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Aib - page 14

A Brescia 103 imprese locali a partecipazione estera, volume d’affari pari a 3,6 miliardi

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Le multinazionali estere rappresentano un fenomeno decisamente rilevante per l’economia bresciana. È questa la sintesi di “Brescia Internazionale”, l’indagine sulle multinazionali estere presenti nel territorio provinciale, realizzata dall’Ufficio Studi e Ricerche dell’Associazione Industriale Bresciana tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020.

Il censimento ha riguardato esclusivamente le realtà manifatturiere (sia associate che non associate ad AIB), con forma giuridica “società di capitali” e un fatturato superiore a 1 milione di euro. I numeri raccolti sono riferiti sia alle partecipazioni di controllo, sia a quelle minoritarie, ma sopra il 25%.

Dalla mappatura emerge come, all’interno del territorio provinciale, siano presenti 103 imprese locali a partecipazione estera, in grado di produrre un volume d’affari pari a 3,6 miliardi di euro, un valore aggiunto che si aggira intorno ai 918 milioni di euro, e un totale di quasi 9.700 addetti. Nonostante rappresentino solamente il 2,1% della popolazione di riferimento, le imprese locali a partecipazione estera incidono per il 10,0% dei ricavi complessivamente generati dalla manifattura bresciana, per il 10,3% del valore aggiunto e per l’8,8% in termini di addetti.

“I numeri presenti nell’indagine, a maggior ragione nell’odierna situazione legata alla pandemia da COVID-19, possono risultare utili per comprendere quali saranno gli sviluppi futuri dell’economia bresciana, insieme alle modalità per superare le attuali difficoltà – commenta Giuseppe Pasini, Presidente di AIB –. Brescia, infatti, si conferma un importante hub da cui le multinazionali vendono prodotti in ogni parte del mondo, in particolare verso l’Unione Europa, oltre che un importante polo di riferimento per l’innovazione. Un dato in continuità con quanto riscontrato negli scambi con l’estero, con una proiezione internazionale del made in BS particolarmente focalizzata sul Vecchio Continente e sull’America settentrionale. In generale il giudizio sui fattori competitivi di Brescia è positivo per i tradizionali punti di forza del Made in Brescia, anche se la valutazione lascia spazio a margini di miglioramento. Qualche riserva invece è legata, riflettendo quanto indicato a livello nazionale, soprattutto alla pressione fiscale e alla lentezza della burocrazia. In tal senso servirà continuare a lavorare nel prossimo futuro, investendo ancor di più in infrastrutture come risorse umane e ambiente, ma anche nel territorio, al fine di essere sempre più attrattivi.”

Il censimento effettuato ha permesso di fotografare il fenomeno dal punto di vista delle aree geografiche di provenienza degli investitori. Al primo posto si colloca l’Unione Europea, che conta 52 imprese bresciane partecipate, con quasi 4.500 addetti. Seguono l’America settentrionale (25 imprese con 2.511 addetti) e l’Asia (14 imprese con 1.778 addetti). Per quanto riguarda i singoli Paesi di provenienza, invece, è la Germania a ricoprire la prima posizione, con 26 aziende partecipate e quasi 2.400 addetti, seguita dagli Stati Uniti (23 imprese, 2.334 addetti). Dal punto di vista settoriale, i comparti metalmeccanici risultano i più interessati dal fenomeno: al primo posto si posizionano gli operatori dei macchinari e apparecchiature (25 imprese partecipate con 2.154 addetti), seguiti dal chimico, gomma e plastica (16 realtà produttive con 1.454 addetti) e dai prodotti in metallo (16 aziende con 1.047 addetti).

Per quanto riguarda le principali finalità dell’investimento in provincia di Brescia, il 60% dei rispondenti ha privilegiato l’incremento delle vendite nel mercato target, mentre le prospettive formulate per il biennio 2021-2022 in merito alla possibile evoluzione degli acquisti da fornitori bresciani sono generalmente orientate al mantenimento delle attuali quote (92%). A prescindere da eventuali modifiche ai piani industriali a seguito della pandemia da COVID-19, le prospettive formulate sono orientate a un incremento della capacità produttiva in loco (il 40% dei soggetti interpellati). A livello settoriale, i più ottimisti appaiono gli operatori dell’elettromeccanica (dove il 75% si è espresso per un incremento), mentre dal punto di vista di origine degli investitori, le migliori notizie proverrebbero dall’Unione Europea (50%) e Asia (50%).

Tra gli ulteriori spunti emersi dall’indagine, figura il giudizio sui fattori competitivi del Made in Brescia, che tende a confermare alcune prerogative del sistema produttivo locale. Il diffuso know how industriale (con un punteggio di 3,6 su 5), la filiera (3,5) e la produttività del lavoro (3,5) risultano i punti di forza dell’industria bresciana, anche se i punteggi ottenuti lasciano spazio a margini di miglioramento. Non convince del tutto il sistema creditizio (2,7), mentre vi è una convergenza di opinioni negative verso sindacati (2,4) e burocrazia (2,2).

Per quanto riguarda la spesa dedicata all’innovazione, la quota destinata dalle multinazionali, in relazione al fatturato, è decisamente significativa (3,2%). La segmentazione per settore mostra un quadro eterogeneo, in cui la spesa in innovazione risulta correlata con l’intensità tecnologica che caratterizza ogni comparto. Così, l’alimentare “si ferma” all’1,1%, mentre nell’elettromeccanica (3,7%) e nei macchinari e apparecchiature (4,0%) risulta sensibilmente più alta.

