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Banche - page 12

Valsabbina, gli azionisti delusi in campo per l’assemblea

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Si è tenuta giovedì sera la riunione del Comitato Soci Banca Valsabbina dedicata alla prossima Assemblea soci di approvazione del bilancio 2016 in cui verranno rinnovati anche tre degli attuali consiglieri di amministrazione (presidente compreso). Un appuntamento per cui i vertici della Banca non hanno ancora comunicato la data di convocazione

Nell’occasione, di fronte a un centinaio di azionisti, l’avvocato Giorgio Paris (uno dei fondatori del comitato) ha presentato le iniziative promosse dal gruppo di risparmiatori, le lettere di richiesta di chiarimenti – sia sulla gestione che sulla convocazione dell’assemblea – e gli accessi agli atti effettuati, evidenziando “il muro di gomma opposto dagli organi societari”. “Ancora una volta”, attacca il Comitato in una nota, “la conclamata importanza dei soci in una banca che si vuole definire ‘popolare’ si infrange sugli scogli della autoreferenzialità del gruppo di comando”.

Di fronte a questa situazione la quasi unanimità dei presenti (peraltro il Comitato ritiene “particolarmente significativa la presenza di tre soci ‘entusiasti’ della banca) ha accolto con calore la proposta di formalizzazione di tre candidati per il prossimo rinnovo del Consiglio.
Si tratta di Aurelio Bizioli, commercialista valsabbino che opera anche come amministratore di società pubbliche e private in tutta la provincia di Brescia, di Alberto Campana, ex manager di UnipolBanca ed ex-direttore generale di Credito Lombardo Veneto, e di Francesca Uggeri, avvocato salodiano attivo nel settore del contenzioso societario e commerciale con una particolare attenzione (in qualità di amministratore di sostegno) alle necessità delle persone in situazione di fragilità socio-economica.

Al termine della serata è quindi iniziata la raccolta di firme per la presentazione delle candidature in una situazione di estrema difficoltà, ha spiegato l’avv. Paris, in quanto “la direzione bancaria non ha comunicato né la data di convocazione dell’Assemblea (termine da cui decorrono i 15 giorni per la presentazione) né ha delegato, come previsto dal regolamento assembleare e richiesto dal Comitato, i direttori di filiale quali soggetti autorizzati a “certificare” la sottoscrizione delle candidature da parte dei soci”.

I tre candidati sono poi intervenuti spiegando ai presenti le ragioni della loro proposta che, senza voler assumere toni di rottura, è invece finalizzata alla salvaguardia ed allo sviluppo della banca. Così Campana ha presentato sinteticamente le proposte di sviluppo del modello bancario, Uggeri ha tratteggiato le proposte di modifica dello Statuto finalizzate a ricreare il giusto equilibrio fra i soci e gli organi societari (oggi incredibilmente a favore del gruppo dirigente) mentre Bizioli ha espresso alcune valutazioni sui risultati economici del bilancio 2016.

Bilancio “ancora sconosciuto ai soci di cui si conoscono solo le notizie filtrate tramite i giornali provinciali”: un risultato positivo di 4 milioni di euro, dimezzato quindi rispetto al 2015, su cui pesa “l’incognita di un contributo straordinario per 17,5 milioni che dalle informazioni acquisite risulta incluso nell’utile 2016”. Il Comitato ha quindi avviato un percorso di incontro e preparazione della prossima Assemblea in cui tutti i soci, e sono più di 40 mila, potranno ragionare sulla situazione creatasi in questi ultimi 12 mesi.

“E’ difficile comprendere l’entusiasmo della banca”, sottolinea il Comitato (forse riferendosi anche alla nota in cui la banca ha annunciato l’apertura di un nuovo sportello a Milano), “per una gestione societaria che ha visto l’azione (che di fatto è stata gestita per anni come un titolo di risparmio in assenza di una quotazione sui mercati regolamentati) che è passata dai 23,00 euro dell’anno 2011 (l’anno del famoso aumento di capitale sociale oggetto di verifica da parte del Comitato e di altre autorità preposte) alla quotazione di fine marzo pari a 5.90 euro”.

(fonte bsnews.it)

Banca Valsabbina, giovedì 30 a Gavardo il Comitato chiama a raccolta i soci

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Il Comitato Soci Valsabbina chiama a raccolta i propri sostenitori per fare il punto delle iniziative avviate e programmare la partecipazione alla prossima assemblea della banca. L’appuntamento è per giovedì 30 marzo, dalle 20.30, all’auditorium di via Quarena 8 a Gavardo. La stessa sede dell’affollata assemblea del debutto dello scorso dicembre.

