Infissi in PVC: efficienza energetica, comfort abitativo e risparmi concreti nelle ristrutturazioni moderne

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Negli ultimi anni gli infissi in PVC hanno conquistato una posizione centrale nel mercato europeo della riqualificazione energetica. Questa situazione non dipende solo dal costo competitivo, ma soprattutto dall’equilibrio che il materiale offre tra prestazioni termiche, durabilità e assenza quasi totale di manutenzione. Le normative europee più recenti, come la UNI EN 12608 sui profili in PVC e la UNI EN 10077 sulla trasmittanza termica, hanno contribuito a migliorare ulteriormente la qualità del prodotto, rendendolo una scelta sempre più affidabile.

L’efficienza termica spiegata in modo semplice

Il parametro che più influenza i consumi energetici di un’abitazione è la trasmittanza termica Uw, ovvero la capacità dell’infisso di trattenere il calore all’interno. Negli edifici costruiti tra gli anni ’70 e ’90, i vecchi serramenti presentano valori spesso superiori a 2,5–3,0 W/m²K, una soglia che oggi appare molto distante dagli standard richiesti per il risparmio energetico.

Gli infissi in PVC di nuova generazione raggiungono invece valori compresi tra 0,78 e 1,00 W/m²K, riducendo le dispersioni fino al 70%. Questa differenza, che può sembrare solo un numero, si traduce nella pratica in un ambiente domestico più stabile, caldo d’inverno e fresco d’estate, con un impatto significativo sui consumi quotidiani.

La ragione di tali prestazioni risiede nella struttura multicamera del profilo e nella bassa conducibilità intrinseca del materiale, quasi mille volte inferiore a quella dell’alluminio. A ciò si aggiunge la compatibilità con vetrocamere tecniche ad alto isolamento, spesso riempite con gas come Argon o Kripton, capaci di migliorare ulteriormente il comportamento termico dell’insieme finestra-vetro.

Risparmi energetici misurabili: cosa accade dopo la sostituzione

Nelle ristrutturazioni effettuate negli ultimi anni, l’impatto della sostituzione degli infissi si è rivelato sorprendentemente alto. In un appartamento di circa 90 metri quadrati situato in una zona climatica fredda, la sostituzione di serramenti con Uw pari a 2,7 W/m²K con infissi in PVC da 0,9 W/m²K riduce le dispersioni annue di oltre duemila kilowattora. Tradotto in bolletta, significa spesso un risparmio che oscilla tra 250 e 300 euro l’anno.

Nelle abitazioni unifamiliari il beneficio è ancora più evidente. In case costruite negli anni ’70 o ’80, dove gli spifferi e le dispersioni sono molto accentuati, l’introduzione di infissi ad alte prestazioni riduce non solo i consumi, ma anche i problemi correlati, come condensa, formazione di muffe e sbalzi di temperatura tra le stanze. Il risultato è un ambiente più sano e confortevole, con un investimento che in molti casi si ripaga in pochi anni.

PVC, legno o alluminio? Un confronto oltre i luoghi comuni

Il dibattito tra i diversi materiali è spesso polarizzato, ma un’analisi tecnica equilibrata permette di capire meglio le differenze. Il legno rimane un materiale nobile, apprezzato per la sua estetica e per la naturale capacità isolante. Tuttavia richiede una manutenzione costante e può deteriorarsi con l’umidità. L’alluminio, soprattutto nella versione con taglio termico, è perfetto per le grandi aperture e le architetture moderne, grazie alla rigidità strutturale. Rimane però più costoso e non raggiunge facilmente la stessa efficienza termica del PVC.

Il PVC si inserisce tra questi due poli come soluzione pragmatica. Offre un isolamento eccellente, non teme gli agenti atmosferici, non richiede cicli periodici di verniciatura e mantiene nel tempo la propria stabilità meccanica grazie ai rinforzi interni in acciaio. Le moderne finiture effetto legno o alluminio consentono inoltre di adattarlo a qualsiasi stile architettonico, dal rustico al contemporaneo.

