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Confartigianato - page 4

Elezioni regionali, ecco le proposte unitarie delle associazioni di categoria bresciane

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Come già avvenuto per le elezioni politiche dello scorso settembre, le 14 Associazioni di categoria bresciane – che contano oltre 40.360 imprese associate e un totale di 240.500 collaboratori – hanno presentato un manifesto unitario con le proposte per i candidati alle imminenti elezioni regionali lombarde, in programma il prossimo 12 e 13 febbraio.

A firmare il documento sono: Ance Brescia, Associazione Artigiani di Brescia e provincia, Assopadana, Agricoltori Italiani, CNA Brescia, Coldiretti Brescia, Confagricoltura Brescia, Confapi Brescia, Confartigianato Brescia e Lombardia Orientale, Confcommercio Brescia, Confcooperative Brescia, Confesercenti della Lombardia Orientale, Confindustria Brescia e FAI Brescia.

In particolare, il manifesto traccia le 10 traiettorie evolutive ritenuta imprescindibili per la prossima legislatura di Regione Lombardia.

Spiccano in particolare, tra i punti affrontati:

·        La necessità di limitare il numero delle deleghe assessorili per garantire efficacia e controllo del piano di azione regionale, assicurando in questo modo un confronto costante e preventivo con il mondo dell’impresa per affrontare insieme i dossier progettuali.

·        L’importanza di una Regione Lombardia che sia protagonista a Bruxelles, diventando ambasciatrice delle sfide che riguardano le imprese lombarde, dal Fit for 55 alla Politica di Coesione al FESR e FES.

·        Uno sviluppo armonico e sostenibile del territorio lombardo, in cui Brescia – seconda provincia della Regione per rilevanza economica, sociale e demografica e tra le principali forze motrici del Paese – possa assolvere al ruolo di “cerniera” per avvicinare le molte realtà lombarde, fortemente eterogenee per dinamiche economiche e sociali.

·        L’attenzione a progetti seri e concreti per vincere le sfide del PNRR, e la volontà di dare corpo a un nuovo hub per l’innovazione sostenibile.

·        La valorizzazione del capitale umano come fattore imprescindibile di successo per il sistema imprenditoriale lombardo grazie a un sistema formativo che, fondato su solide competenze locali, sarà rafforzato anche da 6 nuovi percorsi ITS, in grado di attrarre talenti.

·        La necessità di una Regione che sostenga in modo deciso e concreto opere essenziali per la mobilità di persone e merci, concentrandosi su dossier quali AV del Garda, Aeroporto di Montichiari, Piccolo Scalo Merci e Raccordo autostradale della Valtrompia.

·        Un approccio non ideologico al tema dell’autonomia differenziata, nella fiducia di un’Italia unita, ma allo stesso tempo nella consapevolezza che la Regione – se beneficiasse di una più ampia autonomia amministrativa e organizzativa – potrebbe essere ancora più competitiva, semplificando alcuni processi.

“Come già avvenuto nelle elezioni politiche, l’obiettivo delle Associazioni è stato di proporre, con un’unica voce ed un approccio di corretta equidistanza rispetto ai vari candidati, un pensiero unitario – il commento dei Presidenti delle 14 Associazioni coinvolte –, che va aldilà delle singole sigle di rappresentanza, sui principali fattori da attenzionare nella prossima Legislatura di Regione Lombardia. Siamo consapevoli che nel quinquennio in arrivo ci attendono sfide fondamentali per il futuro del nostro territorio, e Brescia può e deve, in questo senso, far sentire la sua voce e la sua importanza.”

Benzina e pedaggi, Massetti: il governo fermi gli aumenti

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Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

Inizio dell’anno con rincari. All’aumento dei carburanti si aggiunge il rincaro per i pedaggi autostradali dopo una tregua durata qualche anno. «Il governo blocchi gli aumenti – così il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti – Le imprese non possono in questa fase delicata permettersi ulteriori rincari su pedaggi e gasolio. Si tratta per i pedaggi autostradali di rincari automatici, ma non fanno certo il bene delle imprese e delle famiglie. Chiediamo una rimodulazione delle tariffe perché dalla filiera della logistica e dei trasporti dipendono poi a cascata rincari su listini e servizi che inevitabilmente a catena finiranno sui consumatori finali, dando una nuova spinta all’inflazione. I piccoli trasportatori temono di più dei grandi che vedono sommarsi ai costi di gestione, assicurazioni e costo del lavoro, i più recenti rincari, in una prospettiva preoccupante per il comparto e per tutto il sistema. Chiediamo al governo che intervenga, in primis per verificare l’effettiva speculazione in atto, ma soprattutto per bloccare l’aumento delle tariffe di questi giorni: insostenibili per le nostre imprese già colpite dal caro energia».