“L’obiettivo”, afferma uno dei fondatori del comitato, l’avvocato Giorgio Paris, “è presentare una lista di candidati alternativi alle proposte del Consiglio di amministrazione in carica. Con l’approvazione del bilancio 2016, infatti, l’Assemblea dovrà procedere alla nomina di tre nuovi consiglieri, in sostituzione di quelli scadenza. Da anni la Banca procede, con una previsione statutaria molto anomala, alla sostituzione solo parziale dei consiglieri riconfermando gli uscenti o decidendo in modo autoreferenziale la loro sostituzione”.

Il Comitato, dunque, ritiene opportuno presentare propri candidati per “dare voce a una diversa visione strategica degli sviluppi della banca” e per “formulare le proprie proposte nell’assemblea di approvazione del bilancio di esercizio e rinnovo parziale delle cariche”. Una decisione che “fa seguito alle diverse richiesta di convocazione di un’assemblea programmatica, a cui il Consiglio ha risposto con il silenzio”.

Il tutto in un contesto in cui – sottolinea un altro esponente del comitato, Aurelio Bizioli – “per i soci è difficile esercitare i diritti di partecipazione alla vita della banca, perché siamo di fronte a norme statutarie e regolamentari particolarmente restrittive per i soci e ricolme invece di agevolazioni e privilegi per i candidati espressi dal Consiglio”. “Non possiamo di fatto nemmeno disporre dell’elenco completo dei soci”, prosegue Bizioli, evidenziando che il Comitato ha scritto al Cda e agli altri organi di controllo e vigilanza della Banca, chiedendo che vengano eliminati gli ostacoli all’esercizio dei diritti dei soci, che i consiglieri uscenti rinuncino ai privilegi finalizzati a semplificare la loro rielezione e – aspetto significativo e rilevante – che nell’ordine del giorno della prossima assemblea vengano inserite tre punti relativi al futuro:  l’analisi della situazione attuale e prospettica della quotazione azionaria; le proposte di modifiche statutarie per rafforzare la partecipazione alla governance societaria; le ipotesi di sviluppo della Banca a fronte dell’evoluzione, sia legislativa che operativa, del settore”.

Su quest’ultimo punto, in particolare, non poche perplessità ha destato nel Comitato – così si legge in una nota – “la notizia di stampa (che trova riscontro nei documenti ufficiali accessibili ai soci) che la Banca Popolare dell’Emilia Romagna, acquistando ad un euro la Cassa di risparmio di Ferrara, diventerà il primo azionista di Valsabbina. Infatti Carife, al termine dello scambio azionario avvenuto nel 2011, detiene circa 550 mila azioni di Valsabbina, pari all’1,44% del capitale sociale. Una quota che per legge non può invece superare l’1% ed il cui acquisto, salvo prova contraria, è stato finanziato dalla stessa Valsabbina”.

Banca Valsabbina, utili dimezzati rispetto al 2015

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Il Consiglio di Amministrazione di Banca Valsabbina Soc. Coop. per Azioni, nella seduta dell’8 marzo 2017, ha approvato il progetto di bilancio al 31 dicembre 2016.

Pur in un contesto ancora difficile per il settore, la Banca ha registrato un utile netto di euro 4.147.878, in riduzione rispetto agli euro 8.061.835 del 2015. La diminuzione rispetto all’esercizio precedente – spiega una nota – “è in larga parte dovuta al mantenimento di una prudente ed attenta politica di valutazione dei crediti deteriorati, nonché al venir meno di una congiuntura favorevole che aveva caratterizzato i mercati finanziari nel corso del 2015. Anche il corrente esercizio, è stato condizionato dal versamento di € 4,8 mln di contributi ordinari e straordinari per il salvataggio delle banche in difficoltà”.

All’Assemblea dei Soci (che si annuncia come particolarmente animata per le proteste del Comitato soci guidato da Aurelio Bizioli) verrà proposta la distribuzione di un dividendo pari ad euro 0,06 per azione.