Infine, le imprese multinazionali sono concordi nel richiedere – a livello nazionale – misure per la riduzione della pressione fiscale (indicate dall’88% dei rispondenti), la leva che maggiormente favorirebbe l’afflusso di capitali esteri. Molto distanziati si collocano le politiche per il mercato del lavoro (42%), gli incentivi fiscali per investimenti in macchinari (38%) e le misure di sostegno all’Innovazione, Ricerca & Sviluppo (38%) e le politiche per le reti infrastrutturali (35%).

ProBrixia e Brixia Forum, Prandini: “Il bilancio è positivo”

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Incremento delle attività con ricaduta positiva sulle imprese e sul territorio, ricavi in aumento nei tre settori Internazionalizzazione, eventi fieristici e servizi offerti dall’organismo Borsa Immobiliare, unitamente alla conferma d’alto gradimento da parte della clientela.

Pro Brixia, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Brescia, presenta il “Bilancio di Esercizio 2019” e coglie l’occasione per annunciare la nomina di Ezio Zorzi, storico direttore del Centro Fiera di Montichiari, alla direzione del polo fieristico Brixia Forum. Per la Presidente di Pro Brixia, Giovanna Prandini: “Un risultato storico, superare il dualismo rafforzerà il territorio”.

È un bilancio in positivo, sia da un punto di vista numerico che in termini di riscontro qualitativo, quello di Pro Brixia, l’Azienda Speciale della Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Brescia istituita con l’obiettivo di valorizzare il tessuto produttivo bresciano supportando le imprese del territorio nelle azioni commerciali e nelle prospezioni dei mercati internazionali, amministrare le attività della Borsa Immobiliare di Brescia e a cui, dal 2016, è stata affidata la governance del polo fieristico cittadino Brixia Forum, struttura multi-espositiva in grado di ospitare manifestazioni fieristiche ed eventi di varia entità e natura.

Con 2.919.751 € di ricavi ordinari registrati al netto del contributo camerale, il Bilancio di esercizio 2019 presenta un incremento rispetto al 2017 (€ 2.796.411) e 2018 (€2.751.727). Nonostante il significativo ampliamento dei compiti di Pro Brixia, ed a parità di numero di dipendenti, l’Azienda Speciale ha perseguito la mission migliorando i risultati sia per la parte istituzionale della Borsa Immobiliare, sia per l’internazionalizzazione, sia per la promozione del territorio e delle sue aziende condotta all’estero e presso la sede di Brixia Forum.

Relativamente all’attività svolta dal Brixia Forum, si evidenzia un significativo incremento dei ricavi, quantificabile in €136.031, conseguente all’intensa attività svolta all’interno del polo espositivo, che si configura come sempre più specializzato nell’offerta rivolta agli organizzatori, non solo di nolo degli spazi fieristici e congressuali, ma anche e soprattutto dei servizi propedeutici, connessi e collegati alla realizzazione degli eventi, qualificandosi come location attrezzata e geograficamente strategica.

In generale l’incremento dei costi direttamente connessi alla realizzazione di progetti ed iniziative nelle diverse aree operative, quantificabile complessivamente in €227.481 (dai € 2.639.739 del 2018 ai € 2.867.220 del 2019), è derivato dall’intensificazione del calendario eventi e si accompagna all’incremento dei rispettivi proventi delle aree.

Oltre che per l’incremento dei ricavi ordinari complessivi, il 2019 si è caratterizzato per la crescita dei proventi da servizi derivanti dall’attività di Brixia Forum (+ €138.047 rispetto al 2018) e dell’Area Internazionalizzazione (+ €72.638 rispetto all’esercizio precedente) e della Borsa Immobiliare per cui nel 2019 si segnala una considerevole ripresa nell’ambito dell’attività peritale, sia grazie alla Convenzione triennale stipulata con il Comune di Brescia, che per un incremento delle richieste di valutazione da parte degli utenti privati.

Nel 2019 Pro Brixia ha svolto regolarmente le seguenti l’attività:

  • Internazionalizzazione per la promozione delle manifestazioni fieristiche all’estero nel rispetto del calendario programmato (allegato 3);
  • Organizzazione ed intensificazione delle attività in Brixia Forum, grazie alla realizzazione di eventi fieristici, convegni e spettacoli sia nel Padiglione e presso il Teatro DisPlay, sia presso il secondo piano grazie all’utilizzo dell’Auditorium, del Foyer e della Sala Consiliare (allegato 1);
  • Rafforzamento dell’azione commerciale finalizzata a rendere maggiormente attrattivo il polo Brixia Forum per nuovi clienti (allegato 1);
  • Attività di supporto alle PMI per l’internazionalizzazione che si è articolata su più fronti con azioni formative e commerciali in Italia e all’estero (allegato 1 e 3);
  • Realizzazione di una “Giornata Paese” focalizzata sul nuovo accordo di libero scambio tra Europa e Giappone, con la collaborazione della Camera di Commercio Italiana in Giappone e di Lest, partner commerciale della Camera di Commercio Italiana in Giappone, con 45 partecipanti;
  • Nel solco della tradizione, e privilegiando gli eventi più attrattivi per le filiere produttive bresciane, Pro Brixia ha organizzato e coordinato la partecipazione di 176 imprese a 12 manifestazioni fieristiche in paesi esteri (allegato 3).
  • Prosecuzione e consolidamento dell’attività svolta dalla Borsa Immobiliare di Brescia, in qualità di punto di riferimento del mercato immobiliare locale, grazie all’elaborazione/pubblicazione del “Listino dei Valori degli immobili sulla piazza di Brescia e provincia” e all’erogazione di servizi garantiti da elevanti standard di qualità ed affidabilità, avvalendosi dell’esperienza degli agenti immobiliari accreditati (allegato 2).