Un materiale che dura nel tempo

La durabilità è uno degli aspetti più significativi e meno discussi degli infissi in PVC. I profili di classe A, definiti dalla norma UNI EN 12608, presentano spessori maggiori e una resistenza superiore agli urti e alle deformazioni. Questo significa che anche dopo vent’anni di esposizione a pioggia, sole, gelo o salsedine, l’infisso mantiene forma, colore e funzionalità, riducendo drasticamente i costi di manutenzione nell’intero ciclo di vita dell’edificio.

Le ristrutturazioni condotte in zone costiere o ad alta umidità confermano questo comportamento: mentre legno e alluminio richiedono interventi periodici, il PVC continua a funzionare senza variazioni apprezzabili.

Esempi concreti di riqualificazione

Le installazioni realizzate negli ultimi anni testimoniano l’impatto reale della sostituzione degli infissi. A Milano, in un edificio residenziale degli anni ’90, l’installazione di serramenti in PVC ha ridotto i consumi di riscaldamento del 38% e migliorato in modo evidente il comfort acustico. In Lombardia, una villetta bifamiliare dotata inizialmente di infissi in alluminio privi di taglio termico ha registrato un risparmio annuo di oltre 400 euro dopo l’installazione di infissi in PVC con triplo vetro. Anche in città ad alto traffico, come Torino, la sostituzione ha portato a un isolamento acustico nettamente superiore e a una temperatura interna più stabile, senza modifiche all’impianto di riscaldamento.

Una scelta razionale per la maggior parte delle abitazioni

Il PVC si distingue come materiale ideale per la maggior parte degli edifici residenziali. Non è soltanto una soluzione economica, ma una risposta concreta alla necessità di ridurre i consumi e migliorare il comfort abitativo quotidiano. L’installazione richiede relativamente poco tempo, la manutenzione è praticamente nulla e le prestazioni sono garantite da standard europei rigorosi.

Per approfondire le soluzioni disponibili e conoscere nel dettaglio le caratteristiche tecniche degli infissi, è possibile consultare la pagina dedicata: https://euroinfissi.eu/infissi-in-pvc/

L’analisi del ciclo di vita: perché il PVC è vantaggioso anche nel lungo periodo

Oltre ai risparmi immediati legati alla riduzione dei consumi energetici, è interessante osservare i costi dell’intero ciclo di vita dell’infisso. Secondo vari studi europei che applicano la metodologia LCC (Life Cycle Costing), il PVC presenta uno dei migliori rapporti costo–prestazione nell’arco di 25–30 anni di utilizzo.

Questo accade perché il materiale non richiede verniciature, trattamenti superficiali o interventi periodici di manutenzione, e mantiene nel tempo la propria stabilità dimensionale. Se si confronta il costo iniziale, la manutenzione per l’intero ciclo di vita e la perdita di efficienza dovuta all’invecchiamento, il PVC risulta spesso la soluzione più economica.

Un altro elemento rilevante è l’impatto ambientale. Secondo diverse analisi LCA (Life Cycle Assessment), il PVC di nuova generazione, riciclabile fino a sette volte, comporta un impatto complessivo inferiore rispetto a materiali tradizionali se si considera l’intero ciclo chimico-fisico, dall’estrazione delle materie prime fino allo smaltimento. Questo permette agli edifici dotati di serramenti in PVC di migliorare i propri indicatori ambientali, un fattore sempre più centrale nelle certificazioni energetiche moderne.

Conclusione

Gli infissi in PVC rappresentano oggi una delle strategie più efficaci per migliorare l’efficienza energetica di un’abitazione. La loro combinazione di isolamento termico, stabilità, versatilità estetica e risparmio economico li rende una scelta razionale e lungimirante. In un contesto in cui il costo dell’energia continua a crescere e le normative diventano sempre più restrittive, investire in serramenti di qualità significa garantire un comfort superiore e una valorizzazione duratura dell’immobile.

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