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Ambiente - page 4

ORI Martin: ecco il primo Bilancio di Sostenibilità

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Attenzione al territorio, economia circolare e innovazione i punti cardine del primo

ORI Martin ha presentato irii in videoconferenza il “Bilancio di Sostenibilità 2019” con cui la società intende condividere il proprio impegno sui temi maggiormente sentiti dai portatori di interesse.

I principali ambiti del documento – sintesi delle responsabilità, dei comportamenti e dei risultati sociali, ambientali ed economici espressi dal gruppo siderurgico bresciano – sono l’attenzione al territorio e alle persone dentro e fuori l’azienda; la storia dell’impresa in cui si è sedimentata fin dal 1933 un’attenzione al territorio che ha radici profonde; la sostenibilità e l’equilibrio economico; l’innovazione di prodotto e di processo.

Gli highlights del “Bilancio di Sostenibilità 2019” riassumono dodici mesi di lavoro in cui il 76% dei rifiuti è stato inviato a recupero e in cui sono state prodotte, in oltre 200 qualità, 674.456 tonnellate di acciaio riciclando rottame che altrimenti sarebbe finito in discarica. Lo scorso anno la società ha prodotto 428 milioni di valore generato e 369 milioni di valore distribuito agli stakeholders (fornitori, dipendenti, Pubblica Amministrazione, comunità); 429 le persone, di cui 24 donne – 10 assunte nel 2019; 8740 le ore complessive di formazione erogate ai dipendenti; 82.750 i Giga Joule di calore che sono stati recuperati e ceduti al Teleriscaldamento della città di Brescia e che riscaldano ogni inverno oltre 2000 famiglie.

Elaborato secondo le linee guida degli Standard GRI (Global Reporting Iniziative), il “Bilancio di Sostenibilità 2019” trasforma in trasparente cristallo i confini dell’azienda che lo scorso anno ha utilizzato oltre 750.000 metri cubi di acqua da tre diversi pozzi, consumando 2,6 milioni di GJ di energia in calo del 6% sull’anno precedente. Nel 2019 ORI Martin ha concluso un accordo della durata di cinque anni (PPA) per l’acquisto di energia prodotta da un parco fotovoltaico in costruzione in Sardegna, che consentirà di utilizzare poco meno di cento GWh all’anno generati da energie rinnovabili.

Sempre sul fronte degli impatti, ORI Martin dal 2018 è allacciata – per mezzo di una conduttura interrata di 5 chilometri – ad un ossigenodotto che consente di evitare la liquefazione dell’ossigeno con un risparmio di 4000 tonnellate di Co2 annue e di evitare il transito di circa 1250 automezzi all’anno con circa 270 tonnellate di emissioni di Co2 risparmiate.

La società – con l’obiettivo di creare un canale di comunicazione stabile con l’Amministrazione Comunale ed il quartiere – dal 2013 partecipa all’Osservatorio ORI Martin che dà continuità, rendendola permanente, all’esperienza del primo Tavolo Tecnico costituito dal Comune di Brescia nel 2010.

Esser parte di una comunità significa contribuire al miglioramento del contesto in cui si lavora: ORI Martin ha così investito nella realizzazione di più di 3 chilometri di piste ciclabili, nella dotazione di una stazione di Bike Sharing, di un’area di 40.000 metri quadri, ceduta gratuitamente alla città, per realizzare un parco pubblico completato nel 2020. L’azienda sostiene da quarant’anni numerose istituzioni che operano in ambito culturale e sociale.

Dedicato a Oger Martin, Roberto de Miranda e Walter Magri, il primo Bilancio di Sostenibilità è aperto da una lettera agli stakeholders del Presidente della società Ingegner Uggero de Miranda che sottolinea come il documento “è il punto di partenza di una prospettiva strategica di lungo periodo, basata sulla crescente attenzione al tema della sostenibilità e su una storia aziendale centenaria fonte insostituibile di esperienza, conoscenza e relazioni”.

Carolina de Miranda, Sustainability Manager, sottolinea inoltre come “il Gruppo ORI Martin si sia sviluppato realizzando prodotti di qualità cui hanno contribuito in maniera determinante tutte le persone che lavorano in azienda”, ricordando che questa ha sempre puntato “sull’innovazione per migliorare i processi tecnologici ed i prodotti, con una costante attenzione alla coesistenza tra azienda, ambiente e territorio”.

Giovanni Comboni, foto da ufficio stampa

Aria, ecco le misure antismog in vigore in Lombardia dal primo ottobre

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La Giunta regionale della Lombardia ha approvato nella seduta odierna, su proposta dell’assessore all’Ambiente e Clima, la delibera che attua le previsioni del Piano Aria (PRIA) e che in attuazione dell’Accordo di bacino padano 2017 introduce ulteriori limitazioni per i veicoli più inquinanti. La delibera conferma il rinvio dell’entrata in vigore delle nuove limitazioni all’11 gennaio 2021, rispetto alla data prevista del 1° ottobre 2020, in relazione all’emergenza Covid.