Alla ratifica del bilancio riguardante l’esercizio e le attività svolte da Pro Brixia nell’anno 2019 da parte del Consiglio Camerale si affianca la comunicazione della scelta, operata dal CDA di Brixia Forum, di Ezio Zorzi alla direzione del polo fieristico Brixia Forum. A Zorzi, storico direttore del Centro Fiera di Montichiari ed esperto di lungo corso delle dinamiche del settore fieristico ed espositivo, il compito di proseguire il lavoro di promozione, gestione e valorizzazione della sede espositiva bresciana, mediante il consolidamento dei rapporti in essere con la clientela fidelizzata e la ricerca di ulteriori rapporti con nuovi pubblici e stakeholders.

Grande soddisfazione per Giovanna PrandiniPresidente di ProBrixia, che saluta così la nomina del Direttore unico per i due poli fieristici:

Un risultato storico che sancisce definitivamente il superamento del dualismo fra le due Fiere di Brescia e Montichiari promuovendo il dialogo, cogliendo le opportunità del mercato in modo strategico e annullando presunte rivalità, al fine di valorizzare congiuntamente le iniziative in calendario. La scelta di avere un unico direttore alla gestione dei due poli fieristici bresciani avrà un impatto e ricadute positive molto forti, nell’interesse delle imprese dell’intera provincia e nel solco del percorso tracciato con il Presidente della Provincia Mottinelli che mi chiese di entrare nel Consiglio di Amministrazione del Centro Fiera Spa sollevando non poche reazioni contrarie. Un ringraziamento particolare al Presidente Gianantonio Rosa ed al CDA, nonché all’Assemblea dei Soci del Centro Fiera Spa, per aver all’unanimità aderito alla proposta di sinergia e collaborazione”. 

Brescia, sono 156 le imprese che hanno aderito alla campagna #IoPagoIFornitori

in Aib/Associazioni di categoria/Economia by

Una risposta importante, per numero di adesioni e rappresentatività. Nel primo mese di lancio, la campagna #iopagoifornitori – promossa dall’Associazione Industriale Bresciana e ideata da Alfredo Rabaiotti, titolare di Becom S.r.l. – ha raccolto l’adesione di 106 aziende associate ad AIB e di 50 non associate, per un totale di 156 realtà. Inoltre, l’iniziativa, lanciata dalla pagina Linkedin di Alfredo Rabaiotti, ha ottenuto numeri importanti anche in rete: il post iniziale è stato condiviso oltre 500 volte e sta raggiungendo le 100.000 letture, mentre ogni nuovo post raggiunge circa 3.000 visualizzazioni in poche ore dalla pubblicazione.

L’obiettivo dell’iniziativa e del Manifesto è quello di sensibilizzare e stimolare le imprese del sistema economico che possiedono “valori” etici e che ritengono dunque di aderire volontariamente all’iniziativa, a rispettare i termini di pagamento pattuiti con i fornitori nonostante tutte le problematicità legate all’emergenza del Coronavirus e, in caso di effettiva difficoltà di liquidità, ad adottare soluzioni e comportamenti etici, trasparenti ed efficienti.

Il Manifesto intende inoltre richiamare la Pubblica Amministrazione alle proprie responsabilità, sollecitandola a maggior ragione in questa fase di straordinaria criticità, ad onorare i pagamenti verso tutti i propri fornitori.

Il progetto vede Brescia come punto di riferimento di un messaggio di valore e responsabilità. Migliaia di aziende hanno già adottato il marchio in tutto il territorio nazionale.

Affinché Manifesto, Marchio e tutta l’iniziativa nel suo complesso siano caratterizzate da efficacia, efficienza e reale qualità, dal 14 aprile il Presidente Giuseppe Pasini ha costituito un Comitato di Gestione del Progetto, presieduto da Paolo Streparava (delegato AIB a Credito, Finanza e Fisco), di cui fanno parte anche: l’ideatore dell’iniziativa, Alfredo Rabaiotti, un rappresentante della Piccola Industria, nella persona di Flavio Gandolfi, un rappresentante  del Gruppo Giovani Imprenditori, nella persona di Giorgio Costa e un componente dell’Ordine dei Commercialisti della Provincia di Brescia, nella persona della Dott.ssa Patrizia Apostoli (Consigliere e Tesoriere dello stesso Ordine).

Il Comitato di Gestione è già al lavoro per sviluppare un Codice Etico nel quale le aziende italiane che rispondono ai loro impegni in modo responsabile potranno riconoscersi. Altrettanto importante è la decisione che a questa operazione, una volta definite le linee guida, potranno aderire e collaborare tutte le associazioni di settore che possiedono una struttura per garantire il servizio ai propri associati.

“Un rapporto corretto con i fornitori è determinante nella continuità aziendale, pagare le fatture anche in momenti difficili come questi significa non mettere in difficoltà le proprie controparti e le filiere – commenta Paolo Streparava –. Un impegno che deve essere di tutti, a maggior ragione nell’ottica di quella che sarà l’imminente ripartenza del tessuto economico italiano.”

“Il tavolo operativo formatosi in AIB è importantissimo: ora, infatti, i molti imprenditori che hanno adottato il manifesto desiderano poterlo rendere uno strumento tangibile – aggiunge Alfredo Rabaiotti. Grazie a questo Comitato, del quale faccio parte, lo sviluppo del Codice Etico sta trasformando questo hashtag in un forte segno distintivo per riconoscere le aziende italiane responsabili”.

Le aziende interessate alla sottoscrizione del manifesto #iopagoifornitori possono presentare la loro richiesta di adesione all’indirizzo mail iopagoifornitori@aib.bs.it. Con tale dichiarazione, a firma del legale rappresentante, le aziende si assumono l’impegno di pagare i propri fornitori nei termini previsti dai contratti commerciali che l’azienda sottoscrittrice ha in essere o, in caso di effettiva e oggettiva impossibilità a rispettare gli accordi presi, a trovare con i propri fornitori soluzioni concordate e trasparenti.

