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Alimentare - page 8

Salvi i pandori Melegatti, l’advisor è Sei Consulting Brescia

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Dal Colle, industria dolciaria del veronese, e il Fondo Maltese Open Capital hanno siglato un importante accordo di partnership per il rilancio dello storico marchio Melegatti.

Nell’operazione la società Dal Colle è assistita in qualità di advisor finanziario e industriale dalla SEI Consulting, società di consulenza di Brescia, nello specifico dal dottor Ivan Losio e dal dottor Marco Cavagnini, e dallo studio Legale Mercanti Dorio e Associati in qualità di advisor legale.

Ivan Losio, amministratore di Sei Consulting, la definisce “un’operazione complessa ma che sta consentendo la salvaguardia di un brand storico della tradizione del Natale italiano e il potenziamento di un’importante impresa veronese quale la Dal Colle”.

In particolare, l’intesa tra Dal Colle e il Fondo è finalizzata a porre le basi per la realizzazione di un progetto industriale di lungo periodo mirato al rilancio e allo sviluppo del marchio Melegatti anche attraverso le sinergie sviluppabili con la Dal Colle. La visione strategica dei diversi attori prevede che il progetto possa consentire alla Melegatti di rilanciare e sviluppare il proprio marchio grazie anche al supporto della Dal Colle e mantenendo le proprie peculiarità e il proprio standing.

Una grandissima sfida che Dal Colle, la Melegatti e il Fondo vogliono vincere.

Roberto Colapinto, amministratore delegato di Abalone Asset Management ltd (società di gestione del Fondo), ha espresso il proprio apprezzamento per l’accordo raggiunto e ringrazia la Famiglia Dal Colle e la società per aver, nei fatti, dimostrato di condividere i propositi di corporate social responsibility espressi dalla politica di investimenti promossa dal fondo Open Capital.

Beatrice Dal Colle dal canto suo fa sapere che “Questa partnership è il frutto anche di un’importante assunzione di responsabilità. Siamo consapevoli della sfida ambiziosa che stiamo per intraprendere, ma siamo convinti che sia nostro dovere mettere a disposizione anche del territorio veronese il nostro Know-How e la nostra passione per affiancare Melegatti nel proprio progetto di rilancio”.

Il Fondo Open Capital è assistito dallo studio legale Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners, oltre che da Daleth Consulting in qualità di Advisor finanziario.

Panettone, l’export bresciano vale 44 milioni di euro

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Feste da export: dallo spumante per festeggiare con ostriche e caviale alle decorazioni, dalle benauguranti lenticchie con il cotechino al Panettone tipico, sono tra i prodotti italiani per le festività che partono per il mondo per un valore di quasi 200 milioni al mese. Sono 1,6 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2017, in crescita del 13,2% rispetto al 2016. Il mondo anglosassone è quello che apprezza di più i prodotti per le feste: Regno Unito e Stati Uniti sono infatti le prime mete dell’export nazionale, in crescita rispettivamente dell’11% e del 19%. Terza la Germania, +6,4%. Vengono poi Francia, Svizzera e Austria. Ma a crescere di più è l’export con la Russia, in forte ripresa +34%, e con il Canada (+22%). Ma per sapere tutte le destinazioni dell’export, quali sono i maggiori mercati di sbocco e i prodotti più apprezzati arriva la mappa: “Feste ed export: i prodotti italiani nel mondo”, realizzata dalla Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi in collaborazione con Promos, la sua azienda speciale per le Attività Internazionali.
Tra le maggiori destinazioni per singolo prodotto: Lo spumante e il prosecco prendono la via di Regno Unito (267 milioni, +13,1%) e Stati Uniti (217 milioni, +17%) ma è in forte crescita la richiesta da Russia (+41%) e Canada (+25%). Il panettone raggiunge soprattutto la vicina Francia (86,4 milioni, +4%) ma è sempre più apprezzato anche negli Stati Uniti (+37%) e in Austria (+31%), prosciutti e cotechini arrivano in Francia (27,6 milioni, +14%) e Germania (21 milioni, +21%) così come il caviale (per circa un milione di euro ciascuna) e i crostacei (oltre 8 milioni ciascuna). Cresce la richiesta di lenticchie in Germania (+89%) e in Svezia (+26%) mentre gli oggetti per le feste vanno negli Stati Uniti e le ghirlande elettriche decorative in Germania, i fuochi d’artificio in Francia (1,9 milioni) ma sempre più anche in Spagna (+39%). Per le vacanze sulla neve ad apprezzare di più gli sci e le attrezzature da sci italiane sono gli Stati Uniti (17 milioni, +32,5%) e l’Austria, insieme ai pattini da ghiaccio. Tra le mete extraeuropee più lontane, pur se su cifre minori, ci sono tra i primi 10: il Giappone per i vini, gli Emirati Arabi e il Qatar per le ghirlande elettriche decorative, il Giappone, Hong Kong e la Corea del Sud per il caviale, il Canada per i fuochi d’artificio, il Giappone e il Messico per le attrezzature da sci.