“Questa decisione è il frutto di un accordo assunto dalle Regioni del Bacino Padano a luglio – spiega l’assessore – in seguito alle valutazioni emerse dagli effetti causati dall’emergenza sanitaria: la riduzione delle emissioni complessive rispetto all’ordinario dovuta al lockdown, il persistere dello stato di emergenza fino al 15 ottobre, l’incertezza economica, i vincoli legati all’uso del trasporto locale e la persistenza dello smartworking. Inoltre, a favore di questo rinvio si era espresso il Consiglio Regionale con la delibera 1022 del 21 aprile 2020”.

“Abbiamo cercato di trovare un punto di sintesi tra la situazione di particolare crisi economica-sociale nella quale ci troviamo a causa dell’emergenza Covid – prosegue l’assessore all’Ambiente – e la necessità di tutela dell’ambiente e della salute proseguendo il percorso di miglioramento della qualità dell’aria. Il rinvio di alcuni mesi delle limitazioni, così come il loro affiancamento con il progetto ‘Move-in’ e con alcune misure relative ad esigenze particolari, come quelle per gli addetti al commercio ambulante, dimostrano la volontà di Regione Lombardia di conciliare il diritto all’aria pulita con il diritto alla mobilità”.

NUOVE LIMITAZIONI – A partire dall’11 gennaio 2021: i diesel Euro 4 senza Filtro anti particolato (FAP) , nel semestre invernale, non potranno circolare dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 19.30, nei Comuni della Fascia 1 e nei 5 Comuni di Fascia 2 con popolazione superiore ai 30.000 abitanti; i diesel Euro 3 e i veicoli a benzina Euro 1 nei comuni di Fascia 1 e 2 (totale 570 Comuni) saranno limitati tutto l’anno, dal lunedì al venerdì, dalle 7.30 alle 19.30.

‘MOVE-IN’ – Dopo la sperimentazione dello scorso anno va a regime il progetto ‘Move-in’ a cui quest’anno possono aderire anche i veicoli Euro 4 diesel con il limite chilometrico pari a 10.000 km le auto e i furgoni e 12000 chilometri per il trasporto merci. “Move-in rappresenta un’alternativa valida e praticabile al blocco della circolazione. Abbiamo inoltre predisposto tutto quanto necessario – afferma l’assessore – per l’estensione di Move-in anche all’AreaB di Milano, al momento temporaneamente sospesa”.

Aderendo al servizio ‘Move-in’, i veicoli soggetti alle limitazioni (benzina Euro 0 e diesel Euro 0, 1, 2, 3, 4) potranno circolare anche nelle ore di limitazione e nelle zone regionali soggette ai blocchi del traffico del traffico per un numero limitato di chilometri. ‘Move-in’ permette infatti il controllo delle emissioni degli autoveicoli attraverso il monitoraggio delle percorrenze, dell’uso effettivo del veicolo e dello stile di guida adottato, tramite l’installazione sul veicolo di una scatola nera. Questa scatola rileva le percorrenze reali attraverso il collegamento satellitare ad un’infrastruttura tecnologica dedicata.

SOGLIE CHILOMETRICHE – Sono state definite le soglie annuali percorribili dalle nuove categorie limitate, aggiungendo le soglie per i veicoli Diesel euro 4.

MISURE TEMPORANEE – Le misure temporanee antismog possono essere attivate tra il 1° ottobre e il 31 marzo di ogni anno. Si applicano nei Comuni con popolazione superiore ai 30.000 abitanti che appartengono alle Fasce 1 e 2. Tali misure si articolano su due livelli, in base al superamento continuativo del limite giornaliero per il PM10 (50 μg/m3) registrato dalle stazioni di riferimento.

Misure di 1° livello, si attivano dopo 4 giorni di superamento: saranno limitati i veicoli Euro 4 diesel privati (anche se con FAP) e ci sarà un invito a potenziare lo smartworking. Inoltre, sarà introdotto il divieto utilizzo impianti a biomassa fino a 3 stelle (in tutto il territorio provinciale dove sono attivate le misure). Il divieto spandimento dei liquami zootecnici sarà valido in tutto il territorio provinciale dove sono attivate le misure (deroga in caso di spandimento mediante iniezione diretta).

Misure di 2 livello, si attivano dopo 10 giorni di superamento: saranno limitati i veicoli Euro 4 diesel privati e commerciali (anche se con FAP), ci sarà un invito a potenziare lo smartworking. Inoltre, sarà introdotto il divieto di utilizzo impianti a biomassa fino a 4 stelle (in tutto il territorio provinciale dove sono attivate le misure). Rimane valido il divieto di spandimento come nelle limitazioni di 1 livello.