Le richieste di adesione pervenute saranno esaminate e valutate dal Comitato di Gestione del Progetto, che fornirà poi l’autorizzazione all’utilizzo del logo da utilizzarsi sui documenti, sui canali social e sui siti aziendali.

Il marchio segnala al mercato ed all’intera collettività un’impresa che adotta pratiche etiche, virtuose e responsabili in materia di pagamenti.

L’Associazione Industriale Bresciana attuerà tutte le iniziative di comunicazione necessarie e mirate a promuovere il Manifesto.

Coronavirus, Aib sostiene la campagna #iopagoifornitori

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Evidenza/Partner by

Ha preso il via in questi giorni la campagna di comunicazione #iopagoifornitori,  creata da Alfredo Rabaiotti, titolare di Becom S.r.l, a cui Aib ha deciso di aderire.

L’obbiettivo è quello di stimolare le imprese del sistema economico bresciano, che ritengono di aderire volontariamente all’iniziativa, a rispettare i termini di pagamento pattuiti con i fornitori nonostante le difficoltà legate alla situazione del Coronavirus e, più in generale, a diffondere prassi trasparenti ed efficienti.

“Il sistema economico bresciano si sta muovendo in una situazione fortemente influenzata dalla diffusione del Coronavirus e dai conseguenti provvedimenti che hanno determinato il blocco per numerose realtà, ma anche per intere filiere – commenta Giuseppe Pasini, Presidente dell’Associazione Industriale Bresciana –. Nonostante ciò, AIB ha avviato un dialogo costante con il sistema bancario per garantire una serie di strumenti finanziari che possano garantire alle aziende la necessaria liquidità. Si tratta di un tema fondamentale, per le imprese e per le famiglie. È indubbiamente apprezzabile leggere di imprenditori in grado di rispettare le scadenze dei pagamenti, o che addirittura li anticipano. Sono certo che a Brescia chi è nelle condizioni di farlo, senz’altro lo farà, responsabilmente, per contribuire affinché tutta la filiera in cui opera rimanga sana. Con questo manifesto puntiamo a sensibilizzare ulteriormente in tale direzione.”

Il manifesto si ispira al principio della massima snellezza e al principio volontaristico delle imprese e degli imprenditori che riterranno di recepirne le finalità, traducendole concretamente in comportamenti eticamente corretti, ossia pagare i rispettivi fornitori nel rispetto dei termini contrattualmente stabiliti. Il documento – coerentemente anche con la direttiva UE “Late payments” del 2011 e al successivo decreto legislativo italiano 192/2012 – intende inoltre promuovere la creazione di codici di pagamento rapido. Entrambi, seppur pensati principalmente per regolare i termini di pagamento delle transazioni commerciali tra Pubblica Amministrazione e imprese, auspicano che per le transazioni tra imprese venga lasciata autonomia negoziale alle parti comunque con tempi di pagamento non superiori a 60 giorni, pur con un rafforzamento dei presidi a tutela dei creditori.

In particolare, l’iniziativa #iopagoifornitori richiama quindi le imprese, in primis quelle aderenti ad Associazione Industriale Bresciana, affinché si impegnino a effettuare i pagamenti nei termini contrattuali che regolano i rapporti con i propri fornitori, non modificare con effetto retroattivo i termini e le altre condizioni di pagamento, dare ai fornitori indicazioni chiare e facilmente accessibili in merito alle procedure di pagamento, affermare la cultura dei pagamenti rapidi e diffondere attraverso propri comportamenti coerenti all’obiettivo del documento, pratiche di pagamento efficienti, basate sul rispetto dei termini contrattuali pattuiti.

Il Manifesto intende, inoltre, richiamare la Pubblica Amministrazione alle proprie responsabilità, invitandola in questa fase di straordinaria criticità ad onorare i propri pagamenti verso tutti i propri fornitori.

Le aziende che intendono sottoscrivere il manifesto #iopagoifornitori possono farlo con l’invio di una dichiarazione del proprio legale rappresentante all’indirizzo mail iopagoifornitori@aib.bs.it sulla base del modulo pubblicato su www.aib.bs.it, alla pagina dedicata. Nella dichiarazione, le aziende si assumono l’impegno di pagare i propri fornitori nei termini previsti dai contratti commerciali che l’azienda sottoscrittrice ha in essere.

A seguito della sottoscrizione del manifesto, il marchio #iopagoifornitori potrà utilizzato sui documenti e sui siti aziendali. Il marchio segnala al mercato un’impresa che adotta pratiche virtuose e responsabili in materia di pagamenti.

L’elenco delle aziende firmatarie il manifesto sarà pubblicato su tutti i canali social e sul sito web di Associazione Industriale Bresciana; mensilmente l’Associazione aggiornerà l’elenco e ne darà anche puntuale informazione a tutti gli associati.

Coronavirus, Aib: pagamenti e liquidità aziende sono due nodi da affrontare

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Giuseppe Pasini (Presidente AIB): “Il tema dei pagamenti e della liquidità è oggi imprescindibile: serve trovare, con il sistema bancario, un modo per immettere liquidità vera e congelare i criteri che non consentono di intervenire con efficacia a favore delle imprese, e quindi delle persone.”

Pagamenti corretti e liquidità: sono queste le due emergenze delle quali l’Associazione Industriale Bresciana sta discutendo insieme ai principali istituti di credito locali e nazionali, con cui è in corso in questi giorni una serie di colloqui.

