Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Associazioni di categoria - page 46

Fondi Inail, Confagricoltura denuncia: solo quattro bresciane ammesse

in Agricoltura e allevamento/Associazioni di categoria/Economia by

“L’agricoltura lombarda vuole investire in innovazione e sicurezza. E questo non può essere affidato alla roulette di un click day che in una manciata di secondi distribuisce le scarse risorse destinate alla nostra regione”. Così Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia, commenta il “click day” dello scorso 14 giugno relativo al bando Inail Isi 2019, ossia per l’avviso pubblico che concederà quest’anno sul territorio nazionale circa 370 milioni di euro a fondo perduto per sostenere la realizzazione di progetti di miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro o per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale da parte delle imprese.

Anche il settore delle imprese agricole è coinvolto, con finanziamenti che vengono concessi prevalentemente per la sostituzione di macchinari, con l’obiettivo di incrementare il livello tecnologico delle aziende, aumentando nello stesso tempo la sicurezza sui luoghi di lavoro.

Tuttavia, in modo particolarmente marcato nel 2019, i fondi destinati all’agricoltura lombarda, la prima a livello nazionale per produzione e fatturato, risultano del tutto inadeguati e comunque inferiori a quelli messi a disposizione da altre regioni.

“I dati parlano da soli – prosegue Garbelli -: per le imprese agricole lombarde sono stati stanziati 1,94 milioni, contro i 2,89 del Veneto e i 10 del Piemonte. In questo modo, su 385 domande presentate dalle imprese lombarde, soltanto 39 sono state ammesse penalizzando oltremodo Brescia, la provincia italiana con la più altra produzione lorda vendibile, con solo quattro aziende ammesse ai finanziamenti: impensabile per un territorio a vocazione agricola come il nostro. Questi fondi – sottolinea il presidente – sono molto importanti per incrementare la sicurezza delle imprese agricole. Tuttavia, la ripartizione – prosegue – non tiene conto del valore dell’agricoltura e soprattutto di quella lombarda e bresciana: chiediamo quindi che vengano rivisti i criteri oggi utilizzati per suddividere quanto viene stanziato dall’Inail. Non è possibile infatti – afferma ancora Garbelli – che l’ultima domanda ammessa attraverso la procedura del click day, che peraltro non tiene conto dei punteggi di merito ma è puramente casuale, sia stata presentata dopo 4,7 secondi e che quindi la successiva domanda, presentata dopo 4,8 secondi, sia stata rifiutata. Chiediamo – conclude il presidente – che i rappresentanti delle istituzioni intervengano al più presto per modificare questa situazione davvero paradossale per il territorio bresciano”.

Olimpiadi a Milano-Cortina, Bonometti: merito del gioco di squadra lombardo

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Eventi/Sport by

“L’assegnazione delle Olimpiadi invernali 2026 a Milano-Cortina dimostra che quando l’Italia fa sistema è in grado di battere qualsiasi tipo di concorrenza. Questa vittoria é merito, oltre che del peso della proposta messa in campo, anche e soprattutto del gioco di squadra, e la Lombardia ha giocato un ruolo da protagonista grazie alle rodate sinergie tra pubblico e privato.

La Lombardia adesso è protagonista non solo nell’industria ma anche nello sport: ora bisogna però continuare a lavorare tutti insieme per organizzare le più belle ed efficienti Olimpiadi invernali della storia” ha dichiarato Marco Bonometti, Presidente di Confindustria Lombardia.

Salario minimo, Cna attacca: migliaia di posti di lavoro a rischio nel Bresciano

in Associazioni di categoria/Cna/Economia/Lavoro by

L’accelerata sul salario minimo orario a 9 euro lordi impressa dal governo impensierisce e preoccupa il mondo delle imprese bresciane, in particolare quelle di piccole e medie dimensioni e gli artigiani. L’Istat ha stimato in 4,3 miliardi l’aggravio per le imprese, pari a un aumento medio annuo per i 2,9 milioni di lavoratori beneficiari di 1.073 euro, e in 700 milioni la ricaduta sulle casse pubbliche.