AMBULANTI – E’ stato esteso al 28 febbraio 2021 il termine per aderire a ‘Move-in’ al fine di ottenere agevolazioni valide fino al 27 febbraio 2024. Chi lo farà, potrà percorrere la somma dei chilometri concessa annualmente (soglia chilometrica annuale in base alla classe emissiva del veicolo) nell’arco del triennio, e potrà utilizzare il veicolo anche durante le limitazioni temporanee in occasione degli episodi di accumulo degli inquinanti. (LNews)

Sostenibilità: Italcementi vince il GBC Italia Awards

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Italcementi vince il Green Building Council Awards, premio dedicato alle imprese, associazioni e comunità professionali che si occupano in modo concreto di temi e progetti legati alla sostenibilità. L’iniziativa è promossa dal GBC Italia, un’associazione senza scopo di lucro cui aderiscono le più competitive imprese e le più qualificate associazioni e comunità professionali italiane operanti nel segmento dell’edilizia sostenibile. Il riconoscimento è stato assegnato proprio in occasione della World Green Building Week, la campagna mondiale per sensibilizzare le persone verso un ambiente costruito più sostenibile, in svolgimento dal 21 al 25 settembre 2020 e giunta alla 10^ edizione. L’impegno scelto per quest’anno è Agire per il Clima: #ActOnClimate.

Italcementi ha ricevuto il premio nella categoria Leadership di Impresa e Sostenibilità.

“Italcementi è orgogliosa di essere stata indicata come vincitrice del GBC Italia Awards – ha dichiarato Giovanni Pinto, della direzione Tecnologie e Qualità di Italcementi – Il riconoscimento premia l’impegno che da sempre caratterizza Italcementi sui temi dello sviluppo sostenibile. La sostenibilità è sempre più l’orizzonte del modo di fare impresa, con valori irrinunciabili come il coinvolgimento delle comunità locali, la tutela e la sicurezza dei nostri lavoratori, lo sviluppo di prodotti e soluzioni innovative a basso impatto ambientale, con l’obiettivo di creare valore a favore delle attuali e delle prossime generazioni.”

La cerimonia di premiazione si è svolta in forma di webinar e si è aperta con una lectio magistralis di Cristina Gamboa, Ceo del World GBC sugli scenari internazionali ed europei del mercato delle costruzioni sostenibili evidenziando che siamo davanti a una grande trasformazione del mercato delle costruzioni dove l’economia circolare, la decarbonizzazione e la salute e il benessere delle persone saranno i nuovi paradigmi di riferimento. Una celebrazione che ha dato evidenza dei lavori e della crescita del movimento green dell’edilizia sotto più fronti, come il numero di candidature ricevute che cresce di anno in anno.

Italcementi è stata votata dai soci GBCI grazie a una serie di azioni sostenibili che vanno dall’utilizzo crescente di materiali e combustibili secondari nella produzione del cemento, all’utilizzo di materie prime seconde nella produzione del calcestruzzo, dalla gamma di prodotti green conformi ai CAM (Criteri Ambientali Minimi) ai prodotti innovativi come i.idro DRAIN, il calcestruzzo drenante che tutela del ciclo dell’acqua e il cemento “mangiasmog” che contribuisce al miglioramento della qualità dell’aria.

A queste attività si affiancano le certificazioni CSC (Concrete Sourcing Scheme), il più importante schema internazionale di certificazione del mondo delle costruzioni. Lo schema del CSC ha l’obiettivo di promuovere la trasparenza e la sostenibilità del settore del calcestruzzo prodotto e della sua filiera, mediante una valutazione che guarda alla sostenibilità nelle sue tre dimensioni: economica, sociale e ambientale. Tra gli impianti certificati figurano la cementeria Italcementi di Calusco d’Adda (BG) e gli impianti Calcestruzzi di Peschiera Borromeo (MI) e Genova Chiaravagna che ha fornito i prodotti per il nuovo Ponte di Genova San Giorgio.

Italcementi è tra i soci fondatori del GBCI e i.lab, la sede della società a Bergamo, ha ricevuto la certificazione LEED PLATINUM, il più alto standard di valutazione in materia energetica e ambientale riguardante le costruzioni edili. i.lab risponde, infatti a severi requisiti di efficienza energetica, che consentono di ottenere un risparmio di energia fino al 60% in più rispetto a un edificio tradizionale di pari dimensioni e destinazione d’uso, grazie alle modalità di costruzione adottate, ai materiali utilizzati nell’involucro e all’impiego di energie rinnovabili con l’installazione di pannelli fotovoltaici, solari e di un impianto geotermico.

Bonifica Caffaro, la Regione: auspichiamo che il ministero proceda in fretta

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“Regione Lombardia in questi mesi ha lavorato per creare tutte le condizioni che possono condurre ad un esito positivo della conferenza decisoria che si sta svolgendo al Ministero”. Lo afferma l’assessore all’Ambiente e Clima della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, in occasione della convocazione della conferenza decisoria asincrona (la conferenza non si svolge in presenza, ma consiste in un invio di pareri da parte
degli enti) sulla bonifica del Sito di interesse nazionale (SIN) di Brescia Caffaro, in cui si valutano tutti i parerei provenienti dagli enti coinvolti, che si sta tenendo al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

TAVOLO TECNICO – “Ai primi di luglio – spiega Cattaneo – abbiamo inviato il nostro parere, in cui abbiamo proposto l’istituzione di Tavolo tecnico territoriale, coordinato da Regione Lombardia e composto dal Commissario straordinario, Comune di Brescia, Provincia di Brescia e ATS Brescia, con ARPA Lombardia quale supporto tecnico di Regione”.

