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UBI Banca: nel 2016 crescono le assunzioni e le ore di smart working

in Banche/Economia/Evidenza/Formazione/UBi by

Il cambiamento in atto nelle banche come negli altri nei luoghi di lavoro richiede sia l’immissione di nuove competenze e figure professionali, sia l’adozione in scala crescente di nuove soluzioni flessibili nella gestione dei tempi di lavoro e degli spostamenti fisici. Da un lato, infatti, la crescente richiesta di servizi e approcci basati sull’esperienza digitale richiede personale specializzato e affine alle esigenze di una clientela in costante evoluzione, dall’altro la tecnologia e le soluzioni applicative più recenti facilitano le soluzioni innovative come lo smart working. In questo contesto UBI Banca ha offerto importanti opportunità di lavoro soprattutto per i giovani under 35, che rappresentano la maggioranza delle assunzioni del biennio 2015-2016, e ha ampliato l’esperienza del lavoro flessibile.

I dipendenti del Gruppo UBI hanno usufruito nel 2016 di 2.760 giornate di smart working, durante le quali hanno lavorato da uffici più vicini a casa, evitando quindi spostamenti in auto o con i mezzi e dialogando con i colleghi e i responsabili, anche usando le nuove soluzioni di messaggistica istantanea e di social network aziendale che il gruppo sta gradualmente introducendo. Rispetto al 2015 le giornate totali sono aumentate del 51%.

Per ciascuna giornata di smart working ogni lavoratore del gruppo UBI ha mediamente evitato un viaggio di 102 kilometri (tra andata e ritorno), risparmiato circa 20 euro e guadagnato due ore di tempo, avendo quindi la possibilità di dedicarsi maggiormente anche ai propri impegni e attività personali e familiari.

I responsabili dei lavoratori coinvolti hanno espresso soddisfazione rilevando che tutti gli obiettivi assegnati sono stati raggiunti (100% dei casi) e segnalando anche un aumento della produttività (94% dei rispondenti).

Il 2016 è stato inoltre un anno rilevante per le assunzioni nel gruppo, che ha visto oltre 500 nuove assunzioni, che si sommano alle 400 realizzate nel 2015; il 55% dei neoassunti nel biennio sono donne e l’84% delle persone immesse in organico nello stesso periodo ha meno di 35 anni.
Questi risultati, insieme a diversi indicatori (quali ad esempio i percorsi di inserimento dei neo assunti, la formazione, lo sviluppo della Leadership, la gestione delle performance, dei percorsi di carriera e degli avvicendamenti, la politica di retribuzione e benefit, la cultura aziendale d’impresa) hanno portato Top Employers Institute, ente di certificazione internazionale, a riconoscere a UBI Banca il titolo di Top Employer anche per il 2016. L’Istituto ha premiato 79 aziende con la certificazione Top Employers Italia, che valuta e attesta le eccellenze delle condizioni di lavoro offerte ai dipendenti e delle politiche HR messe in atto dalle imprese di vari settori.

Mario Napoli, Responsabile Risorse Umane in UBI Banca, ha dichiarato “Smart working e turnover della nostra forza lavoro sono due aspetti chiave della nostra politica del personale, in base alla quale puntiamo ad ottenere una sempre maggiore soddisfazione delle nostre persone, base indispensabile per offrire servizi di eccellenza ai nostri clienti e generare valore per i nostri azionisti. Il fatto che la nostra politica del personale sia stata certificata fra le eccellenze da Top Employers Institute per il terzo anno consecutivo è ovviamente motivo ulteriore di soddisfazione anche per noi e incentivo a proseguire il buon lavoro intrapreso in tale direzione dal Gruppo”.

Quanto vale l’Imu del centro commerciale? E’ scontro tra Elnòs e Comune

in Città e Hinterland/Commercio/Economia/Elnòs/Zone by
Elnòs

Tra ambientalisti e piccoli commercianti c’è chi sorride tra i baffi, parlando di contrappasso dantesco nei confronti di un’amministrazione comunale che ha permesso la realizzazione dell’ennesimo centro commerciale nel nome della promessa di grandi entrate tra oneri e imposte. Ma c’è anche chi è preoccupato due volte, perché la vicenda – oltre a favorire ancora la multinazionale svedese – rischia di provocare un pesante buco nelle casse comunali. E non solo  di Roncadelle.

