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Valsabbina - page 7

Valsabbina, le azioni scendono a quota 4,60 euro

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Dopo una settimana di stallo una timida ripresa del mercato dei titoli azionari di Banca Valsabbina che, da alcuni mesi, desta preoccupazione fra i soci che negli anni avevano scelto il titolo azionario come investimento patrimoniale.

Lo scambio azionario sul mercato HI-MTF di questa mattina ha permesso di chiudere tutti gli ordini di acquisto, erano 107 per complessive 73 mila azioni, al prezzo di 4,60 euro per azione. La riduzione dall’inizio dell’anno ha raggiunto quota 80%.

Le offerte di vendita erano invece relative a 457 mila azioni di cui una buona parte presentate senza limite di ribasso. Per 380 mila offerte di vendita una nuova opportunità venerdì prossimo quando il prezzo potrà scendere. La prospettiva, molto probabile secondo alcuni, è quota 4,14 euro.

Valsabbina, altra settimana in bianco per chi vuole vendere le azioni

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Altra settimana in bianco per gli azionisti della Banca Valsabbina intenzionati a vendere le azioni. Non è bastato infatti l’ennesimo ribasso del prezzo, sceso fino a 5,17 euro a fronte dei 14 euro iniziali (e dei 7,17 del 2 di settembre) a convincere il mercato a comprare. Le ultime trattative si sono chiuse con ordini di vendita per circa 515mila azioni, ma le offerte d’acquisto valevano solo 100 azioni. Salvo sorprese, dunque, andrà alla prossima vendita sfondando la soglia dei 5 euro per azione.

Banca Valsabbina, nasce il Comitato dei piccoli azionisti ribelli

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Si fanno sempre più agitate le acque attorno alla Valsabbina. Con un articolo del Corriere della Sera, infatti, il commercialista Aurelio Bizioli – di cui BsNews.it e Brescia2.it per primi hanno ospitato un intervento con la richiesta di trasformare la banca in Spa – ha annunciato la costituzione di un comitato di piccoli azionisti per chiedere conto ai vertici del drastico calo del valore delle azioni e delle future strategie.

Bizioli (200 azioni personali, 20.000 riconducibili alle società che amministra) ha già raccolto una 40ina di adesioni, tra cui quelle dell’avvocato valsabbino Giorgio Paris (10mila azioni) e dell’ex dipendente in pensione Gino Toffolo. E la prossima mossa sarà quella di chiedere che la nomina a presidente dell’ex direttore Barbieri venga ratificata dall’assemblea.

“Il presidente Barbieri – attacca Bizioli sulla questione del valore delle azioni – sostiene che Valsabbina sia vittima di un attacco speculativo ad opera di non precisati poteri, in realtà ogni settimana migliaia di persone provano a vendere i loro titoli liquidi perché sono nel panico”.

Non a caso il comitato – fa sapere il Corriere – chiederà al neopresidente di Valsabbina Barbieri di rendere noto il libro-soci e non esclude di unire le forze con lo Studio Zanvettorbruschi, che proprio ieri ha annunciato di voler procedere alle vie legati contro la banca a nome di un centinaio .di 105 soci che avrebbero dato già mandato allo studio.

Un’uscita a cui la Banca ha replicato definendo le dichiarazioni dello Studio Zanvettorbruschi “altamente lesive dell’immagine della Banca” e sottolineando che tali parole “alimentano speculazioni danneggiando i nostri soci”: da qui la decisione di dare “incarico ai nostri legali, in sede civile e penale, per tutelare la reputazione della Banca e per valutare se si possano ipotizzare i reati di diffamazione e aggiotaggio”.

Valsabbina, chiusura positiva a 5,74 euro per azione

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Chiusura positiva, anche se per pochi fortunati ed ad un valore ridotto del 68% rispetto ai valori di inizio anno, nella contrattazione odierna delle quote della Banca Valsabbina. A fronte di 627 mila ordini di vendita c’erano solo 18 mila ordini di acquisto che si sono poi concretizzati in 21 contratti di vendita a 5,74 euro per azione. Restano quindi scoperti 613 mila ordini di vendita di cui una buona parte presentati senza limite di ribasso.

Forse è troppo presto per pensare che il recente cambio di governance, comunicato solo ieri, influenzi l’andamento del titolo; più probabile, vista la riduzione dei quantitativi in vendita, che molti azionisti siano in attesa di capire quali sviluppi riserverà il futuro. L’unica certezza è che con questi ordini di vendita, in assenza di nuovi ordini di acquisto, il prezzo nella prossima seduta di scambi non potrà che abbassarsi di un altro 10%.

Valsabbina, staffetta ai vertici: lascia Soardi, promosso Barbieri

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Cambio ai vertici della Valsabbina. Dopo le polemiche dei giorni scorsi sul valore delle azioni vendute ai risparmiatori, infatti, l’istituto di credito ha deciso di cambiare. Nessun azzeramento però: soltanto un avvicendamento tra presidente e direttore generale.