PROCEDERE RAPIDAMENTE – “Auspichiamo – aggiunge l’assessore – che il nostro parere consenta al Ministero, dalla data di oggi, termine per la chiusura della conferenza decisoria asincrona, di procedere rapidamente ad approvare il piano di bonifica dell’area Caffaro, cosi’ da dare seguito a quanto fino ad oggi e’ stato valutato e condiviso tra le parti”.

RUOLO DI MONITORAGGIO – “Il tavolo decisorio – prosegue Cattaneo – avra’ un ruolo di monitoraggio delle attivita’ previste dal
progetto di bonifica verificando la coerenza tra quanto approvato dal Ministero e quanto realizzato. Inoltre, compito del Tavolo sara’ la valutazione e la condivisone degli adempimenti, la realizzazione delle aree di messa in sicurezza, la valutazione sul trattamento e sul conferimento dei materiali
contaminati e di comunicazione formale di tutti gli esiti delle valutazioni correlate all’attuazione del Progetto di bonifica, con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, competente nei procedimenti di bonifica e di messa in sicurezza del S.I.N. di Brescia Caffaro”.

“Ogni goccia conta”: Acque Bresciane ancora protagonista della sostenibilità e dell’innovazione

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Si è svolta oggi la presentazione del terzo Bilancio di Sostenibilità di Acque Bresciane, che rendiconta in modo volontario l’impegno dell’azienda nella sostenibilità, secondo le metodologie e i principi internazionali previsti dai GRI Sustainability Reporting Standards.

Il Bilancio, che descrive i traguardi raggiunti nel segno della qualità, dell’ambiente e della sicurezza, si pone oggi nuovi obiettivi: “Abbiamo fatto del tema della sostenibilità una scelta strategica e valoriale di fondo” ha dichiarato il Presidente Gianluca Delbarba “stiamo vivendo un tempo che richiede impegno e obiettivi che possano tutelare il futuro delle generazioni che verranno. La tragedia generata dalla pandemia Covid ha posto all’attenzione globale valori universali attraverso i quali la sostenibilità trova una sua corretta applicazione”.

La società oggi registra un fatturato di 81,8 milioni di euro, 4.044 mila chilometri di acquedotto (+ 8,7% rispetto al 2018), 254 segmenti (81 acquedotto, 85 fognatura, 88 depurazione), 263 dipendenti, 93 comuni gestiti per circa 550.000 abitanti.

Le novità di questa edizione sono:

  • l’inserimento nel piano industriale al 2045 di 9 obiettivi di sostenibilità che si concretizzano in indicatori specifici misurabili (KPI) ed attività coordinate da attuare e rendicontare anno per anno a partire da quello in corso
  • l’avvio di un importante percorso interno aziendale sui temi della sostenibilità, che ha visto coinvolti dipendenti e manager attraverso attività formative e la condivisione di impegni e obiettivi concreti
  • un maggiore coinvolgimento degli stakeholder, a partire dai Sindaci con focus group dedicati e delle nuove generazioni, a cui è strettamente legato il tema della sostenibilità
  • il rinnovato impegno nella lotta ai cambiamenti climatici, con l’avvio del percorso per il calcolo del Carbon Footprint e un programma di investimenti per la resilienza delle infrastrutture e la sostituzione delle reti
  • un’attenzione crescente a innovazione e sostenibilità, creando una nuova funzione apposita in azienda
  • maggiore chiarezza delle informazioni, grazie a strumenti puntuali come la newsletter per gli amministratori locali e i servizi agli utenti attraverso sportelli, app, call center e sito internet aziendale

I numeri del Bilancio 2020 raccontano l’impegno di Acque Bresciane nel 2019 non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo: “Ogni goccia conta”, la nuova purpose aziendale, ha guidato lo sviluppo delle attività nel rispetto di otto valori fondamentali: sostenibilità, universalità, trasparenza, coinvolgimento delle persone, tutela delle risorse idriche, passione per il territorio, ascolto ed eccellenza e innovazione.

Il documento, redatto in due versioni e in due lingue, è articolato in 11 capitoli che illustrano i principali dati aziendali e le attività svolte, con uno sguardo al futuro e agli obiettivi di sviluppo sostenibile inseriti nel piano industriale al 2045, che avrà un intero capitolo dedicato alla sostenibilità e fornirà traguardi e obiettivi di medio e lungo periodo.

Il nostro impegno nell’essere protagonisti di una gestione del ciclo idrico rispettosa dell’ambiente e nel fornire quotidianamente risposte concrete alle importanti sfide che il nostro territorio si trova ad affrontare è testimoniato dagli investimenti e i progetti sviluppati nel corso del 2019.

