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Marzo 2025 - page 2

Terziario, lieve ripresa del clima di fiducia delle imprese bresciane

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze/Terziario by

Nell’ultimo trimestre del 2024 si assiste a una lieve ripresa del clima di fiducia delle imprese bresciane attive nel settore dei servizi, attestatosi a 109, in moderato aumento rispetto a quanto rilevato nei tre mesi precedenti (101). Tuttavia, gli attuali livelli di fiducia si confermano tutt’altro che esaltanti, se paragonati a quelli riscontrati nel quarto trimestre del 2021 (123), del 2022 (124) e del 2023 (121).

A evidenziarlo sono i risultati dell’Indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria Brescia riferita al periodo ottobre-dicembre 2024.

La percezione delle realtà del territorio si conferma quindi piuttosto depressa, in un contesto ricco di incertezze: dalla rielezione del presidente Trump (con la sua annunciata politica protezionistica), al protrarsi della crisi della manifattura (su cui gravano la rarefatta domanda, le preoccupazioni per la transizione elettrica e i rialzi dei costi energetici).

Quanto riscontrato in ambito locale appare nel complesso coerente con l’evoluzione del settore a livello nazionale: dopo il buono risultato riscontrato a ottobre, l’indice PMI italiano riferito al comparto dei servizi, è sceso a novembre sotto la soglia di neutralità, per ritornare a dicembre in territorio positivo. Allo stesso tempo, la dinamica bresciana del settore terziario va interpretata alla luce delle difficoltà che ultimamente contraddistinguono l’industria manifatturiera del territorio, con cui le realtà del terziario intrattengono storici e consolidati rapporti di fornitura.

“Oggi il mercato ci racconta di un 18% di posizioni aperte nel settore terziario, con particolare attenzione a ICT (6,8%), TLC (4%) e Vendite/Sales/GDO (8%) – commenta Ivano Tognassi, presidente del settore Servizi alle Imprese e alle Persone di Confindustria Brescia –. Continua invece il periodo delicato in ambito metalmeccanica, dove le ore di cassa integrazione sono ancora una costante attenzionata, in tutto l’indotto automotive. Rimane confermato di contro, anche l’interessante evoluzione per noi sul mondo Sanità, in particolare con la progettualità “formazione+assunzione” per i profili ASA.”

“Nonostante la fiducia sia aumentata rispetto al 3° trimestre, il contesto inizialmente positivo ha subito un leggero deterioramento verso fine anno – aggiunge Sergio Venturetti, presidente del settore Digitale di Confindustria Brescia –. Questo ha consentito comunque una lieve crescita del portafoglio ordini con stabilità dei prezzi. Le previsioni sono invece più conservative: i motivi sono da ricercare nell’aumento delle incertezze geopolitiche e nelle criticità produttive del tessuto industriale e manifatturiero. Una ripresa nel 2025 è possibile e prevista, fermo restando che le variabili esogene al comparto non peggiorino ulteriormente.

Nel dettaglio, per quanto riguarda i giudizi espressi dalle aziende rispetto ai tre mesi precedenti:

  • il fatturato è aumentato per il 42% delle imprese intervistate, con un saldo positivo del +30% tra coloro che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione;
  • il portafogli ordini evidenzia un incremento (saldo netto pari a +17%);
  • l’occupazione registra un aumento: le aziende che hanno segnalato una crescita dei propri collaboratori sono il 13% in più rispetto a quelli che dichiarano una flessione;
  • i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per una sostanziale stabilità, per l’84% delle aziende rispondenti i prezzi non variano (saldo netto pari a +8%).

Le prospettive per i mesi a venire appaiano nel complesso favorevoli:

  • il fatturato è atteso in crescita dal 35% degli intervistati, con un saldo positivo del 16% a favore degli ottimisti rispetto ai pessimisti;
  • i saldi riferiti al portafoglio ordini (+33%) e all’occupazione (+29%) descrivono uno scenario incoraggiante, con un possibile rafforzamento dell’attività;
  • i prezzi dei servizi offerti manifestano un saldo del +14%, a indicazione che, nel prossimo futuro, una fase rialzista è ritenuta verosimile.
    Con riferimento alle prospettive generali dell’economia italiana, il 63% degli intervistati prevede il sostanziale mantenimento dei livelli di attività; solo il 7% si dichiara ottimista, mentre il 30% del campione esprime un orientamento pessimistico.