In ballo, infatti, c’è il conteggio dell’Imu relativa al centro commerciale Ikea – Elnòs, centro accatastato dai proprietari in una categoria tributariamente agevolata: la D invece che la C, in cui sono collocate diverse realtà concorrenti del Bresciano. Il risultato è che nelle casse comunali entreranno 500mila euro in meno su un bilancio complessivo di 7 milioni. Immediato il ricorso all’Agenzia delle entrate, ma per la risposta potrebbe volerci almneo un anno.

Ma Ikea la pensa diversamente. “In riferimento alle dichiarazioni del Comune di Roncadelle in merito al gettito IMU, ELNÒS Shopping precisa di avere ottenuto l’accatastamento del proprio immobile dopo un confronto con i tecnici del Catasto che hanno certificato la correttezza della procedura con la sua approvazione”, si legge in una nota, “ELNÒS Shopping è a conoscenza delle difficoltà sul bilancio previsionale del Comune di Roncadelle, e auspica che il confronto con l’Agenzia delle Entrate, il Ministero competente, il Catasto si risolva in maniera equa per tutte le parti coinvolte. L’investimento di ELNÒS Shopping sul territorio in termini di recupero di un’area dismessa, posti di lavoro, indotto, oneri di urbanizzazione, realizzazione di infrastrutture e sostegno alle iniziative del Comune”, continua il comunicato, “è stato ingente; negli anni si è instaurato un rapporto di proficua collaborazione con il Comune di Roncadelle, il nostro insediamento commerciale versa nelle casse dell’ente quanto dovuto e consideriamo importante che questo si tramuti in concreti vantaggi per la cittadinanza”.

Domenica sette espositori bresciani a Milano per il mercatino degli scambi

in Commercio/Economia by

Ci saranno ben sette bresciani domenica 19 febbraio da East Market, tra gli oltre 270 espositori provenienti da 12 regioni italiane. East Market è il mercatino cult milanese dedicato ai privati dove tutti possono vendere, comprare e scambiare. Negli oltre 6000 mq espositivi dell’ex fabbrica di Lambrate, assieme a centinaia di selezionatissimi espositori dal Friuli alla Sicilia, saranno presenti anche gli articoli bresciani di Mama Spillas alias Francesca Suardi, che raccoglie una vasta collezione di bigiotteria americana vintage. Anna Maria Bontempi da Sarezzo scova in giro per l’Italia capi d’abbigliamento vintage, rarissimi accessori retrò e preziosi marchi di calzature, borse, occhiali, cappelli e molto altro. Carmine dell’Erba, meglio noto come I Love Vintage Italia, è specializzato in vintage Anni ’80-’90, secondhand, pellicceria, jeanseria e montoni. Barbara Porta da Concesio, porta Gallery Vintage, una raccolta di capi ed accessori in pelle ricercati e modificati per un effetto unico. Alice Santini alias Aliceviandante propone una selezione dei migliori pezzi di arredamento, oggettistica e illuminazione fino agli Anni ’80, ma, anche mobili artigianali creati da lei in pezzi unici. Labottegadeldecoro di Mery di Maria Villa da Iseo, si occupa di modernariato, design degli Anni ’50,’60,’70. La sua passione sono le lampade, sempre a “caccia” di oggetti dandogli anche una nuova vita se necessita senza alterare la loro natura. Per finire Ornella Iorio espone i Cacti, un nuovo progetto che deriva dalla passione per i cactus unita a quella per il vintage. Piante grasse e succulente vivono e fanno rivivere vecchi e preziosi contenitori.

A novembre 2016 East Market ha festeggiato i primi due anni di vita con ventuno edizioni mensili, due speciali natalizi, due Eat Market dedicati allo street food, uno speciale Salone del Mobile e la recente apertura del locale East Market Diner. Una stima di 3000 espositori coinvolti e circa 250.000 visitatori, che in questi anni hanno dato vita a un fenomeno di costume. Presenze da tutta Italia, spesso anche dall’Europa e un crescente interesse da parte nei media nazionali e internazionali. Da East Market migliaia di articoli nuovi e usati tra vintage, artigianato, collezionismo, modernariato, design e pulci colorano i padiglioni dello spazio che ogni mese attira giovani, turisti e famiglie da tutta milano, ma, spesso anche da molte località di tutto il nord Italia. Espositori e collezioni sono il vero motore del mercatino: le loro idee, i loro prodotti e la loro passione arricchiscono ogni edizione sempre con nuove sorprese. Un appuntamento imperdibile per appassionati e curiosi da ogni parte d’Italia, con circa diecimila visitatori a edizione e altrettante centinaia di espositori che fanno a gara per aggiudicarsi un posto durante l’evento. Ispirandosi ai mercati dell’East London, si propone come un connubio di moda, fai da te, mercato del riciclo che strizza l’occhio alle nuove tendenze del fashion e della musica. Da East Market si può trovare di tutto, dall’abbigliamento usato ai dischi in vinili, arredamento, raccolte private, handmade, sneakers, accessori e molto altro ancora. Durante East Market, che è sempre a ingresso libero, sono presenti anche dj set con tanta musica, esposizioni e spazi dedicati allo street food.