  

DATI ECONOMICI E INVESTIMENTI

  • Sono 24 i milioni di euro investimento complessivo (19milioni nel 2018) effettuati per migliorare la gestione del sistema idrico
  • L’investimento medio per abitante è salito dai 43 euro del 2018 a 51 euro nel 2019, rispetto ad una media italiana di 44 euro per abitante, con un incremento del 18%
  • 65 milioni di euro il valore economico distribuito agli stakeholder, a beneficio dei soggetti che lavorano con Acque Bresciane e del territorio di riferimento

 

AMBIENTE

  • 7 i chilometri di acquedotto sostituiti, a vantaggio dell’efficienza del sistema e della resilienza della rete
  • 96,8% l’indicatore inverso M6 ARERA, che attesta la qualità delle acque depurate
  • Obiettivo discarica zero: fanghi smaltiti discarica inferiori all’1%, perché sostenibilità significa investire anche nella chiusura del ciclo idrico e ridurre gli scarti
  • Riduzione del 27% dei consumi degli automezzi, grazie alla sostituzione del parco veicolare con nuovi mezzi, di cui 2 elettrici
  • Con 41 punti di distribuzione di acqua potabile, che hanno erogato 3,5 milioni di litri nel 2019, sono stati risparmiati 2,3 milioni di bottiglie di plastica (64.000 Kg plastica sottratto all’ambiente) ed evitate 375 tonnellate di CO2

 

COMUNITÀ

  • Il livello di Customer Satisfaction Index è di 93,7% e conferma il giudizio di eccellenza espresso dagli utenti e l’impegno di Acque Bresciane nel fornire servizi di qualità
  • 500 gli studenti coinvolti in progetti di educazione ambientale (1.200 nel 2018) a dimostrazione della costante attenzione e vicinanza alle nuove generazioni
  • Bonus sociale idrico erogato a 3.206 utenze con difficoltà economiche e un ulteriore stanziamento nel 2020 di 300 mila euro, a carico della società, da destinare alle famiglie e utenze in difficoltà, anche alla luce degli impatti economici dell’epidemia

 

Acque Bresciane si occupa della gestione del Servizio Idrico Integrato (costituito dall’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e depurazione delle acque reflue) nel territorio dei Comuni della Provincia di Brescia. Ad oggi, con il conferimento di Garda Uno S.p.a nel dicembre 2017, gestisce il servizio in 93 Comuni per oltre 550.000 abitanti serviti. Acque Bresciane sviluppa il proprio servizio in modo sostenibile nel rispetto dell’economicità della gestione del servizio idrico integrato all’interno di un mercato regolato. La gestione sostenibile del ciclo idrico integrato, la difesa e la valorizzazione della risorsa, la qualità delle acque potabili, la gestione delle acque depurate costituiscono la mission principale di Acque Bresciane, che vuole garantire nel proprio territorio servito un accesso all’acqua universale e sicuro nel pieno rispetto dell’equilibrio ambientale presente e futuro.

La bicicletta elettrica come mezzo di trasporto dopo il Coronavirus?

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Il Coronavirus ha portato dei veri e propri scompensi a livello mondiale. Tuttavia, dal punto di vista ambientale, l’obbligo di restare a casa ha generato dei cambiamenti positivi. Infatti, si è registrata una notevole riduzione dell’inquinamento.

Come spiegato sul sito migliorebicialettrica.it, dove gli esperti hanno potuto elaborare tutti i vantaggi della bicicletta elettrica in vista di una rivoluzione a causa del coronavirus.

Tale aspetto non è di certo passato inosservato. Di conseguenza, in molte persone è nata la voglia di contribuire nel rendere il pianeta un po’ più “green”, ad esempio optando per dei mezzi di trasporto ecosostenibili.

Tra i più gettonati, troviamo la bicicletta elettrica, la quale presenta una serie di peculiarità. Scopriamole insieme!

Bici elettrica: vantaggi

Innanzitutto, la bici elettrica è semplice da guidare e consente di percorrere diversi km in tempi decisamente più rapidi rispetto alle comuni biciclette.

A livello di utilizzo invece, si rivela un mezzo abbastanza versatile a seconda del contesto di riferimento.

Pertanto, la bicicletta elettrica è perfetta sia per un semplice giro in città ma anche per praticare sport nella natura. Tra l’altro, in termini di caratteristiche, è possibile scegliere tra una vasta gamma di modelli e prezzi.

Ciò significa che si parte da una base di 200-300 euro fino ad arrivare a quasi 2000 euro. Ovviamente, il costo varia in base alle funzionalità, ad esempio:

  • La tipologia di ruote
  • Gli accessori inclusi
  • La potenza del motore
  • L’autonomia della batteria

E tanto altro ancora…

Infine, la bici elettrica è leggera e poco ingombrante. Il che le rende molto più pratiche dei motorini.

Bici elettrica: il mezzo del futuro?

A questo punto ci si chiede: la bicicletta elettrica potrebbe diventare il mezzo del futuro, a seguito del Coronavirus? Come vi abbiamo già detto in precedenza, la pandemia ha certamente apportato delle modifiche nella vita di ognuno di noi.

Per sconfiggerla, bisogna mantenere la distanza sociale. Di conseguenza, sempre più persone decideranno di evitare i mezzi pubblici (bus, treni e così via), prediligendo alternative più individuali.

La bicicletta elettrica rientra pienamente in questi requisiti. Proprio per tale motivo, è probabile che nei prossimi mesi si registri un boom di vendite. Così facendo, si avrà l’occasione di recarsi al lavoro, a scuola o all’università in maniera sicura.