Con riferimento alle prospettive generali dell’economia italiana, il 63% degli intervistati prevede il sostanziale mantenimento dei livelli di attività; solo il 7% si dichiara ottimista, mentre il 30% del campione esprime un orientamento pessimistico

LA DINAMICA PER COMPARTO

L’evoluzione complessiva dell’indice sul clima di fiducia delle imprese del settore terziario fa sintesi di due dinamiche particolarmente diverse tra loro: il comparto Consulenza e Servizi alle imprese rimane quasi immutato (da 104 passa a 103), il Digitale, invece, registra un netto rialzo (attestatosi a 127, contro il valore di 98 sperimentato fra luglio e settembre).

L’Indagine viene effettuata trimestralmente su un panel di imprese associate appartenenti al settore terziario.

Imprenditoria al femminile, la fotografia di Confartigianato Brescia

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia by

 In occasione della Giornata internazionale della Donna 2025, Confartigianato ha elaborato la presenza delle donne nell’imprenditoria e nel lavoro indipendente. A tutto il 2024, sono ben 1.307.116 le imprese a conduzione femminile, pari al 22,2% del totale delle imprese in Italia. Di queste, 218.314 sono imprese artigiane, ovvero il 17,5% del totale delle imprese artigiane. Un segno tangibile di un trend in crescita che, negli ultimi cinque anni, ha visto un incremento sia delle imprese femminili totali sia di quelle artigiane, portando la quota delle prime dal 22,0% nel 2019 al 22,2% nel 2024, e quella delle seconde dal 16,9% al 17,5%. I dati di Confartigianato confermano che l’imprenditoria femminile sta giocando un ruolo cruciale nell’economia italiana, con l’Italia che si distingue come il primo paese europeo per numero di donne occupate in attività indipendenti, con 1.522.500 imprenditrici e lavoratrici autonome. L’occupazione femminile indipendente in Italia ha registrato una crescita del +0,9% nel 2024, con un aumento maggiore rispetto alla media europea (+0,2%).

IN PROVINCIA DI BRESCIA – Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato, al termine del 2024 nella nostra provincia si contano 24.130 imprese femminili, pari al 20,7% del totale delle imprese registrate. Di queste, 5.387 sono imprese artigiane femminili, rappresentando il 17,1% del totale delle imprese artigiane bresciane. Un dato particolarmente significativo è che l’artigianato femminile incide per il 22,3% sul totale dell’imprenditoria femminile della provincia, un valore superiore alla media nazionale del 16,7%. Per il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti«Le nostre rilevazioni dimostrano che l’imprenditoria femminile non solo contribuisce in modo significativo all’occupazione, ma testimonia la forte vocazione artigiana delle donne imprenditrici bresciane e la loro capacità di innovare e creare valore nel territorio dove quasi un’imprenditrice su quattro opera in settori dell’artigianato. Le donne imprenditrici sono protagoniste di un cambiamento che sta riducendo il gender gap e mostrando alle nuove generazioni che le aspirazioni possono diventare realtà, anche rompendo gli stereotipi di genere nel mondo del lavoro. Tuttavia, nonostante i progressi, siamo consapevoli che c’è ancora molto da fare per rimuovere le difficoltà che ostacolano le donne e rimuovere gli ostacoli che ancora esistono, soprattutto in termini di accesso al credito, burocrazia e conciliazione famiglia e lavoro».

«Non chiediamo trattamenti di favore – sostiene la presidente di Donne Impresa Confartigianato Brescia Iolanda Pasini – ma il rispetto di diritti che spesso restano sulla carta. È fondamentale che, a tutti i livelli, si attuino politiche concrete per riconoscere i meriti delle donne, a cominciare da un welfare che risponda alle esigenze delle donne come madri, mogli, figlie e lavoratrici. E, soprattutto, è urgente affrontare i problemi comuni con i colleghi uomini, come fisco, burocrazia, accesso al credito e infrastrutture, per consentire a tutte le imprenditrici di crescere e prosperare. Chiediamo alla politica di ascoltare le nostre ragioni e di investire in un concreto sostegno all’imprenditoria femminile, affinché diventi davvero un pilastro della politica economica di questo Paese».

Car Masters 3° edizione: al via le iscrizioni al percorso formativo per carrozzieri e meccatronici di domani

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia by

Sono aperte le iscrizioni alla terza edizione del percorso IFTS per carrozzieri e meccatronici denominato “CAR MASTERS, la marcia più alta per il tuo futuro”, in partenza il prossimo settembre. Il percorso, promosso da I.T.S. Lombardia Meccatronica, Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale e CNOS-FAP, in collaborazione con Ranstad Italia, fa seguito all’omologo progetto lanciato negli anni passati con successo per il settore della carrozzeria. Si tratta di una vera e propria scuola come tutti i percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS) che contribuiscono a costruire professionalità solide e innovative e in questo caso formeranno i carrozzieri e i meccatronici di domani con tutti gli strumenti utili ad affrontare i cambiamenti dovuti all’innovazione digitale e gli obiettivi di transizione ecologica che stanno impattando in maniera significativa sulle imprese del settore.