A farsi portavoce di questo disagio è la presidente della Cna di Brescia Eleonora Rigotti, che afferma senza giri di parole che “per decreto non si creano né lavoro alle imprese né impiego per i dipendenti”. “Il salario minimo non è la soluzione alla questione salariale italiana o ai problemi del mercato del lavoro, è solo un aggravio enorme che limita la libertà di contrattazione – critica Rigotti -: le imprese sono costrette a tenere i contratti con i clienti-fornitori fermi da anni, per non aumentare i costi ai clienti, e i margini si riducono sempre più”.

Secondo gli artigiani di Cna l’introduzione del salario minimo metterà a rischio migliaia di contratti già in essere, che difficilmente potranno essere adeguati ai costi orari previsti. “In ballo ci sono migliaia di posti anche a Brescia – aggiunge Rigotti –, con un mondo del lavoro che sta diventando sempre meno flessibile anche per la contrazione dei voucher e gli aggravi sui tempi determinati”. In questo frangente giova ricordare che oggi a Brescia ci sono poco meno di 34mila imprese artigiane per circa 90mila addetti.

Per migliorare il mercato del lavoro le misure da adottare sarebbero ben diverse: “Bisognerebbe incidere sul cuneo fiscale, sulle tasse e sui contributi – aggiunge la presidente di Cna Brescia –. È vero, oggi in Italia c’è la necessità di ridare dignità ai salari, ma per farlo vanno in primis sostenute le imprese: se non si abbasseranno contestualmente tasse e contributi diverrà una manovra insostenibile. Non dimentichiamo poi che per avere una retribuzione equa ed equilibrata la contrattazione collettiva ha rappresentato negli anni uno strumento applicabile alla quasi totalità delle imprese e dei lavoratori. Temiamo infine che non si tengano a sufficienza presenti le positive ricadute che il sistema del welfare e della bilateralità artigiana ha finora garantito a imprese e lavoratori in termini di salario indiretto”.

Un pensiero non può infine che andare ai giovani, ai quali dovrebbero essere riservati interventi mirati ed efficaci: nel caso d’introduzione del salario minimo a 9 euro quasi il 60 per cento degli occupati apprendisti avrebbe un incremento di retribuzione annuale media del 22,5 per cento. Un dato enorme, se si pensa al valore che l’artigianato e le piccole medie imprese attribuiscono a questa forma contrattuale.

India, le imprese della leonessa alla ricerca di nuove partnership

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Export/Tendenze by
Seminario in Aib sui rapporti Brescia-India

Si è tenuto giovedì pomeriggio, nella Sala Beretta dell’Associazione Industriale Bresciana, il seminario “India Industriale, Culturale, Strategica”, ultimo appuntamento delle due intense giornate che hanno portato a Brescia il Console Generale dell’India a Milano, Binoy George, e il Console Generale d’Italia a Calcutta, Damiano Francovigh – accompagnati da alcune importanti imprese indiane, tra cui Mecon, Nalco, JSW- Jindal, Tata Steel  –, impegnati in una serie di visite istituzionali e nelle aziende promosse da Indo-Italian MilanHUB con il patrocinio del Consolato Generale dell’India a Milano e dell’Associazione Industriale Bresciana, insieme a BTL – Banca del Territorio Lombardo.

Ai lavori hanno preso parte, tra gli altri, Giuseppe Pasini (Presidente AIB), Michela Tiboni (Assessore all’Urbanistica del Comune di Brescia), Eugenio Bodini (Past President AIB e Presidente Sideridraulic), Mohan Babu (Direttore JSW Steel Italy), Simone Vercesi (Direttore Enel Green Power India pvt ltd), Sanjeev Kumar (alla guida di Mecon, leader nella progettazione metallurgica in India), Pratapaditya Mishra (Direttore Generale Aluminium Association of India) e Alberto Cavicchiolo (Presidente Indo-Italian MilanHUB), oltre a una lunga lista di importanti imprenditori bresciani.