Pertanto, la possibilità che si possa entrare a contatto con gente infetta da Covid-19 si riduce notevolmente. Senza contare il fatto che optando per la bici elettrica, si riuscirà a contrastare l’inquinamento atmosferico.

In una situazione come questa, dove l’ecosistema viene messo sempre di più a dura prova, è fondamentale dare un proprio contributo. Possiamo cominciare proprio dai mezzi di trasporto, decidendo di acquistare una bicicletta elettrica.

3 Consigli per un’Azienda più Ecologica

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Non c’è alcun pianeta B. Questa frase viene utilizzata per indicare la necessità di ripensare il modo in cui la società intende evolversi.

Dopo un secolo di industrializzazione, nonostante fosse noto ad alcuni illuminati sin da subito, l’inquinamento è diventato un serio problema in grado di peggiorare numerosi aspetti della vita umana in tutto il mondo.

L’urgenza di proteggere il nostro pianeta, dato che non conosciamo un altro luogo dove andare in caso di emergenza, è adesso chiara a tutti e molte persone e aziende fanno ogni giorno del loro meglio per salvaguardare l’ambiente, evitando di sfruttarlo fino all’osso.

Inoltre, come appurato negli anni con diversi studi e ricerche, si lavora meglio se l’ufficio è green.

Le aziende possono fare molto con poco, diminuendo l’impatto sull’ambiente e migliorando la vita professionale dei dipendenti. Ecco come:

  1. Clouding

La sicurezza dei dati protetti online su server dedicati è un vantaggio alla portata di qualsiasi impresa, anche della più piccola.

Invece di acquistare carta su cui stampare documenti generici, fatture, appunti e qualsiasi altro dato amministrativo, si può conservare tutto in documenti online risparmiando grazie al costo moderato dei servizi in cloud.

Investendo in archivi online si evita l’acquisto di risme di carta e di server privati.

Questo migliora la gestione documentale interna grazie alla dematerializzazione di faldoni e fotocopie, facendo un enorme favore a tutto il pianeta.

  1. Ridurre gli Sprechi

Abbassare i consumi e sensibilizzare tutti i lavoratori verso il risparmio di energia elettrica, risorse idriche, riscaldamento e condizionatori d’aria significa trattenere molti soldini in cassa aziendale.

Lo spreco quotidiano di un’azienda di modeste dimensioni con più di 5 dipendenti può essere davvero notevole su base annuale e, di sicuro, non giova al pianeta.

In ufficio si può regalare una tazza termica personalizzata a ogni dipendente in modo che possa prendere caffè, cappuccino o qualsiasi altra bevanda senza utilizzare bicchieri in carta o plastica usa e getta, potendo riportare a casa il thermos su cui farete stampare il marchio aziendale per pubblicizzare il vostro impegno ecosostenibile.

  1. Trasporto

La vostra azienda si trova in centro città o è raggiungibile con i mezzi pubblici in poco tempo? Considerate il corporate car sharing o l’acquisto di abbonamenti mensili per i dipendenti così che possano lasciare a casa l’auto o la moto.

  1. Riciclare

Apparecchiature elettriche, computer, arredamento, tutto si può riciclare per rimettere in circolazione le materie prime senza distruggerle per sempre.

  1. Investire su Energie Alternative

Quanto si risparmia installando dei pannelli solari? Dipende dal tipo di attività; la certezza è che produrre energia propria ripaga sul lungo periodo.

Il governo italiano mette a disposizione delle imprese detrazioni e ammortizzazioni fiscali per favorire l’utilizzo di pannelli solari, quindi è un’opzione che tutte le imprese dovrebbero subito considerare.

Piccole azioni hanno sempre fatto la differenza, specialmente se attuate da molti. Bisogna solo cominciare.

Le imprese trovano nella sostenibilità aziendale un ulteriore strumento di risparmio e ottimizzazione delle risorse capace di renderle speciali agli occhi dei clienti.

Classifica EY delle città più sostenibili d’Italia: Brescia in 7° posizione

in Ambiente/Economia by
Ecologia e ambiente, foto generica da Pixabay

Trento è la città con le infrastrutture più sostenibili, seguita da Torino, al secondo posto, e da Bologna, al terzo. Mentre Brescia occupa la settima piazza d’Italia. È quanto emerge dalla quinta edizione dello Smart City Index di EY, che analizza le 109 città capoluogo italiane, classificando il loro sviluppo in termini di reti e infrastrutture e misurando la loro capacità di innovare e offrire servizi di qualità ai propri cittadini. In particolare, i primi dati del rapporto 2020 analizzano il tema della sostenibilità urbana, prendendo in considerazione quanto le infrastrutture delle città sono smart nelle diverse componenti del trasporto, dell’energia e dell’ambiente (acqua, verde e rifiuti).