Obbligo di attestazione SOA anche per gli appalti privati, cosa cambia? Se ne parla in Confartigianato

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La legge n. 51 del 20 maggio 2022 introduce l’obbligo per le imprese di possedere un’attestazione SOA per operare nel mercato dei bonus edilizi. Una norma che ha riportato nell’incertezza cittadini e imprese: il solo annuncio dell’approvazione aveva nuovamente bloccato il mercato, a cui ha fatto seguito la corsa alla ricerca di imprese in possesso di attestazioni SOA. Per chiarire ogni aspetto di questo nuovo adempimento, Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale ha programmato il seminario “Obbligo di attestazione SOA anche per gli appalti privati. Cosa cambia per le imprese?”: un momento per approfondire novità normative, requisiti generali e aspetti tecnico/economici necessari per ottenere la SOA anche attraverso l’analisi di casi concreti. 

L’evento, rivolto a tutte quelle attività che intendono accedere ai bonus fiscali come edili, serramentisti, installatori di impianti elettrici e termoidraulici, è in programma lunedì 12 settembre 2022 alle ore 18.00 presso la sede di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale in via Orzinuovi 28. Dopo i saluti del presidente di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale Eugenio Massetti, l’intervento di Antonio Zanaboni, dirigente CQOP Soa SpA per un focus su qualificazione Soa, perché richiederla e quando, novità normative, requisiti per poterla ottenere, analisi di casi concreti e la posizione di Confartigianato in merito. Per partecipare: Area Sviluppo Associativo Confartigianato Imprese Brescia 030 3745283, email: area.categorie@confartigianato.bs.it

Massetti (Confartigianato): più burocrazia e meno fiducia nella Pa rispetto a 10 anni fa

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Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

Nel 2022 l’Italia è al 24° posto tra i Paesi dell’Unione europea per il grado di soddisfazione dei cittadini verso i servizi pubblici. Siamo fanalino di coda nell’Ue insieme con Romania, Bulgaria e Grecia. Lo rileva un report di Confartigianato sul livello di efficienza degli enti pubblici dal quale emerge che sulla bassa qualità dei servizi della Pa influisce uno scarso utilizzo delle tecnologie digitali: solo il 28% delle amministrazioni locali consente agli utenti di completare on line le pratiche amministrative e, se richiesto, di effettuare il pagamento via web. Una quota che sale al 35% nel Centro-Nord mentre crolla al 13% nel Mezzogiorno. Record negativo del Sud anche per la qualità delle istituzioni nelle 234 regioni europee: la peggiore è risultata la regione rumena di Bucarest Ilfov, seguita da Calabria e Campania.

Per il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti: «Le cose non sono migliorate durante la pandemia. Anzi, siamo peggiorati rispetto a 10 anni fa. Siamo sempre alle prese con cavilli, file agli sportelli, complicazioni che ‘rubano’ 238 ore l’anno agli imprenditori italiani soltanto per occuparsi degli adempimenti fiscali. L’innovazione tecnologica non sembra dunque aver migliorato la burocrazia. Scivoliamo addirittura in 26° posizione, preceduti soltanto dalla Grecia, per la fiducia che i nostri connazionali ripongono nella Pubblica Amministrazione».

E così, segnala Confartigianato, nel pieno della transizione digitale aumentano le difficoltà di relazione con gli uffici pubblici. La quota di cittadini in coda per oltre 20 minuti agli sportelli dell’anagrafe dei Comuni è del 28,4%, undici punti in più rispetto al 17,4% di dieci anni prima. E anche in questo caso ad attendere più a lungo sono i residenti nel Mezzogiorno, con una quota del 31,8% in fila per più di 20 minuti per espletare pratiche all’anagrafe.