Il corso si suddivide tra tempo dedicato alla teoria e tempo direttamente nelle aziende. Formerà giovani attraverso la formula dell’apprendistato duale (ex art. 43/D. Lgs 81/2015) e consentirà, già durante le fasi di formazione, di essere inseriti direttamente nell’organico aziendale e di ottenere così una retribuzione.

In sintesi, le fasi salienti del percorso: 1.000 ore (500 in aula + 500 di pratica presso l’azienda) a cui si aggiungono ulteriori ore di lavoro, come previsto dal contratto in Apprendistato di 1° livello. Tra i vantaggi per l’impresa: l’assunzione del dipendente part time con contratto di Apprendistato di 1° livello e la formazione direttamente da parte dell’imprenditore oltre ai vantaggi economici in termini di costi sostenuti e, ove possibile, inserimento con incentivazione. Al termine, i frequentanti, grazie alla formazione fatta in aula otterranno inoltre il patentino F-GAS, la certificazione PES/PAV/PEI e l’attestato corso base sicurezza lavoratori D.lgs 81/2008.

Un corso per immettere giovani nel mondo del lavoro, in un settore che ricerca costantemente manodopera ed operai specializzati. Per le imprese, grazie a questo corso, la possibilità di formare e inserire nel proprio organico tecnici specializzati, creare e fare rete entrando in contatto con svariate realtà del territorio, oltre ad essere parte attiva nel percorso di crescita del proprio apprendista.

Per iscriversi a “Car Master” è necessario compilare il form online su: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLScfjY1Rc4inJlhWwYSetMp08J85yUmRqCJFgcadXJE7-b2WNw/viewform?usp=preview presente sul sito www.confartigianato.bs.it e, per informazioni, a disposizione l’Area Sviluppo Associativo di Confartigianato Imprese Brescia al numero 0303745.284 a all’email area.categorie@confartigianato.bs.it.

Trump: Coldiretti, con dazi al 25% stangata da 250 mln su cibo lombardo

in Agricoltura e allevamento/Associazioni di categoria/Coldiretti/Economia by

Un dazio del 25% sulle esportazioni negli Usa potrebbe costare ai consumatori americani fino a oltre 250 milioni di euro in più solo per il cibo e le bevande made in Lombardia, mentre per l’export agroalimentare italiano nel suo complesso la cifra potrebbe arrivare fino ai 2 miliardi di euro, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat. È quanto afferma la Coldiretti regionale in relazione alla minaccia del presidente degli Stati Uniti di imporre tariffe aggiuntive sulle merci europee.

Per l’agroalimentare lombardo – continua la Coldiretti regionale sulla base dei dati Istat – gli Stati Uniti rappresentano il terzo mercato di sbocco dopo quelli di Francia e Germania, ma sono il primo partner extra UE.

Se i dazi dovessero interessare l’intero agroalimentare italiano – spiega Coldiretti Lombardia – si corre il rischio di una vera e propria stangata, che farebbe calare gli acquisti da parte dei consumatori americani. Tra i prodotti agroalimentari lombardi più esportati negli Stati Uniti – prosegue la Coldiretti regionale sulla base dei dati Istat – ci sono le bevande, i prodotti lattiero-caseari, le carni lavorate e i prodotti a base di carne, i prodotti da forno, gli oli e i grassi vegetali e animali.

“L’imposizione dei dazi sulle nostre esportazioni agroalimentari è uno scenario che ci preoccupa – commenta Gianfranco Comincioli, presidente di Coldiretti Lombardia – Per questo crediamo che debbano essere messe in campo tutte le necessarie azioni diplomatiche per scongiurare una guerra commerciale che danneggerebbe cittadini e imprese europee e americane”.

Resta da capire – conclude Coldiretti – quale potrebbe essere la ritorsione dell’Unione Europea all’eventuale imposizione dei dazi Usa. Alla mossa della prima presidenza Trump, l’Europa aveva risposto apponendo tariffe aggiuntive del 25% su una serie di prodotti simbolo del made in Usa agroalimentare come ketchup, formaggio cheddar, noccioline, cotone e patate americane, oltre a salmone, noci, pompelmi, vaniglia, frumento, tabacco, cacao, cioccolato, succhi di agrumi, liquori come vodka e rum.

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