Gli scenari sull’inflazione per il 2024 sono incerti e dipendono da diversi fattori, tra i quali le politiche monetarie delle banche centrali, l’andamento dei prezzi delle materie prime, la domanda interna ed estera e le aspettative degli operatori economici. Secondo le previsioni elaborate nell’ambito dell’esercizio coordinato dell’Eurosistema, l’aumento dei prezzi al consumo in Italia si ridurrà all’1,9% nel 2024, dal 5,9% nel 2023, per poi scendere gradualmente fino all’1,7% nel 2026. L’inflazione di fondo diminuirà al 2,2% nell’anno in corso (dal 4,5% nel 2023) e si porterà sotto il 2% nel 2026.Le imprese bresciane devono fare, pertanto, fronte a una situazione di grande volatilità e incertezza e la voce degli operatori sottolinea con decisione questa precarietà di scenario.
Timori non specificatamente rivolti a rischi recessivi, quanto alla persistenza delle difficoltà di previsione a medio-lungo periodo dovute al mantenimento delle condizioni pregresse causate dall’inflazione accumulata.
«Nel nostro settore, come del resto, in generale, in tutta Europa, si registrano segnali di stagnazione economica. È diffusa una contrazione degli ordini sul primo trimestre 2024 e una conferma, a gennaio 2024, da parte delle nostre aziende associate delle ore richieste di cassa integrazione – nota Gianluca Baiguera, presidente di Unionmeccanica Confapi Brescia -. Per contro si evidenzia, a fronte di un clima di incertezza, un aumento delle richieste di informazioni, da parte delle imprese associate, in merito alle condizioni di utilizzo dell’ammortizzatore in commento, a dimostrazione di una presunta previsione di contrazione congiunturale delle produzioni. Continua a manifestarsi molta cautela anche sugli investimenti che, ovviamente, risentono del periodo di grande incertezza economica e dei livelli dei tassi di interesse ancora troppo alti».
«I prezzi dei beni industriali, sospinti anche dai rialzi eccezionali delle quotazioni energetiche, si sono in parte trasmessi ai consumatori -, afferma Pietro Bresciani, presidentedi Unionalimentari Confapi Brescia –. L’inflazione generale rallenta, ma la tendenza non si è ancora esaurita e la lenta riduzione di questo processo ha frenato il rientro dell’inflazione alimentare, accentuando l’erosione del potere d’acquisto». Per il presidente dell’unione di categoria che rappresenta le imprese dell’industria alimentare bresciane c’è da aspettarsi «una conseguente riduzione dei consumi, che si è già vista in maniere decisa all’inizio di quest’anno, con il rischio che ciò possa generare anche impatti sociali, in quanto la disponibilità di cibo è, ovviamente, elemento essenziale per la vita». Per rilanciare la domanda «serviranno politiche atte a contenere e, dove possibile, diminuire, i prezzi in maniera globale e duratura. Sarà necessario lavorare per accordi di filiera, contrastando le speculazioni e intervenendo per contenere i costi di produzione con misure immediate».
Uno scenario condiviso da Paolo Vismara, presidente di Unionchimica Confapi Brescia. Vismara ricorda che Unionchimica «nella sua attività di rappresentanza, si rivolge anche a settori legati alla trasformazione come la gomma – plastica e il vetro -, e questo permette agli operatori una visione del mercato che invita a una grande cautela e attenzione per il momento complesso che l’economia internazionale sta vivendo. A fine 2023, dopo un periodo di forte inflazione, la condizione dell’economia sembrava sfociata in un assestamento dei prezzi. Con le problematiche di inizio anno è tornata l’incertezza», sottolinea Vismara. «Nel nostro settore si sente un crescente allarme legato, innanzitutto, alla mancanza di materie prime critiche – descrive il presidente – che può trasmettersi ai settori impattati dalla trasformazione dei prodotti chimici. Si pensi all’effetto di questa crisi sull’indotto di un comparto come quello dello stampaggio bresciano e a quali ripercussioni potrà generare il crescente rincaro dei prezzi. E ciò mentre aleggia sempre lo spettro della Plastic Tax, che, seppur continuamente rinviata in Europa, è ancora fonte di profonda incertezza». Infine, conclude il presidente di Unionchimica Confapi Brescia, un tema strutturale è rappresentato «dalla difficoltà che gli operatori affrontano nel riempire i magazzini e nel fare forecast per l’anno a venire. Il rischio è che questa incertezza faccia lavorare a corto raggio e navigare a vista».