Per quanto riguarda i principali aggregati, la raccolta complessiva si attesta ad euro 4.639 milioni, in incremento dell’1,79 % rispetto al 2015, in particolare grazie alla crescita della raccolta indiretta (euro 1.485 milioni, + 3,68 %). Gli impieghi ammontano ad euro 2.762 milioni, pressoché invariati rispetto al 31 dicembre 2015, risultato di un’attenta politica di frazionamento del rischio. Positivo l’andamento della componente a medio termine, con nuove erogazioni per euro 410 milioni, a conferma del sostegno alle imprese e alle famiglie del territorio.

Il patrimonio netto, comprensivo della proposta di accantonamento a riserva dell’utile, ammonta ad euro 387 milioni. I coefficienti patrimoniali, senza gli accantonamenti di parte degli utili a riserve, si confermano largamente superiori rispetto a quelli specifici richiesti dall’Autorità di Vigilanza nell’ambito dello SREP (processo di revisione e valutazione prudenziale), stabiliti nel 6 % per il Common Equity Tier 1 (coefficiente Banca 15,11%) e nel 9,8% per il Tier Total (coefficiente Banca 16,83%), confermando la solidità dell’Istituto.

(fonte comunicato stampa)

Ubi, 500 milioni per sostenere ricerca e innovazione nell’ambito di Industria 4.0

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Il Gruppo UBI Banca ha deliberato la un plafond di 500 milioni di euro da rendere disponibili alle imprese che investiranno in ricerca, sviluppo e innovazione.

Le risorse consentiranno alle aziende di accedere a finanziamenti e leasing, concessi attraverso fondi messi a disposizione dalla Banca Centrale Europea (TLTRO) o dalla Banca Europea per gli Investimenti, ai quali si farà ricorso in funzione della tipologia di investimento programmato.

L’iniziativa è particolarmente significativa se considerata nel contesto della legge di  Bilancio 2017, la quale prevede una gamma articolata di incentivi e sgravi fiscali nel contesto del programma Industria 4.0 e in favore degli investimenti in alta tecnologia e per le start up.

Oltre agli interventi diretti del governo, di particolare interesse per il sistema delle imprese italiane sono infatti le agevolazioni fiscali previste grazie agli Iperammortamenti, Superammortamenti, al Credito d’Imposta e alle disposizioni della Legge Sabatini.

“Industria 4.0 è un quadro di riferimento per la modernizzazione del sistema produttivo nazionale “ sostiene Frederik Geertman, Chief Commercial Officer del gruppo UBI Banca, che aggiunge “per una banca come la nostra, presente nelle aree economicamente più attive del Paese è fondamentale rivolgerci alla clientela Corporate con un’offerta integrata di consulenza e prodotti in grado di sfruttare al massimo il beneficio normativo”.

Il Gruppo UBI Banca oltre a rendere disponibili i fondi, affianca le aziende attraverso un servizio di consulenza personalizzato che prevede l’analisi della tipologia di investimento necessario, la quantificazione di eventuali benefici fiscali e l’individuazione delle forme tecniche di finanziamento adeguate e maggiormente convenienti.

I finanziamenti sono accessibili rivolgendosi a tutte le Filiali i Centri Corporate e i professionisti della divisione Corporate e Investment Banking del Gruppo UBI Banca.

 

Ubi, 500 million to support investments as part of Industria 4.0

in Banche/Economia/ENGLISH/Finanza/UBi by

The UBI Banca Group has approved a €500 million loan pool available to companies that invest in R&D and innovation.

These funds will allow companies access to loans and leases, granted from funds made available by the European Central Bank (TLTROs) or by the European Investment Bank, to which recourse will be made based on the type of investment programmed.

This initiative is particularly significant when considered in the context of the 2017 Annual Finance Law, which provides a varied range of incentives and tax concessions under the “Industria 4.0” programme and in favour of high-tech investments and investments for start-ups.

In addition to direct government intervention, the tax incentives provided thanks to the “hyper-depreciation”, “super-depreciation” and “tax credit” schemes and the provisions of the “Sabatini” Law are of particular interest to Italian companies.

“Industria 4.0” is a framework of reference for the modernisation of production and the national economy” said Frederik Geertman, Chief Commercial Officer at the UBI Banca Group. He added that “for a bank such as ours, present in the most economically active areas of the country, it is fundamental to approach corporate clients with an integrated range of advisory services and products capable of exploiting the benefits of this legislation to the maximum”.

In addition to merely making funds available, the UBI Banca Group assists companies with a customised advisory service which includes analysis of the type of investment needed, quantification of the possible tax benefits and identification of the appropriate and most attractive types of financing.