Prodotti da forno, pasticceria e farinacei lombardi sulle tavole del mondo nei giorni di festa. La Lombardia ne esporta per un valore di circa 36 milioni di euro al mese, pari a quasi 325 milioni di euro nei primi nove mesi del 2017, in crescita rispetto allo scorso anno del 10,1%. Tra panettoni, pasticceria e pane da Milano partono prodotti per quasi 154 milioni di euro (+12,4%). Seconda è Brescia con 44 milioni, terza Varese con 38. Vengono poi Mantova e Cremona con oltre 20 milioni, superano i 10 milioni anche Pavia e Como.

Il business del panettone a Brescia dà lavoro a 683 imprese

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Sono circa 5.100 le imprese attive nel settore dolciario in Lombardia nel 2017 su 41 mila in Italia e danno lavoro a 24 mila addetti su 163 mila in Italia. Numeri che salgono considerando le localizzazioni come filiali e sedi secondarie, diventano 6.819 le attività in regione e 53 mila in Italia. Business mensile da 150 milioni in Lombardia e mezzo miliardo in Italia. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi su dati registro imprese al terzo trimestre 2017 relativi alle imprese attive nel settore dolciario tra produzione, commercio all’ingrosso e dettaglio.

Settore dolciario. Pasticcerie e panetterie: sono oltre 41 mila le sedi di impresa in Italia coinvolte nella produzione e nel commercio di prodotti di pasticceria e panetteria, di cui 5.768 in Sicilia, quasi 5.100 in Lombardia, 4.714 in Campania. Milano, è terza in Italia con 1.847 imprese (+2,3% in un anno), dopo Napoli (2.454) e Roma (1.852). La seguono Torino (1.593) e Palermo (1.434). A livello regionale, dopo Milano, vengono Brescia (683 imprese), Bergamo (567), Varese (360) e Monza e Brianza (353). Lodi ha quasi 100 sedi di impresa specializzate. Numerose sono piccole realtà artigianali, anche se bisogna sempre stare attenti alle fregature.

Gli addetti. In Lombardia sono 24.000 gli addetti coinvolti nel settore (+3,1% in un anno) e oltre 163 mila in Italia. Milano, con 8.709 addetti, è prima in Italia seguita da Roma (7.121), Napoli (6.010), Torino (5.593) e Bari (5.272). In Lombardia Milano è, invece, seguita da Brescia (2.973), Bergamo (2.433), Varese (2.202) e Monza (1.316). Quasi 400 gli addetti a Lodi.

Le localizzazioni. Crescono i numeri delle attività del settore dolciario, considerando anche le sedi secondarie e le filiali di impresa: diventano 53 mila le attività in Italia, di cui quasi 7 mila in Lombardia. A Milano, tra sedi e punti vendita, si contano 2.400 attività, oltre a 900 a Brescia, 749 a Bergamo, quasi 500 a Varese e Monza e Brianza. 131 le attività a Lodi.

 

 

Brescia, le imprese del Natale danno lavoro a 39mila persone

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Lombardia: sono 66 mila le imprese attive nei settori più legati a Natale, dalla produzione di pasticceria e spumante, alla fabbricazione e commercio di giocattoli, gioielli, dai ristoranti e bar alle agenzie di viaggi e tour operator. Pesano il 14% di tutte le imprese italiane attive nel settore, 469 mila e danno lavoro a 327 mila addetti su 1,8 milione di addetti nel settore in Italia. Hanno un business di circa 1,5 miliardi in regione per il mese, di cui circa un miliardo di affari a Milano. Il settore cresce in media dell’1% in un anno sia a livello regionale che nazionale.