“In un contesto dove quasi tutte le aziende sono ferme, il problema dei pagamenti tra tutti gli attori della catena economica è il tema. Per affrontarlo serve liquidità, è lapalissiano – commenta Giuseppe Pasini, Presidente dell’Associazione Industriale Bresciana –! È indubbiamente apprezzabile leggere di imprenditori in grado di rispettare le scadenze dei pagamenti, o che addirittura li anticipano. Sono certo che a Brescia chi è nelle condizioni di farlo, senz’altro lo farà, responsabilmente, per contribuire affinché tutta la filiera in cui opera rimanga sana”.

“Per AIB questo tema è indubbiamente importante e cerchiamo di monitorarlo, a partire dal Consiglio di Presidenza – prosegue il Presidente dell’Associazione Industriale Bresciana –. Pagare correttamente, nei tempi e nei termini previsti, rientra in quell’ambito della Responsabilità sociale d’impresa che da sempre intendiamo valorizzare, anche attraverso una delega specifica in Associazione. Ma – ripeto – per pagare, le aziende di qualsiasi settore, dimensione e genere hanno bisogno di liquidità, per di più immediate. La liquidità è l’emergenza nell’emergenza che stiamo affrontando in queste settimane; è un problema che cresce dimensionalmente di ora in ora, di pari passo alla necessità di rivedere il rapporto banche – imprese per assicurare rapidità, snellezza e immediatezza di azione”.

“Sappiamo tutti che i fondamentali dell’economia conosciuta fino a poche settimane fa sono venuti meno. Serve ripensare sia i prodotti bancari da mettere a disposizione delle imprese sia il regime regolatorio che è stato fino ad ora alla base della definizione del merito creditizio. Su questi due aspetti siamo in prima linea – prosegue Pasini –. Abbiamo già avviato il confronto con alcuni istituti di credito, per mettere a disposizione degli associati strumenti specifici che assicurino, per esempio, ulteriori moratorie su linee di credito di medio lungo periodo piuttosto che liquidità per valicare almeno i prossimi 12 mesi. Dall’altro stiamo anche chiedendo al mondo bancario di impegnarsi per rivedere le regole alla base del merito creditizio. Occorre infatti congelare i vincoli derivanti dagli Accordi di Basilea III che, se permarranno, di fatto non consentiranno alle banche di operare nei confronti delle aziende con quella immediatezza e concretezza che noi chiediamo. Occorrerebbe anche congelare subito, e almeno per questa fase di blocco delle attività produttive, la segnalazione da parte delle banche e delle società di leasing alla Centrale Rischi nei casi di mancati pagamenti di mutui, leasing e altro entro il 31 marzo 2020: molti imprenditori stanno chiedendo le moratorie, ma non è certo che siano operative per quella data”.

Export, per le aziende bresciane è dura da tempo: -3,8% nel 2019

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Export by

Nel complesso del 2019, le esportazioni bresciane – pari a 16,3 miliardi – diminuiscono del 3,8% rispetto al 2018. Si arresta quindi la crescita dell’export provinciale, con il primo segno “meno” dal 2016, anno in cui si registrò un -1,2% sul 2015. A rilevarlo sono i dati ISTAT elaborati dall’Ufficio Studi e Ricerche di AIB e dal Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia.

Nel 2019, rispetto al 2018, la dinamica negativa delle esportazioni bresciane (-3,8%) è in controtendenza rispetto a quella rilevata in Lombardia (0,0%) e in Italia (+2,3%).

Le importazioni complessive (pari a 9,1 miliardi) cedono invece del 7,6%, ed evidenziano l’importo più basso dal 2016.

Nel 4° Trimestre 2019 la dinamica delle vendite all’estero, che ammontano a 4,01 miliardi di euro tra ottobre e dicembre 2019, è in calo del 6,6% rispetto allo stesso periodo del 2018. Si tratta della variazione più bassa dal quarto trimestre 2009 (-18,9%).

Le importazioni, pari a 2,12 miliardi di euro tra ottobre e dicembre 2019, diminuiscono del 14,3% rispetto allo stesso periodo del 2018, la frenata più intensa dal secondo trimestre 2012.

Il saldo commerciale si amplifica e raggiunge la cifra record di 7,16 miliardi di euro, in aumento dell’1,5% rispetto a quello del 2018 (7,05 mld).

La dinamica risente della frenata del commercio mondiale che, nel periodo ottobre-dicembre 2019, ha registrato un segno meno (-0,8%). Il 2019 si chiude con un calo complessivo degli scambi internazionali dello 0,4%, contro il +3,4% del 2018 e il +4,8% nel 2017. Ciò, in un contesto in cui pesano le note incognite internazionali (dalle tensioni geopolitiche, alla guerra dei dazi, alla Brexit e al rallentamento della Germania, mercato che da solo vale oltre il 20% delle esportazioni bresciane). L’indice PMI manifatturiero tedesco, che da mesi si trova in area negativa, nelle ultime rilevazioni del 2019 si è sistematicamente attestato su valori intorno a minimi pluriennali. I dati dei prossimi mesi incorporeranno gli effetti dello stop del mercato cinese sul commercio internazionale e l’impatto dell’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del Coronavirus (al momento di non facile quantificazione) sull’economia nazionale e internazionale.

La persistente caduta dei prezzi delle principali materie prime industriali (alluminio, rame, zinco, rottame ferroso) ha provocato lo sgonfiamento dei valori monetari dei beni scambiati. Qualche vantaggio nelle esportazioni extra UE è derivato invece dal deprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro (-3,0% tendenziale).

Nel complesso del 2019, tra i settori, su base annua, i meno dinamici risultano: apparecchi elettrici (-6,8%), mezzi di trasporto (-6,1%), metalli di base e prodotti in metallo (-6,3%), prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-3,4%).

Un aumento delle esportazioni riguarda invece i comparti: legno e prodotti in legno, carta e stampa (+6,0%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+5,3%), articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (+3,5%).