Secondo il rapporto di Confartigianato il 31,6% dei cittadini che da maggio 2020 a gennaio 2022 si sono rivolti a un ufficio pubblico, pari a circa 6,3 milioni di persone, ha espresso insoddisfazione o ha constatato un peggioramento della qualità dei servizi offerti dalla Pa, sia a causa del ritardo nell’erogazione di servizi on line (indicato dal 73,6%) che dall’impreparazione del personale nella gestione di questi servizi (77%). A giudizio di un terzo degli utenti, i problemi di inefficienza c’erano anche prima dell’adozione del lavoro a distanza, mentre per gli altri due terzi lo smart working ha influito negativamente sulla qualità dei servizi pubblici.

«Una Pa efficiente, capace di stare al passo con gli imprenditori – conclude il presidente di Massetti – è una priorità per favorire lo svolgimento delle attività economiche ed essere attrattivi anche per gli investitori. Le risorse messe in campo dal PNRR sono una occasione da non perdere per le necessarie riforme di semplificazione e per costruire un sistema improntato all’affermazione concreta della sussidiarietà nelle relazioni della PA con le imprese ed i cittadini. Digitalizzazione, interoperabilità e standardizzazione delle procedure sono gli ingredienti fondamentali per una vera innovazione della Pa».

Confartigianato ricorre al Garante contro i click day

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Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

La strada dei click day italiani è lastricata di tante buone intenzioni ma di altrettanti fallimenti, accumulati negli anni, a danno delle imprese che utilizzano questa modalità telematica per presentare richieste di rimborso, di incentivi o di finanziamenti, fino all’esaurimento dei fondi disponibili.

«Abbiamo ripetutamente protestato contro le inefficienze del meccanismo di assegnazione degli incentivi alle aziende tramite il famigerato “click day”. Ora, abbiamo deciso di portare la denuncia all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato». Così il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti sull’azione che l’11 luglio ha portato Confartigianato Imprese ha presentare all’Antitrust un esposto in cui evidenzia le possibili distorsioni al corretto funzionamento del mercato e alla concorrenza derivanti dalle modalità, sempre più frequentemente utilizzate da parte della Pubblica Amministrazione, di assegnazione degli incentivi finanziari alle imprese aventi diritto in base all’ordine temporale di presentazione telematica delle domande, appunto il cosiddetto Click Day. «L’iniziativa raccoglie il diffuso malcontento degli imprenditori in merito alle criticità, ai blocchi di sistema operativo, alle anomalie e alla discriminazione tecnologica di accessibilità alle piattaforme pubbliche che provoca, nella maggior parte dei casi, l’esaurimento delle risorse messe a disposizione in un arco temporale brevissimo – prosegue il presidenteMassetti – e tutto questo finisce per generare un’irragionevole ed illegittima disparità di trattamento ai danni di alcune imprese, soprattutto micro e piccole, a favore di altre aziende che ne risultano avvantaggiate mediante una selezione che finisce con l’essere “puramente casuale”».

La Confederazione chiede quindi all’Antitrust di assumere le opportune iniziative che prevedono la possibilità, per la stessa Autorità, di segnalazione a Parlamento e Governo, affinché adottino le azioni necessarie per rimuovere o prevenire le distorsioni o, in alternativa, nei casi più gravi, di agire in giudizio contro gli atti amministrativi e i provvedimenti di qualsiasi amministrazione pubblica che vìolino le norme a tutela della concorrenza e del mercato.

Futura Expo, sarà presente anche Confartigianato

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Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

La sostenibilità è oggi la grande bussola delle imprese artigiane. Una strada che Confartigianato ha imboccato da tempo e sulla quale sta coinvolgendo le proprie imprese, nella convinzione che il processo faccia bene non solo all’ambiente, ma anche alla crescita.

Sostenibilità che significa riqualificazione e messa in sicurezza del territorio, legalità, etica diffusa e contrasto alle attività abusive, convergenza delle produzioni tradizionali verso il green, recupero degli spazi anche attraverso la riqualificazione del patrimonio culturale e la mobilità sostenibile.

