile contattare la Cna di Brescia a info@cnabrescia.it oppure allo 030 3519 511.

Gefran torna all’utile, dividendo di 0,25 euro per azione

in Aziende/Bilanci/Economia/Gefran/Meccanica by

Torna ai dividendi la Gefran di Provaglio d’Iseo, che il 20 aprile terrà l’assemblea per approvare lo stacco di una cedola da 0,25 euro per azione.

L’azienda, quotata in Borsa, è leader nella progettazione e produzione di sistemi e componenti per l’automazione e il controllo dei processi industriali. Circa 750  gli addetti. Il fatturato 2016 ha chiuso con 119,33 milioni di euro, in progresso del 3,4% (anche sul mercato italiano), mentre il margine operativo lordo è di 11,324 mln di euro (5,681 mln di euro nel 2015) con un ebitda di 12,513 milioni di euro.

Il risultato operativo – secondo quanto riportato da Bresciaoggi – è di 5,115 milioni di euro (-0,630 mln in precedenza), il risultato netto complessivo di 3,948 milioni di euro, mentre l’anno precedente l’azienda era andata sotto di 4,769 milioni.

Il patrimonio netto al 31 dicembre scorso è di 66,908 milioni di euro. La posizione finanziaria netta (-12,918 milioni di euro) migliora di 11,96 mln sul 2015.

A2A, 2016 ok: Mol a 1,22 miliardi, utile in crescita di 274 milioni

in A2A/Bilanci/Economia/Energia/Partecipate e controllate by

Si è riunito oggi il Consiglio di Amministrazione di A2A S.p.A. che, sotto la Presidenza del Prof. Giovanni Valotti, ha approvato i risultati del processo di impairment redatto ai sensi dello IAS 36 e svolto, come di consueto, avvalendosi del supporto di un riconosciuto professionista terzo indipendente. Il processo ha comportato svalutazioni (al lordo degli effetti fiscali) di asset, avviamenti e partecipazioni per 110 milioni di euro, nonché la ripresa a valore (al lordo degli effetti fiscali) di asset per 51 milioni di euro.

Il Consiglio ha inoltre preso visione dei risultati consolidati preliminari dell’esercizio 2016, che includono gli effetti del consolidamento per cinque mesi del nuovo gruppo acquisito LGH. I principali risultati sono di seguito riportati:

Margine Operativo Lordo (Ebitda) superiore ad 1,22 miliardi di euro, in crescita di oltre il 16% rispetto all’esercizio precedente (1,05 miliardi di euro nel 2015). Al netto di proventi non ricorrenti superiori a 100 milioni di euro e degli effetti derivanti dal primo consolidamento, per cinque mesi, di LGH (circa 32 milioni di euro) la crescita ordinaria è stata superiore al 4,5%. Tutte le Business Unit (di seguito “BU”), con l’unica eccezione della BU Reti penalizzata dalla revisione tariffaria del nuovo periodo regolatorio, hanno riportato risultati in crescita rispetto all’esercizio precedente e superiori alle aspettative di Piano 2016-2019.

Utile ante imposte, pari a circa 350 milioni di euro (76 milioni di euro nell’esercizio 2015) al netto di svalutazioni nette di asset, avviamenti, partecipazioni e ripristini di valore per 261 milioni di euro. Le svalutazioni, complessivamente pari a 312 milioni di euro, si riferiscono alla centrale di Monfalcone (202 milioni di euro a seguito di conferimento, al fair value, del ramo di azienda in A2A Energiefuture SpA, già comunicato il 29 Dicembre 2016) e del risultato dell’impairment test quale approvato dal CdA odierno. L’impairment test ha determinato la svalutazione, per 68 milioni di euro, di alcuni impianti “CCGT”, per 37 milioni di euro di alcuni avviamenti e per 5 milioni di euro di partecipazioni. Il ripristino di valore, pari a 51 milioni di euro, si riferisce esclusivamente all’ impianto di San Filippo del Mela ( 220kv) a seguito della recente ammissione al regime asimmetrico di reintegrazione dei costi per il quinquennio 2017-2021.

Investimenti, in crescita del 22% per un totale di circa 420 milioni di euro, escluso l’importo corrisposto per l’acquisto del 51% della partecipazione in LGH SpA. I maggiori incrementi si sono realizzati nella BU Ambiente (+70%) e nella BU Reti e Calore (+25%).

Posizione Finanziaria Netta a circa 3,14 miliardi di euro, in crescita di circa 240 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2015 quale risultante degli effetti dell’acquisizione e primo consolidamento di LGH (per complessivi 469 milioni di euro) e della generazione di cassa risultata positiva per circa 230 milioni di euro. Il rapporto PFN/Ebitda migliora da 2,8x a 2,6x.