Dalla Lombardia proviene oggi il 40% dell’export italiano verso il Paese asiatico; nel 2018 Brescia è tra le prime province italiane per export industriale in India con 138 milioni di euro, al sesto posto nazionale in un quadro complessivo da oltre 4 miliardi di euro.

L’India è il secondo Paese più popoloso al mondo, con 1,3 miliardi di abitanti (fonte: Country Report India – ICE) e l’età media del Paese è al di sotto dei 30 anni. La popolazione indiana continua a crescere dal punto di vista demografico; e nei prossimi 20/30 anni è previsto un consistente aumento dei consumi, espressione di un indicatore di mercato quale l’aumento della classe media dal 19% di oggi al 70% della popolazione. Il PIL ha registrato dal 2015 al 2018 un tasso di crescita costante che si attesta circa al 7%, e le stime della Banca Centrale (Rbi) per l’anno prossimo si confermano intorno al 7%; anche secondo il rapporto Rapporto Export 2019 di SACE SIMEST l’India è uno dei Paesi che trainerà nei prossimi anni l’export italiano.

Il Console Generale dell’India a Milano, SE Binoy George, ha dichiarato che “l’industria bresciana costituisce il più grande hub produttivo della Lombardia e un riferimento per l’Italia. Per Brescia l’India può diventare uno dei grandi mercati della produzione moderna e anche una destinazione di investimenti ad elevata redditività. Le storie di successo delle sedi indiane di aziende bresciane dimostrano l’efficacia di questo impegno, in particolare nel contesto della piattaforma Make in India”

“I numeri dell’interscambio tra India e Brescia, e tra l’India e l’Italia, non rendono ancora appieno lo straordinario potenziale di crescita che questa nazione possiede – commenta Giuseppe Pasini, Presidente di AIB –. Il nostro territorio, tuttavia, ha già recepito queste opportunità, investendo in India con filiali commerciali e produttive. Il numero di aziende bresciane presenti nel Paese è elevato, e destinato a crescere, grazie anche a importanti appuntamenti come quello promosso dall’Indo-Italian MilanHUB”.

Tra le aziende associate ad AIB presenti in India si segnalano: Automazioni Industriali Capitanio, Ave, Bialetti Industrie, Bicelli, Camozzi Automation, Cavagna Group, Condor Trade, Emer, Foma, Gefran, Gnutti Carlo, Ivars, Marzoli Machine Textile (Gruppo Camozzi), Mesdan, Metal Work, O.M.F.B., Officine Meccaniche Rezzatesi, OMB Saleri, Sideridraulic System, Streparava, Valsir (Silmar Group).

Export bresciano, nel 2019 la crescita continua

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by

Nel I Trimestre 2019 prosegue, pur con un rallentamento, la crescita delle esportazioni bresciane, che ammontano a 4.154 milioni di euro tra gennaio e marzo 2019, in rialzo dello 0,6% su base tendenziale (rispetto allo stesso periodo del 2018), rilevamento superiore a quello della Lombardia (-1,6%), ma inferiore a quello dell’Italia (+2,0%). Risulta in calo del 3,3%, invece, il dato congiunturale (rispetto al trimestre precedente).

Le importazioni, pari a 2.432 milioni di euro, diminuiscono del 3,6% su base tendenziale e del 2,0% su base congiunturale: il saldo commerciale si mantiene quindi ampiamente positivo: 1.722 milioni di euro, in aumento del 7,3% rispetto a quello del primo trimestre 2018 (1.605 milioni di euro).

A rilevarlo sono i dati ISTAT elaborati dall’Ufficio Studi e Ricerche di AIB e dal Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia.

“Dopo un 2018 da record, la crescita nelle esportazioni segnata da Brescia prosegue anche nel I Trimestre 2019: il dato è in rallentamento, ma si mantiene comunque positivo in un contesto particolarmente complesso, e segnato dal calo dei prezzi delle materie prime – commenta Giuseppe Pasini, presidente di AIB –. Questa situazione testimonia il ruolo di locomotiva per l’export italiano giocato da Brescia”.