Tra i principali settori legati alla festività del Natale, primi la ristorazione e i bar con 25 mila imprese ciascuno in Lombardia e rispettivamente 181 mila e 150 mila in Italia. Ci sono anche gli alberghi (2.400 imprese in Lombardia e 27 mila in Italia), chi fornisce fiori e piante, le profumerie e erboristerie  e i gioiellieri (ciascuno con circa 2 mila imprese in Lombardia e 15 mila in Italia). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi su dati del registro imprese al terzo trimestre 2017 e 2016.

Prime in regione Milano con oltre 23 mila imprese e 163 mila addetti, Brescia con 9 mila imprese e 39 mila addetti, Bergamo con 7 mila imprese e 29 mila addetti, Varese con 5 mila imprese e 20 mila addetti, Monza e Brianza con oltre 4 mila imprese e 15 mila addetti. Lodi ha circa mille imprese e 4 mila addetti. Per business mensile a Milano con un miliardo seguono Bergamo e Brescia, entrambe, con quasi cento milioni.

Il settore legato al Natale in Italia. Per numero di imprese, prime sono Roma (39.971), Napoli (24.437) e Milano (23.362), seguite da Torino (16.117) e Salerno (10.671). Milano è però prima nel Paese per numero di addetti, 163 mila, seguita da Roma (132 mila), Napoli (68 mila) e Torino (52 mila). Il business mensile dei settori è di cinque miliardi.

Grande distribuzione, Lidl apre un nuovo supermercato a Desenzano

in Alimentare/Commercio/Economia/Evidenza/Garda/Zone by
Lidl apre un nuovo supermercato a Desenzano

Lidl, catena della grande distribuzione leader in Italia, aprirà il primo punto vendita a Desenzano all’interno del centro commerciale Le Vele, in Via Guglielmo Marconi. La cerimonia di inaugurazione, alla presenza del Sindaco Guido Malinverno si terrà giovedì 7 dicembre alle ore 09:00.

Con questo nuovo supermercato di circa 1.200 mq di superficie, Lidl va ad arricchire l’offerta della galleria di negozi. Gli orari di apertura al pubblico, dal lunedì alla domenica dalle 08:00 alle 21:00, garantiscono la massima flessibilità ai clienti, i quali possono usufruire del comodo parcheggio del centro commerciale con 400 posti auto.

Sugli scaffali è presente un ampio assortimento di 2.000 prodotti, di cui l’80% degli è Made in Italy. La linea Italiamo, in particolare, rappresenta il meglio del patrimonio gastronomico del nostro Paese e coniuga ottima qualità ad un prezzo conveniente. Per essere sempre più vicina ai gusti e alle abitudini dei propri clienti, Lidl ha instaurato, infatti, una proficua collaborazione con selezionati fornitori locali.

Per rendere l’esperienza d’acquisto ancora più completa, un ricco reparto panetteria accoglierà i clienti all’entrata e sfornerà tutto il giorno pane, croissant e altre prelibatezze dolci e salate. Inoltre, in occasione dell’inaugurazione, Lidl offrirà molte referenze in promozione, come frutta e verdura con sconti fino al 50%.

Questa apertura ha portato alla creazione di 8 posti di lavoro, che si vanno a sommare agli oltre 300 collaboratori presenti nella provincia di Brescia. Il costante investimento sulle risorse umane, sia in termini di assunzioni che di costante formazione e sviluppo, è valso a Lidl per il terzo anno consecutivo il riconoscimento di “Best Workplace” conferito dal Great Place to Work Institute.

Lidl è presente in Italia dal 1992 e ad oggi conta una rete di quasi 600 punti vendita su tutto il territorio nazionale. Con questa apertura, sono ben 109 gli store in Lombardia, 21 a Brescia e provincia, di cui 2 inaugurati ad ottobre (Castel Mella e Castegnato).

Fico, nei primi cinque giorni 100mila visitatori e un pezzo di Brescia

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Economia by
Fabrizio Scuri e Daniela Grandi

FICO (Fabbrica Italiana COntadina) rappresenta l’ultima scommessa dell’imprenditore Oscar Farinetti (Eataly): costruire un enorme parco agroalimentare che si ponga come simbolo dell’eccellenza enogastronomica made in Italy. E, nonostante le polemiche, la scommessa per ora appare vinta: nei primi cinque giorni, infatti, la fiera del food di Bologna ha raccolto ben 100mila visitatori.