“Abbiamo ottenuto un risultato molto importante che conferma il continuo miglioramento dei business aziendali, dell’efficienza operativa, della capacità di investimento e generazione di cassa – commenta l’Amministratore delegato Valerio Camerano – Un efficace mix di focalizzazione sul business, innovazione ed evoluzione della cultura manageriale aziendale sostiene la crescita dei risultati e il rafforzamento strategico”

“A fronte di scenari di mercato sfavorevoli e all’interno di un contesto sempre più competitivo, i risultati del 2016 testimoniano la capacità di A2A di innovare nella continuità – ha dichiarato Giovanni Valotti, Presidente del Gruppo – Questo conferma la validità di un cambio strategico significativo impresso all’azienda, così come rende conto dell’apporto di grande qualità assicurato dal management e da tutti i dipendenti di A2A nella gestione dell’operatività”.

Lugana Doc, un altro anno con il segno più

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Bilanci/Economia/Evidenza by

Una sala gremita all’Agriturismo Feliciana ha approvato il 22 febbraio all’unanimità il bilancio 2016 e il previsionale 2017 del Lugana DOC, segno di un Consorzio di tutela forte e coeso, che oggi rappresenta il 90% dei produttori. Dal riconoscimento dell’erga omnes nel 2012, le adesioni hanno continuato a crescere con un trend positivo, 12 nuovi soci nel 2015, 14 nel 2016 e già altri 3 nei primi mesi del 2017, per un totale di 155 aziende rappresentate. Un ulteriore primato per un Consorzio che rappresenta un case history sotto molti profili: è fra i pochi in Italia con volumi costantemente in aumento, ha un export pari all’80% e si distingue anche per le iniziative sulla sostenibilità ambientale.

Una delle cose che stupisce i consumatori è la qualità media del nostro vino così elevata e così uniforme: tutta la DOC ha oggi altissimi livelli qualitativi – afferma il presidente Luca Formentini; ne consegue una responsabilità molto forte da parte di tutti nel mantenere la credibilità e la qualità del nostro prodotto, della sua della materia prima e quindi anche del suo territorio. Partiamo avvantaggiati dal nostro essere collocati in una delle aree più pregiate e vocate dell’intero Paese, il nostro contesto ci aiuta a trasferire una certa percezione di valore del territorio ma non dobbiamo darlo per assodato e anzi, è più che mai necessario impegnarci per proteggerlo. Ci riconosciamo nelle visioni aziendali più evolute, in cui il bilancio si compone dell’ambito economico, ambientale e sociale, e questo si traduce anche in un vantaggio competitivo sui mercati ai quali oggi si rivolge il Consorzio.”. Il consumatore infatti, soprattutto in Germania, USA e UK, ricerca e chiede la sostenibilità ambientale del prodotto.

È un consumatore che sta diventando più consapevole, e che oggi è maturo per scoprire un vino che stupisce, anche per le sue non comuni capacità evolutive, in grado di apprezzare un prodotto più ricercato. “Siamo tra i pochi che crescono in valore in un mercato stagnante e quindi paradossalmente diventiamo sempre più fragili. La nostra strategia di promozione è negli ultimi anni orientata alla ricerca di nuovi mercati e nuovi interlocutori – aggiunge Formentini – indispensabili anche per mantenere marginalità più ampie”. Fra le innumerevoli attività promozionali, presentate dal Direttore Carlo Veronese, vengono riconfermate le tradizionali e immancabili fiere di settore (Prowein, Dusseldorf, marzo; Vinitaly, Verona, aprile; London Wine Fair, Londra, maggio), crescono le collaborazioni con altri Consorzi, come il Valpolicella (eventi in California a fine aprile, a Londra, Praga e Varsavia a maggio e giugno) e si inseriscono iniziative rivolte ai nuovi influencers come i wine bloggers e i wine lovers (Wine Bloggers Conference e American Wine Society a novembre). Ma il 2017 sarà caratterizzato soprattutto dalle celebrazioni dei 50 anni della DOC; che vedranno il clou nel periodo estivo sul territorio dei 5 comuni della DOC.

 

Parolini: Lombardia si conferma locomotiva d’Italia

in Bilanci/Economia/Export/Istituzioni/Regione by

“Con quasi un terzo del export nazionale made in Lombardia la nostra regione si conferma locomotiva del Paese anche in questo settore. Una dimostrazione di grande capacità di reazione e di dinamismo delle nostre imprese, che di fronte alla crisi della domanda interna hanno saputo penetrare con successo i mercati stranieri”. Commenta così Mauro Parolini, assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia, l’ultimo studio di Lombardia Speciale (lombardiaspeciale.regione.lombardia.it) elaborato su dati del Rapporto Ice, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.