Tra i mercati di sbocco, diminuiscono le esportazioni verso Germania (-4,9%), Francia (-3,7%), Stati Uniti (-5,7%), Turchia (-7,3%), Brasile (-14,8%), Cina (-23,8%). Crescono le vendite verso l’Algeria (+23,9%) e la Russia (+7,1%). In termini di aree geografiche spiccano le dinamiche negative dell’Asia (-7,6%), dell’Unione Europea (-4,5%) e dell’America centro-meridionale (-4,0%). Positiva la dinamica dell’Africa (+6,6%).

Per quanto riguarda le importazioni, sono in diminuzione quelle di metalli di base e prodotti in metallo (-12,9%), apparecchi elettrici (-9,3%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (-6,5%), legno e prodotti in legno, carta e stampa (-4,9%), articoli in gomma e materie plastiche (-4,7%).

Risultano, invece, in aumento gli acquisti nei comparti: articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (+21,4%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+6,5%), mezzi di trasporto (+2,0%).

Diminuiscono le importazioni da: Francia (-7,7%), Germania (-7,2%) e Spagna (-6,2%). In contro tendenza la Cina (+2,7%).

 

Brescia, battuta d’arresto per la produzione metalmeccanica

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In provincia di Brescia, nel quarto trimestre 2019, l’attività produttiva dei tre settori metalmeccanici ha segnato variazioni negative rispetto allo stesso trimestre del 2018. È proseguita, quindi, la dinamica sfavorevole registrata nel periodo precedente, in cui si era improvvisamente invertito il trend di crescita dei tre settori rilevato per numerosi trimestri.

A evidenziarlo è l’indagine congiunturale condotta dall’Ufficio Studi e Ricerche di AIB.

In particolare, il comparto metallurgico siderurgico ha registrato una diminuzione dell’attività dello 0,8% rispetto allo stesso trimestre del 2018, la meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche del 2,8%, la meccanica tradizionale e mezzi di trasporto del 2,0%.

“La situazione di debolezza per quanto riguarda i settori metalmeccanici prosegue, e ha impattato negativamente anche sui prezzi delle materie prime industriali e sulle quotazioni dei noli marittimi, che si attestano sui minimi pluriennali – commenta Gabriella Pasotti, Presidente del Settore Meccanica di AIB –. Tra le commodity principalmente impiegate nei cicli di produzione delle aziende metalmeccaniche bresciane si rilevano cali diffusi, a testimonianza di una situazione non semplice”.

A febbraio, rispetto allo stesso mese del 2019, l’alluminio ha segnato un ribasso del 9,4%, il rame del 9,7%, lo zinco del 21,9% e il rottame ferroso dell’11,5%.

Sul versante del mercato del lavoro, si segnala la ripresa della Cassa Integrazione Guadagni nei comparti metalmeccanici. Le ore complessivamente autorizzate nel 2019 sono cresciute del 76% rispetto al 2018, passando da 3 a 5,4 milioni. In particolare, la componente ordinaria è cresciuta del 215% (da 866 mila a 2,7 milioni di ore), quella straordinaria del 21% (da 2,2 a 2,6 milioni di ore). I dati dell’Osservatorio AIB-ApL al quarto trimestre 2019 hanno invece messo in luce alcune tensioni nel reperimento di figure professionali legate alla metalmeccanica, in particolare per gli operai specializzati (fonditori, saldatori, fabbri, montatori, manutentori).

Dal punto di vista della struttura produttiva, Brescia è la terza provincia italiana per rilevanza dell’industria metalmeccanica (dopo Torino e Milano). Con poco meno di 100 mila addetti attivi nell’industria metalmeccanica, è leader nazionale per quanto riguarda la metallurgia (16 mila addetti) e i prodotti in metallo (36 mila), è al terzo posto nei macchinari e apparecchiature (31 mila) e in quinta posizione relativamente ai mezzi di trasporto (poco più di 8 mila addetti).

 

Agenzie del lavoro, a fine 2019 richieste di interinali calate del 15 per cento

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Secondo quanto dichiarato dalle Agenzie per il Lavoro, nel IV trimestre del 2019 le richieste di lavoratori in somministrazione in provincia di Brescia hanno subito un calo del 15% rispetto all’analogo periodo del 2018, che intensifica la discesa riscontrata nel periodo precedente (-7%). Tale flessione è di fatto imputabile a una categoria professionale (personale non qualificato -42%), non controbilanciata dal forte incremento di un’altra categoria (conduttori d’impianti, +36%).

A evidenziarlo è l’Osservatorio AIB – Agenzie per il lavoro, a cura dell’Ufficio Studi e Ricerche di AIB, con riferimento al IV trimestre 2019.

“Dal report appare evidente come le competenze siano sempre più importanti e strategiche per le imprese – commenta Roberto Zini, Vice Presidente di AIB con delega a Lavoro, Relazioni Industriali e Welfare –, anche all’interno di un mercato, quello della somministrazione, che storicamente ha intercettato profili con esiguo contenuto professionale, almeno nel territorio bresciano. Allo stesso tempo, la minore domanda complessiva risulta coerente con la fase di debolezza che attualmente sta investendo l’industria bresciana”.

Per quanto riguarda la composizione della domanda, si evidenzia la prevalenza di conduttori d’impianti (30,4%), seguiti dal personale non qualificato (23,8%), dagli addetti al commercio (22,4%) e dagli operai specializzati (11,5%). Più contenuta è la domanda di impiegati esecutivi (7,1%) e tecnici (4,8%), che insieme assorbono il rimanente 12% delle richieste.