Nella seduta del Consiglio di amministrazione del 21 settembre – si legge in una nota inviata stamane dall’istituto di credito – il presidente Ezio Soardi, ha deciso di rassegnare le dimissioni “dopo 55 anni di onorato servizio in vari incarichi”. Soardi era presidente dal 2010 (subentrò a Caggioli). Nei suoi confronti nessuna presa di distanza ufficiale (nonostante il coinvolgimento dell’istituto nell’inchiesta Carife): rimarrà comunque presidente onorario.

Nella stessa seduta, il Cda ha nominato presidente Renato Barbieri, direttore generale dal 2013 (e vicedirettore dal 2003). A prendere il suo posto sarà invece il vice Tonino Fornari, affiancato da Marco Bonetti, già direttore dell’Area mercato.

Una scelta, si sottolinea, effettuata “in un’ottica di continuità con il lavoro svolto in questi anni”. Insomma: nessuna presa di distanza dalla gestione precedente, nonostante il fronte delle polemiche sembri allargarsi di giorno in giorno.

L’uscente Soardi, nella lettera semestrale al Socio che verrà a breve distribuita, ha motivato le dimissioni con queste parole: “La sensibilità personale, l’attaccamento alla Banca e i segnali di un fisiologico cedimento delle energie, normale per l’avanzare degli anni, mi dicono che questo, ora è il mio tempo; imito quindi l’indimenticabile saggezza del Professor Caggioli e rassegno le mie dimissioni al Consiglio di Amministrazione che ringrazio infinitamente per la fiducia riposta in me”.

Valsabbina, un altro venerdì senza svolte per le azioni

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Anche oggi fumata nera per i soci che hanno deciso di vendere le azioni della Banca Valsabbina. Come venerdì scorso nulla di fatto sul mercato Hi-Mtf, dove da luglio le azioni della banca bresciana, inizialmente quotate a 14 euro, stanno scendendo gradualmente con un limite massimo del 10% per ogni contrattazione settimanale. Considerato che l’ultima asta del 2 settembre aveva fissato il prezzo a 7,17 euro ci si aspettava che questa settimana almeno qualche scambio trovasse conclusione: nel corso della mattina la procedura indicava circa 10.600 ordini di acquisto di cui circa 10 mila a 7,17 euro.

Pur in presenza di ordini di vendita per 785 mila azioni (ad un prezzo inferiore a quello fissato) la procedura non ha determinato scambi azionari e si rinvia quindi alla prossima settimana, quando probabilmente il valore del titolo si assesterà su 5,74 euro.

Infatti un comunicato Hi-Mtf ha sterilizzato il ribasso della settimana scorsa per asserite anomalie nella contrattazione; conseguentemente nella prossima seduta il ribasso massimo sarà del 20%.

Nessun comunicato da parte della Banca in un clima di profonda preoccupazione per il futuro del valore del titolo.

Valsabbina, niente si muove sul fronte delle azioni

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Nulla di fatto nella giornata odierna per i soci che vogliono vendere le azioni della Banca Valsabbina. Dopo la fissazione del prezzo a 7,17 euro nella precedente seduta del Hi-Mtf gli ordini per questa settimana non facevano presagire risultati positivi. A fronte di ordini di vendita per 983.887 azioni le offerte di acquisto per sole 24 azioni ponevano un valore di 6,00 euro che, considerato il ribasso massimo del 10%, non permettevano di concludere neppure una piccola frazione di acquisto. Tutto rinviato quindi alla contrattazione della settimana prossima quando probabilmente il valore del titolo si assesterà su 5,74 euro.

Valsabbina, semestrale in positivo, ma resta il nodo delle azioni

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Luci e ombre nel bilancio semestrale della Banca Valsabbina, che ha chiuso i conti con 1,7 milioni di utile contro i 6 dell’anno precedente. Ma un dato continua a preoccupare i piccoli azionisti: quello del valore delle azioni, che non sembrano piacere al mercato nonostante il drastico calo che ha portato velocemente il titolo da 18 euro a 8,96 (per ora). A fronte di 900mila azioni offerte, infatti, nell’ultima asta settimanale ne sono state piazzate solo 12mila di cui ben 5 riacquistate dalla stessa banca.

Per quanto riguarda i numeri dell’esercizio, gli impieghi si sono assestati a quota 2,731 miliardi, in calo dell’1,8% rispetto alla fine del 2015 e del 3.2% rispetto allo scorso anno. Mentre la raccolta è cresciuta passando da 4,55 a 4,65 miliardi e il patrimonio netto è rimasto invariato a 392 milioni. Il Cet1 – uno dei parametri internazionali che misura la solidità delle banche – resta sopra le richieste della vigilanza ma scende lievemente dal 14.94%. In aumento anche i dipendenti: da 487 a 496, anche in seguito alla politica espansiva che ha portato all’apertura di nuovi sportelli (l’ultimo a Monza).

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