Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Banche - page 18

Stress test, Ubi: elevata resistenza a scenari di crisi

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UBI Banca ha partecipato allo stress test europeo del 2016 (“2016 EU- wide stress test”), condotto dall’Autorità Bancaria Europea (EBA) in collaborazione con la Banca Centrale Europea (BCE) e la Banca d’Italia, la Commissione Europea (CE) e il Comitato Europeo per il Rischio Sistemico (ESRB). L’esercizio ha interessato 51 banche , di cui 5 italiane, che rappresentano circa il 70% del totale degli attivi del sistema bancario europeo.
UBI Banca prende atto dei comunicati sullo stress test europeo resi noti oggi dall’EBA e riconosce pienamente i risultati dell’esercizio (http://www.eba.europa.eu/risk-analysis-and-data/eu-wide- stress-testing/2016).
Il “2016 EU-wide stress test” si propone di valutare la capacità delle banche europee di resistere a shock severi e il loro grado di adeguatezza patrimoniale a fronte di ipotetici eventi di stress in condizioni particolarmente sfavorevoli. Lo scenario avverso utilizzato nello stress test è stato definito da BCE/ESRB e copre un orizzonte temporale di tre anni (2016-2018). Lo stress test è stato condotto assumendo che lo stato patrimoniale delle banche rimanga invariato rispetto a dicembre 2015 e non considera quindi gli effetti derivanti dalle strategie aziendali e dalle iniziative gestionali future. L’esercizio non rappresenta una previsione della redditività di UBI Banca.

I risultati dello “2016 EU-wide stress test”:

Assumendo come punto di partenza il CET1 Ratio fully loaded di UBI Banca al 31 dicembre 2015, pari all’11,62%, le simulazioni di stress sui tre anni dell’esercizio (2016-2018) hanno complessivamente confermato la solidità patrimoniale del Gruppo, determinando:

  • –  nello scenario di base: un impatto di +139 punti base, con un conseguente CET1 ratio fully loaded al 31 dicembre 2018 pari al 13,01%;
  • –  nello scenario avverso: un impatto di -277 punti base, con un conseguente CET1 ratio fully loaded al 31 dicembre 2018 pari all’8,85%. Circa il 50% dell’impatto è ascrivibile alle ipotesi particolarmente severe sulla svalutazione dei titoli governativi in termini di riserva AFS, tema peraltro già indirizzato nel recente Piano Industriale 2019/2020, che prevede la riduzione e la ricomposizione del portafoglio titoli di proprietà . Per il restante, il CET1 ratio è stato impattato principalmente dalle ipotesi più restrittive in tema di DTA rispetto al precedente esercizio di stress test, dal maggior costo del funding e dall’impairment del credito. Le ipotesi di stress dei rischi di condotta e operativi, di nuova introduzione nella metodologia 2016, hanno avuto impatti del tutto trascurabili.

Assumendo come punto di partenza il CET1 Ratio phased in di UBI Banca al 31 dicembre 2015, pari al 12,08%, agli impatti di cui sopra va aggiunto l’effetto del passaggio al regime fully loaded, pari a -46 punti base.

Considerazioni conclusive

Il “2016 EU-wide stress test” non si propone di valutare l’adeguatezza patrimoniale rispetto ad una soglia minima di CET1 ratio, ma è destinato ad essere utilizzato quale base informativa fondamentale nel processo di determinazione della “SREP decision” attesa entro fine 2016.

Al termine dell’esercizio di stress, i ratio patrimoniali del Gruppo confermano la sua elevata resilienza a scenari macroeconomici particolarmente penalizzanti. I risultati comunicati sono stati sottoposti ad un accurato processo di “Quality Assurance” da parte della BCE, confermando l’estremo rigore del Gruppo nella conduzione dell’esercizio e la qualità dei processi valutativi e dei modelli previsionali in uso in UBI Banca.

 

 

Victor Massiah ha incontrato oggi gli Organi della Fondazione Crc

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Si è concluso da poco l’incontro informale tra il Consiglio d’Amministrazione e il Consiglio Generale della Fondazione CRC e il Consigliere delegato di UBI Banca, Victor Massiah. Durante l’incontro sono state analizzate le prospettive del gruppo UBI e illustrato in anteprima agli Organi della Fondazione CRC il piano industriale recentemente approvato. “La visita alla Fondazione CRC del Consigliere delegato di UBI Banca dimostra l’attenzione del Gruppo per il nostro territorio” afferma il presidente della Fondazione CRC, Giandomenico Genta. “La stessa attenzione che ha portato alla recente sottoscrizione dell’accordo tra UBI e il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, grazie al quale il Gruppo mette a disposizione, nel triennio 2016-2018, due miliardi di euro per agevolare l’accesso al credito delle imprese che operano nel settore agricolo e agroalimentare, molto numerose nel nostro territorio”. “Torneremo con i vertici del Gruppo dopo l’estate, all’interno del road show nazionale, per presentare il piano industriale al territorio di Cuneo” dichiara Victor Massiah, Consigliere delegato di UBI Banca.

