A fine settembre 2025 lo stock di prestiti bancari (al netto di pronti contro termine e sofferenze) a disposizione delle imprese industriali bresciane ammonta a 9,6 miliardi di euro, evidenziando una modesta crescita (+0,5%) sull’analogo periodo del 2024. Tale dinamica si inserisce all’interno di un movimento di sostanziale assestamento dei quantitativi erogati, dopo la fase di incremento degli stessi riscontrata nei primi mesi dell’anno.
A evidenziarlo è il Centro Studi di Confindustria Brescia su dati di Banca d’Italia.
Quanto rilevato nel nostro territorio risulta nel complesso coerente con il dato lombardo (+0,5%) e nazionale (+0,8%). Il volume complessivo dei prestiti (9,6 miliardi) risulta significativamente inferiore rispetto ai massimi storici rilevati a fine agosto 2022 (-30,4%), quando le inedite quotazioni degli input energetici e la fase espansiva dell’attività economica avevano determinato un maggiore fabbisogno per la copertura del circolante, che si era tradotto in una intensa domanda di credito da parte delle imprese. L’attuale situazione vissuta dal sistema economico locale appare notevolmente diversa, con i prezzi dell’energia ridimensionati (ma ancora elevati in prospettiva storica) e una congiuntura economica “più scarica”: tutto ciò si traduce, quindi, in una minore richiesta di fondi da parte delle aziende.
La domanda di credito da parte delle imprese locali è inoltre frenata dall’elevata liquidità detenuta da tali realtà: a fine settembre 2025 i depositi bancari posseduti dalle società non finanziarie e dalle famiglie produttrici bresciane sono pari a 18,1 miliardi, un valore di fatto ai massimi storici, con una crescita del 5,1% sull’analogo periodo del 2024.
Secondo le ancora provvisorie stime per l’anno 2025 realizzate dal Centro Studi di Confindustria Brescia, il rapporto tra i depositi delle imprese e il valore aggiunto complessivo generato in provincia di Brescia si attesterebbe al 35%, una quota particolarmente significativa, non lontana dal livello più elevato riscontrato nel 2021 (37%). Le motivazioni alla base di tale dinamica sono molteplici, alcune con una connotazione positiva (gli importanti utili realizzati e accumulati dalle imprese negli ultimi anni), altre con una valenza negativa (la limitata propensione del sistema produttivo agli investimenti, che non ha permesso un più efficiente utilizzo di tali fondi). Quanto rilevato nell’ambito delle imprese trova una (parziale) corrispondenza all’interno dell’aggregato delle famiglie consumatrici, dove i depositi bancari rilevati alla fine del terzo trimestre di quest’anno (27,2 miliardi) risultano in aumento del 2,3% tendenziale.
“In generale, la situazione attuale sul territorio bresciano è da considerarsi complessivamente positiva – commenta Anna Tripoli, vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Credito, Finanza e Fisco –: la qualità del credito continua a essere elevata, l’ammontare dei prestiti a disposizione delle imprese è dalla fine del 2024 in “territorio positivo” e i tassi di mercato a livello nazionale sono in discesa, come recentemente certificato dall’ABI. Tuttavia, nei mesi a venire, gli ancora irrisolti nodi di natura geopolitica, la lenta crescita dell’economia italiana e i possibili effetti negativi derivanti dai dazi statunitensi, potrebbero determinare un peggioramento del quadro attuale. In tale contesto, l’elevata disponibilità di liquidità delle aziende rappresenta comunque un elemento di ulteriore sicurezza.”
Va poi segnalato che la debole fase ciclica sperimentata negli ultimi tre anni dall’economia bresciana ha avuto – fortunatamente – impatti molto modesti sulla creazione di crediti deteriorati (NPL): il tasso annualizzato di deterioramento dei prestiti, che misura la velocità di formazione dei NPL sta mostrando dei segnali di crescita, ma, al momento, di per sé non preoccupanti. A giugno 2025 la componente “utilizzato” (che fa riferimento al totale dei nuovi prestiti deteriorati) è pari all’1,8%, in aumento dai minimi storici rilevati nel terzo trimestre 2023 (0,8%), poco al di sotto della media del biennio 2018-2019 (2,1%) e ben lontano dai picchi del 2009-2010 (12%-13%). Situazione leggermente migliore si ha per la componente “affidati” (che riguarda il numero dei nuovi soggetti che entrano nel perimetro dei NPL): a giugno di quest’anno il tasso rilevato è pari all’1,6%, con una dinamica più piatta e meno volatile rispetto a quella dell’utilizzato.
Le sofferenze bancarie – ovvero tutti quei crediti che sono considerati irrecuperabili dagli istituti di credito – a carico delle imprese industriali bresciane a giugno 2025 sono pari a 103 milioni di euro, un valore in ridimensionamento rispetto a 112 milioni misurati nello stesso mese del 2024, sebbene in risalita dai minimi storici raggiunti alla fine del 2022 (81 milioni). A Brescia la loro incidenza sul totale dei prestiti (1,0%) è particolarmente bassa nei confronti del passato (era al 4,2% nel biennio 2018-2019) e appare in linea con la media lombarda (1,0%) e nazionale (1,3%).