Un tema talmente cruciale da finire nel nuovo logo “Confartigianato Imprese Sostenibili”. Confartigianato, la più grande rete di rappresentanza degli interessi e di erogazione di servizi all’artigianato e alle piccole imprese fornisce ogni giorno alle Imprese associate gli strumenti economici, normativi e culturali per rendere questo possibile e, soprattutto, partecipando in prima persona alla prossima edizione di Futura Expo presso ProBixia, in calendario dal 2 al 4 ottobre. Lo farà attraverso un proprio HUB, facendo sistema con alcune realtà artigiane che hanno abbracciato il progetto e che condividono oggi l’obiettivo della svolta green nella propria attività. Saranno presenti negli spazi centrali della fiera a Futura: La Compagnia della Stampa, Rangoni & Affini, Techne e Torri Solare che alimenteranno le giornate di concerto con Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale con incontri pubblici di dibattito e approfondimento dedicate ad imprese, famiglie e studenti, installazioni e promozione delle proprie best practices.

Per il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti: «Dobbiamo essere in grado di favorire le imprese nel loro percorso di posizionamento nel mercato che cambia, fornendo loro una consulenza di orientamento strategico e assumendoci, nel nostro ruolo di attori sociali, le conseguenti responsabilità nei confronti più generali della comunità e delle nuove generazioni rispetto alle problematiche imposte dal cambiamento climatico. Le nostre imprese – spiega Massetti – sono da sempre sostenibili per definizione: sono radicate nel tessuto sociale ed economico e sono motore di sviluppo sul territorio. Ma, per costruire condizioni complessive di benessere delle comunità e dei luoghi, servono, accanto alla sostenibilità ambientale, un modello sociale sostenibile, una economia sostenibile, istituzioni sostenibili ed infine, politiche sostenibili. Ecco il perché è per Confartigianato Imprese Brescia importante partecipare a questo evento che è innanzitutto una sfida a livello di sistema».

Continua il presidente Massetti: «Brescia e il suo tessuto imprenditoriale diffuso è un esempio virtuoso: come emerso da un recente sondaggio realizzato dal nostro Osservatorio il 65% degli intervistati sono da tempo impegnati in azioni ‘green’ finalizzate a ridurre l’impatto ambientale delle loro attività, quota che sale al 68,3% nel settore manifatturiero. Le azioni pro-green maggiormente svolte in azienda sono la riduzione di consumi di risorse (energia, acqua, etc.) (41,7%), l’utilizzo di materiale più facile da riciclare (32,4%), il ripensamento/revisione del modo di produrre/offrire un servizio (25,2%) e il rinnovato parco veicolare a basse emissioni (21,3%). Il 42% delle imprese sono orientate alla circolarità, con azioni a favore del riciclo, della durabilità e della riparabilità del prodotto offerto, quota che raggiunge il 51,1% per il settore delle costruzioni. La transizione verde delle imprese è un processo irreversibili e avviato da tempo e Confartigianato c’è».

Confartigianato Brescia, il 24 (in presenza) l’assemblea provinciale

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Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

 Torna in presenza l’assemblea generale di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale dopo due anni realizzati in streaming causa pandemia. L’appuntamento è fissato per venerdì 24 giugno, a partire dalle ore 17 con la parte pubblica che seguirà quella privata per l’approvazione del bilancio 2021. Un appuntamento che si concentrerà sulla stretta attualità e il contesto in cui si trovano a lavorare le nostre imprese alla luce dei mutati scenari internazionali a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. L’assemblea 2022 non a caso è intitolata: “L’impresa tra economia e democrazia. Come competere nell’attuale assetto geopolitico europeo” e vedrà, dopo la relazione del presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti, gli interventi del sindaco di Brescia Emilio Del Bono, del Prefetto di Brescia Maria Rosaria Laganà e del presidente nazionale di Confartigianato Marco Granelli e cui seguirà il dibattito moderato da Carlo Piccinato, segretario generale di Confartigianato Lombardia tra il presidente Massetti, il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini e l’europarlamentare Irene Tinagli, presidente Commissione Econ del Parlamento Europeo. Durante l’assemblea saranno conferiti riconoscimenti alle imprese artigiane associate per la fedeltà all’organizzazione, per il passaggio generazionale e per l’impegno sociale, oltre ad una rappresentantiva di artigiani e imprenditori sindaci della nostra provincia che si sono contraddistinti per il loro impegno verso le proprie comunità durante la pandemia e nella più recente crisi ucraina con l’accoglimento e la gestione dei profughi.