Sistri, ecco le proposte di Associazione Artigiani ai parlamentari bresciani

in Associazione Artigiani/Associazioni di categoria/Bortolo Agliardi/Economia/Evidenza/Personaggi by

Pubblichiamo di seguito il comunicato del presidente di Associazione Artigiani Bortolo Agliardi con otto proposte “modificabili” da porre all’attenzione dell’agenda dei parlamentari bresciani in relazione al sistema Sistri.

ECCO IL TESTO DEL COMUNICAT

Interventi normativi sul Sistema Sistri: per Associazioni Artigiani il decreto complica le procedure e aumenta i costi. Otto punti modificabili all’attenzione dell’agenda dei parlamentari bresciani.

La gestione dei flussi di informazioni acquisiti e chi deve controllarli, l’iscrizione al SISTRI (obbligatoria e volontaria) con un riepilogo aggiornato dei soggetti coinvolti; il monitoraggio degli impianti di smaltimento e di recupero; il coordinamento tra soggetti iscritti e non iscritti e responsabilità del produttore e dell’impianto; le procedure  speciali, le modalità operative semplificate e il catasto dei rifiuti sono le nuove regole sulla tracciabilità informatica dei rifiuti  introdotte al Sistema Informatico per la Gestione e Tracciabilità dei Rifiuti dal  Decreto Ministeriale N°78/2016 del Marzo 2016.

Premesso, sottolinea in una nota il Presidente dell’Associazione Artigiani Bortolo Agliardi, che la necessità di colpire chi gestisce illecitamente i rifiuti attraverso un sistema che intensifichi i controlli su tutti i soggetti che partecipano alla filiera dei rifiuti è sicuramente un obbiettivo che va perseguito, il Decreto, pur introducendo alcune novità, di fatto non cambia nulla in termini di semplificazione, di riduzione delle procedure e dei relativi costi.”

All’impianto di procedure che comporterà un aggravio dei processi a partire dalle modalità di conferimento di delega alle Associazioni di categoria, Associazione Artigiani attraverso il centro studi Poisa risponde con otto proposte elaborate per semplificare e risparmiare:

  1. Chiarire relativamente al delegato se questi sia il soggetto che munito di certificato, di fatto appone la firma digitale sui documenti SISTRI e se in virtù di tale delega sia deputato dall’Ente o Impresa ad operare.
  2. Definire in tema di delegato il concetto del termine
  3. Predisporre una collaborazione tra SISTRI e Organizzazioni di Categoria presenti sul territorio al fine di approntare Corsi Tecnico Operativi dedicati a Consulenti e Imprese.
  4. Ottimizzare le procedure attraverso la semplificazione delle modalità di conferimento della delega alle Organizzazioni di Categoria
  5. Facilitare l’Inserimento Automatico al SISTRI per le imprese che effettuano l’iscrizione all’Albo Nazionale Gestori Ambientali attraverso un reciproco scambio di informazioni tra SISTRI e Organizzazioni di Categoria
  6. Abolire gli attuali Strumenti di Identificazione Utente e Tracciamento Trasporto Token UUSB e Black Box sostituendoli con una App che interagisca con il SISTRI, oppure attraverso certificati virtuali e tachigrafi digitali abolendo contestualmente l’obbligo di Pianificazione informatica del viaggio.
  7. Semplificare gli oneri informativi attraverso l’integrazione del sistema con le principali banche dati, vedasi l’Anagrafe delle Imprese e quella dell’Albo Gestori Ambientali.
  8. Ridurre i costi di iscrizione annuali per le imprese che producono un quantitativo minimo di rifiuti all’anno, ad esempio Centri Estetici e Parrucchieri.

“Anche in questa occasione com’e’ nostra consuetudine, ribadisce Bortolo Agliardi, ci poniamo come interlocutori ne’ sterili ne’ polemici, certi di contribuire al miglioramento di un sistema virtuoso ma perfettibile“.

Aib, per la presidenza è corsa a due tra Pasini e Beretta?