Tra i settori, su base annua, i più dinamici sono: prodotti alimentari, bevande e tabacco (+9,3%), articoli in gomma e materie plastiche (+7,5%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+3,9%), macchinari (+2,9%), sostanze e prodotti chimici (+0,3%). Tra i mercati di sbocco, crescono le esportazioni verso Regno Unito (+8,6%), Stati Uniti (+5,1%), Cina (+5,3%), India (+16,9%) e Algeria (+20,8%).  Diminuiscono le vendite verso Francia (-4,9%), Spagna (-3,4%), Turchia (-33,9%), Russia (-13,3%) e Brasile (-5,7%). In termini di aree geografiche spiccano le dinamiche positive dell’Africa (+11,5%), dell’America centro meridionale (+11,1%) e dell’America settentrionale (+9,3%). Negativa la dinamica dell’Unione europea a 28 (-0,9%) e dei Paesi europei non UE (-9,8%).

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▪ Nel primo trimestre 2019, rispetto ai tre mesi precedenti, le vendite bresciane di beni sui mercati esteri (4.154 milioni di euro) risultano in diminuzione del 3,3%; gli acquisti dall’estero (2.432 milioni di euro) sono in calo del 2,0%.

  • Su base tendenziale (rispetto al primo trimestre 2018), le esportazioni aumentano dello 0,6% e le importazioni diminuiscono del 3,6%. Il valore delle merci vendute all’estero nel primo trimestre di quest’anno è il più elevato tra tutti i primi trimestri della serie storica dal 1991. La dinamica risente del rallentamento del commercio mondiale (+0,4% tendenziale nel primo trimestre 2019, contro il +1,6% del quarto trimestre 2018), in uno scenario in cui pesano l’escalation della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, con effetti a cascata su altre economie emergenti, l’eventualità di una Brexit “disordinata” e il rallentamento della crescita in Germania (principale mercato di sbocco dei prodotti bresciani). Su un altro versante, la moneta unica ha evidenziato segnali di indebolimento, mentre è proseguita la caduta tendenziale dei prezzi delle principali materie prime industriali, che ha influenzato lo sgonfiamento dei valori monetari.
  • Questi i risultati più significativi che emergono dalle elaborazioni effettuate dall’Ufficio Studi e Ricerche AIB e dal Servizio Studi della Camera di Commercio sui dati ISTAT del commercio internazionale, diffusi a livello provinciale.

▪ Tra i settori, su base annua, l’aumento delle vendite all’estero di prodotti alimentari, bevande e tabacco (+9,3%), articoli in gomma e materie plastiche (+7,5%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+3,9%), macchinari (+2,9%), sostanze e prodotti chimici (+0,3%) contribuisce alla crescita dell’export bresciano.

▪ Una diminuzione delle esportazioni riguarda i comparti degli apparecchi elettrici (-6,7%), dei mezzi di trasporto (-6,5%) e dei prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-3,8%).

▪ Tra i mercati di sbocco, crescono le esportazioni verso Regno Unito (+8,6%), Stati Uniti (+5,1%), Cina (+5,3%), India (+16,9%) e Algeria (+20,8%). Diminuiscono le vendite verso Francia (-4,9%), Spagna (-3,4%), Turchia (-33,9%), Russia (-13,3%) e Brasile (-5,7%). In termini di aree geografiche spiccano le dinamiche positive dell’Africa (+11,5%), dell’America centro meridionale (+11,1%) e dell’America settentrionale (+9,3%). Negativa la dinamica dell’Unione europea a 28 (-0,9%) e dei Paesi europei non UE (-9,8%).

▪ Per quanto riguarda le importazioni, sono in aumento quelle di computer, apparecchi elettronici e ottici (+12,9%), mezzi di trasporto (+7,9%), articoli in gomma e materie plastiche (+3,6%), sostanze e prodotti chimici (+2,9%), apparecchi elettrici (+0,4%).