Indagine Confartigianato, imprese del settore legno in ripresa

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Arredamento

«L’Italia si conferma il Paese del bello, dove lo stile detta le sue tendenze e la Lombardia fa da traino con Milano capitale dell’Italian style e casa del Salone del mobile e delle frizzanti attività del FuoriSalone. Le Mpi e gli artigiani, in questo panorama, si confermano protagonisti assoluti con un caleidoscopio di attività che delineano la forma concreta dell’ingegno e della creatività della persona, con una compagine di dipendenti stabile, che ha imparato fianco a fianco al titolare e continua ogni giorno a implementare ed allineare competenze tecniche e conoscenze trasversali nel segno della sostenibilità».

È la dichiarazione di Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia in occasione del Salone del Mobile di Milano che ha preso il via ieri. «Il settore del Legno Arredo è, peraltro, uno di quei comparti nei quali la tradizione – che si tramanda di padre in figlio, con tante aziende familiari di più generazioni – si coniuga all’innovazione, con le nostre imprese che si sono dimostrate capaci di intercettare bandi e incentivi per innovare il proprio parco macchinari e, contestualmente, allineare le competenze e il saper fare per proporre prodotti funzionali e belli al mercato mondiale» conclude Massetti. Lo studio di Confartigianato realizzato in occasione del Salone del Mobile 2022 conferma per il settore “Legno-mobili – filiera del made in Italy” la migliore performance post-pandemia: produzione 2022 a +8,7% vs. 2019. Un settore, quello del legno e dei mobili che è stato il più resiliente nel corso della pandemia, grazie all’apporto di 37 mila micro e piccole imprese con meno di 50 addetti, nelle quali sono occupati 153 mila addetti. In questo cluster del made in Italy è alta la vocazione artigiana: le 28 mila imprese artigiane rappresentano i tre quarti (76,2%) delle imprese del settore e i loro 86 mila addetti sono il 40,4%% dell’occupazione del settore. Nella provincia di Brescia sono 877 le Mpi con meno di 50 dipendenti attive nella filiera legno e mobili, 740 le imprese artigiane, l’83,6% del totale che occupano 3.551 addetti, l’82% degli occupati totali in questo comparto (4.297 addetti).

L’analisi dai dati sulla produzione, manifatturiera, evidenzia che a marzo 2022 la produzione cumulata negli ultimi dodici mesi in Italia ha più che recuperato (+0,8%) i livelli del 2019, a fronte del ritardo del 5,3% della Francia e del 5,7% della Germania. Il settore che meglio ha recuperato i livelli di produzione pre-pandemia è proprio quello del Legno-Mobili con +8,7%, seguito da Apparecchiature elettriche con +7,6%, Gomma, plastica, vetro e cemento con +6,8%, Computer ed elettronica con +6,5%, Alimentari e bevande con +5,1%, Altre manifatturiere con 4,7%, Metallurgia e prodotti metallo con +3,0%. Recupero più contenuto per Macchinari con +0,4% e Chimica con +0,3%. Persiste un ritardo per Farmaceutica con -1,7%, Carta e stampa con -3,5%, Mezzi di trasporto con -6,6%, Raffinazione con -7,1%. Il ritardo più pesante per il comparto della Moda (-18,7%).

Per il sistema manifatturiero di legno e mobili le tensioni sui costi generati dal caro-commodities e dalla crisi energetica si associano alla scarsità di materie prime, che nel primo trimestre 2022 ostacola quasi una impresa manifatturiera su quattro (22,7%), per salire al 24,2% nei mobili, fino al 27,6% del legno. Sul mercato del lavoro, persiste una elevata la difficoltà di reperimento di operai specializzati, che nel settore del legno a maggio 2022 è del 59,4%, in aumento di 5,8 punti rispetto ad un anno prima. L’Italia è secondo paese produttore di mobili dell’Unione europea con un valore della produzione che nel 2020 è di 20,5 miliardi di euro, dietro a Germania con 21,3 miliardi e davanti a Polonia con 11,3 miliardi, Francia con 5,8 miliardi e Spagna con 5,5 miliardi.