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Nomine by

Pasini o Beretta: potrebbe essere uno dei due il prossimo presidente di Aib. Indiscrezioni pubblicate da Bresciaoggi, che circolano da tempo negli ambienti di Brescia 2 e che trovano una prima conferma ufficiosa nelle dichiarazioni rilasciate al quotidiano dagli interessati.

Il comitato dei saggi si riunirà lunedì per decidere i nomi con il maggiore consenso nella base: indicazioni che verranno poi girate al Consiglio generale e all’assemblea fissata per maggio.

Ma nel frattempo gli interessati non smentiscono. “Considero l’Aib una realtà molto seria, quindi non posso esimermi dal prendere in considerazione ciò che può chiedermi l’Associazione, ma anche la base associativa. Ma deve essere chiaro a tutti che l’organizzazione e il presidente devono essere di tutti”, ha dichiarato sottolinea Franco Gussalli Beretta, leader della storica Fabbrica d’Armi Pietro Beretta di Gardone Valtrompia.

E sulla stessa linea – sempre stando a Bresciaoggi – si è collocato Pasini, leader del gruppo Feralpi di Lonato, attuale vice presidente dell’Aib con delega per Ambiente, Sicurezza e responsabilità sociale. «Alla presidenza dell’Associazione industriale bresciana non ci si candida. Completate le consultazioni, toccherà ai saggi evidenziare quanto emerso dal confronto con la base”, ma “di fronte una chiamata per la presidenza dell’Associazione, proveniente dal mondo imprenditoriale bresciano che si riconosce nell’Aib, mi sento in dovere di doverla prendere in considerazione e di rispondere, per portare a compimento l’importante lavoro avviato dalla presidenza Bonometti. Ma deve essere una chiamata forte”.

Ubi, via al nuovo social bond dedicato all’università di Brescia

in Banche/Economia/Finanza/Formazione/Partner/UBi by

Banca di Valle Camonica e Banco di Brescia annunciano il collocamento di un Social Bond, emesso dalla Capogruppo UBI Banca, per un ammontare complessivo di 5 milioni di Euro di cui lo 0,50% dell’ammontare nominale collocato sarà devoluto a titolo di liberalità all’Università degli Studi di Brescia –Dipartimento di Scienze Cliniche e Sperimentali.

Nello specifico, l’importo devoluto sosterrà la realizzazione di una ricerca sperimentale, attraverso la predisposizione di  una specifica  borsa  di  studio, intitolata “Associating tumor cells with ICG for intraoperative detection of peritoneal occult cancer seeding”, che ha per obiettivo legare cellule di tumori gastrici ad un colorante (verde di indocianina), rilevabile durante l’intervento chirurgico grazie a una telecamera a fluorescenza. Ciò consentirebbe di individuare piccoli gruppi cellulari, in particolare localizzati sul peritoneo, non visibili né in fase preoperatoria con le tecniche di imaging disponibili, né in sede intraoperatoria, al fine di migliorare la stadiazione e personalizzare l’iter terapeutico.

Il tumore allo stomaco è una delle neoplasie solide più frequenti e costituisce nel mondo occidentale la quarta causa di morte per cancro con circa 190.000 nuovi casi all’anno in Europa, la seconda zona maggiormente colpita al mondo dopo Giappone e Cina; l’Italia è la nazione a maggiore incidenza, in particolare la Provincia di Brescia con 53 decessi (31 maschi e 22 femmine) ogni 100.000 abitanti all’anno è la seconda in Italia per incidenza dopo quella di Firenze.

All’interno della Provincia di Brescia, la Valle Camonica è una zona ad incidenza particolarmente elevata, con una prevalenza di circa 250 casi/100.000 abitanti, che porta quello dello stomaco ad essere il secondo tumore in assoluto dopo quello ai polmoni.

“Siamo particolarmente soddisfatti di presentare questo prestito obbligazionario solidale – dichiarano  Stefano Vittorio Kuhn, Direttore Generale del Banco di Brescia e Marco Franco Nava Direttore Generale della Banca di Valle Camonica – a sostegno di una rilevante ricerca dedicata al cancro gastrico, che sarà  condotta dal Dipartimento di Scienze Cliniche e Sperimentali dell’Ateneo cittadino, al fine di esplorare  un’importante possibilità diagnostica e terapeutica su una neoplasia che, purtroppo, attesta un’incidenza particolarmente elevata nella provincia di Brescia”.