Banche e imprese, Sivieri: meno diffidenze reciproche, le Pmi hanno bisogno di piani di credito dedicati per potere crescere e svilupparsi all’estero

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«Le PMI hanno dinamiche e strutture produttive completamente diverse rispetto a una grande impresa: per questo servono piani di credito dedicati». Ad affermarlo durante «Diamo voce all’imprenditoria bresciana» di Apindustria Brescia è Douglas Sivieri, presidente dell’associazione, nell’incontro avuto con Giovanni Ernesto Casotti, responsabile del Servizio estero commerciale Ubi Banco di Brescia. Nell’incontro la sottolineatura sulle difficoltà di accesso al credito di molte imprese, spesso non giustificato da problemi oggettivi. «Le banche devono fare scuola sul territorio – ha detto Sivieri -, imparare il linguaggio dell’imprenditore e aiutarlo nel processo di internazionalizzazione. Che spieghino perché fanno fatica a concedere i crediti e che inizino a essere un po’ più flessibili: perché bisogna sapere che, fatto 100 il livello di sofferenza bancaria, l’80% di questo è delle grandi imprese. La realtà è che la gran parte delle piccole e medie imprese, che costituiscono l’ossatura di questo Paese, sono solvibili». «Noi siamo entrati in azienda come Ubi Banco di Brescia – ha osservato Casotti – e da tempo facciamo anche formazione su misura per ogni singola azienda». «Serve una santa alleanza banche imprese – ha concluso Sivieri -, con minori diffidenze da entrambe le parti». Sulla pagina Youtube di Apindustria Brescia il resoconto integrale dell’incontro nella trasmissione «Diamo voce all’imprenditoria bresciana» (https://www.youtube.com/watch?v=rvqNb0FOYUU).

Crac Carife, anche Banca Valsabbina nell’inchiesta

in Banche/Economia/Evidenza/Indagini Inchieste Processi by

C’è anche la sede della Banca Valsabbina – secondo quanto riporta il Giornale di Brescia – tra gli istituti di credito perquisito dai Carabinieri nell’ambito delle indagini per il crac Carife, che al momento vede 17 ex dirigenti oggetto di avvisi di garanzia. La Valsabbina è stata perquisita insieme alle altre tre banche italiane che hanno partecipato all’aumento di capitale da 150 milioni di euro del 2011: Banca Popolare di Bari, Banca Popolare di Cividale, e Cassa di Risparmio di Cesena. Le indagini, avviate nel febbraio 2015, sono condotte dalla Procura di Ferrara. Ai vertici di Carige vengono contestati il reato di aggiotaggio (di cui all’art.2637 c.c.), formazione fittizia di capitale di cui all’art. 2632 c.c., richiamato dall’art. 223 della legge fallimentare, che hanno portato anche all’incriminazione per bancarotta.

Ubi, il progetto Banca Unica vale 2.750 licenziamenti

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Ben 2.750 licenziamenti (1.529 del 2015 a 1.250 nel 2019), se pur mitigati da 1.110 nuovi arrivi, e 280 sportelli chiusi. Sono questi i numeri del nuovo piano industriale di Ubi, che prevede di semplificare l’assetto del gruppo dando vita alla Banca Unica, con l’incorporazione di tutti i sette istituti controllati attraverso il concambio con proprie azioni. L’operazione dovrebbe concludersi entro la prima parte del 2017. Il venir meno dell’uso societario dei marchi, che rimarranno sulla rete, comporterà svalutazioni lorde per 60 milioni di euro.

Nel dettaglio – secondo quanto riportato dall’edizione di Brescia del Corriere della Sera – “la fusione con Banca Popolare di Bergamo e con Banco di Brescia non comporterà effetti sul capitale, perché le due società sono interamente controllate. Effetti minimi, per quanto riguarda l’emissione di nuove azioni, per la fusione con Banca Popolare di Ancona, controllata al 99,59%, con Banca Carime (99,99%) e Banca di Valle Camonica (98.70%). La gran parte delle azioni andranno in concambio agli azionisti di Banca Regionale Europea, di cui Ubi ha il 74,79%, e di Banca Popolare Commercio e Industria (83,76%). Ubi ha inoltre riacquistato le azioni privilegiate Banca Regionale Europea detenute dalla Fondazione CariCuneo, per 120 milioni di euro. A seguito della fusione la Fondazione CariCuneo avrà il 5,90% di Ubi, la Fondazione Banca del Monte Lombardia il 5,20%.