▪ Risultano, invece, in calo gli acquisti in vari comparti, tra cui metalli di base e prodotti in metallo (-8,4%), prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-6,7%), macchinari ed apparecchi (-3,6%).

▪ Aumentano le importazioni da: Russia (+59,8%), Stati Uniti (+10,9%) e Cina (+9,8%).

Ecobonus, il settore legno di Associazione Artigiani dice no: è impraticabile

in Associazione Artigiani/Associazioni di categoria/Economia/Zone by
La sede di Associazione Artigiani a Brescia

Sull’ecobonus scontato in fattura previsto dall’articolo 10 del DL Crescita interviene in maniera decisa l’Associazione Artigiani di Brescia condividendo il pensiero che viene espresso in questi giorni da tutto il mondo del serramento.  “Il provvedimento, quantomeno discutibile, si ritiene debba essere stralciato visto che al mercato servono detrazioni ecobonus praticabili per gli operatori e qualità per i consumatori, non precarietà demagogica”.

Ad affermare questo è Flavio Bocchio – Presidente della categoria legno ed arredo nonché componente della Giunta esecutiva dell’Associazione Artigiani – il quale evidenzia che Il Decreto Crescita in vigore dal 1° maggio (che dovrà comunque essere convertito in legge entro 60 giorni da entrambi i rami del Parlamento e dovrà essere regolamentato da un provvedimento ad hoc dell’Agenzia delle Entrate) contiene all’articolo 10 la possibilità da parte dell’operatore (nel nostro caso il costruttore di serramenti) di scontare direttamente in fattura il 50% (ovvero l’aliquota prevista per i serramenti dalle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici) al cliente. L’impresa operatrice però potrebbe recuperare il credito d’imposta in 5 anni! Da ciò si desume la sproporzione dell’impegno richiesto alle piccole imprese! Questa misura – di facciata per il consumatore – se confermata nella conversione in legge, manifesterà nei fatti il proprio limite, rischiando anche di alimentare una domanda che non potrà essere soddisfatta di fatto dal mercato.

Infatti – sottolinea Flavio Bocchio – la struttura portante del nostro settore è costituita da migliaia di PMI – le c.d. falegnamerie tradizionali – che normalmente hanno “una bassa capienza fiscale” ed esaurirebbero in pochi interventi la propria possibilità di “anticipare” al cliente lo sconto del 50%.  Sarebbe stato comprensibile se il provvedimento si fosse limitato, come in passato, ai soli clienti/fruitori incapienti fiscalmente”. L’Associazione Artigiani forte del sostegno di tutto il comparto legno e arredo, unitamente a tutto il sistema associativo nazionale, partecipa all’azione di sollecito al Governo ed al Parlamento perché questo provvedimento “azzardato” venga invalidato, lasciando al consumatore le possibilità già presenti nella legislazione, ovvero la detrazione in dieci annualità fiscali del 50% di quanto speso per l’acquisto e l’installazione di serramenti (magari riducendo le annualità se si crede utile) o la parziale cessione del credito a fornitori o ad altri soggetti privati con la facoltà di successiva cessione, e per i contribuenti no tax anche a banche e intermediari finanziari.  “Ricordiamo anche – afferma il Presidente dei serramentisti – che le detrazioni per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici in 11 anni hanno rappresentato l’unico elemento anticiclico che ha permesso di resistere agli operatori in presenza della più grave crisi che il comparto delle costruzioni italiano ha sopportato dal dopoguerra, costituendo oltre il 40% del proprio fatturato”. Conclude Flavio Bocchio: “sappiamo per certo che tutte le Associazioni italiane del settore hanno chiesto all’Esecutivo di arrivare ad una stabilizzazione delle Detrazioni, inserendo anche nuovi elementi di miglioramento della qualità dell’intervento, premiando elementi fondamentali quali la corretta posa in opera del serramento che è certamente un elemento decisivo per garantire prestazioni reali in tema di risparmio energetico degli edifici, in linea con gli obbiettivi generali del nostro Paese. Al mercato servono detrazioni praticabili per gli operatori e qualità per i consumatori, non provvedimenti di facciata!

