Le liquidazioni giudiziali registrate nel corso del 2024 sono 9.162 ,un valore in forte crescita (+19,7%) rispetto al 2023, e in progressivo allineamento con il periodo pre-pandemia, nel 2019 le liquidazioni giudiziali erano state 11.044. È quanto emerge dall’Analisi sulle Liquidazioni giudiziali[1] realizzata da CRIBIS, società del Gruppo CRIF specializzata nelle informazioni commerciali su aziende italiane ed estere e aggiornata a dicembre 2024.
Nel corso del quarto trimestre del 2024 lo stock di aziende in liquidazione giudiziale è stato 2.888 +32,3% rispetto allo stesso periodo del 2023 e +70% rispetto al medesimo periodo nel 2022. Anche in tal caso i dati mostrano allineamento nel numero di liquidazioni al periodo subito precedente alla pandemia: nel 2019 le liquidazioni nel quarto trimestre furono 3.002, -3,8% rispetto al Q4 del 2024.
I concordati preventivi nel corso del 2024 sono stati 327, di cui 76 nell’ultimo trimestre (in calo del 32,7% rispetto al Q4 2022 e del 39,7% rispetto al Q4 2019).
Le Regioni che hanno registrato il maggior numero di liquidazioni giudiziali nel 2024 sono la Lombardia (1.911, 620 nel Q4), Lazio (1.137, 396 nel Q4) e Campania (778, 240 nel Q4), mentre le aree geografiche con il minor numero sono Trentino-Alto Adige (72), Basilicata (43), Molise (49) e Valle d’Aosta (9).
Per quanto riguarda i settori con un maggior numero di società in liquidazione giudiziale, è il Commercio quello che risulta particolarmente in crisi con 2.956 liquidazioni giudiziali, seguito dai Servizi (2.084), dall’Edilizia (1.722) dall’Industria (1.557).
“I dati del 2024 evidenziano un incremento del tasso di crescita delle aziende in liquidazioni giudiziali, causato principalmente dalle sfide poste dall’attuale contesto macroeconomico. L’instabilità geopolitica, l’aumento dei costi energetici e dei materiali, e l’innalzamento dei tassi di interesse, che ha reso più oneroso l’accesso al credito, stanno aggravando le difficoltà finanziarie di molte imprese. Un trend che non sta colpendo solo l’Italia, ma anche altre economie europee. Per quanto riguarda il nostro Paese, i settori come l’edilizia, il commercio e l’industria sono stati particolarmente colpiti. In questo scenario, le aziende devono adeguarsi a governare l’incertezza macroeconomica in cui stiamo navigando. Nonostante le sfide del periodo, l’Italia sta registrando segnali positivi in termini di crescita del PIL e occupazionale, un messaggio positivo per tutto l’ecosistema.” – ha commentato Marco Preti, amministratore delegato di CRIBIS.