Dal report di EY emerge che ben 3 città metropolitane sono presenti nella top 5 (oltre a Torino e Bologna sul podio, c’è Milano al 5° posto), e Firenze che chiude la top 20; solo un’altra città è presente nelle prime 30 (Venezia), mentre le altre si classificano oltre il 40° posto, con Catania al penultimo posto tra le città italiane (108° su 109). Anche le città medie occupano in maniera preponderante la classifica, con 12 città nella top 20. Al primo posto nella classifica Trento, che primeggia per trasporti, energia e ambiente; invece Mantova, al 4° posto, è la città più sostenibile tra quelle con una popolazione inferiore agli 80.000 abitanti; nella top 10 c’è anche Bolzano, Brescia, Bergamo, Pordenone e Ferrara. Nella top 20 rientrano Modena, Parma, Udine, Reggio Emilia, Padova, Treviso e Monza.

Il grado di equilibrio tra mobilità, energia e ambiente è perfetto in quasi tutte le prime 7 città (Trento, Torino, Bologna, Mantova, Milano, Bolzano, e Brescia) che di fatto occupano le prime posizioni in tutte le classifiche parziali, segnale che riescono a portare avanti i loro investimenti infrastrutturali in sostenibilità in maniera omogena sui vari fronti. Maggiore variabilità mostrano le altre città emiliane presenti in classifica dopo Bologna (che è molto equilibrata), mentre le città lombarde mostrano in generale una performance leggermente peggiore nell’area “Ambiente Sostenibile”. In generale però le prime 19 città rientrano sempre nelle prime 20 in tutte le classifiche parziali, solo Firenze esce dalla top 20 nella Mobilità sostenibile (ma è comunque al 25° posto).

Tutti gli indicatori relativi alla mobilità sostenibile (che comprende mobilità elettrica, mobilità “lenta” o “dolce”, cioè ciclabile e pedonale, e mobilità condivisa) mostrano un costante aumento negli ultimi 6 anni. In particolare, la mobilità elettrica è l’ambito che ha registrato gli incrementi più significativi: le colonnine di ricarica nei comuni mostrano dei tassi di raddoppio ogni due anni negli ultimi quattro anni (+92% negli ultimi due anni), e sono quindi più che quadruplicate dal 2014 (+357%). Anche le auto elettriche ed ibride aumentano a tassi importanti, essendo più che triplicate negli ultimi 4 anni (+259% dal 2016). Da segnalare che le città mettono in campo iniziative per incentivare il parco auto meno inquinante, come la possibilità per le auto elettriche di accedere alle ZTL oppure di non pagare la sosta nelle strisce blu.

Andrea D’Acunto, Mediterranean Government and Public Sector Leader di EY, dichiara: “Da diversi anni le città nel nostro Paese si stanno evolvendo in maniera sensibile verso la sostenibilità, attivando diverse iniziative per essere a basso impatto ambientale, favorire la mobilità sostenibile e ridurre fenomeni come l’inquinamento atmosferico e il congestionamento del traffico. Dallo Smart City Index di EY emerge che alcuni indicatori negli ultimi anni sono cresciuti in maniera esponenziale soprattutto nelle città metropolitane di Milano, Torino, Bologna o nelle città medie del Nord. Se osserviamo la mobilità sostenibile, ad esempio, le auto elettriche ed ibride sono più che triplicate negli ultimi 4 anni registrando un aumento del 259% dal 2016; anche il parco circolante ha registrato una diminuzione di auto importante dal 2002 al 2018, solo Milano ha “eliminato” oltre 100.000 veicoli dalla città. E’ presente tuttavia ancora un grande divario con le città del Sud, ad eccezione di Lecce e Bari che si collocano tra le prime 50 nella classifica dedicata al tema della sostenibilità”.

Elaborando i dati dello Smart City Index sulla mobilità sostenibile (e cioè 21 indicatori riguardanti le infrastrutture di mobilità elettrica, ciclabile, pedonale e condivisa, e gli incentivi alla mobilità sostenibile, come il PUMS il Piano Urbano di Mobilità Sostenibile che tutte le città stanno varando e adottando, con tempistiche diverse, per cui alcune città sono più avanti di altre), si nota come il punteggio di “mobilità sostenibile” delle 11 città dove si registra una diminuzione di auto circolanti è significativamente superiore (52,1 su una scala da 0 a 100) rispetto al punteggio delle 3 città dove si è registrato un aumento di auto (15,1). A dimostrazione che nel lungo periodo gli investimenti di mobilità sostenibile possono dare risultati concreti e tangibili. Infatti, come si può notare nel grafico seguente, la maggior parte delle città metropolitane registra una diminuzione di auto dal 2002 al 2018 (addirittura Milano ha “eliminato” oltre 100.000 veicoli dalla città), mentre in 3 città del Sud si è invece registrato un aumento (Messina, Catania e Reggio Calabria).

Rifiuti elettronici, Brescia è seconda in Lombardia

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Brescia è al secondo posto tra le province lombarde per quantità di Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche trattati da Ecodom, il principale Consorzio italiano per la gestione dei RAEE. Con 3.527 tonnellate gestite nel 2019, che hanno evitato l’emissione in atmosfera di 27.610 tonnellate di COe il risparmio di 4.626.258 kWh di energia elettrica, sono state ricavate: 2.067 tonnellate di ferro, pari a 5 Freccia Rossa 1000; 418 tonnellate di plastica, pari a più di 1 milione di cestini da ufficio; 72 tonnellate di rame, pari a 81 km di cavi e 71 tonnellate di alluminio, pari a circa 4 milioni e mezzo di lattine. Nella classifica lombarda, Brescia è preceduta da Milano (7.969 t) e seguita da Como (2.340 t) mentre Lodi (478 t) si posiziona in fondo alla classifica, preceduta da Sondrio (506 t).