Access to this financing can be gained by contacting branches, corporate centres and our professionals at the Corporate and Investment Banking Division of the UBI Banca Group.

 

 

Stefana, sono 140 i lavoratori a rischio

in Acciaio/Aziende/Banche/Cgil/Crisi/Economia/Sindacati by

Sono 140 i lavoratori che rischiano il posto alla Stefana di Nave. Alla scadenza fissata per il sesto bando, infatti, non sono arrivate offerte per il sito di via Bologna, in concordato preventivo, nonostante le diverse manifestazioni di interesse arrivate nelle settimane precedenti da gruppi italiani e stranieri. E l’assenza di offerte sorprende tutti i soggetti coinvolti, che confidavano in una positiva chiusura della vicenda in tempi brevi come testimoniato dal fatto che per i lavoratori erano stati chiesti due mesi di cassa integrazione (scaduti a febbraio). Il commissario giudiziale Valerio Galeri, a Bresciaoggi, ha parlato di incredulità e angoscia per gli ultimi sviluppi. Mentre il segretario della Cgil Damiano Galletti ha accusato Aib di essere stato troppo assente.

La base della trattativa, lo ricordiamo, era di 10 milioni di euro, più la presa in carico dei 140 lavoratori (di cui 30 in vista di pensionamento).

Banca Valsabbina, il Comitato degli azionisti: vogliamo l’assemblea subito

in Banche/Borsa/Economia/Evidenza/Valsabbia/Valsabbina/Zone by
Aurelio Bizioli

A febbraio le azioni di Banca Valsabbina hanno perso ancora un euro di valore, passando da 7 a 6 euro. E se l’istituto di credito tace, numerosi piccoli risparmiatori della Valsabbia – ma non solo – chiedono nuovamente un’assemblea per discutere delle prospettive dell’istituto di credito.

Un coro che nelle scorse settimane il Comitato Soci Banca Valsabbina – gruppo spontaneo di azionisti nato attorno alla convinzione che sia necessaria maggiore trasparenza – ha tradotto nella richiesta ufficiale di convocazione dell’Assemblea dei soci per poter “affrontare, in modo serio e costruttivo prima della discussione sul bilancio di esercizio 2016, le politiche di sviluppo e di crescita economica e societaria della banca”.

“Spiace dover rilevare”, sottolinea a nome del Comitato il commercialista Aurelio Bizioli, “che gli organi direzionali di Valsabbina ritengono di non dover neppure rispondere alla richiesta, probabilmente forti di regole statutarie che blindano le assemblee imponendo la richiesta di migliaia di firme autenticate per la convocazione. A nostro parere l’uso del formalismo giuridico non è una dimostrazione di forza ma, viceversa, una dimostrazione di debolezza che peggiora i rapporti fra banca e soci, facendo venir meno proprio il significato di banca popolare e di partecipazione dei soci”.

Parole a cui faranno seguito ben presto nuove azioni. Il Comitato, infatti, promette battaglia su tutti i fronti. La prossima mossa sarà quella della consultazione del libro soci. Ma la battaglia – promettono i piccoli azionisti – proseguirà fino all’assemblea per il rinnovo del consiglio di amministrazione. “Se la banca è dei soci è un diritto dei soci riunirsi nella sede idonea per determinare progetti e programmi. Prima o poi quel momento deve arrivare”, conclude Bizioli, “noi e tutti gli azionisti risparmiatori delusi dai comportamenti della Banca saremo presenti all’appuntamento”.

Nel frattempo sui vertici della banca incombe la questione delle indagini in relazione al crac Carife.

L’ANDAMENTO DELLE AZIONI A FEBBRAIO

Anche il mese di febbraio si è chiuso negativamente per gli azionisti risparmiatori di Banca Valsabbina che, dopo un timido segnale di ripresa nel mese di dicembre con il prezzo dell’azione a 7 euro, registrano un valore in riduzione a 6,00 euro nell’ultima seduta del 24/02/2017. “Si deve inoltre rilevare – si legge nella nota del comitato – che più del 50% degli scambi azionari del 2017 vedono protagonista la banca stessa con un riacquisto diretto dei titoli in vendita evidentemente finalizzato al tentativo di mantenere stabile il prezzo. In questi otto mesi di quotazione sul mercato HI-MTF sono state scambiate 1 milione e 146 mila azioni ad una quotazione media di 5,81 euro; 392 mila sono però le azioni acquistate direttamente dalla banca. Certo non aiuta a risolvere il problema – attacca ancora il comunicato – la quotazione su un mercato azionario di difficile interpretazione nelle sue dinamiche di formazione del prezzo e con scarsa presenza di altri titoli azionari quotati (solo cinque società di cui due ferme al 2013 ed una a luglio 2016)”.