Sanità: otto bresciani su dieci chiedono esami più rapidi

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I bresciani sono soddisfatti della sanità della Leonessa. Ma vorrebbero tempi di prenotazione minori, oltre a più servizi per pazienti e parenti. E’ quanto emerge dall’indagine che Banca Santa Giulia ha commissionato a Cessme, centro studi sulla Smart economy con sedi a Roma e Torino, le cui attività scientifiche sono presiedute da Piera Levi Montalcini. L’indagine era finalizzata a conoscere la percezione e il livello di soddisfazione dei cittadini bresciani rispetto ai servizi sanitari e assistenziali ricevuti, ma anche a conoscere quali sono le aspettative degli abitanti della Leonessa.

Dallo studio emerge un alto livello di soddisfazione dei bresciani sulle strutture ospedaliere bresciane: mediamente sette su dieci sono discretamente o molto contenti, con livelli di gradimento maggiori nel pubblico (il 23 per cento dichiara livelli ottimi) che nelle strutture convenzionate (il 15 per cento). Mentre solo un cittadino su 20 si dice fortemente insoddisfatto. Nonostante questo è diffusa tra i bresciani (68 per cento) la convinzione di un calo dei servizi e del livello della salute pubblica a causa della crisi economica. E forse è anche per questo che quasi tre bresciani su dieci (28 per cento) indicano che stanno seriamente valutando l’ipotesi di stipulare un’assicurazione sanitaria privata.

Tra le priorità, invece, si evidenzia soprattutto quella di ridurre i tempi di prenotazione (76,3 per cento) di visite e prestazioni sanitarie, seguita da maggiori servizi per pazienti e parenti e da strumentazioni tecnologiche più avanzate (entrambe attorno al 26 per cento). Ma condivisa è anche la necessità di destinare maggiori risorse agli anziani (il 47 per cento del campione li “preferisce” ad adulti e bambini) e di utilizzare maggiormente le nuove tecnologie per migliorare l’efficienza del servizio (71 per cento). Alla banca, invece, gli intervistati chiedono soprattutto di investire sulla ricerca universitaria (50 per cento) più che in Onlus (26,3) e singoli casi di bisogno (18,7).

“La ricerca di nuovi percorsi per promuovere un welfare sostenibile in un momento di crisi economica”, sottolinea la vicepresidente di Banca Santa Giulia Daniela Grandi, “è questione di scottante attualità. Il nostro istituto è molto attento a questo tema e non a caso abbiamo deciso di sponsorizzare anche il convegno che si è tenuto in città il 17 giugno sul tema Ricerca, economia e finanza con il Nobel in carica Angus Deaton. Il mondo economico bresciano – seguendo il modello di quanto sta accadendo negli States – può fare molto per sostenere progetti di ricerca in campo medico”.

L’indagine ha riguardato un campione di 761 cittadini bresciani (52% donne, 48% uomini) di età compresa fra i 27 e i 71 anni residenti residenti soprattutto in città e Hinterland (63%).

Ritorno degli investimenti, se ne parla giovedì in Università

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Nuove metodologie per valutare il ritorno degli investimenti / Analisi e strumenti a supporto di scelte strategiche”. E’ questo il titolo del convegno che si terrà giovedì 23, dalle 18, alla facoltà di Economia di via San Faustino 74/b.

L’appuntamento è promosso da Banca Santa Giulia e dall’Università di Brescia – in particolare dall’Osservatorio sulla crisi e sui processi di risanamento delle imprese del Dipartimento Economia e Management – nell’ambito del ciclo di incontri Spazio controller, finalizzati a favorire lo scambio di esperienze tra le Pmi e a diffondere le prassi virtuose.

L’attuale contesto competitivo”, sottolinea la vicepresidente di Banca Santa Giulia Daniela Grandi, “sollecita le imprese alla continua ricerca della massima efficienza: in questo quadro la valutazione del ritorno degli investimenti assume un’importanza cruciale. Con questo seminario”, prosegue, “vogliamo proporre alle aziende, in particolare alle più Pmi, elementi di riflessione e strumenti operativi per effettuare valutazioni orientate a razionalizzare le scelte strategiche di investimento, raffrontando le diverse alternative in funzione della convenienza e dell’effettivo beneficio atteso. Ma soprattutto”, continua Grandi, “fare informazione economica di qualità e di servizio per le aziende”.