Tra i RAEE domestici gestiti da Ecodom nel bresciano prevalgono lavatrici, lavastoviglie, forni e cappe, stufe elettriche, boiler e microonde (Raggruppamento R2) con 2.044 tonnellate raccolte; 1.258 tonnellate sono rappresentate, invece, da frigoriferi, congelatori, grandi elettrodomestici per la refrigerazione e il deposito di alimenti (R1), mentre le restanti 224 tonnellate comprendono monitor, tv e apparecchiature illuminanti.

Più che per le quantità di RAEE gestiti nel 2019, siamo particolarmente orgogliosi per la qualità del servizio che il Consorzio offre al Paese, sia per quanto riguarda la puntualità dei ritiri dalle isole ecologiche, che lo scorso anno è stata pari al 99,6% su 53.567 ritiri effettuati in tutta Italia, sia per i benefici ambientali che la nostra attività genera” ha dichiarato Giorgio Arienti, direttore generale di Ecodom. “Sono risultati ancora più importanti se si considera che il settore dei RAEE è indebolito da carenze legislative e dalla mancanza di adeguati controlli lungo la filiera, come è stato evidenziato dalla recente inchiesta svolta dal nostro Consorzio insieme ad Altroconsumo sulle rotte illecite dei rifiuti elettrici ed elettronici in Italia”.

Per il terzo anno di seguito, la Lombardia è al primo posto con 22.552 tonnellate raccolte. A livello nazionale, nel 2019, Ecodom ha registrato una crescita del 16% rispetto ai risultati del 2018 superando le 122 mila tonnellate trattate (122.330 t), con un beneficio complessivo di circa 849mila tonnellate di CO2 non immesse in atmosfera, come la quantità di CO2 che verrebbe assorbita in un anno da un bosco di 849 kmq (esteso quanto la provincia di Lecco), e più di 150 milioni di kWh di energia elettrica risparmiati, pari ai consumi elettrici domestici annui di una città di 141.844 abitanti (come Salerno).

Settori “anti-smog”, a Brescia 2mila imprese e 12mila lavoratori

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Tra biciclette, pulizia degli edifici e cura del paesaggio ci sono 8 mila imprese a Milano, 18 mila in Lombardia su 81 mila in Italia. Cresce il settore a Milano, +3,5% in un anno e + 19% in cinque, in Lombardia +2,8% e + 18% e in Italia con +1,6% e +12%. Circa una impresa su cinque del settore nel Paese, il 22%, si trova in regione. Sono 81 mila gli addetti milanesi, 140 mila lombardi su un totale nazionale di 549 mila, circa uno su quattro si concentra nella regione. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi sui dati del registro delle imprese al 2019, 2018 e 2014.

Ha dichiarato Massimo Dal Checco, presidente di Innovhub SSI, azienda partecipata della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e consigliere della Camera di commercio: “C’è un boom nei settori che favoriscono una mobilità alternativa e lo sviluppo del verde che possono avere effetti positivi per la riduzione delle concentrazioni di inquinanti in atmosfera. Milano traina a livello nazionale per le imprese coinvolte in questi settori e vede una forte crescita con +19% in cinque anni. La Camera di commercio è impegnata direttamente in questo mercato crescente, con la rilevazione dei prezzi delle colonnine di ricarica elettriche iniziata lo scorso anno. Un’area dell’attività si occupa di ambiente e in particolare si sta orientando con servizi e un bando dedicato alla crescita dell’economia circolare. In particolare Innovhub SSI, la società della Camera di commercio dedicata all’innovazione, è impegnata nella rilevazione delle emissioni dai settori delle fonti fisse e mobili che influenzano la qualità dell’aria in città e nella ricerca sugli effetti dei diversi combustibili sull’inquinamento associato ad entrambi i settori. Nella scelta delle famiglie infatti conta sempre di più l’impatto ambientale e i suoi effetti sulla salute e sulla qualità della vita, sia nella propria casa (es. qualità dell’aria indoor), sia per gli effetti nella dispersione in atmosfera(es. qualità dell’aria outdoor)”.

Per provincia in Lombardia. A Milano ci sono quasi 8 mila imprese (+19% in cinque anni), a Monza, Varese, Brescia quasi duemila (+21%, +10%, +14%), oltre mille a Bergamo e Como (+23% e +29%). A Milano sono circa 81 mila gli addetti, a Monza 15 mila, a Brescia 12 mila, a Bergamo 9 mila, a Varese 5 mila.

Per provincia in Italia. Prima Milano con 8 mila imprese (+19% in cinque anni), seguita da Roma con 6 mila (+13%), Torino con 4 mila (+11%), Napoli con 3 mila (+23%). Con circa 2 mila sono: Bologna (+8%), Firenze (+13%), Monza (+21%), Genova (+6%), Varese (+10%), Brescia (+14%).

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