Il made in Italy dei mobili – I mobili rappresentano un prodotto chiave del made in Italy nel mondo, con esportazioni che valgono 11,5 miliardi di euro (ultimi dodici mesi a febbraio 2022). Nei primi tre mesi del 2022 le vendite di mobili sui mercati esteri salgono del 20,7% rispetto allo stesso periodo del 2021.

Il confronto internazionale – Nel primo bimestre del 2022 l’Italia, con un aumento tendenziale dell’export del 19,9%, fa meglio degli altri maggiori paesi produttori, nel dettaglio di Polonia (+14,1%) e di Germania (+4,6%). Sempre nei primi due mesi del 2022, i dieci mercati che danno il maggiore contributo all’aumento dell’export sono Stati Uniti che, segnando un +32,2%, contribuiscono per il 18,7% dell’aumento dell’export, Regno Unito con +25,0% contribuisce per il 9,9%, Francia con +7,6% contribuisce per il 7,8%, Germania con +13,0% contribuisce per il 7,3%, Svizzera con +31,1% contribuisce per il 6,2%, Cina con +21,2% ed Emirati Arabi Uniti con +70,4%, entrambi contribuiscono per il 4,5% ciascuno, Spagna con +22,3% contribuisce per il 4,0%, Canada con +47,2% contribuisce per il 3,5% e infine Repubblica ceca con +73,0% contribuisce per il 2,2%

Tra le 12 province lungo l’‘asse dei mobili’ della pianura padana c’è Brescia, insieme a Udine, Pordenone, Venezia, Treviso, Padova, Vicenza, Verona, Bergamo, Milano, Monza e Brianza e Como. Nel complesso dei dodici territori in esame, nel 2021 l’export di mobili supera dell’8,5% quello del 2019, con un maggiore dinamismo a Pordenone con +32,9%, seguita da Vicenza con +15,3%, Monza e della Brianza con +14,3%, Padova con +12,5%, Brescia con +7,4%, con 258 milioni di euro di export superando i 240 milioni del 2019 e i 220 del 2020). Seguono Verona e Milano, entrambe con +6,4%; in recupero anche Venezia con +2,6%, Como con +2,4% e Treviso con +1,8%,e mentre segnano un ritardo Udine (-6,1%) e Bergamo (-12,7%).

Allarme di Confartigianato: a Brescia 16.700 abusivi

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Servizi forniti col passaparola, professionisti improvvisati e senza la partita iva che erogano prestazioni senza alcune idoneità certificata, muratori e giardinieri “a tempo perso”, parrucchiere ed estetiste che operano nel salotti di casa. La Lombardia ha il record di unità indipendenti non regolari in Italia: sono 130.800. Sono lavoratori irregolari e operatori abusivi che popolano il sommerso mettendo sotto pressione per concorrenza sleale dell’abusivismo imprese e artigiani: 16.700 sono gli operatori abusivi che si spacciano per imprenditori nella nostra provincia e che di regolare non hanno nulla. E a farne le spese sono 15.339 aziende bresciane maggiormente esposte alla concorrenza sleale, di queste 13.711 i mestieri prettamente artigiani sotto pressione (l’89,4% del totale). A denunciare le cifre del fenomeno è un’elaborazione dell’Osservatorio Mpi di Confartigianato Lombardia che lancia l’allarme sulla minaccia che rappresentano per le attività dei piccoli imprenditori. Per il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti: «Ciò che emerge è persino peggio di quanto immaginato. Tolleranza zero per un fenomeno che sottrae lavoro e redditori ai piccoli imprenditori e risorse finanziarie allo Stato, oltre a minacciare la sicurezza e la salute dei consumatori».

La stima globale del mondo sommerso dove gli occupati non hanno alcun contratto e dove chi fa un’attività la svolge senza nessuna traccia fiscale è di 490mila pericolosi “fantasmi” che si aggirano per la Lombardia che l’Osservatorio di Confartigianato stima in provincia in Brescia in circa 58mila.