Le parole d’ordine: biodiversità, vista l’incredibile varietà del suolo Italiano; buona cucina, quella cultura tipicamente nostrana da esportare in tutto il mondo; genuinità, prodotti il cui percorso è trasparente dalla “genesi” alla vendita.

Tra le 40 realtà presenti alcune delle principali eccellenze agroalimentari italiane e una sola impresa che ha a che fare con Brescia: Grandi Riso produce infatti a Codigoro (in provincia di Ferrara), ma fa parte del gruppo Marcello Gabana (ex Gabeca) di Calcinato, quarto produttore italiano di riso e unica riseria presente all’evento.

 

Clima, nel Bresciano sono 81mila le imprese interessate

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Economia/Tendenze by
Clima, le aziende coinvolte a Brescia sono numerose

Sono circa 2 milioni in Italia, 240 mila in Lombardia e 81mila a Brescia le imprese attive nei settori interessati direttamente dall’azione climatica, secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi sui dati del registro delle imprese al secondo trimestre 2017 e 2016 relativi ai settori individuati dalla Commissione Europea (agricoltura, silvicoltura, acquacoltura, infrastrutture ed edifici, energia, assicurazioni e turismo). Imprese con un forte impatto occupazionale, 3,6 milioni gli addetti nel Paese e 618 mila in Lombardia, e di fatturato, con rispettivamente circa 500 miliardi e 114 miliardi di euro all’anno. I dati sono stati diffusi in occasione di Climathon, l’hackathon di 24 ore sui cambiamenti climatici organizzato insieme all’innovation hub di Lomazzo, ComoNExT, al Politecnico di Milano fino a domani e in contemporanea con altre 111 città di 44 paesi in tutto il mondo.

I settori interessati dall’azione climatica in Lombardia. Sono 240 mila imprese e 618 mila addetti nei settori connessi o vulnerabili a fronte di episodi e cambiamenti climatici, tra edilizia, agricoltura, energia, turismo e settore assicurativo. Pesano il 13% delle imprese nazionali e il 17% degli addetti e producono un fatturato di 114 miliardi all’anno. I lavori di costruzione specializzati sono i più rilevanti con oltre 90 mila imprese attive e 180 mila addetti, seguiti dal turismo con complessivamente circa 60 mila imprese e dall’agricoltura con 45 mila. Circa 2 mila le imprese del settore energetico. Tra i territori Milano è prima con 66 mila imprese e 256 mila addetti, seguita da Brescia (36 mila imprese e 81 mila addetti), Bergamo (29 mila imprese e 71 mila addetti), Varese (18 mila imprese e 36 mila addetti ) e Pavia (17 mila imprese e 26 mila addetti).

I settori interessati dall’azione climatica in Italia. Sono quasi 2 milioni le imprese e 3,6 milioni gli occupati per un fatturato che è di circa 500 miliardi di euro. Prevale il settore agricolo con 723 mila imprese attive, poi i lavori di costruzioni specializzati con circa mezzo milione di attività e il turismo con quasi 400 mila. Tra le regioni dopo la Lombardia, che è prima, vengono il Veneto (164 mila imprese, 330 mila addetti e 30 miliardi di fatturato), il Lazio (160 mila imprese, 363 mila addetti e 170 miliardi di fatturato), la Campania (158 mila imprese, 226 mila addetti e 11 miliardi) e l’Emilia Romagna (156 mila imprese, 354 mila addetti e 43 miliardi). Tra le province prime Roma (100 mila imprese, 277 mila addetti e 167 miliardi di fatturato), Milano (66 mila imprese, 256 mila addetti, 90 miliardi), Torino (58 mila, 114 mila e 26,4 miliardi) e Napoli (57 mila, 104 mila e 6,3 miliardi).

SCARICA I DATI DELLE AZIENDE INTERESSATE DALLE VICENDE CLIMATICHE

Distretti produttivi bresciani, ancora un trimestre con il segno più

in Abbigliamento/Alimentare/Economia/Tendenze by
Calzificio

Ancora una performance positiva per le esportazioni dei distretti tradizionali lombardi: la crescita tendenziale, misurata a valori correnti, ammonta al 4,4% tra aprile e giugno 2017 (contro un +4,3% di crescita media dell’aggregato distrettuale a livello nazionale). A dirlo è il Monitor dei Distretti della Lombardia, indagine a cura della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.