Brescia, per il settore terziario fiducia al minimo nel primo trimestre 2019

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze/Terziario by
Fiducia al minimo

Nel primo trimestre 2019, complice anche la preoccupazione relativa alla possibile evoluzione a breve dell’economia italiana, l’indice sul clima di fiducia nelle imprese bresciane operanti nel settore dei servizi è sceso a 102,3, aggiornando il nuovo minimo da quando è stata istituita la rilevazione (secondo trimestre 2016). Il suddetto indice mostra così una flessione sia nei confronti del periodo immediatamente precedente (105,0), sia su quanto sperimentato nell’analogo trimestre del 2018, quando il clima di fiducia si attestò a 143,3 (poco al di sotto del picco rilevato nel quarto trimestre 2017).

A evidenziarlo sono i risultati dell’indagine congiunturale condotta dall’Ufficio Studi e Ricerche dell’Associazione Industriale Bresciana che – nonostante la fase positiva vissuta a Brescia dal Terziario – conferma le perduranti difficoltà nel replicare le dinamiche registrate nel recente passato, in uno scenario tuttora caratterizzato da una diffusa prudenza fra gli operatori intervistati.

“I dati statistici rilevati esprimono, a mio parere, la difficoltà da parte delle imprese del Terziario a interpretare le prospettive del mercato – commenta Paolo Chiari, Presidente del Settore Terziario di AIB –. Certamente a questo hanno contribuito alcuni fattori tra i quali la poca chiarezza normativa in materia di incentivi fiscali e il rallentamento generale degli investimenti”.

L’evoluzione del comparto dei servizi riscontrata in ambito provinciale appare complessivamente coerente col quadro nazionale, dove l’Indice PMI riferito al settore si è mantenuto, nel periodo gennaio-marzo, intorno alla soglia che delimita l’espansione dalla contrazione, non lontano dai valori registrati nell’ultima parte del 2018, ma su livelli sistematicamente più bassi di quanto evidenziato per tutto il 2017 e nei primi nove mesi del 2018.

Nel dettaglio, per quanto riguarda i giudizi espressi dalle imprese sui tre mesi precedenti:

  • il fatturato è cresciuto per il 44% delle imprese, con un saldo positivo del 25% fra coloro che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione;
  • gli ordini e l’occupazione evidenziano anch’essi incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +23% e a +5%);
  • i prezzi dei servizi offerti continuano a caratterizzarsi per un’evoluzione tutto sommato piatta (saldo netto +4%), giustificata dalla persistente difficoltà di scaricare nelle tariffe applicate la salita dei costi operativi.

Le aspettative per i prossimi mesi risultano nel complesso piuttosto ottimistiche. Per il fatturato, il saldo fra risposte in aumento e in diminuzione è positivo (+33%); anche i saldi riferiti al portafoglio ordini (+20%) e all’occupazione (+16%) evidenziano risultati positivi. Le previsioni relative ai prezzi dei servizi offerti (-5%) certificherebbero la limitata possibilità da parte degli operatori contattati di incrementare le tariffe proposte alla clientela.

Le opinioni delle imprese intervistate in merito alle prospettive sulla tendenza generale dell’economia italiana rimangono fortemente negative e contribuiscono quindi a deprimere l’indice di fiducia complessivo: nessuno degli intervistati si è espresso infatti in modo favorevole, il 36% ha una visione pessimistica, mentre il rimanente 64% ha indicato stazionarietà.