Ubi chiude in anticipo il Social Bond per Unibs: già raggiunti i 5 milioni di euro

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UBI Banca procede alla chiusura anticipata del periodo di offerta del Social Bond dedicato all’Università degli Studi di Brescia –Dipartimento di Scienze Cliniche e Sperimentali, in quanto alla data del 24 Febbraio le adesioni hanno raggiunto l’ammontare massimo nominale di 5 milioni di euro.

Lo 0,50% dell’ammontare nominale collocato sarà devoluto a titolo di liberalità all’Università degli Studi di Brescia –per la realizzazione di una ricerca sperimentale intitolata “Associating tumor cells with ICG for intraoperative detection of peritoneal occult cancer seeding”, che ha per obiettivo legare cellule di tumori gastrici ad un colorante (verde di indocianina), rilevabile durante l’intervento chirurgico grazie a una telecamera a fluorescenza. Ciò consentirebbe di individuare piccoli gruppi cellulari, in particolare localizzati sul peritoneo, non visibili né in fase preoperatoria con le tecniche di imaging disponibili, né in sede intraoperatoria, al fine di migliorare la stadiazione e personalizzare l’iter terapeutico.

Stefano Kuhn – Responsabile Macro Area Territoriale Brescia e Nord Est di UBI Banca – dichiara: “Il tumore allo stomaco è una delle neoplasie più frequenti e all’interno della Provincia di Brescia la Valle Camonica è, purtroppo, una zona che attesta un’incidenza particolarmente elevata della patologia. Siamo particolarmente soddisfatti del risultato ottenuto: le richieste di sottoscrizione sono risultate molto numerose ed in pochi giorni abbiamo collocato l’intero ammontare del prestito obbligazionario. Un’operazione importante fatta per Brescia e con Brescia, che testimonia la sensibilità dei bresciani e l’impegno del nostro Istituto a sostegno di progetti di ricerca altamente significativi”.

Gian Luca Baiocchi, Professore Associato presso la Cattedra di Chirurgia Generale dell’Università degli Studi di Brescia, ha commentato “desideriamo nuovamente esprimere riconoscenza a UBI Banca per l’esito dell’iniziativa, che testimonia un solido ancoraggio al territorio bresciano e camuno. Un grazie particolare va a tutti i risparmiatori che, con il loro sostegno, hanno permesso di avviare il progetto di ricerca, dimostrando quell’attenzione e solidarietà che sono un tratto caratteristico e distintivo dei bresciani”.

Credito alle aziende bresciane in calo del 5,9%. Massetti: invertire la rotta

in Associazioni di categoria/Banche/Confartigianato/Economia/Eugenio Massetti/Personaggi by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

Erogazione di credito bancario ancora in calo nel 2016 per le piccole imprese della provincia di Brescia, come per quelle del resto della Lombardia. E a risentirne di più sono soprattutto i “piccoli” dell’artigianato. Più facile ottenerlo per le grandi imprese, sempre meno per le piccole. Così nel 2016 i soldi prestati alle imprese artigiane della provincia di Brescia sono diminuiti ulteriormente del 5,9% rispetto all’anno precedente. A livello regionale il dato si attesta a -4,9% e va peggio di Brescia solo a Como (-6,4%) e a Pavia (-6%). Lo rileva uno studio realizzato dall’Osservatorio di Confartigianato nel quale si evidenzia come a Brescia, ma non solo, il credito sia in continua diminuzione ormai dal 2014 con la punta negativa proprio nel settembre 2016.