Il programma prevede alle 18 la registrazione dei partecipanti. A introdurre i lavori sarà il professor Alberto Mazzoleni del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Brescia. Quindi prenderà la parola Ivan Losio (advisor di aziende industriali e finanziarie, Sei consulting Srl), a cui farà seguito la testimonianza aziendale di Marco Kirchmayr, Cfo della Fabbrica d’ArmiBeretta Spa.

Anche Rubinetterie Bonomi nel programma Elite Deutsche Bank Lounge

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Si è tenuta oggi nella sede di Borsa Italiana a Milano l’evento di presentazione delle 17 società italiane selezionate per costituire la prima Elite Deutsche Bank Lounge: una classe di aziende clienti della banca che entrano nel programma per accelerare la crescita delle imprese eccellenti. Le aziende sono distribuite sul territorio nazionale, e Brescia è rappresentata dalle Rubinetterie Utensilerie Bonomi

La Elite Deutsche Bank Lounge fa seguito all’accordo strategico siglato tra la Banca ed Elite lo scorso aprile con l’obiettivo di creare un gruppo dedicato di aziende del segmento Mid Cap. Il gruppo di aziende presentato oggi entra nella community Elite e verrà supportato nel percorso di crescita all’interno del programma da Deutsche Bank che ha deciso di investire nelle aziende della Elite Deutsche Bank Lounge contribuendo economicamente nel loro accesso a Elite. L’obiettivo di lungo termine è quello di garantire loro l’accesso a numerose opportunità di finanziamento, migliorare la loro visibilità e la loro attrattività e metterle in contatto con potenziali investitori, affiancandole in un percorso di cambiamento culturale e organizzativo.

Nello specifico si tratta di 17 aziende distribuite sul territorio nazionale (con una particolare concentrazione in Triveneto, Lombardia, Emilia-Romagna e Puglia) che operano in vari settori tra cui l’alimentare, l’arredamento e l’ingegneria industriale.

Le aziende di Elite Deutsche Bank Lounge si vanno ad aggiungere alle già 389 società internazionali che ad oggi costituiscono Elite, portando a oltre 400 il numero di aziende all’interno del programma.

Più nel dettaglio, il programma Elite per la squadra di Deutsche Bank prevede: la partecipazione del top management delle aziende a otto giornate (tra giugno e novembre) formative suddivise in quattro moduli (crescita e internazionalizzazione, governance e organizzazione, ruolo del Cfo, fund raising); la partecipazione a workshop formativi nell’arco temporale di un anno; l’organizzazione di company check-up con un team di consulenti coordinati da Borsa Italiana per verificare i cambiamenti da mettere in atto al fine di perseguire il percorso di cresciata. Alla fine del percorso le aziende otterranno il certificato Elite.

Brescia, con Banca Santa Giulia arriva il Nobel Deaton

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Continua con un evento di livello internazionale l’impegno di Banca Santa Giulia a sostegno di Università e istituti di ricerca per promuovere la divulgazione di informazioni corrette e accurate sui temi dell’economia e della finanza.

Dopo il partecipato dibattito sul tema “Gestire i rapporti banca-impresa alla luce delle ultime direttive europee (bail in)”, che si è tenuto lo scorso 14 aprile alla biblioteca della Facoltà di Economia di Brescia, infatti, l’istituto guidato da Marco Bonometti e Daniela Grandi ha deciso di dare il proprio contributo anche all’appuntamento del 17 giugno promosso dall’Istituto I.S.E.O. in collaborazione con l’ateneo.

Quel giorno, l’Aula Magna del Dipartimento di Economia e Management di via San Faustino 74/b ospiterà il convegno “Ricerca, economia e finanza” nel quale verranno proposti nuovi percorsi e meccanismi finanziari innovativi per sostenere la crescita e il welfare in Europa, valutando gli strumenti messi in campo in questo settore dagli Stati Uniti e dedicando un’attenzione particolare a forme di finanziamento innovative ideate per sostenere progetti di ricerca sulla cura contro il cancro, l’Alzheimer e le malattie cosiddette orfane.

Il convegno si aprirà alle 14 con i saluti del rettore dell’Università di Brescia Sergio Pecorelli e del vicepresidente dell’istituto I.S.E.O. Riccardo Venchiarutti. Dalle 14.45, quindi, si terranno gli interventi di Roberto Savona (professore Università degli Studi di Brescia), Angus Deaton (professore Princeton University e Premio Nobel per l’Economia 2015), Roger Stein (professore MIT) e Guido Rasi (direttore European Medicines Agency). L’incontro prevede la traduzione simultanea dall’inglese all’italiano. I lavori si chiuderanno alle 17. La partecipazione è gratuita, è tuttavia necessario riservare i posti a sedere registrandosi sul sito www.istiseo.org.