Responsabile del progetto di ricerca è il Prof. Gian Luca Baiocchi, Professore Associato presso la Cattedra di Chirurgia Generale dell’Università degli Studi di Brescia e Dirigente Medico presso la U.O. 3za Chirurgia dell’ASST Spedali Civili di Brescia (Direttore Prof. Portolani). “Siamo assai riconoscenti e al tempo stesso orgogliosi di avere al nostro fianco il Gruppo UBI Banca attraverso la Banca di Valle Camonica e il Banco di Brescia in questo rilevante progetto di ricerca sul cancro gastrico. La storica collaborazione tra il nostro Ateneo e le due banche bresciane, la Loro particolare attenzione alla solidarietà ci fa toccare con mano la lodevole missione di banche del territorio”.

Le obbligazioni collocate dalla Banca di Valle Camonica dal Banco di Brescia e da UBI Banca hanno un taglio minimo di sottoscrizione pari a 1.000 euro e potranno essere sottoscritte presso tutte le filiali delle banche collocatrici dal 8 febbraio al 6 marzo 2017, salvo chiusura anticipata. Le obbligazioni a tasso fisso, tipologia Step Up, per un ammontare nominale massimo di euro 5.000.000, hanno durata di 36 mesi e cedola semestrale; il tasso di interesse lordo è fissato allo 0,55% per il primo anno, allo 0,60% per il secondo anno e allo 0,65% per il terzo anno. Le obbligazioni potranno essere sottoscritte esclusivamente da clientela che dal 2 novembre 2016 e sino a tutto il periodo di collocamento apporterà nuova disponibilità presso le tre Banche.

L’introduzione dei Social Bond in Italia rientra nella rinnovata strategia commerciale del Gruppo UBI Banca di accompagnamento del Terzo Settore – non profit lungo un percorso di crescita e di innovazione sociale e di sostegno ai progetti ad alto impatto sociale promossi da soggetti pubblici e privati nei territori di riferimento. Da aprile 2012 ad oggi il Gruppo UBI Banca ha emesso 82 Social Bond UBI Comunità per un totale di emissioni di oltre 878 milioni di euro rendendo possibile la devoluzione di contributi a titolo di liberalità per oltre 4 milioni di euro, volti a sostenere iniziative di interesse sociale e sono stati sottoscritti da circa 31.000 clienti del Gruppo. Inoltre sono stati attivati plafond per finanziamenti per oltre 20 milioni di euro destinati a consorzi, imprese e cooperative sociali.

La gran parte di queste obbligazioni è stata sottoscritta con largo anticipo rispetto al termine di chiusura del collocamento, a testimonianza della comunanza di intenti fra il Gruppo e i suoi territori di riferimento.

Prima dell’adesione, per un’illustrazione esaustiva delle caratteristiche delle Obbligazioni collocate dalla Banca di Valle Camonica e dal Banco di Brescia, si invita a leggere la Scheda Prodotto congiuntamente al Prospetto di Base, depositato in Consob in data 6.2.2017 ed alle Condizioni Definitive disponibili gratuitamente nelle filiali e sui siti web dell’emittente (www.ubibanca.com) da cui sono rilevabili i costi, le condizioni e i rischi tipici dell’investimento in oggetto. Si rinvia, per una più dettagliata informativa circa le condizioni, i costi e i rischi alla nota di sintesi dell’emissione ed in particolare – per quanto riguarda i rischi – alla Sezione D della stessa.

Università degli Studi di Brescia

L’Ateneo bresciano viene istituito con la legge n.590 del 1982, svolge attività di didattica e di internazionalizzazione, formazione intellettuale della ricerca scientifica e tecnologica, provvede a tutti i livelli di formazione universitaria tesi alla preparazione e specializzazione delle diverse figure professionali e scientifiche previste dagli

Dalla Regione 1,7 milioni per le aziende vitivinicole

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Bandi/Economia/Evidenza/Istituzioni/Regione by

Con un provvedimento approvato dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore all’Agricoltura Gianni Fava, sono stati stanziati 1,7 milioni di euro per il settore vitivinicolo.
Destinatari del provvedimento micro, piccole e medie imprese agricole e di trasformazione, grandi imprese con meno di 750 occupati e un fatturato inferiore a 200 milioni di euro.

“In tempi record abbiamo aperto la misura investimenti sull’ocm del settore vitivinicolo – ha commentato l’assessore all’Agricoltura Gianni Fava – che da tempo i nostri viticultori aspettavano. La conferenza Stato – Regioni si e’ pronunciata il 2 febbraio e noi, la settimana dopo, abbiamo scelto di aprire il bando che andra’ incontro alle sempre forti esigenze di ammodernamento degli impianti e di commercializzazione del vino, in una logica che tenda a privilegiare l’aumento della competitivita’ di una regione come la Lombardia sempre piu’ leader sui mercati nazionali e internazionali per produzione qualitativa e non per quantita’”.