«In provincia di Brescia le imprese artigiane sono oltre 35mila e costituiscono il vero tessuto produttivo del nostro territorio, eppure il denaro per i piccoli imprenditori continua ad essere scarso e costoso. Si bloccano così sviluppo e investimenti, rallentando ulteriormente un sistema produttivo già segnato dalla crisi e che fatica a recuperare il terreno perduto» commenta il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti. E non solo alle piccole imprese arrivano meno prestiti, ma anche a costi superiori: in Lombardia il tasso medio per le grandi aziende è del 4,11%, mentre per le attività artigiane è del 7,4%. in ogni caso a fine settembre lo stock di credito dedicato agli artigiani di Brescia ammontava a 1.851 milioni di euro (ovvero il 5,8% del totale del credito erogato sul totale delle imprese), in calo di 116 milioni di euro (-5,9% in un anno) e assorbendo a livello territoriale, questo sì dato d’orgoglio, ben il 19,6% dei prestiti totali dell’artigianato lombardo. A livello nazionale, a novembre 2016, i prestiti alle imprese medio-grandi risultavano in aumento del 0,4% mentre i prestiti alle imprese con meno di 20 dipendenti in flessione del 2% e per quelle fino a 5 addetti in calo dell’1%. In Italia, negli ultimi 5 anni (settembre 2011-settembre 2016) i prestiti all’artigianato si sono ridotti complessivamente di un quarto (-24,8%), pari a 14,1 miliardi di euro in meno, calo quasi doppio rispetto a quello del totale delle imprese (-13,9%).

«Bisogna credere di più nell’artigianato e nel valore che genera. Invertire la rotta e farlo con i fatti. Sappiamo che il credito è il carburante indispensabile per un’impresa e per questo motivo, grazie alla nostra cooperativa artigiana di Garanzia e al consorzio regionale Confidi Systema ci poniamo come autorevoli mediatori fra gli imprenditori e le banche facilitando l’accesso al credito e ottenendo tassi e condizioni vantaggiose per i nostri associati. Anche le banche diano più attenzione alle piccole imprese artigiane, per le quali le sofferenze sono calate e che nel lungo periodo danno un ritorno superiore» conclude il presidente Massetti.

Ubi, completato con largo anticipo il progetto Banca Unica

in Banche/Economia/UBi by

UBI Banca S.p.A. informa che, a seguito della stipula dei relativi atti di fusione in data 2 febbraio 2017 e delle avvenute iscrizioni degli atti stessi presso i competenti registri delle imprese, con decorrenza degli effetti verso i terzi dalla data odierna, sono state perfezionate le operazioni di fusione nella capogruppo UBI Banca S.p.A. di Banca Popolare di Bergamo S.p.A. (“BPB”), Banca Popolare di Ancona S.p.A. (“BPA”), Banca Carime S.p.A. (“Carime”), Banco di Brescia San Paolo CAB S.p.A. (“BBS”) e Banca di Valle Camonica S.p.A. (“BVC”). La decorrenza degli effetti contabili e degli effetti fiscali è invece posizionata al 1° gennaio 2017.

  1. Capitale

Per effetto dell’emissione di nuove azioni di UBI Banca al servizio del concambio delle azioni di BPA, Carime e BVC (tutte le azioni di BPB e BBS sono state invece annullate senza concambio in quanto detenute dall’incorporante UBI Banca), il capitale sociale di UBI Banca è aumentato a Euro 2.443.092.155,00 (suddiviso in n. 977.236.862 azioni prive del valore nominale), fatti salvi il maggior importo del capitale sociale e il maggior numero di azioni  – peraltro di entità non significativa – che saranno individuati, alla conclusione delle operazioni di concambio, in dipendenza  dell’applicazione dello specifico  meccanismo di arrotondamento previsto nel progetto di fusione ex art. 2501 ter cod. civ..

A decorrere dalla data odierna è stato conseguentemente modificato l’art. 5.1 dello statuto sociale, al fine di recepire il nuovo importo del capitale sociale e il nuovo numero delle azioni.

  1. Migrazioni

Dal punto di vista operativo, si sono concluse con successo le migrazioni di tutte e cinque le Banche Rete (BPB, Carime, BPA, BBS e BVC) sul sistema informativo di UBI Banca, ed è stata garantita sin dal primo giorno di attività la piena operatività di tutte le filiali migrate.

Le migrazioni hanno riguardato un totale di circa 1.150 filiali e punti operativi, 8.300.000 anagrafiche di clientela, 2.450.000 conti correnti, 1.470.000 depositi titoli e hanno coinvolto circa 6.000 dipendenti nella fase preparatoria e post migrazione.

Con la fusione e la migrazione in data odierna delle 5 banche rete, che seguono l’avvenuta integrazione a novembre 2016 di BPCI e BRE (vedasi comunicato datato 22 novembre 2016), si è sostanzialmente completata l’esecuzione del progetto di “Banca Unica”, in significativo anticipo di circa 4 mesi rispetto alle previsioni di Piano Industriale.

 

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