 

L’economia non cresce? Si inizi a dire cosa si vuol fare | di Bortolo Agliardi

in Associazione Artigiani/Associazioni di categoria/Economia/Evidenza by

di Bortolo Agliarti (Associazione Artigiani) – I dati di queste settimane concordano sul fatto che per il 2019 l’Italia non crescerà. Ce lo hanno anticipato il Fondo monetario, la Ue, l’Ocse. Per ultimo il Governo è stato costretto ad ammettere che sì, rispetto alle previsioni prima dell’1,5% e poi dell’1%, la crescita si fermerà allo 0,2%. Naturalmente c’è chi dice che, in realtà, già questa è una previsione ottimistica.

E allora che facciamo? Possiamo immaginare di limitarci a registrare l’inarrestabile declino dell’economia? Può una classe dirigente, a partire da quella politica, limitarsi a stare in attesa? Io penso che i dati sulla mancata crescita 2019 dovrebbero essere una stimolo potente, atto ad innescare meccanismi di reazione, a mettere in campo azioni antirecessione, a prodigarsi perché non prevalga la rassegnazione.

Partirò da un tema che, apparentemente, con questo discorso c’entra poco: la fattura elettronica. E’ una novità 2019, ha comportato per le aziende (soprattutto le piccole) qualche preoccupazione e ulteriore impegno. I primi 100 giorni dell’e-fattura sono stati abbastanza difficili. Il meccanismo si sta rodando e credo di poter pensare che dal prossimo anno le aziende vedranno i benefici di quello che oggi è solo un aggravio di costi, a carico delle aziende, per la digitalizzazione del sistema.

Uno sgravio fiscale sarebbe opportuno. Sarebbe la concreta risposta di una Amministrazione centrale che riconosce lo sforzo delle aziende. Quale è la relazione della fattura elettronica con la crisi? Io credo che la e-fattura costituirà un impulso a snellire una serie di procedure burocratiche. In questa ottica il compito per questo governo dovrebbe anche essere rivolto allo snellimento burocratico. In Italia sono in vigore 150 mila leggi in Francia 6 mila. Con Parigi non siamo in sintonia su diverse questioni ma rispetto allo snellimento normativo possono insegnarci. E’ necessario rendere il sistema più fluido e meno farraginoso.  Sbaglia chi ritiene che questo non sia utile a far star meglio le aziende: se si risparmia tempo si risparmia denaro e, soprattutto, si lavora con minori assilli. Le aziende non temono di avere un maggior numero di doveri ma pretendono di avere più chiari e netti i confini fra diritti e doveri. Questo è un esercizio complicato se ci si deve misurare con un corpus di leggi che ha pochi eguali al mondo.

Brexit e via della seta? Le Pmi bresciane guardano all’Europa

in Api/Associazioni di categoria/Economia/Export by

Brexit e Via della Seta sono guardate con attenzione ma le PMI bresciane pensano soprattutto a consolidare e rafforzare la loro presenza nei mercati dove sono già presenti e quindi, essenzialmente, a Germania, Francia e altri paesi dell’Unione. A registrarlo è l’indagine «Relazioni con l’estero 2019» realizzata dal centro Studi Apindustria intervistando 100 imprese associate. Delle imprese che hanno relazioni con l’estero (il 62% del campione) la macro area di primo e maggior interesse commerciale rimane di gran lunga la Comunità europea (9 imprese su dieci tra quelle che esportano). Seguono relazioni con altri Paesi europei non Ue. Nei primi mesi dell’anno gli intervistati non hanno investito nello sviluppo di nuove relazioni estere (91% del campione), insistendo invece nel rafforzamento delle relazioni che già hanno costruito sui mercati.