SOSTEGNO A COMMERCIALIZZAZIONE – I contributi previsti sono finalizzati a investimenti, materiali e immateriali, in impianti di trattamento, infrastrutture vinicole e per interventi finalizzati alla commercializzazione del prodotto. Il contributo e’ destinato a coprire spese per investimenti tra i 5.000 e i 200.000 euro, con un sostegno massimo del 40 per cento per le piccole e medie imprese, e un 20 per cento massimo per le imprese piu’ grandi.

“Ancora un volta – ha detto il presidente della Giunta regionale Roberto Maroni, presentando il provvedimento nella conferenza stampa dopo giunta – dimostriamo attenzione alle piccole aziende, che fanno piu’ fatica e hanno bisogno di maggiore aiuto”.

La banca non ha rispettato la legge: sospeso il debito milionario

in Banca Intesa/Banche/Economia/Evidenza by

Il debito è sospeso se la banca non ha rispettato fino in fondo la legge. E’ questo, in estrema sintesi, il senso della rivoluzionaria sentenza emessa lo scorso 11 gennaio da un giudice in seguito al ricorso presentato dallo studio bresciano Pagano and Partners. Un caso che ora potrebbe far scuola, obbligando le banche a rivedere radicalmente il proprio atteggiamento nei confronti delle imprese e di tutti gli altri clienti.

Troppo spesso, infatti, gli istituti di credito adottano procedure irregolari, approfittando della propria forza “contrattuale”, di bizantinismi e di clausole poco chiare per ottenere quanto non spetterebbe loro. Ma stavolta un magistrato ha detto no, almeno fino a che non sarà chiarito se tutto è stato fatto nella maniera corretta.

E in ballo non c’è una cifra da poco. Il giudice del Tribunale di Bergamo, infatti, ha sospeso il decreto ingiuntivo emesso da uno dei principali istituti di credito italiani nei confronti di una nota azienda del settore lavorazione pietre, bloccando il pagamento di 1 milione e 258mila euro che la banca pretendeva in virtù di un precedente decreto ingiuntivo.

Ma la società ha opposto resistenza, sostenuta dagli avvocati Monica Pagano e Matteo Marini, specialisti della materia bancaria che sono riusciti a convincere il magistrato a sospendere il presunto debito, imponendo la mediazione tra le parti.

“Oltre all’obbligatorietà di questo passaggio prima di pretendere qualsiasi pagamento”, spiega l’avvocato Pagano, “abbiamo evidenziato l’incostituzionalità del Testo unico bancario quando consente alle banche private di chiedere il decreto ingiuntivo anche in base al solo estratto conto certificato dal direttore: gli istituti di credito devono addurre prove concrete di quanto pretendono, perché solo in questo modo i clienti possono esercitare a pieno i propri diritti. Allo stesso modo gli istituti di credito”, ha aggiunto, “gli istituti di credito non possono avanzare impunemente pretese economiche contra legem. Nello specifico, infatti, si ritiene che la banca abbia applicato tassi ‘ultralegali’ e condizioni contrattuali nulle, oltre ad aver capitalizzato gli interessi sugli interessi (il cosiddetto anatocismo). Circostanze che, da legge, determinano l’illegittimità delle somme pretese”.

Il prossimo round nelle aule di tribunale sarà a giugno. Ma nel frattempo il precedente c’è, e per una volta a vantaggio di imprese e cittadini.

Open Innovation, in Lombardia attivati investimenti per 280 milioni

in Economia/Istituzioni/Regione/Startup by

Ammontano già a 280 milioni di euro gli investimenti generati dalla legge regionale “Lombardia è Ricerca e Innovazione”, approvata lo scorso novembre. E’ uno dei dati significativi emersi in occasione del convegno “Open Innovation in Lombardia: la sfida del partnenariato pubblico-privato”.  L’evento, ospitato questa mattina nella cornice del Belvedere Jannacci  a Palazzo Pirelli, è stato l’occasione per promuovere la legge e confrontarsi con la realtà di importanti imprese, mondo universitario e start up. Come hanno ricordato il Presidente della Commissione Attività Produttive, Pietro Foroni, il relatore della legge, il Consigliere Mauro Piazza, e l’assessore alla Open Innovation, Luca Del Gobbo, la legge finanzia l’acquisto di soluzioni innovative, accordi per la ricerca, l’accesso a open e big data (1 miliardo i dati in possesso di Regione Lombardia), lavori di ricerca, infrastrutture digitali, no tax area.