“Con grande piacere”, sottolinea Daniela Grandi, “abbiamo deciso di sostenere anche questo appuntamento, che incrocia i temi dell’economia, della medicina e del benessere collettivo. La ricerca di nuovi percorsi e strategie per promuovere un welfare sostenibile in un momento di crisi economica è questione di scottante attualità. Il nostro istituto è molto attento a questo tema”, chiosa Grandi, “non a caso ad aprile abbiamo commissionato un’indagine a Cessme (centro studi sulla smart economy le cui attività scientifiche sono coordinate da Piera Levi Montalcini) per conoscere qual è il giudizio dei bresciani e quali sono le loro aspettative sul sistema sanitario e assistenziale della provincia. Presenteremo i risultati nelle prossime settimane”, conclude, “e sono certa susciteranno l’attenzione di molti”.

Ubi, attesi in 500 alla due giorni dedicata all’internazionalizzazione

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Al via UBI World Open Day, la quarta edizione dell’appuntamento che il Gruppo UBI Banca dedica ai temi più importanti per l’internazionalizzazione delle imprese italiane. L’evento, gratuito e a porte aperte, è indirizzato a tutte le aziende già internazionalizzate, oppure attive solo sul mercato domestico, ma che progettano l’apertura sui mercati esteri.
La due giorni avrà luogo il 15 e 16 giugno presso il Museo Mille Miglia di Brescia. L’edizione 2016 che viene dopo i due appuntamenti precedenti di Milano nel 2012 e Bergamo nel 2014, evidenzia una crescente esigenza di informazioni da parte delle aziende, sia in termini di aumento del numero di iscrizioni all’evento, sia in termini di richieste di approfondimento e tematiche da affrontare.
Il programma dell’iniziativa (allegato al presente comunicato stampa) è disponibile sul sito www.ubibanca.com/Estero. Per le adesioni è inoltre attivo il link www.ubiworld.it/IscrizioneEventoBrescia.aspx accessibile attraverso il sito internet della banca.
Nel corso della manifestazione sono previsti 24 convegni tematici nel corso dei quali saranno trattati gli argomenti di maggiore attualità e rilevanza per l’internazionalizzazione produttiva e commerciale delle imprese quali ad esempio: tematiche doganali; realtà aumentata e internet delle cose nonché un vero e proprio giro del mondo con incontri focalizzati su Paesi e settori con maggiori prospettive per l’industria italiana.
L’organizzazione prevede inoltre la presenza di desk informativi gestiti da UBI Banca, per illustrare i servizi a supporto dello sviluppo internazionale delle aziende. Saranno inoltre accessibili i Desk Geografici, in cui è possibile incontrare i Responsabili degli Uffici di Rappresentanza di UBI Banca presenti a Dubai, Casablanca, Hong Kong, Mosca, Mumbai, New York, San Paolo e Shangai, oltre a professionisti operanti nei vari Paesi e specializzati in materia legale, tributaria e societaria.
“Il tema dell’internazionalizzazione in questo biennio è entrato in una dimensione più matura”, afferma Sergio Passoni, Responsabile dell’Area Internazionale di UBI Banca. ”Dal generico interesse, prevalente negli anni scorsi, siamo oggi in una fase in cui sempre più le imprese ci chiedono supporto su temi specifici. Per esempio valutazioni per scegliere i Paesi in cui espandersi, supporto operativo all’impianto dell’attività, problematiche doganali, rapporti coi sistemi bancari locali e presenza di punti di riferimento nelle varie aree del mondo”.
Tra le principiali novità dell’edizione 2016 ci sarà la disponibilità per i partecipanti di testare Virtual Training Room: una piattaforma di realtà virtuale dedicata alla formazione anche in ambito industriale, che riproduce ambienti e i relativi vincoli (per esempio, fabbriche o cantieri) in modo realistico e interattivo.
A UBI World Open Day parteciperanno rappresentanti di ICE Agenzia e di SACE. Saranno inoltre presenti e a disposizione i relatori dei vari eventi e Partner di UBI Banca: Zeno Poggi Consulenze, Consorzio GoToWorld, Kommodities Partners Sa, Gruppo Quanta, Sf Consulting e Cromwell Soluzions e Gruppo BPC International LTD.

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