La Cina – Paese col quale le relazioni commerciali sono comunque in crescita da tempo – continua al momento a rappresentare invece una destinazione ‘terza’ rispetto a consolidate relazioni in Europa. Questo spiega anche le risposte in merito ai recenti accordi firmati sulla cosiddetta «Via della Seta». Il 45,6%, alla domanda su cosa pensi della Via della Seta, si dice al momento non interessato. Il 19% circa si dice convinto che questi accordi consentiranno alla propria impresa o di migliorare i rapporti già esistenti con il mercato cinese o di avviarne di nuovi. Vi è però quasi un 25% di rispondenti che teme effetti negativi a causa della concorrenza cinese (16%) e che si dice preoccupato per il conseguente deterioramento dei rapporti con l’Unione Europea (9%). «Il dato vero su cui ragionare e lavorare è la necessità di un riequilibrio commerciale nei rapporti tra Italia e Cina – afferma Alessandro Orizio, vicepresidente di Apindustria con delega all’Internazionalizzazione -. Curioso che mentre l’Italia veniva attaccata da tutte le parti per la firma di un protocollo, gli alleati europei firmavano accordi multimiliardari con la Cina. L’Italia deve trovare nuovi sbocchi commerciali e l’accordo con la Cina rappresenta un primo passo in tal senso».

Ancora più polarizzate da parte delle Pmi le opinioni sulla Brexit: il 93% dei rispondenti è infatti convinto che questa non avrà alcun impatto sul loro fatturato estero; il restante 7%, interessato da relazioni commerciali con il Regno Unito, ovviamente teme però una riduzione del fatturato.

In generale, per quanto riguarda le previsioni per i prossimi mesi, il 41% del campione non immagina variazioni di rilievo. Il 28% circa di chi opera nel mercato Ue teme invece delle riduzioni, talvolta anche significative. Il 31% pensa invece ci saranno variazioni positive. In merito alle difficoltà ad operare sui mercati esteri, la dimensione aziendale inadeguata (23%), la carenza di personale dedicato (19%) e i costi troppo elevati (26%) continuano a essere le cause principali individuate dalle Pmi. Le piattaforme digitali B2B per far incontrare domanda e offerta sui mercati esteri interessano a oggi circa un terzo delle Pmi. Che, però, solo nel 5% dei casi (un sesto di quelle interessate) già le utilizza. L’esportazione diretta rimane la formula di relazione con l’estero più utilizzata dalle imprese intervistate (81,5%), seguita a grande distanza da distributori locali (15%).

 

Brescia, dalle 19 la prima Open night di Associazione Artigiani

in Associazione Artigiani/Associazioni di categoria/Economia/Eventi by
La sede di Associazione Artigiani a Brescia

Venerdì sera un evento eccezionale nella sede di Associazione Artigiani che apre le porte di via Cefalonia 66, a Brescia, con un Open Night pensato per gli  associati e per tutti coloro che vorranno sperimentare, per una sera, l’appartenenza alla realtà associativa artigianale nata sul territorio bresciano 74 anni fa e scoprire i servizi che essa propone. “Con una serie di incontri personalizzati, tavoli a tema, informazioni, idee e proposte per approfondire i vantaggi per le imprese associate e non,  Associazione Artigiani, sottolinea il Presidente Agliardi,  presenta con questo evento pubblico il suo mondo a sostegno dell’impresa. Diversi i tavoli tematici che dalle ore 20, ogni venti minuti, a rotazione, proporranno approfondimenti sui temi della Privacy, dei Tirocini Extracurriculari, della Tracciabilità dei rifiuti con il nuovo registro elettronico nazionale. Un tavolo sarà inoltre dedicato alla Legge di Bilancio 2019 e alle sue tematiche principali mentre Artfidi Lombardia presenterà le opportunità di accesso al credito e contributi.”

Le porte della casa degli artigiani bresciani si apriranno già alle 19 con un aperitivo e la serata si concluderà alle 21 con uno spettacolo di improvvisazione teatrale ad alta interazione con la Compagnia Ardega guidata da ROBERTO CAPO.
Un breve input iniziale dato dal pubblico sarà sufficiente per innescare un vortice di risate, poesia, immagini, suoni, canzoni… ! Tutto racchiuso nella sublime arte dell’improvvisazione.

Anche per lo spettacolo, come per tutta l’Open Night, l’ingresso è libero e aperto a tutti. La partecipazione ai tavoli è su registrazione tramite biglietti Evenbrite, oppure alla mail segreteria@assoartigiani.it.

Per informazioni: 030/2209894

 

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