Con il fratello gestiva una piccola impresa artigianale, ma gli affari non sono andati per il verso giusto ed è arrivato il fallimento. Con un fardello di 124mila euro di debiti, che mai sarebbe riuscito a pagare e che i giudici del tribunale di Brescia – con un’altra decisione che farà scuola – hanno deciso di dimezzare.
Protagonista della vicenda è un 57enne bresciano residente in un Comune del lago di Garda. Nel 2001 aveva avviato un’attività nel settore elettrodomestici, tre anni dopo è stato costretto a chiudere ed è tornato a fare l’operaio. Ma lo stipendio che l’ex imprenditore percepisce oggi (1.400 euro al mese) gli consente a fatica di garantire il sostentamento dei tre figli e della moglie, disoccupata. Impossibile per lui saldare i debiti verso l’Agenzia delle Entrate, a cui si sono aggiunti altri 12mila euro per la garanzia fornita a uno dei due figli che doveva comprare un’auto. Da qui la decisione di rivolgersi allo studio legale Pagano & Partners di Brescia.
“Abbiamo chiesto ai giudici l’applicazione della Legge 3/2012 (nota anche come legge sul Sovraindebitamento o Salva-suicidi), oggi disciplinata dal Codice della crisi”, spiega l’avvocato Monica Pagano, che ha seguito il caso con il collega Matteo Marini, “il cui principio di fondo è che nessuna persona onesta può essere ‘condannata’ a vita a pagare debiti che, vista la dimensione dell’importo, vanno ben oltre le sue capacità economiche. In questo caso”, continua, “il giudice ha stabilito che il 57enne pagherà quanto può, cioè – complessivamente il 51% del debito”.
Nel dettaglio, rispetto al monte debiti di 124mila euro, l’imprenditore metterà a disposizione alcune porzioni di beni immobili e terreni di sua proprietà, poi verserà 270 euro al mese per quattro anni e – al termine di questo periodo, versando poco complessivamente poco più di 60mila euro – potrà ottenere l’esdebitazione, cioè la completa cancellazione delle pendenze economiche residue.
“Sono in molti – commentano gli avvocati Pagano e Marini – gli imprenditori e i privati cittadini che si rivolgono a noi perché a causa di un fallimento senza colpa, di una malattia o di altri imprevisti della vita si trovano improvvisamente sommersi da debiti che mai potranno pagare. Ma oggi – aggiungono – la legge è un valido alleato di chi ha sbagliato in buona fede o è stato più sfortunato di altri e vuole tornare a sperare nel futuro per sé e per la propria famiglia”.