Coordinati dal giornalista del Sole 24 Ore, Andrea Biondi, si sono confrontati portando esperienze, numeri e aspettative, Alessandro Magnino (Vodafone), Giuseppe Gammariello (Altran Italia), Alessandro Capuzzello (RTI – Mediaset), Flavio Manenti (Politecnico Milano e Technical University di Berlino), Ottavio Crivaro (Moxoff spa e Mathesia rsl).

La Lombardia raccoglie la sfida dell’innovazione e lo fa in modo originale attraverso la sfida del partenariato – ha dichiarato il Presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo –  Il sostegno all’innovazione non può arrivare solo dai contributi dello Stato: dobbiamo mettere in moto una rete che sappia dal basso mioltiplicare l’investimento. In Lombardia spendiamo nella ricerca 450 euro all’anno per cittadino, registrando in alcuni casi un gap anche di 14 miliardi rispetto ad altre regioni europee: per colmare questo divario serve un approccio sussidiario che consenta dal basso, a partire dalla rete promossa dalla Regione, di animare tutte le iniziative messe in campo. La legge va in questa direzione e ha già consentito di attivare investimenti per 280 milioni di euro”.

“Siamo l’unica regione italiana ad avere una legge che supporta l’innovazione e la ricerca, e questo è un segnale di attenzione che diamo alle imprese e al territorio – ha detto Pietro Foroni, Presidente della IV Commissione Attività Produttive e Occupazione del Consiglio regionale della Lombardia – Conosciamo le nostro eccellenze e non vogliamo che progetti ambiziosi e concreti, a partire dalla ricerca in campo sanitario, rimangano nel cassetto. Questa legge serve a fare in modo che il supporto della Regione, sia alle realtà avviate che alle tante start up, sia immediato ed efficiente. E questo convegno è la prova tangibile della volontà di creare una rete con imprese e università per fare ricerca finalizzata al benessere dei cittadini”.

In Lombardia esiste un vero e proprio ecosistema della ricerca e innovazione, composto da eccellenti università e centri di ricerca, aziende di assoluta qualità che rappresentano il valore aggiunto per il sistema Paese – spiega il Consigliere regionale Mauro Piazza, relatore della legge – Con questa legge andiamo a potenziare l’investimento regionale in questo settore così da favorire la competitività del sistema economico-produttivo, la crescita del capitale umano e il benessere sociale e la qualità dei servizi erogati ai cittadini  e alle imprese. Tra gli elementi qualificanti spiccano una dotazione finanziaria di poco meno di 350 milioni di euro in sette anni tra fondi europei e risorse di Regione Lombardia”.

L’assessore Luca Del Gobbo ha ricordato un aspetto della legge: l’introduzione di una “No tax area” per chi investe in ricerca e innovazione per favorire l’insediamento di imprese innovative nell’area Expo attraverso la defiscalizzazione delle imposte regionali, comunali e statali. “Questo – ha spiegato Del Gobbo – è uno degli altri tasselli che stiamo mettendo a punto per far crescere ancora di piu’ le nostre imprese aumentando, allo stesso tempo, il benessere dei nostri cittadini“.

Prima delle conclusioni del Presidente Foroni, Marcel Patrignani, Chairman e Ceo di Altran Italia (società che ha collaborato con la IV Commissione nell’organizzazione dell’evento) ha ricordato la volontà di investire in Lombardia con l’assunzione di 220 nuovi ingegneri in un anno e l’orgoglio del progetto made in Italy che ha portato alla realizzazione di una stampante 3D utilizzabile nello spazio.

Stampare in 3D nello spazio. Il sala era esposta anche “Portable on Board Printer 3D”, la stampante 3D che lo scorso 2 febbraio 2016 è entrata in funzione sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Il progetto è stato realizzato da Altran Italia in collaborazione con Thales Alenia Space e Istituto Italiano di tecnologia (IIT) e sotto il coordinamento dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Portable on Board Printer 3D è  il primo esperimento europeo di additive manufacturing nello spazio.