ECCELLENZA DA SOSTENERE – “Questa caratteristica propria del tessuto produttivo lombardo è per noi un’eccellenza da valorizzare e sostenere in modo sussidiario. Per questo – ha dichiarato Parolini – abbiamo introdotto durante la legislatura una serie misure per accompagnare in maniera innovativa ed efficace le imprese nell’intero percorso di avvio o di consolidamento dell’export, che prevedono interventi come il supporto economico per finanziare l’acquisto di servizi e la partecipazione a fiere fisiche o virtuali”.

EXPORT BUSINESS MANAGER – “Abbiamo poi introdotto una grande novità nei nostri interventi, che – ha spiegato Parolini – è l’opportunità supplementare di ricevere un contributo da impiegare per acquistare da ‘Export Business Manager’ selezionati e accreditati un serie di servizi mirati, in modo da qualificare maggiormente l’accompagnamento alle aziende”.

NUOVO BANDO IN PRIMAVERA – “Infine entro la prossima primavera – ha annunciato l’assessore – aprirà un altro nuovo bando da 5 milioni di euro per favorire in particolare l’accesso delle imprese ai canali e-commerce come ulteriore opportunità di vendita verso mercati esteri e facilitando la ricerca degli strumenti finanziari e assicurativi più efficaci per sostenere il proprio export”.

 

 

 

 

 

Affidalità commerciale, il 12 per cento delle imprese bresciane è al top

in Bilanci/Economia/Finanza/Tendenze by

La Lombardia è una delle regioni italiane con la maggior concentrazione di Cribis prime company, ovvero quelle imprese a cui Cribis riconosce il massimo livello di affidabilità dal punto di vista delle relazioni commerciali. Con una percentuale del 10,47% la Regione si posiziona alle spalle di Trentino Alto Adige (14,83%), Veneto (11,73%), Emilia Romagna (11,61%), Piemonte (10,79%). Un buon segnale per le nostre realtà imprenditoriali che stanno cercando di superare la crisi economica, proponendosi come partner ideali per fare affari e far crescere il proprio business. Le imprese con il più grande grado di affidabilità sono localizzate a Sondrio, fondate prima del 1951, di grandi dimensioni e operanti nel settore dell’agricoltura foreste, caccia e pesca. Decisamente meno sicure commercialmente invece le realtà di piccole dimensioni, localizzate a Pavia e attive nel settore dell’edilizia. E’ questo in sintesi quanto emerge dall’Analisi realizzata da Cribis, la società del Gruppo Crif specializzata nella business information.

Nello specifico, il totale delle ditte individuali e società attive in Italia sono state classificate da Cribis sulla base della probabilità di generare insoluti commerciali nei 12 mesi successivi al momento della rilevazione, attraverso un modello originale che si basa su numerose variabili quali indici di bilancio, esperienze di pagamento, informazioni pregiudizievoli oltre, ovviamente, a informazioni anagrafiche e sulla forma giuridica, area geografica di appartenenza, dimensione e anzianità aziendale.

Entrando nel dettaglio provinciale, Sondrio si colloca al primo posto con il 14,49% di aziende CRIBIS Prime Company sul totale delle sue aziende. Seguono nella speciale graduatoria Mantova (13,51%), Cremona (12,98%), Lecco (12,62%), Brescia (12,19%), Bergamo (11,44%), Como (11,27%), Lodi (9,97)%, Monza e Brianza (9,50%), Milano (9,02%). Chiude in fondo alla classifica Pavia con una percentuale dell’8,34%. A livello settoriale è il comparto dell’agricoltura, foreste, caccia a pesca a goder di maggior salute e ad avere la maggior percentuale (21,05%) di aziende CRIBIS Prime company sul totale delle aziende che lo compongono. Situazione opposta per quanto riguarda l’edilizia con una quota che precipita al 2,90%. E’ invece la categoria delle grandi imprese che ad avere la maggior incidenza di imprese best partner commerciali con una percentuale del 49,79%. Situazione opposta per le piccole imprese con una percentuale che scende all’8,68%. Le small e le medie imprese rispettivamente invece hanno una quota del 30,31% e del 47,82%.

Approfondendo l’analisi sulla base dell’anzianità è la classe fondata prima del 1951 ad avere una percentuale (45,81%) maggiore di imprese altamente affidabili sul totale delle aziende che la costituiscono. Decisamente meno sicure negli affari le imprese nate tra il 2011 e il 2016, che vedono una percentuale di affidabilità dell’1,10%.

Affidabilità commeciale
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