Il dettaglio dei profili professionali vede primeggiare camerieri di ristorante (11,0% della domanda complessiva), seguiti dagli operatori robot industriali (10,0%), dai non qualificati in imprese industriali (9,0%), dagli addetti consegna merci (7,5%) e dai non qualificati nei servizi di pulizia (6,0%).

Per la prima volta da quando è istituito l’Osservatorio il profilo più richiesto non riguarda l’industria, bensì le attività terziarie (camerieri di ristorante). Si tratta di un dato che, se da una parte trova giustificazione nella fase di difficoltà che sta attraversando il comparto manifatturiero locale, dall’altra appare coerente con fattori stagionali legati alle festività natalizie, quando più intenso è il ricorso a figure da impiegare nell’ambito della ristorazione. Tale tendenza appare confermata dall’ampia richiesta di addetti consegna merci, categoria che trae beneficio, oltre che dal particolare periodo dell’anno, anche dalle mutate abitudini dei consumatori, oggi particolarmente orientati agli acquisti on line.

Con riferimento alle difficoltà di reperimento dei lavoratori in somministrazione, non si segnalano tensioni particolari, a eccezione di alcuni profili appartenenti ai tecnici (tecnici in campo ingegneristico, tecnici della produzione, tecnici della gestione dei processi produttivi, tecnici della distribuzione commerciale e tecnici informatici) e agli operai specializzati (fonditori, saldatori, fabbri, montatori, manutentori). É una lettura coerente con quanto emerso dalla recente Indagine sul manifatturiero bresciano condotta dall’Ufficio Studi e Ricerche AIB e dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, in cui si evidenzia come il 79% delle imprese intervistate segnali difficoltà nel reperimento di tecnici e di operai specializzati.

 

Brescia, nel 2019 ben 118.469 imprese: 322 in più dell’anno precedente

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by

Le imprese nate in provincia di Brescia nel 2019 sono 6.980, ovvero 443 in più rispetto allo scorso anno. Le cessazioni nello stesso periodo sono 6.658, in aumento sullo scorso anno di 189 unità. Il risultato di queste dinamiche ha portato a un saldo demografico positivo di 322 unità, un bilancio migliore rispetto al 2018. Alla fine del 2019, quindi, lo stock delle imprese esistenti ammonta a 118.469 unità.

E’ questa la dinamica che emerge dall’analisi sulla natalità e mortalità delle imprese bresciane realizzata dal Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia e dell’Ufficio Studi e ricerche di AIB su dati Movimprese.

Segnali di miglioramento si intravedono nel comparto artigiano che chiude con un bilancio negativo di appena 45 unità, il più contenuto degli ultimi dieci anni. Determinato da una ripresa delle nuove iscrizioni (2.226 unità, valore più alto degli ultimi sette anni) e dal contestuale calo delle cessazioni (2.271 imprese contro 2.368 di fine 2018).

Dal confronto territoriale è evidente che il risultato bresciano (-0,8%) è in linea con quello regionale (-0,7%). Il comparto artigiano è in calo su tutti i livelli territoriali, quello bresciano, tuttavia, segna cali meno consistenti (-0,9% rispetto al 2018)

Tab. 1 – Serie storica delle iscrizioni, delle cessazioni e dei relativi tassi nel IV trimestre di ogni anno

Totale imprese e imprese artigiane – Valori assoluti e percentuali

ANNO REGISTRATE ISCRIZIONI CESSAZIONI SALDO TASSO ISCRIZIONE TASSO CESSAZIONE TASSO DI SVILUPPO TASSO DI CRESCITA ANNUO
2009 120.458 8.104 7.239 865 6,7% 6,0% 0,7% 0,3%
2010 121.465 8.394 7.120 1.274 7,0% 5,9% 1,1% 0,8%
2011 122.191 7.765 6.874 891 6,4% 5,7% 0,7% 0,6%
2012 122.095 7.598 7.497 101 6,2% 6,1% 0,1% -0,1%
2013 121.364 7.374 7.299 75 6,0% 6,0% 0,1% -0,6%
2014 120.735 7.122 6.791 331 5,9% 5,6% 0,3% -0,5%
2015 119.972 7.049 6.675 374 5,8% 5,5% 0,3% -0,6%
2016 119.242 6.664 6.653 11 5,6% 5,5% 0,0% -0,6%
2017 119.143 6.757 6.331 426 5,7% 5,3% 0,4% -0,1%
2018 118.469 6.537 6.469 68 5,5% 5,4% 0,1% -0,6%
2019 117.576 6.980 6.658 322 5,9% 5,6% 0,3% -0,8%
di cui imprese artigiane

 

ANNO REGISTRATE ISCRIZIONI CESSAZIONI SALDO TASSO ISCRIZIONE TASSO CESSAZIONE TASSO DI SVILUPPO TASSO DI CRESCITA ANNUO
2009 38.557 2.861 3.049 -188 7,4% 7,9% -0,5% -0,6%
2010 38.465 2.797 2.867 -70 7,3% 7,4% -0,2% -0,2%
2011 38.260 2.653 2.820 -167 6,9% 7,3% -0,4% -0,5%
2012 37.598 2.415 3.067 -652 6,3% 8,0% -1,7% -1,7%
2013 36.602 2.066 2.948 -882 5,5% 7,8% -2,3% -2,6%
2014 36.048 2.177 2.668 -491 5,9% 7,3% -1,3% -1,5%
2015 35.435 2.173 2.657 -484 6,0% 7,4% -1,3% -1,7%
2016 34.862 1.941 2.380 -439 5,5% 6,7% -1,2% -1,6%
2017 34.541 2.027 2.257 -230 5,8% 6,5% -0,7% -0,9%
2018 33.912 1.977 2.368 -391 5,7% 6,9% -1,1% -1,8%
2019 33.617 2.226 2.271 -45 6,6% 6,7% -0,1% -0,9%

 

 

 

IL BILANCIO DEI SETTORI

La consueta analisi di dettaglio mette in evidenza le dinamiche dei settori negli ultimi anni.