Massetti: segnali positivi sui mercati esteri, ma tira vento di chiusura

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Eugenio Massetti/Evidenza/Export/Personaggi by

Sempre più a fare la differenza non sono le virgole nella crescita o nella decrescita delle nostre imprese, ma un orizzonte più ampio, che consideri il fatto che stiamo vivendo un periodo di grandi cambiamenti. E il nostro compito, quali associazioni di rappresentanza, è quello di operare a fianco delle Istituzioni per dare alle nostre imprese gli strumenti giusti per affrontarli. Serve essere strutturati per affrontare le nuove sfide del mercato, ma serve anche che siano create le condizioni perché nel 2017 possano ripartire gli investimenti, dal sostegno al credito al supporto allo sviluppo tecnologico e digitale delle MPI. Per questo la collaborazione con Regione Lombardia è un tema sempre più centrale perché strumenti come Manifattura Diffusa 4.0 o opportunità come il futuro dell’Area Expo si possano trasformare in occasioni concrete di crescita per le imprese artigiane lombarde. Come resta un elemento chiave trovare una sinergia, tutta a favore delle imprese, tra gli strumenti dei Confidi, Finlombarda e il Fondo Centrale di Garanzia”.

Così Eugenio Massetti, Presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia, commenta i risultati della congiuntura lombarda relativa al quarto trimestre 2016.

Il quarto trimestre 2016 segna per le aziende artigiane manifatturiere lombarde un incremento congiunturale (+0,5%) e un’accelerazione tendenziale (+1,4%), che portano a una crescita media annua dell’1,2%, molto vicina al +1,3% del 2015. L’indice della produzione resta però a quota 71,4 (dato destagionalizzato, base anno 2005=100) rimanendo ancora ben lontano da 100 e 5 punti sotto il massimo post-crisi registrato nel 2011.

Da un punto di vista settoriale, chiudono il 2016 con un risultato sensibilmente positivo i settori delle manifatturiere varie (+2,3%), degli alimentari (+2,2%) e della meccanica (+2,1%) seguiti da gomma-plastica (+1,4%) e legno-mobilio (+0,8%) con incrementi più contenuti. Ancora numerosi i settori che classificano il 2016 come anno negativo: le pelli-calzature (-2,2%), i minerali non metalliferi (-2,2%), il tessile (-2,1%) e la siderurgia (-1,5%) presentano i risultati più negativi ai quali si associano con riduzioni dei livelli produttivi più contenute l’abbigliamento (-0,9%) e la carta-stampa (-0,6%).

Lo spaccato dimensionale vede le micro imprese ancora sofferenti (-0,5% le imprese con meno di 6 addetti) e le imprese di maggiori dimensioni che sostengono la crescita del settore (+2,1% le imprese da 6 a 9 addetti e +2,7% le imprese con più di 10 addetti).

Rimane prevalente la quota di aziende in crescita (43%) rispetto a quelle in contrazione (32%). Rimane stabile la quota di imprese artigiane che non registrano variazioni (25%).

Le imprese artigiane avvertono la svolta congiunturale della domanda interna registrando un +0,1% rispetto al trimestre precedente, ma questo risultato di fine anno è troppo debole per determinare una svolta tendenziale e il 2016 si chiude con una variazione media annua ancora negativa (-0,1%). Sul versante estero, dal quale il comparto artigiano ricava una quota del fatturato del 7% sul totale, i risultati confermano il rallentamento della domanda con una contrazione dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e una variazione tendenziale che retrocede ai tassi di inizio anno (+3,4%) dopo aver raggiunto il 9% nei mesi estivi.

Sul fronte dell’occupazione, il tasso d’ingresso supera il livello di inizio anno (1,9%), mentre le uscite crescono maggiormente (2,2%) portando a un saldo negativo (-0,3%). Si riduce inoltre il ricorso alla CIG.

Le aspettative degli imprenditori artigiani riguardo a produzione e occupazione rimangono in area negativa, ma si avvicinano sempre più al punto di svolta. Sul versante della domanda le aspettative sono in assestamento con un saldo tra ottimisti e pessimisti praticamente nullo per la domanda estera e un lieve incremento del saldo negativo per la domanda interna

Stiamo vivendo un momento particolare – conclude il presidente Massetti – in cui sono in molti a chiedersi se stia iniziando una nuova fase storica, in cui la globalizzazione lascia il posto a un nuovo paradigma basato sulla chiusura dei confini e sul rilancio della sovranità nazionale. Non è dato sapere quali possano esserne le conseguenze sul piano più strettamente economico: il nostro tessuto imprenditoriale ha saputo affrontare la crisi, certo con una selezione nelle imprese non trascurabile, ma riuscendo comunque ad ottenere risultati positivi. Sapremo resistere anche ai venti di chiusura che stanno iniziando a soffiare a livello internazionale?”

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