A livello regionale in Lombardia è irregolare l’11,3% dei soggetti che svolgono attività indipendente. In particolare, i rischi maggiori di infiltrazione abusiva li corrono 108.614 imprese artigiane (86% del totale) lombarde, a Brescia 13.711 imprese artigiane, l’89,4% del totale e il 41,1% sul totale imprese artigiane. A livello territoriale l’artigianato è più esposto a Milano (50,2%), Lodi (50%), Varese (47%).

Tra le 13.711 imprese artigiane sotto pressione per concorrenza sleale da abusivismo si contano 2.865 nell’acconciatura ed estetica, 2.170 muratori e costruzioni, 1.966 pittori edili, 1.674 elettricisti, 1.663 manutenzione e autoriparazione, 1.444 idraulici, 828 riparazione di beni per uso personale e per la casa, 585 potatori e giardinieri, 259 tassisti, 210 fotografi.

Confartigianato Imprese ha lanciato una campagna nazionale di informazione contro l’abusivismo dal titolo ‘Occhio ai furbi! Mettetevi solo in buone mani” che racconta attraverso i fumetti le principali disavventure in cui si va incontro quando ci si affida agli irregolare. Tra gli obiettivi della campagna, torna il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti: «Mettere in guardia i consumatori dal rischio di cadere nelle mani di operatori improvvisati, valorizzare qualità, durata, rispetto delle norme, convenienza e sicurezza del lavoro dei veri artigiani, ma soprattutto richiamare le Autorità ad un’azione di controllo, repressione e contrasto all’evasione fiscale e contributiva. La situazione è molto seria, oggi più di ieri: i meccanismi dellla concorrenza sleale del sommerso mettono fuori mercato i competitor regolari, rendono più difficile condurre politiche fiscali espansive e di riduzione fiscale, aumentando altresì la pressione fiscale sui contribuenti onesti. Ricordiamoci che in Italia questo mondo parallelo del sommerso ‘vale’ 202,9 miliardi di euro e rappresenta l’11,3% del Pil e il 12,6% del valore aggiunto nazionale, in cui non esistono regole e che produce danni ingenti alle imprese, alla sicurezza dei consumatori, alle casse dello Stato» conclude Massetti.

SINTESI DATI LOMBARDIA

130.800 indipendenti non regolari

1° posto per numero di unità di lavoro indipendente non regolari

11,3% tasso di irregolarità lavoro indipendente

490mila occupati non regolari

108.614 imprese art. sotto pressione concorrenza sleale

86,2% peso % artigianato su tot. Imprese mestieri maggiormente sotto pressione

45.9% quota artigianato lombardo nei mestieri maggiormente sotto pressione

SINTESI DATI BRESCIA

16.700 indipendenti non regolari

13.711 imprese art. sotto pressione concorrenza sleale

89,4% peso % artigianato su tot. Imprese mestieri maggiormente sotto pressione

41.1% quota artigianato lombardo nei mestieri maggiormente sotto pressione

Lavoro, cala il tasso di occupazione in provincia di Brescia

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La guerra in Ucraina ancora lontana dal cessare e l’amplificarsi della crisi energetica peggiora il clima per l’economia e quello di fiducia delle imprese, interrompendo il percorso di recupero dalla recessione causata dalla pandemia e peggiorando le attese sull’occupazione.