Per l’agricoltura il nuovo calo conferma il trend di costante decrescita che ha caratterizzato il settore negli ultimi dieci anni.

L’industria manifattura chiude il 2019 con un nuovo calo che consolida il trend decrescente in atto dal 2012, su cui ha pesato il costante calo delle imprese della manifattura artigiana che hanno perso rispetto dal 2012 ben 1.621 unità portando lo stock di fine anno a 8.939 imprese.

Il settore delle costruzioni segna un risultato che rallenta il ritmo di decrescita che ha contrassegnato il settore dal 2012. Lo stock a fine anno ammonta a 17.919, in calo sul 2018 dello 0,5%, riduzione quest’ultima inferiore rispetto alla media dell’intero sistema imprenditoriale (-0,8%).

Il commercio chiude l’anno con una nuova flessione che non arresta il processo di decrescita iniziato nel 2014. All’interno i comparti che hanno segnato i cali maggiori sono stati: il commercio al dettaglio che ha perso rispetto al 2014 circa 1.250 esercizi e il commercio all’ingrosso con una riduzione di 760 imprese. All’opposto il commercio al dettaglio e all’ingrosso e riparazione di autoveicoli si conferma in crescita con un  aumento, in cinque anni, di 265 unità.

Il comparto dell’alloggio e della ristorazione chiude il 2019 con un bilancio in leggero calo (-29), risultato questo che conferma il processo di stabilità che ha iniziato a rallentare la crescita costante che ha interessato il settore dal 2009.

A guadagnare terreno sono nuovamente i servizi in particolare le attività professionali (+4,0% sul 2018), di informazione e comunicazione (+3,1%) e gli altri servizi (+1,8%).

Le dinamiche settoriali del 2019 confermano il processo di terziarizzazione in atto da alcuni anni che vede aumentare il peso dei servizi e diminuire l’incidenza dei settori tradizionali.

Brescia, Aib: in cinquant’anni over 65 raddoppiati rispetto ai lavoratori

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by

In provincia di Brescia il tasso medio annuo di crescita della popolazione residente è sensibilmente diminuito tra il 2012 e il 2018: +0,3%, mentre era pari a +0,8% nel decennio del baby boom (1962-1971), in diminuzione nei due decenni successivi (+0,6% e +0,3%) e in crescita dopo il 1992 e fino al 2011 (+0,6% e +1,1%), trainato soprattutto dall’aumento dalla componente straniera. A evidenziarlo è una nota dell’Ufficio Studi e Ricerche di AIB sui dati diffusi dall’Istat nello scorso mese di luglio e relativi all’anno 2018.


Il rallentamento è dovuto alla riduzione sia del saldo naturale (differenza tra nascite e decessi) che di quello migratorio (differenza tra immigrati ed emigrati): quest’ultimo rappresenta negli ultimi anni circa un decimo (5.751 unità) di quanto fosse nel periodo 2003-2006 (55.897 unità). Del saldo migratorio totale è soprattutto quello con l’estero che è diminuito in modo considerevole, passando da quasi 10.300 unità nel 2008 a neanche 4.700 unità nel 2018. In conseguenza di ciò, prosegue l’aumento dell’indice di vecchiaia della popolazione, cioè il rapporto tra il numero degli over 65 e degli under 15: nel 2018 sono in media 151 gli ultra sessantacinquenni ogni 100 giovani (tra 0 e 14 anni), contro gli appena 38 del 1971. Le punte più elevate sono rappresentate soprattutto da comuni montani: Magasa, Valvestino, Lozio, Saviore dell’Adamello e Capovalle.

Anche l’indice di dipendenza anziani, cioè il rapporto tra la popolazione oltre 65 anni e quella in età lavorativa (15-64 anni), è continuato a crescere nel tempo passando da 15 nel 1971 a 34 nel 2018. Quest’ultimo indice esprime il livello di sostenibilità della spesa pensionistica: tanto più aumenta, più cresce la spesa previdenziale.

Per quanto riguarda gli stranieri, quelli residenti in provincia sono cresciuti sensibilmente dall’inizio del secolo: erano quasi 50.000 nel 2001 (il 4,4% della popolazione) e sono diventati oltre 155.000 nel 2011 (il 12,5% del totale dei residenti), ma negli ultimi anni la loro crescita si è arrestata. Alla fine del 2018, rappresentano il 12,4% della popolazione residente e sono aumentati di sole 2.148 unità rispetto al 2011. In Italia costituiscono l’8,7% della popolazione residente, in Lombardia l’11,7%.

La diffusione degli stranieri sul territorio provinciale non è omogenea: alcuni comuni (Castelcovati, Rovato, Brescia, Tremosine sul Garda, Remedello) presentano un’incidenza di stranieri anche di molto superiore a quella media provinciale (12,4%), mentre per altri (Saviore dell’Adamello, Irma, Valvestino, Capovalle, Magasa) il fenomeno è quasi del tutto trascurabile. È vero tuttavia che la maggior parte dei comuni che registrano una quota di stranieri molto bassa sono anche quelli che hanno un numero di abitanti molto ridotto.

Tra gli stranieri residenti nella provincia di Brescia, il gruppo prevalente è quello proveniente dalla Romania (16,2% del totale): seguono gli albanesi (11,6%), gli indiani (8,8%) e i marocchini (8,7%). Tra gli altri stranieri, si segnalano quelli provenienti dal Pakistan (8,0%), dall’Ucraina (5,0%), dal Senegal (4,4%) e dalla Moldova (3,6%).

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