L’emergenza energetica ha favorito un’accelerazione delle azioni di efficientamento, attuate dal 77% delle imprese bresciane, mentre sul versante sociale l’80% delle aziende del territorio ha introdotto strumenti di conciliazione vita-lavoro: la flessibilità oraria e il lavoro agile emergono come i più diffusi.
Sono due tra le principali evidenze emerse dalla seconda edizione dell’”Osservatorio Imprese Sostenibili”, condotto dal Centro Studi di Confindustria Brescia con l’Osservatorio per il Territorio (OpTer) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e Fondazione Sodalitas.
In particolare, la ricerca ha approfondito il tema della diffusione delle pratiche di sostenibilità nelle imprese manifatturiere bresciane, coinvolgendo complessivamente 245 aziende con 30mila addetti e un fatturato di 16,5 miliardi di euro, soprattutto PMI metalmeccaniche.
I risultati sono stati illustrati oggi pomeriggio nella Sala Beretta di Confindustria Brescia durante il seminario “Osservatorio Imprese Sostenibili – La transizione del Made in Brescia: istantanea e prospettive”, sesto appuntamento del ciclo “GreenOrDeal: La laboriosa via della sostenibilità”.
Nel pomeriggio di lavori sono intervenuti Franco Gussalli Beretta (presidente Confindustria Brescia), Alessandro Azzi (presidente EBIS), Giovanni Marseguerra (Università Cattolica del Sacro Cuore), Silvia Mangiavini (vice presidente Confindustria Brescia), Alessandro Beda (Consigliere Fondazione Sodalitas) e Luigi Vitelli (Sustainability Manager Cembre SpA). I dati emersi sono stati invece illustrati da Davide Fedreghini (Centro Studi Confindustria Brescia), Tommaso Ganugi (Centro Studi Confindustria Brescia) e Benigno Pizzuto (Università Cattolica del Sacro Cuore).
Oltre ai risultati già anticipati, per quanto riguarda il pilastro ambientale, la sfidaall’abbattimento dei GHG (gas ad effetto serra) si conferma difficile: le PMI appaiono in ritardo e solo una quota minoritaria di imprese attive nella riduzione dei GHG (31%) si caratterizza per una strategia «a 360°», che riguarda contemporaneamente la quantificazione delle emissioni, gli obiettivi di abbattimento e infine gli investimenti finalizzati a tale scopo. Allo stesso tempo, la promozione della mobilità sostenibile riferita agli spostamenti casa-lavoro dei dipendentiriguardaquasi esclusivamente le grandi realtà: l’incentivazione di car pooling e car sharing ha difficoltà ad attecchire.
Sul pilastro sociale interno, la sensibilità verso Diversity & Inclusion è in forte aumento: oggi riguarda il 30% delle aziende, mentre nella precedente rilevazione tale quota si attestava al 15%. In questo contesto, è in crescita l’attenzione per le questioni relative alla genitorialità e alla convivenza generazionale nelle imprese. Raddoppia il numero di imprese che offrono formazione non obbligatoria ai collaboratori (pari al 75%, contro il 38% della prima edizione), ma sono ancora poche le risorse destinate allo sviluppo di competenze sulla sostenibilità.
Sul versante sociale esterno, invece, è in rialzo il numero delle imprese che partecipano a iniziative sul benessere e sullo sviluppo del territorio, grazie, soprattutto, al sostegno di attività sportive (60%) e, a seguire, di iniziative culturali e sanitarie (entrambe al 33%). Il contributo avviene soprattutto con finanziamenti propri (70%), mentre come principale partner di riferimento emergono le associazioni (45%). Ancora elevata è la quota di imprese che si muove in modo esclusivamente autonomo (39%).
Complessivamente, persiste un significativo gender gap neiruoli decisionali all’interno delle aziende: le donne rappresentano solo il 21% dei membri del CdA e sono solamente il 14% degli Amministratori Unici. Gli incentivi basati sulle performance ESG rimangono scarsamente adottati nelle imprese (15%), riducendo il loro potenziale impatto sulle pratiche sostenibili e responsabili. Solo le grandi aziende tendono a separare la gestione operativa dalla proprietà: ciò tende a limitare lo sviluppo di una governance più strutturata e professionale.
“Voglio sottolineare l’importanza di un aspetto: l’Osservatorio Imprese Sostenibili, con cui confermiamo la collaborazione del nostro Centro Studi con Università Cattolica e Fondazione Sodalitas, rappresenta il secondo momento di un più ampio percorso avviato dalla nostra Associazione nel 2021 con la prima edizione dello stesso, che avevamo avuto il piacere di presentare nella sede dell’Università Cattolica – commenta Franco Gussalli Beretta, presidente di Confindustria Brescia –. I numeri emersi ci raccontano di un mondo imprenditoriale bresciano sempre più propenso ad abbracciare la sostenibilità in tutte le sue forme, ma soprattutto in grado di influenzarsi positivamente e di creare circoli virtuosi che, come Associazione, abbiamo il dovere di continuare a favorire e coltivare. Rispetto alla prima edizione registriamo quindi un generalizzato miglioramento delle performance sostenibili, per quanto non manchino alcuni punti critici. Su tutti, il ritardo delle realtà con minori dimensioni, anche se in tal senso, pur condividendo le finalità, continuiamo a ritenere troppo stringenti le tempistiche imposte a livello europeo sulle tematiche ambientali.”
“Questa ricerca, che ha avuto il sostegno anche dell’Ente Bresciano per l’Istruzione Superiore (EBIS), mostra ancora una volta quanto sia importante la sinergia tra accademia, associazioni e imprese per affrontare la straordinaria, e ineludibile, sfida che la transizione verso un mondo più sostenibile pone ogni giorno al nostro sistema produttivo – spiega il professor Giovanni Marseguerra, Direttore dell’Osservatorio per il Territorio (OpTer) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore –. I risultati della nostra indagine segnalano anche come le imprese bresciane, che con decisione si stanno attrezzando a percorrere questa strada, necessitano tuttavia ancora di supporto e accompagnamento. Serve fare sistema e sono in particolar modo le attività imprenditoriali di dimensione minore ad avere bisogno di un maggior contributo in termini di informazioni, indicazioni e soprattutto formazione. Un supporto che l’Università Cattolica è pronta a fornire, a tutto vantaggio dello sviluppo del nostro territorio.”
“Lo sviluppo della sostenibilità all’interno del sistema industriale del nostro Paese dipenderà dalla velocità con cui le PMI, fulcro del sistema, riusciranno ad adottare pratiche sostenibili di eccellenza, interpretando la sostenibilità come leva per la competitività dell’azienda – chiude Alessandro Beda, Consigliere di Fondazione Sodalitas –. La ricerca presentata oggi dimostra che il cambiamento è in corso e negli anni si stanno registrando significativi miglioramenti delle performance di sostenibilità, in particolare per quanto riguarda la sostenibilità sociale, la centralità della persona e il rapporto col territorio. Come Fondazione Sodalitas siamo convinti sostenitori dell’impegno di Confindustria Brescia per accompagnare le imprese associate in un percorso di crescita degli standard ESG e crediamo che anche le PMI potranno raggiungere risultati importanti, attraverso la collaborazione all’interno delle filiere e con gli stakeholder di riferimento.”