Ad analizzarlo, attraverso un focus sulle Mpi lombarde, è l’Osservatorio di Confartigianato Lombardia in una nota in occasione del I° maggio. Per aprile 2022 le entrate previste dalle imprese bresciane rispetto ad aprile 2021, segnano un rallentamento per il Manifatturiero (-15,2%) e per le Costruzioni (-36,8%), mentre salgono nei Servizi (+62,9%), trainate dalla forte crescita dei servizi legati al Turismo. Nel mese in esame, sono le Mpi fino a 49 dipendenti a dare il contributo maggiore alla domanda di lavoro (66,3% del totale entrate sono previste da Mpi). Per il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti: «L’attuale situazione di incertezza globale destabilizza le nostre imprese e le rende più caute nel fare investimenti a lungo raggio. Questo atteggiamento prudente inizia a mostrare ricadute anche sulla determinazione di ampliare il capitale umano delle aziende e da qui il dato, che già oggi si rileva per alcuni settori chiave dell’economia locale, di un rallentamento delle dinamiche occupazionali. Oltre all’instabilità del contesto, gioca un ruolo importante il caro bollette e la fatica a reperire la materia prima, che peraltro fa segnare prezzi da capogiro. A fronte di tutto ciò, il paradosso della mancata occupazione è sottolineato dalla crescente mancanza di figure che le aziende cercano e ritengono nodali per affrontare un momento come questo: il mismatch domanda-offerta di lavoro si amplia sempre più. Ecco allora che la formazione dei giovani, uno tra i temi che stanno più a cuore a Confartigianato, è un aspetto sul quale si gioca il futuro e che va affrontato di petto, con la massima urgenza e risolutezza, strutturando un connubio più solido e coeso tra mondo della formazione dell’impresa. Occorre superare gli stereotipi e i pregiudizi che considerano di serie B il lavoro manuale e le nozioni tecniche. Occorre rilanciare i licei tecnologici proprio per affrontare con un approccio nuovo il tema della formazione dei giovani e prepararli ad affrontare un mondo del lavoro che cambia costantemente, attraversato anche dalle transizioni digitale ed ecologica». Occupati che in provincia di Brescia nel 2021 sono 542 mila, crescono dell’1,5% rispetto al 2020 (+8 mila unità) ma non hanno recuperato i livelli pre-pandemia del 2019 (-2,0%) cumulando un calo di oltre 10 mila occupati (-11 mila unità). In Lombardia, il tasso di occupazione rispetto al 2019 recupera solo nella provincia di Lodi mentre si rileva una più alta difficoltà di recupero per Pavia (-3,2 p.), Lecco (-3,0 p.) e Cremona (-2,8 p.). Brescia, con il 65,7% di tasso di occupazione si attesta con una variazione negativa rispetto al 2019 del -1,6%. Mentre il tasso di inattività peggiora rispetto al 2019 registrando crescite più sostenute a Mantova (+3,7 p.), Pavia (+3,2 p.), Lecco (+3,1 p.) e Cremona (+2,9 p.), così come a Brescia, con un aumento degli inattivi tra 2019 e 2021 del +1,5%. Ad aprile 2022 nella nostra regione sono difficili da reperire più di 4 lavoratori su 10 (42,8%), pari a 30.611 entrate delle 71.520 totali previste, quota in aumento di 14 punti su aprile 2019, mese pre-crisi. A livello provinciale le criticità maggiori si registrano a Lecco (48,0%, +14,7 punti su aprile 2019), Pavia (48,0%, +18,2 punti), Cremona (47,8%, +18,4 punti), Sondrio (47,6%, +18,1 punti) e Varese (47,5%, +16,1 punti). A Brescia la quota di entrate difficili da reperire ad aprile 2022 è del 44,2%, +14,3 punti rispetto ad aprile 2019. Tra i profili per cui è maggiore la difficoltà di reperimento a Brescia, l’Osservatorio di Confartigianato rileva: conduttori di macchinari mobili (69,5%), operai specializzati nell’edilizia e manutenzione edifici (67,8%), operai metalmeccanici ed elettromeccanici (60,6%), conduttori mezzi di trasporti (59,6%), operai specializzati nell’industria della chimica e della plastica (58,7%), del legno e della carta (46,5%), tessile e abbigliamento (41%).Dati che preoccupano, anche alla luce delle incertezze del mercato del lavoro e che, come sottolinea l’Osservatorio di Confartigianato Lombardia, mettono in evidenza tre aspetti sulla difficoltà di reperimento: cresce nel tempo, è maggiore per le Mpi ed è più elevata se si ricercano under 30. «Parte tutto dalla scuola: deve diventare luogo di apprendimento complesso, valida risposta ai problemi del Paese ed anche alle crescenti difficoltà che le nostre imprese incontrano nel reperimento di giovani con una preparazione qualificata – conclude il presidente Massetti – È necessario perseguire una sintesi alta tra scuola e lavoro perché i giovani ricevano una formazione completa e siano avviati alla cultura del lavoro superando la storica separazione tra lavorare e studiare».

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