Nel complesso del primo semestre, l’incremento dell’export è stato del 5,9%. I buoni risultati derivano da un forte traino dei mercati maturi, dove le vendite lombarde sono cresciute del 7,5% nel secondo trimestre dell’anno. In cima alla lista dei mercati maturi più trainanti, si annoverano Germania (+11,1%), Francia (+4,4%), Stati Uniti (+11,6%) e Spagna (+6,2%). In lieve contrazione, nel trimestre aprile-giugno, le esportazioni dirette verso i nuovi mercati (-0,7%), dove si è assistito ad un’alternanza di risultati positivi e negativi. Buone le performance dei distretti lombardi in Cina (+12,4%), Polonia (+14,3%) e Federazione russa (+13,6%). Contrazione pronunciata delle vendite in Turchia (-11,9%).

La performance positiva si presenta diffusa a livello territoriale e di specializzazione settoriale, andando a toccare 17 distretti fra i 23 di matrice tradizionale qui analizzati. Nella parte positiva della classifica trimestrale rientrano i quattro distretti dell’alimentare (nell’ordine, Carni e salumi di Cremona e Mantova +32,1%, Vini del Bresciano +14,1%, Riso di Pavia +14%, Lattierocaseario lombardo +4%), sette distretti della metalmeccanica (Macchine per la concia della pelle di Vigevano +22,8%, Metalmeccanico del Basso Mantovano +17,7%, Metalmeccanica di Lecco +9,1%, Metalli di Brescia +8,4%, Rubinetti, valvole e pentolame di Lumezzane +4,8%, Meccanica strumentale del Bresciano +3,9%, Lavorazione metalli Valle dell’Arno +0,7%), un distretto della gomma (Gomma del Sebino Bergamasco, +10,4%), tre distretti del tessileabbigliamento

(Abbigliamento-tessile gallaratese +5,6%, Tessile e abbigliamento della Val Seriana +5,3%, Abbigliamento e calzature della Bassa Bresciana +1,3%) e due distretti del legno (Legno di Casalasco Viadanese +16,8%, Legno e arredamento della Brianza +1,8%).

Il secondo trimestre 2017 è stato positivo anche per le esportazioni dei poli tecnologici lombardi, sempre misurate a valori correnti. L’incremento è stato del 21,5%, di gran lunga superiore al dato medio del resto dell’aggregato dei poli tecnologici nazionali (+9,4%). L’evoluzione positiva delle vendite estere ha riguardato tutti i poli monitorati, sebbene con intensità diverse. In testa il Polo farmaceutico lombardo (+43,9% nel trimestre aprilegiugno), seguito dal Polo aeronautico di Varese (+8,4%) e dal Biomedicale di Milano (+5,7%). Solo in lieve crescita l’export del Polo Ict di Milano (+0,5%).

Gabeca diventa Marcello Gabana: utile a 1 milione, Ebitda a 7

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Fabrizio Scuri e Daniela Grandi

Il Gruppo Gabeca torna all’utile e si prepara a nuove sfide sotto il nome di Marcello Gabana Holding. A presentare le novità, con il bilancio del 2016 e le prospettive di sviluppo, sono stati questa mattina – nel corso di una conferenza stampa convocata a Villa Fenaroli di Rezzato – l’amministratore delegato Fabrizio Scuri e il presidente Daniela Grandi, accompagnati dalla brand manager Claudia Gabana.

Nell’anno contabile che si è appena chiuso tutti gli indicatori sono positivi. “Il dato più lampante”, ha sottolineato Scuri, “è il ritorno all’utile (più 1,06 milioni, mentre nel 2015 la perdita era stata di 1,3 milioni, ndr), con un Ebitda che vola – secondo previsioni – a 7 milioni di euro (pari al 16,4 per cento del valore della produzione), raddoppiando nell’arco di un solo triennio. Testimonianze di buona salute”, ha aggiunto, “che sono ancora più positive se si considera che i dipendenti sono in crescita ormai da anni” (130, i due terzi nell’agroalimentare, tutti in Italia).

Ma non solo. Il patrimonio rimane stabile a 63,4 milioni di euro. Le disponibilità liquide crescono del 147%, arrivando a quota 20,4 milioni di euro (un tesoretto che potrebbe essere utilizzato per nuove acquisizioni) e superando abbondantemente i debiti verso le banche (12,1 milioni, meno 13 per cento sul 2015). Che oltretutto sono quasi tutti a medio-lungo termine.

In questo quadro, anche i fatturati complessivi crescono leggermente rispetto al 2015 (43,1 milioni contro 42,9), se pure rimangono leggermente sotto le attese a causa della drastica riduzione dell’andamento internazionale del prezzo del riso, che si ripercuote sul prezzo di vendita alla Gdo.

L’agroalimentare, come ormai da anni, rimane comunque il principale settore di ricavo del gruppo, con un fatturato di 23,1 milioni di euro. E a trainare i numeri è sempre Grandi Riso, quarto produttore italiano con un ponte sempre più solido verso l’estero. Cresce l’export (con un vero boom verso Spagna, Turchia, Francia e Croazia): non a caso Grandi Riso sarà l’unica riseria presente a Fico-Eataly World, il più grande parco agricolo tematico del mondo (6 milioni di visitatori previsti con 2 mln di stranieri), che si aprirà il 15 novembre 2017 a Bologna.

A seguire – tornando alla composizione dei fatturati del gruppo – il settore ambientale, che ha chiuso a 16,17 milioni, con Gedit che gestirà il nuovo impianto Calcinato chiudendo quello di Montichiari e la nuova avventura di Ecoplant, che a Cremona sta avviando un impianto da 140mila tonnellate all’anno con 300 codici Cer autorizzati. Infine c’è l’immobiliare, in crescita 3,7 milioni di euro.

Un 2016 intenso, insomma. E l’anno in corso si annuncia già altrettanto positivo e ricco di novità. Anche nel nome e nel marchio. “La Marcello Gabana Spa è da sempre la holding del gruppo, ma dal 2018 assumerà questo ruolo anche dal punto di vista formale”, ha sottolineato Daniela Grandi, “una decisione che va nell’ottica della semplificazione e dell’ottimizzazione finanziaria, visto che la Marcello Gabana diventa l’unico riferimento del sistema bancario del gruppo. Guardiamo al futuro senza dimenticare il passato”, ha aggiunto la presidente, “consapevoli che la vera sfida – per restare al passo con i tempi – è quella di continuare a innovare, nella struttura e nei processi aziendali”.

L’Alco avvia la procedura di mobilità, a rischio in 112

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Alco grande distribuzione - foto dal web

In questi giorni L’Alco grandi magazzini S.p.A. ha inviato alle organizzazioni sindacali la procedura di mobilità, che preavvisa la chiusura del canale logistico e quindi il licenziamento di 112 dipendenti.

“Non ci è ancora dato sapere come verranno sostituite le piattaforme distributive di Prevalle e Rovato, che fino ad oggi hanno provveduto al rifornimento della merce per i C&C in Lombardia – fa sapere in un commento la Cisl -. Non ci stupisce la scelta fatta dalla famiglia Conter, che non condividiamo in un momento in cui la ripresa si fa sempre più insistente, una decisione che purtroppo si uniforma alle scelte fatte da buona parte della Grande Distribuzione Organizzata”.

Ma i sindacati, Csil in testa, sarebbero pronti a dare battaglia: “Proprio nei giorni scorsi si leggevano sulla stampa locale dichiarazioni dell’azienda in cui la stessa affermava che il proprio bilancio è tutt’altro che sofferente: l’azienda è cresciuta e questa circostanza sarà determinante per la linea della Fisascat CISL di Brescia nel corso della trattativa. Questi licenziamenti arrivano a tre anni di distanza dall’ultima procedura di mobilità, dove volontariamente ma in modo incentivato uscirono dall’azienda circa ottanta dipendenti dei punti vendita”.

Durante la trattativa l’obiettivo sarà quello di evitare i licenziamenti, cercando soluzioni alternative in ammortizzatori sociali o nel riassorbimento dei dipendenti in altri punti vendita o con il gestore delle nuove piattaforme, senza escludere altre ipotesi finalizzate alla salvaguardia dell’occupazione e delle 112 famiglie coinvolte.

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